ZUCCA TROMBETTA d`ALBENGA

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ZUCCA TROMBETTA
d’ALBENGA
Silvana Nicola, Emanuela Fontana, Jeanet Hoeberechts,
Giuseppe Piovano, Daniela Saglietti, Gian Enrico Bassetti
Introduzione
Origine e diffusione
Caratteri botanici e biologici
Avvicendamento e lavori preparatori
Esigenze ed adattamento ambientale
La coltivazione
Impianto
Propagazione
Concimazione
Lotta alle malerbe
Avversità
Irrigazione
Raccolta e produzione
Il post-raccolta
Caratteristiche qualitative e nutrizionali del prodotto
Commercializzazione del prodotto
Bibliografia consultata
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FOTO G. ASCOLI
INTRODUZIONE
INTRODUZIONE
Origine e diffusione
La famiglia delle Cucurbitaceae è originaria dell’America centro-settentrionale, da
dove si è diffusa in tutti i continenti. Secondo la FAO (2002), la superficie coltivata a
zucca e zucchini nel mondo è pari a 1,29 milioni di ha, di cui circa la metà in India
e Cina, per una produzione totale di 16,57 milioni di t. In Europa la coltura è presente su ca 87mila ha, di cui 15mila in Italia.
Caratteri botanici e biologici
La zucca trombetta (Cucurbita moschata Duch.) è una specie erbacea annuale
appartenente alla famiglia delle Cucurbitaceae; deve il nome alla forma allungata
del frutto, che si ingrossa leggermente ad una estremità (fig. 1).
Si tratta di una selezione locale, tradizionalmente riprodotta in azienda dagli stessi
coltivatori e da pochi vivaisti specializzati.
● Fig. 1. Zucca trombetta d’Albenga (foto Nicola).
● Fig. 2. Portamento strisciante della pianta di zucca trombetta (foto Galbussera).
Il suo portamento è strisciante (fig. 2). Le radici possono approfondirsi fino ad un metro, ma la maggior parte dell’apparato radicale si sviluppa piuttosto in superficie, soprattutto su terreni fertili che presentano durante il ciclo un’umidità sempre costante.
Il frutto è un peponide che si consuma immaturo. Ha forma allungata, leggermente
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INTRODUZIONE
clavata ad un’estremità. È una pianta monoica che presenta fiori unisessuati molto
appariscenti, di colore giallo intenso che, aprendosi di mattina, vengono visitati da
molti insetti (fig. 3).
L’impollinazione avviene ad opera di questi ultimi e soprattutto da parte di api e bombi. Le foglie sono portate da lunghi piccioli vuoti all’interno; in particolare, sulla
pagina inferiore e sul picciolo, esse presentano numerosi peli rigidi.
● Fig. 3. Fiore di zucca trombetta (foto Nicola).
Avvicendamento e lavori preparatori
La zucca trombetta è una pianta da rinnovo che, accrescendosi e sviluppandosi molto velocemente, occupa il terreno per poco tempo. La coltura si rinnova per tradizione sullo stesso terreno per più anni, senza necessità di limitazioni.
Le colture che non devono precedere la zucca trombetta sono le specie appartenenti alla stessa famiglia (melone, cetriolo, carosello, cocomero); le colture che
invece possono precedere la zucca trombetta sono cavolo, pisello, fava, porro,
lattuga, fagiolo, cereali, mentre quelle che possono seguirlo sono carota, sedano,
lattuga e porro.
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INTRODUZIONE
È sconsigliato allevare la zucca trombetta in coltura consociata, in quanto tale pianta, accrescendosi velocemente, eserciterebbe una competizione troppo elevata nei
confronti delle altre specie coltivate; inoltre, poiché la coltura si sviluppa in verticale sul pergolato (“topia”), potrebbero crearsi problemi di ombreggiamento per le
specie consociate (fig. 4).
● Fig. 4. Consociazione
in coltura protetta: zucca trombetta, fava e
bietola da coste (foto
Nicola).
Esigenze ed adattamento ambientale
La zucca trombetta è una pianta ad elevate esigenze termiche con periodo ottimale
di coltivazione in pien'aria che va da maggio a settembre. La temperatura ottimale
per la crescita è di 15-18 °C durante la notte e di 24-30 °C durante il giorno; al di sotto dei 10-12 °C la pianta non si accresce. La coltivazione può essere effettuata nei
terreni più diversi data la buona adattabilità di questa pianta ai vari tipi di suolo.
Quelli più idonei sono comunque i suoli di medio impasto, soffici, freschi, ben dotati
di umidità ma ben drenanti. Il pH del terreno più idoneo varia da 5,5 a 7,0. Questo
ortaggio, inoltre, risulta mediamente tollerante la salinità del terreno.
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LA COLTIVAZIONE
LA COLTIVAZIONE
Impianto
Nell’areale ingauno la zucca trombetta è coltivata per tradizione sia in pieno campo
(fig. 5) sia in apprestamenti protetti (serre e tunnel) (fig. 6) per differenziare i tempi di
raccolta del prodotto. Le piantine vengono prodotte direttamente in azienda, impiegando semi di piante selezionate per la loro particolare vigoria (fig. 7). I vivai specializzati spesso forniscono le piantine in cubetto prodotte con lo stesso sistema (fig. 8).
La lavorazione principale viene effettuata tradizionalmente con una vangatura o fresatura da effettuare ad una profondità massima di 20 cm. In presenza di un terreno
particolarmente compatto, al fine di favorire l'approfondimento radicale e aumentare la massa di terreno esplorata dalle radici e quindi la quantità di acqua e di elementi nutritivi potenzialmente sfruttabili dalla coltura, si possono effettuare delle
scarificature più profonde (40-50 cm) che, salvaguardando la struttura del terreno,
consentono l’approfondimento maggiore delle radici.
● Fig. 5. Coltura di zucca trombetta in pieno campo: impianto con pergolato in legno
(foto Galbussera).
Quest’ultima operazione diventa importante anche per evitare ristagni di acqua in
eccesso che risultano sempre dannosi per le condizioni fitosanitarie della coltura.
Poco prima della semina o del trapianto si effettua un’erpicatura tenendo presente
che non occorre affinare molto il terreno.
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LA COLTIVAZIONE
Infatti, nella generalità dei casi la coltura deve essere trapiantata e, anche se venisse
effettuata la semina, le dimensioni dei semi sono tali da non richiedere un eccessivo affinamento del terreno.
● Fig. 6. Coltura protetta: supporto mediante fili di nylon (foto Nicola).
● Fig. 7. Frutto stramaturo di zucca trombetta non raccolto per la produzione di seme
(foto Galbussera).
● Fig. 8. Piantine di zucca trombetta in vivaio (foto Nicola).
La densità di impianto per la coltura in pien’aria è generalmente di circa 850 piante
per 1000 m2, con una distanza di circa 1,7-2 m tra le file e 0,6-0,7 m sulla fila. In apprestamenti protetti la densità è di 1000 piante per 1000 m2 con un sesto d’impianto
di circa 1,3 m tra le file e 0,8 sulla fila. In alcuni casi, soprattutto per le colture in
103
LA COLTIVAZIONE
pien’aria, si utilizzano sesti più allargati, diminuendo la densità d’impianto fino a 500
piante per 1000 m2, in quanto si ritiene che la produttività aumenti aumentando lo
spazio a disposizione delle piante.
L’epoca di impianto va solitamente da marzo a maggio; è necessario, tuttavia, cercare di anticipare il più possibile l’impianto per sfruttare al meglio i periodi più freschi, di più probabile piovosità e di minor richiesta evapotraspirativa. Ciò non è sempre possibile date le elevate esigenze termiche della coltura sia nella fase di
germinazione dei semi sia in quelle successive.
La coltura della zucca trombetta comporta l’installazione di strutture di supporto,
generalmente realizzate con pali di castagno, di cemento o canne, e fili di ferro zincato o di nylon. In coltura protetta le orditure di supporto sono talvolta collegate direttamente alle strutture portanti della serra o del tunnel tramite catenelle o altri sostegni (fig. 9).
Durante la coltivazione e finché la pianta non è sul pergolato devono essere effettuate ripetute operazioni di sfemminellatura.
● Fig. 9. Orditure di supporto collegate alle strutture portanti della serra (foto Nicola).
Propagazione
La zucca trombetta è seminata a spaglio in cassette per essere poi ripicchettata in cubetti o alveolati; le piantine si trapiantano in campo allo stadio di 3-4 foglie.
Per la produzione di piantine con il pane di terra si possono utilizzare vasetti (7-9 cm
di diametro) o contenitori alveolati con terriccio abbastanza leggero. Nel periodo in
cui si tengono in vivaio, è opportuno razionalizzare le irrigazioni allo strettissimo necessario per cercare di “indurire” le piantine che, in pieno campo, sopporteranno
meglio situazioni di disponibilità idrica limitata.
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LA COLTIVAZIONE
Concimazione
Al momento dell’impianto si effettuano concimazioni mediante ammendanti organici e concimi minerali con un contenuto di azoto non superiore a 150 unità (pari a
15 kg per 1000 m2). Per una corretta gestione della fertilità è sempre necessario
effettuare periodiche analisi chimico-fisiche del terreno.
Lotta alle malerbe
Le infestanti più diffuse nella coltura della zucca trombetta sono quelle a ciclo primaverile-estivo quali: Veronica persica, Stellaria sp., Portulaca oleracea,
Amaranthus retroflexus, Setaria viridis, Solanum nigrum, Convolvolus arvensis,
Chenopodium album. Un altro inconveniente non trascurabile è la possibilità che
hanno specie quali Amaranthus retroflexus, Portulaca oleracea e Convolvolus
arvensis di ospitare il virus del mosaico del cetriolo, patogeno che può colpire la
zucca trombetta.
La gestione della flora infestante deve essere condotta mettendo in atto tutte le tecniche preventive, soprattutto falsa semina e utilizzo dell'impianto d'irrigazione a microportata di erogazione, allo scopo di evitare che la flora avventizia si sviluppi in
modo eccessivo nella coltura. La falsa semina è una tecnica molto efficace in quanto, essendo una coltura primaverile-estiva, il letto di impianto viene preparato quando le temperature sono ormai elevate e i semi delle infestanti germinano abbastanza velocemente. Essa consiste in una preparazione anticipata del letto di impianto
della coltura, seguita anche, in assenza di precipitazioni naturali, da un’irrigazione
per aspersione su tutto il campo.
Così facendo, si romperà anticipatamente la dormienza di molti semi di infestanti
che germineranno prima che la coltura venga impiantata. Le piante infestanti potranno quindi essere agevolmente eliminate tramite un’erpicatura. Tra le pratiche
agronomiche per il contenimento diretto della carica dell'infestazione vi sono la sarchiatura e la pacciamatura. Quest’ultima pratica non è comunemente adottata nella
coltivazione della zucca trombetta, ma permette di ottenere risultati molto soddisfacenti. In particolare consente di:
• evitare la crescita delle infestanti sulla fila, risultato che, se unito ai vantaggi dell’irrigazione localizzata e della sarchiatura, risolve quasi completamente il problema della gestione della flora avventizia;
• limitare l’evaporazione dell’acqua dal terreno;
• avere una precocità di maturazione e quindi accorciare il ciclo vegetativo.
Benché si usi anche pacciamare l’intera superficie del terreno, la soluzione più indicata è quella di ricoprire solo la fila della coltura, stendendo al di sotto le manichette dell’impianto irriguo.
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LA COLTIVAZIONE
Avversità
La difesa fitosanitaria avviene tramite sistemi che riducano il più possibile l’impatto
ambientale, basandosi di preferenza sull’impiego di tecniche di lotta integrata e biologica, monitorando le infestazioni. Le piante colpite vanno asportate dalla coltura e
distrutte per limitare il contagio. Attualmente è in aumento il numero di aziende che
coltivano la zucca trombetta secondo le tecniche dell’agricoltura integrata ed anche
biologica.
Le avversità di origine parassitaria della zucca trombetta sono in pratica le stesse
della zucca e delle altre specie appartenenti alla famiglia delle cucurbitacee. Tra le
avversità di natura non parassitaria rientra la strozzatura del colletto. Le avversità
di natura parassitaria comprendono:
Tipologia
Crittogame
Malattia
mal bianco o oidio
fusariosi
sclerotinia
Batteriosi
Virus
Tipologia del danno
Vettori di virus sviluppo di fumaggini
Asportazione di tessuti vegetali
Disseccamento delle foglie
Danni all’apparato radicale
marciume molle
virus del mosaico del cetriolo
virus del mosaico giallo dello zucchino
picchiettatura gialla dello zucchino
Agente
Erysiphe cichoracearum,
Sphaeroteca fuliginea
Fusarium solani
Sclerotinia sclerotiorum,
Sclerotinia minor
Erwinia carotovora var. carotovora
CMV
ZYMV
ZYFV
Parassiti animali
afidi (Aphis gossypii), aleurodidi (mosca bianca)
coleotteri (coccinella del melone), cimici
acari (ragnetto rosso comune)
nematodi, elateridi
Se necessario, si può ricorrere alla disinfezione del terreno utilizzando fumiganti
consentiti o vapore ad alta temperatura, oppure, negli apprestamenti protetti, mediante la solarizzazione.
Irrigazione
La zucca trombetta presenta elevate esigenze idriche a causa dell’alta intensità traspirativa, per cui la coltura deve essere effettuata in terreni irrigui. In situazione di
carenza idrica le piante vanno incontro ad un arresto di vegetazione e di produzione ancora prima di mostrare evidenti sintomi di appassimento.
L’irrigazione viene effettuata secondo le necessità della pianta con sistemi a pioggia, a scorrimento ed a goccia. L’impianto di irrigazione può essere utilizzato
anche per effettuare la fertirrigazione. Il metodo irriguo localizzato, a microportata
di erogazione, è quello che possiede le caratteristiche migliori in quanto permette
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LA COLTIVAZIONE
un notevole risparmio di acqua sia per la migliore efficienza distributiva sia per le
ridotte perdite per evaporazione dal terreno (fig. 10). Inoltre, non umettando tutta la superficie del terreno è presumibile che l’interfila si mantenga sgombra dalle
infestanti.
Grande importanza va data, inoltre, alla sarchiatura ed alla pacciamatura (pratica
quest’ultima non ancora molto diffusa), le quali, oltre a permettere di controllare le
infestanti presenti sulla fila e tra le file, riducono significativamente l’evaporazione di
acqua dal terreno.
● Fig. 10. Manichetta per l’irrigazione delle piante di zucca trombetta (foto Nicola).
Raccolta e produzione
La raccolta del prodotto in pieno campo prende avvio nel mese di maggio e si
conclude alla fine di settembre per avere la possibilità di impiantare per tempo una
seconda coltura di avvicendamento autunno-vernina. In coltura protetta il periodo
di raccolta va da febbraio a giugno per la coltura primaverile e dalla metà di agosto
alla fine di dicembre per la coltura autunnale (fig. 11).
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LA COLTIVAZIONE
La raccolta va effettuata preferibilmente nelle prime ore della mattina. Il distacco del
frutto in antesi o post-antesi deve avvenire a mezzo di un taglio netto da eseguirsi
con un coltello molto affilato, un paio di centimetri al di sotto della base. Questo
consentirà una rapida cicatrizzazione sia del tessuto della pianta dal quale si è distaccato il frutto, sia dei tessuti del frutto stesso. All’inizio la raccolta si effettua ogni
2-3 giorni, mentre in piena produzione ha cadenza giornaliera.
A causa della sua delicatezza, dopo la raccolta la zucca trombetta deve essere subito avviata alla commercializzazione, non appena concluse le operazioni di cernita e
di imballaggio. La conservazione in cella frigorifera a 7-10 °C ed umidità relativa del
90-95% può avvenire per il tempo strettamente necessario per la conclusione delle
operazioni di confezionamento.
● Fig. 11. Frutti di zucca trombetta a tre diversi stadi di maturazione (foto Galbussera).
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IL POST-RACCOLTA
IL POST-RACCOLTA
Caratteristiche qualitative e nutrizionali del prodotto
I frutti sono apprezzati per il basso valore calorico (il contenuto in acqua è superiore al 90%), l’elevata digeribilità ed il contenuto in potassio e fosforo.
Tabella 1 - Composizione chimica e valore nutrizionale
Parte edibile (%):
Acqua (g):
Proteine (g):
Lipidi (g):
Colesterolo (mg):
Carboidrati disponibili (g):
Amido (g):
Zuccheri solubili (g):
Fibra totale (g):
Alcool (g):
88
93,6
1,3
0,1
0
1,4
0,1
1,3
1,2
0
Energia (kcal):
Energia (kJ):
11
47
Sodio (mg):
Potassio (mg):
Ferro (mg):
Calcio (mg):
Fosforo (mg):
22
264
0,5
21
65
Tiamina (mg):
Riboflavina (mg):
Niacina (mg):
Vitamina A retinolo eq. (µg):
Vitamina C (mg):
●
0,08
0,12
0,70
6
11
(Fonte: INRAN)
Commercializzazione del prodotto
La produzione di zucca trombetta è attualmente limitata, per cui il prodotto viene
commercializzato non oltre i mercati di Genova, Torino, Cuneo e Milano.
Una modesta parte di prodotto raggiunge anche la Costa Azzurra in Francia, dove
è molto apprezzata.
Il prodotto viene confezionato in cassette di legno di peso variabile da 4 a 8 kg,
anche se attualmente l’imballaggio tende ad essere più protettivo e più curato dal
punto di vista estetico per andare incontro alle esigenze del consumatore ed anche
del dettagliante, data la particolare delicatezza della zucca trombetta nelle fasi di
trasporto ed esposizione.
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BIBLIOGRAFIA CONSULTATA
Bibliografia consultata
• Consorzio COOPINTESA, C.C.I.A.A. Savona e Comitato promotore DOP IGP Albenga. 2002.
Domanda di registrazione della Indicazione Geografica Protetta “Zucca Trombetta d’Albenga”
• Tesi, R. 1990. Zucca da zucchini. In: Bianco, V.V. e Pimpini, F. Orticoltura. Patron Editore,
Bologna, pagg. 622-630.
• Turchi, A., Turchi, F., 1997. Orticoltura pratica. Ed agricole – Edizioni Agricole, Bologna,
pagg. 420-436.
• www.fao.org
• www.sinab.it/ortive/web871.htm
• www.inran.it/documentazione/documentazione.htm
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ZUCCA TROMBETTA
d’ALBENGA
NOTE STORICHE E STATISTICHE
FOTO G. ASCOLI
Riccardo Galbussera
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NOTE STORICHE E STATISTICHE
C
on il nome di zucca sono coltivate fondamentalmente due specie botaniche
appartenenti alla Cucurbitacee, cioè la Cucurbita maxima e la Cucurbita
moschata. Queste specie hanno poi diverse varietà botaniche (1).
La specie Cucurbita pepo, peraltro altrettanto diffusa, è invece coltivata per la produzione di zucchini. Sono usualmente chiamate zucche anche varietà non appartenenti al genere Cucurbitacee: le Lagenarie (Lagenaria siceraria), le cosiddette zucchette messicane (Sechium edule) e le spugne vegetali (Luffa cylindrica).
Molti autori ritengono che la famiglia delle Cucurbitacee sia originaria dell'America
centro settentrionale, infatti, in Texas e Florida, ma anche in Messico, le zucche crescono allo stato spontaneo; inoltre, durante scavi archeologici in queste località, sono stati trovati frammenti di frutti molto simili alle zucche attualmente coltivate.
Altri ritengono, invece, che il luogo d'origine della famiglia sia l'Asia. Le prime notizie
certe relative alla famiglia sono reperibili in alcuni trattati di agricoltura del 1500 (2).
Proprio intorno alla metà del XVI secolo il medico e botanico senese Pietro Andrea
Mattioli, in una dotta dissertazione sui libri di Dioscoride, cita molte proprietà terapeutiche della zucca che "… buona da mangiare, trita cruda e impiastrata lenisce
i tumori e le posteme (pustole, ascessi) Le mondature applicate in su la parte dinanzi della testa, giovano ne fanciulli alle infiammagioni de i pannicoli del cervello … Giova medesimamente ungendosene ne gli ardori delle calidissime febbri
alle cotture della pelle …". Lo stesso Autore afferma che "Queste (le zucche) di nuovo (secondo che dicono) ci sono state portate dall'Indie: quantunque quelle, che si
chiamano marine, sieno più lungo tempo state in Italia".
Citando inoltre affermazioni di Columella, Plinio e Galeno, il Mattioli conferma
la coltura di alcune varietà di zucca nel bacino del Mediterraneo da prima dell'era
cristiana (3).
Nelle incisioni che il Mattioli stesso inserisce nei suoi testi, da valentissimo fitografo
quale egli è, e da altre fonti iconografiche coeve e precedenti, accanto a zucche che
potrebbero essere in effetti lagenarie, dette anche zucche da vino (Lagenaria
siceraria), si notano altre forme che sembrano essere esemplari di Cucurbita
moschata. Plinio il Vecchio, nella sua monumentale opera in trentasette volumi Naturalis historia, nel primo secolo dell'era cristiana disserta ampiamente sulle zucche,
riferendosi in realtà a diverse varietà di Lagenaria vulgaris, sostenendo che per l'uso
alimentare le zucche sono tanto più pregiate quanto più sono lunghe e sottili, e per
questo motivo sono più sane quelle cresciute sospese. Una autorevole testimonianza
di duemila anni fa perfettamente applicabile oggi alla Zucca trombetta d'Albenga (2).
Tra le diverse Cucurbite coltivate per uso alimentare la Zucca trombetta d'Albenga
appartiene alla specie C. moschata (Duchesne) ed è commercialmente classificata
come zucca rampicante.
I nomi di zucca trombetta, zucca a tromba, tromboncino di Albenga, che sono o
sono stati in passato comunemente attribuiti a questo particolare tipo di zucca, fanno chiaramente riferimento alla sua caratteristica forma: allungata, lievemente ricurva e un po' ingrossata ad una delle estremità.
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NOTE STORICHE E STATISTICHE
Un’azienda sementiera indica questa zucca semplicemente come "di Albenga"
(Catalogo SAIS, Cesena), in altri testi è indicata come "rampicante di Albenga" (1).
Trattandosi di una specie proveniente da regioni lontane, analogamente a varietà di
fruttiferi, viti ed altre piante, è storicamente credibile che la Cucurbita moschata sia
introdotta in Liguria, in tempi remoti, ad opera dei marinai liguri che portano a casa
ciò che di nuovo e diverso trovano nel corso dei loro lunghi viaggi.
Varietà diverse di Cucurbita moschata sono peraltro comunemente coltivate nell'Italia centrale e meridionale, per utilizzarne il frutto a completa maturazione nel periodo invernale.
L'utilizzo del peponide immaturo della C. moschata è però una tipicità ligure, come
riferisce un noto autore: "Se ne ricavano (dalla C. moschata) pure zucchine precocissime, dette anche trombette … per quest'ultimo uso è coltivata specialmente in
Liguria; hanno forma cilindrico-clavata, sono lunghe e generalmente incurvate e sono esternamente di color verde tenero." (4).
La zucca trombetta di Albenga, anche in relazione a non trascurabili difficoltà di trasporto per la forma particolare, la fragilità del frutto e la delicatezza del suo epicarpo, non ha, in passato, avuto molta notorietà al di fuori del Ponente ligure. Da alcuni anni però una maggiore curiosità ed attenzione dei consumatori verso prodotti
agricoli diversi e non comuni, ha fatto scoprire, e molto apprezzare, questo particolare prodotto (5).
La zucca di Albenga, meglio conosciuta come "a trombetta d'Albenga" è sicuramente una delle tipologie più interessanti e intriganti tra le innumerevoli varietà e selezioni locali che fortunatamente ancora si mantengono nel nostro variegato Paese. …
Grazie alla sua origine genetica la zucca d'Albenga possiede qualità organolettiche
ottime e indiscutibili (6).
Anche una associazione che ha come obiettivi informare i consumatori e salvaguardare i prodotti agro alimentari di particolari caratteristiche e limitata produzione, attualmente esprime interesse per le zucche a trombetta dell'Albenganese, indice evidente di possibili valorizzazioni commerciali di un prodotto che associa una spiccata
tipicità a caratteristiche organolettiche e nutrizionali di grande valore.
A livello statistico sono generalmente distinte le produzioni di zucca e di zucchini,
le prime però comprendono indistintamente le zucche così dette da inverno e le
zucche trombette raccolte allo stato immaturo. A titolo meramente indicativo si può
ricordare che la produzione regionale della Liguria è, agli inizi degli anni Sessanta,
di 3.420 tonnellate di zucche e 17.710 tonnellate di zucchini, mentre dieci anni dopo
è di 1.970 t per le zucche e 16.920 t per gli zucchini (7). A metà degli anni Sessanta
la provincia di Savona conta una produzione 8.653 tonnellate su 273 ettari, ma
il dato comprende zucche e zucchini (8).
La produzione attuale di zucche trombette d’Albenga, è stimata in 500/600 tonnellate anno.
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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Riferimenti bibliografici
1. Schiavo G., 1999. Zucca e zucchino nell'orto, Edizioni l'Informatore Agrario.
2. Siviero P. e Motton M. S., 1999. La carta di identità dello zucchino, l'Informatore Agrario 18/99.
3. Pier Andrea Mattioli, 1557. I discorsi nei sei libri della materia medicinale di Pedacio Dioscoride
Anazarbeo. Ristampa anastatica, Arnaldo Forni Editore, 1984.
4. Tosco U., 1962. Gli ortaggi, Paravia.
5. Petrini C., 2001. Trombette di Albenga e aglio rosso di Vessalico, La Stampa, Tutto libri tempo
libero, sabato 21 luglio.
6. Barbieri G., 2002. C'è anche lo "zucchino a tromba" e piace ai consumatori - Lettere al Direttore,
Terra e Vita, 9/02.
7. Dizionario statistico ligure, 1972. Centro Studi Unioncamere Liguri, Genova.
8. Compendio statistico provinciale 1964 – 1965. Ufficio provinciale di statistica, CCIAA di Savona.
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