PARTE TERZA NOTIZIE BOTANICHE Cenno sull'erbario centrale italiano stabilito nell'I. e R. Museo di fisica e storia naturale di Firenze, letto alla sezione botanica degli scienziati italiani al quarto congresso in Padova il 16 set­ tembre 1842. Signor^ t f I u mio dovere, rendervi consapevoli, dottissimi colleghi, di quanto siasi fatto per l’ erbario centrale italiano, giacché a voi piacque l’ anno scorso avvalorarne la mia proposta presentata al congresso degli scien­ ziati italiani in Firenze, onde essa conseguito avesse il pieno effetto. Fu allora, e piacemi qui il ricordarlo per coloro che forse non furono presentì a quel congresso , che io diressi a’ botanici colà radunati un mio discorso sulla botanica in Italia e sulla necessità di formare un erbario generale in Firenze, discorso che fu, è ora un anno in questo medesimo giorno, letto dal Presidente della sezione di botanica, il Cav. Prof. Giuseppe Moris (1). Dimostrando il bisogno di allargare in Italia il campo de’ botanici studii e di spingerci più in là nella co­ noscenza delle piante straniere, conobbi n on potersi a questo fine ar­ rivare senza un grande erbario che tutte riunisse le piante finor co­ nosciute , erbario che potesse per quanto sia possibile uguagliar quelli che esistono di già in Parigi, in Londra, in Vienna, in Berlino ec. E a conseguire il mio scopo io proponeva, come locale da stabilirvi il detto erbario, 1’ I. e R. Museo di Fisica e di storia naturale di Fi­ renze , poiché è questo fuor di dubbio il più bel museo d’ Italia in fatto di scienze naturali, grazie ai buoni voleri del Gran Duca , se­ ti) Questo discorso fu pubblicato in Parigi 1841 e ristampato in Palermo 1842. 1 (2 ) condati da un uomo illustre, il Com. Vincenzo Antinori, Direttore di quel Museo, si ancora perchè credeva in Firenze esistere per esso tutte le circostanze favorevoli, e sì finalmente perchè mi augurava il più felice successo della mia proposta, essendo persuaso quanto ed in che modo il Gran Duca di Toscana con generale ammirazione pro­ tegga le scienze e le lettere e come nessuna cosa gli sfugga per il loro avanzamento. Ed in fatti i miei voti furono appieno esauditi. Tutti voi contribuiste ad avvalorare la mia proposta e a mostrarne la uti­ lità, il Presidente della sezione di botanica il Cav. Moris, il Presidente generale del congresso il Cav. Commen. Marchese M I olii, ancor essi la rinforzarono con la loro autorità , ed il Gran Duca in fine pria che il congresso si fosse sciolto, cioè a dire dopo 11 giorni dalla let­ tura del mio discorso approvava con la sua reai sanzione Io stabili­ mento dell’ erbario centrale nel suddetto Museo. Nè questo è tutto . Perchè 1’ erbario si stabilisse con solidità S. A. I. e R. il Gran Duca pensava alla scelta di un Direttore che vegliasse all’ ordinamento dello stesso. La scelta cadde con mia grande sorpresa su di me , poiché pur troppo conosco la tenuità delle mie forze per sostenere sì nobile incarico. A bella posta creava il Gran Duca una cattedra di botanica e di fisiologia vegetabile nell’ I. e R. Museo di fisica e si compiaceva chiamar me ad occuparla. Qual non deve essere la mia riconoscenza a questo ottimo Principe per tali prove non dubbie di sua stima verso di me e per la protezione ac­ cordata alPerbario centrale italiano! Investito dunque sul cadere di Aprile di questi incarichi, io mi misi all’ opera per mostrare almeno il mio buon volere perchè P er­ bario sia subito formato ed accresciuto. E pria di tutto è d’ uopo che io vi dica come S. A. 1. e R. il Gran Duca non mi abbia limitato spesa alcuna perchè l’ erbario sia fatto con tutto lo splendore possi­ bile : se questo erbario è cattivo , se esso non soddisferà la vostra aspettazione quando verrete a visitarlo in Firenze , incolpate me di mal volere o d’ ignoranza, perchè io non avrei scasa alcuna di man­ canza di mezzi per averlo cominciato e per accrescerlo. Nè minore è P interesse per questo erbario da parte del Maggiordomo Maggiore Sig. Conte della Gherardesca, e del Direttore dell’ I. e R. Museo il Comm. Antinori. Questo uomo che a dottrina non comune unisce una bontà di animo senza esempio , e a cui il museo di Firenze è caro come figliuolo, non trascura cosa alcuna che io suggerisca por « ¿mh. # (3 ) il bene dell’ erbario , ardente di veder tra poco per la parte della botanica acquistar il museo quel lustro che adesso ha per gli altri rami delle scienze fisiche e naturali. Accintomi alla fondazione dell’ erbario centrale nei primi di Maggio di questo anno osservai pria di tutto ciò che esisteva nel museo circa a piante secche. Vi trovai in fatti taluni fascicoli di piante state raccolte da Raddi al Brasile, ed altre poche dallo stesso trovate in Egitto. È a deplorare per le prime F assoluta mancanza di etichette che indicassero la località precisa o i nomi delle piante stesse : io vi ho in parte rimediato , cercando di studiarle e chi sa se mi determinerò in seguito a pubblicarle, credendo esistervi qual­ che cosa d’ importante e di nuovo. Quelle di Egitto sono nominate dal Prof. G. Savi, del quale esistevano ancora due fascicoli di carex e di graminacee. Oltre a queste piante ne trovai ancora altre di Surinam e di Porto ricco, che furono, sono molti anni, comprate dal Museo, ed una raccolta di piante di Germania fatta da S. A. I. e R. la Granduchessa Marianna Carolina di felice ricordanza nel viaggio che il Gran Duca fece nel 1830, delle quali piante, come delle preceden­ ti , ho potuto servirmi per I’ erbario centrale, poiché ben conservate e perchè vi sono indicate le località. Non ho potuto perà far lo stesso di quelle dello Zuccagni e del Sestini, esistenti da lunghi anni nel museo, giacché sono in cattivo stato e senza indicazione dei luoghi ove furono raccolte : pure si conservano a parte per chi ami di ri­ scontrarle. Tutte queste piante però esistevano sin da pria della mia pro­ posta dall’ erbario centrale ; una volta però che questa fu fatta, ed approvata, e che da noi tutti s’ incominciò a pensarvi, taluni invii ebbero luogo, che arrivarono al museo pria che stata mi fosse affi­ data la direzione dell’ erbario in Firenze. E debbo dire anzi tratto che il Sig. Prof. Brignoli lasciò all’ epoca del terzo congresso quattro piante, che aveva seco, per questo erbario centrale. In seguito il Sig. Paolo Barbieri da Mantova spedì in varie volte n. 1300 piante da lui raccolte in diversi punti d’ Italia. Anche pria del mio arrivo in Firenze il Prof. Moris avea spedito una bellissima collezione di piante di Sardegna, collezione interessante, sì perchè mandata da un bota­ nico così distinto, sì ancora perchè ben fatta e che abbraccia le piante illustrate nella sua Flora sardoa. Io avrei voluto come fui ( 4 ) il primo a proporre 1* erbario centrale, essere ancora il primo a mandare le piante già da me promesse sin dal settembre nel discorso letto al congresso. Ma come fare ? Io mi trovava in Parigi, e la mag­ gior parte delle mie piante era in Palermo. Conobbi allora che il mio esempio sarebbe stato di sprone ad altri, e che il ritardare l’ invio delle mie piante stato sarebbe poco delicato, malgrado la circostanza del mio viaggio ; pensai quindi di far venire da Palermo in Parigi le mie piante siciliane , estrarne una copia per 1’ erbario centrale e unirvi quelle da me raccolte in Svizzera e in Francia che avea meco, e subito spedirle : così infatti io feci , e già sin dai primi di fcbbrajo di questo anno partivano da Parigi queste piante , alle quali univa un prezioso invio di piante de' Pirenei donate dal Cav. Montagne all’ erbario centrale di Firenze. Ritornato nella bella capitale di Toscana cominciai con lettere a premurare i botanici tutti, perchè inviassero generosamente copia delle piante da loro trovate all' erbario centrale : ed ecco finora cosà è giunto a questo erbario , il che dirò con 1’ ordine stesso secondo il quale si sono succeduti gl' invii. 1. Un fascicolo di piante diverse ed altro di fuchi e di alghe ben preparate dato dal Dottor Augusto Diamante Toscano il 9 Giugno. 2. N. 400 piante inglesi date da me , piante che io ebbi in Firenze stessa dal Sig. Ball il 1 Luglio. 3. N. 453 piante dal viaggio nella Russia meridionale e nella Crimea raccolte da Leveillè e date dal Sig Principe Demidoff il 10 Luglio. 4. N. 85 specie di piante egiziane -, n. 22 crittogame toscane, più 9 specie di alghe rare del mar di Livorno , e 150 altre fa­ nerogame di cui 111 coltivate e 39 toscane, date dal Sig. Jacob Corinaldi di Pisa in due invii dèi 10 e del 23 Agosto. 5. Una ricca e bella collezione di piante toscane avute in dono dal Prof. Pietro Savi il 17 Agosto. 6. N. I l i specie di muschi romani dati dalla Sig. Elisabetta Mazzanti-Fiorini il 17 detto , collezione importante perchè descritta nella sua briologia romana. 7. N. 153 piante lucchesi tra le quali non poche assai rare e pregevoli inviate in due volte dal Prof. Benedetto Puccinelli di Lucca il 20 e il 24 Agosto. ( 5 ) 8. Una collezione dì piante italiane avuta dal Prof. Antonio Ber* toloni di Bologna , in cui vi sono molte specie nuove da lui illu­ strato e descritte. 9. Una raccolta di alghe avuta dal Prof. Gius. Meneghini di Padova, assai interessante, perchè illustrate queste piante nella sua opera , alghe italiane. 10. Varie piante rare italiane date dal nostro attuai Presidente Prof. Moretti, le quali sono importanti perchè in gran parte nuove e illustrate dal detto Professore. Si è fatto poi acquisto dal Sig. Teodoro de Heldreich di n. 1200 piante di Svizzera, di Montpellier e di Sicilia. Varii invii si attendono poi dal Prof. De Notariis , dal Prof. Brignoli , dal Prof. Tenore , dal Cav. Gussone ec. i quali tutti mi han promesso in lettere d’ inviare piante all’ erbario centrale, e cui già stanno mettendo in ordine. Debbo dirvi in fine che io ho ceduto all’ erbario centrale tutto il mio erbario e ciò per varie considerazioni. Stimai pria di tutto poco delicato di continuare ad avere un erbario privato dovendo dirigerne uno pubblico, per altro occupandomi di un erbario di sì gran m ole, io avrei mal potuto più attendere al mio con 1’ amore e ì’ assiduità con cui vi ho lavorato sin da 11 anni. Altra consi­ derazione ancora mi vi spingeva ; era questa che essendo io stato il promotore di questo erbario , non potea meglio mostrare 1’ in» teresse che ho per esso che dando tutto ciò che io ho in fatto di piante , il che servirà, spero , di sprone a’ botanici, i quali vedendo così accresciuto l’ erbario centrale , si muoveranno più fa­ cilmente a fare invii. Finalmente un dovere di riconoscenza verso i Fiorentini che mi hanno accolto come un loro fratello, di at­ taccamento verso il museo, cui son legato, e di gratitudine verso l’ ottimo Principe che ha voluto scegliermi a sacerdote di questo erbario , ed affidarmi al tempo stesso con non minore fiducia l’ in­ segnamento della botanica in Firenze, non mi ha fatto ritardare un momento ad offrire all’ A. S. I. e R. tutta la mia raccolta per far parte dell’ erbario centrale, offerta che 1’ A. S. I. e R. si è degnata graziosamente di accettare. E perchè voi sappiate di che il mio erbario si componga, eccone un brevissimo cenno. Esso risulta da una collezione completa (li piante siciliane da me raccolte, delle quali esistono varii duplicati per far cambi, ed (G ) aggiuntevi le piante siciliane avute da Bivona , da Gussone , da Tineo, da Gasparrini e da varii altri botanici di Sicilia. Da una collezione di piante italiane, e anche con varii du­ plicati , raccolte da me sopratutto in Napoli, Roma, Perugia, Fi­ renze , Bologna , Venezia , Padova , Milano, Novara, Torino e le Alpi, avute le altre da Gasparrini, Tenore , Gussone , Avellino e Pasquale per il regno napolitano, Savi per la Toscana, Ber­ toloni per le Alpi Apuane, Puccinelli per il Lucchese , Zannardini per il Tirolo, Brignoli per gli stati estensi , Meneghini per il Padovano , e varie poi dal Prof. Balsamo-Crivelli, da Garovaglio, da Targioni-Tozzetti, da Clementi, da Meneghini. Da varie piante di Dalmazia avute dal Prof. Visiani e da Clementi. Da una collezione di piante svizzere raccolte in buona parte da me ed avute nel resto da Duby, Boissier , Heldreich. Da molte piante spagnuole avute da Boissier, Reuter, Carreno, Montagne. Da una collezione di piante francesi assai rare raccolte da me ed avute da De Candolle, Montagne, Durando, Des Etangs , Maire, Maille, Heldreich ec. Da varie piante di Corsica avute da Maire e di Sardegna avute da Moris. Da una collezione di piante inglesi e irlandesi raccolte talune da me , ed avute in gran parte da Babington, e da Ball. Da piante di Germania, di Svezia, di Norvegia avute da molti botanici. Da piante greche avute da Chaubard e da D’ Urville. Da varie piante affricane avute da Roussel. Da una collezione di piante delle isole Canarie avute da Webb. Da piante dell' America meridionale avute da Richard e da Guillemin. Da una collezione di crittogame soprattutto di licheni e di fuchi eli’ erano del Petagna, e acquistate da me. Da una collezione di fumariacee spettanti alla mia monografia delle fumariee , lavoro che avrò 1’ onore di sommettervi nelle vegnenti sedute. Da una collezione di graminacee avute da quasi tutti i botanici per servire al mio lavoro su questa famiglia cui son dato da pa­ recchi anni. ( 7 ) Finalmente da varie piante rare coltivate nei giardini botanici, principalmente acquistate visitando i diversi orti botanici nel mio viaggio fl). Conosciuto così a qual punto è arrivato finora I’ erbario centra­ le, è giusto che vi dica il modo come esso è disposto, e che anzi vi offra una mostra della distribuzione, che potete rilevare dal fascicolo che vi presento. Ilo diviso P erbario secondo il metodo naturale ; non è d’ uopo il ricordarvi qui i vantaggi di questo metodo a preferenza del siste­ ma linneano, P esser generalmente ammesso dagli stranieri mostra la sua superiorità sull’ altro. Ora siccome per il metodo naturale V opera che sia più avanti è il prodromo di De Candolle, così ho seguito questa opera nel distribuire le piante dell’ erbario. Negli armadii sta lo scritto che indica le classi, ossia le grandi divisioni in dicotiledoni, monocotiledoni e acotiledoni. Nei fascicoli delle piante trovansi solo indicate le famiglie, le tribù, i generi e le specie. Per ciascun fascicolo vi sono tre cartelline sporgenti in fuori, di varia gran­ dezza; sono queste di pergamena, perchè non si lacerassero mai, ciò che accaderebbe assai spesso se fossero di semplice carta. La cartellina dove sta scritto il nome della famiglia è la più grande e sta sita all’ angolo destro del fascicolo, nel mezzo sta quella della tribù in carattere più piccolo, ed a sinistra quella del genere, in carat­ tere ancora più piccolo : così sarà facilissimo trovare un genere pi­ gliando la famiglia e la tribù. Per la specie poi ho creduto far così. Dopoché la pianta è stata avvelenata con una soluzione alcoolica di sublimato corrosivo (2) per impedire che sia soggetta a tarlarsi, si colla ad essa per via di una fa­ scetta di carta la etichetta autentica di colui che I’ ha inviata. In questa etichetta si scrive il nome di chi 1’ ha data, e P epoca in cui la pianta arriva al museo ; ciò eh’ è di una grande importanza per la autenticità della specie. L’ etichetta così collata in modo tale che non può mai perdersi, è fissata ad un mezzo foglio di carta per via di due spille ; così la pianta è trattenuta in quel mezzo foglio, senza (1) Noi faremo conoscere nel prossimo num ero di questo giornale g l’ in vii e gli acquisti di piante secche che ha ricevuto o fatti l’ erbario centrale dopo la let­ tura di questo cenno. (2) Le proporzioni sono: di 18 dram me di sublim ato corrosivo in una libbra di alcool allungato in 6 libbre di acqua. (8) che possa cangiar di sito nel voltare i fogli, e potendosi dalla carta levar a piacere e mettersi nelle mani per bene osservarla e studiarla. Se di una pianta esistono varii individui di diversa località in modo tale che non possono capire in un mezzo foglio, allora si piglieranno varii di questi mezzi fogli. Siano questi uno o molti, poco importa, saranno sempre messi dentro un foglio intero di carta, perchè per ogni specie vi sarà sempre un foglio intero che abbraccerà i mezzi fogli. In questo foglio intero poi all’ esterno presso 1’ angolo inferiore destro sta legata con uno spillo una etichetta del museo, dove si scrive anche il nome della pianta. Questa etichetta esterna è della più grande utilità ; poiché per trovare una specie in un genere lungo non si perderà punto tempo-, basta sollevar gli angoli successiva­ mente per saper la specie, che sta dentro la carta, e arrivare così a quella che si cerca ; diversamente facendo sarebbe necessario di aprire ogni foglio per conoscere la pianta racchiusavi : così è disposto il grande erbario di De Candolle, 1’ altro ancor grand e di Webb a Parigi ec. e di varii altri botanici. Ogni fascicolo poi ha due cartoni uno al di sopra e 1’ altro al di sotto, ed è legato per via di due corregge di cuojo, un po' larghette con fibbia: in questo modo i fa­ scicoli si aprono e si chiudono con facilità e in pochissimo tempo, nè si consumano nei bordi, ciò che succede spesso legandoli con cor­ dcllini. Oltre dell’ erbario centrale, ho creduto mio dovere cominciare un erbario toscano, che riunisca le piante della flora toscana, erba­ rio di primo interesse per il museo fiorentino, e che servirà di grande ajuto ai giovani toscani che vorranno e che devono pria di tutto conoscere le piante del proprio paese. A questo fine ho co­ minciato ad erborizzare in taluni punti di Toscana, e nella stagione già scorsa non ha lasciato di visitare i dintorni di Firenze, l’appennino del Mugello, e P appennino Pistojese, essendo stato accompa­ gnato in questa ultima erborizzazione dal Prof. Pietro Savi. Questo erbario toscano ha anche per oggetto di far de* duplicati che devono servire per baratti con piante di oltramonti : a questo scopo servi­ ranno ancora i duplicati delle piante siciliane e di altre da me rac­ colte in Svizzera , Francia ec. Da canto mio dunque ho fatto e farò quel che posso per veder subito giganteggiare P erbario centrale, grazie alla vostra generosità nel mandar piante, allo zelo del Direttore Comm. Antinori, e del ( 9 ) Maggiordomo Sig. Conte Della Gherardesca e alla protezione del Gran-Duca. Nè io mi stancherò per certo, nè mancherà 1’ impegno del Direttore del Museo e del Maggiordomo, nè il favore del Prin­ cipe , anzi son sicurissimo che si raddoppieranno sempre più, e che nuovi acquisti si faranno ancora di piante. Contribuite dunque voi tutti con pari impegno all’ accrescimento dell’ erbario centrale, ed io vivo sicuro che il farete, giacché vi è tanto a cuore 1’ avanzamento della scienza e 1’ onore della nostra patria. Padova li 16 Settembre 1842. F. Parlatore. ARCHIVIO METEREOLOG1CO ITALIANO Ci affrettiamo con vero piacere a render consapevoli i nostri lettori che S. A. I. e R. il Granduca di Toscana, dedita sempre con lodevolissimo intendimento al progresso delle scienze in Italia, si è degnata di approvare che nell’ I. e R, Museo di Fisica e di storia naturale di questa città si stabilisca un archivio meteorologico italiano, il di cui scopo è quello dì riunire in corpo di scienza e pubblicare di tempo in tempo le varie osservazioni che si facessero dai dotti della penisola circa ai fenomeni di fisica atmosferica e ter­ restre. Questo archivio sarà certamente di una grande utilità per la scienza, dappoiché finora, bisogna confessarlo candidamente, la me­ teorologia risulta di osservazioni isolate , spesso consegnate in gior­ nali scientifici, letterarii o politici, e che sono in buona parte per­ dute ; e noi siam sicuri che le scienze fisiche e naturali noteranno più tardi un progresso per questa novella istituzione. Chi può infatti non ignorare, per ciò che riguarda la botanica , quanto i differenti fenomeni metereologici influiscano sullo sviluppo delle gemme , sulP epoca della fioritura , sulla fruttificazione delle piante ? II notare J rapporti di queste con i fenomeni metereologici , e ciò in differenti posizioni e sotto condizioni diverse non può non apprestare materiali 2