Acquariforum
L'acquario d'acqua salmastra
Inviato da Roberta Savage
Da “Fishworld”, FBAS, Inghilterra Cos’è l’acqua salmastra? Se cerchi questa parola nel
dizionario trovi "con un po' di sale". Questa è una descrizione di ciò che conosciamo come salmastra, ma se uno vuole
essere pignolo, anche l’acqua dolce contiene sali. Stiamo parlando dei sali contenuti in acqua di mare, soprattutto
cloruro di sodio. Riguardo all’acquario, possiamo considerare l’acqua salmastra come una via di mezzo tra
l’acqua dolce e quella di mare.
Per dargli un valore preciso, una densità di circa 1,005 va bene, variando comunque tra 1,002 e 1,008 che sono
comunque valori accettabili.
La gravità specifica è una misura della densità dell’acqua: maggiore è la quantità di sale che si aggiunge, maggiore
sarà la densità dell’acqua. L’acqua dolce, pura e distillata ha una densità di 1,000, l’acqua salata ha
una densità da circa 1,020 a 1,024, anche se questo può variare in diverse parti del mondo, con la temperatura e la
profondità dell’acqua. Per misurare questo valore nei vostri acquari bisogna avere uno strumento che si chiama
densimetro. Questi sono reperibili nella maggior parte dei negozi di acquariologia, ma esiste un problema: i produttori
tendono a produrli per l’uso in acquari d’acqua marina. Per questa ragione, sono calibrati su valori molto
più alti di quelli richiesti per l’acquario d’acqua salmastra (in genere da 1,018 a 1,030). Una buona
alternativa è un densimetro di plastica come quelli che si usano per la fermentazione della birra casalingo. Non costano
molto e si possono trovare nei negozi che vendono prodotti per quest’attività. Sono ideali perché calibrati per
misurare nell’intervallo richiesto per questo tipo di acquario.
Senza dubbio, il miglior tipo di sale da usare in acquario è una buona marca di sale sintetico acquistabile in qualsiasi
buon negozio di acquariologia. Un prodotto molto meno caro, ma anche di minor qualità è il sale da cucina e se vivi vicino
al mare, ancora più economico è l’acqua dello stesso diluita con acqua dolce. Bisogna sapereche
quest’ultima alternativa comporta dei rischi e che si possono trasmettere delle malattie e portare
l’inquinamento del mare nella vasca. Io non ho mai usato quest’ultimo metodo e personalmente non lo
raccomando (e vivo in riva al mare!). Per nessuna circostanza si dovrebbe mai usare sale da tavola con iodio, perché può
causaredei gravi danni ai pesci. La quantità di sale usata dipende molto dai gusti personali: ciò che funziona meglio per
l’acquariofilo è a discrezione delle specie di pesci che intende tenere nella vasca. Conosco gente che pensa che
basti un cucchiaio di sale ogni quattro litri, mentre conosco altri che ne mettono tre di cucchiai in quattro litri. In genere, la
quantità che produce una densità dell’acqua nell’intervallo ricercato prima, è quella che darà esiti positivi (allo
scopo si consiglia di fare prima alcuni test in una vaschetta, aggiungendo ad una quantità nota di acqua i sali fnchè non si
ottiene la densità desiderata. Ora fatte le dovute proporzioni sapremo quanti sali aggiungere nel nostro acquario[N.d.t.]).
Si dice che facendo i cambi parziali d’acqua, si dovrebbero avere dei benefici per i pesci variando leggermente
ogni volta la quantità di sale usata. In natura, le fluttuazioni avvengono con i cambi di stagione. Durante i periodi di pesanti
piogge, aumenta la quantità di acqua dolce presente e la quantità di sale viene ovviamente diluita, mentre al contrario, nelle
stagioni secche e con il caldo, aumenterà la concentrazione di sale presente nell’acqua anche per colpa
dell’evaporazione.
Le più comuni aree di acqua salmastra sono gli estuari dove i fiumi si incontrano con il mare. La maggior parte dei pesci
che teniamo negli acquari di acqua salmastra sono di queste zone o si sono adattati nel migrare dal mare ai fiumi o
viceversa. Il più comune esempio è il salmone, anche se questo pesce in genere non è tenuto in acquario. Nasce nella
relativa sicurezza di un fiume, dove passa la prima parte della sua vita. Durante la sua crescita, migra per il fiume verso il
mare, dove crescerà e passerà la sua vita da adulto. Ritornerà al fiume per riprodursi e l’intero ciclo inizia di nuovo.
Per questo ciclo di vita, il salmone e altre specie con comportamenti simili, possono facilmente adattarsi a diversi
parametri dell’acqua, inclusa quella salmastra.
Pesci e piante hanno la tendenza di adattare il loro livello salino interno all’acqua circostante. Le molecole
dell’acqua sono abbastanza piccole da passare attraverso la membrana delle cellule; le molecole più grandi del
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sale invece sono troppo grandi per questo passaggio. Questo passaggio delle molecole attraverso la membrana cellulare
si chiama osmosi. L’unico modo quindi per un pesce o una pianta d' acqua dolce di mantenere livelli corporei
salini quando messo in acqua salmastra o acquamarina, è di espellere acqua. Può sembrare strano, ma espellendo fluido
corporeo in questo modo, il pesce o la pianta può disidratarsi e morire.
Per il fatto che abitano in zone di estuari o comunque soggette alle maree, la maggior parte dei pesci tenuti in acquari di
acqua salmastra preferiscono avere anche acqua con un certo movimento. Questo movimento d’acqua può essere
ottenuto con pompe di movimento.
Per mantenere acqua dura ed alcalina, si può usare come fondo sabbia corallina da mischiare con ghiaia normale o
anche da usare da sola.
Il problema della disidratazione causato dall’osmosi significa che le piante che si adattano all’acqua
salmastra sono limitate. In genere le piante con foglie robuste come Microsorium pteropus, Vallisneria e Sagittaria sono
adatte. Altri fattori negli acquari di acqua salmastra possono essere dannosi per la coltivazione di piante sane e robuste.
Come detto prima, la maggior parte di specie di acque salmastre preferiscono un certo grado di movimento
dell’acqua… ma le piante no. Molte specie di pesci tenuti in acqua salmastra sono più o meno erbivori e
possono danneggiare un acquario ben piantumato. Lo Scatophagus argus per esempio, è un avido divoratore di piante.
Questa specie può crescere fino a 25 cm nelle condizioni ideali, immaginate che cosa può fare questo pesce alle piante.
Incidentalmente derivano illoro nome da il loro vecchio nome latino,
Ci sono una grande varietà di specie disponibili per l’acquario d’acqua salmastra. Probabilmente il più
comune è il Molly cioè i poecilia sphenops, poecilia latipinna e poecilia velifera. Mollienesia. Questo nome è ora stato
cambiato in Poecilia, ma l’uso del nome comune è rimasto. Questi vivipari in genere costano poco e sono facili da
tenere, adattabili a una grande varietà di parametri dell’acqua. Sono facili da riprodurre … la femmina da alla
luce dei piccoli di dimensioni non piccole e già ben formati. Sono riprodotti selettivamente in una gran varietà di colori e
forme, diventando così una scelta colorata per l’acquario. I Molly sono un' ottima scelta come introduzione al
mantenimento di un acquario d’acqua salmastra.
Molte specie di pesci che conosciamo nell’acquario d’acqua dolce si sono adattati all’acqua
salmastra. Per esempio, la famiglia dei ciclidi ha almeno due specie del genere Etroplus: etroplus suratensis, e il più
piccolo e comune etroplus maculatus. I rappresentanti più comuni dei pesci gatto sono in genere arius. Questa è una
famiglia con specie di grandi dimensioni, alcuni diventano lunghi anche fino a mezzo metro.
Una miriade di diverse specie di "gobius" sono adatti per l’acquario di acqua salmastra. Il più comune è
Stigmatogobius sadanundio, seguito da brachygobias dorae, brachygobius nanus e brachygobius xantozona. Tutti questi
pesci sono vivacemente colorati e sono un piacere da guardare coni loro movimenti a scatti. Gli ultimi tre nomi detti
sopra sono tutti di colore giallo e nero, e in inglese sono infatti chiamati “bumblebee goby”, cioè
“gobius ape” (pesce ape per noi [N.d.t.]).
Alcune specie di pesce palla e alcuni pesci della specie Melanotaenia sono adatti per l’acquario d’acqua
salmastra. C’è lo scatophagus argus, il monodactylus argentius e il più grande e meno comune monodactylius
sebae. Il movimento dei Monodactylus sembra indicare una continua lotta per la supremazia tra nervosismo e grazia. Ci
sono i pesci arcieri, della specie toxotes, così chiamati per la loro abilità di sputare un potente getto d’acqua ad
insetti che si fermano ingenuamente sulle piante soprastanti i corsi d’acqua dove si trovano questi pesci.
L’insetto è così catapultato in acqua e diventa un pasto per il pesce nascosto. È una meraviglia sapere che questo
pesce riesce a calcolare il rifrangente della luce attraverso l’acqua in un millesimo di secondo e quasi sempre
colpire il bersaglio senza quasi mai sbagliare.
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Il numero diverso di specie che si possono tenere nell’acquario di acqua salmastra è considerevole e sono
sicuramente troppi da nominare in questa sede. Ingenere il negoziante può consigliarti su quali specie sono
d’acqua salmastra e quali no e, come per i pesci d’acqua dolce e marini, conoscere i valori neiquali i pesci
sono ambientati è molto importante. Un'altra importante fonte di informazione sono ovviamente i libri. Questi ti diranno le
condizioni preferitedei pesci che ti interessano. Un avviso: ho visto in alcuni libri o pubblicazioni la parola
‘tollerano’ condizioni d’acqua marina o salmastra. Assumo che la parola ‘tollerano’
intende che queste condizioni non sono quelle ideali del pesce, ma che riesce ad adattarsi se obbligato. Questo non può
essere giusto per il pesce, visto che ci sono delle specie d’acqua salmastra “vere” tra cui scegliere
per allestire questo genere d’acquario.
Il mantenimento di varie specie di pesci d’acqua salmastra è in genere ignorato o messo da parte come "cosa da
provare". In realtà può essere un ramoaffascinante di questo nostro hobby e da considerare come "cosa da fare". La cura e
il mantenimento di pesci d’acqua salmastra non è più difficileo complicato del mantenimento di pesci tropicali
d’acqua dolce che la maggior parte di noi teniamo e la grande diversità o specie inusuali e interessanti chesono
disponibili fà si che ne valga la pena.
© Copyright - Les Pearce, September 2000
tradotto da Roberta Savage per AcquariOnLine.it
Versioneoriginale: www.aquarticles.com/articles/management/Pearce_Brackish.2.html
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