Victoria Tincati
ETA’ CLASSICA (V ac)
SECOLO DI PERICLE
Dopo la metà del V secolo spetta ancora ad Atene l’egemonia militare e culturale sulla Grecia e,
all’interno della città è Pericle a dominare la scena politica, ricoprendo pressoché ininterrottamente
dal 443 a.C. fino alla morte, il ruolo di stratega.
Il “secolo” di Pericle dura in realtà una quindicina di anni, dalla pace con la
Persia (Pace di Callia 449 a.C.) all’inizio della Guerra del Peloponneso.
Pericle infatti muore nel 429 a.C., vittima dell’epidemia di peste che
sconvolge in quegli anni la vita della città.
Una statua postuma, opera di Cresila, viene votata ed eretta, dopo la sua
morte, sull’acropoli; ne possediamo alcune copie di età romana, relative alla
sola testa.
RITRATTO DI PERICLE
-secondo la mentalità greca, l’originale doveva essere una statua intera a
grandezza naturale; lo statista era raffigurato in nudità eroica, con le insigne
dello stratega, l’elmo, lo scudo, la lancia
-si trattava di un’immagine ideale poiché i valori etici prendono ancora il
sopravvento sulla caratterizzazione individuale.
-incarnazione di un’ideologia politica democratica e egualitaria
Intensa politica di opere pubbliche
Alla metà del V sec. Atene è la città più ricca e potente di tutta la Grecia. Si rende necessario
rafforzare la siresa della città e abbellirla di monumenti degni della sua fama.
Nel 447 a.C., sfruttando il tesoro della Lega delio-attica, dà il via ai lavori di ristrutturazione
dell’Acropoli.
Imperialismo ateniese e la Guerra del Peloponneso
La politica estera ateniese, in questo periodo, si rivela molto aggressiva soprattutto nei confronti
degli alleati, costretti a pagare tributi perché fossero protetti militarmente e sottoposti a punizioni
severe nel caso volessero staccarsi dalla Lega.
L’imperialismo ateniese è così alla base della devastante guerra che segna la vita della Grecia dal
431 al 404 a.C., la ‘Guerra del Peloponneso’, che vede schierate da un lato Atene e i suoi alleati,
dall’altro le città della Lega del Peloponneso, sotto il comando di Sparta.
Una breve tregua si avrà nel 421 con la pace di Nicea per degenerare pochi anni dopo con la
sfortunata spedizione ateniese in Sicilia (415- 413 a.C.), caldeggiata dallo spregiudicato Alcibiade.
Lento declino di Atene
Negli ultimi anni del secolo assistiamo al lento declino di Atene, al comando della quale ritorna per
breve tempo il regime oligarchico, con il consiglio dei ‘quattrocento’ (411 a.C.), presto rovesciato
dai democratici nel 410 a.C. La guerra continua per mare, lungo le coste dell’Asia Minore, ma
nonostante la vittoria ateniese alle Arginuse (406 A.c.) è ancora Sparta, finanziata dall’impero
persiano, ad avere la meglio: la battaglia di Egospotami, nel 405 a.C., segna la definitiva sconfitta
di Atene, assediata per terra e per mare.
Dopo il brutale regime dei Trenta Tiranni (404-403 a.C.), il ritorno della democrazia non riporta la
città agli splendori del ‘secolo di Pericle’: priva della flotta e delle miniere del Laurion, ora in mano
spartana, Atene vede definitivamente tramontare il suo momento d’oro.
Significato di Classico
Per gli scrittori latini l’aggettivo classicus indicava colui che apparteneva alla prima classe dei
cittadini, da qui ottimo, eccellente.
Nella storia dell’arte il termine ‘classico’ è stato utilizzato per indicare l’arte e la civiltà greca dei
secoli V e IV a.C. che rappresentavano, per gli studiosi del XVIII e del XIX secolo, il culmine della
bellezza e della perfezione. Nonostante questa visione evoluzionistica della storia dell’arte sia
stata superata da una concezione storicistica che riconosce il valore autonomo dei singoli periodi
artistici, l’aggettivo “classico” continua ad essere usato per consuetudine in riferimento alla
produzione artistica dell’Atene del V secolo.
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Caratteristiche
ricerca di ordine, proporzione, simmetria
amore per il movimento
passione controllata e frenata da una sobrietà dei gesti
nobiltà ed elevatezza dei contenuti
equilibrio di forme e di contenuti
-
ACROPOLI DI ATENE DOPO LA RISTRUTTURAZIONE
I lavori di ristrutturazione dell’Acropoli incominciano nel 447 a.C. per volere di Pericle che riesce a
far votare all’assemblea del popolo un decreto che destina a questo fine una parte dei tributi
versati dagli alleati della Lega delio-attica.
E’ Fidia, secondo le fonti antiche, a ricoprire il ruolo di direttore dei lavori sull’acropoli.
• PARTENONE = Il primo edificio a essere progettato e costruito sull’Acropoli al tempo di Pericle fu
il Partenone, affidato agli architetti Ictino e Callicrate; i lavori iniziarono nel 447 a.C. e terminarono
nel 438 a.C.; intorno al 432 a.C. venne completata anche la decorazione scultorea.
PROPILEI
-l’architetto Mnesicle, tra il 437 e il 433 a.C. costruì i
Propilei che sostituirono il modesto ingresso dei
tempi di Pisistrato
-per costruire i Propilei si dovette tener conto di
molte preesistenze sacre, tra le quali la terrazza di
Atena Nike, e del dislivello del terreno
-struttura = i Propilei sono costituiti da un corpo
centrale rettangolare con due facciate simmetriche,
dal quale si poteva accedere a 2 ambienti laterali:
uno a sud più piccolo sacrificato dal Pelarghikòn
(=antica cinta muraria poligonale di età micenea) e
dalla terrazza di Atena Nike, e uno più grande a nord
con funzione di sala per i banchetti ufficiali e di
pinacoteca.
- passaggio = era retto da sei colonne ioniche, tre per parte, le quali, grazie alle dimensioni
slanciate, potevano arrivare fino al tetto
- facciate = esastile, di ordine dorico, erano sormontate da frontoni in modo da riproporre il
grandioso prospetto del Partenone
- intercolumnio centrale più largo degli altri permetteva il passaggio delle processioni.
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TEMPIETTO DI ATENA NIKE (430-420 ac)
- sul piccolo bastione meridionale, il Pyrgos dal quale si sarebbe gettato
Egeo dopo aver visto la nave che gli annunciava, per errore, la morte del
figlio Teseo, sorse il tempietto di Atena Nike.
- si tratta di un tempio ionico con un’unica cella, anfiprostilo tetrastilo, vale
a dire con 4 colonne sulle due fronti
- fregio continuo = correva sui quattro lati sopra l’architrave con scene di
battaglia tra Greci e Orientali.
ERETTEO
- ultimo grande edificio a essere costruito
sull’Acropoli (dal nome di uno dei primi mitici re
della città)
- iniziato dopo la Pace di Nicia del 421 a.C.,
interrotto per il disastro di Sicilia nel 413 a.C. e
ripreso dopo il 409 a.C.
- struttura = si compone di un corpo centrale
rettangolare, diviso in due ambienti, che si apre a
est con un portico di sei colonne ioniche
- alla parte occidentale del tempio, chiusa da
un’alta parete con finestre e semicolonne, si
appoggiano due corpi laterali, perpendicolari
all’asse del tempio maggiore: un pronao tetrastilo,
anch’esso ionico, e la celebre loggetta delle
Cariatidi, che fungeva da accesso alla tomba
dell’eroe attico Cerope, figlio di Eretteo e re di
Atene.
EDIFICI DELL’ACROPOLI
Quasi tutti gli edifici dell’Acropoli periclea erano
ornati di sculture e di rilievi pensati all’interno di
un programma architettonico e figurativo
destinato a magnificare la grandezza di Atene e
dei suoi dei. Risalgono all’età di Pericle l’odeion, costruito presso l’angolo sud-est dell’Acropoli, e il
primo impianto del teatro di Dioniso Eleuthereus.
L’odeion di Pericle, a pianta quasi quadrata, destinato alla celebrazione di agoni musicali, era una
sala ipostila (sorretta da colonne) sormontata da un tetto a spioventi, costruito con il legno delle
navi sottratte ai persiani, che imitava la grande tenda di Serse.
PARTENONE
Il Partenone non ha altare, il vero altare di Atena,
quello che costituiva il punto d’arrivo della
processione delle Panatenee, era infatti situato tra
il Partenone e l’Eretteo, dove era la cella del
vecchio tempio di Atena Poliàs.
Il Partenone è quindi un edificio del tutto
particolare, costruito per ospitare e custodire la
grande statua crisoelefantina della dea (=Atena
Parthenos) e le altre offerte a lei dedicate, una
sorta di enorme e lussuoso tesoro, ideato per
diventare il simbolo della potenza di Atene.
Pianta generale
La pianta del Partenone, concepito come un
tempio dorico periptero (ove vengono utilizzati tutti
gli accorgimenti per alleggerirne l’aspetto), con 8
colonne sui lati corti e 17 sui lati lunghi, si
caratterizza infatti per le dimensioni eccezionali
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della cella, che comportano la riduzione dei corridoi (pteroma) del peristilio. Anche la profondità del
pronao e dell’opistodomo risulta notevolmente ridotta per lasciare spazio alla cella.
Cella
Primo ambiente = Questa è divisa in due ambienti separati, il più grande dei quali a est ospitava la
statua della dea, i colonnati interni, formati come di norma da due ordini sovrapposti di colonne
doriche, vengono qui per la prima volta disposti a Π (pi greco) e addossati alle pareti per
aumentare lo spazio della navata centrale.
Secondo ambiente = a occidente, recava al centro della sala quattro colonne ioniche, più slanciate;
la sala doveva essere destinata a contenere le offerte alla dea e le riserve monetarie.
Parete esterna = in alto, correva un fregio continuo con il famoso corteo delle Panatenee.
Metope della peristasi
Per la prima volta nel Partenone vengono decorate tutte le metope della peristasi (92 metope), e
non solo quelle dei lati brevi com’era solito, ad altorilievo con numerosi elementi a tutto tondo, i
panneggi a basso rilievo dovevano essere ravvivati dal colore così come pure il fondo.
Vi era la Gigantomachia a est, l’Amazzonomachia a ovest, la centauromachia a sud e la conquista
di Troia a nord.
Tema = è quello della civilizzazione opposta alla barbarie, l’ordine al caos e si esaltano la
grandezza di Atene che ha saputo opporsi ai Persiani, come Teseo alle Amazzoni, come Eracle e
gli dei olimpici ai Giganti, come Teseo e Piritoo ai Centauri, come i Greci ai Troiani.
Esecuzione = sono state riconosciute mani differenti, alcune sono legate allo stile severo, altre più
innovative.
METOPA 31
- un centauro afferra per il collo un lapita, che reagisce puntando un ginocchio
tra le zampe anteriori del mostro
- lo scultore è qui fortemente legato allo stile severo nelle partizioni
dell’addome, quasi geometrico, e nella scelta di raffigurare il volto del
centauro quasi come un mascherone, con tratti arcaicizzanti.
METOPA 27
- un centauro cerca di scappare verso l’esterno, ma viene trattenuto da un
lapita che tira verso di sé il mostro con tutte le sue forze
- nonostante la tensione, le membra del lapita sono più plastiche, i passaggi
più sfumati; il ritmo aperto e la curvatura del corpo del giovane rendono con
grande effetto l’esultanza del vincitore, mentre il panneggio crea uno sfondo
quasi teatrale alla scena.
FREGIO DELLE PANATENEE
-Il fregio a bassorilievo, tipico dell’ordine ionico, correva sulla sommità
del muro della cella, passando anche sulle colonne del pronao e
dell’opistodomo al posto del consueto fregio dorico, per 160 metri, ed
era quindi visibile tra le colonne della peristasi.
-tema = la processione in occasione delle Panatenee, con l’offerta del
peplo alla dea alla presenza dei 12 dei e degli eroi eponimi della città (ci
sono circa 360 personaggi e 200 animali).
-è il momento della festa e non c’è niente di brutto e di faticoso
-La cavalcata degli efebi = è l’esaltazione della gioventù ateniese
-Portatori di hydriai = seri e compresi nel loro compito, hanno la
dignità dei cittadini di pieno diritto: i volti sono anonimi, i corpi atletici
non avvertono il peso dei recipienti pieni d’acqua, lo sforzo non rientra
nel programma fidiaco che proietta la processione in una dimensione
atemporale.
-Le fanciulle = sono il ritratto ideale delle spose e delle madri ateniesi
-I vecchi = esprimono dignità statuaria
-Gli dei = seduti a guardare la cerimonia sono completamente
umanizzati, sono solo più grandi dei mortali.
-il multiforme corteo della società ateniese scorre sul fondo neutro con
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un ritmo ora lento, ora concitato che il rilievo bassissimo riesce perfettamente ad armonizzare.
FRONTONI
Perduti sono il frontone est che doveva rappresentare la nascita di Atena, e il frontone ovest che
inscenava la contesa tra Atena e Posidone per il possesso dell’Attica.
FRONTONE OCCIDENTALE
- scontro tra divinità è al centro, ma i personaggi arretrano con movimenti centrifughi
- il centro è occupato dall’olivo fatto nascere da Atena
- Fidia elimina la figura centrale per muoversi liberamente nello spazio dove personaggi
interagiscono
FRONTONE ORIENTALE
- nascita di Atena dal cervello di zeus alla presenza di tutti gli dei in una dimensione cosmica
- tra la quadriga di Helios, il sole, che si alza verso il cielo e quella di Delene che si inabissa.
- senso di inquietudine di ansia per quanto sta accadendo domina tutti i personaggi dell’evento,
pronti allo scatto.
- la stoffa leggerissima dei chitoni, quasi impalpabile, aderisce al seno creando la sensazione di
una stoffa bagnata, effetto che diventerà canonico nelle immagini femminili dell'ultimo trentennio
del secolo
SCAMBIO TRA ORDINI ARCHITETTONICI
Una delle caratteristiche del Partenone fu quella di unire in un solo edificio elementi dell’ordine
dorico (la peristasi e tutto l’alzato) con elementi dell’ordine ionico, il lungo fregio delle Panatenee,
che correva lungo le pareti della cella e sostituiva il fregio dorico sul pronao e sull’opistodomo e le
4 colonne poste al centro della sala occidentale.
Non è, tuttavia, una novità assoluta, questa commistione.
TEMPIO DI CERERE (fine VI)
- coniuga tradizione + innovazione
- spazio pronao con 4 colonne ioniche sulla fronte e due sui lati e semicolonne addossate alle
estremità dei muri
TEMPIO DI EFESTO (449 ac)
- il cosiddetto Theseion, nome che deriva dai soggetti delle metope che illustrano episodi delle
imprese di Teseo
- posto sul lato occidentale dell’Agorà di Atene
- presenta una pianta prossima a quella del Partenone, benchè di dimensioni più ridotte
- la cella ripropone il colonnato interno a ‘pi greco’ realizzato ancora con colonne doriche disposte
su 2 ordini.
- decorazione scultorea = composta sulla peristasi da metope scolpite e sul pronao e
sull’opistodomo da fregi ionici con scene di Gigantomachia e di Centauromachia
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TEMPIO DI APOLLO EPICURO
- la pianta abolisce qui, all’interno della cella, le 3 navate canoniche liberando lo spazio centrale:
le 4 colonne interne, ioniche, sono infatti addossate ad altrettanti muretti sporgenti dai lati lunghi,
l’adyton, accessibile anche dall’esterno, lungo il lato orientale del tempio, è separato dalla cella
tramite 2 semicolonne oblique e una colonna centrale che adotta, per la prima volta, il capitello
corinzio a kalathos ricoperto da foglie d’acanto
- sopra il colonnato interno correva un fregio continuo che rappresentava episodi della
Centauromachia e dell’Amazzonomachia.
Rivalutare lo spazio interno
Edifici chiusi destinati a riunioni religiose/profane erano sale di pianta quadrangolare e rettangolare
con tetto sorretto da più file di colonne
Problemi architettonici
- posizionamento dei sostegni (lasciare spazio ai gradini per il pubblico)
- illuminazione
(Telesterion di Eleusi).
Ricerca di valori decorativi
La conquista dello spazio interno si accompagna, nella seconda metà del V secolo, alla ricerca di
valori decorativi, che si esprime nell’adozione dell’ordine ionico per gli edifici dell’Acropoli postpericlea, come, ad esempio, il tempietto di Atena Nike e l’Eretteo, con la sua ricca decorazione
accessoria. La scelta di un’architettura più plastica e decorativa porterà nel secolo successivo a un
largo uso dell’ordine corinzio e al superamento dei principi dell’architettura classica con nuove
tipologie architettoniche.
URBANISTICA
Ippodamo di Mileto
L’urbanistica del V secolo è legata alla figura di Ippodamo di Mileto, a lui si attribuisce soprattutto la
ripartizione funzionale dell’impianto urbano.
Fu impegnato nella definizione della città ideale.
Obiettivo = organizzazione più funzionale dello spazio urbano.
Lo schema ortogonale, suddivisione regolare e deometrica, era tipica delle
colonie.
Bisogna cercare altrove lo specifico ippodameo.
PIANTA PER STRISCE (Poseidonia)
Pianta regolare basata sull’incrocio di larghe strade di scorrimento con una
serie di strade minori a esse ortogonali.
PIANTA A SCACCHIERA
Incrocio di strade distanti. I loro nomi consentono di ipotizzare una
diversificazione funzionale delle varie aree della città.
Luoghi di ulto distribuiti e non più riuniti in un unico grande santuario.
PLASTICA A TUTTO TONDO E RILIEVO
La scultura della seconda metà del V secolo è dominata dalle personalità di Fidia e di Policleto,
creatori di un canone figurativo che coniuga l’armonia delle forme alla serenità dell’espressione.
FIDIA
Fidia, nato intorno al 500-490 a.C. inizia come pittore ma si afferma come scultore
e bronzista;.
Ebbe una visione idealistica e trascendentale che tese ad assimiliare gli uomini
agli dei.
ATENA PARTHENOS (bronzo) (460 ac)
-raffigurata con la consueta ponderazione attiva
-peplo e grandi pieghe con ampio risvolto
-mano destra = si reca una Nike che simboleggia il dono della vittoria per il popolo
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di Atene
- mano sinistra = scudo con amazzonomachia e gigantomachia
- elmo = sormontato da una sfinge (simbolo di regalità) e grillino (proteggono l’oro).
- base = recava un bassorilievo della nascita di Pandora, la prima donna
creata da Efesto e istruita da Atena
ZEUS DI OLIMPIA
-raffigurato su un trono fittamente decorato con figure ed episodi mitici che
celebravano il potere del dio e la grandezza della Grecia, dove coloro che
si erano macchiati di hybris ricevevano la giusta punizione
-Fidia interpreta gli ideali della cultura ellenica attraverso il mito
POLICLETO
Policleto nasce ad Argo intorno al 490 ed è attivo fino al 420 a.C.
Nessun suo originale è giunto fino a noi.
Coniuga il ritmo all’equilibrio
Scrive il “canone” = affronta il problema della costruzione della figura umana attraverso calcoli
proporzionali.
DORIFORO (copia) (450 ac)
-opera più famosa
-“portatore di lancia”
-giovane (probabilmente Achille) raffigurato in un movimento di transizione del
camminare
-struttura massiccia, muscolosa
-lineamenti idealizzati
-ritmo chiastico = contrapposizione reciproca delle parti del corpo (alla gamba
destra portante corrisponde la sinistra flessa, al fianco destro contratto, il
sinistro rilassato, al braccio sinistro piegato, il destro disteso)
-equilibrio tra le parti perfetto; postura armonica, sciolta, naturale
DIADUMENO (420 ac)
-atleta che si cinge il capo in segno di vittoria
-ponderazione e ritmo sinuoso
ATLETA VINCITORE - EFEBO WESTMACOTT
-dal nome dello scultore che ne possedette la copia
-il giovane è raffigurato stante, nell’atto di togliersi dal capo la
corona per offrirla alla divinità
-solito è il ritmo, anche se lo schema compositivo è invertito
rispetto a quello del Doriforo (forse non è una sua opera ma
sicuramente appartiene alla sua scuola)
Rielaborazione dei suoi insegnamenti
Molte sono le opere che ripropongono e rielaborano i suoi
insegnamenti e adottano la ponderazione e la struttura
muscolare dei suoi atleti. —> DIOMEDE DA CUMA
COLLABORATORI DI FIDIA
Tra i collaboratori di Fidia le fonti ricordano soprattutto Agoracrito di Paro e Alcamene di Atene.
AGORACRITO
- Statua di culto di Nemesi = dea della vendetta divina, stante
ponderazione, veste con panneggio ricco, mosso, velificato, pittorico,
chiaroscurale.
ALCAMENE
- Gruppo di Procne e Iti = Procne si sta preparando per uccidere il figlio
Iti per vendicarsi del marito che l’ha tradita. Veste ha una stoffa
alleggerita, effetto bagnato, aderisce al corpo senza nascondere.
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- Cariatidi dell’Eretto = leggerezza della stoffa. Con la sinistra reggevano un lembo del vestito.
Arcaismo voluto —> per richiamare i valori della polis aristocratica e del suo glorioso passato.
LE AMAZZONI DI EFESO
Intorno al 435 a.C. gli scultori più famosi del tempo partecipano a una commessa indetta dal
santuario di Artemide di Efeso per una statua di amazzone ferita = ferite al seno destro e vestita da
un succinto chitone.
AMAZZONE DI FIDIA
- la gamba sinistra è libera dal peso perché ferita
- posa elastica = in leggero movimento, pone accento sul valore guerresco del personaggio che
non viene meno con la mutilazione
AMAZZONE DI POLICLETO (vincitrice)
- amazzone nell’atto di togliersi la veste per alleviare il dolore della ferita
- il braccio destro doveva essere appoggiato alla lancia per alleggerire il peso del corpo
AMAZZONE DI CRESILA
- si appoggia a un pilastrino
- posizione in appoggio rompe con la tradizione che voleva che il centro di gravità ricadesse nella
zona inquadrata sai piedi (stile innovativo)
STILE RICCO
Definizione
La definizione di ‘stile ricco’, usato per riferirsi alle opere dell’ultimo trentennio del V secolo, si
adatta soprattutto alle statue femminili che, come già visto a proposito delle peplophoroi,
continuano il panneggio bagnato ideato da Fidia e dai suoi più stretti collaboratori, l’aggettivo è
stato utilizzato proprio per indicare questo particolare tipo di abbigliamento, ricco di pieghe
curvilinee e rigonfie e di effetti chiaroscurali.
STATUA DI NIKE DI PAIONIOS (421 ac)
-dedicata a Olimpia per la vittoria sugli spartani (di fronte al tempio di Zeus)
-sfiora il terreno con la puna del piede, ali spiegate, mantello rigonfio
-ai piedi un’aquila = idea dello spostameto dell’aria e animale sacro a Zeus
-effetto bagnato del panneggio
STATUA DI DEA ALL’AGORA’
-tipo dell’ HERA BORGHESE = tipo di abito e modo
di portare il mantello che avvolge solo la parte
inferiore del corpo scoprendo il busto, coperto da un
chitone finissimo quasi trasparente.
-nuova visione della divinità = più femminile, più
sensuale (che porterà, nel secolo successivo,
all’Afrodite svelata di Prassitele, la famosa Cnidia)
BALAUSTRA DI ATENA NIKE
- lastra con il toro mostra impeto della postura, raffinato gioco del
panneggio, in una variazione mossa dell’hera borghese.
- nike col sandalo in posizione raccolta -> supporto per il gioco del
panneggio
MENADI DANZANTI
- chitoni fluttuanti privi di aderenza alla realtà
HYDRAI = manieristico
DALLA GRANDE PITTURA ALLA CERAMICA
Ricerca della profondità
Nella seconda metà del V secolo la pittura su cavalletto continua a studiare i mezzi per rendere la
profondità dello spazio e la tridimensionalità delle figure, mentre la ceramica recepisce l’influenza
delle arti maggiori perdendo quello slancio creativo che aveva caratterizzato le prime generazioni
di ceramografi a figure rosse.
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AGATARCO
- scenografia per la trilogia di Eschilo nella quale figuravano edifici e paesaggi con effetti di
sporgenze e rientranze (rappresentazione tridimensionale)
- pubblica un trattato sulla metodologia
APOLLODORO DI ATENE
- compie studi sui colori e sul chiaroscuro per aumentare la profondità spaziale
PARRASIO DI EFESO
- con il disegno rende il volume e il movimento dei corpi
ZEUSI
- grandi capacità nel rendere realisti gli oggetti dipinti
Eco nella ceramografia - stile partenonico
Di tutti questi pittori conosciamo purtroppo solo le notizie tramandate
dalle fonti letterarie, anche se delle conquiste della pittura ne abbiamo
una eco nella ceramografia contemporanea
che, spesso, prende ispirazione dai grandi
cicli figurativi.
COPPA CON UCCISIONE PENTESILEA
(460-450 ac)
-l’amazzone morente caduta segna in modo
innaturale la curvatura
-guerriero a sinistra = idea di secondo piano
-pittore interessato all’espressione dei
sentimenti
ANFORA EPONIMA (440 ac)
- scena semplice, figura solida, emana serenità
La pittura vascolare segue in questo caso lo stile della scultura attica
dell’età di Pericle, che coniuga l’armonia delle forme alla sobrietà dei
gesti, la perfezione alla misura.
Scene di partenza
Diventano particolarmente frequenti in questo
periodo le scene di partenza del guerriero.
STAMNOS CON PARTENZA
-purezza dei lineamenti
-sobria scioltezza dei panneggio
-emozioni contenute
-tutto riflette lo stile fidiamo
LEKYTHOS GUERRIERO SEDUTO
-sguardo perso nel vuoto
-proiezione virtuale del defunto o suo mesto
compagno
Manierismo degli scultori ripreso dai pittori vascolari
EPINETRON CON SCENE DI GINECEO
-stile fiorito per la ricchezza delle scene che si
riempiono di personaggi colti nei più svariati
atteggiamenti
-è un oggetto particolare, tipicamente femminile, perchè
veniva appoggiato sul ginocchio e serviva per arrotolare
la lana
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HYDRAI CORREDO DI RICCA SEPULTURA
-episodi legati ad Afrodite
-virtuosismi estremi nella resa dei panneggi e grande abilità disegnata
CRATERE EPONIMO
-gigante di bronzo, Tolos dipinto in bianco/giallo per indicare la sua natura
bronzea, ucciso da Medea per aver impedìito lo sbarco degli Argonauti
sull’isola
-monumentalità delle figure
-ardite visioni di scorcio
-uso del chiaroscuro
PITTORE DI MEIDIAS
-dipinge vasi di grandi dimensioni con figure disposte su diversi piani
-entrambi i vasi sono arricchiti di dorature, per rappresentare in modo più
veristico i gioielli che ornano le numerose figure femminili e le ali degli eroti.
Con questi vasi termina la grande stagione della ceramica attica, che
continua nel secolo successivo con opere più modeste, dipinte con temi
dionisiaci e scene di genere. L’esperienza e la techne dei pittori e dei
ceramografi attici darà vita, poco dopo la metà del V secolo, alla produzione italiota a figure rosse
che proseguirà nella seconda metà del secolo, e ancora nel successivo, con caratteri sempre più
autonomi e risultati di grande valore artistico, una classe di vasi che ormai merita una trattazione a
parte nell’ambito della produzione artistica della Magna Grecia.
RILIEVO FUNERARIO
In questo periodo notevole è l’aumento della committenza privata, numerose sono, infatti, le stele
funerarie dell’ultimo quarto del V secolo che hanno un’inconfondibile impronta partenonica. Il
defunto viene raffigurato in un atteggiamento ricavato dal quotidiano, privo della violenza e delle
paure legate alla morte. —> visione idealistica, eterna e trascendente
STELE FUNERARIA DA EGINA
- raffigura un giovane che richiama immediatamente gli efebi di
Fidia nel modellato del corpo e nel panneggio
- defunto calmo e rilassato, niente fa pensare alla morte
- compianto affidato allo schiavo dallo sguardo perduto nel vuoto
STELE DI KRITO E TIMARISTA
- donne abbracciate nel comune destino, riccamente abbigliate
- figura solidale
- schema compositivo molto ben studiato
STELE FUNERARIA DI HEGESO’
-giovane estrae un gioiello dal cofanetto per sposarsi con Ades
STELE DI DEXILEOS
-il mondo della guerra irrompe
-il defunto è raffigurato come un vincitore
-il modello è ancora quello del classicismo fidiaco, ma la ricerca
di una maggiore spazialità, di scorci arditi, di effetto, prelude alle
conquiste dei maestri del tardo classicismo.
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ETA’ CLASSICA (IV ac)
ETA’ DELLE EGEMONIE EFFIMERE
Tramonto di Atene, affermarsi di Sparta e guerre
La fine della Guerra del Peloponneso, nel 404 a.C., segna il tramonto della supremazia di Atene e
l’affermarsi di Sparta, ma non segna affatto l’inizio della pace.
Oltre alle ingerenze della Persia, la Grecia rimane percorsa da un gran numero di guerre locali e
regionali, la maggiore delle quali oppone alla capitale laconica una nuova alleanza stretta da
Atene, Tebe, Argo e Corinto e si protrae senza vincitori né vinti per ben nove anni (395- 386 a.C.).
Pace provvisoria
Alla fine quasi per sfinimento si giunge a una pace provvisoria, importante soprattutto perché
voluta dai Persiani, che la usano per annettersi le città dell’Asia, lasciando indipendenti tutte le
altre (pace di Antalcida 386 a.C). Un convegno, riunitosi a Sparta nel 371 a.C., anziché portare a
una pace più duratura, porta allo scoppio di un nuovo conflitto.
Ancora guerre e ancora pace provvisoria
Lo stesso esercito spartano interviene in Beozia; a Leuttra, subisce però una grave disfatta, che dà
inizio a quasi un decennio di supremazia tebana. Ma nel 362 a.C. nella battaglia di Mantinea, in
Arcadia, la più grande che vide mai opposti Greci a Greci, i migliori generali tebani, tra i quali
Epaminonda, trovano la morte. Segue dunque un’ennesima pace generale, anch’essa di
brevissima durata.
Ancora guerre e grande vittoria di Filippo II, definitivo tramonto delle poleis
Si torna in pratica al consueto stato di continue guerre locali, la più grave delle quali, scoppiata in
seguito all’occupazione di Delfi da parte dei Focesi, dura 10 anni (356-346 a.C.). Con essa
intervengono anche nella Grecia centro-meridionale i crescenti stati del nord: la Tessaglia e la
Macedonia. La grande vittoria che Filippo II, re di Macedonia, consegue a Cheronea nel 338 a.C.
segna il definitivo tramonto del sistema delle poleis indipendenti.
NUOVI SANTUARI
In questo periodo si aprono numerosi cantieri per la ricostruzione (es. fig. 6.1, mura di Messene) o
l’ampliamento di antichi santuari.
SANTUARIO DI EPIDAURO
Grandi cambiamenti nel Peloponneso.
Si venera una nuova divinità: Asklepios.
TEMPIO DI ASKLEPIOS A EPIDAURO (380-370 ac)
- cuore dell’intero impianto
- affacciato su un piazzale
- destinato all’altare e alla riunione dei fedeli e circondato da portici e dal
muro del recinto sacro, il temenos
- tempio di ordine dorico, privo di opistodomo
- al suo interno la status del Dio assiro (in oro e avorio)
THOLOS (350 ac)
- edificio più celebre, ornatissimo tempio circolare
- costurito all’interno del recinto sacro, poco dietro al tempio
principale
- la peristasi, di 26 colonne doriche, racchiudeva un secondo
cerchio, formato dal muro della cella, all’interno del quale un
terzo cerchio concentrico, di 14 colonne corinzie, delimitava lo
spazio centrale, nel quale si apriva l’accesso al labirinto
sotterraneo
- tutto era in marmo e vigeva una grande armonia delle proporzioni
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TEATRO A EPIDAURO
- al centro stava l’orchestra circolare, dove avvenivano le danze
del coro
- vi si accedeva tramite 2 accessi scoperti, le parodoi, che
separavano l’edificio scenico dalla cavea
- pianta a ventaglio con 55 ordini di sedili, divisi in 2 zone da un
corridoio semicircolare (diazoma)
- armonia e bellezza
- la parte superiore e quella inferiore erano in rapporto aureo
- la leggera incurvatura favoriva l’acustica
SANTUARIO DI ATENA A TEGEA
In quegli anni viene anche ricostruito il santuario di Atena a Tegea, uno dei più antichi e celebri del
Peloponneso.
TEMPIO DI ATENA
- tempio i cui lavori vennero affidati a skopas
- piuttosto allungato
- peristasi di 6 x 14 colonne doriche molto snelle, con un’altezza
superiore a sei volte il diametro di base
- cella = era preceduta da un ampio pronao a due colonne in antis, e
seguita da un opistodomo simile, più sette semicolonne corinzie appoggiate alle pareti
- giunge qui a uno dei suoi risultati più importanti la tendenza a una sempre maggiore
leggerezza e luminosità all’interno dell’ordine dorico, con l’aggiunta d’una decorazione
sempre più ricca e della creazione di grandi spazi interni, facendo ricorso anche
all’inserimento di ordini diversi.
- ricchissima era anche la decorazione scultorea dell’esterno, affidata anch’essa a Skopas, sul
frontone orientale era rappresentata la caccia al cinghiale calidonio da parte di Meleagro e di
Atalanta, su quello occidentale si trovava una vicenda legata al ciclo troiano.
GRANDI SCULTORI DEL IV AC
Il IV secolo è spesso ricordato dagli storici come il secolo dell’individualismo,
contrapposto al forte spirito civico che aveva caratterizzato il periodo precedente.
CESIFODOTO
Per celebrare la Pace di Antalcida (386) nell’Agorà di Atene viene innalzata la
statua della pace.
EIRENE E PLOUTOS
- statua dal contenuto propagandistico
- una maestosa figura femminile custodiva e alimentava la neonata ricchezza
(Ploutos)
- personificazione di un concetto terreno, sulle aspirazioni della vita di tutti i giorni
PRASSITELE
Nella bottega ateniese di Cefisodoto si formarono anche altri scultori, ma uno in
particolare, suo figlio Prassitele, raggiunse la massima fama, l’artista che più di
ogni altro esprime nelle sue opere la charis, ovvero la grazia.
A lui si deve, infatti, l’opera più citata nelle fonti letterarie e contemporaneamente
più riprodotta nelle copie giunte sino a noi
AFRODITE CNIDIA (365 ac)
- la dea della bellezza in una totale nudità, sino ad allora riservata alle
rappresentazioni del corpo maschile, è rappresentata in piedi, mentre si
accinge a bagnarsi
- nel far questo, poggia con la mano sinistra la veste su un vaso, ciò consente
di spostare il baricentro della figura, dando al gioco dei pesi, creato dal
discostarsi del piede sinistro, una flessuosità completamente nuova, quasi
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un’apparente insicurezza
-mano destra = è portata avanti, a coprire l’inguine, in un gesto di apparente
pudicizia, che ne fa avvertire ancor meglio la seduzione, legata a un attimo.
-degni di attenzione sono i morbidi passaggi tra i piani, l’assenza di gesti
bruschi, la lucentezza delle superfici del marmo pentelico.
-leggenda = ambasciatori di Coo non vogliono prendere l'Afrodite perché
troppo nuda, mentre quelli di Cnido la acquistano per il loro tempio.
Insegnamento morale: a causa della scarsa lungimiranza dei loro
ambasciatori, i Coi sono da allora scherniti per questo, mentre il tempio della
vicina Cnido conquista fama eterna
-principi di: delicatezza, flessuosità della figura, lucentezza,
morbilità dei piani
-espressione della cari = grazia, divinità rappresentate nel
fiorire della loro giovinezza
HERMES E DIONISIO
-rappresenta un giovane nudo che con la destra porge un
grappolo d’uva a un bambino che regge sul braccio sinistro
- sposta il baricentro al di fuori dello spazio occupato dai piedi: un movimento
libero nello spazio, dunque, che dà alla figura un senso di posizione
provvisoria, quindi di lento movimento
-un umanissimo momento di sosta che Hermes si concede,
mentre sta portando il piccolo Dioniso alle ninfe di Nisa
APOLLO SAUROCTONO
- spostamento della parte superiore del corpo ancora più accentuato
- rappresenta il dio che sta per colpire la piccola lucertola, con la freccia che
tiene nella mano destra; egli si sporge in avanti e a sinistra, in un attimo di
precario equilibrio
- la statua rappresentava probabilmente Apollo Alexikakos, liberatore dalla
malattia, quest’ultima simbolizzata dal piccolo sauro sul tronco
- anche in questo caso l’appoggiarsi della figura a un elemento
esterno consente una rotazione che mette in risalto la
flessuosità del corpo, accentuandone la grazia.
SATIRO IN RIPOSO
- il satiro resta in piedi, ma stanco si appoggia a un albero
- ritmo accentuato dalla diagonale del mantello
- il successo della statua è legata al simbolo di un mondo primordiale, in qualche
modo legato al corteggio di Dionisio
Caratteristica principale di Prassitele: charis
Questa capacità di saper cogliere un momento di particolare grazia,
apparentemente secondario nello svolgimento del mito, all’interno di
un’ambientazione naturale, è una delle caratteristiche principali di Prassitele.
SKOPAS
Skopas di Paro si meritò l’etichetta di ‘maestro del pathos’, cioè dell’espressione del sentimento.
L’opera doveva coinvolgere lo spettatore creando intensità, attraverso:
- uso del movimento
- uso della torsione del corpo
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-uso di una nuova disposizione meno equilibrata degli elementi
del volto
MENADE DI DRESDA
- agitazione che pervade tutta la figura viene resa dall’impetuosa
torsione che, dalla gamba sinistra, passa per il busto e il collo sino
alla testa, gettata all’indietro e girata, a seguire lo sguardo, verso
sinistra.
- il volto è pieno, sono ravvicinati bocca, naso e occhi, questi
ultimi sono schiacciati contro le forti arcate orbitali per conferire
maggiore intensità all’espressione.
- il corpo si abbandona alla passione
TESTA FRONTONE OCCIDENTALE TEMPIO DI TEGEA
- le stesse caratteristiche le riscontriamo su frammenti provenienti
dai frontoni del tempio di Atena Alea a Tegea, nel Peloponneso.
Dal frontone occidentale, dove era rappresentata la lotta tra Achille e Telefo, proviene una testa.
- si volge con violenza verso sinistra, tutti i muscoli sono tesi e rigonfi, i particolari
del volto (dove traspare la violenza dello sforzo) sono ravvicinati tra loro, la bocca
è dischiusa, tutto crea un’intensa drammaticità e intensità delle passioni.
TIMOTEO
Non si sa molto, ma si hanno diversi originali provenienti da Epidauro: parte del
frontone di amazzonomachia e gli acroteri del frontone occidentale.
ACROTERIO - EPIONE
- chitone aderente e mantello, arrivo sul culmine del tetto
- nella mano destra stringe un volatile, identificato in un’oca (quindi è Epione,
sposa di Asklepios, di cui appunto l’oca è l’anima sacro)
ACROTERIO - AURA
- fanciulla colta nell’atto di scendere da un possente cavallo
-sensibilità nell’uso del panneggio
-rapidità del movimento data dallo schiacciarsi della veste sul corpo
LEOCARE
Più attento al maestoso, al sublime
dell'apparizione divina. Messo in relazione con
Filippo II per il quale esegue la serie di statue
crisoelefantine del Philippeion di Olimpia.
APOLLO DEL BELVEDERE
- corpo = forme allungate, superfici di grande
luminosità
- sguardo = rivolto lontano, indifferente alla
presenza di uno spettatore
- la mano sinistra doveva impugnare l’arco
ARTEMIDE DI VERSAILLES
- acquistata a Roma, ornava Versailles
- posizione simmetricamente molto simile a quella dell’Apollo del
Belvedere
- corta tunica caratteristica della dea
- il panneggio non trasmette rapidità, ma la disposizione delle membra
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MAUSOLEO DI ALICARNASSO
Nel 377 a.C. Mausolo diventa satrapo di Caria, quindi governatore in nome del re di Persia
(partecipa nel 362 alla grande rivolta dei satrapi contro Artaserse II).
Grazie alle enormi ricchezze accumulate, egli pone mano alla ricostruzione di una sua nuova
capitale sul mare. Viene scelto il sito dell’antica Alicarnasso (oggi Bodrum), al centro del quale
troverà posto il suo immenso monumento onorario, questo verrà completato negli anni
immediatamente successivi alla morte sua e di sua moglie (353-351 a.C.).
Struttura
Su un enorme podio suddiviso in 3 gradini si innalzava un tempio circondato da 36 colonne ioniche
alte 12 metri. Concludeva l’edificio un tronco di piramide formato da 24 gradoni, sul quale era
posta la quadriga reale (altezza complessiva del monumento raggiungeva circa 45 metri).
Tutta la costruzione venne affidata all’architetto Piteo (forse anche il piano urbanistico di
Alicarnasso).
Le sculture che lo ornavano furono eseguite da: Timoteo, Leocare di Atene, Skopas e Briasside.
Ciascuno di questi artisti si occupò (secondo quanto ci tramanda Plinio) della decorazione di un
lato.
FREGIO DI AMAZZONOMACHIA
- guerrieri e amazzoni formano continue diagonali che si
intersecano a “x” o a “∆”.
- tradizionale nella composizione e nei modelli
- combattimento diviso in monomachie, a sinistra un greco
e a destra un’amazzone
- direzione della battaglia = sinistra verso destra
- gran movimento, rotazione dei busti
rispetto alle gambe e alle anche causata dall’impeto dello scontro
COSIDDETTO MAUSOLO
- stante nella classica contrapposizione dei pesi, mostra immediatamente
caratteristiche particolari nell’acconciatura a lunghi capelli, nella corta barba, nelle
forme piene del volto dall’espressione concentrata
- anche la veste, con il mantello portato orizzontalmente a cingere con pesanti
pieghe la parte centrale della figura, facendola così apparire di particolare
solidità, non rientra nei canoni consueti
- si tratta evidentemente di simboli di status, obbligatori da indicare per chi l’ha
scolpita.
INFLUENZE DEI GRANDI SCULTORI
Accanto ai grandi artisti fioriscono, nel IV secolo a.C., delle scuole che subiscono le influenze dei
Maestri più importanti.
INFLUSSO DI POLICLETO
GIOVANE DA ANTICITERA
- muscoloso corpo di un giovane atleta sembra arrestarsi sul suo procedere,
mostrando con la destra sollevata un oggetto circolare (Paride con la mela o Eracle
con il pomo)
- peso sulla gamba sinistra —> ritmo policleteo
- novità = maggiore libertà spaziale e spirito di sospesa attesa
- sguardo assorto, perduto lontano
ATLETA APOXYOMENOS
- copia bronzea
- solida impalcatura, spalle larghe e muscolose
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- atleta intento a ripulire lo strigile —> caratteristica della formazione dell’uomo greco
- novità = libertà di movimenti, sguardo vivace
INFLUSSO DI PRASSITELE
EFEBO DA MARATONA
- si appoggia a un sostegno esterno
- caratteristiche paritetiche = volto ovale, con superfici delicate, accuratezza
dei dettagli, sguardo perso, bocca semiaperta melanconica, scelta di
rappresentare una divinità giovane
- ha corona con foglie = hermes che regge nella mano sinistra una tartaruga
INFLUSSO DI SKOPAS
STELE DELL’ILISSO
- tema = morte prematura
- scena a rilievo = sinistra corpo muscoloso da atleta si appoggia all’indietro
guardando malinconicamente lo spettatore
- movimento a spirale più possente —> struttura del corpo richiama Skopas
- capo = struttura cubica, bocca semiaperta, occhi infossati
- atmosfera di profonda tristezza
ETA’ DI ALESSANDRO
(336-323 ac)
Affermarsi della Macedonia e Filippo II
Il secolo IV a.C. vede il progressivo affermarsi della Macedonia tra gli Stati greci.
La corte macedone diventa poco per volta un centro di grande cultura, nel 359 a.C. sul trono sale
Filippo II e la città di Pella diventa la nuova capitale.
Filippo II, nel 338 a.C., infligge alle poleis greche, coalizzatesi contro di lui, la tremenda sconfitta di
Cheronea e contemporaneamente, allargherà i suoi possedimenti verso i territori del nord; nel 348
a.C. distrugge Olinto, nel 340 a.C. Perinto.
E’ al culmine del potere quando, nel 336 a.C., cade vittima di una congiura di palazzo, lasciando il
trono al figlio ventenne, Alessandro.
Caratteristiche stilistiche - ricchezza e adesione ai modelli greci
In Macedonia, come del resto in Tessaglia e in Tracia, le tombe risalenti a
questo periodo mostrano una sempre maggiore ricchezza, ma anche un alto
livello di adesione ai modelli della Grecia tradizionale.
CRATERE DI DERVENI (330-320 ac)
I due elementi, ricchezza e adesione a modelli greci, si rilevano, ad esempio, a
Derveni, in Tessaglia, dove in una tomba viene rinvenuto un grande cratere in
bronzo dorato.
- in bronzo dorato, iscrizione in lettere d’argento applicate sul fregio e ovuli del
bordo = indica che fu usato come urna cremeria da un certo Astion
-cratere a volute con rappresentazione delle “nosse di Dionisio e Arianna”
circondati da Satiri e Menadi
- spalle = 4 figure a tutto tondo che sarebbero Dionisio, due menadi e un satiro
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-volute = 4 teste barbate
TOMBA NECROPOLI DI KAZANLAK
Una situazione simile la scorgiamo anche nella tomba
della necropoli di Kazanlak (Tracia, odierna Bulgaria), si
tratta di una tomba a tumulo, la cui cupola interna (fig. 7.2,
con scene di banchetto, databile all’ultimo terzo del secolo
IV a.C.) è stata dipinta da pittori provenienti con tutta
probabilità dalla Grecia.
TUMULI DI VERGHINA
(antica Aigai, in Macedonia)
TOMBA DI FILIPPO II
- composta da una camera, pareti in bloccihi di pietra squadrati e
copertura a volte a votte
- anticamera più piccola
- l’intera romba era stata ricoperta da un tumulo di terra che lasciava
visibile solo la facciata
- facciata = porta d’accesso tra due semicolonne doriche in anti
- facciata con fregio dorico
- parete di fondo = sarcofaco contenente
cassetta in oro con la stella a 16 punte (macedone) e al suo interno le
ossa di Filippo II
- corredo funebre = serie di vasi in argento, un’armatura, un diadema in
oro e un letto
- uomo barbato = parte delle decorazioni del letto (forse Filippo II)
- anticamera = usata come sepoltura della moglie di Filippo, Cleopatra.
Contiene altra cassetta in oro, più piccola e semplice, e un corredo
più semplice ma pur
sempre ricco
FACCIATA TOMBA FILIPPO II
- sfondo = paesaggio boscoso
- 4 diverse cacce accostate = ai cervi, al cinghiale,
al leone, all'orso --> ausilio di cani e cavalli
- quelli impegnati nelal caccia al leone son Alessandro e Filippo II
-grande movimento e composizione complessa
-cavalli come elemento di profondità + l’uso del colore e del chiaro scuro
-pittore fu Apelle
RATTO DI PERSEFONE // TOMBA DI PERSEFONE
-impeto del carro di Ade sottolineato dalla visione di 3/4 delle ruote +
violento diverràere delle linee + intensa espressione di Ade
-pittore è Nicomaco di Atene
PALAZZI MACEDONI
Sempre a Verghina è stato scoperto un grande palazzo che mostra il caratteristico tipo del palazzo
ellenistico.
PALAZZO DI VERGHINA
- accesso = vestibolo con 3 colonne in antis bordato da un doppio colonnato (dorico al piano
inferiore, ionico a quello superiore)
- facciata monumentale = colonnato lungo il lato nord
- corte centrale = quadrato, ornato da 16x16 colonne d’ordine dorico e attorno si distribuiscono
delle stanze quadrangolari
- appartamenti reali = lato meridionale
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- sala di rappresentanza = pianta circolare aperta da cupola dove avvenivano i ricevimenti
- caratteristiche = grandiosità, lusso, scenografia
- sistema assiale con grande corte = riritrova anche in altri palazzi macedoni e in alcune case a
Pella
MOSAICI PAVIMENTALI
Alcuni di questi ambienti sono decorati con mosaici pavimentali fatti
con piccoli ciottoli di fiume e ornati da quadretti figurati, contenuti
entro una cornice di ricchissimi girali e fasce di onde ricorrenti,
rappresentano scene di caccia, genere che ha acquisito valore
grazie ad Alessandro.
CACCIA AL LEONE
Un personaggio sta per morire ma viene salvato dall’intervento di un compagno —> celebre
episodio in cui Alessandro viene salvato dall’intervento di Cratero
LA CASA GRECA NEL SECOLO IV AC
OLINTO MODELLO INIZIALE
-l’impianto era regolare, gli isolati erano divisi da grandi vie
perpendicolari
-il nucleo centrale delle abitazioni è sempre costituito da un
cortile interno, l’aulè, al quale si accedeva dalla strada
attraverso una porta e uno stretto passaggio. Sempre sull’aulè
si apriva anche l’abitazione vera e propria, preceduta da un
portico su pilastri di legno, detto ‘pastàs’, che sorreggeva una
terrazza aperta verso sud.
- abitazione vera e propria si sviluppava su 2 piani, nell’inferiore c’era l’andròn, il locale dove il
padrone di casa poteva ricevere gli ospiti, al superiore stavano gli ambienti per le donne e le
camere da letto, raggiungibili per mezzo di una stretta scala di legno che partiva direttamente
dall’aulè
- circondavano l’aulè anche ambienti adibiti a stalle o magazzini.
CASE DI PIRENE
Altri ben noti esempi di edilizia domestica si hanno nelle case di Priene.
Nella fascia centrale del suo impianto urbanistico trovano posto i principali edifici pubblici, tra i
quali l’agorà, il santuario di Zeus e il santuario di Atena. Gli isolati destinati ad abitazione sono
decine: ogni isolato è diviso in parcelle, di solito 8, ognuna occupata da una casa. Case simile con
aulè, ma in continua trasformazione.
LISIPPO
Nel campo della scultura, la seconda metà del secolo IV a.C. appare dominata da un altro grande
artista, Lisippo, nativo di Sicione, egli comincia la sua attività come bronzista e lavora a Delfi a
partire almeno dagli anni intorno al 360 a.C.
Lisippo, dunque, adatta i canoni di Policleto a nuove esigenze di movimento, di espressività, di
eleganza, il risultato è quello di una figura più umana, più slanciata, con occhi più piccoli, infossati,
perciò più espressivi.
- seguace di Policleto
- scirve un canone in cui afferma di voler raffigurare il corpo umano non come deve essere, ma
com’è.
- figure più snelle, movimento più liberi, elementi del volto con meno equilibrio e più intensità
AGHIAS DI DELFI
- Aghias è uno degli antenati di Daoco, per cui lavora (tetrarco dei Tessali)
- corpo muscoloso, proporzioni slanciate con arti lunghi e busto lungo, testa piccola e più piccoli
anche gli elementi del viso
- peso del corpo distribuito sulle due gambe per farne emergere la forza
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-movimento sinuoso
APOXYOMENOS
-Lisippo concretizza in questa statua le norme del canone che
aveva codificato
-rappresentato mentre si sta detergendo il sudore
-la figura sembra estendersi nello spazio per arrivare a
conquistare la terza dimensione
-gamba sinistra portante, gamba destra parte del peso =
contribuisce a dare alla figura un senso d'attesa di un
movimento che sta per compiersi.
-la figura appare solidamente costruita ma è sbilanciata in
avanti come se andasse incontro lo spettatore
-le braccia interrompono la visione del busto, in secondo
piano rispetto all’impostazione data al movimento
-proporzioni slanciate
-volto teso a dare il massimo dell'espressione = fronte
corrugata, arcate sopracciliari, bocca dischiusa
-annotazione psicologica di forte umanità
ERACLE A RIPOSO
Altra celebre statua di Lisippo è l’Eracle a riposo (ce ne resta una copia
ritrovata nel 1540 a Roma, all’interno delle Terme di Caracalla, entra poi a
far parte della collezione dei principi Farnese),
-entrambi i talloni a terra, peso sulla spalla sinistra appoggiata all clava
(coperta da leontè)
-proporzioni alterate in larghezza = per mettere in rilievo la sovrumana
muscolatura di Eracle
-il peso si scarica per contrasto sul sostegno
-la testa si abbandona in avanti = espressione
pensierosa pervasa da un’intima tristezza
-braccio destro piegato all’indietro a riposo, con ancora
stretti i pomi delle Esperidi
-momento scelto = novità, momento di pausa, la
muscolatura posta in secondo piano rispetto all’espressione del volto
SOCRATE DEL POMPEION (330-320 ac)
- Atene affidoa a Lisippo l’incarico di rappresentare Socrate, statua da collocarsi
nel Pompeion (edificio dalla quale partono le processioni delle Panatenee)
- motivazione = coscienza della propria identità attraverso il ricordo del passato
- diviene simbolo del cittadino ateniese
- rappresentato mentre è nobilmente eretto con mantello
- volto = tratti silenici usato per sottolineare l'anzianità
ALESSANDRO MAGNO
Le conquiste di Alessandro
Alessandro nasce a Pella nel 356 a.C., diventa re nel 336 a.C. e fin dall’inizio mostrerà eccezionali
capacità da conquistatore. Consolida dapprima il suo potere nella penisola balcanica,
successivamente nella stessa Macedonia, in Tessaglia, nelle città della Grecia (Tebe, che si era a
lui ribellata, viene rasa al suolo), in Tracia, in Illiria giungendo sino al Danubio. Nel 334 a.C. la
grande spedizione contro il re di Persia, Dario II, si rivela vincente, da lì in pochi mesi prende
possesso di tutta l’Asia Minore arrivando alla Cilicia. Sui passi che da questa danno l’accesso alla
Siria, a Isso, nel 333 a.C., sconfigge un nuovo esercito persiano. Segue una marcia trionfale che lo
porta lungo la costa della Fenicia e della Palestina, dove assedia ed espugna Tiro e Gaza, sino in
Egitto. Fonda, nel frattempo, Alessandria che diventa così la nuova capitale d’Egitto. Nella
primavera del 331 a.C. riprende la marcia verso est. La vittoria presso Gaugamela gli spalanca le
porte anche dell’altipiano iranico. In pochi mesi è a Susa, poi a Persepoli, che dà alle fiamme.
L’anno dopo assedia Ecbatana, da dove continua l’inseguimento di Dario; il quale verrà ucciso dal
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satrapo di Battriana e consentirà, così, ad Alessandro di proclamarsi legittimo successore del trono
di Persia. Sottomette quindi tutte le regioni orientali, che erano appartenute al re persiano,
oltrepassando la Battriana, sino alla valle dell’Oxus (nell’odierno Turkmenistan). Si dirige poi verso
l’Indo, che raggiunge nel 326 a.C. e, sconfitto anche il re indiano Poro, è costretto dai suoi stessi
soldati a iniziare il ritorno in patria. Nel 324 a.C. è nuovamente a Susa, ma ormai la conquista del
mondo persiano è completata. Dalla città di Susa trasferirà la propria corte a Ecbatana, poco dopo
a Babilonia. In questa città nel giugno 323 a.C. improvvisamente muore. Alessandro Magno
regnerà in tutto 13 anni.
ALESSANDRO A CAVALLO
Dopo la battaglia della valle del Granico, quella che apre all’esercito
macedone le porte dell’Asia, Lisippo riceve l’incarico di eseguire in
bronzo un gruppo che ne commemorasse i cavalieri caduti, da erigere
nel santuario di Zeus a Dione, la città macedone sacra posta proprio ai
piedi dell’Olimpo.
- centro = Alessandro sul cavallo impennato
- senza elmo, indossa la tipica corazza macedone
- ruota il busto di 3/4 verso destra
- braccio sinistro = redini // braccio destro = sollevato con la spada
mentre sta caricando il colpo
- testa = capigliatura mossa e fluente
- occhi espressivi, grandi, aria decisa
- estrema cura nei dettagli
Successivamente egli darà vita a un nuovo ‘tipo’ di re: non più un Alessandro
vittorioso, ma un sovrano innalzato tra gli eroi.
ALESSANDRO CON LANCIA
- un re innalzato tra gli eroi = come indica la nudità
- rappresentato stante, nudo, con lancia, come Ares o Achille
- capo = sguardo al cielo, come se fosse in diretto colloquio con gli dei,
quindi un’appartenenza sovrumana
ALESSANDRO COME ZEUS
- dipinto di Apelle
- personaggio seduto mentre tiene con una mano uno
scettro e con l’altra il fulmine
- assomiglia a Zeus, ma il volto è quello di Alessandro
che vuole dimostrare di essere uno Zeus reincarnato
BATTAGLIA DI ALESSANDRO
- opera che Filosseno di Eretria fece per il re Cassandro poco dopo la
morte di Alessandro
- Modello per mosaico, che ornava un’esedra della Cava del Fauno a
Pompei
- diversi combattimenti con al centro il carro di Re Dario
- da sinistra irrompe il cavallo di Alessandro
- apparizione sovrumana = capelli scomposti, espressione
eroica
- il campo sembra spalancarsi come una nicchia di fronte
all’impeto del re macedone
- Dario lo guarda atterrito indicandolo
- umano terrore del vinto e sovrumano impeto del
vincitore
- profondità del quadro = rappresentazioni di scorcio +
luminescenze riprodotte con l’accostare tessere dal
cromatismo diverso
NOZZE DI ALESSANDRO
(MODELLO PITTURA PARIETALE POMPEIANA)
- dipinto da Ezione
- matrimonio con la figlia del re di Battriana, regione presso le porte del Palmir
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- apre la strada al gusto di rappresentare in interni affollate scene ricche di
luce e profondità
- i volti delle due figure sono idealizzati come quelli di due divinità, la visione
è prospettica, molti sono gli effetti di luce (permette di farci un’idea di come
potesse essere a grandi linee l’originale).
- potrebbero non essere le nozze di Alessandro, in quanto gli abiti delle figure
intorno sono persiane, per questo motivo si potrebbe attribuire l’episodio a
delle nozze politiche = 10.000 macedoni + 10.000 donne persiane, e quindi il
Re Macedone e il Re Persiano
LA PITTURA DELLA GENERAZIONE DI
ALESSANDRO
APELLE
Plinio: “Apelle di Coo superò tutti quelli che erano stati prima...si può dire che da solo egli fece alla
pittura più progressi di tutti gli altri messi assieme”.
Fu il pittore più apprezzato dalla critica ellenistica.
Fu anche scrittore d’arte, di estetica = giudicava se stesso migliore di altri per la “charis”, grazie, e
super togliere la mano dal quadro.
Dette, più di ogni altra cosa, importanza alla linea e al particolare.
Plinio gli diede un aggettivo particolare = lo splendor, per la vivace illuminazione dei particolari e i
forti contrasti.
DIPINTI CELEBRI
- afrodite che esce dalle acque
- la calunnia
- alessandro con fulmine
- eracle visto di spalle = la pittura mostra il volto in modo più esplicito di quanto prometta
NICIA
Sempre dalle fonti letterarie (soprattutto Plinio, Luciano e Pausania) si
conosce un pittore contemporaneo di Apelle, Nicia.
PERSEO E ANDROMEDA
- liberazione di Andromeda da parte di Perseo
- riproduzione parietale pompeiano
- scenario di scogli = azzurro del mare
- Andromeda nell’atto di scendere dalla roccia alla quale era legata
- veste = segni del pericolo corso, in disordine
- Perseo = corpo muscoloso dai forti chiaroscuri
- occhi grandi, intensi, atmosfera sospesa
- Perseo aiuta Andromeda a scendere
- mostro marino morto sulla sinistra = sottolinea la drammaticità
ATENIONE DI MARONEA
Più severo ma più piacevole rispetto a Nicia.
Plinio = se non fosse morto giovane, nessuno avrebbe potuto essere
paragonato a lui.
ACHILLE VESTITO DA DONNA SCOPERTO DA ODISSEO
- copia pittura parietale pompeiana a casa dei Dioscuri
- dominano 2 figure centrali a formare con i corpi un triangolo
- gesti bruschi pieni di movimento
- Odisseo afferra il braccio di Achille vestito con una veste bianca, tipica
da donna
- Achille svelato viene trattenuto alle spalle da Diomede (stanno per
portarlo a Troia dove troverà la morte, un oracolo glielo aveva predetto,
motivo per cui si era nascosto e travestito a Sciro)
- forti chiaroscuri (scudo al centro)
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Victoria Tincati
- profondità dello sfondo = colonnato con Licomede e Deidamia
ACHILLE E BRISEIDE
-raffigurazione di Achille che deve sopportare di consegnare Briseide ad
Agamennone
-anche qui compaiono più personaggi all’interno di un ambiente chiuso, del
quale, disposti su piani diversi, mostrano la grande profondità
-l’intenso sguardo di Achille, la mestizia di Briseide, tutto contribuisce a
infondere nel quadro una grande intensità, come di una scena sospesa
nell’incertezza se opporsi o no all’iniquità che si sta
perpetrando.
-Tutto corrisponde allo stile della pittura appartenente
alla seconda metà del secolo IV a.C.
TESEO LIBERATORE
- scena di Teseo che libera i fanciulli ateniesi dal labirinto, dopo aver
ucciso il Minotauro
- una delle pitture che ornavano la Basilica di Ercolano
- il quadro è dominato dal corpo di Teseo, simile a una statua nella
ponderazione e nelle proporzioni lisippee, che volge bruscamente lo
sguardo, conscio dell’impresa compiuta.
- i fanciulli ateniesi lo festeggiano; steso sul terreno, alla sinistra, giace il
Minotauro, il fondale si presenta misto di mura e rocce
PITTURA PROVENIENTE DALLA CASA POMPEIANA
DI GAVIO RUFO
Di ben diverso livello la pittura proveniente dalla casa pompeiana di Gavio Rufo,
derivata dallo stesso modello, e spesso mostrata per ricordare quanto possano
differire per qualità e interpretazione due copie dello stesso originale.
L’intensa atmosfera del mito è completamente persa. Qui il corpo di Teseo
appare disorganico, gli atteggiamenti di gratitudine dei due fanciulli sono
volutamente esagerati, appaiono goffi, specie in quello di destra, quasi sdraiato
a terra. Il fondale è diventato un anonimo muro di città, il corpo del mostro,
piccolo e quasi risibile. In conclusione a Ercolano riconosciamo un pittore dalle
grandi capacità tecniche, nella casa di Pompei vi è un semplice artigiano che riproduce per un
cliente di poche pretese lo stesso celebre originale.
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