il cimicione americano delle conifere il cimicione

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FORESTE/SEGNALAZIONE
Si diffonde anche in Trentino, suscitando curiosità e talora anche allarmismo ingiustificato
IL CIMICIONE AMERICANO
DELLE CONIFERE
Segnalazioni talora
allarmate della
presenza anche
massiccia dell’insetto
sui muri o all’interno
delle case sono
pervenute da varie
zone del Trentino.
La nota descrive la
biologia del nuovo
insetto e spiega perché
è fuori luogo qualsiasi
trattamento chimico
nei boschi e anche
nelle case
Cristina Salvadori
Istituto Agrario di San Michele a/A, Centro
Sperimentale, DRNA-Foreste
e 17°C), riunendosi sulle pareti delle case esposte al sole e
cercando un varco per penetrare all’interno.
Nel 2003 la specie era diffusa
in Val Lagarina, Val d’Adige e
Valli del Sarca, mentre nell’anno in corso il suo areale si è
ulteriormente allargato abbracciando anche Val di Non e Val
Rendena; non si esclude comunque la sua presenza anche
nelle rimanenti valli.
Come sempre succede a seguito dell’introduzione accidentale di un insetto “esotico”, il
reperimento di ambienti
ottimali per la sua proliferazione
e l’assenza di nemici naturali
specializzati nel controllo delle
sue popolazioni hanno determinato la rapidità con cui questo
sconosciuto è divenuto ospite
quasi abituale delle nostre abitazioni; la mancanza di conoscenze relative alla sua
bioecologia hanno invece fatto
insorgere in molte persone paure eccessive ed allarmismi
ingiustificati.
Danni
Giovani ed adulti di Leptoglossus
occidentalis si alimentano a carico degli strobili dei pini e di
numerose altre specie di conifere, tra cui Picea spp., Pseudotsuga spp. e Tsuga spp.; l’elevata polifagia è alla base dell’alta adattabilità a nuovi ambienti
e della rapidità di diffusione della
specie. Durante l’attività trofica
l’insetto non penetra all’interno
dei coni, ma introduce il lungo
rostro dell’apparato pungentesucchiatore attraverso le squame
e i tegumenti del seme per
estrarne l’endosperma. Come
antospermofago (insetto che si
nutre di fiori e semi) la sua
dannosità è elevata solo nel caso
di impianti di conifere da seme,
dove può determinare perdite
produttive anche del 40-50% e
riduzione della germinabilità
fino all’80%; a questo riguardo
sono noti e temuti i suoi danni
nelle coltivazioni di pistacchio.
In ambiente naturale non è facile quantificare i danni, che risultano tuttavia del tutto trascurabili
per le piante mature.
In ambiente urbano, soprattutto negli abitati prossimi a bo-
TERRA TRENTINA
Leptoglossus occidentalis Heidemann (Heteroptera Coreidae), meglio noto come “cimicione americano delle conifere”, è una specie neartica da
poco giunta in Europa, di cui si
sta assistendo alla rapida espansione. L’Eterottero, originario
della costa occidentale del Nord
America (da cui il nome specifico) e descritto per la prima
volta nel 1910, è attualmente
diffuso nella maggior parte degli Stati Uniti, in Messico e in
Canada. La prima segnalazione
per l’Italia (e per l’Europa) risale al 1999, quando fu rinvenuto
in Veneto; successivamente la
specie è stata rilevata in Lombardia (1999) e Friuli-Venezia
Giulia (2001). La sua presenza
è stata inoltre segnalata in altri
stati europei: Svizzera (Canton
Ticino, 2002) e Slovenia.
In Trentino la cimice si era sicuramente già insediata nell’autunno 2002, quando, a seguito di segnalazione dei Servizi forestali, l’U.O. Foreste
dell’Istituto Agrario di San Michele a/A ha rinvenuto numerosi esemplari adulti in una pineta nel comune di NagoTorbole (località Busatte). La
sua abbondante presenza aveva destato allarme nei proprietari di abitazioni site all’interno del bosco a causa dell’habitus della specie di cercare riparo negli edifici all’approssimarsi della stagione invernale. Nei
mesi di settembre-ottobre, infatti, gli adulti manifestano
comportamento gregario (con
temperature comprese tra 14°C
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schi di conifere, i problemi sorgono durante l’autunno, nella
fase in cui gli adulti abbandonano le piante ospiti alla ricerca di ricoveri caldi ed asciutti
per lo svernamento, e sono legati al disagio provocato dalla
vista di questi ospiti indesiderati all’interno dei nostri “regni”
di quiete e sicurezza casalinghe. Essi durante l’inverno non
si alimentano né si riproducono, ma sopravvivono in uno
stato di semidormienza grazie
alle loro riserve di grasso. Inoltre non danneggiano i materiali
(arredamento, ecc.), non pungono e non sono vettori di
agenti patogeni per l’uomo e
gli animali domestici, risultando pertanto del tutto innocui,
se si eccettua il fastidio derivante dall’emissione di un odore
TERRA TRENTINA
Metodi di contenimento
Non richiesto alcun intervento
fitosanitario per la difesa delle
boschi dove l’insetto si
insediato, dal momento che
non arreca danni reali agli stessi. Per i proprietari di abitazioni
prossime a pinete opportuno a
scopo preventivo ridurre le
possibilit di ingresso degli insetti
nei mesi di settembre-ottobre,
attraverso un miglior isolamento degli infissi (chiusura delle
fessure, ecc.) ed eventualmente la schermatura delle aperture con zanzariere. Gli adulti gi
introdottisi nelle case possono
essere facilmente raccolti ed eliminati, mentre del tutto
sconsigliabile, oltre che di scarso beneficio, l’uso di insetticidi
all’interno degli edifici o lungo
i muri esterni, dal momento che
il rischio sanitario legato all’utilizzo di prodotti tossici supera
di gran lunga quello legato alla
presenza degli insetti. Per di pi
i trattamenti chimici, oltre a rappresentare una fonte d’inquinamento, non fanno altro che ral-
Gli adulti sono lunghi da 10 fino a 20 mm;
le femmine sono in genere più grandi dei
maschi. Le antenne sono piuttosto lunghe e costituite da 4 articoli.Il corpo è di
un caldo colore bruno-rossiccio; l’addome presenta un caratteristico disegno a
bande alternate gialle e nere, visibile solo
ad ali aperte. Le emielitre (tipicamente
coriacee alla base e membranose
all’estermità) sono attraversate da una linea chiara a zig-zag.Le zampe posteriori
sono lunghe con i femori a margini dentati
ed una tipica espansione a forma di foglia in corrispondenza delle tibie, da cui
deriva il nome inglese del Leptoglossus:
“leaf footed conifer seed bug”.
Ciclo biologico
In Trentino compie una-due generazioni all’anno a seconda della quota a cui
vive, mentre in zone a clima più caldo
può giungere anche a tre generazioni.
Anche nell’areale di origine presenta da
una (Canada) a tre (Messico) generazioni all’anno in base al clima dell’area in
cui si sviluppa.Gli adulti svernano in luoghi riparati o all’interno delle abitazioni,
talora in gruppi consistenti. A primavera
lasciano i loro ricoveri e si portano sulle
piante ospiti, dove si accoppiano ed
ovidepongono. Come le forme giovanili
si nutrono pungendo e succhiando
strobili e semi in via di sviluppo di numerose conifere, in particolare dei pini.
UOVA
Le uova sono di forma cilindrica e presentano una colorazione giallo-arancio
subito dopo l’ovideposizione; in seguito
diventano via via più scure fino al momento della schiusura.
Le femmine depongono le uova in file
sugli aghi di pino e di altre conifere o
in prossimità delle gemme e dei coni.
Lo sviluppo embrionale dura circa 1015 giorni.
GIOVANI
Le ninfe neonate sono di colore gialloarancio con evidenti tubercoli scuri sull’addome; con le successive mute progressivamente si scuriscono fino ad assumere la colorazione bruno-rossiccia tipica degli adulti.
Gli stadi preimmaginali sono 5. Le ninfe iniziano ad alimentarsi sui coni ancora verdi; raggiungono lo stadio adulto ad agosto-settembre (nel caso di una
sola generazione/anno). I nuovi adulti
si nutrono di semi fino all’autunno,
quando iniziano a cercare riparo per
l’inverno.
Identificazione
ADULTI
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acre qualora vengano molestati. Va peraltro ricordato che,
così come per altre cimici, la
secrezione di sostanze sgradevoli ad azione repellente fa
parte di una strategia difensiva
dell’insetto nei confronti di
possibili predatori. Durante il
volo emettono un ronzio intenso, a causa del quale possono
essere facilmente scambiati per
insetti maggiormente pericolosi (bombi, vespe, ecc.), destando inutili preoccupazioni ed
atteggiamenti di entomofobia.
lentare il raggiungimento di un
equilibrio tra fitofagi e nemici
naturali.
Conclusioni
I ritrovamenti effettuati negli
ultimi tre anni indicano che L.
occidentalis si ormai permanentemente insediato nel territorio trentino; la dinamica
della sua espansione lascia
supporre che anche le zone
non ancora invase, cos come il
vicino Alto Adige, saranno
presumibilmente interessate
dal problema nel prossimo futuro. Ci anche in considerazione del fatto che l’azione
contenitiva da parte dei
limitatori naturali affidata per
il momento ad entit polifaghe
ed aspecifiche, che non hanno
grandi capacit di ricerca della
specie ospite e diventano attive solo ad elevati livelli di popolazione della stessa.
In attesa quindi del ripristino di
un equilibrio modificato dal-
l’introduzione di un insetto non
autoctono, che richiede una
fase di adattamento dei possibili antagonisti alla nuova specie, e considerando la scarsa
dannosit della stessa, si dovrebbe puntare ad una convivenza
tranquilla tra cittadini ed altre
entit biotiche, difendendosi
ove possibile con metodi naturali (scopa e paletta) senza ricorrere a prodotti antiparassitari.
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Societ Entomologica Italiana,
133(2): 103-112.
• Dalla giornata di confronto fra rappresentanti
di province e/o regioni dell’Italia Settentrionale che si è svolta a Trento per iniziativa dell’assessore provinciale all’agricoltura, commercio
e turismo Tiziano Mellarini, sono emerse idee
e proposte comuni in merito ad alcuni nodi
politico-amministrativi da affrontare insieme.
Riguardano: la costituzione di un organo
pagatore regionale che sostituisca l’AGEA di
Roma; la messa a punto di indirizzi operativi
da inserire nella programmazione agricola
europea per il sessennio 2007-2013, la revisione della normativa riguardante il comparto
bonifiche e miglioramento fondiario.
• Nel corso di un convegno su “Fitofarmaci e
ambiente” che si è svolto a Palermo dal 20 al
21 ottobre 2004 il gruppo di lavoro coordinato
dal dr. Michele Lorenzin, responsabile del settore laboratorio e controlli dell’Agenzia per la
protezione dell’ambiente di Trento, ha presentato un progetto di ricerca intitolato “Residui
nel pranzo pronto”. A partire dal 2005 le agen-
zie regionali e/o provinciali per la protezione
dell’ambiente di tutta Italia eseguiranno prelievi di pietanze servite nelle mense aziendali
e scolastiche da sottoporre ad analisi per individuare e quantificare la presenza di eventuali
residui di antiparassitari agricoli. Le attrezzature ed i metodi di analisi usati consentiranno
di arrivare alla soglia minima di 1 microgrammo
per chilogrammo di cibo esaminato.
• Ammonta a 630 mila euro la somma che il
Piano di sviluppo rurale 2000-2006 della Provincia autonoma di Trento mette a disposizione dell’Istituto Agrario di S. Michele
all’Adige per l’attività di qualificazione professionale extrascolastica nel periodo 20042005. La somma, integrata da una quota di
compartecipazione di 30 mila euro da parte
dei frequentanti, sarà suddivisa equamente
fra: corso modulare per il conseguimento del
brevetto di imprenditore agricolo, corsi dedicati specificatamente ad agricoltori e seminari tecnici, corsi di ambito para-agricolo.
TERRA TRENTINA
FATTI/PREVISIONI
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