Sussidio per la famiglia - Parrocchia Sacro Cuore

PREGHIERA IN FAMIGLIA
ARCIDIOCESI DI CAPUA
PARROCCHIA SACRO CUORE
“È ormai il tempo di … USCIRE ”
SUSSIDIO AVVENTO - NATALE
2016
PAG. 1
PRESENTAZIONE
L’ avvento è tempo di attesa, di preparazione ma soprattutto è tempo di
gioia e di speranza.
Una coppia che attende un bambino certamente si impegna a preparare
tutte le cose necessarie per accogliere la nuova vita che sarà piccola e
indifesa. Si mettono in atto tutte le iniziative che permettano una
nascita serena. La mamma rallenta il suo ritmo e tutta l’attenzione è
posta su colui che deve venire. Si sente che il tempo sfugge, ormai sta
giungendo il momento in cui tutto cambierà, perché la vita rinasce. Così
l’Avvento è tempo di gioia, di speranza perché viene la luce che dissipa
ogni ombra di morte. Non si può essere tristi quando si conosce la
grandezza del dono: «È ormai il tempo di svegliarvi dal sonno, perché
adesso la nostra salvezza è più vicina di quando diventammo credenti.
La notte è avanzata, il giorno è vicino» (Rm 13,11). La gioia che viene
non può lasciarci addormentati.
La Chiesa di questo tempo, la nostra Chiesa diocesana, fa suo il sogno di
Papa Francesco che ci invita ad uscire verso le periferie del non senso,
dei poveri, dei lontani, degli ultimi e portare il sorriso della carità di
Cristo, la gioia dell’amore. Rivestiti del Signore Gesù Cristo (Rm 13,14)
siamo chiamati ad uscire per andare incontro agli altri e portare a
tutti la gioia del Natale che viene.
A tutti buona preghiera e buon Avvento.
don Raffaele D’Agosto
PREGHIERA IN FAMIGLIA
PAG. 3
INTRODUZIONE
Ogni anno, puntuale, si presenta a noi l’Avvento che ci conduce a contemplare, nel
Natale, il mistero del Dio con noi. La stanchezza, l’abitudine, il dovere possono
svilire questo tempo particolare dell’anno liturgico. In noi c’è sempre bisogno che
qualcuno stimoli ed aiuti a ravvivare la riconoscenza in Colui che si è fatto uomo per
noi e che schiude la storia della speranza. Gli aiuti ed i mezzi possono essere
molteplici, ma sono necessarie soprattutto la Parola di Dio, l’azione liturgica e la
carità che si traduce nella testimonianza di vita. Questo sussidio ha il semplice scopo,
senza nessuna pretesa, di suggerire spunti e riflessioni per aiutare a vivere con
consapevolezza ed impegno il tempo di Avvento e di Natale. Il filo conduttore di
ogni riflessione è la celebrazione dell’Eucaristia. La comunità cristiana, infatti,
trova nella celebrazione eucaristica il culmine e la fonte della vita della Chiesa. Cristo
si rende presente e si dona spezzando la sua Parola ed il suo Corpo. Ogni tre anni
vengono letti nella Messa domenicale i primi tre Vangeli, Matteo, Marco e Luca: la
lettura del Vangelo di Giovanni è distribuita nel tempo pasquale e nelle domeniche
lasciate scoperte dal Vangelo di Marco, per la sua brevità. Per l’anno “A” la scelta
cade sul Vangelo di Matteo, il primo dei quattro, secondo l’ordine tradizionale, non
tanto per l’antichità, attribuita oggi dalla scienza biblica al Vangelo di Marco, quanto
per il suo strettissimo legame con l’Antico Testamento, tanto da sembrare il testo di
raccordo tra la Bibbia ebraica e la Bibbia cristiana. Questo sussidio è introdotto da
una breve presentazione dell’Avvento, ogni tappa sarà illuminata dalla Parola del
giorno; inseriremo la novena all’Immacolata Concezione, la novena di Natale a Gesù
Bambino, nel desiderio di aiutare le famiglie a vivere ed a celebrare insieme il
mistero dell’incarnazione di Dio, ed altre cose che scoprirete nell’evolversi dei tempi.
Ogni tempo liturgico è un dono: il Dio con noi, attraverso l’azione liturgica, si
manifesta e si dona nella piena gratuità; spetta a noi aprirci ed accogliere la continua
presenza di Cristo. E’ lui che ci viene incontro e ci santifica, non le nostre azioni e i
nostri buoni propositi, anche se la nostra collaborazione ed il nostro impegno sono
importanti. Ogni comunità cristiana vive tra il “già” ed il “non ancora”, crescendo
nella fede, nella carità e nella speranza del ritorno glorioso del Risorto.
TEMPO DI AVVENTO E NATALE
L’Avvento è un periodo di quattro settimane che apre ogni anno il ciclo delle
celebrazioni del mistero di Cristo. Come gli altri tempi ha una festa come punto di
riferimento e dalla quale trae il suo preciso significato: il Natale di Cristo. La festa
del Natale risale alla prima metà del IV secolo, ma solo nel VI secolo si è formato un
tempo di preparazione ascetico-penitenziale che assumerà poi un carattere liturgico.
Al centro di questo periodo si trova l’adventus o venuta del Signore, quella storica
nella carne e quella finale nella gloria. Così la parola latina italianizzata “avvento”
passò ad indicare il periodo che precede il Natale. Anche nella struttura attuale
l’Avvento conserva intatte, anzi più marcate, le due caratteristiche: orientato nelle
prime settimane alla venuta gloriosa di Cristo, nelle ultime (in particolare dal 17
dicembre) concentrato sulla nascita storica, l’incarnazione del Verbo, del Figlio di
Dio. Quindi l’Avvento non è la commemorazione della lunga attesa del popolo
ebraico, proteso verso il Messia, né semplice preparazione al Natale. E’ un tempo
vissuto sotto il segno della venuta del Signore: della prima “venuta storica”, che
inaugura il tempo di salvezza, e della seconda “venuta escatologica”, che ne sarà il
compimento. La prima è fondamento della seconda e la seconda il suo coronamento.
Tra la prima e la seconda venuta si colloca la vita della Chiesa che celebra l’unico
mistero di Cristo (il Cristo che è venuto e che verrà), celebra nell’oggi la sua
“venuta” (la sua costante manifestazione come Salvatore), raccordando quella storica
e quella finale.
Tempo di attesa e di speranza, ma anche tempo di ascolto e di riflessione sul “regno”
di giustizia e di pace inaugurato dal Messia e sulla “identità” divino-umana della
persona di Cristo, secondo le indicazioni delle letture bibliche che sono state scelte
con particolare cura e con grande abbondanza. La solennità dell’Immacolata
Concezione, fissata all’8 dicembre a causa della natività di Maria all’8 settembre, non
ostacola il cammino dell’Avvento ma piuttosto esalta l’efficacia dell’opera del
Salvatore che ha santificato la madre fino dal suo primo concepimento.
La festa del Natale del Signore ha incontrato fin dall’inizio larga simpatia nel popolo
cristiano. Ma la pietà antica ha sottolineato con vigore l’aspetto teologico, cioè
l’incarnazione del Verbo-Figlio di Dio nella nascita di un bambino dal grembo delle
Vergine Maria, come inizio della nostra salvezza e di partecipazione della nostra
natura alla vita divina. Il Natale del Signore implica il riconoscimento del suo mistero
e la risposta di tutti gli uomini mediante l’accoglienza della fede. Dal mistero centrale
della nascita del Figlio di Dio si passa a considerare la sua manifestazione al mondo
con la chiamata delle genti (Epifania), la proclamazione al Giordano della sua
figliolanza divina ed investitura messianica (festa del battesimo), come la sua vita in
famiglia (festa della Santa Famiglia), la sua circoncisione (ottavo giorno).
Soprattutto dopo il Natale del Signore si celebra la sua Madre (con il titolo di Madre
di Dio: 1 gennaio). Nonostante la varietà delle celebrazioni liturgiche, uno solo è
l’evento salvifico commemorato nei suoi vari aspetti e momenti: l’incarnazione del
Signore e la sua manifestazione all’umanità. Perciò il periodo che va dal Natale alla
festa del battesimo del Signore (domenica dopo l’Epifania) è giustamente chiamato
tempo di Natale o natalizio.
PREGHIERA IN FAMIGLIA
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ORIENTAMENTI PRATICI
1. La preghiera dell’Avvento sarà caratterizzata dalla dimensione dell’attesa
(Vieni, Signore) come coscienza della nostra povertà e disponibilità ad
accogliere la salvezza che viene da Dio.
2. Il tempo di Avvento è il vero periodo mariano, poiché tra i modelli spicca la
figura di Maria di cui si parla in numerose letture bibliche (Annunciazione,
Visitazione) e di cui si celebra la solennità dell’Immacolata Concezione.
3. Si raccomanda di valorizzare i giorni precedenti il Natale (novena) utilizzando
i formulari che sviluppano il mistero natalizio.
4. Sarà opportuno riflettere sul ricco significato della festa del Natale e
dell’Epifania, correggendo la visione un po’ semplicistica del Natale come la
nascita del Bambino Gesù e l’Epifania come festa dei magi.
I SEGNI DA VIVERE IN AVVENTO
L’ALBERO DI NATALE
Quella dell’albero è una delle usanze natalizie più popolari nei Paesi occidentali, ove
si affianca oramai al tradizionale presepe. Non a caso Giovanni Paolo II a partire dal
1982 volle che in occasione delle festività natalizie in piazza San Pietro, accanto al
presepe, fosse collocato un alto e robusto abete, finemente decorato con palline color
oro e argento e con luci bianche e gialle. Un gesto di ecumenismo quello compiuto
dal grande Papa, volto a sottolineare l’unità del mistero dell’Incarnazione, pur nella
molteplicità delle tradizioni elaborate nelle varie parti del mondo cristiano per
esprimerlo. “L’abete sempre verde – ricordava Giovanni Paolo II – esalta il valore
della vita, perché nella stagione invernale diviene segno della vita che non muore”.
Facilmente l’albero natalizio si presta ad essere associato a Gesù Cristo, fonte, per noi
cristiani, della vita che non muore. Le luci e le palline colorate, a loro volta,
richiamano Cristo, luce del mondo, venuto a diradare le tenebre del peccato e della
morte in cui è avvinta l’umanità. L’albero ben si presta allora ad una lettura
“cristiana” e così viene da sempre inteso nei Paesi in cui questa tradizione è nata.
Consapevoli di questo intendiamo dare continuità all’iniziativa del santo Papa
Giovanni Paolo II, spiegando che “l’abete posto accanto al presepe mostra a suo
modo la presenza del grande mistero nel luogo semplice e povero di Betlemme”.
Il significato di questa usanza nell’ambito della religione cristiana e della tradizione
biblica si trova sviluppata nella ricchissima simbologia dell’albero. Già nel secondo
capitolo della Genesi troviamo, infatti, il riferimento a due alberi: l’albero della
conoscenza del bene e del male (simbolo della tentazione dell’uomo di tutti i tempi di
sostituirsi a Dio, ricercando in sé stesso, invece che nella legge di Dio, il fondamento
di ciò che è bene e di ciò che è male) e l’albero della vita (simbolo della possibilità di
vita immortale che Dio offre all’uomo disposto a compiere la Sua volontà), cui
l’albero di Natale si richiama. In numerosi passi dell’Antico testamento, inoltre,
l’albero è il simbolo del giusto, più volte identificato con il robusto cedro del Libano
(Prov 11, 30: “Il frutto del giusto è un albero di vita”), o della sapienza di Dio che
sorregge il giusto (Prov 3,18: “E’ un albero di vita per chi ad essa [cioè alla sapienza]
si attiene”). Nelle visioni degli antichi profeti biblici, l’albero indica, a seconda dei
casi, il Messia nascente, che verrà a liberare il popolo di Israele (cfr. Isaia 11, 1: “Un
germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici” –
passo che la tradizione cristiana e la stessa liturgia della Chiesa applicano a Gesù
Cristo), o lo stesso Israele riscattato da Dio (cfr. Os 14,6: “Israele fiorirà come un
giglio e metterà radici come un albero del Libano”). In Osea 14, 9 l’albero è
addirittura indicato come l’emblema di Dio: “… io [il soggetto sottinteso è Dio] sono
come un cipresso sempre verde; grazie a me tu porti frutto”.
La simbologia dell’albero è altresì presente nel Nuovo Testamento con riferimento
innanzitutto a Cristo e alla sua Croce. San Giovanni, nel libro dell’Apocalisse, con
sottile allusione al costato trafitto di Cristo, da cui sgorgò “sangue e acqua” (Gv 19,
34), riporta in visione: “In mezzo alla piazza della città [santa] e da una parte e
dall’altra del fiume si trova un albero di vita che dà dodici raccolti e produce frutti
ogni mese; le foglie dell’albero servono a guarire le nazioni” (Ap 22, 2). L’albero
della vita qui è allegoria della Croce e le sue foglie simbolo della universalità della
salvezza, recata da Cristo a tutti i popoli. Infine, nei Vangeli, l’albero è spesso
presentato come il simbolo del regno dei cieli (così nella parabola del granello di
senapa in Mt 13, 31-32: “Il regno dei cieli si può paragonare ad un granellino di
senape, che un uomo prende e semina nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i
semi, ma una volta cresciuto diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo si
annidano tra i suoi rami”) nonché della stessa Chiesa, popolo eletto della nuova
alleanza (cfr., ad es., la parabola dei vignaiuoli omicidi in Mt 33, 45 ss.).
Alla luce di questa elaborazione sarà posto sul Presbiterio un albero di Natale
schematico al quale ogni domenica di Avvento e nella solennità dell’Immacolata
Concezione sarà appuntata una stella con l’indicazione della domenica. Sulla punta
sarà applicata, durante la veglia natalizia, una stella che indicherà il compimento del
periodo di Avvento.
PREGHIERA IN FAMIGLIA
PAG. 7
Ia DOMENICA D’AVVENTO
27 novembre 2016
La stella della VIGILANZA
«Vegliate, per essere pronti al suo arrivo»
Monizione iniziale
Oggi inizia il tempo di Avvento, e la liturgia ci invita quindi
a riflettere sul vero significato di questo periodo di attesa. Certo l'Avvento, come il
Natale, è un tempo “speciale”. La Parola ci suggerisce però che l’eccezionalità di
questi giorni si comprende solo mettendoli in relazione col resto della nostra vita di
uomini e di cristiano. Sia Paolo, nella lettera ai Romani, sia Gesù, nel vangelo di
Matteo, ci dicono che la chiave per comprendere ciò che accade sta in noi e nel nostro
modo di affrontare l'attesa. Solo rivestendosi dell’armatura della luce, cioè
compiendo opere degne di Dio, possiamo renderci degni e prepararci alla venuta nel
mondo del Figlio dell'uomo.
Preghiera finale
Signore, Tu vieni nell’ora che meno mi aspetto.
Ma vieni sempre al momento giusto!
Vieni presto, io sono qui,
un po’ impaurito, dietro le finestre del mio cuore.
Non so se sono pronto, ma tu vieni lo stesso
e portami ad un amore più forte del tempo,
portami ad una gioia più profonda degli abissi del mare,
portami ad una serenità più duratura di mille primavere.
Guarisci le mie lacerazioni, i miei rapporti sbagliati,
costruisci in me spazi nuovi di condivisione e di solidarietà,
di fiducia e di tenerezza.
Signore, vieni nel buio della mia notte
e sprigiona in me, in noi, la tua luce!
Amen.
Impegno: Rifletto sulle letture bibliche di questa domenica e riprendo l’espressione più
significativa per me, la ripeto spesso, per interiorizzarla e, poi, agire di conseguenza.
IIa DOMENICA D’AVVENTO
4 dicembre 2016
La stella della CONVERSIONE
«Convertitevi: il regno dei cieli è vicino!»
Monizione iniziale
La liturgia di oggi, dopo l'introduzione al tempo d'Avvento
rappresentata dalla prima domenica, ci chiede di compiere un passo molto faticoso
sulla via che porta alla grotta di Betlemme. La predicazione schietta e radicale di
Giovanni Battista ci invita a prepararci per la venuta del Signore raddrizzando i suoi
sentieri, sgombrando cioè il nostro cuore da tutto ciò che ostacola il rapporto con Dio.
In questo abbiamo un aiuto enorme, decisivo, che ci viene da Gesù stesso, che ci
raggiunge anche quando ci trova impreparati, e ci offre sé stesso come esempio e
come salvezza.
Preghiera finale
“Quante pietre ho seminato, Signore, sul mio cammino
e quante stelle ho spento nel mio cielo!
Ho buttato le tue rose in fondo al pozzo,
ho cancellato le tue note dai miei spartiti.
Ho aperto la porta all’egoismo,
le finestre all’indifferenza.
Sono corso dietro all’orgoglio e sono caduto.
Ho seguito l’arroganza e mi sono perduto.
Ho stretto la mano al potere e mi sono incatenato.
Ho maltrattato il mio vicino e ho offeso la mia stessa umanità.
Si è spento l’amore in ogni stanza del mio cuore
e ho incolpato te, Signore, per tutto il male dentro me.
Le pietre della mia superbia mi hanno seppellito,
sono diventate il mio stesso mausoleo.
Gli altri ci sputano sopra. E anche io …
Non ho il coraggio di ricominciare, Signore.
Di riprovarci.
Ricomincia Tu.
E queste pietre diventeranno stelle”.
Impegno: Chiedo, ogni giorno, a Gesù la luce dello Spirito Santo, perché mi insegni a distinguere il
bene dal male e mi aiuti ad aderire al bene, per compierlo con delicatezza e misericordia.
PREGHIERA IN FAMIGLIA
PAG. 9
NOVENA DELL’IMMACOLATA
29 Novembre – 7 dicembre 2016
Possiamo prima di tutto parlare dell’angelo che porta l’annuncio a Maria. Chi è
Maria? Una giovane donna ebrea, molto pia e molto buona, che vive intensamente
l’attesa del Messia, conosce le promesse dei profeti dell’Antico Testamento e
desidera ardentemente che si realizzino. Uno splendido angelo, l’arcangelo Gabriele,
le appare un giorno e le parla di cose enormi: le dice “Ave, piena di grazia. Il signore
è con te” (qui si può chiedere ai bambini se ricordano una preghiera che inizia proprio
così). Le dice che avrà un bambino, sarà il figlio di Dio. Poteva Dio scegliere una
persona malvagia per accogliere il suo Figlio? Quando una mamma qualunque
aspetta un bambino prepara la casa, prepara i vestiti, il lettino … Dio ha “preparato”
in un certo senso la sua mamma, facendola nascere senza peccato (sin dal
concepimento). I genitori di Maria si chiamavano Anna e Gioacchino (erano i nonni
di Gesù) ed erano molto vecchi quando lei nacque. Lei fu la risposta alle loro più
ardenti preghiere. Maria nacque dunque senza il peccato originale, senza la macchia
che colpisce gli uomini fin dalla cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso terrestre.
Questo è un regalo unico, nessun altro essere umano ha mai avuto un regalo così,
perché Gesù aveva scelto la sua mamma ancora prima che lei venisse al mondo e le
aveva fatto un regalo speciale. Maria è nata dunque senza peccato originale e non ha
mai commesso nessun peccato in vita sua, né mortale né veniale. Eppure Maria
rimane libera in ogni momento della sua vita: l’angelo non va a darle un ordine, va a
chiedere un permesso. E Maria risponde senza esitazioni: “Eccomi, sono la serva del
Signore”. Pur senza il peccato originale, Maria poteva scegliere il bene come il male
e ha scelto di fidarsi di Dio. Anche noi, come Maria, dobbiamo fidarci di Dio, dirgli
di sì in ogni momento della nostra vita. Anche noi, come Maria, siamo liberi di fare il
bene o il male, ma abbiamo da Dio tutti gli strumenti (la grazia) necessari a fare il
bene. Noi non siamo nati senza il peccato originale, ma ci è stato tolto con il
battesimo.
Oggi inizia la novena che precede la solennità dell’Immacolata Concezione. La festa
sarà l’8 dicembre. Il dogma fu proclamato nel 1854 dal beato Pio IX, ma in realtà
nella credenza popolare l’idea era presente (per quanto non esente da dispute
teologiche) sin dalle primissime comunità cristiane. Ma cosa significa “Immacolata
Concezione”? In questo periodo di attesa, per il Natale, per la nascita di Gesù, è
abbastanza normale parlare anche della mamma di quel bambino che il mondo
attende.
Preghiera iniziale
Cel.: Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
Vergine purissima, concepita senza peccato, tutta bella e senza macchia dal primo
istante,Ti venero oggi sotto il titolo di Immacolata Concezione. Il Tuo Divino Figlio
mi ha insegnato, attraverso la Sua stima, rispetto e sottomissione a Te, quali onori e
omaggi io Ti dovrei prestare. Tu sei il rifugio sicuro dei peccatori pentiti e per questo
ricorro a Te, attraverso questa novena. Sei la Madre di Misericordia cui presento le
mie miserie e ti chiedo di aiutarmi, poiché, dopo Gesù, sei tutta la mia speranza. Con
la Tua intercessione materna, Madonna piena di bontà e potere presso il Signore, Ti
supplico di farmi ottenere … ( esporre la grazia richiesta ). Se ciò che Ti chiedo non è
per la gloria di Dio ed il bene della mia anima, fammi avere quello che sia più
conforme a entrambi. Amen!
SOLENNE CONSACRAZIONE ALL’IMMACOLATA
Tutti
O Cuore Immacolato di Maria ardente di bontà, mostra il tuo amore verso
di noi. La fiamma del tuo cuore, o Maria, scenda su tutti gli uomini. Noi ti
amiamo tanto. Imprimi, nei nostri cuori il vero amore così da avere un
continuo desiderio di te. O Maria, umile e mite di cuore, ricordati di noi
quando siamo nel peccato. Tu sai che tutti gli uomini peccano. Donaci, per
mezzo del tuo Cuore Immacolato, la salute spirituale. Fa' che sempre
possiamo guardare alla bontà del tuo Cuore materno e che ci convertiamo
per mezzo della fiamma del tuo Cuore. Amen.
Preghiera finale
O Dio che preservando la Vergine dal peccato originale hai preparato in lei
una dimora degna per il tuo unico Figlio, ti supplichiamo, tu, che in
previsione della morte del medesimo Figlio tuo, l'hai preservata da ogni
macchia, accordaci, per sua intercessione, che purificati da ogni peccato,
possiamo giungere fino a te che vivi e regni nei secoli dei secoli. Noi te lo
domandiamo per il nostro Signore Gesù Cristo. Amen
Canto finale
Tota pulchra es, Maria
Tota pulchra es, Maria
Et macula originalis non est in Te
Et macula originalis non est in Te
Tu gloria Ierusalem
Tu laetitia Israel
Tu honorificentia populi nostri
Tu advocata peccatorum
O Maria, O Maria
Virgo prudentissima
Mater clementissima
Ora pro nobis
Intercede pro nobis
Ad Dominum Iesum Christum
PREGHIERA IN FAMIGLIA
PAG. 11
1 giorno – 29 Novembre
LA GIOIA
Preghiera iniziale e Solenne consacrazione all’Immacolata
Lettura breve: Mt 1, 18-23
«Credenti e non credenti, contempliamo innanzitutto l'ineffabile esperienza di Dio,
che la vergine Maria ha vissuto, per farla nostra. Guardiamo a Nazareth, e poi a
Betlemme, dove Maria accoglie l'annunciazione del Signore, e per opera dello Spirito
Santo diviene la madre di Dio che si fa uomo. Fin da quei momenti, in Maria la
Chiesa "esalta il frutto più eccelso della redenzione, ed in lei contempla con gioia...
ciò che essa tutta desidera e spera di essere" (cf. SC 103); anzi, ciò che l'intera
umanità è chiamata ad essere. Lontani da Dio, infatti, noi e la nostra società non
andremo lontano. Conosceremo ulteriormente la schiavitù dei nostri idoli e le
ricorrenti insidie del paganesimo, e avremo paura anche dei nostri passi: della vita,
dell'amore, della famiglia, della libertà, del sacrificio, della giustizia e della pace.
Peseremo con tante contraddizioni sui poveri e sulle prospettive di vera fraternità tra i
popoli. Le conquiste del nostro progresso potranno essere anche la nostra babele e la
nostra morte».
IL CERCHIO DELLA GIOIA
Un giorno, non molto tempo fa, un contadino si presentò alla porta di un convento e
bussò energicamente. Quando il frate portinaio aprì la pesante porta di quercia, il
contadino gli mostrò, sorridendo, un magnifico grappolo d'uva. "Frate portinaio"
disse il contadino "sai a chi voglio regalare questo grappolo d'uva che è il più bello
della mia vigna?". "Forse all'Abate o a qualche frate del convento". "No, a te!". "A
me?" Il frate portinaio arrossì tutto per la gioia. "Lo vuoi dare proprio a me?" "Certo,
perché mi hai sempre trattato con amicizia e mi hai aiutato quando te lo chiedevo.
Voglio che questo grappolo d'uva ti dia un po' di gioia!". La gioia semplice e schietta
che vedeva sul volto del frate portinaio illuminava anche lui. Il frate portinaio mise il
grappolo d'uva bene in vista e lo rimirò per tutta la mattina. Era veramente un
grappolo stupendo. Ad un certo punto gli venne un'idea: "Perché non porto questo
grappolo all'Abate per dare un po' di gioia anche a lui?". Prese il grappolo e lo portò
all'Abate. L'Abate ne fu sinceramente felice. Ma si ricordò che c'era nel convento un
vecchio frate ammalato e pensò: "Porterò a lui il grappolo, così si solleverà un poco".
Così il grappolo d'uva emigrò di nuovo. Ma non rimase a lungo nella cella del frate
ammalato. Costui pensò infatti che il grappolo avrebbe fatto la gioia del frate cuoco,
che passava le giornate ai fornelli, e glielo mandò. Ma il frate cuoco lo diede al frate
sacrestano (per dare un po' di gioia anche a lui), questi lo portò al frate più giovane
del convento, che lo portò ad un altro, che pensò bene di darlo ad un altro. Finché, di
frate in frate il grappolo d'uva tornò dal frate portinaio (per portargli un po' di gioia).
Così fu chiuso il cerchio. Un cerchio di gioia.
Simbolo
La radice della gioia di Cristo è entrata in noi col battesimo e
germoglia pregando e vivendo del suo amore. La corona del
rosario è il nostro cerchio della gioia senza fine.
Preghiera finale e canto
2 giorno – 30 Novembre
L’ACCOGLIENZA
Preghiera iniziale e Solenne consacrazione all’Immacolata
Lettura breve: Lc 1, 39-47
«Dice Elisabetta a Maria, che le fa visita: "E beata sei, che hai creduto
nell'adempimento delle parole del Signore" (cf. Lc 1,45). Nella fede di Maria in un
Dio che parla agli uomini come ad amici per vivere in comunione con loro, Chiesa e
cristiani sanno che è già espressa anche la fede da cui sono convocati. A una tale fede
essi sono chiamati a dare ora quotidiana testimonianza, in questo mondo che ha
estremo bisogno di Dio, con gli stessi sentimenti della Vergine: come lei, in ascolto e
in accoglienza del Signore che viene; come lei, in preghiera incessante; come lei e
con lei, decisi a compiere la volontà del Padre: "Ecco, sono la serva del Signore,
avvenga di me quello che hai detto" (Lc 1,38)».
PREGHIERA IN FAMIGLIA
PAG. 13
LA VECCHIETTA CHE ASPETTAVA DIO
La vita di ognuno di noi è intessuta di attese. Si tratta di una esperienza importante e
di grande valore educativo. Consapevole di ciò, la Chiesa ha fissato un tempo per
ravvivare questo 'stato' fondamentale nella vita del cristiano: il tempo dell'Avvento.
La storia sottolinea che Dio è sempre sorprendente... è possibile incontrarlo in tanti
modi, ma in modo particolare nelle persone che ci avvicinano tutti i giorni. C'era una
volta un'anziana signora che passava in pia preghiera molte ore della giornata. Un
giorno sentì la voce di Dio che le diceva: "Oggi verrò a farti visita". Figuratevi la
gioia e l'orgoglio della vecchietta. Cominciò a pulire e lucidare, impastare e infornare
dolci. Poi indossò il vestito più bello e si mise ad aspettare l'arrivo di Dio. Dopo un
po', qualcuno bussò alla porta. La vecchietta corse ad aprire. Ma era solo la sua vicina
di casa che le chiedeva in prestito un pizzico di sale. La vecchietta la spinse via: "Per
amore di Dio, vattene subito, non ho proprio tempo per queste stupidaggini! Sto
aspettando Dio, nella mia casa! Vai via!". E sbattè la porta in faccia alla mortificata
vicina. Qualche tempo dopo, bussarono di nuovo. La vecchietta si guardò allo
specchio, si rassettò e corse ad aprire. Ma chi c'era? Un ragazzo infagottato in una
giacca troppo larga che vendeva bottoni e saponette da quattro soldi. La vecchietta
sbottò: "Io sto aspettando il buon Dio. Non ho proprio tempo. Torna un'altra volta!".
E chiuse la porta sul naso del povero ragazzo. Poco dopo bussarono nuovamente alla
porta. La vecchietta aprì e si trovò davanti un vecchio cencioso e male in arnese. "Un
pezzo di pane, gentile signora, anche raffermo... E se potesse lasciarmi riposare un
momento qui sugli scalini della sua casa", implorò il povero. "Ah, no! Lasciatemi in
pace! Io sto aspettando Dio! E stia lontano dai miei scalini!" disse la vecchietta
stizzita. Il povero se ne partì zoppicando e la vecchietta si dispose di nuovo ad
aspettare Dio. La giornata passò, ora dopo ora. Venne la sera e Dio non si era fatto
vedere. La vecchietta era profondamente delusa. Alla fine si decise ad andare a letto.
Stranamente si addormentò subito e cominciò a sognare. Le apparve in sogno il buon
Dio che le disse: "Oggi, per tre volte sono venuto a visitarti, e per tre volte non mi hai
ricevuto".
Simbolo
La porta sarà il simbolo della nostra accoglienza verso le
persone più bisognose e verso Dio. Teniamo sempre aperta la
nostra porta … la porta dell’accoglienza.
Preghiera finale e canto
3 giorno – 1 Dicembre
L’UMILTÀ
Preghiera iniziale e Solenne consacrazione all’Immacolata
Lettura breve: Gv 19, 25
«Guardiamo, poi, al Calvario. Per quella morte Gesù ha vissuto, perché voleva dare al
Padre l'estrema testimonianza dell'amore, e agli uomini l'estrema testimonianza della
misericordia. Il suo sacrificio sulla croce ci riscatta tutti nella libera e generosa offerta
della esistenza di Gesù al Padre, il quale vuole che nessuno di noi vada perduto. Così,
in un mondo dove abbonda il peccato, sovrabbonda la grazia (cf. Rm 5,20), e a tutti è
data la speranza viva e la gioia indicibile di conoscere la verità e di conseguire la
salvezza (cf. 1Pt 3,9). Stava ai piedi della croce Maria, sua madre, a lui associata sino
alla fine. Non una parola, non un grido tramandano a noi gli evangelisti, ma
l'immagine potente di chi già contemplava il Figlio ancora bambino, e "serbava tutte
queste cose nel suo cuore", perché sapeva che egli doveva occuparsi delle cose del
Padre suo (cf. Lc 2,19; 3,49)».
VIA CON IL VENTO
Nel prato di un giardino pubblico, con il tiepido sole della primavera, in mezzo
all'erba tenera, erano spuntate le foglie dentellate e robuste dei Denti di Leone. Uno
di questi esibì un magnifico fiore giallo, innocente, dorato e sereno come un tramonto
di maggio. Dopo un po' di tempo il fiore divenne un "soffione": una sfera leggera,
ricamata dalle coroncine di piumette attaccate ai semini che se ne stavano stretti
stretti al centro del soffione. E quante congetture facevano i piccoli semi. Quanti
sogni cullava la brezza alla sera, quando i primi timidi grilli intonavano la loro
serenata. "Dove andremo a germogliare?". "Chissà?". "Solo il vento lo sa". Un
mattino il soffione fu afferrato dalle dita invisibili e forti del vento. I semi partirono
attaccati al loro piccolo paracadute e volarono via, ghermiti dalla corrente d'aria.
"Addio... addio", si salutavano i piccoli semi. Mentre la maggioranza atterrava nella
buona terra degli orti e dei prati, uno, il più piccolo di tutti, fece un volo molto breve
e finì in una screpolatura del cemento di un marciapiede. C'era un pizzico di polvere
depositato dal vento e dalla pioggia, così meschino in confronto alla buona terra
grassa del prato. "Ma è tutta mia!", si disse il semino. Senza pensarci due volte, si
rannicchiò ben bene e cominciò subito a lavorare di radici. Davanti alla screpolatura
PREGHIERA IN FAMIGLIA
PAG. 15
nel cemento c'era una panchina sbilenca e scarabocchiata. Proprio su quella panchina
si sedeva spesso un giovane. Era un giovane dall'aria tormentata e lo sguardo
inquieto. Nubi nere gli pesavano sul cuore e le sue mani erano sempre strette a pugno.
Quando vide due foglioline dentate verde tenero che si aprivano sulla strada nel
cemento, rise amaramente: "Non ce la farai! Sei come me!", e con un piede le
calpestò. Ma il giorno dopo vide che le foglie si erano rialzate ed erano diventate
quattro. Da quel momento non riuscì più a distogliere gli occhi dalla testarda
coraggiosa pianticella. Dopo qualche giorno spuntò il fiore, giallo brillante, come un
grido di felicità. Per la prima volta dopo tanto tempo il giovane avvilito sentì che il
risentimento e l'amarezza che gli pesavano sul cuore cominciavano a sciogliersi.
Rialzò la testa e respirò a pieni polmoni. Diede un gran pugno sullo schienale della
panchina e gridò: "Ma certo! Ce la possiamo fare!". Aveva voglia di piangere e di
ridere. Sfiorò con le dita la testolina gialla del fiore. Le piante sentono l'amore e la
bontà degli esseri umani. Per il piccolo e coraggioso Dente di Leone la carezza del
giovane fu la cosa più bella della vita.
Simbolo
Il cuore dell’Immacolata era di una fortissima umiltà,
infatti quanto più si sentiva arricchita di virtù tanto più si
umiliava ricordandosi che era tutto dono di Dio.
Preghiera finale e canto
4 giorno – 2 Dicembre
DOLORE
Preghiera iniziale e Solenne consacrazione all’Immacolata
Lettura breve: Gv 19,25-27
«"A te una spada trafiggerà l'anima", le era stato detto, perché egli è qui per la rovina
e la risurrezione, segno di contraddizione che rivela i pensieri dei cuori (cf. Lc 2,3435). E perché la sua vita è straziata come la vita del Figlio, che sulla croce si
abbandona al Padre in un incontro inesprimibile, Maria intuisce e accoglie il mistero
che va oltre quella morte. Anche là, sulla croce, è benedetto il frutto del suo seno (cf.
Lc 1,42). Risorgerà, e sarà primogenito della nuova creazione che torna riconciliata al
Padre. E delle nuove creature lei, la prima dei redenti, sarà madre: "Donna, ecco tuo
figlio; figlio, ecco tua madre!" (cf. Gv 19,26-27)».
LA BAMBINA E IL SUO DOLORE
L’altro giorno ho raccolto una bambina a Calcutta. Dai suoi occhi scuri ho capito che
aveva fame. Le ho dato un po’ di pane e lo stava mangiando una briciola alla volta.
“Mangia il pane, hai fame” ho detto. Le ho chiesto perché mangiasse così lentamente.
“Ho paura di mangiare in fretta. Quando finirò questo pane, avrò presto di nuovo
fame” ha risposto. “Mangia pure più rapidamente, te ne darò ancora”, ho promesso.
Quella bambina piccola conosce già il dolore della fame. “Ho paura”. Vedete: noi
non lo conosciamo. Come potete vedere, non sappiamo cosa sia la fame. Non
sappiamo cosa significhi provare dolore per colpa della fame. Ho visto bambini
piccoli morire per (la mancanza di) una tazza di latte. Ho visto madri soffrire
terribilmente perché i figli morivano di fame tra le loro braccia. Non dimenticate!
Non vi chiedo soldi. Voglio che diate con il vostro sacrificio. Voglio che sacrifichiate
qualcosa che vi piace, qualcosa che vorreste avere per voi stessi. Un giorno venne
alla nostra casa una donna poverissima. “Madre”, disse, “vorrei aiutarvi, ma sono
molto povera. Ogni giorno vado di casa in casa a lavare i panni degli altri. Devo
sfamare i miei figli, ma voglio fare qualcosa. Per favore, lasciami venire ogni sabato
a lavare i vestiti dei tuoi bambini per mezz’ora”. Fu come se quella donna mi avesse
dato più di mille rupie, perché mi donò completamente il suo cuore.
Simbolo
Il simbolo di questa sera è una rosa; la bellezza e il profumo
incantano i sensi tanto da farcela toccare senza pensare alle
spine e al dolore che ci potrebbe provocare perché ignari.
L’Immacolata, invece, decide di essere la mamma di Gesù
nonostante sapesse sin dall’inizio il dolore che avrebbe dovuto provare.
Preghiera finale e canto
PREGHIERA IN FAMIGLIA
PAG. 17
5 giorno – 3 Dicembre
IL CALORE
Preghiera iniziale e Solenne consacrazione all’Immacolata
Lettura breve: Gal 4, 4-5
«Ma per mezzo della beata Vergine Maria siamo nati molto meglio che non per
mezzo di Eva, per il fatto che Cristo è nato da lei. Invece della decrepitezza abbiamo
riacquistato la freschezza; invece della corruzione l'incorruzione; invece delle tenebre
la luce. Ella è nostra madre, madre della nostra vita, madre della nostra incorruzione,
madre della nostra luce. Dice l'Apostolo riguardo a nostro Signore: Egli "è diventato
per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione" (I Cor 1,30). Ella dunque, che
è madre di Cristo, è madre della nostra sapienza, madre della nostra giustizia, madre
della nostra santificazione, madre della nostra redenzione; perciò è per noi più madre
della madre nostra secondo la carne. Dunque da lei abbiamo una natività migliore,
perché da lei è la nostra santità, la nostra sapienza, la nostra giustizia, la nostra
santificazione, la nostra redenzione».
LA NUVOLA E LA DUNA
Una nuvola giovane giovane (ma, è risaputo, la vita delle nuvole è breve e
movimentata) faceva la sua prima cavalcata nei cieli, con un branco di nuvoloni gonfi
e bizzarri. Quando passarono sul grande deserto del Sahara, le altre nuvole, più
esperte, la incitarono: "Corri, corri! Se ti fermi qui sei perduta". La nuvola però era
curiosa, come tutti i giovani, e si lasciò scivolare in fondo al branco delle nuvole, così
simile ad una mandria di bisonti sgroppanti. "Cosa fai? Muoviti!", le ringhiò dietro il
vento. Ma la nuvoletta aveva visto le dune di sabbia dorata: uno spettacolo
affascinante. E planò leggera leggera. Le dune sembravano nuvole d'oro accarezzate
dal vento. Una di esse le sorrise. "Ciao", le disse. Era una duna molto graziosa,
appena formata dal vento, che le scompigliava la luccicante chioma. "Ciao. Io mi
chiamo Ola", si presentò la nuvola. "Io, Una", replicò la duna."Com'è la tua vita lì
giù?". "Bé... Sole e vento. Fa un po' caldo ma ci si arrangia. E la tua?"."Sole e vento...
grandi corse nel cielo". "La mia vita è molto breve. Quando tornerà il gran vento,
forse sparirò". "Ti dispiace?". "Un po'. Mi sembra di non servire a niente". "Anch'io
mi trasformerò presto in pioggia e cadrò. E' il mio destino". La duna esitò un attimo e
poi disse: "Lo sai che noi chiamiamo la pioggia Paradiso?". "Non sapevo di essere
così importante", rise la nuvola. "Ho sentito raccontare da alcune vecchie dune
quanto sia bella la pioggia. Noi ci copriamo di cose meravigliose che si chiamano
erba e fiori"."Oh, è vero. Li ho visti". "Probabilmente io non li vedrò mai", concluse
mestamente la duna. La nuvola rifletté un attimo, poi disse: "Potrei pioverti addosso
io...". "Ma morirai...". "Tu però, fiorirai", disse la nuvola e si lasciò cadere,
diventando pioggia iridescente. Il giorno dopo la piccola duna era fiorita.
Simbolo
L’inverno è ormai arrivato ma noi devoti dell’Immacolata non
avremo mai freddo perché ci sarà sempre il suo caldo mantello
azzurro che ci proteggerà da ogni tempesta.
Preghiera finale e canto
6 giorno – 4 Dicembre
LA TESTIMONIANZA
Preghiera iniziale e Solenne consacrazione all’Immacolata
Lettura breve: Cor 1, 26-30
«La Chiesa intera, che già si esprime in Maria ai piedi della croce, deve oggi con
nuova intensità di fede concentrarsi, come lei, in un indiviso amore a Gesù Cristo suo
Signore. A un mondo che non sa più che cosa è bene e che cosa è male, che conosce
sempre l'orgoglio originale della ribellione a Dio e la conseguente disperazione tra gli
uomini e tra i popoli, noi non possiamo offrire concorrenze, né tanto meno dare
maledizioni. Noi non conosciamo altro, in mezzo agli uomini, se non Gesù Cristo
crocifisso, per noi e per tutti diventato sapienza, giustificazione, santificazione e
redenzione (cf. I Cor 1,30; 2,2). Con tutta la nostra esistenza, è nostra missione
testimoniare che niente si può fare senza di lui e che tutto possiamo con lui che ci
sostiene (cf. Fil 4,13). Anche a noi questo compito trafiggerà l'anima. Non possiamo
essere cristiani a ore, senza gettare totalmente la vita, noi pure fatti segni di
contraddizione, fedeli sino in fondo nella passione per i fratelli, in memoria di lui».
PREGHIERA IN FAMIGLIA
PAG. 19
LA MANO DI DIO
Vorrei raccontarti come Dio può cambiare la vita di una persona in modo radicale e
meraviglioso. Mi chiamo Franco ed ho 42 anni . La mia vita è stata fino a poco tempo
fa, come quella della maggior parte delle persone, una vita normale, basata sugli
eventi mondani quotidiani, che questo mondo offre. Da bambino, nel periodo
scolastico, ho frequentato l’oratorio, partecipando alle varie funzioni religiose, anche
come chierichetto. Poi da adolescente ho iniziato ad abbandonare la vita religiosa
dedicando tutto il tempo libero allo sport. Lo sport era il mio mondo, ed il calcio in
particolare era la mia passione che occupava il primo posto nei miei pensieri. Man
mano che crescevo, il tempo dedicato allo sport andava scemando, fino a dedicarmi
quasi interamente agli amici, alle serate fuori casa, discoteche ecc, passando
direttamente dal locale notturno al posto di lavoro, senza alcun riposo. In quel
periodo ho avuto diverse relazione con delle donne, fino ad incontrare quella che,
dopo quattro anni, è poi diventata mia moglie. Il matrimonio dovrebbe essere un
momento decisivo nella vita di una persona,un momento sul quale poter costruire le
basi per formare una famiglia; ma purtroppo nel mio caso non è stato così; dopo
quattro anni ci siamo separati. Ritornando alla vita da single ho ripreso a condurre la
vita mondana di prima. Tutto era basato sul divertimento, a volte anche in modo
malsano. Ho passato circa tre anni con questo stile di vita. Mi divertivo senza farmi
mancare niente, credendo di aver in mano il mondo e che tutto ciò non sarebbe mai
finito. Lentamente tutto è diventato monotono, banale e insoddisfacente. Ebbi dei
lunghi momenti di riflessione accompagnati da grandi sensi di vuoto. Cercavo di dare
un senso a tutto ciò e quindi alla mia vita, ma senza mai riuscirci. Mi chiedevo se la
vita fosse tutta qui! Da qui la svolta nella mia vita: Ho conosciuto delle persone
speciali, come lo sono i veri cristiani in questo mondo attuale. Ho iniziato ad
incontrarmi con loro e a frequentare la loro chiesa. Con loro ho iniziato a parlare di
Dio e tramite la lettura delle Scritture Sacre (che Dio ci ha donato) ho imparato a
conoscerlo veramente. Era incredibile come tutto questo, man mano che il tempo
passava, diventava sempre più importante e vitale per me. Giorno dopo giorno Gesù
Cristo dimorava sempre più nel mio cuore e nella mia vita. I suoi insegnamenti
facevano parte del mio modo di vivere, del mio essere e del mio volere. Ora ho
iniziato a vivere in modo diverso rispetto a prima,in un modo più sano, proprio come
piace a Dio. E la cosa più bella è che gioisco di questa nuova vita! Ho accettato
Cristo come mio personale Salvatore e come amico ed è per questo che so di essere
nato di nuovo.
Simbolo
La più bella testimonianza per noi è il vangelo perché è l’unico
modo per conoscere Gesù e la buona novella. Senza il vangelo
noi non avremmo mai conosciuto le opere del Signore.
Preghiera finale e canto
7 giorno – 5 Dicembre
LA DISPONIBILITÀ
Preghiera iniziale e Solenne consacrazione all’Immacolata
Lettura breve: Rm 5, 12. 17-19
«O donna piena e sovrabbondante di grazia, ogni creatura rinverdisce, inondata dal
traboccare della tua pienezza. O vergine benedetta e più che benedetta, per la cui
benedizione ogni creatura è benedetta dal suo Creatore, e il Creatore è benedetto da
ogni creatura. A Maria Dio diede il Figlio suo unico che aveva generato dal suo seno
uguale a se stesso e che amava come se stesso, e da Maria plasmò il Figlio, non un
altro, ma il medesimo, in modo che secondo la natura fosse l'unico e medesimo figlio
comune di Dio e di Maria. Dio creò ogni creatura, e Maria generò Dio: Dio che aveva
creato ogni cosa, si fece lui stesso creatura di Maria, e ha ricreato così tutto quello
che aveva creato. E mentre aveva potuto creare tutte le cose dal nulla, dopo la loro
rovina non volle restaurarle senza Maria».
E DIO CREÒ LA MAMMA
Il buon Dio aveva deciso di creare … la mamma. Ci si arrabattava intorno già da sei
giorni, quand’ecco comparire un angelo che gli fa: “Questa qui te ne fa perdere di
tempo, eh?”. E Lui: “Sì, ma hai letto i requisiti dell’ordinazione? Dev’essere
completamente lavabile, ma non di plastica … avere 180 parti mobili tutte sostituibili
… funzionare a caffè e avanzi del giorno prima … avere un bacio capace di guarire
tutto, da una sbucciatura ad una delusione d’amore … e sei paia di mani”. L’angelo
scosse la testa e ribatté incredulo: “Sei paia?!”. “Il difficile non sono le mani – disse il
buon Dio – ma le tre paia di occhi che una mamma deve avere”. “Così tanti?”. Dio
annuì. “Un paio per vedere attraverso le porte chiuse quando domanda “che state
PREGHIERA IN FAMIGLIA
PAG. 21
combinando lì dentro, bambini?”, anche se lo sa già; un altro paio dietro la testa, per
vedere quello che non dovrebbe vedere, ma che deve sapere; un altro paio ancora per
dire tacitamente al figlio che si è messo in un guaio “capisco e ti voglio bene lo
stesso”.“Signore – fece l’angelo sfiorandogli gentilmente un braccio – va’ a dormire.
Domani è un altro…”. “Non posso – ripose il Signore – ho quasi finito ormai. Ne ho
già una che guarisce da sola se è malata, che può lavorare 18 ore di seguito, preparare
un pranzo per sei con mezzo chilo di carne tritata e che riesce a tenere sotto la doccia
un bambino di nove anni”. L’angelo girò lentamente intorno al modello di madre,
esaminandolo con curiosità: “E’ troppo tenera”, disse poi con un sospiro. “Ma
resistente – ribatté il Signore con foga – tu non hai idea di quello che può sopportare
una mamma!”. “Sa pensare?”. “Non solo, ma sa anche fare un ottimo uso della
ragione e venire a compromessi”, ribatté il Creatore. A quel punto l’angelo si chinò
sul modello della madre e le passò un dito su una guancia: “Qui c’è una perdita”,
dichiarò. “Non è una perdita – lo corresse il Signore – è una lacrima”. “E a che
serve?”. “Esprime gioia, tristezza, delusione, dolore, solitudine, orgoglio”. “Ma sei un
genio!”, esclamò l’angelo. Con sottile malinconia Dio aggiunse: “A dire il vero, non
sono stato io a mettercela quella cosa lì…”.
Simbolo
Il simbolo assoluto della disponibilità è.. l’Immacolata che ha
accettato il bambino nel suo grembo senza paura ne timore.
Preghiera finale e canto
8 giorno – 6 Dicembre
LA BENEDIZIONE
Preghiera iniziale e Solenne consacrazione all’Immacolata
Lettura breve: Gen3, 9. 15-20
Ave, piena di grazia, il Signore è con te (cf. Lc 1,28). E che cosa potrebbe esserci di
più sublime di questa gioia, o Vergine Maria? O che cosa potrebbe esserci di più
eccellente di questa grazia che tu hai avuto in sorte da Dio? Il Signore è con te! E chi
oserebbe gareggiare con te? Dio viene da te, e chi non ti cederebbe il passo e non ti
darebbe anzi di buon grado il primato e la superiorità? Perciò, guardando alle tue
eminenti prerogative più eccellenti di quelle di tutte le creature, grido anch'io con
grandissime lodi: Ave, piena di grazia, il Signore è con te! Veramente "benedetta tu
fra le donne", perché hai mutato in benedizione la maledizione di Eva. Infatti hai fatto
sì che Adamo, che prima giaceva colpito da maledizione, fosse per te benedetto.
Veramente benedetta sei tu fra le donne, perché in grazia tua la benedizione del Padre
è brillata agli uomini e li ha liberati dall'antica maledizione».
IL PUNTO NERO
Un giorno un insegnante arrivò in classe e disse agli studenti di prepararsi per un quiz
a sorpresa. Tutti erano nervosi, spaventati dalla prova imminente. Mentre l'insegnante
stava distribuendo un foglio chiese di non guardare il foglio, fino a quando lui non
avesse dato il via alla prova. Una volta che tutti i fogli furono distribuiti diede
l'autorizzazione a voltare il foglio e vedere il contenuto. Con grande sorpresa di tutti
si trattava di un foglio bianco con in mezzo un punto nero. Vedendo il volto sorpreso
di tutti i suoi studenti, il professore disse: "Ora scrivete una riflessione su ciò che
state vedendo". Tutti i giovani, confusi, cominciarono a pensare e scrivere su ciò che
vedevano. Trascorso il tempo, l'insegnante raccolse i fogli, li pose sulla scrivania e
cominciò a leggere ad alta voce quanto gli studenti avevano scritto. Tutti, senza
eccezione avevano fatto una relazione sul punto nero, con le più diverse
considerazioni. Dopo la lettura, disse: "Questo test non servirà per il voto, ma come
lezione di vita. Nessuno ha parlato della pagina bianca, avete dedicato tutta la vostra
attenzione al punto nero. E' ciò che accade nella nostra vita. La vita è un foglio
interamente bianco da vedere e godere, ma ci concentriamo sui punti neri. La vita è
un dono della natura, ci è data con affetto e amore, abbiamo tante ragioni per far festa
PREGHIERA IN FAMIGLIA
PAG. 23
per gli amici che ci sostengono, il lavoro che ci sostiene, i miracoli che accadono ogni
giorno, eppure insistiamo a guardare il punto nero, i problemi di salute, la mancanza
di soldi, il difficile rapporto con i familiari, una delusione con il partner, con un
amico ... I punti neri sono minimi rispetto a quello che ci viene donato ogni giorno,
eppure occupano la nostra mente in ogni momento. Cercate di prestare attenzione a
tutta la pagina bianca e non solo ai punti neri. Cogliete ogni benedizione, ogni
momento che la vita ci sta offrendo, state tranquilli, abbiate fiducia, datevi da fare,
"esistete", vivete felici" .
Simbolo
La visita dell’angelo all’Immacolata fu una
benedizione per la donna e per l’intera umanità.
Preghiera finale e canto
9 giorno – 7 Dicembre
LA CONDIVISIONE
Preghiera iniziale e Solenne consacrazione all’Immacolata
Lettura breve: Ef, 3-6. 11-12
Dio vede nell'uomo più in là del male e più a fondo del peccato. Il
Cristo realizza il progetto di Dio che vuole tutti gli uomini destinati ad essere figli
suoi. Maria appartiene a tale progetto in modo unico: Dio Padre ha voluto che la
vergine Maria fosse sempre senza peccato. Ella è l'Immacolata concezione, la
creatura più santa della terra. Maria è la creatura «ricolmata di grazia», la «piena di
grazia» perché, chiamata a essere la Madre di Dio, è concepita senza peccato
originale. La dottrina cristiana vede in lei la nuova «Eva», l'inizio cioè di una nuova
umanità solidale con il Cristo e non più con l'«Adamo peccatore»; la Vergine nata
libera per servire Dio in libertà. L'essere «immacolata» non è un privilegio che la
colloca a margine della storia e della nostra esperienza di peccato. Al contrario, essa
diventa il punto di avvio di una storia rinnovata. Avendo accolto fino in fondo
l'amore di Dio e avendo fatto con il Figlio esperienza della croce, Maria conosce
meglio il male, che non ha mai compiuto, di quanto noi stessi conosciamo il male che
abbiamo fatto. L'Immacolata è e rimane il segno che il male del mondo non è più
radicalmente irrimediabile: l'opera di Cristo l'ha già sconfitto in partenza, se Maria ha
potuto nascere «tutta santa», piena di grazia, quasi plasmata e resa dallo Spirito Santo
una nuova creatura.
L’OCCHIO DEL FALEGNAME
C'era una volta, tanto tempo fa, in un piccolo villaggio, la bottega di un falegname.
Un giorno, durante l'assenza del padrone, tutti i suoi arnesi da lavoro tennero un gran
consiglio. La seduta fu lunga e animata, talvolta anche veemente. Si trattava di
escludere dalla onorata comunità degli utensili un certo numero di membri. Uno prese
la parola: "Dobbiamo espellere nostra sorella Sega, perché morde e fa scricchiolare i
denti. Ha il carattere più mordace della terra". Un altro intervenne: "Non possiamo
tenere fra noi sorella Pialla: ha un carattere tagliente e pignolo, da spelacchiare tutto
quello che tocca". "Fratel Martello - protestò un altro - ha un caratteraccio pesante e
violento. Lo definirei un picchiatore. E' urtante il suo modo di ribattere
continuamente e dà sui nervi a tutti. Escludiamolo!". "E i Chiodi? Si può vivere con
gente così pungente? Che se ne vadano. E anche Lima e Raspa. A vivere con loro è
un attrito continuo. E cacciamo anche Cartavetro, la cui unica ragion d'essere sembra
quella di graffiare il prossimo!". Così discutevano, sempre più animosamente, gli
attrezzi del falegname. Parlavano tutti insieme. Il martello voleva espellere la lima e
la pialla, questi volevano a loro volta l'espulsione di chiodi e martello, e così via. Alla
fine della seduta tutti avevano espulso tutti. La riunione fu bruscamente interrotta
dall'arrivo del falegname. Tutti gli utensili tacquero quando lo videro avvicinarsi al
bancone di lavoro. L'uomo prese un asse e lo segò con la Sega mordace. Lo piallò
con la Pialla che taglia tutto quello che tocca. Sorella Ascia che ferisce crudelmente,
sorella Raspa che dalla lingua scabra, sorella Cartavetro che raschia e graffia,
entrarono in azione subito dopo. Il falegname prese poi i fratelli Chiodi dal carattere
pungente e il Martello che picchia e batte. Si servì di tutti i suoi attrezzi di brutto
carattere per fabbricare una culla. Una bellissima culla per accogliere un bambino che
stava per nascere. Per accogliere la Vita.
Simbolo
Simbolo della nostra condivisione è lui ... Gesù Eucarestia.
Preghiera finale e canto
PREGHIERA IN FAMIGLIA
PAG. 25
SOLENNITÀ DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE
8 dicembre 2016
La stella dell’OBBEDIENZA
«Eccomi, sono la serva del Signore!»
Celebriamo la solennità dell’Immacolata Concezione. Nel cammino
dell’Avvento, la Chiesa ci fa venerare Maria come Colei che, per
grazia, non è stata intaccata dal male. L’Immacolata diventa per noi
segno di sicura speranza e ci testimonia che il male non avrà l’ultima parola. Celebriamo i santi
Misteri riconoscendoci immensamente grati nei confronti della Vergine Madre che, per il suo “Sì!”
incondizionato ci ha aperto il passaggio alla Salvezza. Da Lei impariamo a dire con prontezza e
generosità il nostro “Eccomi!” al Signore in ogni momento della nostra vita.
Monizione iniziale
Maria è certamente modello di ascolto e di obbedienza. Non è però, in nessun senso
possibile, un esempio di accettazione passiva e di remissività. Ella ci viene
rappresentata, piuttosto, come una personalità dinamica, che non si accontenta delle
spiegazioni superficiali ma desidera comprendere ciò che le accade, per poter mettere
tutta la sua intelligenza e tutta la sua volontà al servizio di Dio.
Preghiera
Maria, Madre della misericordia,
la dolcezza del tuo sguardo
ci accompagni in questo anno liturgico,
perché tutti possiamo riscoprire
la gioia della tenerezza di Dio.
Come nessun'altro, hai conosciuto
la profondità del mistero di Dio fatto uomo.
Tutto nella tua vita è stato plasmato
dalla presenza della misericordia fatta carne in Gesù.
Tu, Madre del Crocifisso Risorto,
sei entrata nel santuario della misericordia divina
perché hai partecipato intimamente al mistero del suo amore.
Maria, nostra Maestra e Regina, continua
a rivolgere a noi i tuoi occhi misericordiosi
e donaci di contemplare il volto della misericordia,
il tuo Figlio Gesù, per essere segni della misericordia divina.
IIIa DOMENICA D’AVVENTO
11 dicembre 2016
La stella della REDENZIONE
«Lo Spirito del Signore è su di me,
mi ha mandato a portare il lieto annunzio ai poveri»
Monizione iniziale
La liturgia di oggi mira a fare i conti, dato l'avvicinarsi della
venuta del Messia, con la lunga attesa del popolo d'Israele per questo evento è con la
tradizione ad essa legata. Gesù è colui di cui parla Isaia, colui al quale Giovanni
Battista aveva preparato la strada. Egli è però anche qualcos'altro, qualcosa di più
importante è che risponde a un'attesa ancora più profonda. Tutto ciò ha un significato
più generale: la nostra storia non è solo cambiata dalla venuta di Cristo nel mondo,
essa è redenta; non abbiamo solo la speranza che potenti giusti si susseguano a
potenti ingiusti, abbiamo la certezza che Dio ama gli ultimi e ha mandato suo Figlio
per condividere la loro sofferenza.
Preghiera Finale
Signore, a volte mi sento molto confuso, disorientato.
Cerco la verità nelle cose che faccio, negli sguardi che incrocio,
nella fedeltà all’amore promesso,
nella dignità riconosciuta ad ogni persona,
nella condivisione delle risorse della terra …
Cerco la verità in una Chiesa fraterna, povera e nuda,
lontana da potere e diplomazie,
unicamente preoccupata di portare a tutti la Tua tenerezza.
Ma questa Chiesa sono anche io...
Credere allora diventa per me soprattutto fidarmi di te,
mettere la mia giornata nelle tue mani,
bruciare d’amore, desiderando solo la tua presenza,
musica muova per miei passi stanchi
danza di gioia insieme ai miei fratelli”.
Impegno: Cerchiamo di cogliere negli altri, nel nostro ambiente e nei fatti presentati dai media, i
segni della presenza del Signore e della sua opera di salvezza. Li condividiamo, poi, nella nostra
pagina sui social o sul blog … con i nostri amici.
PREGHIERA IN FAMIGLIA
PAG. 27
LA NOVENA A GESÙ BAMBINO
L’immagine di Gesù Bambino evoca nelle nostre menti dolcezza
e mansuetudine, atmosfera di festa e partecipazione. Al contesto
prettamente terreno, si affianca anche quello spirituale, ovvero il
mistero cristiano della nascita di un bimbo in una mangiatoria
venuto al mondo per la salvezza degli uomini. Gesù bambino è il
Dio fatto uomo che tutti noi abbiamo cominciato ad amare fin da
fanciulli nell’immagine di una grotta in un presepe. E quest’
immagine ci è rimasta impressa nella memoria al punto che è
sempre presente in ciascuno di noi, riusciamo ad apprezzarla
come si conviene. La tenerezza dalla quale siamo mossi vedendo questo Santo Bimbo
in fasce bisognoso di protezione e cuore, e le immagini della Vergine e di San
Giuseppe che lo accudiscono, ci conforta e ci rimanda ad un Dio-Padre che si prende
cura di tutte le sue creature come se fossero le uniche al mondo. Le novene di Natale
evocano quei giorni lieti che la nostra memoria sempre desidera ricordare, nella
certezza che il perpetuarsi, anche simbolico, di quegli avvenimenti, sia un atto
grandemente gradito a quel Gesù che fattosi uomo come noi, ha patito tutto il
possibile per trarci in salvo, proteggerci dai pericoli e difenderci dalla schiavitù del
peccato.
Preghiera iniziale
Cel.: Nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
Dio Misericordioso, di infinita carità, che ci hai amato tanto e che ci hai dato il Tuo
amato Figlio, perché con l’incarnazione, fattosi nostro fratello nel seno della Vergine,
nato in un presepio per la nostra salvezza; ti ringraziamo per questo grande beneficio.
In cambio ti offriamo, Signore, lo sforzo sincero per fare di questo mondo, tuo e
nostro, un mondo più giusto, più fedele al grande comandamento di amarci come
fratelli. Concedici, Signore, il tuo aiuto per poterlo realizzare. Ti chiediamo che
questo Natale, festa di pace e di allegria e soprattutto di misericordia, sia per la nostra
comunità uno stimolo affinché vivendo come fratelli cerchiamo costantemente i
cammini della verità, della giustizia, dell’amore e della pace. Amen
Preghiera finale
Dio, che costituisti l'Unigenito tuo Figlio Salvatore del genere umano e ordinasti che
si chiamasse Gesù, concedi propizio che di Colui il cui Santo Nome veneriamo in
terra possiamo godere in cielo anche la vista. Per Cristo nostro Signore. Amen .
TU SCENDI DALLE STELLE
1. Tu scendi dalle stelle, o Re del cielo,
e vieni in una grotta al freddo e al gelo. (2 v.)
O Bambino mio divino,
io ti vedo qui a tremar; o Dio beato !
Ah, quanto ti costò l'avermi amato ! (2 v.)
2. A te, che sei del mondo il Creatore,
mancano panni e fuoco, o mio Signore. (2 v.)
Caro eletto pargoletto, quanto questa povertà più m'innamora,
giacché ti fece amor povero ancora. (2 v.)
3. Tu lasci il bel gioir del divin seno,
per giunger a penar su questo fieno. (2 v.)
Dolce amore del mio core,
dove amore ti trasportò ?
O Gesù mio, perché tanto patir ? per amor mio ! (2 v.)
4. Ma se fu tuo voler il tuo patire,
perché vuoi pianger poi, perché vagire ? (2 v.)
mio Gesù, t'intendo sì !
Ah, mio Signore !
Tu piangi non per duol, ma per amore. (2 v.)
5. Tu piangi per vederti da me ingrato
dopo sì grande amor, sì poco amato! (2 v.)
O diletto - del mio petto,
Se già un tempo fu così, or te sol bramo
Caro non pianger più, ch'io t'amo e t'amo (2 v.)
6. Tu dormi, Ninno mio, ma intanto il core
non dorme, no ma veglia a tutte l'ore (2 v.)
Deh, mio bello e puro Agnello
a che pensi? dimmi tu. O amore immenso,
un dì morir per te, rispondi, io penso. (2 v.)
7. Dunque a morire per me, tu pensi o Dio
ed altro, fuor di te, amar poss'io? (2 v.)
O Maria, speranza mia, se poc'amo il tuo Gesù,
non ti sdegnare amalo, s'io non so amare! (2 v)
PREGHIERA IN FAMIGLIA
FERMARONO I CIELI
Fermarono i cieli la loro armonia cantando Maria la nanna a Gesù
Con voce Divina la Vergine bella più vaga che stella cantava così:
R. Dormi dormi, fa la ninna nanna Gesù
Dormi dormi, fa la ninna nanna Gesù.
2. La luce più bella negli occhi brillava sul viso sembrava Divino splendor
La madre felice di un bimbo Divino gridava il suo amore cantando così:
R. Dormi dormi, fa la ninna nanna Gesù
Dormi dormi, fa la ninna nanna Gesù.
PAG. 29
1 giorno – 16 dicembre
Il giorno del verbo
ASPETTARE
Canto e Preghiera iniziale
Il povero alla grotta di Gesù Bambino
Quando nasce Gesù, tutti corrono alla grotta per portargli qualcosa. C’è chi porta le
uova, chi una pagnotta di pane, chi del latte...La Madonna accoglie tutti con un
sorriso, mentre tiene il Bambino in braccio. Riceve i doni, uno dopo l’altro. Ma, ad
un certo momento, non ce la fa più:son troppo pesanti! Allora alza gli occhi per
vedere se c’è qualcuno che possa darle un mano. Là, in fondo, scorge un ragazzo che
era corso, lui pure, alla grotta, ma senza niente in mano. La Madonna lo chiama e gli
dice: “Per favore tieni tu tra le braccia il mio Bambino!“.Il ragazzo povero prende
Gesù Bambino tra le braccia e se lo stringe al cuore, pieno di gioia e di stupore.
Esodo 3, 1-5
Mosè stava pascolando il gregge di Ietro, suo suocero, sacerdote di Madian, e
condusse il bestiame oltre il deserto e arrivò al monte di Dio, l’Oreb. L’angelo del
Signore gli apparve in una fiamma di fuoco in mezzo a un roveto. Egli guardò ed
ecco: il roveto ardeva nel fuoco, ma quel roveto non si consumava. Mosè pensò:
«Voglio avvicinarmi a vedere questo grande spettacolo: perché il roveto non
brucia?».Il Signore vide che si era avvicinato per vedere e Dio lo chiamò dal roveto
e disse: «Mosè, Mosè!». Rispose: «Eccomi!». Riprese: «Non avvicinarti! Togliti i
sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è una terra santa!».
Il simbolo di oggi è il tavolo.
Un elemento da preparare, abbellire, rendere
accogliente prima dell’arrivo degli ospiti nelle case.
All’inizio di questa novena di Natale vuole
rappresentare la nostra Terra, l’intero pianeta che con
ansia attende e si prepara ad accogliere il piccolo Gesù.
Preghiera finale e canto
PREGHIERA IN FAMIGLIA
PAG. 31
2 giorno – 17 dicembre
Il giorno del verbo TACERE
Canto e Preghiera iniziale
Immaginiamo che è mezzanotte. Tutto intorno tace: Gesù
nasce! Ecco: fin da bambino, Gesù è stato innamorato del silenzio, perché sapeva che
le cose più belle avvengono senza far rumore. Il grano germoglia e non lo senti. I
fiori profumano, rallegrano e lasciano intatto il silenzio. Anche la neve fiocca in un
grande silenzio. Il bambino che per nove mesi cresce nel seno della mamma, non fa
rumore. Anch’io, se voglio crescere, non devo avere le orecchie sempre bombardate.
Di rumore, l’anima muore! Lo dicono tutti quelli che se ne intendono. Se è così,
quest’anno voglio prepararmi al Natale stando raccolto. Il giorno è fatto di 96 quarti
d’ora. Ebbene, in uno di questi quarti d’ora voglio tacere, voglio pregare!La mia
anima fiorirà come il grano, profumerà come la rosa. A Natale, quando Gesù la
vedrà, mi sorriderà!
Il ragno e Gesù Bambino
Il re Erode aveva sentito dai Magi che a Betlemme era nato un altro re. Divorato dalla
gelosia, decise di uccidere tutti i bambini della città, per farlo fuori. Allora Maria e
Giuseppe presero il Bambino e si incamminarono in fretta verso l’Egitto. La sera del
primo giorno di fuga, stanchi ed affamati, cercarono rifugio in una grotta. La
famigliola si sistemò in un angolo. Stavano stretti stretti per difendersi dal grande
freddo della notte. Intanto nella grotta un piccolo ragno si dondolava attaccato ad un
rametto. Quando vide il Bambino Gesù, volle fare qualcosa per lui: decise di tessere
la sua tela per fargli come una tendina molto originale!Nel frattempo un drappello di
soldati venne a cercare il Bambino per ucciderlo. Quando stavano per entrare, il
comandante notò la ragnatela. “Lasciate stare!” - disse - “Non vedete che c’è una
grossa ragnatela intatta? Se qualcuno fosse entrato nella grotta, l’avrebbe rotta! “. I
soldati passarono oltre. Così il piccolo ragno salvò la vita a Gesù, facendo l’unica
cosa che sapeva fare: tessere, in silenzio, la sua ragnatela.
Atti degli Apostoli 2, 1-5
Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, i discepoli si trovavano tutti insieme
nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si
abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue
come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti
pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava
loro il potere d’esprimersi. Si trovavano allora in Gerusalemme Giudei osservanti
di ogni nazione che è sotto il cielo.
Il simbolo di oggi è una tovaglia che rappresenta l’umanità per
la quale Gesù è venuto nel mondo con un amore immenso e
senza discriminazioni.
Preghiera finale e canto
3 giorno – 18 dicembre
Il giorno del verbo STUPIRMI
Canto e Preghiera iniziale
Ormai conosco bene tutti i segni di punteggiatura. So che vi è
il punto fermo, che vi è il punto e virgola. So che vi è il punto interrogativo, che vi è
il punto esclamativo. Ebbene, tra tanti punti, il più bello è, sicuramente, il punto
esclamativo! Il punto esclamativo è il più bello perché è il punto dei poeti che si
incantano davanti alle cose belle del mondo. Anche Gesù è un incanto che incanta!
Ecco perché tanti hanno scritto poesie sul Natale. Gesù incanta più di tutti i bambini
messi insieme. Gesù è un bambino particolare. Gesù è un Bambino divino! Ed allora,
se uno non avesse niente da portargli nella grotta, potrebbe fare contentissimo il
Bambino offrendogli anche solamente il suo punto esclamativo, perché sarebbe segno
che ha capito d’avere davanti un mistero più profondo delle caverne marine, negli
abissi del mare. Oh, Gesù! È incredibile quello che vedo: Dio con le manine e con i
piedini di un bambino! Non ho parole: ho solo stupore! Tu sei la più portentosa
meraviglia della storia! Che a Gesù piaccia tanto che il punto esclamativo entri nella
capanna, lo dice anche la storia de “L’Incantato”che adesso leggeremo.
PREGHIERA IN FAMIGLIA
PAG. 33
L’Incantato
Napoli è famosa per tante cose. Lo è anche per le sue statuine del presepio. Tra
queste, una è molto curiosa. La chiamano, il pastore meravigliato o … “l’Incantato”.
Rappresenta un fanciullo con le mani vuote, le braccia aperte e il viso che esprime
meraviglia. Un giorno le statuine del presepio se la presero con l‟Incantato‟ perché
non portava nessun dono a Gesù.Gli dicevano: “Non hai vergogna? Vieni a Gesù e
non gli porti niente?” … ‟L’Incantato” non rispondeva: era totalmente assorto nel
guardare il Bambino. I rimproveri si fecero più fitti. Allora la Madonna intervenne:
“Incantato” non viene a mani vuote! Non vedete che porta al mio Gesù la Sua
meraviglia, il suo stupore! “L’amore di Dio fatto bambino lo incanta”. Quando tutti
compresero, la Madonna concluse: “Il mondo è pieno di meraviglie, ma gli uomini
hanno perso la meraviglia. Peccato! Perché è lo stupore che fa crescere il voltaggio
dell’anima e la ingentilisce. È lo stupore che fa crescere giovani!”
Matteo 5, 14-16
Gesù diceva alla folla: Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una
città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il
moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa.
Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere
buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli.
Il simbolo di oggi è una lampada accesa. Non possiamo preparare
un banchetto al buio. Se vogliamo vedere bene ciò che stiamo
preparando, la luce è necessaria. Indica la presenza di Dio che ci
accompagna nel cammino. Fin dal giorno del nostro battesimo una
candela, accesa dal grande cero pasquale, ci guida e trasforma
anche noi in piccole luci!
Preghiera finale e canto
4 giorno – 19 dicembre
Il giorno del verbo SOGNARE
Canto e Preghiera iniziale
Si può sognare da addormentati e si può sognare da svegli. I
sogni da svegli sono i più importanti perché hanno la possibilità di avverarsi. Guai se
non si sognasse più! Il mondo sarebbe pizzoso, piatto, monotono! I sogni gli danno la
scossa, lo svegliano. Per questo dobbiamo sognare. Sognare alto,non solo gelati o
motorini. Sognare bello: sognare l’Amore, la Pace, come ci dice la simpatica poesia
di Gianni Rodari. Allora sogna! Sogna di diventare grande e non solo grosso come i
vitelli. Sogna di non pasticciar mai la vita. Sogna di non arrugginirti. Sogna di far
felici il maggior numero di persone. Bravo! Questi sono sogni bellissimi,
meravigliosi! Però c’è un sogno che li batte tutti, un sogno che è il più alto possibile.
Eccolo il super sogno: guardare a Gesù e cercare di imitarlo. Sì, Gesù è il sogno! Il
sogno che risolve tutti i problemi del mondo. Davvero: se tutti fossero come Gesù, la
Terra sarebbe la prova generale del paradiso! Adesso capisci perché Gesù è nato:
Gesù è nato per farci sognare! È nato per dirci: io ce l’ho fatta ad essere un uomo
riuscito, non un fallito! Anche tu puoi farcela! Continua a sperare e a sognare! Gli
uomini son fatti della stessa materia dei loro sogni. A sogno basso, uomo basso, a
sogno alto, uomo alto; a sogno meschino, uomo meschino, a sogno divino, uomo
divino! Questa è la novena dei verbi. Ebbene, tra tutti i verbi “sognare‟ è il verbo più
frizzante e stuzzicante.
La pecora nera alla grotta di Gesù Bambino
C’era una volta una pecora diversa da tutte le altre. Le pecore, si sa, sono bianche, lei,
invece, era nera. Nera come il carbone. Quando passava per i campi, tutti la
mostravano col dito e sorridevano di compassione: “Guarda la pecora nera! Che
animale originale! Chi crede mai di essere?”. Anche le compagne pecore le gridavano
dietro: “Pecora sbagliata, non sai che le pecore devono essere tutte uguali, tutte
avvolte di lana bianca?”.La pecora nera non ne poteva più. Quelle parole erano come
pietre. E così decise di uscire dal gregge e di andarsene sui monti. Almeno là avrebbe
potuto brucare l’erba in pace e riposare all’ombra dei pini. Ma nemmeno in montagna
trovò pace. “Che vivere è mai questo? Sempre sola, tutta sola!”, si diceva quando il
sole tramontava e la luna arrivava. Una sera, con tutta la faccia piena di lacrime, vide,
laggiù lontano, una grotta. Decise: “Dormirò là dentro!”. Si mise a correre, correre,
PREGHIERA IN FAMIGLIA
PAG. 35
come se qualcuno l’attirasse. “Chi sei?”, domandò una voce mentre stava
entrando.“Sono una pecora che nessuno vuole: una pecora nera! Mi hanno buttata
fuori dal gregge...”. “La stessa cosa è capitata a noi! Anche per noi non c’era posto
con gli altri nell’albergo. Abbiamo dovuto ripararci qui, io, Giuseppe e mia moglie
Maria. Proprio qui ci è nato un meraviglioso bambino: Eccolo!”. La pecora nera
aveva la gioia che le usciva dalla lana! Prima di tutte le altre poteva vedere Gesù!
“Avrà freddo, lasciate che mi metta vicino per riscaldarlo!”.
Corinzi 12, 20-22. 24-27
Molte sono le membra, ma uno solo è il corpo. Non può l’occhio dire alla mano:
“Non ho bisogno di te”; né la testa ai piedi: “Non ho bisogno di voi”. Anzi quelle
membra del corpo che sembrano più deboli sono più necessarie... Dio ha composto il
corpo, conferendo maggior onore a ciò che ne mancava, perché non vi fosse
disunione nel corpo, ma anzi le varie membra avessero cura le une delle altre.
Quindi se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è
onorato, tutte le membra gioiscono con lui. Ora voi siete corpo di Cristo e sue
membra, ciascuno per la sua parte.
Il simbolo di oggi è un piatto. Un piatto, senza
posate, perché il pasto sarà unico da condividere
insieme. Il piatto è segno di unione. Molte famiglie
del mondo mangiano prendendo il cibo da un unico
piatto. Anche noi a Natale saremo uniti nel cibarci di
un solo Pane: Gesù.
Preghiera finale e canto
5 giorno – 20 dicembre
Il giorno del verbo
DONARE
Canto e Preghiera iniziale
A Natale tutti si scambiano regali. È giusto che sia così, anche Dio ci ha fatto un
Regalo: ci ha donato Gesù. Si può dire che Gesù sentisse nel suo sangue d’essere un
dono: difatti si è dato tutto, fino a morire per noi. Una volta ha detto: “È più bello
dare che ricevere”. Che ne dici? Sei d’accordo? Forse, tutto subito, può sembrare una
battuta non vera, mentre, in realtà, non c’è cosa più indovinata! Dare agli altri fa
felici! Per favore, adesso ascolta adagio adagio questa frase: “Il più felice dei felici è
chi fa altri felici!”. Non è un abracadabra, ma una spremuta di intelligenza!Oggi tutti
quelli che se ne intendono dicono che chi fa felici quelli che gli vivono accanto,
diventa felice!Perché la gioia è una merce strana. Mentre tutte le altre cose se si
dividono, diventano più piccole, la gioia più la dividi e più aumenta (Non è vero che
essere allegri in tanti è più bello che essere felici da soli?). Allora, dai! Regala gioia,
spargi gioia, svuota il sacco, rovescia il bicchiere, e ne avrai più di prima! È Natale!
L’angelo ha cantato ai pastori: “Vi annuncio una grande gioia!” (Lc 2,18). Un Natale
senza gioia, che Natale è ? È come una piscina senz’acqua; è come un mazzo di
lavanda senza profumo: fieno! È Natale! Profuma di gioia! Di a chi ha la faccia da
“De profundis” di cambiarla, perché vivere con la faccia oscura è la peggior delle
torture!
Il bue e l’asino vicino a Gesù
Mentre Maria e Giuseppe andavano a Betlemme, l’angelo radunò gli animali per
scegliere i più adatti a stare nella stalla. Per primo ruggì il leone: - Io mi piazzerò
all’entrata della grotta e sbranerò tutti quelli che si avvicineranno al Bambino!
L’angelo gli disse: - Sei troppo violento. Si avvicinò la volpe: - Per il Figlio di Dio, io
ruberò tutte le mattine il miele più dolce e il latte più profumato!Replicò l‟angelo: Sei troppo disonesta! Arrivò il pavone. Spiegò la sua magnifica ruota: - Io
trasformerò quella povera stalla in una reggia! L’angelo gli rispose: - Sei troppo
vanitoso! Intanto un asino ed un bue continuavano a lavorare nel campo di un
contadino, l’Angelo li vide e li chiamò: “Voi non avete niente da offrire?” Risposero:
“Noi abbiamo imparato solo l’umiltà e la pazienza”. Poi il bue, timidamente, disse:
PREGHIERA IN FAMIGLIA
PAG. 37
“Però potremo, di tanto in tanto, cacciar le mosche con le nostre code”. L’angelo
finalmente sorrise e disse: “Voi siete quelli giusti!”
Deuteronomio 30, 9-10
Il Signore tuo Dio ti farà sovrabbondare di beni in ogni lavoro delle tue mani, nel
frutto del tuo grembo, nel frutto del tuo bestiame e nel frutto del tuo suolo; perché il
Signore gioirà di nuovo per te facendoti felice, come gioiva per i tuoi padri, quando
obbedirai alla voce del Signore tuo Dio, osservando i suoi comandi e i suoi decreti,
scritti in questo libro della legge; quando ti sarai convertito al Signore tuo Dio con
tutto il cuore e con tutta l’anima.
Simbolo di oggi sono i prodotti del lavoro dell’uomo. La
frutta, la verdura, i fiori sul banchetto che stiamo preparando
ci aiutano a riconoscere Dio come Creatore, che ha dato
all’uomo il potere su tutte le sue opere. Riconosciamo così il
valore della fatica, della creatività e del lavoro umano, ma
anche la bontà di un Padre che ha reso la natura tanto
generosa.
Preghiera finale e canto
6 giorno – 21 dicembre
Il giorno del verbo
CONSACRARE
Canto e Preghiera iniziale
A Natale tutti cantano! Cantano gli angeli dal cielo: “Gloria
Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini” (Lc 2,14). Poco prima di Natale
Maria, la mamma di Gesù, aveva cantato: “L‟anima mia magnifica il Signore...!”.
Anche il papà di san Giovanni Battista (quello che avrebbe preparato il popolo ad
accogliere Gesù) si è messo a cantare (Lc 1,68-79). Tutti cantano, voglio cantar
anch’io! Canto perché sono allegro, canto perché sono intelligente: i salici piangenti
non hanno mai avuto fortuna! Canto perché il canto è radioattivo: è contagioso! Ho
conosciuto un maestro che tutti i giorni, prima che i ragazzi uscissero dall’aula, li
faceva cantare a squarcia gola un canto che tutti conoscevano (il giorno dopo tutti
sarebbero ritornati più volentieri a scuola). Bravissimo maestro! Lei sì che se ne
intende! È vero che il lavoro nobilita l’uomo, ma è il canto che lo decora!
Arcobal: il quarto re mago
Quando nacque Gesù, una grande stella brillò nel cielo. I Magi, abituati a guardare in
alto, furono i primi ad accorgersene. Allora capirono: “Ecco la stella che annuncia la
nascita di Gesù!”. E si misero subito in cammino per andare a trovare il Bambino.
Erano in quattro: il primo si chiamava Gaspare, il secondo Melchiorre, il terzo
Baldassarre, il quarto Arcobal (si chiamava così perché era esperto negli studi degli
arcobaleni) era il più giovane di tutti, per questo camminava più veloce degli altri.
Una volta, annoiato di aspettare che i tre lo raggiungessero, si allontanò dalla strada e
andò per un sentiero. Ad un tratto incontrò un uomo ferito e si fermò a soccorrerlo.
Quando ritornò, gli altri tre Magi erano già passati! E così Arcobal restò solo senza
conoscere la strada per Betlemme. Dove andare? Si mise a girare di qua e di là. Più
girava, più si allontanava dalla strada giusta. Intanto, però, incontrava sempre
qualcuno da aiutare e da confortare: o un bambino che gli chiedeva qualcosa, o un
contadino che stentava a trascinare il carro da solo. Una volta incontrò una madre che
aveva perso da poco il figlio ... Arcobal consumò tutte le sue ricchezze per aiutare la
povera gente in cui si imbatteva. Finalmente, solo 33 anni dopo, giunse sul monte
Calvario e capì che il Salvatore che cercava, stava morendo in croce. Arcobal non
PREGHIERA IN FAMIGLIA
PAG. 39
arrivò in tempo a Natale, ma ebbe la fortuna di essere il primo a partecipare alla
Pasqua!Il suo amore per gli altri l’aveva fatto ritardare, ma ora gli regalava la
strepitosa notizia:Il Bambino di Betlemme scomparì per tre giorni, per poi risorgere.
Giovanni 2, 1-5.7-10
Ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle
nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la
madre di Gesù gli disse: «Non hanno più vino». E Gesù rispose: «Che ho da fare con
te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora». La madre dice ai servi: «Fate quello
che vi dirà». Gesù disse ai servi: «Riempite d’acqua le giare»; e le riempirono fino
all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora attingete e portatene al maestro di tavola». Ed
essi gliene portarono. E come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, il maestro di
tavola, che non sapeva di dove venisse …, chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti servono
da principio il vino buono e, quando sono un po’ brilli, quello meno buono; tu invece
hai conservato fino ad ora il vino buono».
Simboli di oggi sono l’acqua e il vino. Durante le nozze di Cana
queste due bevande diventano segno di vera festa. Grazie a Gesù
e Maria (sempre convinta di quanto sia giusto e conveniente fare
la volontà di Dio!) una situazione piuttosto imbarazzante viene
tramutata in occasione di grande gioia.
Preghiera finale e canto
7 giorno – 22 dicembre
Il giorno del verbo ANDARE
Canto e Preghiera iniziale
È vero che Gesù viene, ma per poterlo incontrare, dobbiamo
andargli incontro. Come hanno fatto i pastori che sono usciti dalle capanne, sono
partiti e sono andati a Betlemme. Gesù è ormai a due passi. Voglio accelerare, voglio
cambiare marcia per andargli incontro! E poi da oggi sono in vacanza: ho più tempo
per dare una mano a mamma e papà, per andare a fare gli auguri a chi non può uscire
di casa; ho più tempo anche per giocare di più con gli amici. A Gesù piaceva vedere i
bambini che giocavano in piazza (Lc 7,31-32). L’importante è che faccia qualcosa.
L’importante è che esca dal triangolo più maledetto del mondo: sofà, frigorifero,
televisione! Ho capito: a Gesù non piacciono i bamboccioni! Al contrario, Gesù ha
una particolare simpatia per quelli che si scomodano, che si staccano dalla sedia per
fare qualcosa di bello per le strade del mondo. Quando sarà grande dirà:“Io sono la
via” (Gv 14,6).
La stella persa
Dopo aver tanto camminato, una notte i Magi persero la stella. L’avevano fissata
troppo a lungo, i loro occhi si erano stancati, ora non la vedevano più brillare lassù in
alto. Ma come si fa a camminare senza stella? Allora i Magi tracciarono sul suolo dei
cerchi col bastone, si misero a calcolare, si grattarono il mento, ma della stella
nessuna traccia. E così il viaggio si bloccò. I cammelli si impazientirono e
cominciarono a mugugnare: “Non resistiamo più! È da troppo tempo che non
sappiamo più cosa sia una goccia d’acqua ...! Stiamo svenendo!”. Il re mago nero,
che di cammelli si intendeva, capì che la situazione era seria e disse: “Cari, miei
amici Magi, non è giusto che pensiamo solo alla nostra sete!”.Allora cercò un
secchio, il più grande possibile, corse all’oasi più vicina, lo riempì d’acqua e tornò
immediatamente alla carovana, lo prese per l’ansa e lo mise sotto il muso del primo
cammello. Mentre l’animale trangugiava avidamente l’acqua, il re mago nero gettò
gli occhi nel secchio e vide come uno spicchio di cielo riflesso: nel bel mezzo vi era
una stella d’oro che danzava in silenzio! “Ah! Ecco la stella, la nostra stella! È qui
che brilla nel secchio!”. Gli altri due Magi tirarono un sospiro e subito ripartirono per
ricuperare il ritardo... Mentre camminavano il più anziano disse: “Aveva ragione il
nostro compagno nero a dirci che non dobbiamo pensare solo alla nostra sete, ma
anche a quella degli altri: chi pensa agli altri trova la stella che lo orienta nella vita”.
Luca 14, 16-23
Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti. All’ora della cena, mandò il suo
servo a dire agli invitati: Venite, è pronto. Ma tutti, all’unanimità, cominciarono a
scusarsi. Il primo disse: Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego,
considerami giustificato. Un altro disse: Ho comprato cinque paia di buoi e vado a
provarli; ti prego, considerami giustificato. Un altro disse: Ho preso moglie e perciò
non posso venire. Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al padrone. Allora il
padrone di casa, irritato, disse al servo: Esci subito per le piazze e per le vie della
città e conduci qui poveri, storpi, ciechi e zoppi. Il servo disse: Signore, è stato fatto
come hai ordinato, ma c’è ancora posto. Il padrone allora disse al servo: Esci per le
strade e lungo le siepi, spingili a entrare, perché la mia casa si riempia.
PREGHIERA IN FAMIGLIA
PAG. 41
Simbolo di oggi è un invito universale. Siamo tutti
ospiti graditi a Dio. Ogni persona riceve l’invito al
suo banchetto, ma c’è qualcosa in più … si tratta di
un invito dove ognuno è libero di portare altri amici!
Il Signore vuole che la sua casa si riempia. Noi,
abbiamo confermato la nostra presenza? Abbiamo detto a Gesù che il giorno della sua
nascita saremo lì ad accoglierlo e a festeggiarlo?
Preghiera finale e canto
8 giorno – 23 dicembre
Il giorno del verbo
ARRIVARE
Canto e Preghiera iniziale
Il Signore mantiene gli impegni. Aveva promesso che
avrebbe mandato Gesù e Gesù è arrivato. La nostra novena sta per terminare. Siamo
tutti contenti perché ci siamo impegnati e adesso, finalmente, arriva Natale (è
questione di poche ore!). Che delusione sarebbe se non arrivasse mai ciò che
desideriamo. Tanta fatica, tanto sudore per niente! Per fortuna Dio conosce, più di
tutti, il verbo arrivare. Dio vuole che arriviamo tutti in un posto che è roba dell’altro
mondo! In un posto ove, anche se uno volesse, non potrebbe piangere. Dio ha così
voglia che tutti arrivino là, che per impedirci di sbandare, ci ha regalato un pilota
satellitare eccezionale: Gesù! Gesù non è nato per insegnarci ad asfaltare le strade, né
per insegnarci a costruire i telefonini...Gesù è nato per tracciarci la pista che porta al
cielo da dove lui è partito per arrivare proprio dopo domani. Chi viaggia su quella
pista tracciata da Gesù, non solo viaggia informato, ma anche protetto contro gli
incidenti!
Le quattro candele
Quattro candele stavano bruciando lentamente davanti alla grotta di Betlemme.
Mentre si consumavano, si confidavano le loro pene. Tutt’intorno il silenzio era così
profondo che si poteva benissimo sentire la loro voce. La prima diceva: “Io sono la
Pace. Ma gli uomini non riescono a mantenermi. Penso che non mi resti altro che
spegnermi”. La seconda si sfogava: “Io sono la Fede. Gli uomini non ne vogliono più
sapere di me. Che senso ha che resti accesa?”. Non aveva ancora terminato di parlare
che un leggero soffio di vento le passò sopra e la smorzò. Più triste tra tutte, la terza
candela si lamentava: “Io sono l’Amore. Non ho la forza di continuare a rimanere
accesa. Gli uomini non comprendono tutta la mia importanza. E così, senza
aggiungere altro, si lasciò spegnere. All’ udire le tre compagne disperate, la quarta
candela ebbe un fremito, un sussulto ed esclamò: “Non temete, non piangete! Finché
io resto accesa, posso riaccendervi sempre: io sono la Speranza”. A questo punto
Gesù sentì. Guardò fuori della capanna e vedendo tanto buio ebbe paura. Allungò la
manina, prese l’unica candela accesa e con la sua fiamma riaccese le altre tre. La
notte si illuminò di gioia. La Pace, la Fede e l’Amore ritornarono a vivere più
splendenti di prima. Era arrivato Natale a far esplodere la luce.
Luca 9, 12-17
Il giorno cominciava a declinare e i Dodici si avvicinarono a Gesù dicendo:
«Congeda la folla, perché vada nei villaggi e nelle campagne dintorno per alloggiare
e trovar cibo, poiché qui siamo in una zona deserta». Gesù disse loro: «Dategli voi
stessi da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a
meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». C’erano infatti
circa cinquemila uomini. Egli disse ai discepoli: «Fateli sedere per gruppi di
cinquanta». Così fecero e li invitarono a sedersi tutti quanti. Allora egli prese i
cinque pani e i due pesci e, levati gli occhi al cielo, li benedisse, li spezzò e li diede ai
discepoli perché li distribuissero alla folla. Tutti mangiarono e si saziarono e delle
parti loro avanzate furono portate via dodici ceste.
Il simbolo di oggi sono le sedie. Chiunque accetti l’invito al
banchetto deve stare comodo, deve essere accolto nel migliore
dei modi. E Gesù ci accoglie così come siamo, con i nostri pregi
e i nostri difetti. Lui ci ama, ci invita a sederci, fare due
chiacchiere, mangiare insieme. La nostra presenza è la Sua
gioia
Preghiera finale e canto
PREGHIERA IN FAMIGLIA
PAG. 43
9 giorno – 24 dicembre
Il giorno del verbo GODERE
Canto e Preghiera iniziale
A Natale tutto è allegro e tutto è dolce. Allegro è lo spumante
che schizza via dalla bottiglia, non appena si toglie il tappo;
dolce è il panettone. Allegre sono le migliaia di lucine che si fanno l’occhiolino nelle
strade e nei negozi dei paesi e delle città. Dolce è il pandoro ... Si, a Natale tutto deve
essere allegro e dolce! Persino san Francesco d’Assisi, l’amico della povertà, avrebbe
voluto che a Natale anche le pareti delle case fossero di carne per poter mangiarne
tutti a sazietà! Una volta ha detto: “Se potessi incontrare l’imperatore, lo pregherei di
emanare un’ordinanza per obbligare tutti i contadini a spargere granaglie sulle strade
perché anche i passerotti se la godano nel giorno di Natale. Simpatico e originale, il
nostro grande san Francesco, proprio lui che ha ideato il primo presepe vivente in
Italia.
Una notte speciale
“Angeli tutti, sentitemi bene!”, dice il Signore. “Questa è la notte della nascita di
Gesù!”. Deve essere una notte magnifica, straordinaria, un capolavoro! Cari angeli, le
stelle devono brillare come diamanti. Andate in ogni angolo di cielo, muovete le
vostre ali e spazzate via tutte le nuvole!”. Gli angeli partono e volano, volano, volano
ovunque. Ogni colpo d’ala è una nube che sparisce! Il cielo si fa di cristallo. Le stelle
scintillano come non mai fin dalla creazione del mondo. Terminato il lavoro, gli
angeli ritornano dal Signore. “Bravi , siete stati magnifici! Ora riposatevi! Per il mio
figlio Gesù avete fatto abbastanza!”. Ma gli angeli non vogliono sentire complimenti;
subito, tutti insieme gridano “No, per Gesù non si fa mai abbastanza!”. A questo
punto il Signore interviene: “Ma, insomma, cosa volete ancora fare?”. “Vogliamo
fargli una sorpresa!”. “Quale sorpresa!?”. “Vedi, Signore, noi abbiamo ali bellissime
con tante piume bianche leggere, leggere. Lascia che ce le stacchiamo per buttarle giù
sulla terra per salutare Gesù”! “D’accordo! Che bella sorpresa per il mio Figlio”! E
così tutti gli angeli - proprio tutti! - si tolgono le piume più tenere e le soffiano giù!
Intanto il buon Dio guarda e sorride. “Splendido! Ma io non voglio che gli angeli
siano più generosi di me. Farò un miracolo! Voglio che sia un Natale con fiocchi”!
Detto fatto! Le penne degli angeli, poco prime di toccare terra, si trasformano in
fiocchi di neve! Adesso il cielo è pieno di farfalline bianche che giocano, ballano,
vanno su, vanno giù fino a planare leggere, dolci in bianco silenzio. Uno spettacolo
che riscalda i cuori e li pulisce!Tutti guardano il cielo ed esclamano: “Ma che notte
strana! Il cielo è sereno, le stelle brillano come non mai eppure la neve fiocca fiocca e
ricopre la terra di un tappeto di pace. Che notte strana”! Il più saggio del villaggio
spiega: “Questa è una notte speciale: questa è la notte di Natale!”.
Luca 2, 4-12
Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazareth e
dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi
registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. Ora, mentre si trovavano in
quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio
primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era
posto per loro nell’albergo. C’erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano
di notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò davanti
a loro e … disse: «Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il
popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore.
Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una
mangiatoia».
Il simbolo di oggi è il pane. “Io sono il pane della vita; chi
viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete,
mai!” (Gv. 6, 35) .
Silenzio
Gesù è cibo fin dalla sua nascita,
infatti già a Betlemme viene deposto nella mangiatoia.
È LUI l’essenziale del nostro banchetto.
È LUI che riempie il piatto
affinché ogni invitato possa tornare a casa sazio di quel cibo speciale:
il suo PANE, che ci ricorda la terra e l’umanità che la abita,
che dona luce alla nostra vita, ci rende fratelli uniti,
ci accompagna nelle fatiche del lavoro quotidiano, è la nostra gioia,
ci fa sentire ospiti importanti, ci accoglie!
E noi? Spezziamo questo Pane!
Condividiamo il Natale!
PREGHIERA IN FAMIGLIA
Preghiera finale
Signore Gesù,
da sempre Tu hai voluto essere
pane per l’umanità!
A Betlemme ti hanno posto nella mangiatoia;
per le folle, sazie della tua Parola
ma affamate,
hai moltiplicato i pani e i pesci
offerti da un ragazzo;
ai tuoi discepoli, avidi dei tuoi insegnamenti,
in disparte spiegavi ogni cosa;
nella tua ultima cena,
nei segni del pane e del vino,
hai affidato ai tuoi amici
il mistero della tua vita
offerta e donata per sempre sulla croce;
risorto, hai fatto strada con loro
spezzando il pane nella locanda
e mangiando insieme sulla riva del lago!
Signore, donaci sempre del Tuo pane!
Donaci sempre fame di Te.
Così sia.
Canto finale
PAG. 45
IVa DOMENICA D’AVVENTO
18 dicembre 2016
La stella dell'ACCOGLIENZA
«La vergine concepirà e partorirà un figlio
che sarà chiamato Emmanuele»
Monizione iniziale
Nell'ultima domenica di Avvento, la liturgia ci invita a
interrogarci su quale sia l'ultimo passo da compiere per accogliere degnamente il
Figlio di Dio, nel mondo e in noi. La risposta sta negli opposti atteggiamenti di Acaz
nella prima lettura e di Giuseppe nel vangelo di Matteo. Il primo non si fida del
Signore, preferisce tentare di affermare se stesso, confidando nella potenza militare e
in amicizie altolocate; il secondo, al contrario, ha il coraggio di mettere da parte i suoi
desideri e di porsi a servizio di coloro che ama. Il risultato sarà che il re di Giuda
perderà tutto il suo regno e verrà privato della sua libertà, mentre il falegname di
Betlemme guadagnerà la salvezza per lui e per tutta umanità
Preghiera Finale
Tante volte, provo paura, Signore, ti prego, ti invoco, ti cerco, ma poi …
ho paura, ho paura che tutto non sia vero, che tu non venga più, che mi sia illuso!
La notte avanza e prende possesso delle mie speranze,
del mio sorriso, della mia luce.
Inghiotte tutto, la notte: desideri, sogni, verità, promesse …
Sento che mi manca la tua luce.
Vieni, Signore, sbrigati,
la mia terra ti desidera,
ormai è da tanto che ti aspetto.
Ogni sera, torno a casa e spero di trovarti.
Ogni mattina, mi alzo e mi chiedo se forse oggi arriverai …
Anche se tutto non è pronto, io sono qui.
Il mio cuore è qui. A un passo dal cielo.
E nel mio cuore so che ci sei Tu.
E non ho più paura …”.
Impegno: Attenderò con la mia famiglia, la nascita del Gesù Bambino, ponendo nel giorno di
Natale nella piccola culla, tutte le attese e le speranze che custodisco nel cuore.
PREGHIERA IN FAMIGLIA
PAG. 47
NATALE DEL SIGNORE
25 dicembre 2015
La stella del RINNOVAMENTO
«È nato il Salvatore, venite adoriamo!»
Monizione iniziale
Natale significa innanzitutto speranza. La nascita del
Bambino di Betlemme è risposta di Dio al desiderio dell’uomo di incontrarlo e di
veder realizzati i suoi sogni di giustizia e di pace. In questo giorno gioia e silenzio
s’incontrano: che reagiamo alla notizia come i pastori, annunciando a tutti la venuta
di un redentore, o come Maria, meditando sul significato profondo di questa nascita,
tutti noi siamo chiamati a non rimanere indifferenti e a lasciarci interrogare, stupire e
convertire dal rivelarsi della misericordia di Dio in una mangiatoia.
Preghiera finale
Figlio di Dio, nel tuo amore sei venuto tra noi
a fare tutte le cose nuove.
Perché io parli del tuo amore a chi mi ascolta
donami il tuo amore.
Dio Altissimo Tu sei sceso dal cielo
per abitare con noi peccatori.
Perché io racconti la bellezza del Tuo amore
donami di salire dove Tu abiti.
Nel Tuo amore per noi Tu hai accettato con pazienza
di essere inchiodato sulla croce.
Perché io parli della Tua bontà
fa scorrere nelle mie vene sangue Tuo che dona la vita.
Nel Tuo amore bruciante permetti che la mia bocca
annunci con forza la Tua buona notizia.
Donami di cantare a piena voce la Tua gloria
tra le genti di questa terra.
Impegno: Accenderò una luce dinanzi al Gesù Bambino e pregherò con la mia famiglia.
SANTA FAMIGLIA DI NAZARETH
30 dicembre 2016
Rinnovo delle promesse
Matrimoniali
La famiglia di Nazareth oggi quale messaggio ci può dare? Il
messaggio della famiglia di Nazareth oggi è essenzialmente
un messaggio di pace, di fede, di misericordia e di amore. La famiglia di Nazareth
proclama al mondo che la famiglia è opera stupenda di Dio, voluta da Lui. La Sacra
Famiglia ci richiama a quei valori spirituali che sono essenziali perché il matrimonio
resista nel tempo agli attacchi del mondo: la stima reciproca, il perdono, la
conoscenza, l’umiltà, il pregare insieme, la carità, l’apertura alla vita in tutte le sue
forme. La celebrazione della Festa della Sacra famiglia è stata una bella occasione di
preghiera, riflessione e condivisione con le famiglie dei nostri due gruppi famiglia
parrocchiali e con altre che si sono aggregate a noi. Con il rinnovo delle promesse
matrimoniali abbiamo voluto ravvivare in ognuna delle nostre famiglia, attraverso il
dono dello Spirito Santo, l’amore totale, unico e fedele che ci lega. Abbiamo
celebrato da poco la Solennità di Maria SS. ma Madre di Dio quale significato ha
questo per voi? A Maria abbiamo affidato le nostre famiglie perché la Madre di Dio e
Madre nostra, perfetto modello di vita della famiglia e delle virtù domestiche, ci guidi
e protegga sempre. - Lorella prosegue la sua testimonianza soffermandosi sul valore
della condivisione e sulla fraternità - Bello è stato poi anche poter condividere
insieme il pranzo in semplicità, ma felici di stare insieme coppie, figli, anziani nella
certezza che tutta la grande rete delle relazioni umane scaturisce e continuamente si
rigenera a partire da quel rapporto con cui un uomo e una donna si riconoscono fatti
l’uno per l’altra e decidono di fondere le proprie esistenze in un unico progetto di
vita: “Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due
saranno una sola carne” (Gn 2,24).
PREGHIERA IN FAMIGLIA
ATTO DI AFFIDAMENTO DELLE FAMIGLIE
AL CUORE IMMACOLATO DI MARIA
Maria, madre del Redentore, madre della Chiesa e madre
nostra,ci affidiamo a te con le nostre famiglie, certi che tu ci
accoglierai come facesti con il discepolo amato, consegnato a te,
come figlio, dal tuo Gesù crocifisso. Da allora sei divenuta madre
della Chiesa e, perciò, madre della famiglia, piccola chiesa
domestica. Svolgi, anche per noi, come per gli sposi di Cana, il
tuo ruolo di madre attenta e premurosa. Vedi in quante nostre
famiglie manca il vino della gioia, dell’affetto e del perdono
reciproco. Guarda, anche, le troppo numerose famiglie nelle quali
il vino buono degli inizi è ritornato ad essere l’acqua banale di
una vita famigliare trascinata, quando non è divenuto l’aceto del
rancore continuo. Chiedi ancora a tuo Figlio che provveda, per
tutti, con la sua grazia. Ottienici, con il tuo sposo, san Giuseppe,
che in tutte le famiglie cristiane si accolga e si protegga la vita,
così come nella vostra santa famiglia di Nazareth si è accolto il
Verbo incarnato, Gesù, nostra vita. Da parte nostra, vogliamo,
come il discepolo amato, accoglierti sempre nella nostra casa,
perché essa sia benedetta e in essa si possa sempre glorificare la
Trinità santissima, di cui la nostra famiglia deve e vuole essere
visibile immagine. Ci ottenga questo il Padre che ti ha creata
immacolata, il Figlio che ti ha redenta prima di ogni altra creatura
e lo Spirito Santo che ti ha santificata in modo unico e sublime.
A loro lode e gloria per sempre. Amen.
PAG. 49
GIORNATA DI RINGRAZIAMENTO
31 dicembre 2016
TE DEUM
Eccoci davanti a te, dopo aver tanto camminato lungo quest’anno costellato da eventi
raramente registrati prima; il Sinodo dei Vescovi sulla famiglia, il convegno di
Firenze, il Giubileo straordinario della Misericordia di Dio. Se ci sentiamo stanchi
non è perché abbiamo percorso un lungo tragitto o interminabili vie. E’ perché
purtroppo, molti passi li abbiamo consumati sui nostri viottoli e non nelle tue vie,
seguendo i tracciati delle nostre piccole caparbietà e non le indicazioni della tua
Parola, confidando sulla riuscita delle nostre decisioni e non nell’abbandono
fiducioso a Te. In questo crepuscolo dell’anno ci sono molti motivi che esigono il
nostro rendimento di grazie. Ti ringraziamo Signore perché ci conservi nel tuo
Amore, perché continui a dimostrarci la tua infinita e paziente Misericordia. Grazie
perché ci sostieni e ci dai ad intendere che hai bisogno di noi. Grazie perché non ci
avvilisci per le nostre mancanze ma ci metti nell’animo un vivo desiderio di recupero.
Grazie perché vediamo il nuovo Anno come spazio della speranza e tempo propizio
per sanare i nostri dissensi e rivestirci della tua misericordia. Donaci Signore un
futuro di grazia e di luce, e la Vergine Maria tua Madre ci aiuti e ci intenerisca il
cuore.
INNO
Noi ti lodiamo Dio*
Ti proclamiamo Signore
O eterno Padre*
Tutta la terra ti adora
A te cantano gli Angeli*
E tutte le potenze dei cieli
Santo, santo, santo*
Il Signore Dio dell’Universo
I cieli e la terra*
Sono pieni della tua gloria
Ti acclama il coro degli apostoli*
E la candida schiera dei martiri
PREGHIERA IN FAMIGLIA
Le voci dei profeti si uniscono nella tua lode*
La santa chiesa proclama la tua gloria
Adora il tuo unico figlio*
E lo Spirito Santo Paraclito
O Cristo re della gloria*
Eterno Figlio del Padre
Tu nascesti dalla Vergine Madre*
Per la salvezza dell’uomo
Vincitore della morte*
Hai aperto ai credenti il Regno dei Cieli
Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre*
Vieni a giudicare il mondo alla fine dei tempi.
Soccorri i tuoi figli Signore*
Che hai redento col tuo sangue prezioso
Accoglici nella tua gloria*
Nell’assemblea dei Santi
Salva il tuo popolo Signore*
Guida e proteggi i tuoi figli
Ogni giorno ti benediciamo*
Lodiamo il tuo nome per sempre
Degnati oggi Signore*
Di custodirci senza peccato
Sia sempre con noi la tua misericordia*
In te abbiamo sperato
Pietà di noi Signore*
Pietà di noi
Tu sei la nostra speranza*
Non saremo confusi in eterno.
PAG. 51
MARIA SS. MADRE DI DIO
1 gennaio 2017
La stella del dono MARIA
Giornata mondiale per la pace
Nell’ottava del Natale si celebra la festa di «Maria
madre di Dio». In verità, le letture bibliche mettono l’accento sul «figlio di Maria» e
sul «Nome del Signore», anziché su Maria.Infatti l’antica «benedizione
sacerdotale» è scandita dal nome del Signore, ripetuto all’inizio di ogni versetto
(prima lettura); il testo di san Paolo sottolinea l’opera di liberazione e di salvezza
compiuta da Cristo, nella quale è incastonata la figura di Maria, grazie alla quale il
Figlio di Dio ha potuto venire nel mondo come vero uomo (seconda lettura); il
vangelo termina con l’imposizione del nome di Gesù, mentre Maria partecipa in
silenzio al mistero di questo suo figlio nato da Dio. Questa attenzione prevalente
al «Figlio» non riduce il ruolo della Madre: Maria è totalmente Madre perché è stata
in totale relazione a Cristo, perciò onorando lei è più glorificato il Figlio. Il titolo
di «Madre di Dio» sottolinea la missione di Maria nella storia della salvezza:
missione che sta alla base del culto e della devozione del popolo cristiano; Maria
infatti non ha ricevuto il dono di Dio per sé sola, ma per portarlo nel mondo: «nella
verginità feconda di Maria (tu, o Dio) hai donato agli uomini i beni della salvezza
eterna».
La pace – Il primo giorno dell’anno è tradizionalmente ‘giornata della pace’. Oggi
l’augurio dell’apostolo Paolo è questo: ‘La pace di Cristo regni nei vostri cuori,
perché ad essa siete stati chiamati in un solo corpo’. La pace vera dei cuori è il dono
natalizio più prezioso di Gesù: essa nasce con Lui e si perfeziona nel suo sacrificio
sulla croce, perché ottiene all'uomo il perdono divino. E proprio dal perdono di Dio si
ristabiliscono piene relazione pacifiche di fiducia, stima, rispetto e collaborazione.
Infatti la pace è il frutto finale di tutti i veri valori della vita: la verità, l’amore, la
giustizia, l’unità. La pace conferisce o restituisce a ciascuno il ‘suo’, cioè la dignità di
uomo libero e responsabile e crea poi una nuova comunione tra i cuori, altrimenti
divisi dall’egoismo personale. Non si può costruire questa pace, se non abbiamo nel
cuore sentimenti di umiltà, misericordia e bontà; di mansuetudine, pazienza e
accoglienza verso tutti. Così si avvia un nuovo processo di convivenza umana
pacifica, che promuove efficacemente il progresso spirituale e sociale, ed elimina le
PAG. 53
PREGHIERA IN FAMIGLIA
‘sacche di emarginazione’ (poveri, anziani, handicappati, tossicodipendenti, carcerati,
sfruttati).
Preghera alla Madre di Dio
O dolce Madre del Signore,
su Te modello della mia vita,
tu sei per me un’aurora radiosa,
estasiata m’immergo tutta in Te.
O Madre, o Vergine Immacolata,
in Te si riflette per me il raggio di Dio.
Tu m’insegni ad amare il Signore nelle tempeste,
Tu sei il mio scudo e la mia difesa dai nemici.
S. Faustina Kowalska
Preghiera per la Pace
O Signore, fa di me uno strumento della Tua Pace:
dov’è odio, fa ch’io porti l’Amore;
dov’è offesa, che io porti Perdono;
dov’è discordia, ch’io porti l’Unione;
dov’è dubbio, ch’io porti la Fede;
dov’è errore, ch’io porti la Verità;
dov’è disperazione, ch’io porti la Speranza;
dov’è tristezza, ch’io porti la Gioia;
dove sono le tenebre, ch’io porti la Luce.
O Maestro, fa' che io non cerchi tanto
di essere consolato, quanto di consolare;
non di essere compreso, quanto di comprendere;
non di essere amato, quanto di amare.
Poiché è dando che si riceve,
perdonando che si è perdonati,
morendo che si risuscita alla Vita Eterna.
Amen.
S. Francesco d’Assisi
EPIFANIA DEL SIGNORE
6 gennaio 2017
La stella dell’AMORE
Irradia con la sua luce, donando amore
Il cristiano inaugura il nuovo anno con due
impegni forti: la pace e la missione. Ambedue
questi impegni hanno come centro Gesù Cristo. Il
1° gennaio è Cristo nostra pace; all’epifania è Cristo luce dei popoli. Epifania è una
festa plurale: ogni manifestazione del Signore è una epifania. Nella liturgia della
festa la Chiesa proclama che questo giorno santo risplende per tre miracoli: i Magi
che arrivano da Oriente a Gerusalemme, guidati da una stella; Gesù battezzato nel
fiume Giordano; a Cana l’acqua è cambiata in vino. A queste tre epifanie classiche,
gli evangelisti ne aggiungono altre: la stessa nascita di Gesù; Giovanni Battista che
indica l’Agnello di Dio presente (Gv 1,36); Gesù che si rivela a Nicodemo (Gv 3) e
alla Samaritana (Gv 4), ecc. Ogni fatto ha luogo in posti, tempi, modi, personaggi
differenti, ma il contenuto è identico: è Cristo che si manifesta, è Cristo che siamo
invitati a scoprire e ad annunciare ad altri, come i Magi, il Battista, la samaritana...
L’Epifania, “Che parolona difficile!” direte voi. E’ una parola che deriva dal greco e
che significa “manifestazione”. La manifestazione si fa, di solito, quando ci si raduna
per una cosa importante e si desidera che tutti la conoscano o la possano vedere. Può
essere una manifestazione di solidarietà, o di protesta, o di qualcos’altro … La
manifestazione che celebriamo oggi è “speciale” perché è la manifestazione del
Signore. Nel Vangelo abbiamo sentito parlare dei Re Magi. Cosa c’entrano? I Magi
sono importantissimi perché è a loro per primi che Gesù si manifesta. Questi “re”
venuti dall’Oriente rappresentano tutti i popoli della terra che vengono ad adorare
Gesù. È dunque la prima volta in cui Gesù si fa conoscere come Figlio di Dio, la
prima volta in cui manifesta a tutti il suo amore per noi. Ecco allora il significato di
Epifania. Avete messo stamattina le statuine dei Magi nel presepio davanti a Gesù?
E’ una cosa importantissima da fare, perché è come mettere davanti a Lui, sotto la sua
protezione, ogni persona. In quelle statuine ci siamo perciò anche noi, i nostri cari e
anche tutti quelli che non conosciamo, vicini e lontani: tutto il mondo riunito per
adorare Gesù.
PAG. 55
PREGHIERA IN FAMIGLIA
Preghiera
Signore Gesù Cristo, sei venuto con umiltà nella natura umana,
e sei stato proclamato Dio dalla stella: mentre il tempo scorre,
illumina il nostro spirito, affinché la tua Chiesa,
che oggi celebra esultante la festa della tua manifestazione,
rimanga stabile nella tua pace.
Venga gioiosa da te, che sarai la sua ricompensa,
da te che un tempo per la sua liberazione
ti sei degnato di apparire come meravigliosa stella.
Ascoltaci, o autore della pace e dell’amore,
Signore nostro Gesù Cristo, della stessa natura del Padre,
nell' unità dello Spirito Santo ora e sempre e nei secoli dei secoli.
Amen.
BATTESIMO DEL SIGNORE
8 gennaio 2017
La stella della RINASCITA
Rinnovo delle promesse Battesimali
Gesù inizia la sua missione, chiedendo il battesimo a
Giovanni Battista. E’ la scena dell’investitura messianica
che vede protagonisti il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Gesù non ha bisogno del
battesimo, ma inizia a portare su di se i peccati dell’umanità. Per questo il Padre è
contento di lui. Facendosi battezzare e scendendo nella corrente del Giordano, Gesù
volle condividere in pieno la condizione umana fino alla morte ed alla sepoltura. Con
questo gesto Gesù anticipa l’evento della Croce, ed inizia il suo itinerario orientato
verso di essa. Uscendo dall’acqua, Egli anticipa la sua risurrezione. La condivisione
della nostra condizione ha l’effetto di mutarla radicalmente.
Preghiera
Signore Gesù, ti fai battezzare
Non perché tu abbia bisogno di conversione,
né per farti rimettere i peccati,
ma per essere solidale con gli uomini.
Ti sei fatto uomo fino in fondo,
perché ogni uomo diventasse figlio di Dio.
Oggi ci inviti a riscoprire la nostra identità,
a riappropriarci della nostra dignità.
Grazie, perché nella fede della Chiesa e dei genitori
Siamo stati battezzati in acqua e Spirito Santo.
Ci hai donato la tua vita,
un cuore nuovo,
un abbraccio di Padre,
una grande famiglia che è la Chiesa.
Aiutaci, Signore, a mantenere sempre limpida
la nostra veste battesimale,
perché anche noi siamo tuoi figli.
Amen.
RIFLESSIONE
Per i tre vangeli sinottici il battesimo del Signore al Giordano è l’inaugurazione
ufficiale della missione messianica e la manifestazione solenne di Gesù come Figlio
di Dio, mosso dallo Spirito Santo. Semplice come fatto, ma complesso per il
significato teologico, questo brano rivela anche un problema affrontato dalla prima
Chiesa: il rapporto tra Gesù ed il Battista. Alcuni ritenevano che Giovanni fosse il
Messia, ma Gesù era morto e risorto e i cristiani non avevano dubbi. Il battesimo al
Giordano però era un fatto. Cosa significava? Il primo a riconoscere che Gesù non
aveva bisogno del battesimo è lo stesso Battista, che anzi esprime il bisogno ed il
desiderio di essere battezzato da lui nello “Spirito Santo e nel fuoco”. Ma Gesù non
lo battezza e insiste. Giovanni si lascia convincere per realizzare “la giustizia” cioè
per obbedire a Dio. Gesù allora, facendosi battezzare, sta realizzando la volontà del
Padre. In che senso? Gesù inaugura la sua missione che si completerà sulla croce,
quando prenderà come suo il peccato del mondo e, sacrificando la sua vita, otterrà per
l’umanità il perdono e la salvezza. Nella scena del battesimo questo viene annunciato
e anticipato. Gesù dice al Padre: “Sono disposto a prendere su di me i peccati dei miei
fratelli” per questo lui, innocente, si sottopone a un battesimo finalizzato alla
conversione e al perdono dei peccati. Così Matteo dimostra la superiorità di Gesù sul
PREGHIERA IN FAMIGLIA
PAG. 57
Battista, proclama l’avvio della missione messianica e annuncia la liberazione dal
peccato. Rimane da dire chi è Gesù. Ci pensa direttamente il Padre: “Sono
divinamente felice che tu sia il mio amatissimo Figlio unigenito e che, innocente, ti
sia prestato per salvare gli altri figli miei, peccatori, mostrando a tutti il mio amore
per loro e per te”. E’ una voce che scende dal cielo, realizza pienamente una parola di
Isaia e sarà compresa solo dopo la risurrezione. I cieli si aprono: erano chiusi per il
peccato del mondo e, in particolare, di Israele. Così viene manifestata la volontà di
Dio di unire cielo e terra, per sempre, nella persona del Figlio, perché lui è figlio
dell’uomo e figlio di Dio, in lui cielo e terra si sono uniti indissolubilmente. Non
poteva mancare in questa scena lo Spirito Santo, simboleggiato in maniera molto
semplice da una colomba che può richiamare quella che dopo il diluvio annuncia
l’inizio di una nuova creazione. La vera e definitiva nuova creazione è inaugurata ora
da Gesù, inviato dal Padre e animato dallo Spirito, e sarà completata nel mattino di
Pasqua.
ALMA REDENTORIS MATER
O Santa Madre del Redentore
Porta dei cieli, stella del mare,
soccorri il tuo popolo
che sta cadendo,
che anela a risorgere.
Tu che accogliendo quell’AVE di Gabriele
Nello stupore di tutto il creato,
hai generato il tuo GENITORE,
Vergine prima e dopo il parto,
pietà di noi peccatori.
INDICE
Presentazione
2
Introduzione
3
Ia domenica dell’Avvento
7
IIa domenica dell’Avvento
8
Novena dell’Immacolata
9
Solennità dell’Immacolata Concezione
25
IIIa domenica dell’Avvento
26
Novena del Natale
27
IVa domenica dell’Avvento
46
Natale del Signore
47
Santa Famiglia di Nazareth
48
Te Deum
50
Maria SS. Madre di Dio
52
Epifania
54
Battesimo del Signore
55
Preghiera: ALMA REDENTORIS MATER
57
PREGHIERA IN FAMIGLIA
A cura dell’Area Liturgica
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