Ai miei figli Michele e Francesco.

Ai miei figli
Michele e Francesco.
Carlo Scarola
È la vita sempre bella
Poesie in etichetta
da gustare senza fretta
13/QUADERNI DEL CENTRO STUDI BISCEGLIESE
Tutti i diritti riservati
Con la presente edizione, dedicata alla poesia, è stato centrato l’obiettivo di questa collana: spaziare in tutti i campi dell’attività del pensiero.
La poesia, infatti, è considerata la piú immediata, diretta e raffinata espressione della
nostra sensibilità. Un linguaggio verbale universale, dunque, la sintesi che restituisce identità alla vita e ci consente di riappropriarci della nostra dimensione spirituale.
Il «Centro Studi Biscegliese», peraltro sempre attento a qualsiasi suggerimento di promozione della memoria individuale e collettiva, è aperto e disponibile ad ulteriori impulsi
letterari che possano renderlo ispiratore di nuovi incontri e dialoghi futuri.
Antonio Cortese ed.
PRESENTAZIONE
Per Bacco! Perbacco!
Per Bacco sarebbe il giusto titolo per questa raccolta di simpaticissime poesie di Carlo Scarola, un serio professore di matematica con
l’hobby della campagna e della produzione del vino che cura personalmente, fase dopo fase, con una passione d’altri tempi, con amore
maniacale per la genuinità e il gusto.
Perbacco! Viene voglia di esclamare leggendo le poesie contenute
nella raccolta; poesie composte in un primo momento solo per gioco,
per accompagnare l’etichetta ufficiale applicata sul davanti delle bottiglie del suo vino, prodotto non certo per fini commerciali ma riservato ai familiari e agli amici.
E cosí per ogni bottiglia donata, una poesia di invito alla gioia e al
carpe diem di oraziana memoria, una poesia adeguata al ricevente o
all’occasione del dono.
Ma …perbacco! Non è solo giocosità e celia ciò che troviamo nei
componimenti del professor Scarola: leggendo, leggendo vi scopriamo
un senso della labilità delle cose, una nostalgia di luoghi e situazioni
che, unite alla padronanza del ritmo, ci fanno intravedere la sua formazione umanistica.
È comunque sempre l’uomo al centro della sua attenzione, un
uomo non vittima della scienza ma ancorato alla sua terra e al suo passato, alla sua “bionda chimera” e al sogno di una vita fatta di rapporti
schietti e sinceri.
Mera poesia o vino mero? L’una e l’altro nella creatività e nella produzione di Carlo Scarola.
Marcella Di Gregorio
5
Gocce di Poesia
La fortuna
Stasera la luna
ci porta fortuna;
lasciamo la noia
prendiamo la gioia.
Amici beviamo,
beviamo e cantiamo:
i baci e l’amore
ci danno vigore,
ardore e gaiezza
ci dan giovinezza.
L’istante viviamo,
eterni non siamo;
molliamo i tabú,
restiamo quaggiú
e poi ci gustiamo
un tiramisú.
9
Un amico mi porta la sera
Un amico mi porta la sera:
è il mio caro e diletto silenzio,
io lo guardo e l’invito a sedere
e poi penso a paesi lontani
a Losanna, Firenze, Venezia,
ai segreti e struggenti ricordi,
a sospiri e carezze del vento
ai miei sogni di oggi e di sempre.
Ora sento di Venere il canto
che mi dona lusinghe d’amore;
con un bacio le chiudo la bocca
e le porgo ricolmo un bicchiere
e poi insieme cantiamo alla vita,
ai tuoi baci dell’ultima sera.
10
L’allegria
Quando viene l’allegria
la tristezza fugge via;
s’allontana il dolore,
la fatica e il dottore.
Fila via ogni guaio
e il mondo torna gaio.
Vieni sempre, allegria,
non andare mai piú via:
senza te non posso stare,
solo tu mi fai sognare.
Tu mi porti la fortuna
e mi doni pur la luna.
Se tu vieni e resti qua
piú non penso all’aldilà.
11
A Venere
Questa sera io voglio cantare
alla dea piú bella e piú amata
che ridente dal cielo mi guarda
e mi invita a baciare e amare.
Tu tiranna, mia Venere cara,
sei sorgente e principio di vita
e padrona assoluta del mondo.
Ora un bacio io voglio stasera,
solo un bacio che duri una notte.
Tu mi piaci, ti stringo e ti abbraccio,
sei la dea piú saggia e piú vera.
Ora, amici, mangiamo e brindiamo
con bicchieri ricolmi di vino;
nell’abisso cacciamo la noia
e cantiamo piú forte alla gioia.
12
Caro Bacco
Caro Bacco, mio ultimo dio,
della sera la muta tristezza
tu trasformi in calda allegria.
Del tuo nettare dolce e soave
io bevo ricolmo un bicchiere
e riprendo a gustare l’amore
e la gioia che mi offre la vita.
Ora portami indietro nel tempo
per ridarmi le dolci illusioni,
i miei sogni, incanti e speranze
e l’amore della mia primavera.
Tu che doni al cielo le stelle,
tu che mandi la luna a guardare
tutta assorta e stupita la terra,
non lasciarmi se viene la notte
e il mio canto d’amore è finito.
13
Non sono piú solo
Vedo entrare furtivo il silenzio,
il mio amico di oggi e di sempre:
questa sera non sono piú solo.
Io lo guardo e comincio a parlare
e racconto le storie dei sogni,
delle piccole e strane illusioni,
delle gioie che rubo alla vita.
E poi Dioniso viene, il mio dio,
il piú caro e fedele mio amore;
lui che manda per sempre in oblío
la mia noia, le grane, il livore,
or mi porge un bicchiere di vino:
io lo bevo, sparisce la notte
e ritorna gioioso il mattino.
14
Il giorno è sempre festa
Qant’è bella la vecchiaia
che la vita rende gaia.
Non pensare piú a domani
pensa solo al tuo stamani.
Qualche volta arriva lento
da lontano e quasi a stento
il ricordo della scuola
col pennino e l’asticciola.
Poi la sera si parlava
e insieme si giocava
tutt’intorno al gran braciere
con le mamme del quartiere.
Ora il giorno è sempre festa
e puoi fare la tua siesta.
Non rimpianger le carezze,
le moine e le ricchezze.
Né pensare la mattina
che la sera s’avvicina.
Ora siedi sul sofà
e ti mangi un bel babà.
15
L’arca di Noè
Scende dal monte il vecchio Noè
e chiama belve, serpenti e lacché.
“Salite, salite, grida il patriarca,
c’è posto per tutti nell’ampia mia barca.
Salite, miei cari, che avete l’onore,
l’onore vi spetta, ma non il pudore”.
Poi l’arca si chiude, Noè se la fila
e tutti sen vanno a baciare la pila:
si mangia e si beve uniti alla pieve.
Amici e compagni
non fate i taccagni,
non state piú in pena,
la brocca di vino è grande e già piena.
Tornata è la gloria con grande vittoria.
Stiamo a sinistra o stiamo alla destra,
noi sempre mangiamo la stessa minestra.
Amici e compari piú bravi o somari,
di tutti i colori facciamo un falò
e poi ci beviamo un grande Pinot.
16
Ode alla donna
È la donna “imago Dei”
e non solo nei musei.
I suoi occhi senza velo
son celesti come il cielo.
Sono belli anche i seni
se son sodi e senza freni.
Non parliamo dei capelli,
sono biondi e sempre quelli.
Se ci dona il suo sorriso
noi andiamo in paradiso.
Senza dame né donzelle
non avremmo piú le stelle;
né ricchezze né fortuna
e neppure piú la luna.
È la donna solo un danno
ma per quelli che non l’hanno.
Non è solo seduttrice
e sirena incantatrice
ma è fonte dell’amore,
dell’incanto e dell’ardore.
È la vita solo un gioco
che ci dura troppo poco.
Ora il giorno noi godiamo,
tutti figli siam d’Adamo.
Poi prendiam un bel bicchiere
dalle mani del coppiere:
vino rosso e pan carré
con patate e gran soufflé.
17
La Primavera
Quand’arriva primavera
è passata la bufera:
i ciliegi sono in fiore
e ritorna pur l’amore.
All’inverno diamo addio
e gustiamo il cinguettío
degli uccelli novellini
sempre lieti e cittadini.
Torna bello il cielo e il mare
e cominciano a cantare
tutti i giovani in amore
le canzoni dell’ardore.
E le donne sono belle,
son piú belle delle stelle;
or godiamo la bellezza
e la loro tenerezza.
È l’amore senz’età,
ei ci dona Alì e Babà.
18
L’amica mia stella
E stasera il cielo io guardo
ed aspetto l’amica mia stella;
solo a lei confido i miei sogni
e le gioie che mi offre la vita.
Poi insieme corriamo a scoprire
della notte i segreti misteri,
a sentire i sospiri del mare,
i silenti sussurri di Venere
e i tuoi baci portati dal vento.
Ora è tardi e mi devi lasciare,
spunta l’alba ridente e furtiva
e mi porta il sorriso del sole.
Il mio sole, il grande mio dio,
che mi manda le pene in oblío
e mi avvolge e mi dona il calore
la perduta innocenza e l’amore.
19
Il Re
Il denaro vien ridendo
quando sa che va crescendo.
È padrone della terra,
della pace e della guerra;
ci promette il paradiso
e ci dice col sorriso:
“Chi possiede gran moneta
è padrone del pianeta.
Se lavori giorno e notte
riempi presto la tua botte”.
Ora viene Bacco dio,
il piú grande amico mio,
che mi guarda pensieroso
e mi dice, un po’ affettuoso:
“Non sprecare il tuo denaro
nel tenerlo caro caro;
fanne uso or che puoi,
fin che resti qui con noi.
Ora prendi un bel bicchiere
e lo bevi con piacere
e poi mangi un bel bigné
con dolcetti e vin brulé”.
20
Sole nascente
Sole nascente
nel bicchiere di cristallo
di luci inondi la mente
e limpido dal profondo
prorompe il verbo sincero.
La gioia diffondi
e i miseri umani odî
plachi e distendi.
Rosso rubino,
prezioso e amabile
sorridi e donami
del fuoco il calore,
del leone la forza,
della mia donna l’amore.
21
Scendi, Marziano!
Scendi qui, o gran Marziano,
vieni a sciogliere l’arcano.
Tu non sai che sulla terra
non esiste piú la guerra?
Tutto è buono e tutto è bello,
qui nessuno è poverello.
Dà piú luce ora il nero
piú del bianco mattiniero.
È piú caldo pure il ghiaccio
piú del fuoco e dell’abbraccio.
È piú bello il dolore
della gioia e dell’onore.
Tutto è bianco o tutto è nero
se lo vuole il condottiero.
Noi abbiamo il gran papà
che ci dona l’aldilà.
Perché ridi gran fratello?
Non ti piace il ritornello?
Or se vieni qui con noi
tu puoi fare quel che vuoi:
puoi mangiare un bel ragú
e poi tanti tiramisú.
22
La strada solitaria
Ricordi ancora i giorni ormai lontani
quando sotto l’arco t’aspettavo
e poi l’oscura strada solitaria
che i nostri baci tacita ascoltava?
I giorni son passati e sono tanti
ma biondi sono ancora i tuoi capelli
e sempre nei tuoi occhi vedo la luce,
la luce della prima tua aurora.
E quando improvvisa vien la sera
ancora aspetto l’ultimo tuo bacio
e sogno il primo abbraccio del mattino.
23
Nostalgia
E ancora rivivo il ricordo
Questa sera mi stringe il silenzio
e nell’eremo sempre piú solo
io ritorno a Gravina lontana
e rivedo le tacite strade
con i rari ed esigui giardini,
le ali spiegate dell’aquila
della chiesa Madonna delle Grazie,
e ritrovo la grande fontana,
l’orologio dal tempo fermato
e il Duomo grandioso e incompleto.
Poi discendo a Piaggio e Fondovico,
alla chiesa-grotta San Michele,
ad antiche memorie legata
da crudeli e feroci Saraceni.
E ancora rivivo il ricordo
delle notti sospese e spezzate
da sgomenti, allarmi e sirene,
dal sapore del pane rubato,
dalla fame e miseria costante.
Nel segreto ancora ti amo
mio perduto paese natío;
Se ti penso, ti vedo piú bello:
sei legato alla verde mia età.
27
Quando solo aspetto la sera
Quando solo aspetto la sera
del passato io chiamo i miei giorni.
Vedo il mare e il chiostro a Sorrento,
vedo strade, piazze e palazzi,
occhi azzurri e musei a Firenze.
Poi ritorno felice a Venezia,
a San Marco, Rialto e Ca’ d’Oro
e al Ponte di ansie e sospiri.
Ogni pietra mi dona un ricordo
e m’invita ancora a sognare.
Ma una voce vicina io sento
che sicura e decisa mi dice:
“Ora basta con sogni e chimere,
non rinviare la gioia a domani;
oggi è sempre il giorno piú bello,
devi adesso la vita godere.
Prendi un calice colmo di vino
bevi e pensa al nuovo mattino”.
28
Venezia
Solo
nel giorno girovago lento
per calli deserte e silenti canali;
non guardo la folla, non sento parole
ma vedo mani che stringono mani
e mute si danno pensieri d’amore.
Poi torno alla riva e al mero pupazzo
che impavido e fiero brandisce la spada.
Sorrido ai gabbiani e ai bruni colombi
che usano e sporcano i grandi e gli eroi.
Sorrido alla pace, sorrido alla guerra,
ai vuoti ideali e alle grandi menzogne,
amare illusioni e capricci del vento.
29
Il profumo dei baci
L’amore io bramo di giorni lontani
quando il profumo di baci e carezze
riempiva le notti di sogni e chimere.
Negli occhi tuoi belli vedevo il sorriso,
la gioia sentivo del primo mattino.
Or quando ti vedo tu fuggi e svanisci,
la luce si spegne, il grigio mi stringe:
di sole speranze e attese io vivo.
30
Amo sempre piú la vita
Quando arriva la mia sera
è finita la bufera,
penso allora al mio passato
e al lavoro tanto amato;
Ma quando il sole fugge via
viene ancor la nostalgia.
E ricordo il primo addio
al paese mio natío,
e gli arrivi e le partenze
da Venezia e da Firenze
e ricordo le mie feste
sempre grandi e mai modeste,
i miei tanti e cari amici
che ballavano felici
e lasciata ogni boria
si godevan la baldoria.
Ora il tempo è tutto mio
e non voglio dire addio
alla brama di sapere
e alla gioia di vedere.
Amo il canto del dio Sole
e le calde sue parole;
ho la gioia di amare
e il piacere di donare
e vivendo da eremita
amo sempre piú la vita.
31
Un’ombra si stringe
Un’ombra si stringe ai rami del cedro
poi tacita scende, carezza la terra,
l’abbreccia, l’avvolge, l’invita alla quiete.
Da solo io guardo la tenebra fredda,
Smarrito mi sento, il sangue mi gela;
Rivedo il passato, un lampo mi sembra.
Poi fuggo lontano, di vivere bramo,
non chiedo la pace io voglio la guerra,
ancora m’incanta la luce, il colore;
di gioia sorrido, riprendo la vita.
Amici brindiamo, quest’oggi viviamo,
alziamo i bicchieri ricolmi di vino,
la festa continua: è ancora mattino.
32
Sorride la Luna
Questa sera sorride la luna
nella notte gremita di stelle,
forse guarda gioiosa e indulgente
i timori, le ansie, i sospiri,
le carezze di giovani amanti.
Ora bianca regina del cielo
io ti chiedo ancora un sorriso
che mi porti lontano nel tempo
sulla strada sconnessa e deserta,
al muretto che ignavo ascoltava
le parole, i pensieri, i miei baci
e le tante mancate promesse.
E la luna mi dona un sorriso
e mi dice con lievi sussurri:
“Non pensare al remoto passato,
è girata la ruota del tempo
e ti ha dato l’amore perduto”.
33
Le campane
Non sento piú rintocchi di campane
che un tempo già passato
e ormai lontano
segnavano le ore dei miei giorni.
Giorni di sogni, chimere e dolci inganni
i giorni della mia primavera.
Or piú non seguo certe antiche vie
e riempio i miei pensieri d’eresie.
Passata ormai è l’ultima bufera,
godere ancora bramo il sole e il vento
e non voglio piú pensare alla mia sera.
34
La casa rossa
Vorrei sentire sempre la tua voce,
vorrei godere il dolce tuo sorriso:
ma spesso le parole che io sento
son quelle delle pietre e della terra
che rompono il silenzio dei miei giorni
e parlano con la mia solitudine.
Allora io ritorno nel passato,
nella casa rossa e solitaria,
alle sere al lume di candela
nella lunga attesa della notte.
Or vedo solo il piccolo giardino
e guardo i miei cedri e i miei fiori.
Coltivo ancor chimere ed illusioni
e sogno la partenza del mio treno
e il mio felice arrivo a Venezia,
la patria ideale dei miei sogni.
Rivedo in vaporetto il Canal Grande,
la piazza di San Marco e il campanile,
il ponte dei Sospiri e le prigioni
e il ponte di Rialto e dei gioielli.
Ogni pietra mi dona un ricordo
e ancora m’invita a tornare
e a godere il mio paradiso
nella vera e grande libertà.
35
Solitudine
Questa notte ho sognato i tuoi baci
e gli abbracci segreti e rubati
quando svelti correvano gli anni
con i sogni e le prime chimere.
Ora sento i giochi del vento
che ancora mi dona carezze
e dà voce all’amico silenzio
del mio eremo caro e amato.
Poi arriva l’ombra della sera
e mi torna l’amaro rimpianto
degli amori trovati e perduti.
Ora vieni, mia cara solitudine,
abbracciami se vuoi e non lasciarmi:
ho te sola compagna nella notte.
36
Rivedo il passato
Un’ombra mi stringe ai rami del cedro
poi tacita scende, carezza la terra,
l’abbraccia, l’avvolge, l’invita alla quiete.
Da solo io guardo la tenebra fredda,
smarrito mi sento, il sangue mi gela;
rivedo il passato, un lampo mi sembra.
Poi fuggo lontano, di vivere bramo,
non chiedo la pace, io voglio la guerra,
ancora m’incanta , il colore;
di gioia sorrido, riprendo la vita.
Amici, brindiamo, quest’oggi viviamo,
alziamo i bicchieri ricolmi di vino,
la festa continua, è ancora mattino.
37
Sorrento
Questa notte ho sognato Sorrento
ho rivisto le strade e le piazze,
corso Italia e via Correale,
la villa a terrazza sul mare
e la piccola e bella marina
abitata da antiche sirene.
Forse un giorno non troppo lontano
tornerò all’amata Sorrento
alla chiesa, al piccolo chiostro
alla scuola e ai primi ragazzi.
E rivedrò ancora il limpido bagno
dalle alte e rocciose pareti
della vaga regina Giovanna.
Ricorderò i baci e le carezze
degli amori fugaci e perduti.
Ma forse non piú ritroverò
le speranze, i sogni e le chimere
della prima e lontana primavera.
38
Le parole del Saggio
I sogni
Ora chiedo al gran Sapiente
mio amico e confidente:
“Perché spero e sogno ancora
che ritorni la mia aurora?
Non è sempre piú vicina
la mia sosta e la mia china?”
E l’amico parla e dice:
“Se vuoi vivere felice
non pensare solo a fare,
devi ancora tu sognare.
È la sola fantasia
che ti dona l’allegria;
con speranze ed illusioni
tu ignori le prigioni.
Alle nubi il rosso fiato
rubi e voli nel creato;
solo sogni ed utopie
danno gioia e frenesie
e se vivi in libertà
la tua aurora tornerà”.
41
Tutto il resto è vanità
Ora ascolta del Sapiente,
la parola intelligente:
“Quando sogni la ricchezza,
pensi solo all’agiatezza,
ai quattrini, ai contanti,
ai gioielli di diamanti?
Se tu hai e poi non dai,
mai ricchezza tu avrai.
Devi dare amicizia
con amore e con letizia
e donare comprensione
all’amico e al barbone.
Il compagno non lasciare
se a te non può piú dare
e scordare tu non devi
quando poco tu avevi
e quanto gli altri t’hanno dato
quando eri disperato.
Se agli altri odio dai
anche a te procuri guai
ma se doni solo amore
tu hai gioia e calore.”
Io lo guardo con rispetto
e rispondo a quel che ha detto:
42
“Caro amico santo e saggio,
molto bello è il tuo messaggio,
ma sempre il ricco deve dare
e il povero accettare.
Questa sola è realtà
tutto il resto è vanità”.
La luce della vita
Ora dimmi, amico caro,
senza essere avaro:
“Qual è il centro dell’amore
dell’affetto e dell’ardore?”
“Per l’asceta e l’eremita
è la luce della vita.
Solo amore tu puoi dare
senza nulla domandare.
Devi amare il tuo vicino
sia Abele o sia Caino.
Il tuo prossimo sei tu
e sei tu la tua tribú.
Sempre il sole tu rivedi
se felice ti congedi
con piacere e con ardore
dall’amata del tuo cuore.
Ma se l’amore è fuggito
e l’affetto è svanito,
viene il vuoto e vien l’assenza
e la fredda indifferenza.
Poi arriva il silenzio
col sapore dell’assenzio.
Ma la vita senza amore
non è vita, è squallore.
Tu per primo devi dare
senza stare ad aspettare;
devi dar piacere e gioia
e giammai provare noia.
Se il mio dire è stato chiaro
tu mi sei ancor piú caro.
Ora torna alla Torah
con piú gioia e libertà”.
43
Il mattino della vita
Ora chiedo al mio Sapiente,
caro amico e gran veggente:
“Quando vola giovinezza
e arriva la stanchezza?”
E lui sempre sorridente
mi risponde compiacente.
“Il mattino della vita
la piú dolce e piú fiorita
non ha anni né età
se hai sempre novità.
Gioventú è solo amore
che alla vita dà calore.
Tutta l’arte devi amare,
anzi devi tu gustare
sia i suoni che i colori
dei piú grandi creatori.
Sei romano o sei pugliese
devi amare il tuo paese,
le sue piazze, le sue strade
con i vicoli e le contrade.
44
Devi amare sole e terra
e la pace e mai la guerra.
Mai il gelo del cinismo
la tua mente deve avere
né il freddo pessimismo
il tuo cuore possedere.
Solo amore e allegria
ti faranno compagnia.
Pensa al giorno da godere
e la notte non temere
e se giovan vuoi restare
quel che ho detto devi fare.
Solo amore è senza età
Tu con gioia devi amare
e la tua donna adorare;
devi amare i suoi capelli:
sono tanti e sempre belli.
Molto dolce è la sua voce
se ti parla sottovoce.
Chi piú ama e s’innamora
sole e luce vede ancora”.
Ti ringrazio amico saggio,
tu mi hai dato gran coraggio.
Solo amore è senza età
e ci dà felicità.
Io domando riverente
all’amico gran Sapiente:
“È piú bello sempre amare
e a tutti poi donare
il piacere del sorriso
che ci dona il paradiso?
O sentire odio e rabbia
che ci chiude nella gabbia
e nel vuoto dell’oblío
che alla vita dà l’addio?”
E l’amico mio felice
pensa un poco e poi mi dice:
“Al principio, in un secondo,
nacque amore, luce e mondo.
Dall’amore vien la vita
e le morte vien bandita;
Solo amore è allegria
che ti riempie di energia;
allontana l’amarezza
e ti dona la ricchezza.
45
L’amicizia
Ora chiedo al grande Saggio
di lasciare il giardinaggio
e parlare con perizia
della vera amicizia.
“L’amicizia è sole e luce
e alla gioia ci conduce;
rende lieve la sventura,
il dolore e la paura.
Poi ci dona l’armonia
delle idee e l’allegria
che gioiosa e piú fiorita
fa la sera della vita.
Se gli amici sono pari
i litigi sono rari.
All’amico piace dare
senza nulla domandare.
Solo lui è generoso
senza esser mai geloso.
All’amico e al fratello
apri sempre il tuo cancello
e se l’affetto gli darai,
gran compenso ne avrai;
nella buona o malasorte
lui ti rende saldo e forte.
46
Questi sono i miei pensieri
molto semplici e sinceri”.
Ti ringrazio e sono grato,
ogni dubbio hai fugato;
puoi tornare al tuo giardino,
caro amico certosino.
La verità
Quando fugge la certezza
io domando sicurezza
all’amico mio Sapiente,
il profeta gran veggente.
Lui mi chiede con premura:
“Quale nuova avventura
or t’incanta con ardore,
caro amico sognatore?”
“Per fuggire dall’imbroglio,
verità io cerco e voglio,
ma quando credo che sia mia,
lei mi sfugge e corre via”.
“Non è facile parlare
e la tua voglia accontentare.
L’uomo crea verità
se ricava utilità.
Poi le cambia e le rivolta
se non trova piú raccolta.
Ciò che ieri era vero
oggi è falso e menzognero
e mai dal cielo è caduto
il gran vero e l’assoluto.
Forse il bene e anche il male
o l’assurdo e il razionale
sono falsi o sono veri
a seconda dei sentieri.
Godi e vivi la tua vita,
pur facendo l’eremita.
Solo amore e ilarità
ti daran serenità”.
47
La luce
Or se vuoi meditare
leggi o stai ad ascoltare
le parole del gran Saggio
che ti dona il suo messaggio.
“Non pensare al passato,
al tuo tempo ormai sfumato,
né bramare il piacere
la fortuna e il potere.
Non temere il dolore
né avere mai rancore.
Il tuo giorno godi ora,
or che vedi e senti ancora.
Non badare a pene e guai:
solo attimo tu hai.
Vivi e gusta ogni istante
fino all’ultimo restante”.
Ora il Saggio erudito
il discorso ha finito,
e se pensi a quel che ha detto
tu gli doni un po’ d’affetto.
48
La felicità
Or ti chiedo uomo saggio:
“Quante cose devo fare
se felice il gran viaggio
io volessi continuare?”
“La salute devi amare,
col sapere e col lavoro
e l’amore giudicare
il piú grande tuo tesoro.
Te per primo devi amare
e l’affetto sempre dare
alla donna del tuo cuore,
la piú bella, la migliore.
Devi offrire agli amici
ai rivali e ai nemici,
il sorriso e la tua gioia
senza mai dare noia.
Non pensare piú al passato
né al tempo già bruciato.
Godi l’alba e poi l’aurora
or che vedi e senti ancora.
Dove vuoi tu vedi il bello,
nel gran fiume e nel ruscello.
Non sognare l’avvenire,
devi oggi tu scoprire
il profumo dei tuoi fiori
e l’incanto dei colori.
Sia di notte che di giorno
hai lo specchio tutt’intorno.
Se tu mostri solo amore,
non vedrai mai rancore,
ma godrai la libertà
e la gran felicità”.
49
Il giramondo
Quando il grande giramondo
solo, allegro e quasi biondo
vuole al saggio domandare
quale terra visitare,
il maestro gran sapiente,
a lui chiede riverente:
“Perché scappi e corri via
con ardore e frenesia?”
“A me piace l’avventura
e detesto la clausura.
Son le strade sempre belle
senza guardie e sentinelle.
Sono un uomo superiore
sono libero pensatore.
Quando guardo dal finestrino
godo il mondo mattutino.
Amo l’aria, amo il vento
amo il sole e ogni evento.
I legami son catene
che mi danno solo pene”.
Il gran Saggio sta a sentire
senza mai interferire.
Poi risponde e questo dice:
“Se vuoi essere felice
tu non correre nel mondo
sol facendo il girotondo.
Non ti rende ogni viaggio
né migliore né piú saggio.
Siedi e sogna l’avventura
e poi godi la natura”.
Ma il grande vagabondo
vuol godere ancora il mondo:
per non stare in ansietà
prende il volo e se ne va.
50
Il nettare degli dei
Quando arriva la tua sera
non lasciare la chimera;
se ti senti un poco fiacco
chiedi aiuto al dio Bacco
che ti porta la gaiezza
e la nuova giovinezza.
Ma se vuoi però restare
tra le braccia del piacere
tu non devi superare
i confini e le frontiere.
Con l’ambrosia degli dei
puoi scoprire quel che sei
e accettare il romitaggio
con fermezza e con coraggio.
Solo il nettare di dio
ti regala un po’ di oblío
e tanti baci puoi sognare
e dolci abbracci vagheggiare.
Non attender piú la sera
e la nuova primavera.
Ora guarda la tua luna
che emerge dalla duna:
essa corre e ascolta il mare
che l’amore vuol cantare
al dio Sole e alle stelle
sempre care e sempre belle.
Non pensare al tuo domani
a tempeste ed uragani
ogni pena è ormai finita
e godi oggi la tua vita.
51
La Rosa dei Venti
Or sentite ancora il Saggio
e traetene vantaggio.
Un mestiere è governare
che ti pone sull’altare.
Ti adorano gli amici
e ti temono i nemici;
e se nulla tu sai fare
devi sempre chiacchierare.
E poi fai le promesse;
solo quelle puoi fare
senza nulla tu rischiare.
Non importa dove stai
e ancor meno cosa fai:
a sinistra e a destra
riempi sempre la canestra.
Prendi esempio dal migliore
grande attore e fumatore,
spargitore di zizzania
fondatore di Padania.
Se non temi l’anatema
fai l’amico di D’Alema;
e se ami Bertinotti
tieni pronti i tuoi fagotti.
Ma se brami la fortuna
devi stare in tribuna
col sovrano Berlusconi,
il padrone dei bilioni.
Ora basta, caro amico,
il romanzo è molto antico
e se vuoi l’auto blu
chiedi aiuto a Belzebú.
52
La Legge
Spesso chiedo al mio Sapiente,
caro amico e confidente:
“Quale legge guida il mondo
e lo rende piú fecondo?”
Il Sapiente pensa e dice
e mi porta alla radice:
“È la Legge una sola
né s’impara nella scuola.
Ogni azione vi fa bene
se riduce ansia e pene;
essa è giusta, bella e buona
senza esser la padrona.
Se invece vi fa male
è ingiusta e amorale”.
“Anche l’arte è regolata
dalla legge che mi hai data?”
“Certo, dice ancora il saggio
e prosegue con coraggio:
Quando ammiri l’arte pura
che il tuo animo cattura,
hai la luce sul tuo viso
perché sei in paradiso”.
Questa sola è la legge
che vi salva e vi protegge.
Ora vai in libertà
e ti leggi la Torah...
53
Il potere
Ora ascolta il gran Veggente
in silenzio riverente.
“Se tu brami il potere
il danaro devi avere;
devi sempre tu parlare
senza stare ad ascoltare;
devi avere la ragione
perché sei tu il padrone.
La violenza è quasi assente
se tu solo sei potente;
non fidarti dei fratelli,
né di amici se novelli.
Segregato tu vivrai
e felice quasi mai:
questo è il prezzo da pagare
se potente vuoi restare.
Vedo il dubbio nel tuo sguardo:
tu mi credi un gran bugiardo?
Ogni cosa ha il suo costo,
non palese e un po’ nascosto.
Il potere su te stesso
ti darà il gran successo.
54
Godi il giorno e godi l’ora
or che vivi e ami ancora;
non pensare all’auto blu:
è solo sogno e nulla piú”.
Il Saggio
Se ci dai anche il rosso,
tu sei bravo e sei promosso
e se doni un bel paniere
di biscotti e di babà,
non cambiamo piú quartiere
e restiamo sempre qua.
Cari amici, ecco il Saggio,
ascoltate il suo messaggio:
“È la vita un’avventura,
solo un sogno finché dura.
Ai capricci della luna,
è legata la fortuna.
Fatti sempre una risata,
troppo breve è la giornata.
Se la gioia vuoi donare,
devi sempre solo amare.
Non avere troppe donne
né alzare spesso gonne.
Se vuoi vincere la gara
la tua vita tieni cara”.
Ora basta, gran sapiente,
tu sei troppo intransigente.
Solo vino noi vogliamo,
tutto il resto ce l’abbiamo.
Vino bianco è da bere,
ma non solo un gran bicchiere.
55
Il gran Sapiente
Or sentite il gran Sapiente
sempre allegro e sorridente:
“Non bevete troppo vino,
ma soltanto un misurino.
Né seguite Salomone
uomo saggio e gran stallone.
Mille mogli sono assai
e vi danno mille guai.
Sempre carne poi mangiate
e molti sigari fumate:
fanno bene al cervello,
ai polmoni e all’uccello”.
Ora basta, gran Sapiente,
tu sei troppo divertente.
Noi vogliamo solo vino,
quello buono e sopraffino
e all’amico Belzebú
noi diciam trzú, trzú.
56
Il tuo padrone
Chi davanti a noi s’inchina
schiverà la ghigliottina”.
Ora il mondo sbigottito
pensa e dice allibito:
“Ma è scemo e pure pazzo
o è solo un gran pupazzo?”.
Ora taci, gran fellone,
quando parla il tuo padrone:
“È il nostro Dio potente,
è piú forte e mai perdente:
ci ricolma di ricchezza
di quattrini e di saggezza,
mentre il vostro è indigente
squattrinato e impotente.
Voi dovete risparmiare
per poter a noi donare:
noi prendiamo e dissipiamo
perché figli siam d’Abramo.
Noi vincemmo il grande Islam
con il gas nel Vietnam
e Bin Laden abbiam distrutto
con il nostro tritatutto.
Colpiremo i terroristi
e batteremo i pacifisti.
Solo pace poi verrà
con la nostra autorità.
Civiltà è solo nostra
e barbarie è tutta vostra.
57
È la vita sempre bella
Parole al vento
Ogni tanto io parlo col vento,
quando spira fra i rami del cedro
e mi porta il profumo del mare.
Forse viene da spiagge lontane,
messaggero di baci e di sogni
che gli affidano giovani amanti.
“Ora aspetta, gli dico, e sorridi,
è passato il tempo dell’ira,
io ti chiedo pensieri d’amore
e ancora dei giorni felici”.
Lui allegro ascolta e consente,
dona ancora un sorriso alle rose,
poi riprende la corsa di sempre.
Adirato io vedo il dio Bacco,
sull’Olimpo ormai vuoto e deserto,
solo e triste non vuole restare.
“Vieni, grido, discendi fra noi,
qui c’è sempre un bicchiere di vino
e un gran calice colmo di gioia:
vieni e danza e canta alla vita,
butta a mare i tuoi guai e la noia”.
61
La mia sera
Lenta si avvicina la mia sera
e guarda me murato nel silenzio.
Si ferma e poi mi dice sottovoce:
“Non pensare ora alla tua notte
se vedi ancor la luce del Dio sole
e l’incanto dei colori dei tuoi fiori.
Guarda la tua donna con amore
e godi i suoi occhi e il suo sorriso.
Ascolta la sua voce e le parole
che tu conosci e vuoi ancor sentire.
Poi stringi le sue mani vellutate
e bacia la sua bocca e i suoi capelli.
E quando poi verrà la tua notte
accoglila sereno e sorridente
perché con te pure porterai
la luna, le stelle e l’universo,
nel vuoto e nel nulla primordiale”.
“Non correr — rispondo — amica sera
e fammi ancor godere del mio sole
il rosso dei raggi e il colore
che le ultime ore del mio giorno
rende calde, tranquille e luminose”.
62
Misteri
Quando viene l’amico silenzio,
il mio caro compagno di sempre,
molte volte insieme pensiamo
ai perché e ai tanti misteri
sempre privi di ogni risposta.
Osserviamo la vita che nasce
e sicura invade la terra,
e la luce del primo mattino
che del sole ci dona il sorriso.
Ma talvolta ci par di sentire
i lamenti, i pianti e sospiri
di bambini costretti a implorare
il perdono del loro peccato.
Sono solo scheletri vivi
che non hanno diritto all’amore
di chi ha dato il dono della vita;
ora aspettano l’ultimo dono
e la morte chiedono a Dio.
Solo i baci e le mute carezze
delle mamme prostrate e distrutte
sono misere gocce di luce
nell’orrore e nel buio della notte.
Poi pensiamo alle guerre feroci,
olocausti e massacri spietati
perpetrati nel nome di Dio.
Ora vai, io grido al silenzio,
piú non voglio pensare a misteri,
né a dogmi, menzogne e illusioni.
Or nell’eremo dolce e amaro,
sento solo il canto del vento
che m’invita ancora a godere
i miei sogni, l’amore e la vita.
63
Se l’amore è forte e vero
Gioia e luce è l’amore
della vita creatore.
Tutto ruota e si dilegua
senza sosta e senza tregua
ma il sole dell’amore
dona sempre il suo calore.
Nella gioia e nel dolore,
tutta l’arte è amore
nel comporre l’armonia
delle note in sinfonia
o creare la magia
della grande poesia.
Se l’amore è forte e vero
e stravolge il tuo pensiero,
hai paura, fame e sete
e non trovi piú la quiete.
Ma la vita senza amore
è un giorno senza sole,
una notte senza stelle,
un giardino senza un fiore.
64
E quando solo te n’andrai,
tu per sempre resterai
e nel cuore e nei pensieri
degli amici piú sinceri,
che di te ricorderanno
il tuo sguardo e il tuo sorriso
e l’affetto che tu davi
senza nulla domandare.
Inno alla gioia
Quando sorge il chiarore dell’alba,
piú non penso alla notte oscura
e l’aurora del sole che nasce,
il mio giorno riempie di gioia.
E con gioia io vedo la luce
e i colori negli occhi che amo;
e con gioia io sento le voci,
i sussurri e le grida festose.
Se la gioia riesco a donare,
io ricevo l’amore e il sorriso.
Ma la gioia è il piacere piú grande,
è la gioia di essere uomo.
65
La vita è Dio
Quando l’alba saluta la notte
io riprendo a gustare la vita:
godo il sole, l’azzurro del cielo,
e la pioggia e il canto del vento.
Vedo uccelli volare e cantare
senza avere rimpianti e ricordi.
Labirinto è l’amore e l’incanto
che mi dona chimere e illusioni
e la gioia della nuova Primavera.
Poi svanita la luce del sole
io mi stringo a memorie e ricordi
e continuo a gioire e sognare.
Ora vedo la cara mia Venere
che mi guarda e mi dice ridendo:
“Non chiamare l’amico Bacco:
è volato, è tornato all’Olimpo !”
Poi mi bacia e ancora mi dice:
“Solo amore è sorgente di vita:
è la vita il solo tuo Dio”.
66
La vita è solo gioia
Un giorno me ne andrò
e non vedrò piú il sole,
la pioggia non udrò
né il síbilo del vento.
Ma oggi vivo e sogno
e sento la tua voce,
le tacite carezze
le grida tue festose.
Vedo ancor capricci
di nuvole e di luna
e aspetto solo i baci
e il dolce tuo sorriso.
Godiamo ancora il mare
la luce, l’ombra e il vento
e poi gridiamo a noi:
“la vita è solo gioia”.
67
La bionda chimera
Il sole, le stelle ancora io vedo
e tocco la terra e l’aria respiro
e corro e grido e canto alla gioia,
libero e forte ancora io vivo.
Il pianto non serve, non giova alla vita
il vano ricordo del tempo che fu.
Passata è la notte e l’ombra piú nera,
la luce, i colori di nuovo io vedo
e ancora parole d’amore io sento.
Or baciami amore, vicina è la sera,
ti voglio e ti bacio mia bionda chimera.
68
Sogno d’amore
Quando arriva inattesa la sera
io ricordo i tuoi occhi di cielo,
le tue ansie affettuose e roventi,
i progetti e i pensieri celati
della prima e lontana primavera.
Ora sempre aspetto i tuoi baci
e le dolci tue mute carezze;
di speranze tu riempi i miei giorni
e cancelli gli amari ricordi.
Forse è l’ultimo sogno d’amore
che mi lega stordito alla vita.
Or di sogni e illusioni io vivo.
69
Amo la notte
Amo la notte e guardo sereno
l’amata mia stella che sogni mi dona,
speranze e chimere dei verdi miei giorni.
Io ti prego, amica mia cara,
non lasciarmi e guardami ancora
quando resto sempre piú solo
e improvvisa arriva la sera.
Non mi bastano sogni e illusioni,
ho ancora bisogno di amore.
E la stella mi manda un sorriso
e mi grida decisa e sicura:
“Se l’amore tu riesci a donare
della vita l’aurora tu avrai”.
Poi mi offre un ultimo bacio
e riprende la danza di sempre.
70
Il sogno
Una musica sento al mattino,
forse è il canto del Sole, mio dio:
la sua luce sorride sui prati
e colora di gioia la vita.
Ora attendo sereno la sera
coi miei sogni e le vane chimere
della breve e lontana primavera.
Della notte l’oscuro silenzio
io ritrovo compagno d’alcova
e insieme parliamo e speriamo
che il sogno diventi realtà.
Poi la notte mi prende e mi abbraccia
e mi porta nel bosco incantato:
vedo schiere di ninfe danzanti
e la bella e amata mia Venere
che felice mi dona un sorriso
e mi dice due sole parole:
“Se ancora tu ami la vita,
devi sempre sperare e sognare”.
71
Solitudine, mia cara
Solitudine mia cara,
molto bella e tanto amara,
tu mi tieni compagnia
senza dare gelosia
e la sera anche tardi
sempre sola tu mi guardi
e con te mi addormento
senz’attender altro evento.
Molto presto la mattina
tu ritorni mia regina:
ma restiamo sempre muti
senza incontri né saluti.
Tu mi offri un gran tesoro:
la fortuna del lavoro
che io faccio con piacere
per creare e poi godere.
Il silenzio ora vedo
che vuol prendere congedo:
viene Mozart il divino
e mio grande beniamino.
72
Stiamo insieme, ci parliamo,
un concerto ascoltiamo.
Poi ritorno ai miei amori,
ai miei libri, ai miei fiori.
Solitudine tanto amata,
la nostra vita è volata
e quando svaniremo nell’oblío
noi soli resteremo: tu ed io.
Elogio della follia
È la guerra la madrina
è del mondo la regina;
è celeste nella gloria
e a tutti dà vittoria;
non sopprime e non distrugge
se il perdente lesto fugge.
Il conflitto è sempre santo
e non porta mai un pianto.
Ma le guerre piú clementi
furon quelle tra credenti
che col fuoco e con le seghe
arrostirono le streghe.
Fu poi sacro e sempre bello
degli eretici il macello.
Anche oggi il condottiero
fondatore dell’impero
se non ha alternative
fa le guerre preventive
ed essendo uomo pio
ogni giorno prega Dio.
Ora il grande vincitore
sempre accolto con amore
con la sua autorità
dona ai vinti libertà.
73
Il destino
Nelle mani del destino
tu sei solo un burattino.
Ti progetta alto o basso,
magrolino oppure grasso;
ti fa nascer bianco o nero,
bello o brutto e prigioniero,
e poi crea il tuo cervello
molto ricco o poverello.
Ma se viene la sfortuna
non andare sulla luna.
Prendi il bene o prendi il male
la tua vita è sempre uguale.
Passa il brutto, passa il bello,
è la vita un ritornello.
Ora chiami il tuo destino
e gli dai solo vino:
quando è solo, briaco e brillo
e diventa tuo gingillo,
tu lo prendi a pugni e botte
e lo mandi nella notte.
Non mi credi?! Hai ragione:
tu non sei un credulone.
74
Prendi il mondo come viene
con le gioie e con le pene:
non pensare all’aldilà
ché la vita è tutta qua.
Inno al bello
Qualche volta mi piace volare
fra le nuvole spinte dal vento;
solo allora io vedo la terra
con il verde dei prati e dei boschi.
E poi guardo la luna ridente
che nel buio nasconde la luce
e protegge i giovani amanti.
Ma la gioia piú grande io sento
quando godo l’incanto dell’arte,
le bellezze create dall’uomo
da Leonardo al gran Michelangelo,
le stupende e divine armonie
di Vivaldi, Mozart e Beethoven.
Solo l’arte nell’animo dona
il sorriso e la gioia della vita.
Ora porgo un saluto alle nuvole
che veloci mi danno un abbraccio
e contente mi dicon ridendo:
“Se il bello giammai lascerai,
quando sola verrà la tua sera
sarà ancora per te primavera”.
75
Godiamo i nostri giorni
Quando tu mi guardi
io vedo solo luce,
la luce del sorriso,
la luce dei tuoi occhi.
Sento il tuo respiro,
carezzo le tue mani
e lento torna ancora
il tempo dei ricordi.
Ma ora io non voglio
rimpianti e nostalgie:
la favola della vita
è ancora da godere.
Godiamo i nostri giorni,
stringiamo nelle mani
le lucciole di luce,
gl’istanti piú felici
che fuggono lontano.
Godiamo ancora il sole
e il síbilo del vento.
Ora noi viviamo
e nulla poi sappiamo
di quanto seguirà.
76
È la vita sempre bella
È la vita un’avventura
molto bella finché dura.
La mattina godi il sole
e il profumo delle viole,
odi il canto degli uccelli
sono tanti e sempre belli;
e poi godi dei tuoi fiori
il concerto dei colori.
Alle piante, le piú care,
pur carezze devi dare.
Ora ascolta e stai attento:
“Se vuoi essere redento
non uccidere giammai;
solo danni tu avrai
se ammazzi un solo agnello,
un cappone e un vitello.
Guarda gli occhi innocenti
che ti fissano sgomenti
e non essere brutale
né usare il tuo pugnale;
del gattino o rondinella
è la vita sempre bella,
e se doni il tuo sorriso
tu starai in paradiso”.
77
Amo…
Al dio Sole
All’alba tu appari e al mondo sorridi
e mandi il tuo primo messaggio di amore.
Poi sorgi e regali al cielo l’azzurro
e doni la luce agli alberi in fiore.
Mandi i tuoi raggi nel fondo del mare
e nuvole e pioggia poi doni alla terra.
Ti guardano i fiori dai mille colori
e cantano in coro uccelli in amore.
Siam tutti tuoi figli, buoni o maligni
e a tutti l’amore tu doni e la vita.
E quando il riposo al mondo vuoi dare,
nascondi il tuo volto e ci doni la notte.
Ti amo, dio Sole, e ti voglio vedere:
i caldi tuoi raggi son baci e carezze,
tu mi offri la vita e dilati il mio giorno.
81
Amo l’alba
Amo l’alba e il fiume di perle
che di luce inonda la terra.
Amo il sole che sorge al mattino
e giocando fra i rami del cedro
crea scherzi e capricci ridenti.
Amo il prato, i fiori e il giardino
che l’ardore mi dona e il profumo
della cara e mia nuova primavera.
Amo i suoni e l’eterna armonia
di Beethoven, di Bach e di Vivaldi.
Tutta l’arte io amo, anzi adoro,
se rallenta la fuga dei miei giorni
e magie mi offre e cari incanti.
Anche il giorno arriva alla sua sera
e le ombre mi porta e tanti sogni
che ribelli non voglion piú stare
sotto l’oscuro velo dell’oblío.
Coi miei sogni io corro nella notte
ed è bello viaggiare e naufragare
nell’oceano misterioso delle stelle.
82
Ode all’amore
Amo il Sole, il Sole mio dio,
e il mattino che canta alla luce
e sorride e mi dona i suoi baci.
Pioggia e vento furioso io amo,
il silenzio, i segreti pensieri
e la notte serena e stellata.
Amo spiagge deserte e gabbiani
e l’azzurro profumo del mare,
godo l’alba, i tramonti, i miei giorni:
voglio ancora l’amore e la vita.
83
È tornato il tempo dei fiori…
Ogni sera tu vieni e mi guardi
e le mani mi prendi e sorridi
e allora ricordo con gioia
le moine e le tante carezze,
i miei morsi e i dolci tuoi occhi.
E rivedo la luna nascente
che gelosa guardava i tuoi baci
e gl’istanti incitava a volare.
Ora stringimi forte le mani:
è tornato il tempo dei fiori
e la notte è forse lontana.
Con l’amore io freno il mio tempo,
bramo ancora capire e imparare
e adesso io voglio ultimare
i progetti, le idee, i miei sogni.
Ora resta e stammi vicino:
solo amore ci lega alla vita.
84
Il sorriso
Quando sorge il Sole, mio dio,
io comincio a cantare la gioia,
voglio ancora godere la luce
e i colori dei fiori e del mare.
Nelle nubi, nell’acqua e nel vento
della vita io vedo il sorriso
e la sera m’incanta la luna
e la danza festosa di stelle.
Ora ignoro tristezza e rancore
e l’affetto mi piace donare.
Agli amici e ai cari nemici
posso solo mandare un sorriso
ed ancora con forza gridare:
“Paradiso è l’amore e la vita”.
85
L’amore
È l’amore che dona la vita,
è l’amore che offre il sorriso
e regala giornate di sole.
Se la vita tu brami felice
anche a te devi affetto donare.
E l’amore che agli altri darai
non scompare e non vola col vento
ma ritorna e ti riempie di gioia.
Poi concedi alla donna che ami
la segreta tua chiave del cuore:
lei è sposa, amica e amante,
è tesoro, è gioia e piacere.
E quando fra le stelle te n’andrai
e lo sguardo alla terra volgerai,
le parole e i baci che hai dato
come luce ancora tu vedrai.
86
Bisceglie ...città del sole
Città del sole e della luce,
col tuo mare limpido e bello
dell’Adriatico sei perla e gioiello.
Sei tu ricca di parchi e giardini
e di viali di palme e di pini.
I tuoi dolmen, le lame e le grotte
ci ricordan dell’uomo la notte.
Coi casali di Giano e Zappino,
di Saggina, Pacciano e Navarrino,
coi palazzi, le torri e il borgo antico,
con le sue case e dei vicoli l’intrico,
la tua storia ci racconti ancora,
la storia della prima tua dimora.
La tua gente vivace e operosa,
del passato piú fiera e gelosa,
ti trasforma con mille colori
in un eden ricolmo di fiori.
Io ti ammiro, mia patria adottiva;
con la guida leale e fattiva
ora emergi come fulgida stella
e ogni anno sei sempre piú bella.
87
L’eremita
La sera penso spesso ai miei amici
che vedo sempre allegri e felici;
ormai alla mia scuola l’addio ho dato,
al mio lavoro caro e tanto amato.
Ma ora, pur vivendo da eremita,
serena e sorridente è la vita.
Mi lega alla mia donna ancor l’amore
che riempie i miei giorni di colore.
Io parlo al mattino ai miei fiori
e al mio giardino pieno di colori.
I miei libri torno ad osservare
e se ne inizio uno a sfogliare
la fame mi costringe e mi lega,
forse il libro per me è una strega.
E quando un giorno io dovrò partire,
non dovranno i miei libri soffrire;
saranno, spero, sempre piú amati
e ancor sempre vivi e ben curati.
Nei miei ricordi dolci del passato,
a Padova e Venezia son legato.
Rivedo ponti e calli silenziose
e gondole tranquille e un po’ oziose.
Ai miei ricordi mai darò l’addio
il loro patrimonio sono io.
E quando sole e luce lascerò
con me la terra e il cielo porterò.
88
INDICE DELLE ILLUSTRAZIONI
La Ruota della Fortuna, Edward Jones Burne . . . . . . . . . . . . .
Venere dormiente, Giorgione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Buffone con liuto, Frans Hals . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Venere addormentata, Somon Vouvet . . . . . . . . . . . . . . . . .
Bacco, Caravaggio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Baccanale, Cesare Fracanzano . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Sofà rosso, Nikolay Reznitshenko . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Il Diluvio Universale, partic., Michelangelo Buonarroti . . . . . . . . .
Ritratto di donna, Giovanni Boldini . . . . . . . . . . . . . . . . .
La Primavera, partic., Sandro Botticelli . . . . . . . . . . . . . . .
Il Primo Bacio, Adolphe-William Bouguereau . . . . . . . . . . . . .
Il Re, Leonid Bencel . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Creazione del Sole e della Luna, Raffaello Sanzio . . . . . . . . . . . .
Angelo alieno, George Sharon . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Bocca baciata, Dante Gabriel Rossetti . . . . . . . . . . . . . . . .
S. Maria delle Grazie (Gravina in Puglia) . . . . . . . . . . . . . .
Il Campanile della Cattedrale (Firenze) . . . . . . . . . . . . . . . .
Venezia, Bernardo Bellotto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Il Bacio, Francesco Hayez . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Madonna Sistina, part., Raffaello Sanzio . . . . . . . . . . . . . . .
Gli Amanti, Paris Bordone . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Lady Hamilton…, Elizabeth Vigée-Le Brun . . . . . . . . . . . . . .
Campane del Monastero delle Clarisse (Bisceglie) . . . . . . . . . . . .
Casa Cantoniera (Gravina in Puglia) . . . . . . . . . . . . . . . . .
Solitudine all’alba, Johann Heinrich Füssli . . . . . . . . . . . . . . .
Aurora, Giovanni Francesco Barbieri, detto il Guercino. . . . . . . . .
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Sorrento, Giacinto Gigante . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Amor sacro e Amor profano, Tiziano Vecellio . . . . . . . . . . . . . .
L’Alleanza dell’Amore e del Vino, Jean-Marc Nattier . . . . . . . . . . .
Lucrezia Borgia, duchessa di Bisceglie, Dante Gabriel Rossetti . . . . . . . .
Apollo e le Muse, partic., Simon Vouet . . . . . . . . . . . . . . . .
Angelo, Raffaello Sanzio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
La Festa di Bacco, Diego Velasquez . . . . . . . . . . . . . . . . .
La Bocca della Verità, S. Maria in Cosmedin (Roma) . . . . . . . . . .
Amorino mediceo, Elisabetta Sirani . . . . . . . . . . . . . . . . . .
La Felicità Pubblica, Orazio Gentileschi . . . . . . . . . . . . . . .
Il Violinista, Riccardo Maffioli . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Bacco che beve, Guido Reni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
La Rosa de’ Venti, Gio. Francesco Monno (1633) . . . . . . . . . . . .
La Giustizia Alata, Angelo Comolli . . . . . . . . . . . . . . . . .
I Mercanti della moneta, Quentin Massys . . . . . . . . . . . . . . .
Gli Amanti veneziani, Paris Bordone . . . . . . . . . . . . . . . . .
Sapiente con compasso e globo, Dosso Dossi . . . . . . . . . . . . . . .
La Creazione di Adamo, partic., Michelangelo Buonarroti . . . . . . . .
La Nascita di Venere, partic., Sandro Botticelli . . . . . . . . . . . . .
Amore, Gustave Klimt . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Il Silenzio, Johann Heinrich Füssli . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Le Tre Grazie, Raffaello Sanzio . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Allegoria della Felicità, Bronzino . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
La Nascita di Venere, Alexander Cabanel . . . . . . . . . . . . . . .
Pace e Giustizia abbraciati, partic., Laurent de La Hire . . . . . . . . . .
Chimera, Gustave Moreau . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Il Bacio rubato, Jean Honoré Fragonard . . . . . . . . . . . . . . .
Amore e Psiche, Antonio Canova . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Amore e Psiche, partic., Baron François Gerard . . . . . . . . . . . . .
L’Albero della vita, Gustave Klimt . . . . . . . . . . . . . . . . . .
La Battaglia di ponte Milvio, partic., Giulio Romano . . . . . . . . . .
La Zingara, Caravaggio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Concerto, Caravaggio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
La Cacciata dal giardino dell’Eden, partic., Michelangelo Buonarroti . . . .
La Gioconda, Leonardo da Vinci . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Carta del Sole, Tarocchi di Marsiglia (XVI sec.) . . . . . . . . . . . . .
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La Pittura e la Poesia, Francesco Furini . . . . . . . . . . . . . . . .
Apoteosi di Sant’ Orsola, partic., Vittore Carpaccio . . . . . . . . . . .
Scampagnata vicino a Londra, Giuseppe De Nittis . . . . . . . . . . . .
Donna Greca, John William Godward . . . . . . . . . . . . . . . .
Le Tre età della donna, Gustace Klimt . . . . . . . . . . . . . . . . .
Bisceglie, Leonardo De Mango . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Vergine in lettura, Vittore Carpaccio . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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INDICE
Presentazione
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Gocce di poesia
La fortuna . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Un amico mi porta la sera . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
L’allegria . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
A Venere . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Caro Bacco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Non sono piú solo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Il giorno è sempre festa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
L’arca di Noè . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Ode alla donna . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
La Primavera . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
L’amica mia stella . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Il Re . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Sole nascente . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Scendi, Marziano! . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
La strada solitaria . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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Nostalgia
E ancora rivivo il ricordo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Quando solo aspetto la sera . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Venezia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Il profumo dei baci . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Amo sempre piú la vita . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Un’ombra si stringe . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Sorride la Luna . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Le campane . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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La casa rossa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Solitudine . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Rivedo il passato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Sorrento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Le parole del Saggio
I sogni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Tutto il resto è vanità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
La luce della vita. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Il mattino della vita . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Solo amore è senza età . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
L’amicizia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
La verità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
La luce . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
La felicità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Il giramondo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Il nettare degli dei. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
La Rosa dei Venti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
La Legge . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Il potere . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Il Saggio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Il gran Sapiente . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Il tuo padrone . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
È la vita sempre bella
Parole al vento . . . . . . . . . . . . . . .
La mia sera . . . . . . . . . . . . . . . . .
Misteri . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Se l’amore è forte e vero . . . . . . . . . . .
Inno alla gioia . . . . . . . . . . . . . . . .
La vita è Dio . . . . . . . . . . . . . . . .
La vita è solo gioia . . . . . . . . . . . . . .
La bionda chimera . . . . . . . . . . . . . .
Sogno d’amore . . . . . . . . . . . . . . .
Amo la notte . . . . . . . . . . . . . . . .
Il sogno . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Solitudine, mia cara . . . . . . . . . . . . .
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Elogio alla follia . . . . . . . . . . . . . . . .
Il destino . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Inno al bello . . . . . . . . . . . . . . . . .
Godiamo i nostri giorni . . . . . . . . . . . .
È la vita sempre bella . . . . . . . . . . . . . .
Amo…
Al dio Sole . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Amo l’alba . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Ode all’amore . . . . . . . . . . . . . . . . .
È tornato il tempo dei fiori… . . . . . . . . . .
Il sorriso . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
L’amore . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Bisceglie …città del sole . . . . . . . . . . . . .
L’eremita . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Indice delle illustarzioni
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Impresso in Bisceglie
nel nono mese
del duemilasei
dalla Litostampa Antonio Cortese