Azione Cattolica Italiana 20 ottobre 2013 stella morra Diocesi di Aosta Per una vita imbandita in tavola: “Quelli che troverete, chiamateli” (Mt 22,9b) Amore dopo Amore Tempo verrà in cui, con esultanza, saluterai te stesso arrivato alla tua porta, nel tuo proprio specchio, e ognun sorriderà al benvenuto dell'altro e dirà: siedi qui. Mangia. amerai di nuovo lo straniero che era il tuo Io. Offri vino. Offri pane. Rendi il cuore a se stesso, allo straniero che ti ha amato per tutta la tua vita, che hai ignorato per un altro e che ti sa a memoria. Dallo scaffale tira giù le lettere d'amore, le fotografie, le note disperate, sbuccia via dallo specchio la tua immagine. Siediti. E' festa: la tua vita è in tavola. DEREK WALCOTT Premessa Tempi particolarmente difficili per analisi ampie, aa particolarmente necessarie 1. Cominciare dall’inizio… "Il nostro dovere non è soltanto di custodire questo tesoro prezioso, come se ci preoccupassimo unicamente dell'antichità, ma di dedicarci con alacre volontà e senza timore a quell'opera, che la nostra età esige, proseguendo così il cammino, che la Chiesa compie da quasi venti secoli. Lo scopo principale di questo Concilio non è, quindi, la discussione di questo o quel tema della dottrina fondamentale della Chiesa, in ripetizione diffusa dell'insegnamento dei Padri e dei Teologi antichi e moderni quale si suppone sempre ben presente e famigliare allo spirito. Per questo non occorreva un Concilio. Ma dalla rinnovata, serena e tranquilla adesione a tutto l'insegnamento della Chiesa nella sua interezza e precisione, quale ancora splende negli atti Conciliari da Trento al Vaticano I, lo spirito cristiano, cattolico e apostolico del mondo intero, attende un balzo innanzi verso una penetrazione dottrinale e una formazione delle coscienze; è necessario che questa dottrina certa e immutabile, che deve essere fedelmente rispettata, sia approfondita e presentata in modo che risponda alle esigenze del nostro tempo. Altra cosa è infatti il deposito stesso della fede, vale a dire le verità contenute nella nostra dottrina, e altra cosa è la forma con cui quelle vengono enunciate, conservando ad esse tuttavia lo stesso senso e la stessa portata. Bisognerà attribuire molta importanza a questa forma e, se sarà necessario, bisognerà insistere con pazienza nella sua elaborazione: e si dovrà ricorrere ad un modo di presentare le cose, che più corrisponda al magistero, il cui carattere è preminentemente pastorale". GIOVANNI XXIII, Discorso di apertura del Concilio , 11 ottobre 1962, EnchVat/I, 53*-55*. 2. La figura della parabola • • • • Servi del re: la festa è di altri! Lo scenario interiore della parola che ci rende molti personaggi contemporaneamente Trovare: ai crocicchi delle strade, la festa è pronta, è lì. Occhi che sanno vedere Chiamare: parlare una lingua comprensibile, riconoscere una fame L’abito delle nozze: che significa essere degni? 1 Azione Cattolica Italiana 20 ottobre 2013 stella morra Diocesi di Aosta 3. Comunità credenti come banchetti Cibo e parola: non a caso L’arte del nutrire L’arte della conversazione La simbolica della vita come è “La giornata, la prima giornata della sua nuova libertà, è quasi finita. Il crepuscolo sta sospeso, basso, sulle vie. La gente torna a casa dal lavoro. Tra le buie pareti della case scattano i quadrilateri di luce. Ora, hanno inizio le cerimonie private e ufficiali della sera - mille gesti vengono compiuti, anche se alla fine non producono altro se non un piatto di minestra, una stufa calda, una canzoncina per i bimbi. A volte, un uomo segue con lo sguardo la sua donna, che esce dalla stanza con il vasellame, e lei non si accorge com'è sorpreso e grato lo sguardo di lui. A volte, una donna accarezza la spalla di un uomo. E' molto tempo che non lo ha fatto, ma al momento giusto sente che lui ne ha bisogno. Rita fa un lungo giro vizioso per le vie e guarda dentro molte finestre. Vede come, ogni sera, un cumulo infinito di benevolenza, consumata durante il giorno, si sia rigenerata e riprodotta a nuovo. Non teme di restare a mani vuote nella ripartizione di quella benevolenza. Sa che talvolta sarà stanca, talvolta irritata e rabbiosa. Ma non ha paura. Pareggia tutto il fatto che ci abituiamo a dormire tranquilli. Che viviamo senza risparmiarci, come se ce ne fosse anche troppo di questa strana sostanza che è la vita. Come se non dovesse avere mai fine". CH. WOLF, Il cielo diviso, Roma, Edizioni e/o, 1992 (orig. ted. 1963), 230. Una associazione per una simbolica…. 2 Azione Cattolica Italiana Diocesi di Aosta 20 ottobre 2013 stella morra Aiutiamo il soldato Francesco! di René Poujol in “www.renepoujol.fr” del 2 ottobre 2013 (traduzione: www.finesettimana.org) Come spiegare la molteplicità delle prese di posizione del nuovo papa Francesco, se non per il sentimento di urgenza che sembra abitarlo? Solo pochi giorni dopo la pubblicazione di una lunga intervista sulle riviste dei gesuiti del mondo intero, che continua a suscitare dibattiti e controversie, ecco che in Italia il quotidiano di sinistra la Repubblica dà a sua volta la parola a papa Francesco. In un'intervista concessa al suo fondatore Eugenio Scalfari, dichiaratamente ateo, il papa ridice la necessità, per la Chiesa, di riannodare il dialogo con la cultura moderna, come invitava a fare il Concilio Vaticano II, senza retro-pensiero proselitistico. Denuncia le tentazioni di clericalismo che non risparmiano gli stessi laici e i fenomeni di corte che, dice, sono “la lebbra del papato”. Insiste sulla concertazione e sul dialogo, in maniera da riequilibrare in senso orizzontale la riflessione della Chiesa, naturalmente aperta alla verticalità. Infine, in spirito missionario, invita a rendersi conto pienamente dei drammi che, nelle nostre società, colpiscono in pieno i giovani, a causa della disoccupazione, ma anche gli anziani, a volta immersi nella più estrema solitudine! Alla lettura di questo nuovo accalorato intervento, le nostre domande cambiano. Non ci si chiede più, punto per punto, se la diagnosi fatta da papa Francesco è o meno pertinente, se invita a fare distinzioni o riserve. No, ormai ci si chiede: perché questa precipitazione? Perché tale accumulazione di interviste concesse, a destra e a manca, secondo una logica che ci sfugge, e che si discosta decisamente dall'atteggiamento riservato che, per i suoi predecessori, sembrava legato proprio alla funzione papale? Su questa scia, dobbiamo aspettarci altri interventi, sperare che ci siano, rallegrarcene apertamente e anticipatamente? Sento prepararsi un vento cattivo Confesso un certo turbamento! Tanto più vivo in quanto, e l'ho scritto, ho accolto questo pontificato come una “divina sorpresa”, a tutt'oggi non smentita. Ma basta guardare ciò che alcuni cominciano a scrivere sui social network e non solo nei cerchi ristretti dell'integralismo, per sentire che si sta preparando un “vento cattivo”. Spuntano già, qua e là, dei processi di illegittimità, che talvolta si accompagnano pericolosamente a sospetti di eresia. Ho la debolezza di pensare che papa Francesco ne sia perfettamente consapevole. Allora perché? Se pare avere tanta fretta, forse è perché è convinto che “il tempo stringe”, che ciò che non farà subito, spinto da uno “stato di grazia”, rischia di essere compromesso per lungo tempo. Perché nell'istituzione esistono delle resistenze molto forti e che anche “fuori dalle mura” certi interessi ostacolati, legati come si sa alla riorganizzazione della “banca del Vaticano” (IOR), potrebbero procurargli inimicizie, o anche qualcosa di peggio. Rendere il cambiamento irreversibile! Nella sua intervista alle riviste gesuite, pur insistendo sul fatto che ogni riforma richiede il tempo della riflessione e del discernimento, scrive tuttavia: “Talvolta, il discernimento richiede di fare subito ciò che si pensava di fare più tardi. È quello che mi è capitato in questi ultimi mesi”. Senza dubbio è convinto che più parlerà, perché sia condiviso il senso pastorale che sottende alla sua visione del futuro, più i cambiamenti che desidera per la Chiesa diventeranno irreversibili. Qualunque cosa accada! Ora, nell'istituzione ecclesiastica succede come in ogni governo civile: tutti i progetti di riforma immaginabili – qui teologicamente argomentati – dormono nei cassetti, in attesa che si manifesti forse, un giorno, la volontà “politica” di attuarli. Ciò significa che, se questa volontà esiste, le cose possono andare più in fretta di quanto si pensi, salvaguardando peraltro le procedure di consultazione necessarie per un buon esercizio della collegialità. La mia convinzione è che papa Francesco, legittimato dal conclave e spinto da una forma di assenso popolare che supera di gran lunga il solo mondo cattolico, si assuma oggi lucidamente il rischio di procedere a grandi passi. Assicurargli la nostra fiducia e il nostro sostegno Allora, che cosa possiamo fare per aiutarlo in questo, se condividiamo la sua visione delle cose? Mettere in guardia quelli che si accontentano di applaudire, un po' ingenuamente, come se si trattasse di prendere una rivincita qualsiasi, a favore di una “alternanza” di tipo politico? Mettersi, per pura tattica, insieme ai sostenitori dell'ermeneutica della continuità, per meglio rassicurare coloro che potrebbero essere turbati da questo inizio di pontificato, e convincerli che non si sta “cambiando la religione”? Assicurare, massicciamente e pubblicamente, a papa Francesco, la nostra fiducia e il nostro sostegno? Oppure, e forse soprattutto, pregare per lui? 3 Azione Cattolica Italiana Diocesi di Aosta 20 ottobre 2013 stella morra Matteo, capitolo 22 1Gesù riprese a parlare loro con parabole e disse: 2"Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. 3Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. 4Mandò di nuovo altri servi con quest'ordine: "Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!". 5Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; 6altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. 7Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. 8Poi disse ai suoi servi: "La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; 9andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze". 10Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali. 11Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l'abito nuziale. 12Gli disse: "Amico, come mai sei entrato qui senza l'abito nuziale?". Quello ammutolì. 13Allora il re ordinò ai servi: "Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti". 14Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti". 4