Recensioni cinema e film | Persinsala.it
Daniele
Rizzo
28 giugno 2008
la
Trasposizione dell’omonimo videogame targato Eidos
Interactiv. Portato sul grande schermo dalla regia di
Xavier Gens e dalla 20th Century Fox. Un budget
enorme (le locations spaziano da Istanbul, Londra e San
Pietroburgo) non salva Hitman – L’assassino dal flop già
toccato ai vari Resident evil: Extinction, Doom e
company.
Schede Tecniche
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La trama è la semplice narrazione della vendetta inarrestabile di un
assassino professionista (che dà titolo al film, Hitman) “scaricato” dalla
propria organizzazione criminale. Prima di esser sacrificato in nome di un
oscuro gioco politico, numero 47 (che T. Olyphant ben riproduce in
movenze e fattezze) è un anaffettivo killer a pagamento, addestrato da
una Organizzazione segreta al fine di svolgere il proprio lavoro in maniera
infallibile (l’ispettore, Dougray Scott, dice più di una volta: lui non sbaglia
mai).
Parallelamente alla propria vendetta, e in maniera inedita rispetto al
videogioco, lo stesso protagonista inzia la catarsi verso la luce e
intraprende un percorso che culmina in un generoso dono finale alla
“povera stella” di turno (Nika, Olga Kurylenko). Al termine del film tutto si
incastra positivamente come nelle migliori favole: i cattivi sono morti o
non possono più nuocere, la fanciulla è felice e ha coronato il proprio
sogno (una promessa fatta da piccola al padre morente!), i buoni hanno
trionfato e l’ex cattivo è ormai senza peccato.
Tutto ciò si svolge senza alcun rispetto della storia originaria e senza
alcuna originalità cinematografica.
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Il disastro è su tutta la linea: chi ha conosciuto il gioco urlerà al sacrilegio
(numero 47 risparmia una testimone da cui si fa “sconvolgere”
emotivamente e a cui regala il vigneto che aveva sempre desiderato); gli
altri (ignari di cotanta nobile origine) si troverano di fronte un film d’azione
privo di ogni originalità, in cui non risuona alcuna virtù recitativa o
registica, ma solamente colpi di pistola, improbabili sciabolate e dialoghi
inespressivi ai limiti della noia.
Pochi esempi svelano i clamorosi buchi di sceneggiatura e l’incapace
regia, precisamente ne bastano due: in primis non può essere in alcun
modo credibile la soluzione che permette all’ispettore di sapere che
numero 47 andrà alla stazione solamente perchè lui lo conosce come
nessun altro.
In secondo luogo, nella scena sul treno (in cui i killers dell’Organizzazione
riescono a trovare numero 47) abbiamo una ridicola incongruenza: la
scena alla Tarantino della pistole puntante tutti contro tutti con il piccolo
particolare che non erano tutti contro tutti, ma tutti contro numero 47.
Dalle inquadrature sembrerebbe che ogni killer abbia una pistola puntata
contro: in realtà erano 3 killers contro 1 e il nostro “eroe” cheavrebbe
dovuto avere 6 pistole puntate addosso, se la cava dicendo: vediamo di
morire con dignità (ovviamente a farlo saranno gli altri).
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Suggestivo il modo di introdurre il film con richiami al
videogioco (una moltitudine di gemelli “marchiati”
con un codice a barre), interessante il voler riprodurre
alcune missioni del primo episodio (la prima e la terza
di Hitman Codename 47), ironico il riferimento ai
ragazzi che giocano ad Hitman durante la fuga di 47
dall’Hotel: purtroppo le note positive si esauriscono
qua.
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Non si tratta di voler essere pignoli e bacchettare sulla mancata fedeltà al
videogioco: anche come prodotto a sè, il giudizio sul film appare negativo,
pieno di clichè da cinema a stelle e strisce (come i battibecchi tra il
poliziotto americano buono e gli stupidi antagonisti russi).
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Nel viodegioco Hitman è un assassino silenzioso, un professionista che si
muove nell’ombra, capace di passare accanto alla futura vittima
indisturbato e impercettibile, grazie a travestimenti perfetti e ad una
pianificazione impeccabile del proprio lavoro (oltre l’obiettivo, nessuno o
quasi andrebbe ucciso nelle missioni).
Nel film, numero 47 è un sanguinario, un “rambo” che produce carneficine
in continuazione. Aver comprato un titolo, senza aver minimamente fatto
riferimento ad esso, probabilmente non è stata una scelta saggia (gli
incassi al botteghino sono stati decisamente inferiori alle aspettative) o
lungimirante (a vedere un Hitman 2 non andrebbe nessun appassionato,
neanche per sbaglio).
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