a 20 Ed iz io ne FORUM TECNOLOGICO SULLA PROGETTAZIONE GRAFICA DI SISTEMI SOLUZIONI E APPLICAZIONI 2013 20a edizione nidays.it NIDays 2013 Ricerca Sistema hardware e software di analisi mediante termoluminescenza basato su NI LabWindows/ CVI C. M. Mancuso,. G. Pizzocolo – IPSES La sfida La soluzione Realizzare un sistema integrato hardware e software di datazione mediante analisi per termoluminescenza emessa da campioni opportunamente riscaldati. Controllare la rampa di riscaldamento in modo preciso e stabile, acquisire real-time i fotoni rilevati dal fotomoltiplicatore, trasmettere i dati al PC in maniera rapida e affidabile, gestire l’intero processo di analisi. Un sistema embedded che gestisce il riscaldamento dei provini e acquisisce i segnali rilevati da un fotomoltiplicatore, trasferendo tutti i dati a un PC mediante interfaccia GPIB NI-488.2. Il software, sviluppato in NI LabWindows/CVI, gestisce interamente il sistema, controllando sia i parametri di riscaldamento per l’emissione della termoluminescenza, sia l’acquisizione e l’elaborazione dei dati. Prodotti utilizzati GPIB LabWindows/CVI Il sistema realizzato per effettuare analisi mediante termoluminescenza è stato sviluppato per applicazioni di ricerca (datazione di reperti ceramici) e gestisce interamente l’analisi. Un fornetto con striscia riscaldante connessa a termocoppia consente il riscaldamento del campione, processo gestito da un’unità termoregolatrice che permette di ottenere rampe lineari e precise. Un fotomoltiplicatore, posizionato mediante apposito housing sul fornetto, effettua il conteggio fotonico dell’emissione termoluminescente. I dati ottenuti vengono quindi trasferiti a un PC mediante interfaccia GPIB NI-488.2. Il software di gestione consente di: gestire, controllare e visualizzare graficamente l’andamento della rampa di riscaldamento e il conteggio fotonico ad esso associato; visualizzare il conteggio fotonico rilevato dal fotomoltiplicatore; gestire tutti i parametri di impostazione; gestire un efficiente archivio di tutte le misura effettuate, le rampe di riscaldamento ad esse associate, permettendo inoltre l’esportazione di tutti i dati in formato ASCII; elaborare matematicamente le curve ottenute per lo studio dei risultati ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ Figura 1: Il laboratorio TL IPSES realizzato da IPSES per il National Material Science Department del Tubitak Marmara Research Institute - CNRS Turchia “L’utilizzo di LabWindows/CVI ha portato anche a una immediata implementazione degli algoritmi di analisi che sono piuttosto complessi, poiché sono diversi gli algoritmi in ANSI C già sviluppati da enti di ricerca e università, descritti in varie pubblicazioni scientifiche. ” Quando una radiazione incide su un materiale, parte della sua energia può essere assorbita e riemessa sotto forma di luce di lunghezza d'onda maggiore. Tale lunghezza d'onda è caratteristica del materiale luminescente e non della radiazione incidente. Si parla di termoluminescenza (TL) quando il materiale emette luce mentre viene riscaldato: si tratta di un processo d'emissione stimolata che si verifica dopo che il corpo ha assorbito energia mediante esposizione a radiazione. L'energia assorbita in seguito all'esposizione alle radiazioni naturalmente presenti nell’ambiente (radiazioni alfa, beta, gamma e raggi cosmici) consente agli elettroni di muoversi attraverso il reticolo cristallino e alcuni di essi vengono intrappolati dai difetti reticolari. Il successivo riscaldamento del materiale rende possibile il rilascio con emissione di luce degli 102 italy.ni.com/nidays elettroni intrappolati. Assumendo una velocità di riscaldamento lineare, risulta che l'intensità della termoluminescenza è legata all'energia di attivazione del livello di trappola da una relazione nota; misurando l'andamento dell'intensità luminosa in funzione della temperatura è pertanto possibile risalire alla profondità dei centri di trappola e associarla alla quantità di radiazione assorbita. Misurando la termoluminescenza si è perciò in grado di misurare la quantità di radiazione assorbita da un materiale; considerando la radioattività ambientale presente nel sito di provenienza è possibile, mediante un’equazione lineare, calcolare per quanto tempo il materiale sia stato sottoposto a questa radiazione e, quindi, datarlo. La TL misurata dipenderà da tre fattori principali: durata dell’esposizione alla radioattività ambientale; ■■ Ipses Ricerca NIDays 2013 Figura 2: Il software d’interfaccia che mostra la rampa di riscaldamento e la corrispondente curva di conteggio fotonico Figura 3: Esecuzione dell’analisi TL: sulla sinistra si vede il fornetto con l’unità di conteggio fotonico integrata e il preamplificatore di segnale fissato direttamente sul fotomoltiplicatore. Tutta l’analisi viene effettuata in una stanza completamente oscurata per evitare sia la saturazione del fotomoltiplicatore, sia l’alterazione del conteggio fotonico intensità della radioattività ambientale; struttura del materiale. I materiali di interesse storico e archeologico che possono essere datati con termoluminescenza sono tutti i manufatti che, per essere realizzati, sono stati riscaldati a temperature elevate, liberando così tutti gli elettroni intrappolati e ripartendo con l’assorbimento di energia dal momento della produzione, ossia ceramiche, terrecotte e laterizi, fornaci, focolari e terre di fusione (ovviamente non possono essere datati materiali che hanno struttura amorfa, come il vetro), poiché sono per gran parte composti da materiali termoluminescenti, come quarzi e feldspati. Le potenzialità di questa tecnica sono ormai ben conosciute e una precisione di datazione del 5-10% su un range di 50-20.000 anni può essere raggiunto se il campione è correttamente raccolto e preparato. Il sistema di misura realizzato è composto da: fornetto a tenuta di vuoto che permette il ricircolo di azoto, equipaggiato con una striscia riscaldante direttamente connessa a una termocoppia; pompa da vuoto e valvole di controllo flusso; unità di conteggio fotonico composta da un fotomoltiplicatore con spettro di acquisizione centrato su 400 nm, relativo housing con schermo magnetico, filtri IR e interlock di protezione per l’alta tensione; un preamplificatore veloce a basso rumore, di dimensioni estremamente compatte, in modo da poter essere installato direttamente sul gruppo di acquisizione fotonica e non disperdere il debole segnale lungo i cavi di collegamento; alimentatore ad alta tensione regolabile da -320V a -1995V; unità termoregolatrice per la gestione delle rampe di riscaldamento e per acquisire l’emissione fotonica del campione alle diverse temperature; PC con software di gestione e scheda NI-GPIB per gestire l’acquisizione fotonica in real-time. Le due caratteristiche principali del sistema sono: la capacità di controllare rampe di riscaldamento precise e stabili, con rate di salita compreso tra 0,5 gradi e 15 gradi al secondo, sino a 550 gradi centigradi; essere in grado di effettuare un veloce e preciso conteggio fotonico, associandolo esattamente alla temperatura del provino in quell’istante. Per rispondere a queste due esigenze si è implementato un sistema di controllo ad anello chiuso PID che potesse controllare il riscaldamento in maniera molto precisa e un sistema di conteggio intelligente con autorange in grado di centrarsi sempre sul conteggio attuale, così da mantenere su tutta la scala una risoluzione adeguata. Per avere un sistema che fosse sempre veloce e reattivo, in grado di trasferire su PC i dati ottenuti in real-time, si è scelto di utilizzare un'interfaccia GPIB NI-488.2 così da ottenere un bus di comunicazione robusto e veloce che, grazie al controller DMA della scheda NI PCI-GPIB, evitasse qualsiasi possibile interruzione durante il trasferimento dati. Questo è infatti un punto cruciale del sistema: il campione può essere analizzato solo una volta e quando si inizia il riscaldamento. Qualsiasi interruzione nella comunicazione dei dati o difetto nel controllo della rampa inficia l’intera analisi. I campioni, poiché prelevati da reperti archeologici, sono solitamente limitati e richiedono una preparazione lunga e complessa: l’affidabilità del sistema deve quindi essere molto elevata. Il software, sviluppato in LabWindows/CVI, rappresenta l’unica interfaccia verso l’operatore: infatti, anche se tutta la strumentazione è dotata di vari indicatori e permette degli aggiustamenti manuali, si è deciso che sia per la fase di setup, sia per la fase di misura vera e propria, l’unica interfaccia dovesse essere il monitor del PC, così da permettere una visualizzazione coerente e omogenea di dati che, poiché relativi a diversi strumenti, non potrebbero altrimenti essere raggruppati e consentire la supervisione dell’intero processo. Quando si effettua una nuova prova, occorre impostare i parametri della rampa di riscaldamento (rate di salita e temperatura finale desiderata), dopodiché inizia l’analisi e il sistema mostra in real-time il conteggio fotonico acquisito dal fotomoltiplicatore. Al termine della prova è possibile visualizzare il grafico della glow-curve in cui si vede la variazione del conteggio fotonico al crescere delle temperatura, analizzarlo e modificarlo applicando vari algoritmi e, soprattutto, confrontarlo con curve precedentemente acquisite e salvate. È infatti fondamentale poter effettuare raffronti dettagliati, dato che la ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ Ipses italy.ni.com/nidays 103 NIDays 2013 Ricerca procedura di datazione si basa sulla comparazione con glow-curve di materiali con emissione riferita a un periodo noto, per esempio esponendo il materiale di raffronto con una determinata fonte radioattiva (β o α) per un certo lasso di tempo. Per tutti i grafici sono quindi state implementate sofisticate e intuitive funzioni di zoom che permettono di analizzare con estrema precisione qualsiasi punto della curva, così da consentire confronti molto precisi. Sono state implementate funzioni per elaborare le curve (smoothing, media tra più misure, sottrazione, integrale) e per esportare in dati in ASCII code, consentendo così di comparare e scambiare i dati ottenuti anche con altri sistemi. L’utilizzo di LabWindows/CVI ha portato anche a una immediata implementazione degli algoritmi di analisi che sono piuttosto complessi, poiché sono diversi gli algoritmi in ANSI C già sviluppati da enti di ricerca e università, descritti in varie pubblicazioni scientifiche. Inoltre, rispetto ad altri ambienti di sviluppo in C, LabWindows/CVI consente di interfacciarsi più semplicemente alla scheda GPIB, grazie alle sue funzioni di libreria, e ha numerose funzionalità grafiche facilmente gestibili e personalizzabili. Un altro notevole vantaggio è legato alla storia della progettazione di questo sistema: il primo laboratorio di misurazione TL che abbiamo sviluppato risale ormai a oltre 15 anni fa e rappresenta uno dei primi laboratori di questo tipo in Italia. L’attuale strumentazione nasce dall’esperienza e sulla base di questo sistema che, seppur più rudimentale e non automatizzato, ne è il diretto precursore non solo per ciò che riguarda la meccanica e l’hardware, ma anche per ciò che riguarda il software: il primo software di analisi fu dai noi sviluppato per sistemi operativi MS-DOS utilizzando la versione 3.1 di LabWindows/CVI. Negli anni successivi, con il progredire della tecnica e della ricerca, si è arrivati al sistema attuale, molto più efficiente e affidabile, senza che la gestione e l’upgrade del software diventasse un problema: anzi, i continui miglioramenti di LabWindows/CVI hanno certamente contribuito al suo processo di evoluzione. 104 italy.ni.com/nidays Ipses