GOT/AST FL
GO F080 CH
GO F245 CH
GO F400 CH
GO F600 CH
GO 100F CH
COMPONENTI FORNITI
4 x 20 ml
12 x 20 ml
8 x 50 ml
5 x 120 ml
5 x 200 ml
SOMMARIO
Le aminotransferasi (transaminasi) costituiscono un
gruppo di enzimi che catalizzano l’interconversione di aminoacidi e chetoacidi mediante il trasferimento del gruppo
amminico. Le transaminasi sono ampiamente distribuite
nei tessuti animali. Sia AST che ALT sono normalmente
presenti nel plasma umano, bile, liquor e saliva, ma non
nelle urine se non in caso di lesioni renali.
Nell’epatite virale ed in altre affezioni epatiche associate a
necrosi, i livelli di AST ed ALT si innalzano anche prima che
si notino i sintomi della malattia. Entrambi gli enzimi possono arrivare anche a 100 volte il limite di normalità, anche
se livelli di 20-50 volte sono i più comunemente riscontrati.
L’epatite alcolica mostra aumenti più modesti. Nell’epatite
infettiva ed in altre forme infiammatorie epatiche, il livello
della ALT è pari a o maggiore di quello della AST, ed il
rapporto ALT/AST, normalmente ed in altre condizioni inferiore a 1, diventa maggiore dell’unità. Il quadro nell’epatite
tossica è simile a quello infettivo con livelli di entrambi gli
enzimi assai elevati nei casi più gravi. Aumenti fino a 20
volte il limite di normalità sono i possibili nella mononucleosi infettiva con coinvolgimento epatico e valori più moderati nella colestasi intraepatica, con valori comunque al di
sopra della normalità anche nella colestasi extraepatica,
maggiori se l’ostruzione cronicizza. I livelli di transaminasi
nella cirrosi epatica variano con lo stato del processo cirrotico, dal limite di normalità fino a 5 volte tanto, con l’attività della AST maggiore di quella della ALT. Incrementi di
5-10 volte di entrambi gli enzimi si osservano in pazienti
con carcinoma epatico primario o metastatico, con AST di
solito maggiore della ALT, ma con livelli spesso normali nel
primo stadio dell’infiltrazione maligna. Modesti aumenti di
entrambi gli enzimi si osservano dopo assunzione di alcol,
nel delirium tremens e dopo somministrazione di certi farmaci, come oppiacei, salicilati o ampicillina. Anche se sia
la AST che la ALT si innalzano in caso di compromissione
epatocellulare, la ALT è l’enzima con specificità epatica
maggiore. Aumenti della ALT sono raramente riscontrabili
se non in affezioni del parenchima epatico. Inoltre, livelli
elevati di ALT permangono più a lungo di aumenti della
AST. Il dosaggio di entrambi gli enzimi è di un certo valore
nel distinguere un’epatite da un’altra lesione parenchimale. Un aumento della AST appare dopo un infarto del
miocardio, logicamente essendo relativamente elevata
la concentrazione della AST nel tessuto cardiaco. Livelli
patologici di AST sono presenti in oltre il 97% dei casi di
infarto del miocardio, effettuando il prelievo nel momento
corretto. I valori di picco di AST si raggiungono dopo 18-24
ore dall’episodio e l’attività enzimatica è nuovamente nella
normalità durante il quarto o quinto giorno, segnalando
l’assenza di un ulteriore infarto. I valori di picco della AST
sono grossolanamente correlabili con l’estensione del
danno cardiaco. L’aumento medio di attività è generalmente 4-5 volte il limite. Il livello della ALT rimane nella
normalità o occasionalmente interessato nell’infarto senza
complicanze, essendo la sua concentrazione nel muscolo
cardiaco solo una frazione di quella della AST. Il livello
della AST (e solo raramente quello della ALT) aumenta
nella distrofia muscolare progressiva e nella dermomiosite. Sono tuttavia normali in altri tipi di affezioni muscolari,
specie in quelle neurologiche. L’embolo polmonare può far
incrementare la AST 2-3 volte il normale e leggeri aumenti
sono riscontrabili nella pancreatite acuta, traumi muscolari
da schiacciamento, cancrena e malattia emolitica.
Non è possibile monitorare le reazioni delle transaminasi direttamente, ma è possibile accoppiare la reazione
di transaminazione ad una deidrogenazione specifica. I
chetoacidi formati nella transaminazione sono misurati
indirettamente per riduzione enzimatica dei corrispondenti idrossiacidi, con il susseguente cambiamento nella
concentrazione del NADH monitorata spettrofotometricamente.
PRINCIPIO
L’enzima aspartato aminotransferasi (EC 2.6.1.1; L-Aspartato: Alfachetoglutarato Aminotransferasi, AST o AspAT;
Glutammato Ossalacetato Transaminasi, GOT) catalizza la
transaminazione tra L-Aspartato ed alfachetoglutarato. Il 2Ossalacetato formatosi è ridotto a malato in presenza di MDH.
Al procedere della reazione il NADH è ossidato a NAD. Il consumo di NADH nell’unità di tempo è monitorato misurando la
diminuzione di assorbanza a 340 nm.
Il presente metodo è formulato secondo le raccomandazioni
della IFCC (2002).
Solo per uso diagnostico in vitro.
I componenti del kit, sono stabili fino alla data di scadenza
indicata sulla confezione.
Conservare al riparo da luce diretta.
Reagente A
F080: 4 x 16 ml (liquido) capsula blu
F245: 12 x 16 ml (liquido) capsula blu
F400: 8 x 40 ml (liquido) capsula blu
F600: 4 x 120 ml (liquido) capsula blu
100F: 4 x 200 ml (liquido) capsula blu
Reagente B
F080: 1 x 16 ml (liquido) capsula rossa
F245: 3 x 16 ml (liquido) capsula rossa
F400: 2 x 40 ml (liquido) capsula rossa
F600: 1 x 120 ml (liquido) capsula rossa
100F: 1 x 200 ml (liquido) capsula rossa
Composizione nel reattivo finale: tampone Tris 80 mM pH
7.65, L-aspartato 240 mM, alfachetoglutarato 12 mM, NADH
0.18 mM, MDH ≥ 600 U/l, LDH ≥ 900 U/l.
Conservare tutti i componenti a 2-8°C.
MATERIALI NECESSARI NON FORNITI
Normale strumentazione di laboratorio. Spettrofotometro
UV/VIS munito di termostatazione. Micropipette automatiche. Cuvette in vetro ottico o monouso in polistirolo ottico.
Soluzione fisiologica.
PREPARAZIONE DEL REATTIVO
Procedura starter campione:
Codici F080/F245: aggiungere 4 ml di reagente B ad un
flacone di reagente A.
Codice F400: aggiungere 10 ml di reagente B ad un flacone di reagente A.
Codice F600/100F: mescolare 1 parte di reagente B con 4
parti di reagente A.
Stabilità del reagente preparato: preferibilmente entro 30
giorni a 2-8°C al riparo dalla luce.
Procedura starter reagente:
utilizzare i reagenti separati.
Stabilità: fino a scadenza in etichetta.
Stabilità dopo prima apertura: preferibilmente entro 60 gg.
PRECAUZIONI
Il reagente può contenere componenti non reattivi e conservanti di varia natura. A scopo cautelativo è comunque
opportuno evitare il contatto con la pelle e l’ingestione.
Utilizzare le normali precauzioni previste per il comportamento in laboratorio.
CAMPIONE
Siero, plasma. Evitare l’emostasi durante il prelievo.
La GOT è stabile fino a 4 giorni a 2-8°C o 1 mese a -20°C.
PROCEDIMENTO (starter campione)
Lunghezza d’onda: Passo ottico: Temperatura: 340 nm
1 cm
37°C
pipettare in cuvetta il reattivo di lavoro:
1 ml
preincubare il reattivo a 37°C per 5 minuti.
aggiungere il campione:
100 µl
Mescolare, dopo 90 secondi misurare l’assorbanza
contro acqua, incubando a 37°C. Effettuare altre 3 letture a distanza di 60 secondi. Calcolare il ∆A/min.
PROCEDIMENTO (starter reagente)
Lunghezza d’onda: Passo ottico: Temperatura: 340 nm
1 cm
37°C
pipettare in cuvetta il reagente A:
aggiungere il campione:
1 ml
125 µl
Uomini:
Donne:
INTERVALLI DI RIFERIMENTO
( < 0.58 µkat/l)
( < 0.52 µkat/l)
CONTROLLO DI QUALITÀ - CALIBRAZIONE
E’ consigliabile l’esecuzione di un controllo di qualità
interno. Allo scopo sono disponibili a richiesta i seguenti
sieri di controllo a base umana:
QN 0050 CH
QUANTINORM CHEMA 10 x 5 ml
con valori possibilmente negli intervalli di normalità,
QP 0050 CH
QUANTIPATH CHEMA 10 x 5 ml
con valori patologici.
Qualora il sistema analitico lo richiedesse, è disponibile un
calibratore multiparametrico a base umana:
AT 0030 CH
AUTOCAL H 10 x 3 ml
Contattare il Servizio Clienti per ulteriori informazioni.
PRESTAZIONI DEL TEST
Linearità
il metodo è lineare fino a 440 U/l.
Qualora il ∆A/min risultasse superiore a 0.200 si consiglia
di diluire il campione 1+9 con soluzione fisiologica e ripetere il test, moltiplicando il risultato per 10.
Sensibilità/limite di rilevabilità
Il metodo è in grado di discriminare fino a 0.463 U/l.
Interferenze
non sono verificabili interferenze in presenza di:
emoglobina
≤ 250 mg/dl
bilirubina
≤ 45 mg/dl
lipidi
≤ 500 mg/dl
Precisione
nella serie (n=10) media (U/l)
campione 1
46.19
campione 2
137.25
SD (U/l)
0.31
0.92
CV%
0.67
0.67
tra le serie (n=20) media (U/l)
campione 1
46.18
campione 2
137.76
SD (U/l)
2.04
6.30
CV%
4.41
4.57
Confronto tra metodi
un confronto con un metodo commercialmente disponibile
ha fornito i seguenti risultati in una comparazione su 83
campioni:
GOT Chema = x
GOT concorrente = y
n = 83
y = 1.003x - 0.560 U/l
r2 = 0.990
CONSIDERAZIONI SULLO SMALTIMENTO
Il prodotto è destinato all’utilizzo all’interno di laboratori di
analisi professionali. Per un corretto smaltimento dei rifiuti,
fare riferimento alla normativa vigente.
S56: Smaltire questo materiale e relativi contenitori in un
punto di raccolta rifiuti pericolosi o speciali autorizzati.
S57: Usare contenitori adeguati per evitare l’inquinamento
ambientale.
S61: Non disperdere nell’ambiente. Riferirsi alle istruzioni
speciali/schede informative in materia di sicurezza.
BIBLIOGRAFIA
J. Clin.Chem.Clin.Biochem 8 (1970) 658; 10 (1972) 182
Tietz Textbook of Clinical Chemistry, Second Edition,
Burtis-Ashwood (1994).
HU Bergmeyer - Methods of enzymatic analysis, (1987).
CCLM 2002; 40(7):725-733, Schumann et al. - IFCC reference procedure for aspartate aminotransferase.
PRODUTTORE
Chema Diagnostica
Via Campania 2/4
60030 Monsano (AN)
phone +39 0731 605064
fax +39 0731 605672
e-mail: [email protected]
website: http://www.chema.com
LEGENDA SIMBOLI
preincubare il reattivo a 37°C per 5 minuti.
pipettare in cuvetta il reagente B:
< 35 U/l
< 31 U/l 250 µl
Mescolare, dopo 90 secondi misurare l’assorbanza
contro acqua, incubando a 37°C. Effettuare altre 3 letture a distanza di 60 secondi. Calcolare il ∆A/min.
CALCOLO DEI RISULTATI
Effettuare il calcolo in unità/litro moltiplicando il ∆A/min per
il fattore come di seguito indicato
Attività in U/l: ∆A/min x 1746
Attività in µkat/l:
U/I x 0.0167 = µkat/l
IUS-7.5 IT
rev. 23/05/2011
©