Calendar Girls torna a teatro,Prodigi della mente sul

Calendar Girls torna a teatro
Calendar Girls torna a teatro con Angela Finocchiaro e un cast di magnifiche interpreti pronte a far
riflettere, ridendo, per due ore. “Credo che sia indispensabile agganciare la forza comica del testo
anche a questo: è una risata in faccia alla morte, è la vitalità dei girasoli che cercano la luce
opponendosi al buio dello sparire” ha dichiarato in merito la regista Cristina Pezzoli. La commedia,
in scena al Teatro Manzoni di Milano dal 21 al febbraio, oltre ad Angela Finocchiaro, vede in scena
Laura Curino, Ariella Reggio, Carlina Torta, Matilde Facheris, Corinna Lo Castro, Elsa Bossi, Marco
Brinzi, Noemi Paroni e Titino Carrara.
Calendar Girls è un testo teatrale scritto da Tim Firth, tratto dall’omonimo film del 2004 diretto da
Nigel Cole, di cui lo stesso Firth è autore e sceneggiatore. Nell’adattamento teatrale viene
mantenuta l’impostazione corale, con un ruolo da protagonista definito, quello di Chris, interpretata
da Hellen Mirren nella versione cinematografica e da Angela Finocchiaro in questa teatrale.
Calendar Girls racconta la storia ispirata ad un fatto realmente accaduto, di un gruppo di donne fra
i 50 e i 60 anni che si impegna in una raccolta fondi destinati a un ospedale nel quale è morto di
leucemia il marito di una di loro (Annie). Chris, stanca di vecchie e fallimentari iniziative di
beneficenza, ha l’idea di fare un calendario diverso da tutti gli altri, in cui convince le amiche del
gruppo a posare nude. L’iniziativa riscuote un successo tale da portarle alla ribalta non solo in
Inghilterra, facendo volare le vendite del calendario alle stelle. L’improvvisa e inaspettata fama,
tuttavia, metterà a dura prova le protagoniste.
Lo spettacolo teatrale ha avuto un enorme successo in Inghilterra, dove è programmato in diverse
versioni dal 2008 ed è tuttora in scena. La traduzione e l’adattamento del testo originale di Calendar
Girls, per questo primo adattamento italiano, sono stati affidati a Stefania Bertola, autrice che
grazie alla sua ironia ed acutezza ha portato a termine brillantemente un lavoro non semplice:
superare le difficoltà che pone il passaggio dalla drammaturgia inglese alla sua versione italiana.
Da considerare infine che Tim Firth, autore della sceneggiatura del film e del successivo
adattamento teatrale, ha voluto che la messa in scena di Calendar Girls rimanesse sempre collegata
ad una iniziativa benefica, come all’origine è stato per il calendario. Lui stesso ha devoluto in prima
persona gran parte delle royalties a lui spettanti per la rappresentazione dello spettacolo
all’associazione Leukaemia Research UK.
In linea con le scelte dell’autore, anche questa produzione ha voluto sposare una iniziativa benefica.
Calendar Girls ha scelto di sostenere l’Associazione Italiana contro le Leucemie, i Linfomi e il
Mieloma.
Prodigi della mente sul palco del Manzoni
Prodigi porta in scena al Teatro Manzoni di Milano uno spettacolo particolare e incentrato sulle
meraviglie possibili alla mente umana. Sul palco Vanni De Luca, autentico specialista delle
meraviglie, illusionista matematico, esperto in arti marziali, e autentico calcolatore umano, lo scorso
maggio si è aggiudicato il primo premio del Campionato Italiano di Magia
In Prodigi, Vanni De Luca racconta vita morte e prodigi dei suoi maestri e predecessori da Harry
Kahne a Thea Alba, aprendo lo scrigno delle sue multiformi capacità: ricordare centinaia di pagine di
un libro, risolvere in pochi secondi complicatissimi enigmi matematici, spingere il proprio corpo
oltre i limiti della natura, scrivere e parlare al contrario, risolvere il cubo di Rubik mentre declama a
memoria canti della Divina Commedia scelti dal pubblico, fino ad arrivare al suo numero di punta: le
Meraviglie Multiple. Il numero, portato in scena in Prodigi, è ritenuto uno dei più complessi mai
ideati nella storia del mentalismo, in una personalissima e elettrizzante versione.
L’azzardo che
Vanni De Luca ricrea ogni sera per Prodigi era stato tentato, prima di lui, solo da due performer:
Harry Kahne e Ricky Jay.
In Prodigi è in scena un uomo solo contro tutti, nessun attrezzo, solo una mente. Una mente che
compie, appunto Prodigi.
DOVE, COME E A QUANTO -Prodigi
30-31 gennaio-teatro Manzoni di Milano
Biglietti da 18 euro
Il 2017 inizia con il Festival della Magia
Raul Cremona porta al Teatro Manzoni di Milano la seconda edizione del Festival della
Magia, una nuova fantastica avventura magica per iniziare il 2017 all’insegna dell’emozione e del
divertimento. Il Festival della Magia sarà in scena dal 2 all’8 gennaio e trasformerà il palco del
Teatro Manzoni in una arena delle meraviglie sorprendenti artisti italiani e stranieri che
incanteranno il pubblico con grandi illusioni, mondi poetici e fantastici e atmosfere da sogno. Si
alterneranno sul palco le grandi illusioni di Alberto Giorgi e Christopher Castellini, la poesia di
Vittorio Marino e gli incantesimi di Andrea Piccolini dall’Italia, la fantasia di Dion dall’Olanda,
dalla Spagna le magie di Charlie Mag e dal Giappone l’incanto del giovane Hannah. A condurre il
viaggio surreale e fantastico del Festival della Magia sarà Raul Cremona accompagnato dalle
incursioni di Felipe.
Christopher Castellini è un illusionista della mente. Dal primo minuto ti rapisce e ti accompagna
nel suo mondo onirico, in un vortice di storie incredibili, di esperimenti impossibili e soprattutto di
scelte.
Dion van Rijt unisce la danza e la magia. Nel 2011 diventa Campione Europeo di Magia.
Alberto Giorgi e Laura sono fra i più interessanti esponenti dell’illusionismo europeo grazie allo
stile che coniuga modernità e tradizione. Il loro lavoro stilistico li porta allo sviluppo di un universo
unico e magico costellato di macchine incredibili ispirate dalle più belle fantasticherie di Jules Verne
e G.H. Wells.
Hannah è una giovanissima maga, classe 2000. La sua disciplina preferita è la manipolazione nella
quale si esercita quotidianamente.
Charlie MAG unisce nelle sue performance magia e mimo. Nel 2010, finisce i suoi studi
professionali come attore e intraprende una carriera a tempo pieno ricca di premi e riconoscimenti.
Vittorio Marino è un eterno viaggiatore. Creativo, anzi molto creativo, sua lunga esperienza nel
teatro di strada lo ha portato ad una profonda conoscenza dell’animo umano. Possiede un universo
unico, una comicità degna di Chaplin e Buster Keaton
Andrea Piccolini
DOVE, COME E A QUANTO – Festival della Magia
Teatro Manzoni di Milano 2-8 gennaio
Feriali ore 20,45 – 6 gennaio e domenica ore 15,30
Biglietti da 18 euro
Tango Emociones porta le atmosfere
porteñe in Italia
Tango Emociones sarà al Teatro Manzoni di Milano il 10 e 11 gennaio e si propone come un nuovo
viaggio nella cultura e la sensualità del Tango e della sua terra di origine, l’Argentina.
In scena, faranno vivere la magia del Tango: Fernando Santillan – Andrea Metz (tango, folclore,
boleadoras), Sabrina Concari – Gabriel Gomez Griselda Bressan – Anibal Castro, Ornella Parrino –
Ivo Ambrosi e Michele Lobefaro – Emanuela Benagiano, oltre alla straordinaria musica dal vivo del
‘Cuarteto Che Tango’. Tango Emociones, è uno spettacolo che ripercorre i vari momenti storici di
questa arte nata dall’incontro di un crogiuolo di razze, dalla musica e dalla poesia di questa gente.
Una febbre senza tempo che dai barrios argentini è arrivata fino a noi.
Ballerini e musicisti ci conducono in un viaggio nelle atmosfere porteñe del tango argentino di
Buenos Aires, evocando lo spirito delle milongas, dove musica e danza si fondono magicamente. Il
segreto risiede nei colori, nel suono, nel respiro del tango argentino; un dialogo musicale e corporeo
che si esprime nell’abbraccio e che dai barrios argentini è dilagato in territori inaspettati, fino a noi.
Un cammino cadenzato attraverso melodie e movimento, melodrammi di tre minuti o leggiadri
valsecitos criollos, mossi sul pulsare ossessivo di antiche e nuove tradizioni: dai tango abbozzati
sotto i cieli stellati della Boca, al tango di Piazzolla, fino alle brillanti composizioni dei loro eredi
diretti di epoca moderna. Uno spettacolo che coinvolge ed emoziona il pubblico e apre le porte del
mistero di questa danza senza tempo.
Malinconia, ironia, amore, ricordi e libertà mantengono viva l’emozione del tango in uno spettacolo
dove musica e danza si uniscono e si fondono in un abbraccio.
DOVE, COME E A QUANTO
Tango Emociones- Teatro Manzoni di Milano
10-11 gennaio h 20.45
Biglietti da 20 euro
Annie Jr porta in scena 30 mini performer
Per due giorni al Teatro Manzoni di Milano andranno in scena 30 mini performer in Annie Jr. Lo
spettacolo debutterà nel pomeriggio di Sant’Ambrogio e tornerà sul palco sabato 10 dicembre
sempre alle 15.30.
Anni Jr è un musical realizzato e messo in scena dalla Children’s Musical School asd e nasce da
un’idea di Fiorella Nolis e Maria Cristina Urru con l’obiettivo di dare l’opportunità a giovanissimi
ragazzi di realizzare un vero musical da proporre nel panorama teatrale Italiano. Anni Jr i
protagonisti esclusivi sono i ragazzi di età compresa tra i 7 e i 16 anni. Si aggiungono all’ensemble di
Annie Jr le campionesse Italiane di FITKID, specializzate nell’unione di danza e acrobatica, guidate
magistralmente da Gabriella Crosignani.
Annie Jr è una tradizionale fiaba di Natale a lieto fine. La storia infatti prende avvio nel Natale del
1930, all’indomani della Grande Depressione, quando piccola Annie, abbandonata da genitori
nell’orfanotrofio diretto dalla crudele Miss Hannigan, Annie riesce a fuggire dall’orfanotrofio e,
avventura dopo avventura, a trovare una nuova famiglia.
DOVE, COME E A QUANTO Annie jr
TEATRO MANZONI DI MILANO 7 e 10 dicembre h 15.30
Biglietti da 15 euro
Le Sandrelli in scena insieme ne "Il bagno"
Stefania e Amanda Sandrelli, madre e figlia nella vita e questa volta anche a teatro, portano in
scena “Il bagno” commedia di Astrid Veillon nella versione italiana firmata da David Conati. La regia
è di Grabriel Olivares. . La commedia debutterà al Teatro Manzoni di Milano il prossimo 3 novembre
e vi resterà in scena fino al 20 novembre.
Una festa a sorpresa, un compleanno e “Il bagno”. Lu compie 40 anni e le sue tre migliori amiche
Titti, Maria Sole e Angela hanno deciso di organizzare una festa a sorpresa a casa del suo fidanzato.
Ma a sorpresa arriva anche Carmen, la madre di Lu. In una notte di follia, ubriachezza,
incomprensioni e scoperte, le quattro amiche si trovano ad affrontare la verità sulla loro amicizia.
“Il bagno” prende vita, grazie al montaggio esilarante, un bizzarro vaudeville attorno a uno spazio
unico che sfrutta gli alti e i bassi emotivi delle protagoniste. “Il bagno” è un gioco di seduzione, una
metafora di vita, un nascondiglio, un lavoro di introspezione e soprattutto un trattato sull’ uomo”. “Il
bagno” è lo spazio dove ci si può sfogare, urlare in silenzio o piangere con lacrime sincere.
Carlo Cracco a teatro
Lunedì 24 ottobre al Teatro Manzoni di Milano va in scena Carlo Cracco, chefstar adorato da cultori
e profani. Con Carlo Cracco ritornano i lunedì di Manzoni Cultura, ormai alla sua terza edizione, con
le interviste curate da Edoardo Sylos Labini a noti personaggi del mondo della cultura e dello
spettacolo.
Carlo Cracco è uno dei cuochi più famosi a livello internazionale, ha iniziato sotto la guida di
Gualtiero Marchesi a Milano e di Ducasse e Carton in Francia. Diventa Chef Executive di Cracco
Peck a Milano, considerato con il suo arrivo uno dei migliori 50 ristoranti al mondo. Dal 2007 è Chef
Patron del ristornante che porta il suo nome e nel 2014 apre sempre nel cuore di Milano “Carlo e
Camilla in Segheria”, un gastro-bistrot e cocktail bar. E’ diventato un volto noto della televisione
partecipando come giudice a “Masterchef Italia” e come presentatore a “Hell’s Kitchen Italia”.
Inoltre oggi Carlo Cracco ricopre il ruolo di Presidente dell’Associazione no profit “Maestro Martino”
che promuove la Cucina d’Autore e le eccellenze del nostro territorio.
Carlo Cracco -DOVE, COME E A QUANTO
teatro Manzoni di Milano, 24 ottobre – h 20 8alle 19.00 apertivo offerto dallo sponsor Elior)
biglietto 10 euro
Apertivo in Concerto, un'intera stagione
per scoprire il jazz
Al via la 32° edizione di “Aperitivo in Concerto” con dodici concerti da non perdere che si terranno
presso il Teatro Manzoni di Milano. Dodici straordinari eventi con artisti, che di rado frequentano le
sale concertistiche italiane, e progetti in grado di offrire al pubblico italiano un’emozionante, visione
d’insieme delle nuove musiche contemporanee, con una grande attenzione alle più originali proposte
che vanno delineando il futuro del jazz e della musica improvvisata.
Domenica 30 ottobre 2016, ore 11.00
SF JAZZ COLLECTIVE
The Music of Miles Davis & Original Compositions
Si presenta per la prima volta in Italia, grazie alla rassegna Aperitivo in Concerto, questo folgorante
ensemble che già da alcuni anni, negli Stati Uniti, ha prodotto alcune fra le più significative e
interessanti riletture di autori diversi appartenenti alla tradizione del jazz e della musica popolare di
origine africano-americana come Joe Henderson, Stevie Wonder, Chick Corea, McCoy Tyner, Wayne
Shorter, Herbie Hancock, Ornette Coleman, John Coltrane, Thelonious Monk. Otto eccezionali
musicisti (il trombettista Sean Jones, il trombonista Kevin Eubanks, i sassofonisti Miguel Zenón e
David Sánchez, il vibrafonista Warren Wolf, il pianista Edward Simon, il contrabbassista Matt
Penman e il batterista Obed Calvaire), fra i protagonisti del concertismo improvvisato
contemporaneo, presenteranno le lori vibranti reinterpretazioni di alcuni capolavori del jazz
moderno e, soprattutto, delle più belle e attraenti composizioni di quel genio che è stato Miles Davis,
riproponendo con scrittura agilissima e brillanti contributi solistici il costante riallaccio fra la musica
improvvisata e le sue radici popolari africano-americane.
Domenica 13 novembre 2016, ore 11.00
AVI LEBOVICH & THE ORCHESTRA – feat. Omer Klein
La spettacolare orchestra guidata dal trombonista Avi Lebovich racchiude i migliori solisti israeliani
in una formula che rilegge e aggiorna il linguaggio mainstream delle big band degli ultimi trent’anni,
senza intenti enciclopedici ma con un fortissimo senso della contemporaneità e della “inclusività”
culturale che essa oggi impone: il linguaggio improvvisativo si arricchisce perciò di una molteplicità
di elementi che provengono da più tradizioni e che rimescolano in continuazione le carte
dell’espressività. L’esibizione dell’orchestra, per la rassegna di Aperitivo in Concerto, vanta inoltre
la presenza, come solista ospite, di uno fra i più brillanti pianisti israeliani dell’ultima decade, Omer
Klein.
Domenica 20 novembre 2016, ore 11.00
SLY & ROBBIE meet NILS PETTER MOLVAER feat. Eivind Aarset, Vladislav Delay
Una fra le più celebri sezioni ritmiche della musica degli ultimi trent’anni, quella formata dai
giamaicani Sly Dunbar (batteria) e Robbie Shakespeare (basso), incontra un pioniere dell’electrojazz come il poetico trombettista Nils Petter Molvær, con la collaborazione di due alchimisti dei
suoni elettrici e elettronici più evocativi come il chitarrista Eivind Aarset e il mago dell’elettronica
Vladislav Delay. Mondi apparentemente opposti che s’incontrano, qui ad Aperitivo in Concerto,
timbri e armonie complesse che si fondono in un unico, poderoso e trascinante impulso ritmico dal
gusto noir. Un vero evento, all’insegna di una teatralità arcana, in cui si dipanano culture
estremamente diverse ma accomunate dallo stessa volontà di dialogo e di creatività.
Domenica 27 novembre 2016, ore 11.00
ALEXANDER HAWKINS ENSEMBLE
Ilpianista inglese Alexander Hawkins è artista dalla spiccata originalità, capace di muoversi con
uguale efficacia nel complesso mondo delle avanguardie così come in quello della tradizione.
Brillante pensatore musicale, questo pianista di Oxford sa rendere affascinante e persino accessibile
una serie di complesse realizzazioni musicali, che s’arricchiscono non solo del suo virtuosismo, ma di
un senso poetico che non rinuncia all’indagine, allo scandaglio gettato nel mare di nuove sonorità.
Hawkins si presenta per la prima volta a Milano, qui a Aperitivo in Concerto, a capo di un brillante
sestetto che comprende musicisti di eccezionale levatura come il sassofonista Jason Yarde e il
contrabbassista Neil Charles, già collaboratore del celebre batterista Jack DeJohnette.
Domenica 4 dicembre 2016, ore 11.00
FREDERIC RZEWSKI
The People United Will Never Be Defeated – El Pueblo Unido Jamás Será Vencido
Dopo lunghi anni di assenza, si ripresenta a Milano, per la rassegna Aperitivo in Concerto, uno fra i
più grandi talenti compositivi delle avanguardie storiche americane, l’affascinante pianista virtuoso
Frederic Rzewski, autore capace di fondere con infallibile spirito poetico i più complessi
procedimenti delle avanguardie con una ricchezza lessicale che sa toccare ogni genere, dalle
tradizioni popolari americane e africano-americane all’improvvisazione. A Milano presenterà l’opera
che per molti è il suo capolavoro e che sicuramente è fra i grandi capisaldi della letteratura
pianistica del tardo Novecento, le spettacolari, mobilissime, camaleontiche 36 variazioni sulla
celebre canzone di Sergio Ortega, El Pueblo Unido Jamás Será Vencido, che Rzewski ha composto
come contraltare alle celebri Variazioni Diabelli di Beethoven. Un vero e proprio evento di grande,
grandissima musica.
Domenica 11 dicembre 2017, ore 11.00 – CONCERTO DI NATALE
ESTER RADA ENSEMBLE
Ogni anno, “Aperitivo in Concerto” presenta, in prossimità delle feste natalizie, uno spettacolo che
sappia coniugare la più alta qualità ideativa con la capacità d’intrattenere, nella convinzione che la
Cultura possa e sappia essere anche un’altissima forma di comunicazione e divulgazione. Ancora una
volta è stato scelto un progetto capace di innovare e rinnovare la tradizione, come nel caso della
spettacolosa cantante etiope-israeliana Ester Rada, interprete che ha dimostrato di saper rileggere
con trascinante ed esplosiva vitalità tradizioni come quella etiope e quelle mediorientali all’insegna
di una vocalità che trae esempio dalle lezioni di interpreti storiche africano-americane come Ella
Fitzgerald, Nina Simone, Aretha Franklin e, in tempi ancora più vicini a noi, Eryka Badu e Lauryn
Hill. Autentico animale da palcoscenico, Ester Rada testimonia la nuova creatività che
quotidianamente ormai ci giunge da ogni parte del globo, fondendo linguaggi, culture e tradizioni
diverse e dando vita a sincretismi che già oggi sono la colonna sonora del nostro domani.
Domenica 15 gennaio 2017, ore 11.00
VIJAY IYER & WADADA LEO SMITH
A Cosmic Rhythm With Each Stroke
Due appassionati e appassionanti poeti e esploratori dei suoni e dell’improvvisazione: Vijay Iyer e
Wadada Leo Smith spingono la musica improvvisata verso nuove frontiere, varcate con la
funambolica capacità creativa di chi è in possesso delle chiavi di accesso di arcani sistemi lessicali.
Musica che sa agire attraverso nuove concezioni del tempo e dello spazio, in un dialogo fitto e
intenso che sa però trovare nuove libertà, nuova scioltezza, nuovi terreni d’incontro. Un duo che sa
liberare la musica da lacci e lacciuoli per entrare nel campo della pura libertà poetica e che, con la
collaborazione del contrabbassista Stephan Crump e del batterista Marcus Gilmore, si trasformerà
nel corso del concerto previsto per Aperitivo in Concerto anche in un inedito quartetto.
Domenica 22 gennaio 2017, ore 11.00
JOE DALEY TUBA TRIO – feat. Warren Smith & Scott Robinson with special guest Bill Cole
“Prayer Rituals: A Quest For Inner Peace”
Strepitoso solista alla tuba (chi non ricorda le sue collaborazioni con Sam Rivers, Howard Johnson,
Gil Evans, Charlie Haden, Carla Bley?), pensatore musicale sopraffino, da tempo Joe Daley conduce
un’esplorazione, sofisticata e attraente al contempo, delle radici della musica improvvisata africanoamericana e dei suoi incontri con altre culture. La sua esibizione a Milano, per Aperitivo in
Concerto,ci permette di ritrovare un musicista straordinario, accompagnato da strumentisti eccelsi
che è difficile ascoltare di frequente in Italia, come il trombettista Bill Cole, il sassofonista e
polistrumentista Scott Robinson, il geniale vibrafonista, batterista e percussionista Warren Smith.
Domenica 29 gennaio 2017, ore 11.00
ROSCOE MITCHELL ENSEMBLE
Roscoe Mitchell Plays John Coltrane
Geniale compositore e polistrumentista, fra le anime del multiforme e storico Art Ensemble of
Chicago, Roscoe Mitchell non è solo un protagonista delle più creative avanguardie musicali
africano-americane, ma un conoscitore profondo delle tradizioni della propria cultura, che affonda
le radici nel jazz e nella sua storia. Mitchell, in occasione del cinquantenario della morte di John
Coltrane, affronta alcune fra le più significative pagine coltraniane, rivivificandone lo spirito,
cogliendone l’essenza e il più profondo significato, esaltandone la perenne modernità. Un progetto
originale, concepito appositamente per “Aperitivo in Concerto”, e che vede Mitchell attorniato da
musicisti di indiscutibile rilevanza come la violoncellista Tomeka Reid, la violinista Mazz Swift, la
contrabbassista Silvia Bolognesi, il contrabbassista Junius Paul, il batterista Vincent Davis.
Domenica 5 febbraio 2017, ore 11.00
OMER AVITAL QUINTET
Ritorna sulle scene italiane, per Aperitivo in Concerto, il gruppo di uno fra i più affermati musicisti di
oggi, il contrabbassista israeliano Omer Avital. Trapiantatosi da lunghi anni a New York, Avital non
ha mai cessato di condurre una vera e propria esplorazione delle proprie radici culturali marocchinoyemenite. Il mondo delle arcaiche ma ancora vitali tradizioni sefardite, con le sue melodie
ascensionali e le sue perorazioni incantatorie e arcane è particolarmente presente nell’opera di
questo musicista, questa volta a capo di un gruppo di giovanissimi virtuosi israeliani, cui si aggiunge
il noto pianista Yonathan Avishai: emerge una serie di lavori ricchi di quella peculiare energia che
oggi caratterizza la migliore produzione musicale mediorientale, conscia del proprio passato ma tesa
a rifletterlo con innovativi e affascinanti risultati nel nostro presente.
Domenica 26 febbraio 2017, ore 11.00
INDUSTRIAL REVELATION with Special Guest Okanomodé Souldchilde
Il centro del mondo musicale americano, e uno fra i principali perni culturali nel mondo, è
sicuramente New York. Città come Chicago, New Orleans, Detroit, Philadelphia hanno sicuramente
contribuito a delineare le sorti storiche della musica improvvisata, senza mai scalfire il magnetismo
e la capacità d’attrazione della Grande Mela. Persino una vera e propria megalopoli come Los
Angeles, con tutto il suo calderone polietnico, pare impallidire di fronte alla ricchezza culturale
newyorkese. Industrial Revelation è il nome di un eccezionale gruppo di giovani musicisti
provenienti da Seattle, città che negli Stati Uniti è ironicamente conosciuta soprattutto per le
abitualmente pessime condizioni atmosferiche e che nel mondo è assurta a fama musicale per essere
stata la culla dello stile “grunge” e di un gruppo come i Nirvana di Kurt Cobain. Ma i musicisti che
compongono Industrial Revelation, e che oggi vanno affermandosi sui principali palcoscenici
americani, dimostrano che non solo anche al di fuori di New York esiste una musica improvvisata
particolarmente creativa e originale, ma che a Seattle sta nascendo un modo di intendere
l’improvvisazione al di fuori degli schemi. È una musica, quella degli Industrial Revelation, che ha
abbandonato certi contrasti forti, certe dinamiche accese del jazz, concentrandosi su aspetti
dell’improvvisazione di gran lunga meno battuti: colpisce nei lavori di questi musicisti l’intenso
afflato poetico, la malinconica bellezza dei materiali tematici, l’eleganza degli sviluppi e, al
contempo, la capacità di dare una veste drammatica e coinvolgente a un vero e proprio stile che è
tutt’altro che incline a una grazia accondiscendente. Perché delle tradizioni del jazz gli Industrial
Revelation hanno saputo conservare, e persino ampliare la capacità di narrare una storia facendone
diventare protagonista il pubblico. Esiste oggi, grazie a questi superbi interpreti e strumentisti, un
vero e proprio “stile” di Seattle che sembra non casualmente riflettere la complessa introspezione
della città.
Domenica 5 marzo 2017
DANIEL ZAMIR QUARTET
Daniel Zamir è un genio che l’Italia non ha ancora scoperto, e che si propone al pubblico con
“Aperitivo in Concerto”. Questo incendiario sopranista israeliano, che da anni elabora la tradizione
ebraica all’insegna della più libera e disinibita improvvisazione, è stato per anni un segreto ben
custodito, che solo il mitico sassofonista e compositore americano John Zorn ha saputo svelare,
chiedendo a Zamir di realizzare alcune superbe incisioni per la sua casa discografica, la benemerita
Tzadik. Un concerto di Zamir è un evento irripetibile, irreplicabile, tanta è l’intensità estatica, una
vera e propria trance, in cui egli sa immergersi e sa immergere gli ascoltatori. Erede delle tradizioni
yiddish più mistiche, in cui la danza diventa strumento liberatorio di energie vitali consacrate a Dio,
Zamir possiede le chiavi d’accesso a un mondo in cui l’improvvisazione è uno strumento di intensa,
quasi selvaggia ascesa spirituale, in cui ritmo e melodia sono al servizio di un atto creativo che
replica, in ambito terreno, il respiro del Creatore. Raramente è dato ascoltare musica così
poeticamente e teatralmente capace di creare uno spirito comunitario attorno a una capacità
narrativa che ha l’epico piglio e il titanico accento dei grandi Profeti biblici, e che pure, al contempo,
è capace di comunicare una gioia irrefrenabile e liberatoria. Accompagnato da superbi musicisti,
Zamir si avvale delle capacità non meno virtuosistiche del giovane ma già affermato batterista Amir
Bresler.
DOVE, COME E A QUANTO
Abbonamento n. 12 concerti € 138
In vendita alla cassa del Teatro 02 7636901 – dir.02 763690669 – 616
Via Manzoni, 42 – Milano
"Il Metodo", una commedia nera sulla
crudeltà dei rapporti di lavoro
“Il Metodo” è in arrivo al Teatro Manzoni di Milano, una commedia nera di estrema attualità sui
rapporti di lavoro e sui compromessi che si è disposti ad accettare in vista di carriera e professione,
traguardi oggi sempre più fragili, difficili da raggiungere ma, allo stesso tempo, necessari per
raggiungere l’accettazione sociale. Lo spettacolo porta la firma di Lorenzo Lavia e vede in scena
Giorgio Pasotto, Fiorella Rubino, Gigio Alberti e Antonello Fassari. Il debutto de “Il Metodo” è
fissato per il 5 maggio e lo spettacolo resterà in scena fino al 22 maggio. La commedia dell’autore
catalano Jordi Galceran racconta la crudeltà dei rapporti lavorativi: quanto possa essere crudele lo
stesso ambiente professionale, fino a che punto si possa permettere alle aziende di applicare
gerarchie ingiuste e, indefinitiva, fin dove si arrivi a ritenere una simile rappresentazione teatrale
verosimile? È su questi temi, quanto mai attuali, che si sviluppa “Il metodo”.
“Il Metodo Gronholm, questo è il titolo originale, anche se ho preferito chiamarlo semplicemente “Il
Metodo” per cercare di astrarre il più possibile ogni riferimento geografico o alla persona, come se
questo “Metodo” di giudizio che servirà per scegliere uno dei quattro personaggi per un impiego,
fosse anche un “Metodo” archetipo della società” spiega Lavia secondo cui la società in cui viviamo
è “una società che cerca sempre di sapere chi siamo, per poterci meglio controllare, una società
pronta ad elevarci, per poi rigettarci verso il fondo. Uomini costretti ad umiliarsi per poter far parte
della comunità globale in cui viviamo tutti quanti noi”. Nella commedia, viene usato il lavoro, come
fondamento della società, con tutti i suoi difetti di sessismo, razzismo, odio, menzogna, dove ci si
deve velare per potersi svelare e una ipotetica multinazionale che qui diventa un simbolo religioso
ed unico.
“Il metodo” si apre in una sala riunioni asettica, si trovano, per l’ultimo colloquio “congiunto”,
quattro candidati ad un incarico di manager per una importante multinazionale. I quattro personaggi
de “Il metodo” si rivelano subito persone ciniche, disposte a tutto pur di ottenere il solo posto
disponibile. In una busta chiusa arrivano delle prove e qui comincia il gioco, il thriller.
Galceran, nell’opera originale a cui si ispira “Il Metodo” chiama Dekia la fantomatica multinazionale
svedese entro cui si svolge la storia. “E’ chiaro che il gioco di parole con L’Ikea non è casuale,
perché viene presa come la multinazionale assoluta, simbolo unico della nostra collettività. … Ogni
casa in qualunque parte del mondo, anche se sono in guerra tra loro, ha almeno un oggetto dell’Ikea
o “Dekia” ” ricorda Lavia che poi spiega: “Ecco perché ho scelto di far svolgere la storia in un luogo
non luogo, che possa essere una stanza o il mondo intero e dove l’unico contatto con l’esterno,
ovvero quello che non vediamo e non sentiamo, come tutte le cose di cui abbiamo fede o temiamo,
viene dall’alto. Un luogo del profondo dove gli unici colori che esistono, arrivano dalle cose che noi
usiamo ed indossiamo e consumiamo. A parte il colore di un cielo che ogni tanto ci ricorda cosa
siamo veramente”.
La drammaturgia de “Il metodo” è scorrevole e permette un vivo coinvolgimento del pubblico che si
trova continuamente a dover valutare ciò a cui assiste. Lo spettacolo ha il grande pregio di
riprodurre in scena ambienti e situazioni comuni a tutti, che viviamo ripetutamente nella
quotidianità e ritroviamo sul palco con tutta un’altra suspense. Un cinismo maieutico, che riesce a
far risultare chiara, ma mai banale, la possibilità di rispondere “no” alle ingiustizie.
DOVE, COME E A QUANTO
Teatro Manzoni di Milano – 5-22 maggio
Orari: Feriali ore 20.45 – Domenica ore 15.30
Biglietti a partire da 23 euro
"La via del successo" porta l'energia della
Motown a teatro
“La via del successo” è pronta a debuttare al Teatro Manzoni di Milano e a portare in scena l’energia
degli anni d’oro della Motown Recors, leggendaria casa discografica artefice dell’ascesa universale
della musica soul e rhythm&blues, la musica dell’anima. Lo spettacolo, liberamente ispirato alla
storia delle Supremes, si avvale di un’orchestra dal vivo e della classe e della voce di Amy Stewart e
promette di far ballare l’intero teatro.
“Il mio personale percorso, come prolifico produttore del panorama teatrale italiano, e poi anche
come regista di molti degli spettacoli che produco, mi ha visto nascere musicista e cantante. Erano
gli anni 70, e il mio repertorio era proprio il rhythm&blues. Leggere il testo di Tiziana D’Anella e
Lena Sarsen, mi ha riportato indietro a quegli anni, a quei sapori, a quel ritmo” spiega il regista
Enzo Sanny per poi proseguire “La volontà di realizzare registicamente e produttivamente la messa
in scena di “La via del successo” è stata pressoché immediata. Certo, non è stata un’impresa facile
mettere in scena una storia con una colonna sonora formata da brani che hanno contraddistinto
un’epoca. Niente doveva essere lasciato al caso, tantomeno all’improvvisazione, al fine di creare uno
spettacolo che allo stesso tempo risultasse fluido, emozionante, frizzante, ma soprattutto vivo”. Per
il regista, in effetti, “il primo grande dilemma era quello di trovare dei protagonisti all’altezza di “La
via del successo””. La scelta è caduta su Amii Stewart, Lucy Campeti, Francesca Haicha Tourè, Will
Weldon Roberson, Jean Michel Danquin, che rispettivamente interpretano i ruoli di Karen, Mary,
Frenchie, Martin Thomas, Roger Peterson. Il motivo, a giudizio di Sanny, è presto detto “perché
sono dei cavalli di razza. Perché hanno talento da vendere. Perché solo la “pelle nera” ti può fare
arrivare alla pancia, al cuore, alla mente, la straordinaria anima e l’entusiasmo di questo genere
musicale”. Ultimo, ma non meno importante, la bravura e la professionalità di Sergio Muniz, nel
ruolo del giornalista Alan Coleman.
“La via del successo” ripercorre quindi le tappe del gruppo vocale femminile statunitense “Diana
Ross & The Supremes”, in auge negli anni ’60, che grazie al team produttivo della Motown Records,
arrivarono con dodici singoli in vetta alla classifica Billboard Hot 100 e alla classifica R&B. All’apice
del loro successo, a metà degli anni ’60, i media cominciarono a parlare di loro come possibili rivali
dei Beatles. Nel 1970 Diana Ross lasciò il gruppo per intraprendere la carriera da solista, mentre le
Supremes continuarono fino al 1977. Si sciolsero dopo una lunga carriera di quasi vent’anni di
successo. Nel maggio 1983 si riunirono in occasione di uno special televisivo per i festeggiamenti dei
venticinque anni della Motown Records. Quanto alla popolarità mondiale la loro esperienza rese
possibile per i futuri artisti di R&B e afroamericani di arrivare ad un grosso successo discografico.
La loro fama è stata talmente smisurata che nel 1988 sono state inserite nella “Rock and Roll All of
Fame” e nella “Vocal Group Hall of Fame”. Nel 1994 gli è stata assegnata una stella nella
“Hollywood Walk of Fame”.
Più in dettaglio “La via del successo” richiama in più punti la carriera di questo epocale gruppo
femminile, inserendo dati chiaramente riconducibili alla loro carriera. L’avvio si ha in una scuola di
musica di Detroit dove tre amiche, tre ragazze di colore, Karen, Mary e Frenchie, fanno parte dello
stesso gruppo di studi. Siamo fra gli Anni ’60 e ’70, hanno talento, e la loro ambizione è di mettere in
scena uno spettacolo musicale. Grazie ai contatti di Frenchie, riescono ad arrivare a New York per
incontrare Martin Thomas, il più importante manager di musica afroamericana, che crede nelle loro
innegabili doti vocali, ed organizza un concerto nel prestigioso Saint James Theatre di New York.
Presente alla serata ci sarà Roger Peterson, presidente della Dolly Records, che le ingaggia per un
contratto discografico. Da qui, con una trasposizione di teatro nel teatro, si assisterà ai vari tour di
concerti delle tre ragazze, al percorso della loro carriera seguita costantemente dal giornalista Alan
Coleman, che le ospiterà anche nel suo salotto televisivo, all’ascesa verso il proclamato successo.
Il repertorio musicale di “La via del successo” è stato scelto fra i maggiori successi soul e R&B. “La
via del successo, è strutturato come il classico musical americano, che mette in risalto soprattutto le
caratteristiche squisitamente musicali delle tre straordinarie interpreti. Infatti, i 26 brani in
programma, tra i quali Listen, Respect, Think, Proud Mary, I’m telling you, You can’t hurry love,
Stop! In the name of love, I feel good, Soul man, Joyful Joyful, vengono riportati in chiave moderna e
conditi di una robusta dose di r&b, soul e pop. Brani talmente noti al pubblico, che concedono ampi
spazi agli interpreti, al balletto e alla grande orchestra dal vivo in scena, permettendo loro di
sfoggiare la propria incredibile bravura, e sicuramente trasmettere la contagiosa allegria trascinante
del ritmo delle canzoni, lasciate rigorosamente in inglese. Il tutto condito da uno sfavillante
allestimento scenico, costumi scintillanti, e dai potenti mezzi illuminotecnici e audiovisivi. Insomma,
questa è un’altra delle mie avventure, in cui ho riversato tutto il mio entusiasmo, il mio cuore, la mia
passione, realizzando una messa in scena raffinata e coinvolgente adatta a tutte le età” conclude
Sanny che dà appuntamento al 19 aprile al Teatro Manzoni.
La via del successo – DOVE, COME E A QUANTO
Teatro Manzoni di Milano – 19-21 aprile
Orari: feriali ore 20,45 – domenica ore 15,30
Biglietti da 25 euro