Conservatorio di Musica “G. Verdi” di Milano Comunicato settimana 21-27 novembre 2011 Festival “Liszt e Mahler: la musica è fascinazione” Tre gli appuntamenti che il Festival “Liszt e Mahler: la musica è fascinazione” propone per la settimana in oggetto. Si comincia alle ore 18.00 di martedì 22 novembre in Sala Puccini con il secondo degli incontri posti a corredo del cartellone concertistico. Due i relatori, Milijana Pavlović, che interverrà sul tema Mahler e l’Italia, e Paolo Petazzi, che, in stretta connessione con il programma del concerto serale, interverrà sul tema Mahler e la Scuola di Vienna. Si arriva così alla sera di martedì 22 novembre allorché, alle ore 21.00 in Sala Verdi, il Festival proseguirà con un concerto che “mette in relazione” la produzione mahleriana con quella degli autori della Seconda Scuola di Vienna, con riguardo particolare per la produzione liederistica di Schoenberg e Mahler stesso. Venerdì 25 novembre, sempre alle ore 21.00 in Sala Puccini, è invece programmata la proiezione del documentario a cura di Francesco Leprino e Luigi Verdi Piano Liszt. Un secolo di cinema con Franz Liszt. Ne scrive Silvia Limongelli, a cui si deve il progetto artistico del Festival: «il noto regista e musicologo Francesco Leprino assieme al compositore e musicologo Luigi Verdi hanno creato per noi il documentario “Piano Liszt. Un secolo di cinema con Franz Liszt”, frutto di un lungo lavoro di ricerca dei materiali -il serbatoio potenziale ammonta addirittura a trecento film- e di montaggio sapiente, che ci racconta, in un percorso che è allo stesso tempo storia e celebrazione del mito di Liszt, come l’uomo e la sua musica siano stati interpretati attraverso l’immagine. Naturalmente, per ragioni di riconoscimento iconico le composizioni cinematograficamente più sfruttate sono quelle più familiari al grande pubblico, a cominciare dalla Rapsodia Ungherese n. 2 e dal Sogno d’amore n. 3». Di seguito i programmi e le note di approfondimento degli appuntamenti di cui sopra. Martedì 22 novembre Sala Puccini, ore 18.00 Mahler e l’Italia. Conferenza di Milijana Pavlović Mahler e la Scuola di Vienna. Conferenza di Paolo Petazzi ____________ Sala Verdi, ore 21.00 Mahler e la Scuola di Vienna ALBAN BERG (1885-1935) Sonata per pianoforte op. 1 Benedetta Piroddi pianoforte ANTON (VON) WEBERN (1883-1945) Quattro pezzi op. 7 per violino e pianoforte Marcello Miramonti violino - Maddalena Miramonti pianoforte ARNOLD SCHOENBERG (1874-1951) dai Vier Lieder op. 2: n. 1 Erwartung (su testo di R. Dehmel); n. 3 Erhebung (su testo di R. Dehmel); n. 4 Waldsonne (su tetso di J. Schlaf) Anna Zoroberto soprano - Maria Laura Molinaro pianoforte da Acht Lieder op. 6: n. 8 Der Wanderer (su testo di F. Nietzsche) Jaewon Lee tenore - Maria Laura Molinaro pianoforte da Das Buch der hängenden Gärten op. 15 (su testi di S. George): n. 1; n. 2; n. 3; n. 4; n. 5 Ana Spasic soprano - Daniela Pescatori pianoforte GUSTAV MAHLER (1860-1911) Quartettsatz con pianoforte in la minore Carola Zosi violino - Matteo Torresetti viola Babak Khayami violoncello - Boris Iliev pianoforte da Des Knaben Wunderhorn (1888-1891): Aus!Aus!; Starke Einbildungskraft; Scheiden und Meiden Alma Nobuko Nakayama soprano - Boris Iliev pianoforte dai Lieder eines fahrenden Gesellen: n. 1 Wenn mein Schatz Hochzeit macht; n. 3 Ich hab ein glühend Messer; n. 4 Die Zwei blauen Augen Kim Kalim mezzosoprano - Daniela Pescatori pianoforte NOTE AL PROGRAMMA Il concerto testimonia il legame -spirituale e culturale prima che musicale- che corre tra la Scuola di Vienna e Mahler (1860-1911), del quale per altro Schönberg (1874-1951), della prima fondatore e guida, non subito sa valutare il valore artistico, come con onestà intellettuale riconoscerà in un discorso del 1912: «È importante che ammetta di essere stato Saul prima di diventare Paolo». Uno dei fili di quel nesso è il Lied, pietra miliare del romanticismo (e del classicismo) viennese dal quale Schönberg e adepti si muovono per transitare la musica verso nuovi lidi, non per scelta ma per necessità storica; a chi spesso gli chiederà se sia stato lui il musicista contemporaneo rivoluzionario di cui tanto si parlava a Vienna così risponderà: «Ho dovuto, non ho voluto esserlo […] Sono un conservatore costretto a diventare radicale». E che a questo radicalismo un contributo decisivo lo dia il Lied dipende dalla chiarezza formale che questo spesso possiede, tale da consentire la sperimentazione di un rapporto nuovo tra parola e musica: dei ventidue lavori portati a termine da Schönberg tra il 1898 il 1916 diciassette sono con testi. A introdurre alcuni suoi Lieder provvedono qui due brani da camera degli allievi più noti: Berg (1885-1935) con la (unica) Sonata per pianoforte e Webern (1883-1945) con i Quattro pezzi per violino e pianoforte. Destinati a imboccare strade diverse tra loro e divergenti da quelle del comune Maestro, il primo porta a termine nel 1908 una pagina con la quale si confronta con un’altra forma storica: la forma-sonata, mentre due anni dopo Webern inaugura con l’op.7 quello stile aforistico, abbagliante, che lo caratterizzerà. Pochi anni separano l’op. 2 (1899) dall’op. 6 (1905), ma il salto stilistico è enorme: in “Attesa” e in “Elevazione”, su versi di Dehmel considerato allora il maggior poeta tedesco vivente, il canto segue linee melodiche morbide e la parte pianistica rievoca Schumann (ma “Sole nel bosco”, versi di Schlaf, appare un po’ decorativo). L’op. 6 conduce direttamente all’espressionismo, soprattutto con “Il viandante”, drammatizzazione di un dialogo notturno tra un viandante e un uccello affidata a una musica attenta non più alle immagini del testo (di Nietzsche) ma a quanto si agita nel profondo dell’anima. Con i Lieder dell’op. 15 il passaggio all’espressionismo è cosa fatta, per il quale, come annuncia Kandinskij nel saggio Sullo spirituale nell’arte (1912), a guidare l’artista è solo la “necessità interiore, inconscia”. Delle trentuno liriche di George Il libro dei giardini pensili (1895) tra il 1908 e il 1909 Schönberg ne mette in musica quindici, attirato da una poesia lucida, ermetica, che gli detta -per contrasto- una musica allucinata, priva di centri tonali, come confermano le cinque poesie iniziali della raccolta: “Sotto lo schermo di folto fogliame”, “Boschetti in questo paradiso”, “Come novizio”, “Solo ora che le labbra mi ardono immobili” e “Ditemi su quale sentiero”. Degli anni di studio a Vienna di Mahler sopravvive il primo tempo di un Quartetto (forse del 1876), edito nel 1973 e nel quale tra echi alla Schubert invano si cercano ‘tracce’ dell’autore delle raccolte di Lieder, che spesso rimandano alle sue Sinfonie (e non viceversa): le nn. 2, 3 e 4 a “Il corno magico del fanciullo” qui presente con “Via! Via!”, “Immaginazione sfrenata” e “Partire è un po’ morire” e la n. 1 ai “Canti di uno in cammino” ai quali appartengono “Quando il mio amore andrà a nozze”, “Ho un coltello rovente piantato nel petto” e “I due occhi azzurri del mio tesoro”. Il passaggio di Mahler dai Lieder della tradizione popolare (Das Knaben Wunderhorn ne è una raccolta edita nel 1806-1808 con criteri poetici più che storici) alla poesia d’arte avviene con Rückert che nel 1901-1902 gli fornisce i testi di cinque pagine, tra cui “Allontana il tuo sguardo dai miei canti”, “Ormai non mi ha più il mondo” e “Se ami una cosa perché è bella” (le traduzioni sono di Quirino Principe). Ettore Napoli Venerdì 25 novembre Sala Puccini, ore 21.00 Piano Liszt Un secolo di cinema con Franz Liszt Documentario a cura di Francesco Leprino e Luigi Verdi. Italia, 2011 Sono circa trecento i film che utilizzano la musica di Franz Liszt nella colonna sonora, tra gli albori del cinema e il 2010. Tutta questa documentazione audiovisiva ci permette di avere un quadro molto interessante sulla ricezione della figura e dell’opera di Franz Liszt, uno dei compositori classici più “saccheggiati” per il grande schermo. La fortuna di Liszt e della sua musica nel cinema è stata quindi ampia, e ha fatto scaturire, con le più diverse funzioni e nei più disparati contesti, una ridda notevole di situazioni filmiche che vanno dal paradossale al sentimentale, al comico, al funzionale, all’inatteso. Noteremo anzitutto come elementi comuni e nessi di una stessa composizione riescono a stabilire esiti molto differenti, nel loro associarsi all’immagine, in film diversi. In questo senso lo stretto confronto mette in evidenza come la “colonna sonora”, specie quando si tratta di “icone” musicali, condiziona e calamita il senso di una sequenza, trasfigurandola. I temi lisztiani che appaiono più di frequente come leitmotive caratterizzanti vari personaggi e situazioni costituiscono già un corpus d’osservazione molto interessante. Ad esempio la Rapsodia ungherese n. 2, decisamente il brano più utilizzato, soprattutto nella musica per cartoni animati: sono circa ottanta le apparizioni di questa rapsodia in film o cortometraggi (di cui almeno trenta nei cartoons). In particolare il finale della Rapsodia è generalmente legato a situazioni festose, se non comiche o grottesche. Il tema di Sogno d’amore n. 3 appare in una cinquantina di film, quasi sempre eseguito da un attorepianista, legato a situazioni romantiche, di struggimento amoroso o durante matrimoni, maggiormente utilizzato agli inizi del cinema sonoro. Frammenti di Les Préludes appaiono in circa trenta film: il carattere guerresco del finale è usato come leitmotiv in serie di fantascienza o a sottolineare scene eroiche o di guerra. Altri brani lisztiani che ricorrono spesso sono il Concerto n. 1, Consolation n. 3, Un Sospiro, Fantasia su temi ungheresi, Mefisto valzer n. 1, La campanella. Vi sono poi almeno una decina di film dedicati alla vita di Franz Liszt, a testimonianza della sua popolarità presso il grande pubblico. A questi titoli se ne aggiungono un’altra trentina in cui Liszt appare come personaggio secondario, oppure come “spalla”. in film dedicati alla vita di altri compositori come Wagner o Chopin. Naturalmente l’industria cinematografica ha privilegiato le composizioni più eseguite, per ragioni, appunto, di riconoscimento iconico, come spesso accade nel cinema, e ha adoperato solo in pochi casi musiche meno conosciute, utilizzandole per la loro tinta drammatico-sentimentale. Esempi tipici in tal senso sono Nuages Gris, Gondola Funebre, Tasso lamento e trionfo ecc. Così resta escluso dal cinema in gran parte l’ultimo Liszt, esattamente come resta escluso dalle sale da concerto. Infine, da sottolineare il valore aggiunto che scaturisce nel documentario dagli accostamenti, con passaggi repentini e senza soluzione di continuità da una sequenza all’altra, creando anche un ulteriore ipertesto di interpretazioni musicali diverse e di situazione avvicinate per similitudine, contrasto, opposizione. Un montaggio che tende a restituire, in una sorta di compressione spazio temporale, l’atteggiamento di un secolo di cinema verso questo grande compositore. Francesco Leprino e Luigi Verdi I tre appuntamenti sopra indicati sono ad ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili. Per informazioni e contatti: Ufficio Produzione tel. 02 762110.206, [email protected] Ufficio Stampa tel. 02.762110.218, [email protected] www.consmilano.it Il Festival proseguirà quindi mercoledì 30 novembre sempre alle ore 21.00, presso la Chiesa di Sant’Angelo con il concerto dedicato al tema de Il sacro, al cui centro sarà l’esecuzione della Via Crucis di Franz Liszt. Sulla strada della musica Questo il titolo del primo concerto pubblico che, domenica 27 novembre alle ore 18.30 in Sala Verdi, vedrà protagonisti i ragazzi rom che hanno seguito i corsi del Conservatorio durante l’Anno Accademico 2010/2011. Il 28 settembre 2010 il Conservatorio di Musica “G. Verdi” di Milano e la Casa della Carità hanno firmato un Protocollo per la realizzazione di azioni di collaborazione, che prevede l’organizzazione di corsi di violino e fisarmonica per bambini e adolescenti, provenienti dai campi rom, ma estesi anche a bambini di nazionalità diverse, le cui famiglie prendono parte ai progetti di accoglienza della Casa della carità, struttura voluta dal cardinal Martini. I corsi hanno avuto inizio nel mese di novembre 2011, all’atto dell’inaugurazione del nuovo Anno Accademico del Conservatorio di Milano. Obiettivo dei corsi non soltanto far acquisire capacità musicali ai partecipanti, ma anche inaugurare un nuovo modello di esperienza di integrazione culturale. Là dove la musica si faccia linguaggio comune, capace di avvicinare ragazzi provenienti da esperienze di vita e da realtà sociali lontane e diverse tra loro, eppure conciliabili in nome di una crescita migliore. Il Conservatorio di Musica “G. Verdi” di Milano ha offerto e continua ad offrire gratuitamente un corso di violino e un corso di fisarmonica, facendosi carico del percorso formativo destinato ai giovani partecipanti al progetto, di cui sono docenti gli allievi degli ultimi corsi, scelti con concorso interno, che lavorano con la supervisione dei docenti del Conservatorio. Inaugurato con l’inizio di novembre 2011 il secondo anno di questi corsi. La Casa della carità, tramite i propri educatori, coinvolge bambini e adolescenti. Fine ultimo dei corsi è formare una vera e propria orchestra che in futuro possa tenere concerti aperti al pubblico. Il Protocollo siglato tra le due realtà prevede inoltre un impegno comune a realizzare altri progetti volti alla promozione della cultura musicale in ambiti di marginalità sociale. Per Arnoldo Mosca Mondadori, Presidente del Conservatorio di Musica “G. Verdi” di Milano, che ha fortemente voluto questo progetto di collaborazione, il messaggio è chiaro: «Il progetto di collaborazione tra il Conservatorio di Milano e la Casa della Carità ci invita, anzi ci obbliga, ancor più che in passato, a lavorare sui talenti, di cui ogni ragazzo, indipendentemente dalla sua storia o dalla sua provenienza, è dotato. I talentuosi allievi del nostro Conservatorio impartiscono lezioni di musica a ragazzi che con la musica vivono da sempre, che hanno la musica dentro di sé. Il Conservatorio di Milano intende coltivare i talenti a 360°, si impegna a togliere da uno stato di marginalità ragazzi che hanno dentro di sé potenzialità straordinarie. Il sogno è quello di mettere in relazione mondi lontani, attraverso l’universalità di un messaggio, che solo l’arte sa portare». Il prossimo 27 novembre alle ore 18.30 presso la Sala Verdi del Conservatorio di Milano si terrà il primo concerto pubblico, esito del percorso formativo svolto dai ragazzi rom, che hanno seguito i corsi del Conservatorio durante l’Anno Accademico 2010/2011. Ne saranno protagonisti gli stessi ragazzi insieme ai loro docenti. Sulla strada della musica è il titolo dell’appuntamento che racconta la storia di chi vive la strada come una propria seconda casa, come palcoscenico naturale su cui esibirsi e che ora ha scelto una strada diversa, di crescita e di formazione. Programma Domenica 27 novembre Conservatorio di Musica “G. Verdi” di Milano, Sala Verdi, ore 18.30 Hora staccato (Traditional) solisti: Edward (violino), Sandro Cerino (flauto) Hora Martisorului (Traditional) solisti: Edward (violino) Hora duo (Traditional) solisti: Sergiu (violino), Luis (fisarmonica), Sandro Cerino (flauto) Lume Lume (Traditional) solisti: Patrizio (violino), Rebecca, Isabella, Roxana (voci) con tutti gli altri Traditional C.Velasquez, Besame Mucho solisti: Eduard (clarinetto), Gianni, Vasile (violino) N. Rimskij-Korsakov The Bumble Bee flight (Il Volo del Calabrone) solisti: Luis, Francesco Moretti (insegnante) (fisarmonica) J. Pachelbel, Canone in Re solista: Albert (violino) C. Gardel, Por una Cabeza solisti: Gianni, Luigi (violino) A. Vivaldi, Variazioni sul tema della Follia solisti: Luigi, Vasile (violino) A. Cerino, Aria Invernale solisti: Leonard (violino), Sandro Cerino (alto sax) A. Cerino, Aria Estiviva solisti: Ciprian (violino), Sandro Cerino (alto sax) A. Cerino, My Manea solisti: Luigi, Edward, Vasile, Gianni, Sergiu, Leonard, (violino), Rebecca, Isabella, Roxana (danza) con tutti gli altri A. Cerino, Memorie Gitane solisti: Tudor, Daniel, Albert, Claudio (fisarmonica) A. Cerino, Occhi Gitani Con tutti i ragazzi Arrangiamenti e direzione Alessandro Cerino Orchestra: Pietro Boscacci, violino Marta Pistocchi, violino Caterina Flores, viola Alessio Scanziani, violoncello Francesco Moretti, fisarmonica Loris Facchin, fisarmonica Stefano Grassi, contrabbasso Seba Bubba Sempio, percussioni Sandro Cerino, sax alto&soprano, flauto Ma non è tutto. Il concerto è parte di un percorso più allargato che nasce dalla collaborazione tra il Conservatorio di Musica “G. Verdi” e il Carcere di Opera, dove alcuni detenuti sono impegnati in un laboratorio in cui fabbricano violini in maniera professionale. L’idea è di dare piena dignità a questo laboratorio. Tra il Conservatorio e l’Associazione “Opera in Fiore” è in essere una convenzione che vuole che il Conservatorio acquisti i violini fabbricati dai carcerati e li metta a disposizione degli allievi legati al progetto “Sulla strada della musica”. In occasione del concerto del 27 novembre, saranno proprio i carcerati di Opera a consegnare ai ragazzi Rom gli strumenti costruiti per loro. L’ingresso al concerto è ad offerta libera destinata alla continuazione del progetto “Sulla strada della musica”. Ringraziando per l’attenzione che potrete riservare a tutti gli appuntamenti di cui sopra, restando a disposizione per ulteriori approfondimenti, porgo il mio più cordiale saluto, Raffaella Valsecchi Ufficio stampa Conservatorio di Musica “G. Verdi” di Milano Fisso 02.762110.218 Mobile 339.6141865