Sound and Music - Novità discografiche OTTOBRE 2010 I migliori 30 anni della discografia indipendente Columns - OTTOBRE 2010 In questo numero… Hyperion CPO Gimell Chandos LSO Testament Supraphon Tactus Urania Playa Sound LINN Audionautes Recording Clearaudio Groove Note OMR Pure Pleasure Speakers Corner 2 6 14 15 17 18 19 20 21 21 22 23 23 23 24 24 25 Disco Catalogo 2011 5 L’intervista 10 In occasione dei 30 anni dalla nascita dell’etichetta Hyperion un’ntervista esclusiva a Simon Perry Prima scelta ALESSANDRO SCARLATTI OPERE SACRE Gemma Bertagnolli, Adriana Fernandez, Sara Mingardo, Martin Oro, Furio Zanasi, Antonio Abete, Andrea Coen, Concerto de’ Cavalieri, Marcello Di Lisa 7 THE ROMANTIC VIOLIN CONCERTO – VOL. 9 FERDINAND DAVID Hagai Shaham, violino BBC Scottish Symphony Orchestra, Martyn Brabbins CDA67804 (CD alto prezzo) F. David: Concerto n. 4 per violino e orchestra op. 23; Concerto n. 5 per violino e orchestra op. 35; Andante e Scherzo capriccioso per violino e orchestra op. 16 Oggi Ferdinand David è conosciuto quasi esclusivamente per essere stato il dedicatario del celebre concerto per violino e orchestra di Mendelssohn, che tenne a battesimo nel 1845. Oltre che un virtuoso di grande temperamento, David fu però anche un compositore di notevole talento e la Hyperion è orgogliosa di presentare nel nono volume della collana The Romantic Violin Concerto tre sue splendide opere per violino e orchestra in prima registrazione mondiale. Nella vasta produzione di David si contano tra le altre cose due sinfonie, cinque concerti per violino e orchestra, un sestetto per archi, alcuni quartetti per archi, un gran numero di variazioni, studi per violino solo, opere corali e Lieder per voce e pianoforte. Queste opere riscossero un grandissimo successo durante la vita di David e la loro riscoperta ha consentito al pubblico di ascoltare una musica stilisticamente impeccabile e di straordinaria piacevolezza. Tenendo conto dello stretto legame che unì Mendelssohn a David, non ci si può certo stupire del fatto che la musica di quest’ultimo sia pervasa da un’aura squisitamente mendelssohniana, dalla quale discende da un lato l’assoluta padronanza delle strutture proprie dello stile classico e dall’altro una scrittura ricca di brillantezza e di sentimento. Protagonista della collana Romantic Violin Concerto e apprezzato interprete del repertorio virtuosistico del XIX secolo, Hagai Shaham esegue queste opere con la vitalità e la verve che gli sono proprie ed è accompagnato da una BBC Scottish Symphony Orchestra in forma smagliante diretta con piglio e molto buon gusto da un ispirato Martyn Brabbins. F g p M CPO777476 Già disponibile: 2 THE ROMANTIC VIOLIN CONCERTO – VOL. 6 JENŐ HUBAY CONCERTI PER VIOLINO E ORCHESTRA N. 1 E N. 2 Hagai Shaham, violino BBC Scottish Symphony Orchestra, Martyn Brabbins CDA67498 (CD alto prezzo) GRAMOPHONE CRITICS’ CHOICE p Columns - OTTOBRE 2010 AA.VV. ORGAN FIREWORKS – VOL. 14 Christopher Herrick, organo della Town Hall di Melbourne CDA67758 (CD alto prezzo) G. Verdi: Marcia trionfale dell’Aida (arrangiamento: Edwin Lemare e Christopher Herrick) P. Spicer: Fanfares and Dances C. Franck: Pièce héroïque M37 I. Farrington: Animal Parade M. Lanquetuit: Toccata in re maggiore A. Hollins: Triumphal March S.S. Wesley: Choral Song and Fugue D. Buck: Variazioni su Old Folks at Home A. Guilmant: Sonata n. 1 per organo op. 42 Il quattordicesimo volume della monumentale collana Organ Fireworks vede Christopher Herrick seduto alla consolle dell’organo della Town Hall di Melbourne. Come sempre, l’organista inglese propone una ricchissima silloge di pagine dai tratti spiccatamente virtuosistici, iniziando nella maniera più pirotecnica possibile con la mirabolante trascrizione della Marcia trionfale dell’Aida di Verdi realizzata da Edwin Lemare, alla quale Herrick ha dato una scintillante veste nuova. Tra le altre opere presentate, meritano di essere citati i brani dei compositori contemporanei Iain Farrington e Paul Spicer, ai quali fanno corona alcune delle opere più significative delle tradizioni organistiche inglese e francese del XIX e XX secolo. AA.VV. CONCERTI PER VIOLA E ORCHESTRA Lawrence Power, viola Bergen Philharmonic Orchestra, Andrew Litton CDA67687 (CD alto prezzo) M. Rózsa: Concerto per viola e orchestra op. 37 B. Bartók: Concerto per viola e orchestra Sz 120 (completato da Tibor Serly) T. Serly: Rapsodia per viola e orchestra Considerato uno dei violisti più carismatici in circolazione, Lawrence Power prosegue al fianco della Hyperion la sua esplorazione delle opere per viola del XX secolo con un nuovo disco di grande interesse. Delle tre opere di autori ungheresi presentate in questo disco la più famosa è senza dubbio il Concerto di Béla Bartók, completato dopo la morte dell’autore da Tibor Serly, l’amico un- gherese più fidato durante il soggiorno americano di Bartók. Il grande violista inglese William Primrose (che portò anche a termine la parte della viola solista) tenne a battesimo questo concerto nella revisione di Serly il 2 dicembre del 1949 con la Minneapolis Symphony Orchestra diretta da un altro grande musicista ungherese, Antal Dorati. Questo concerto venne subito salutato come una delle pietre angolari della ristretta letteratura per viola e orchestra e da allora è diventato uno dei principali cavalli di battaglia dei violisti. Sebbene non sia del tutto immune dallo stile di Bartók, la Rapsodia per viola e orchestra di Serly è un’opera elaborata e molto interessante, che si conclude con un Finale dai tratti irresistibili. Il programma di questo disco è completato dal più recente Concerto per viola e orchestra di Miklós Rósza, un’opera estremamente originale, dai tratti tenebrosamente romantici e dall’ispirazione inconfondibilmente ungherese. Laurence Power su HYPERION: WILLIAM WALTON – EDMUND RUBBRA CONCERTI PER VIOLA E ORCHESTRA BBC Scottish Symphony Orchestra, Ilan Volkov CDA67587 (CD alto prezzo) JOHANNES BRAHMS INTEGRALE DELLE VARIAZIONI PER PIANOFORTE Garrick Ohlsson, pianoforte CDA67777 (2 CD al prezzo di 1) J. Brahms: Tema e Variazioni in re minore; Variazioni e fuga su un tema di Händel op. 24; Variazioni su un tema originale op. 21 n. 1; Variazioni su un canto popolare ungherese op. 21 n. 2; Variazioni su un tema di Schumann op. 9; Variazioni su un tema di Paganini op. 35 Protagonista assoluto di un’integrale delle opere per pianoforte di Chopin salutata dalla stampa specializzata di tutto il mondo come uno degli omaggi discografici più significativi nell’anno che segna il bicentenario della nascita del grande compositore polacco, Garrick Ohlsson volge la sua attenzione su un altro ambito della letteratura pianistica romantica tanto importante quanto misconosciuto, il corpus delle variazioni di Johannes Brahms. Nelle Variazioni su un tema di Paganini, brano caratterizzato da un virtuosismo pirotecnico eseguito in un gran numero di concorsi pianistici in ogni parte del mondo, il pianista americano dimostra di possedere una tecnica semplicemente sensazionale, che va di pari passo con una meravigliosa musicalità, mentre le Variazioni e Fuga su un tema di Händel, opera di un Brahms ormai giunto all’apice della sua arte, sono considerate uno dei vertici assoluti del repertorio pianistico del 3 Columns - OTTOBRE 2010 XIX secolo. Da segnalare che questo disco contiene anche alcune gemme virtualmente sconosciute, tra cui le incantevoli Variazioni su un tema originale. Garrick Ohlsson su HYPERION: FRYDERYK CHOPIN INTEGRALE DELLE OPERE PER PIANOFORTE Garrick Ohlsson, pianoforte CDS44351/66 (16 CD prezzo speciale) MUZIO CLEMENTI INTEGRALE DELLE SONATE PER PIANOFORTE – VOL. 6 Howard Shelley, pianoforte CDA67819 (2 CD al prezzo di 1) M. Clementi: Sonata op. 40 n. 1; Sonata op. 40 n. 2; Sonata op. 40 n. 3; Sonata op. 50 n. 1; Sonata op. 50 n. 2; Sonata op. 50 n. 3 Didone abbandonata I cinque volumi finora pubblicati dell’integrale delle opere pianistiche di Muzio Clementi portata avanti con grande maestria da Howard Shelley hanno fatto letteralmente incetta di premi e hanno dato un contributo determinante alla riscoperta e alla valorizzazione della produzione pianistica del compositore romano. Purtroppo, nel corso degli anni la produzione di Clementi è stata relegata in un cantuccio dai suoi grandi rivali (Mozart in primis), tuttavia – come sa bene chi ha seguito la strepitosa integrale della Hyperion – le sue sonate migliori non hanno nulla da invidiare a quelle di Mozart e di Haydn e hanno esercitato un’influenza tutt’altro che trascurabile sullo stile del giovane Beethoven. Il sesto e ultimo volume di questa serie contiene alcune delle opere più complesse, virtuosistiche e di ampio respiro che Clementi abbia mai scritto per il pianoforte, lavori concepiti per le raffinate sale concertistiche londinesi, per i grandi pianisti e l’elegante e competentissimo pubblico a cavallo tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo. AA.VV. IKON II Holst Singers, Stephen Layton, direttore CDA67756 (CD alto prezzo) N. Golovanov: Otche nash (Padre Nostro) P. Chesnokov: Spasenie sodelal (La Salvezza è giunta); Da ispravitsya molitva moya (La mia preghiera giunga sino a te); Dukh Tvoy blagiy (Possa il Tuo spirito benigno); Blagoslovi, dushe moya, Gospoda (Benedici il Signore, anima mia); Raduytesya, pravednii, o Gospode (Esultate nel Signore, o voi giusti); Ne imamï inïya pomoshchi (Non 4 abbiamo altro aiuto); O Tebe raduetsya (Tutta la Creazione esulta in Te) A. Grechaninov: Vecheri Tvoeya taynïya (Della Tua mistica cena) K. Shvedov: Kheruvimskaya pesn (Inno dei Cherubini); Trisviatoye (La Santa Trinità) P.I. Ciaikovsky: Priidite, poklonimsya (Venite adoriamo) V. Kalinnikov: Priidite, poklonimsya (Venite adoriamo); Tebe poem (Ti glorifichiamo); Bogoroditse Devo (Gioisci, o Vergine Maria); Tebe poem (Ti glorifichiamo) N. Tolstiakov: Blagoslovi, dushe moya, Gospoda (Benedici il Signore, anima mia) N. Rimsky-Korsakov: Otche nash (Padre Nostro) S. Rachmaninov: Bogoroditse Devo (Gioisci, o Vergine Maria) M. Balakirev: Da molchit vsyakaya plot (Tutti gli uomini rimangano in silenzio) A. Kastalsky: Svete tikhiy (Luce radiosa) C. Cui: Pesn’ Presvyatïya Bogoroditsï (Canto della santissima Theotokos; Magnificat) Nel 1997 gli Holst Singer e Stephen Layton realizzarono un disco che divenne immediatamente un oggetto di culto e uno dei titoli più venduti in assoluto quell’anno. Con la sua meravigliosa antologia di brani corali di autori russi del XIX e XX secolo, Ikon ha saputo stregare un pubblico incredibilmente vasto con una bellezza semplicemente grandiosa e oggi gli stessi interpreti propongono Ikon II. Sebbene la maggior parte delle opere eseguite in questo disco sia stata scritta da autori pressoché sconosciuti, lo straordinario fascino di questa musica non potrà che lasciarvi a bocca aperta. p Già disponibile: AA.VV. IKON Holst Singers, Stephen Layton, direttore CDA66928 (CD alto prezzo) PIETRO LOCATELLI L’ARTE DEL VIOLINO Elizabeth Wallfisch, violino The Raglan Baroque Players, Nicholas Kraemer CDS44391/3 (3 CD prezzo speciale) P. Locatelli: L’Arte del violino – Dodici Concerti per violino con ventiquattro Capricci ad libitum «Elizabeth Wallfisch […] affronta la elaborata scrittura di Locatelli con un brio molto coinvolgente […] conferendo ai suoi concerti b M D p Columns - OTTOBRE 2010 una scintillante brillantezza ed eseguendo i capricci con stupefacente eleganza. Ovviamente questo disco non può mancare nella discoteca di ogni appassionato del repertorio barocco che si rispetti, tuttavia le sue sfumature radiose, il suo approccio vivace e la sua brillante interpretazione meritano senza dubbio un pubblico molto più vasto» (BBC Music Magazine Top 1000 CD Guide) «Un’interpretazione di altissimo livello […] Un elegante connubio di virtuosismo e di musicalità […] Un talento e una raffinatezza a dir poco stupefacenti. La registrazione è superba e la presentazione grafica davvero bella» (CD Review) «Un cofanetto caldamente raccomandato. Questa musica è intrisa di un sensazionale virtuosismo ed è estremamente gradevole» (Classic CD) «Una vera e propria rivelazione […] che merita le massime raccomandazioni» (Radio Telefis Eireann) BEST OF THE YEAR DI BBC MUSIC MAGAZINE – CANNES CLASSIQUE AWARD, MIDEM 1995 LUDWIG VAN BEETHOVEN INTEGRALE DEI TRII PER ARCHI Leopold String Trio CDAD22069 (2 CD al prezzo di 1) L. van Beethoven: Serenata per archi op. 8; Trio per archi op. 3; Trio per archi op. 9 n. 1; Trio per archi op. 9 n. 2; Trio per archi op. 9 n. 3 Questo cofanetto doppio offerto al prezzo di un solo CD presenta tutte le opere composte da Beethoven per trio d’archi, compreso il trio alternativo (Hess 28) dello Scherzo del Trio in sol maggiore op. 9 n. 1. Sebbene siano contrassegnate da un numero d’opera molto basso, queste opere vanno considerate a tutti gli effetti tra i massimi capolavori della prima fase creativa del Titano di Bonn. Si tratta infatti di opere eleganti e ricche di spunti di grande interesse, che per qualche ragione fino a questo momento non hanno ricevuto la considerazione che meritano ma che – grazie alla straordinaria interpretazione del Leopold String Trio – possono oggi riprendere il posto che spetta loro di diritto. «L’edizione più ricca di sensibilità di queste opere dagli albori delle registrazioni digitali» (The Independent) «Il Leopold String Trio è un giovane ensemble di grande talento, che esegue queste splendide opere con meravigliosa eleganza» (Classic CD) «Il Leopold String Trio è senza dubbio il complesso d’archi migliore del Regno Unito» (The Daily Mail) «Questi due dischi sono semplicemente strepitosi» (The Daily Telegraph) «Sebbene queste opere siano state registrate da alcuni dei migliori complessi cameristici del passato, nessuna versione è riuscita a comunicarmi lo stesso piacere che ho provato ascoltando questi dischi. Una meravigliosa sorpresa» (BBC Music Magazine) «Un debutto a dir poco sensazionale» (The Scotsman) GRAMOPHONE CRITICS’ CHOICE ROBERT SCHUMANN OPERE PER PIANOFORTE Marc-André Hamelin, pianoforte Robert Schumann: Fantasiestücke op. 12 Papillon op. 2 Carnaval op. 9 Al consolidato appuntamento biennale con il catalogo Hyperion quest’anno la Sound and Music e la Hyperion hanno deciso di allegare uno dei dischi più belli e interessanti dell’etichetta londinese, comprendente una bella silloge di opere schumanniane interpretate dal grande Marc-André Hamelin. In un’epoca di profonda crisi dell’industria discografica, dove le case di tutto il mondo tagliano i budget per le registrazioni, riducono le referenze, i cataloghi cartacei spariscono dai banconi dei negozi e impazza la politica del basso prezzo, la casa discografica giustamente definita la Rolls Royce delle etichette indipendenti inglesi continua a stampare un catalogo di quasi trecento pagine a colori continuamente aggiornato con estratti di recensioni, indici delle serie e molti altri strumenti analitici per favorire la consultazione. Quest’anno, oltre a tutto questo, in allegato a un prezzo mai visto uno dei dischi bestseller in catalogo ad alto prezzo. Un’occasione senza precedenti per tutti coloro che amano la grande musica classica. CDACAT2011 Prezzo al pubblico: 7,90 euro (consigliato) 5 Columns - OTTOBRE 2010 AA.VV. MY SOUL DOTH MAGNIFY THE LORD Christopher Dearnley, organo St Paul’s Cathedral Choir, John Scott CDH55401 (CD medio prezzo) C. Villiers Stanford: Service in do maggiore op. 115 T. Attwood Walmisley: Magnificat e Nunc dimittis in re minore S.S. Wesley: Evening Canticles H. Blair: Evening Service C. Wood: Magnificat e Nunc dimittis H. Brewer: Evening Canticles «Questa vasta antologia viene presentata con straordinaria maestria e coinvolgente partecipazione emotive da uno dei cori migliori del mondo» (Gramophone) «Un disco di straordinaria bellezza» (The American Organist). JOHANNES BRAHMS QUINTETTI PER ARCHI Raphael Ensemble CDH55369 (CD medio prezzo) J. Brahms: Quintetto n. 1 per archi op. 88; Quintetto n. 2 per archi op. 111 Scritti nella tranquillità agreste di Bad Ischl, i due quintetti per archi dati alle stampe da Johannes Brahms possono essere considerati un tentativo del compositore amburghese di sfuggire allo stress urbano della Vienna della metà del XIX secolo. Con il loro delicato carattere pastorale intriso da una vena di profonda malinconia, i due quintetti per archi contribuirono a collocare Brahms nel novero dei migliori compositori di musica da camera della seconda metà del XIX secolo. Questo disco costituisce il degno seguito all’incisione dei due sestetti per archi di Brahms (CDA66276) del Raphael Ensemble, salutato a suo tempo con unanime entusiasmo dalla stampa specializzata di tutto il mondo. «L’esecuzione del Raphael Ensemble denota una infallibile eleganza e la qualità sonora dei tecnici della Hyperion dimostra di non temere nessun confronto. Nel complesso si tratta di una versione di altissimo livello» (BBC Music Magazine) «Questi quintetti per archi dalla scrittura molto elaborata rientrano nel novero delle opere più raffinate della piena maturità di Beethoven […] Collocandosi nel solco della migliore tradizione cameristica, il Raphael Ensemble esegue queste opere con grande slancio 6 espressivo, che sembra quasi dare l’impressione di ascoltare questi lavorio per la prima volta» (Classic CD) «L’interpretazione del Raphael Ensemble è estremamente vitale. La sua caratteristica più apprezzabile è l’intensità. I bravissimi musicisti inglesi si accostano a questi due capolavori della cameristica settecentesca con un approccio quasi sinfonico» (Diapason, Francia) 100 GREATEST DISCS OF THE DECADE DI CLASSIC CD ERNST THEODOR AMADEUS HOFFMANN LIEBE UND EIFERSUCHT Solisti, Orchester der Ludwigsburger Schlossfestspiele, M. Hofstetter CPO777435 (2 CD alto prezzo) Da sempre il cuore dell’uomo è sconquassato dall’amore e dalla gelosia, due sentimenti quasi irresistibili che in questo caso sono messi in moto da una fascia blu e da un fiore offerti da due misteriose dame velate al galante e intraprendente Enrico. L’opera presentata questo mese dalla CPO trae ispirazione da un dramma di cappa e spada di Pedro Calderón de la Barca tradotto da August Wilhelm Schlegel nel 1803, in un’epoca in cui aveva iniziato a diffondersi in ogni parte d’Europa un crescente interesse per i capolavori letterari del Siglo de Oro spagnolo. Nel 1807 Hoffmann – per l’occasione in veste di compositore – scelse il testo di Schlegel per un Singspiel, che per sua sfortuna non ebbe la possibilità di vedere rappresentato. In seguito quest’opera fu ritenuta persa per oltre un secolo e mezzo, fino a quando furono rinvenuti il libretto originale di Hoffmann nell’Archivio di Würzburg e una copia manoscritta della partitura nell’Archivio di Stato Tedesco di Berlino, che hanno consentito di ricostruire l’opera secondo le intenzioni di Hoffmann. Oggi, la CPO è orgogliosa di presentare in collaborazione con il Festival del Castello di Ludwigsburg la prima edizione discografica di Liebe und Eifersucht (Amore e gelosia), un’opera che metterà sicuramente a rumore il mondo degli appassionati di rarità operistiche del XIX secolo. Hoffmann concepì quest’opera per un’“orchestra mozartiana” – che in questa edizione è rappresentata dalla Orchester der Ludwigsburger Schlossfestspiele, una brillante formazione di strumenti originali diretta con piglio e molto buon gusto da Michael Hofstetter – un fatto che dimostra non solo il suo grande amore per Mozart, ma anche la sua profonda conoscenza della prassi esecutiva utilizzata nella seconda metà del XVIII secolo. Ascoltandola, non tarderete a capire che insieme a Undine quest’opera è senza dubbio il lascito musicale più significativo del grande scrittore tedesco. Columns - OTTOBRE 2010 MARC-ANTOINE CHARPENTIER OPERE Aaron Sheehan, Teresa Wakim Boston Early Music Festival Baroque and Chamber Ensembles, Paul O’Dette, Stephen Stubbs ALESSANDRO SCARLATTI OPERE SACRE CPO777613 (CD alto prezzo) Marc-Antoine Charpentier (1643-1704): Actéon; Orphée descendant aux Enfers; La Pierre philosophale Negli ultimi anni la CPO ha pubblicato in collaborazione con il Boston Early Music Festival tre opere barocche poco conosciute, l’Ariadne di Johann Georg Conradi e il Thésée e la Psyché di Jean-Baptiste Lully, tutte premiate con una nomination ai Grammy come migliori produzioni operistiche, un fatto che dimostra che questo genere non solo non è morto ma gode anzi di ottima salute. Questo mese, sempre in collaborazione con la prestigiosa rassegna americana, la CPO presenta tre opere di Marc-Antoine Charpentier, dai tratti tanto diversi quanto gradevoli. Il programma di questo disco ruota intorno all’Actéon, un’opera ispirata al genere della cantata italiana, predecessore di quella francese, che avrebbe raggiunto la piena maturità nei primi decenni del XVIII secolo. Per questi incantevoli lavori Charpentier mise a frutto gli insegnamenti che aveva appreso a Roma dal suo maestro Giacomo Carissimi per enfatizzare gli affetti contenuti in una cantata, lavoro in genere di breve durata e destinato a un pubblico tanto colto quanto poco numeroso. In queste tre opere il compositore francese dimostra di essere un vero maestro nell’utilizzare l’evocativa espressività della musica e le convenzioni vocali dell’epoca per mettere in risalto i prodigi che può compiere l’amore. Questo disco è corredato da un booklet di ben 92 pagine contenente i testi delle tre opere e un corposo saggio introduttivo. JOHANN MATTHESON OPERE SACRE Kölner Akademie, Michael Alexander Willens CPO777274 (CD alto prezzo) J. Mattheson: Oratorio di Natale Die heilsame Geburt und Menschwerdung unsers Herrn und Heilandes Jesu Christi; Magnificat a due cori Johann Mattheson ha ricoperto per molto tempo lo scomodo ruolo di “conosciuto tra gli sconosciuti” nell’ambito dei Gemma Bertagnolli, Adriana Fernandez, Sara Mingardo, Martin Oro, Furio Zanasi, Antonio Abete, Andrea Coen Concerto de’ Cavalieri, Marcello Di Lisa PRIMA SCELTA i migliori a prezzo speciale € 14,90 (prezzo consigliato - fino al 30.11.2010) A. Scarlatti: Benedicta et venerabilis es; Salve Regina; Mortales non auditis; Nisi Dominus Nato a Palermo nel 1660, Alessandro Scarlatti svolse la sua prolifica attività di compositore in parte a Napoli e in parte a Roma. Per ironia della sorte, Scarlatti – che in passato era conosciuto soprattutto per le sue opere teatrali – oggi deve gran parte della sua fama postuma ai suoi lavori sacri. Sebbene sotto il profilo quantitativo le opere sacre non costituiscano che una parte molto limitata della sua produzione complessiva, va detto che Scarlatti scrisse musica sacra per tutto l’arco della sua carriera, anche quando non lavorava alle dipendenze di un’istituzione ecclesiastica. Le opere liturgiche di Scarlatti sono caratterizzate da uno stile estremamente eclettico, che spazia dallo stile antico a lavori di concezione assai più moderna, che si spingono oltre i principi vigenti alla sua epoca. Sotto questo aspetto, Scarlatti può essere legittimamente avvicinato a Johann Sebastian Bach, un altro gigante della prima metà del XVIII secolo che seppe fondere gli innumerevoli elementi del Barocco europeo dando vita a uno stile molto originale. Questo disco segna l’esordio nel catalogo della CPO del Concerto de’ Cavalieri, un ensemble costituito dal cembalista Marcello Di Lisa nel 2003 che si sta affermando come una delle formazioni di maggiore interesse nel panorama della musica antica italiana. CPO777476 (CD alto prezzo) 7 Columns - OTTOBRE 2010 compositori del XVIII secolo, in quanto il suo nome è sempre stato citato con una certa frequenza come teorico della musica e autore di Der vollkommene Capellmeister, un importante trattato dedicato all’estetica musicale e alla prassi esecutiva della sua epoca, ma quasi mai per la sua produzione musicale. Nonostante questo triste destino postumo, Mattheson fu un compositore di buon talento e durante gli anni che trascorse come direttore musicale della Cattedrale di Amburgo scrisse un gran numero di opere che meritano di essere riscoperte. Dopo aver strappato due oratori di Mattheson all’oblio, la CPO ripropone in questo disco per la gioia degli appassionati del repertorio sacro meno conosciuto il grandioso Magnificat del 1716 e l’oratorio di Natale Die heilsame Geburt. Queste due opere rivelano la caratteristica saliente dello stile di Mattheson: una straordinaria varietà sia strumentale sia vocale che dimostra la sua spiccata propensione per la sperimentazione e per la ricerca del virtuosismo. Sotto questo aspetto, la produzione sacra di Mattheson attinse a piene mani dalle grandi innovazioni che interessarono l’ambito operistico nei primi decenni del XVIII secolo: una vera chicca per questa nuova proposta natalizia della CPO! Solisti: Nicki Kennedy, Anna Crookes, Ursula Eittinger, Andreas Post, Stephan MacLeod CHRISTOPH GRAUPNER CANTATE NATALIZIE Veronika Winter, Franz Vitzthum, Jan Kobow, Markus Flaig, Das Kleine Konzert, Hermann Max CPO777572 (CD alto prezzo) C. Graupner: Frohlocke, werte Christenheit; Der Herr hat mich gehabt; Das Licht des Lebens scheinet hell; Das Licht scheinet in der Finsternis; Von Gott will ich nicht lassen Nella prima metà del XVIII secolo la corte del langravio di HesseDarmstadt rivaleggiò in magnificenza musicale con Mannheim e Amburgo, i centri artistici più importanti della Germania di quei tempi. A voler credere alle testimonianze pervenuteci, in quel periodo l’orchestra della corte di Darmstadt raggiunse livelli artistici anche – e forse soprattutto – grazie a Christoph Graupner, maestro di cappella dotato di grande talento e sensibilità che esercitò per oltre mezzo secolo un controllo assoluto su ogni aspetto della vita musicale di corte. Grazie a una personalità quanto mai eclettica, Graupner seppe elaborare uno stile innovativo ed estremamente originale, che però non gli impedì di cadere come molti altri suoi contemporanei nell’oblio subito dopo la morte. Con questo disco la CPO e l’ensemble di strumenti originali Das Kleine Konzert di Hermann Max continuano la loro opera di riscoperta della produzione di Graupner, presentandoci in prima registrazione mondiale cinque cantate di straordinaria bellezza. Un aspetto piuttosto curioso di questi lavori è rappresentato dal fatto che anche nel caso di festivi8 tà di particolare importanza era previsto l’impiego di sole tre voci soliste (soprano, alto e tenore) senza basso, dal che se ne deduce che per qualche motivo tuttora sconosciuto alla corte di Darmstadt non venivano eseguiti lavori corali a quattro voci. Le caratteristiche principali dello stile maturo di Graupner appaiono evidenti già nelle cantate scritte negli anni Quaranta del XVIII secolo. Al pari del suo grande amico Georg Philipp Telemann, questo protagonista dell’ultima splendida stagione del Barocco non si stancò mai di cercare nuove possibilità espressive, con grande gioia degli ascoltatori del XXI secolo! PETER VON WINTER OPERE ORCHESTRALI Münchner Rundfunkorchester, Johannes Moesus CPO777530 (CD alto prezzo) P. von Winter: Sinfonie à grand Orchestre n. 1; Ouverture à grand Orchestre op. 24; Entr’Acte n. 3; Entr’Acte n. 5; Entr’Acte n. 6; Sinfonia Schweriner Considerato da non pochi musicologi uno dei compositori più prolifici ed eclettici della storia della musica, Peter von Winter godette di una grandissima popolarità in ogni parte d’Europa, dalla Francia alla Russia e dell’Italia alla Gran Bretagna, come dimostra il fatto che gli venne assegnato un titolo nobiliare e che la sua cerimonia funebre fu in tutto e per tutto degna di un monarca. Purtroppo questa fama non fu sufficiente a salvare Winter dal totale oblio in cui cadde subito dopo la sua morte. Nato a Mannheim nel 1754, Winter studiò i primi rudimenti della musica presso l’orchestra di corte della sua città natale, tuttavia dopo il 1778 trascorse la maggior parte della sua vita a Monaco. Nel giro di poco tempo Winter divenne uno dei compositori più ammirati della capitale bavarese e ottenne numerose commissioni di grande prestigio. Sebbene ruoti soprattutto intorno alle opere liriche, la produzione di Winter comprende anche brani cameristici, lavori sinfonici e opere vocali sia sacre sia profane. Come si può notare in questo disco che vede protagonista la Münchner Rundfunkorchester diretta da Johannes Moesus, la musica di Winter riveste ancora un grandissimo interesse non solo per i suoi contenuti universali e per la sua notevole varietà ma anche per lo straordinario virtuosismo con cui seppe dominare tutti gli stili e i mezzi espressivi dell’epoca, dando vita a uno stile incredibilmente originale. EGON WELLESZ OPERE PER ORCHESTRA DA CAMERA Christine Whittlesey, soprano; Adrian Eröd, baritono; Josef Hell, violino Ensemble Kontrapunkte, Peter Keuschnig CPO777575 (CD medio prezzo) b B Columns - OTTOBRE 2010 E. Wellesz: Sommernacht per soprano, baritono e orchestra da camera; Satz für Kammerorchester; Persisches Ballett op. 30; Suite per violino e orchestra da camera op. 38; Quattro Lieder per il ritorno per soprano e orchestra da camera op. 85; Ode an die Musik per baritono e orchestra da camera op. 92 Egon Wellesz fu una delle figure di maggiore interesse nel panorama musicale europeo della prima metà del XX secolo, a partire dagli anni della giovinezza, durante i quali si pose con entusiasmo nel solco tracciato da Arnold Schönberg e dai compositori che facevano parte della sua cerchia viennese, un fatto che chi conosce bene il catalogo della CPO ha avuto modo di scoprire da tempo. Dal momento che Wellesz compose tutte le sue sinfonie nel suo esilio britannico dopo il 1945, non si può che salutare con grande entusiasmo questo fondamentale disco della CPO, che propone una serie di lavori scritti nel primo dopoguerra, quasi tutti in prima registrazione mondiale. Dopo essersi formato sugli stili di Bruckner e di Mahler, Wellesz abbandonò gradualmente la scrittura tonale grazie all’influenza del suo maestro Schönberg e nel giro di pochi anni mise a punto un linguaggio libero ed estremamente espressivo. In realtà, Wellesz non adottò mai lo stile dodecafonico in maniera rigorosa, rimanendo fedele a una scrittura sempre orientata verso la tonalità. Per Wellesz la musica era prima di ogni altra cosa la «rappresentazione di un elemento emozionale», addirittura «la natura istintiva delle emozioni» nel senso più universale del termine. Composto nei favolosi anni Venti, il suo Persisches Ballett è una gemma da non farsi assolutamente sfuggire! JOHANN WENZEL KALLIWODA OPERE ORCHESTRALI Die Kölner Akademie, Michael Alexander Willens CPO777469 (CD alto prezzo) J.W. Kalliwoda: Sinfonia n. 2 op. 17; Sinfonia n. 4 op. 60; Ouverture da concerto n. 17 op. 242 «Ll fato ha voluto donargli un talento di altissimo livello. Grazie a una personalità molto eclettica, a una assoluta sicurezza in ogni ambito musicale e a uno stile innovativo e originale ma al tempo stesso naturale e molto gradevole, ha riportato un gran numero di successi e sembra ormai avviato a compiere gli ultimi passi che lo condurranno a una fama imperitura. L’ascolto delle sue sinfonie riserva sempre un grande piacere. Ognuna di esse contiene perle di rara bellezza e un’energia musicale senza pari». Hermann Kretzschmar descrisse in questi termini il compositore Johann Wenzel Kalliwoda nella sua diffusissima guida ai concerti pubblicata negli ultimi anni del XIX secolo. In quel periodo le opere di Kalliwoda erano già scomparse dalle sale da concerto, una situazione che persiste ancora oggi, nonostante il grande interesse suscitato dalla moderna ricerca musicologica sugli autori minori del SetteOttocento. Per fortuna, grazie ad alcuni dischi di grande interesse usciti negli ultimi tempi Kalliwoda, compositore di origine boema che trascorse gran parte della sua carriera come maestro di cappella alla corte di Donaueschingen, sembra essere uscito dal cono d’ombra in cui era stato relegato per diventare una delle stelle minori – ma non per questo poco luminose – della costellazione musicale che fiorì tra la generazione di Beethoven e quella di Mendelssohn e Schumann. In particolare, secondo alcuni studiosi Kalliwoda sarebbe stato una delle figure più importanti del periodo di transizione tra il Classicismo viennese e il Romanticismo, una tesi la cui fondatezza trova pieno riscontro in questo splendido disco della CPO interpretato dalla Kölner Akademie diretta con polso da Michael Alexander Willens. JOSEPH MARX LIEDER Angelika Kirchschlager, mezzosoprano Anthony Spiri, pianoforte CPO777466 (CD medio prezzo) Joseph Marx fu un vero maestro nell’evocare atmosfere liriche. Per questo motivo molti critici lo hanno paragonato a Hugo Wolf, compositore più vecchio di lui di vent’anni che – come lui – espresse il suo talento al meglio nel repertorio liederistico. Tuttavia, se Wolf si dimostrò un innovatore dai toni spesso austeri e tenebrosi, Marx fu un compositore dai tratti dionisiaci, che nella sua vasta produzione seppe al tempo stesso esplorare nuovi territori e rimanere fedele alla tradizione, abbinando in maniera molto originale alcuni elementi del passato a spunti appartenenti a un futuro all’epoca quasi imperscrutabile. Considerata una delle liederiste di maggior talento oggi in circolazione, Angelika Kirchschlager riesce a esprimere con grande intensità l’affascinante lirismo e la multiforme espressività della produzione vocale di Marx, di cui in questo disco ci presenta una meravigliosa antologia con Anthony Spiri, il pianista che la accompagna regolarmente. Per fare un solo esempio, i brani contenuti nell’Italienisches Liederbuch del 1912 presentano una vastissima gamma di stati d’animo, spaziando con incredibile naturalezza dai toni drammatici a quelli più leziosi e dalla tristezza più cupa alla gioia più solare. Date queste premesse, non ci si può certo stupire del fatto che le composizioni di Marx abbiano goduto di una tale popolarità. 9 Columns - OTTOBRE 2010 L’eredità di un tassista visionario Colloquio con Simon Perry in occasione dei 30 anni della Hyperion di Giovanni Tasso 10 Columns - OTTOBRE 2010 Anche se la legge ha fissato la maggiore età a 18 anni, la vera maturità si raggiunge intorno ai 30 anni, età in cui un uomo perviene alla piena consapevolezza dei propri mezzi e del proprio valore. A 30 anni si può già contare su un buon bagaglio di esperienze ed è possibile cominciare a stilare un primo bilancio della propria vita. Per questo ho incontrato Simon Perry, proprietario della Hyperion, e ho fatto con lui una chiacchierata a tutto campo, partendo dal 1980, anno in cui suo padre, l’indimenticabile Ted Perry, ha fondato quella che oggi è considerata la Rolls Royce delle etichette indipendenti inglesi. Ovviamente, il discorso non poteva che partire da Ted. «La storia della Hyperion può essere fatta iniziare negli anni Trenta, quando mio padre, ancora ragazzo, fu colpito dalla poliomielite e dovette essere sottoposto a lunghe e dolorose operazioni che ne minarono gravemente la salute. Per oltre 18 mesi fu costretto a rimanere a letto, senza poter giocare con i ragazzi della sua età. In questo periodo la sua unica consolazione era rappresentata dal giradischi di sua nonna, che fece scoccare in lui una inestinguibile passione per la musica classica». Una passione che riuscì a trasformare in lavoro… «Sì, nel 1949 mio padre si trasferì a Londra e iniziò a vendere 78 giri prima e LP poi alla EMG Handmade Gramophone. Nei sette anni che trascorse in questa azienda mio padre acquistava regolarmente lamette da barba per Francis Poulenc». Come? Per Poulenc? «Sì, è una storia veramente graziosa e che non molti conoscono. A cavallo degli anni Cinquanta Pierre Bernac, il baritono francese che si esibiva abitualmente in concerto con Poulenc, si recava spesso alla EMG e ben presto prese l’abitudine di inviare una cartolina a mio padre per annunciare il suo arrivo a Londra e per chiedergli di acquistare lamette Gillette per Poulenc.Ebbene sì, a volte può essere sufficiente un motivo molto banale per entrare in contatto con uno degli artisti più grandi del mondo!». Ma questo, ovviamente, non poteva bastare per una persona alla ricerca di un sogno come Ted… «Sì. Per inseguire il suo sogno nel 1957 mio padre si trasferì in Australia per lavorare alla Nella foto a sinistra: Ted Perry (1934 - 2003) Philips e quattro anni più tardi fece ritorno in Inghilterra. Per qualche anno fu costretto ad allontanarsi dall’industria del disco per mantenere la sua giovane famiglia, vendendo tra le altre cose gelati da un furgoncino, ma nel 1973 iniziò a collaborare con Marcel Rodd alla Saga Records». Ci stiamo avvicinando all’anno di fondazione della Hyperion… «Nel 1977 mio padre lasciò la Saga Records per dedicarsi a due nuove attività: di giorno il lavoro alla Meridian Records e di notte la guida di un taxi nelle vie di Londra. La Meridian Records apparteneva a mio padre e a John Shuttleworth, un professore di matematica che nel tempo libero faceva il tecnico del suono. Dopo due anni si trovarono in disaccordo sulla possibilità di fare pubblicità su Gramophone (mio padre era fermamente convinto che non se ne potesse fare a meno per far crescere un’etichetta) e decisero di separarsi amichevolmente. A quel punto mio padre decise di fondare la Hyperion». Quale è stato il primo disco che venne realizzato? «Il primo disco della Hyperion – contrassegnato dal codice A66001 – vide protagonisti Thea King e la Philharmonia Orchestra diretta da Alun Francis nei concerti per clarinetto e orchestra di Gerald Finzi e Sir Charles Villiers Stanford. Questo titolo è tuttora disponibile nella collana mid-price Helios». In un primo tempo avete prodotto LP e musicassette. Come è avvenuto il passaggio al CD? «Come i proprietari di tutte le altre etichette, verso la metà degli anni Ottanta mio padre provò un interesse sempre maggiore per le nuove tecnologie e decise subito di passare al CD, perché era chiaro che questo sarebbe stato il supporto del futuro. La maggiore durata garantita dal CD rispetto agli LP cambiò in un batter d’occhio il mercato, perché offriva alle case discografiche la possibilità di fare programmi molto più ambiziosi e il fatto di essere virtualmente indistruttibile venne accolto con grande favore dagli appassionati. La Hyperion continuò a produrre LP e musicassette ancora per qualche anno, per poi concentrarsi esclusivamente sui CD». Come avete scelto i primi interpreti? «La profonda conoscenza del mercato discografico che mio padre aveva accumulato nel corso 11 Columns - OTTOBRE 2010 degli anni gli permise di rendersi subito conto delle lacune repertoriali che erano presenti nei cataloghi delle altre etichette. Dopo essersi fatto un’idea sufficientemente chiara della situazione, si mise alla ricerca di quegli artisti – sia emergenti sia affermati – che erano disposti ad accostarsi a quelle opere poco note o trascurate che il pubblico degli appassionati cercava senza trovare. Inoltre iniziò a cercare interpreti di alto livello per incidere versioni dei grandi capolavori in grado di raggiungere i vertici dei cataloghi discografici. Ma – cosa più importante di tutte – mio padre aveva interessi repertoriali ben precisi, che ebbe la possibilità di trasformare in realtà». Parliamo ora del vostro primo bestseller: A feather on the breath of God di Hildegard von Bingen con Emma Kirkby e l’ensemble Gothic Voices di Christopher Page. Ce ne racconta la storia? «Per far fronte alle elevate spese della Hyperion, per alcuni anni mio padre continuò a guidare un taxi di notte. Questo fatto riveste un ruolo decisivo nella genesi del disco di Hildegard von Bingen. Molti continuano a credere – come del resto io stesso fino a qualche anno fa – che nel corso dei suoi viaggi notturni mio padre abbia ascoltato per caso un programma alla radio condotto da Christopher Page in cui si parlava di Hildegard e che ne rimase folgorato a tal punto da fiondarsi alla BBC per chiedere a Chris di registrare immediatamente questa musica. Si tratta senza dubbio di una bella storia, che però non corrisponde alla verità. Per una incredibile combinazione, mio padre stava effettivamente andando alla sede della BBC di Langham Place e gli capitò di incontrare Chris, che gli chiese se fosse interessato a registrare un disco del suo gruppo. Mio padre – che seguiva sempre con grande interesse il programma di Chris – diede la sua disponibilità e gli chiese di inviargli una cassetta di questa musica per farsene un’idea. Pochi giorni dopo mio padre telefonò a Chris e gli disse che sarebbe stato felice di registrare le opere di Hildegard. Di fronte a questa risposta, Chris ribatté che aveva ascoltato i brani sbagliati (contenuti nel lato B della musicassetta) e che i lavori che avrebbe voluto incidere erano in realtà quelli registrati sull’altro lato. Ma a quel punto non c’era più niente da fare: mio padre insistette per registrare la musica di Hildegard e nel giro di pochi mesi vide la luce A feather on the breath of God, un disco che ha venduto oltre 350.000 copie in tutto il mondo e che a distanza di così tanti 12 anni continua a essere uno dei nostri bestseller. Per la cronaca, la musica che Chris voleva incidere era del compositore francese Solage, che l’ensemble Gothic Voices registrò circa quattro anni più tardi per un’altra etichetta». Questo grande successo ha portato la Hyperion a interessarsi sempre di più del repertorio antico e sono arrivati i grandi progetti. In questo senso è stato molto importante l’incontro con Robert King che ha realizzato le integrali delle opere sacre di Purcell e di Vivaldi e un gran numero di registrazioni di oratori di Händel, spingendosi fino a Mozart e a Rossini. Ce ne vuole parlare? «Gli utili derivanti dalla vendita dei dischi di Hildegard diedero la possibilità a mio padre di mettere in cantiere progetti sempre più ambiziosi, ma non necessariamente legati al repertorio antico. Il King’s Consort era un ensemble pieno di idee che ha incrociato la strada della Hyperion in un momento particolarmente favorevole. Il grande successo ottenuto dalle loro prime registrazioni pose le premesse per allargare la collaborazione, che si è tradotta in un gran numero di dischi dedicati al repertorio noto e meno noto». Alla fine degli anni Ottanta avete varato l’integrale dei Lieder di Franz Schubert con Graham Johnson, un grande progetto seguito dalle edizioni di Schumann, Brahms (attualmente in corso), Strauss e Liszt che vi ha fatto diventare l’etichetta liederistica per eccellenza. Come sono stati accolti questi dischi e quali sono i prossimi progetti di Johnson? «L’integrale dei Lieder di Schubert ha alle spalle una storia molto interessante e rappresenta una parte molto importante della Hyperion. Mio padre conobbe Graham Johnson alla Wigmore Hall, dove accompagnava spesso cantanti di alto livello. Quando si sentì proporre di incidere Lieder di Schubert, Graham chiese a mio padre a quali brani fosse interessato e si sentì rispondere di botto: “Tutti!”. La prima grande integrale liederistica della Hyperion è iniziata in questo modo e oggi rappresenta uno dei principali vanti della mia etichetta. Grazie a questo progetto è stato possibile entrare in contatto con alcuni dei cantanti migliori del mondo, che ancora adesso collaborano con noi. Questa integrale si è rivelata anche un grande successo dal punto di vista commerciale [altro che repertorio di nicchia come si dice spesso in Italia, ndr] e nel 2006 ci ha permesso di superare un momento molto Columns - OTTOBRE 2010 difficile. Per il resto Graham ha portato a termine l’integrale dei Lieder di Schumann e ora ha messo in cantiere una serie analoga dedicata a Brahms, di cui è in uscita il secondo volume che vedrà protagonista il soprano tedesco Christine Schäfer». Un’altra collana che ha suscitato l’interesse degli appassionati di tutto il mondo è stata l’integrale delle opere per pianoforte di Franz Liszt curata da Leslie Howard… «Anche in questo caso c’è una storia che merita di essere raccontata. Nel febbraio del 1981 la Hyperion mise sul mercato una serie di dischi comprendente tra le altre cose il disco di un giovane mandolinista australiano di nome Keith Harris. Per registrare questo disco, Keith aveva presentato a mio padre un suo amico pianista australiano come lui, che altri non era che Leslie Howard. Durante le sessioni di registrazione si creò un’atmosfera molto bella e in una pausa Leslie eseguì al pianoforte un brano dei toni vivaci, sfidando Keith a indovinarne il titolo. Keith rimase senza parole, al contrario di mio padre, che senza la minima esitazione rispose che si trattava del Ballet Egyptien di Luigini. Questo episodio apparentemente insignificante fece nascere una grande simpatia e una profonda stima tra Leslie e Ted, che poco dopo gli propose gli propose di registrare i Valzer di Liszt, primo volume di una integrale di ben 98 CD, che costituisce ancora oggi la più grande impresa discografica portata a termine da un solo artista. Nei primi mesi del prossimo anno la riproporremo in cofanetto per celebrare il secondo centenario della nascita del grande pianista ungherese». Potremmo continuare a parlare ancora a lungo delle integrali presenti nel catalogo della Hyperion, da quelle dedicate alla produzione per pianoforte e organo di Bach realizzate rispettivamente da Angela Hewitt e da Christopher Herrick, a quelle incentrate sulla musica sacra di Purcell, Vivaldi e Monteverdi portate a termine dal King’s Consort, ma lo spazio è purtroppo tiranno. Le chiedo perciò di parlarci della collana The Romantic Piano Concerto, un’altra perla luminosa della Sua etichetta. «Ogni nuovo volume della serie The Romantic Piano Concerto continua a sorprendermi. Mike Spring non si stanca mai di andare alla scoperta di nuovi concerti virtualmente sconosciuti e il grande successo che sta incontrando presso il pubblico di tutto il mondo ci sprona ad andare avanti con sempre maggiore entusiasmo, al punto che abbiamo appena finito di incidere il volume n. 57. Questo risultato molto lusinghiero ci ha convinti qualche anno fa a varare due serie gemelle dedicate rispettivamente al violino e al violoncello». Accanto alla Hyperion c’è la Helios, etichetta a prezzo medio-basso che ripropone molti titoli di grande interesse della collana a prezzo pieno. Come sta andando nel difficile mercato attuale? «La Helios si è rivelata un mezzo molto efficace per tenere sul mercato la maggior parte del nostro back catalogne. Tra gli oltre 1700 titoli disponibili ad alto prezzo nel catalogo della Hyperion dopo qualche anno molti vedono calare fisiologicamente le vendite, al punto da non giustificare la loro presenza sul mercato. Anziché metterli fuori catalogo come fanno molte altre case discografiche, noi preferiamo ripresentarne una buona parte con una nuova veste grafica nella Helios. La riduzione di prezzo garantisce loro un nuovo successo – tenga presente che molti di questi dischi hanno ricevuto dalle riviste specializzate riconoscimenti di grande prestigio – e li ripresenta a quegli appassionati che se li erano lasciati sfuggire». Per finire, ha un sogno nel cassetto, un progetto e/o un interprete con cui vorrebbe collaborare? «Bella domanda. Dalla morte di mio padre la Hyperion ha dovuto far fronte a un periodo di terribili difficoltà finanziarie, che grazie all’aiuto di molti siamo riusciti a superare brillantemente. Oggi la mia etichetta è abbastanza solida da affrontare con fiducia nuove imprese e da iniziare collaborazioni con artisti di grande richiamo, che su progetti commercialmente difficili. Sotto l’aspetto repertoriale ho molti interessi e mi ritengo molto fortunato ad avere le risorse per trasformarli in realtà. Per esempio, molti dischi di opere corali che abbiamo pubblicato negli ultimi mesi sono sogni soddisfatti. Per ragioni che non farà fatica a capire, non mi pare il caso di fare una lista degli artisti e delle opere su cui vorremmo concentrare la nostra attenzione nel prossimo futuro; per questo, mi limiterò a dire che siamo pronti a discutere con qualsiasi artista che abbia un progetto discografico ambizioso: la storia trentennale della Hyperion insegna che a volte i sogni diventano realtà!». 13 Columns - OTTOBRE 2010 Gimell AA.VV. SACRED MUSIC IN THE RENAISSANCE - VOL. 1 (1980-1989) The Tallis Scholars, Peter Phillips, direttore Gregorio Allegri (1582-1652): Miserere William Byrd (1539/40-1623): Messa a cinque voci; Ave verum corpus Tomás Luis de Victoria (1548-1611): Requiem; Versa est in luctum Thomas Tallis (ca 1505-1585): Spem in alium; Sancte Deus; Salvator mundi, salva nos I; Salvator mundi, salva nos II; Gaude gloriosa, Miserere nostri; Loquebantur variis linguis; If ye love me; Hear the voice and prayer; A new commandment; O Lord, give thy holy spirit; Purge me, O Lord; Verily, verily I say unto you; Remember not, O Lord God; Tunes for Archbishop Parker’s Psalter; O Lord, in thee is all my trust; Christ rising again; Blessed are those that be undefiled Josquin Desprez (ca 1450/55-1521): Missa La sol fa re mi Jacob Clemens non Papa (ca 1510ca 1555): Missa Pastores quidnam vidistis; Tribulationem CDGIM301 (4 CD al prezzo di 1 e mezzo) civitatum; Ego flos campi Thomas Crecquillon (ca 1505ca 1557): Pater peccavi John Sheppard (ca 1515-1558): Media vita William Cornysh (?-1523): Salve Regina; Gaude virgo mater Christi Anonimo: Assumpta est Maria (gregoriano) Giovanni Pierluigi da Palestrina (1525/61594): Assumpta est Maria; Missa Assumpta est Maria Nessuna casa discografica ha dato un contributo alla valorizzazione del repertorio sacro del Rinascimento europeo paragonabile a quello offerto dalla Gimell, etichetta fondata trent’anni fa (come la Hyperion…) da Steve Smith e Peter Phillips, direttore dei Tallis Scholars. Per non essere da meno della consorella londinese, la Gimell celebra il suo compleanno con tre cofanetti comprendenti ognuno quattro dei migliori dischi pubblicati nei tre decenni di attività dell’etichetta inglese. Il primo cofanetto abbina alcuni dei caposaldi della letteratura sacra inglese, come lo spettacolare mottetto a quaranta voci Spem in alium di Thomas Tallis e la Messa a cinque voci di William Byrd, alla gloriosa tradizione franco-fiamminga rappresentata dal grande Josquin Desprez e Jacob Clemens non Papa a due dei massimi capolavori della Roma papale, il Miserere di Gregorio Allegri e la Missa Assumpta est Maria di Giovanni Pierluigi da Palestrina. Grazie a un’interpretazione assolutamente irreprensibile, a una qualità sonora di stupefacente realismo e – non ultimo – a un prezzo davvero conveniente – questo cofanetto rappresenta un vero e proprio must sia per gli appassionati di musica sacra del XVI secolo, sia per chi desidera avvicinarsi per la prima volta a un repertorio di grandissima suggestione. Presto disponibili gli altri due volumi: Sacred Music in the Renaissance – volume 2 (1990-1999) e Sacred Music in the Renaissance – volume 3 (2000-2009). p PRESTO IN ARRIVO: p AA.VV. – VOL. 2 (1990-1999) The Tallis Scholars, Peter Phillips, direttore CDGIM302 (4 CD al prezzo di uno e mezzo) SACRED MUSIC IN THE RENAISSANCE 14 AA.VV. – VOL. 3 (2000-2009) The Tallis Scholars, Peter Phillips, direttore CDGIM303 (4 CD al prezzo di uno e mezzo) SACRED MUSIC IN THE RENAISSANCE Columns - OTTOBRE 2010 GEORG FRIEDRICH HÄNDEL FLAVIO, RE DE’ LONGOBARDI Early Opera Company. Christian Curnyn LUDWIG VAN BEETHOVEN INTEGRALE DELLE SONATE PER PIANOFORTE Louis Lortie, pianoforte CHAN 10616(9) (9 CD al prezzo di 3) La produzione pianistica di Ludwig van Beethoven ha sempre avuto una parte di grande importanza nel repertorio di Louis Lortie e nei primi mesi del 2010 è balzata al vertice delle sue priorità in vista delle registrazioni da lui effettuate per il completamento di questa monumentale integrale delle sonate. Ebbene sì, il pianista canadese ha appena ultimato l’incisione delle otto sonate che non aveva ancora fissato su disco (per la precisione le sonate n. 22, 23, 24, 25, 27, 30, 31 e 32), che vengono ora presentate in un magnifico cofanetto di nove CD offerto al prezzo di soli tre CD e destinato a diventare in breve tempo un vero e proprio must per tutti gli appassionati della produzione del Titano di Bonn. Evocative, deliziose, virtuosistiche, argute e ricche di spunti molto interessanti, le sonate di Beethoven riescono a esprimere tutti i sentimenti e le aspirazioni dell’animo umano e sotto le sapienti dita di Lortie sembrano assurgere a un livello quasi soprannaturale. La sua incisione delle Variazioni Eroica (vincitrice di un prestigioso Edison Award) è stata recensita dal critico di Gramophone in questi termini: «L’interpretazione [di Lortie] è magniloquente e molto autorevole, virile ma ricca di sensibilità, e l’ampia gamma di nuances dinamiche e di sfumature strumentali esalta la maestosa scrittura di Beethoven e non si limita a enfatizzare le doti tecniche dell’interprete. Lortie si rivela un vero maestro nell’esprimere la grandezza del mondo interiore di Beethoven, come si può notare dai passaggi fugati, nei quali ogni voce emerge con sublime trasparenza e con un equilibrio e una definizione pressoché perfetti». Tra gli innumerevoli punti di forza di questo cofanetto merita di essere citata la Sonata n. 30, un’opera di meravigliosa bellezza composta tra il 1820 e il 1822 che riassume in sé tutte le caratteristiche salienti dell’ultima fase creativa di Beethoven, tra cui una costruzione armonica molto elaborata, passaggi contrappuntistici tanto fascinosi quanto complessi e una rigorosa aderenza agli stilemi barocchi e classici. Una citazione a parte spetta alla Sonata n. 22, un vero e proprio coacervo di contrasti. Nel corso del primo movimento i suoi due temi principali si amalgamano sempre di più, fino a diventare in prossimità della fine un insieme omogeneo e profondamente integrato. Ne siamo assolutamente sicuri: di questa integrale si parlerà molto nei prossimi mesi. CHAN0773(2) (2 CD alto prezzo) Sebbene sia basato sui consueti temi dell’amore, dell’onore e della lealtà, rispetto alle altre opere di Händel il Flavio, rappresentato per la prima volta nel 1723, pone una minore enfasi sulle alterne fortune politiche e militari. L’opera è ambientata in Lombardia nei tempi bui dell’Alto Medioevo: lo stratagemma di inviare funzionari per governare la recalcitrante Britannia – sottolineando in maniera marcata i delicati aspetti dell’onore e del castigo – deve essere stato accolto con grande ironia dal pubblico londinese dell’epoca. La musica di Händel dà corpo a un’incredibile quantità di affetti, un fatto che si nota soprattutto nei duetti che vedono protagoniste le due coppie di amanti, collocati rispettivamente all’inizio e alla fine dell’opera. Nel terzo atto si viene a creare una situazione quanto mai ambigua, causata dal fatto che uno degli innamorati perora la causa del suo rivale, che trova piena espressione nella musica del grande compositore di Halle. Oggi il Flavio è una delle opere più apprezzate di Händel sia dal pubblico sia dalla critica, che ne apprezzano la sfrenata fantasia, la straordinaria bellezza delle arie e l’ammaliante linea melodica. Fondata nel 1994 dal suo attuale direttore musicale Christian Curnyn, la Early Opera Company si è affermata come una delle formazioni di strumenti originali migliori del Regno Unito. Solisti: T. Meade, R. Joshua, I. Davies, R. Pokupic, H. Summers, T. Walker, A. Foster-Williams, Le opere di Georg Friedrich Händel su CHANDOS: PARTENOPE Solisti, Early Opera Company. Christian Curnyn CHAN0719 (3 CD al prezzo di due) SEMELE Solisti, Early Opera Company. Christian Curnyn CHAN0745 (3 CD alto prezzo) JOHAN HALVORSEN OPERE ORCHESTRALI – VOL. 2 Marianne Thorsen, violino Bergen Philharmonic Orchestra, Neeme Järvi CHAN10614 (CD alto prezzo) J. Halvorsen: Suite ancienne; Danze norvegesi; Sinfonia n. 2 Fatum 15 Columns - OTTOBRE 2010 Compositore, direttore e violinista, Halvorsen fu una delle figure più eclettiche e autorevoli del panorama musicale norvegese a cavallo tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo. Come era già successo nel primo volume, le opere proposte in questo disco rappresentano il meglio della tradizione basata su motivi popolari dei paesi scandinavi, opere brillanti e molto evocative nelle quali la parte del leone spetta quasi sempre alla compagine degli archi. In particolare, Au norvégien fu descritta da Edvard Grieg come «un medley di melodie popolari, ma concepito con una tale cura da diventare una vera e propria opera d’arte». Il fatto che Halvorsen trascorse oltre 36 anni della sua vita lavorando nei teatri di Bergen e di Oslo è più che sufficiente per spiegare il perché la maggior parte della sua produzione sia costituita da lavori pensati per il palcoscenico di un teatro. In ogni caso, il compositore norvegese si dedicò con profitto anche a generi più consueti, come quello della sinfonia, ambito in cui spicca la Seconda Sinfonia. Soprannominata Fatum, questa sinfonia è caratterizzata dal continuo riproporsi in tutti e quattro i suoi movimenti del tema iniziale, come le ben più famose “sinfonie del destino” di Beethoven e di Ciaikovsky. Nel secondo movimento (intitolato Romance) la deliziosa melodia dell’oboe viene seguita da una sezione dai toni molto drammatici che conduce al tema del “destino”, mentre il tema principale del gradevole terzo movimento (Intermezzo) – nel quale il ritmo del motivo del destino viene abilmente alterato – è unanimemente considerato tra i brani più famosi (e allo stesso tempo più originali) di tutta l’opera sinfonica di Halvorsen. Già disponibile di Johan Halvorsen: terpretazione andata in onda nel corso del programma della BBC “The Classical Star”, nel 2007 i vertici della Chandos decisero di proporre alla giovanissima Karen Geoghegan un contratto pluriennale di esclusiva, un riconoscimento ormai quasi scomparso nel convulso mondo discografico attuale. Nel 2009 la Geoghegan ha debuttato ai Proms londinesi eseguendo il Concerto per fagotto e orchestra di Mozart con la BBC Philharmonic Orchestra diretta da Noseda. La stessa opera e lo stesso direttore sono presenti in questo nuovo splendido disco. Il secondo movimento è particolarmente suggestivo, in quanto offre al fagotto la possibilità di esibirsi in un’aria dal sapore inconfondibilmente operistico, sul soffuso accompagnamento dell’orchestra, con gli archi che si limitano ad ascoltare dalla prima all’ultima battuta. Se il concerto di Mozart rappresenta una delle pietre miliari del repertorio del fagotto, lo stesso non si può dire delle opere di Crusell e di Kreutzer presentate in questo disco, che nonostante questo costituiscono lavori ideali per i fagottista più ambiziosi, così come il Concerto di Giachino Rossini, un’opera completamente sconosciuto fino a una ventina di anni fa. Riportato alla luce all’inizio degli anni Novanta da una raccolta di manoscritti ottocenteschi conservati presso la biblioteca di Ostiglia (Mantova), quest’opera al tempo stesso vigorosa, piena di grazia e con un movimento centrale dai toni sognanti è considerata una delle scoperte musicologiche più importanti degli ultimi anni. Nel terzo movimento Rossini impone al solista una serie di sensazionali passaggi virtuosistici, che concludono questa splendida opera con una irresistibile vitalità. p p Karen Geoghegan su CHANDOS: AA.VV. OPERE PER FAGOTTO E ORCHESTRA Opera North Orchestra, Benjamin Wallfisch CHAN10477 (CD alto prezzo) AA.VV. OPERE PER FAGOTTO E PIANOFORTE DI AUTORI FRANCESI Philip Edward Fisher, pianoforte CHAN10521 (CD alto prezzo) OPERE ORCHESTRALI – VOLUME 1 CHAN10584 (CD alto prezzo) AA.VV. OPERE PER FAGOTTO E ORCHESTRA Karen Geoghegan, fagotto BBC Philharmonic Orchestra, Gianandrea Noseda CHAN10613 (CD alto prezzo) OPERE ORCHESTRALI BBC Symphony Orchestra, Edward Gardner CHSA5082 (SACD alto prezzo) W.A. Mozart: Concerto per fagotto e orchestra K.191 B.H. Crusell: Concertino per fagotto e orchestra C. Kreutzer: Variazioni per fagotto e orchestra G. Rossini: Concerto per fagotto e orchestra Profondamente colpiti dalla sua strepitosa in16 WITOLD LUTOSLAWSKI W. Lutoslawski: Concerto per orchestra; Sinfonia n. 3; Chain 3 Il programma di questo disco presenta una silloge di opere del compositore più rappresentativo del Novecento polacco, Witold Lutoslawski, tra cui quello che è considerato il suo lavoro F Columns - OTTOBRE 2010 più famoso, il Concerto per orchestra, e la Terza Sinfonia, eseguita per la prima volta il 29 settembre del 1983 dalla Chicago Symphony Orchestra diretta da Sir Georg Solti. Molti passaggi di queste opere presentano la tecnica definita dallo stesso Lutoslawski “aleatorismo limitato”, in base alla quale ogni musicista dell’orchestra deve eseguire una melodia o una serie di frammenti secondo un tempo proprio, senza tenere conto del ritmo degli altri strumenti. Grazie a questo innovativo metodo, il compositore può mantenere il controllo dell’architettura dell’opera e dell’esecuzione, rendendo possibile al tempo stesso l’emergere di una scrittura polifonica complessa e imprevedibile. Nell’ultima fase della sua carriera, Lutoslawski elaborò forme musicali estremamente ardite, comprendenti elementi del tutto scollegati tra loro, le cui brevi sezioni si accavallano come gli anelli di una catena. Sebbene alcuni elementi di questa tecnica siano presenti già in diverse opere giovanili, il primo lavoro a essere concepito interamente in questo stile è Chain 1, un’opera per 14 strumenti composta nel 1983 per la London Sinfonietta, a cui fece seguito nel 1985 Chain 2, intitolata “Dialogo tra violino e orchestra”, e nel 1986 Chain 3 per grande orchestra. Questa composizione di dieci minuti può essere suddivisa in tre diverse sezioni, la prima delle quali contiene alcuni esempi molto chiari della tecnica della catena. Per esempio, le campane, le viole e i flauti formano il primo “anello” della catena, al quale si sovrappone un quartetto di contrabbassi, il quale a sua volta viene incalzato da uno xilofono e tre violini e così via. L’ultimo anello di questa catena musicale sfocia in un gorgoglio degli strumenti a fiato, che segna il primo segmento dell’architettura del lavoro. Chain 3 fu scritta per la San Francisco Symphony Orchestra, che il 10 dicembre del 1986 la eseguì per la prima volta sotto la direzione dello stesso compositore. AA.VV. THE VIRTUOSO CLARINET Michael Collins, clarinetto Piers Lane, pianoforte CHAN10615 (CD alto prezzo) C.M. von Weber: Grand Duo concertant per clarinetto e pianoforte A. Messager: Solo de concours per clarinetto e pianoforte S. Rachmaninov: Vocalise G. Gershwin: Tre Preludi D. Milhaud: Scaramouche A. Giampieri: Il carnevale di Venezia D. Lovreglio: Fantasia su La traviata S. Milton: Carmen Fantasy Il programma di questo disco comprende una serie di lavori molto variegati, concentrandosi soprattutto sugli aspetti più virtuosistici del clarinetto, rappresentati da alcuni brani spettacolari. Brani molto conosciuti come l’ammaliante Vocalise di Sergei Rachmaninov si pongono in attraente contrasto con la solare brillantezza del Carnevale di Venezia di Alamiro Giampieri, a sua volta profondamente diverso dalle gradevoli e fantasiose opere del compositori francesi Darius Milhaud e André Messager. Il programma comprende anche lo spumeggiante Grand Duo concertant di Carl Maria von Weber. Un altro caposaldo di questo disco è rappresentato dal celebre Scaramouche di Darius Milhaud. Sebbene in un primo tempo sia stata scritta per due pianoforti, quest’opera ottenne subito una grandissima popolarità che spinse il compositore francese a realizzare diverse trascrizioni, prima tra tutte quella per clarinetto e pianoforte che possiamo ascoltare su questo disco. Venendo ai giorni nostri, questo disco comprende anche la splendida Carmen Fantasy eseguita per la prima volta al Festival di Harrogate nel 2009. Milton si mantiene sempre molto aderente alla scrittura di Bizet, facendo in modo che le melodie siano sempre facilmente riconoscibili nonostante le elaborazioni e le brevi cadenze che separano i vari episodi. Tra i futuri progetti discografici di Michael Collins vi sono un disco che metterà in luce le risorse liriche del clarinetto e diversi altri incentrati sui concerti per clarinetto e orchestra, tra i quali meritano di essere citati quelli di Weber e di un gruppo di compositori inglesi dell’Otto-Novecento. GIUSEPPE VERDI OTELLO London Symphony Orchestra & Chorus, Sir Colin Davis LSO0700 (2 SACD basso prezzo) Nel 1871, dopo la trionfale prima rappresentazione dell’Aida, Verdi decise di congedarsi dal suo pubblico, logorato da una carriera tanto ricca di soddisfazioni quanto logorante sul suo fisico e sul suo animo (come dimenticare i famigerati “anni di galera”?). Il pubblico invocò a gran voce il ritorno del Maestro e i suoi amici cercarono di convincerlo in ogni modo a regalare al mondo un’opera nuova, ma il successo arrise all’editore Ricordi, che propose all’ormai ultrasettantenne Verdi un libretto di Arrigo Boito basato sull’Otello di William Shakespeare, il celebre Bardo inglese che sarebbe stato presente anche nel canto del cigno del Cigno di Busseto, Falstaff. Eseguito per la prima volta nel 1887 in un Teatro alla Scala vestito a festa, Otello costituì una tappa di fondamentale importanza nell’evoluzione dello stile operistico ed è tuttora considerato uno dei melodrammi più grandi di tutti i tempi. Facendo seguito al magnifico Falstaff pubblicato lo scorso anno, la LSO Live presenta questo mese una straordinaria versione del capolavoro verdiano con la partecipazione di 17 Columns - OTTOBRE 2010 un cast guidato da Simon O’Neill (Otello), Gerald Finley (Jago) e Anne Schwanewilms (Desdemona) e diretto con incontenibile vigore da un incredibile Sir Colin Davis. Solisti: Simon O’Neill, Gerald Finley, Allan Clayton, Ben Johnson, Alexander Tsymbalyuk, Matthew Rose, Lukas Jakobski, Anne Schwanewilms, Eufemia Tufano Giuseppe Verdi su LSO LIVE: FALSTAFF Solisti, London Symphony Orchestra, Sir Colin Davis LSO0528 (2 SACD basso prezzo) REQUIEM Solisti, London Symphony Chorus, London Symphony Orchestra, Sir Colin Davis, direttore LSO0683 (2 SACD basso prezzo) vo. Per onorare questo grande direttore scomparso nel 1998 la Testament presenta questo mese gli ultimi tre volumi di una serie di cinque titoli che lo vedono sul podio dei Berliner Philharmoniker. Rimasterizzati dall’etichetta inglese con la consueta cura, questi tre dischi finora del tutto inediti ripropongono una serie di concerti diretti da Tennstedt alla Philharmonie di Berlino, comprendenti alcuni dei suoi principali cavalli di battaglia, tra cui la Quarta Sinfonia di Bruckner e il Concerto per violino e orchestra e la Sinfonia Dal Nuovo Mondo di Antonín Dvorák, un compositore per il quale Tennstedt provò sempre una grande simpatia. Una nuova iniziativa editoriale della Testament che consente di gettare luce sull’arte raffinata di un direttore ancora troppo conosciuto dal pubblico italiano. TENNSTEDT DIRIGE BEETHOVEN E BRUCKNER Bruno Leonardo Gelber, pianoforte Berliner Philharmoniker, Klaus Tennstedt TES1448 (2 CD prezzo speciale) L. van Beethoven: Concerto n. 2 per pianoforte e orchestra op. 19 A. Bruckner: Sinfonia n. 4 Romantica TESTAMENT TENNSTEDT DIRIGE MUSSORGSKY, PROKOFIEV E DVORÁK Horacio Gutierrez, pianoforte Berliner Philharmoniker, Klaus Tennstedt s TES1450 (2 CD prezzo speciale) M. Mussorgsky: Una notte sul Monte Calvo S. Prokofiev: Concerto n. 2 per pianoforte e orchestra op. 16 A. Dvorák: Sinfonia n. 9 op. 95 Dal Nuovo Mondo Nato a Merseburg nel 1926, Klaus Tennstedt iniziò a studiare giovanissimo il violino e il pianoforte al Conservatorio di Lipsia segnalandosi tra gli esponenti più dotati di una generazione di grande talento. A soli 22 anni gli venne affidato il posto di primo violino nell’Orchestra del Teatro Municipale di Halle, che però dovette ben presto abbandonare a causa di un grave infortunio a un dito. Quella che in un primo tempo si profilò come una disgrazia alla fine si rivelò una vera fortuna in quanto, dopo un breve periodo trascorso come preparatore dei cantanti del Teatro di Halle, iniziò una nuova luminosa carriera da direttore. Dopo aver ricoperto l’incarico di direttore dell’Opera di Dresda, nel 1971 Tennstedt chiese e ottenne asilo politico in Svezia e nel giro di pochi anni divenne uno dei direttori più richiesti del mondo, mettendosi particolarmente in evidenza nel repertorio tardo romantico. Nel 1983 una grave malattia gli rese sempre più difficile dirigere, costringendolo nel 1994 al ritiro definiti18 KLAUS TENNSTEDT DIRIGE DVORÁK E SCHUBERT Peter Zazofsky, violino Berliner Philharmoniker, Klaus Tennstedt p TES1449 (2 CD prezzo speciale) A. Dvorák: Concerto per violino e orchestra op. 53 F. Schubert: Sinfonia n. 9 D.944 La Grande A Columns - OTTOBRE 2010 JOSEF BOHUSLAV FOERSTER INTEGRALE DEI QUARTETTI PER ARCHI Stamic Quartet SU4050 (2 CD alto prezzo) J.B. Foerster: Quartetto per archi n. 1 op. 15; Quartetto per archi n. 2 op. 39; Quartetto per archi n. 3 op. 61; Quartetto per archi n. 4 op. 182; Quartetto per archi n. 5 Vestec; La preghiera per quartetto d’archi; Erinnerung per quartetto d’archi e arpa; Quintetto per due violini, viola, violoncello e contrabbasso op. 3; Allegro giocoso per quartetto d’archi Dopo gli straordinari dischi dedicati ai due concerti per violino e orchestra (SU3961) e al concerto per violoncello e orchestra (SU3989), la Supraphon torna a occuparsi della produzione di Josef Bohuslav Foerster, un compositore quasi del tutto dimenticato fino a oggi. Questo splendido cofanetto doppio presenta in prima registrazione mondiale tutte le opere da lui composte per quartetto d’archi. Il Quartetto n. 1 (1888) fu dedicato a Piotr Ilic Ciaikovsky, che riconobbe in Foerster un musicista di grande talento e che gli scrisse una lettera per incoraggiarlo a continuare a comporre. Foerster continuò a dedicarsi al quartetto d’archi fino ai suoi ultimi anni di vita, come dimostra il fatto che il Quartetto n. 5 (Vestec) rappresentò il suo canto del cigno. Dopo una lunga e tormentata parabola creativa, con quest’opera Foerster fece ritorno allo stile di Bedrich Smetana e di Antonín Dvorák, i cui elementi principali erano evidenti già nel Quartetto n. 1. Il programma di questo cofanetto doppio è completato da tre composizioni di minore respiro, tra le quali spiccano Erinnerung per quartetto d’archi e arpa e due movimenti di un Quintetto per archi con contrabbasso dai tratti molto idiomatici. Considerato dalla stampa specializzata tra le formazioni cameristiche emergenti del da sempre ricco panorama musicale ceco, lo Stamic Quartet si accosta a queste opere con un’assoluta padronanza tecnica e una profonda conoscenza del complesso stile di Foerster. «Sono soddisfatto. Ho finito di scriverlo molto velocemente» Queste parole esprimono chiaramente lo stato d’animo di Antonín Dvorák dopo aver portato a termine gli schizzi del Quartetto op. 96 Americano, uno dei massimi capolavori della cameristica tardo romantica, scritto durante il soggiorno negli Stati Uniti sull’onda dell’entusiasmo che traspare nella celebre Sinfonia Dal Nuovo Mondo. «Desideravo scrivere un’opera al tempo stesso melodiosa e molto semplice e per raggiungere questo obiettivo mi sono concentrato sullo stile di papà Haydn». L’obiettivo venne raggiunto nel modo migliore, come si può notare dalle sperticate lodi riportate dai critici dei principali giornali americani dell’epoca: «C’è da dolersi del fatto che Dvorák sia sbarcato in America così tardi, vista e considerata la sua capacità di scrivere grande musica ispirata al nostro paese». La Supraphon è orgogliosa di presentare il Quartetto Americano e il successivo Quartetto op. 106 – prima opera scritta dal compositore boemo dopo il suo ritorno dagli Stati Uniti – nella splendida interpretazione del Pavel Haas Quartet, una delle formazioni cameristiche più interessanti dell’ultima generazione. Proseguendo il discorso iniziato con i precedenti dischi dedicati a Janácek, Hass e Prokofiev (vincitori tra le altre cose del Classic FM Gramophone Award, del BBC Music Magazine Award e del MIDEM Cannes Classical Award), il Pavel Haas Quartet si accosta ai due monumenti di Dvorák sfoggiando le sue qualità migliori, tra cui un eccezionale equilibrio tra precisione tecnica e musicalità e un dialogo molto apprezzabile tra i quattro strumenti. Già disponibili: ANTONÍN DVORÁK QUARTETTI PER ARCHI N. 12 E 13 Pavel Haas Quartet SU4038 (CD alto prezzo) A. Dvorák: Quartetto n. 13 op. 106; Quartetto n. 12 op. 96 Americano SU3877 SU3922 19 Columns - OTTOBRE 2010 GREGORIO STROZZI CAPRICCI DA SONAR OP. 4 Elena Sartori, organo e clavicembalo GAETANO MENEGHETTI - GIOVANNI MENEGHETTI SONATE E CONCERTI PER VIOLINO Giovanni Guglielmo, violino Archicembalo Ensemble, Enrico Zanovello TC731302 (CD alto prezzo) Gaetano Meneghetti: Sonata a quattro in fa maggiore; Sonata in re minore per violino e b.c.; Sonata in si bemolle maggiore per violino e b.c.; Sonata in do minore per violino e b.c.; Sonata in mi minore per violino e b.c.; Sonata in la maggiore per violino e b.c. Giovanni Meneghetti: Sonata in si minore per violino e b.c.; Concerto in la maggiore per violino Nella prima metà del XVIII secolo la Repubblica di Venezia divenne uno dei centri musicali più splendidi di tutta l’Europa, distinguendosi tanto nell’opera e nella musica sacra quanto nel repertorio strumentale. Questa straordinaria fioritura trasse linfa da alcuni musicisti passati meritatamente alla storia come Antonio Vivaldi, Tomaso Albinoni, Benedetto Marcello e Baldassare Galuppi, tuttavia alla diffusione di questo inconfondibile stile diedero un contributo rilevante anche molti compositori oggi quasi dimenticati. Con questo disco la Tactus conclude la sua esplorazione dei sei concerti per violino di Giovanni Meneghetti iniziata nel 2008 e propone – sempre in prima registrazione mondiale – sei sonate per violino e basso continuo di suo padre Gaetano, un compositore vicentino di cui nel 1827 Andrea Alverà scrisse nel Giornale biografico di Vicenza: «Nella esecuzione era fra i migliori d’Italia. Emulo del Tartini, suonava per eccellenza il violino». Pur essendo concepite secondo il modello della sonata da chiesa, le opere di Gaetano Meneghetti rivelano nei tempi veloci una insospettabile vivacità, dalla quale è possibile ravvisare le movenze di correnti e di allemanda, e nei movimenti lenti una meravigliosa vena cantabile. Giovanni Guglielmo si accosta a questi lavori con il giusto equilibrio di rigore filologico e di musicalità, riuscendo a esaltarne le nuances delicate e la raffinata scrittura con un suono di rara bellezza, ben sostenuto dai bravissimi componenti dell’Archicembalo Ensemble, formazione di strumenti originali diretta dell’organo e dal clavicembalo da un ispirato Enrico Zanovello. 20 TC614401 (CD alto prezzo) Tra le numerose figure dai tratti romanzeschi che costellano la storia della musica del Rinascimento italiano spicca quella di Gregorio Strozzi, geniale compositore originario di San Severino Lucano sulla cui biografia sussistono ancora più ombre che luci. Nato intorno al 1615, Strozzi compì i suoi studi musicali con Girolamo Frescobaldi e in seguito si trasferì a Napoli, dove si perfezionò con Giovanni Maria Sabino, maestro di cappella della Santa Casa dell’Annunziata. Dopo essere stato ordinato sacerdote, nel 1634 Strozzi venne nominato secondo organista all’Annunziata, posto che mantenne fino al 1645, quando fu chiamato a ricoprire la carica di cappellano ad Amalfi. Negli ultimi tre decenni della sua vita – si ritiene che sia morto a Napoli nel 1687 – Strozzi alternò l’attività musicale a importanti incarichi religiosi e civili, diventando abate e doctor in utroque iure all’Università di Napoli. Sotto il profilo stilistico, Strozzi dimostrò una poliedricità non inferiore a quella che caratterizzò la sua vita, creando uno stile estremamente originale nella cui solida base frescobaldiana si innestano elementi apparentemente inconciliabili, che spaziano da alcune suggestioni dello Stylus phantasticus elaborato dai compositori della Germania settentrionale nei primi decenni del XVII secolo alla tecnica araba del taqsim, passando da cromatismi e dissonanze che evocano la figura di Gesualdo da Venosa, lucano come Strozzi. Questo disco propone una ricca selezione dei 29 brani contenuti nei Capricci da sonare cembali et organi op. 4, interpretati con grande fantasia e assoluta proprietà stilistica da Elena Sartori, che chi conosce bene il catalogo della Tactus ha imparato ad apprezzare in due dischi dedicati alla produzione sacra di Padre Giovanni Battista Martini (TC.701306) e di Domenico Scarlatti (TC.681906). Per rendere ancora più vario e interessante l’ascolto, la Sartori alterna il clavicembalo all’organo della Basilica di San Bernardino dell’Aquila, ottemperando all’indicazione riportata nel frontespizio della raccolta di Strozzi. N P p Columns - OTTOBRE 2010 THE COMPOSERS CONDUCT Orchestre varie, Maurice Ravel, Albert Roussel, Edward Elgar, Florent Schmitt, direttori URNWS102 (2 CD basso prezzo) LEONARD BERNSTEIN IN CONCERTO New York Philharmonic Orchestra, Leonard Bernstein URNWS100 (2 CD basso prezzo) M. Mussorgsky: Quadri di un’esposizione N. Rimsky-Korsakov: Shéhérazade I. Stravinsky: La Sacre du Printemps S. Prokofiev: Pierino e il lupo Questo splendido cofanetto doppio raccoglie quattro dei massimi capolavori della letteratura sinfonica russa dell’OttoNovecento nell’interpretazione, sotto molti punti di vista definitiva, di Leonard Bernstein, direttore di cui quest’anno si celebra il ventesimo anniversario della scomparsa. A proposito del Sacre du Printemps, si dice che dopo aver ascoltato l’esecuzione del direttore americano Stravinsky si sia adombrato, per il fatto di ritenerla di gran lunga superiore alla sua interpretazione. Quattro vertici della discografia di tutti i tempi: la serie Widescreen Collection della Urania non poteva davvero iniziare in modo migliore! 1958-1960 American Columbia Original Production. M. Ravel: Boléro, Concerto per pianoforte e orchestra A. Roussel: Le festin de l’araignée; Melodies E. Elgar: The Wand of Youth; The Nursery Suite F. Schmitt: La tragédie de Salomé Questo interessantissimo cofanetto doppio propone una serie di registrazioni realizzata su dischi a 78 giri tra il 1928 e il 1935 da quattro compositori di prima grandezza del secolo appena trascorso alle prese con alcune delle loro opere più significative. Anche grazie a una rimasterizzazione di buona qualità, queste registrazioni rappresentano documenti di grande interesse sia per gli appassionati sia per i musicologi. 1928-1935 His Master Voice Original Production. TUNISIA VENTS DU DESERT Layali de Tunis SVIATOSLAV RICHTER INTERPRETA SCHUMANN Sviatoslav Richter, pianoforte URNWS101 (2 CD basso prezzo) R. Schumann: Concerto per pianoforte e orchestra op. 54; Waldszenen op. 82; Fantasiestücke op. 12; Marcia n. 2 op. 76; Toccata op. 7; Novellette op. 21 n. 1; Introduzione e Allegro appassionato op. 92 Questo imperdibile cofanetto doppio ripropone le primissime registrazioni stereofoniche realizzate alla fine degli anni Cinquanta da Sviatoslav Richter in Occidente per la Deutsche Grammophon. Interamente dedicate a Robert Schumann – compositore di cui quest’anno si celebra il secondo centenario della nascita – queste incisioni costituiscono ancora oggi pietre miliari dell’interpretazione del repertorio romantico. 1956-1959 Deutsche Grammophon Original Productions. PSSA141205 (CD basso prezzo) Farah; Yawaldi; Talak; Mezouedde Tunis; La Medina; Sahara; NaOura; Naydu Désert; Malouf; Sidi Bou Saïd; La Goulette; Ikhtiar; Jek Enaum; Ya Zin Essah Ra; Bizerte; El Oued; Ajebina-Assaba La tradizione musicale tunisina è caratterizzata da una straordinaria varietà di stili e di ritmi. Considerato uno dei generi più rappresentativi della musica classica araba, il malouf è ormai diventato una vera e propria istituzione del panorama musicale tunisino accanto al nouba, uno stile che affonda le sue origini in Andalusia. A questi stili si affianca un ricco patrimonio popolare eseguito con un gran numero di strumenti arabi, come il darbouka e l’oud, e di strumenti originari della Tunisia come il mezoued. Questo interessantissimo disco ne propone alcuni dei brani più significativi, nella bella esecuzione dell’ensemble Layali de Tunis. 21 Columns - OTTOBRE 2010 STATI UNITI ROUTE 66 – COUNTRY WESTERN MUSIC John Hore Grenell AA.VV. CARMINA CELTICA PSSA141206 (CD basso prezzo) Cowboy John Last Ride; Ghost Town; Lovers and Losers; Carolina in the Pines; Dance With You; All God’s Critters; Night Rider’s Lament; Dance All Night; Past Like a Mask; Other Side of The Hill; Down on the Farm; One World; Bull Rider; Love is the Master Questo disco propone un esaltante viaggio nelle atmosfere della Frontiera americana, con melodie western e canzoni da cowboy interpretate con straordinaria autenticità da John Hore Grenell. AFRICA PERCUSSIONS D’AFRIQUE – VOL. 2 Madou Djembe PSSA141207 (CD basso prezzo) Solfege; Dounia; Djioula Don; Maraca; MadDjemb; Groka Toumblack; Afrique vous parle Unanimemente considerato uno dei compositori di maggiore talento della sua generazione, Madou Djembe esegue le sue composizioni sui ritmi tradizionali dell’Africa occidentale e utilizza lo djembe per raccontare le gioie e i dolori che hanno scandito il corso della sua vita. Nel complesso, si tratta di un disco di grande interesse, che propone uno spaccato della carriera di un grande artista che ha avuto modo di suonare con musicisti del calibro di Mc Solaar, Peter Gabriel, Yussou Ndour e Toure Kounda. 22 William Taylor, arpa Canty, Rebecca Tavener LINNCKD378 (SACD alto prezzo) Salve splendor Inchcolm Antiphoner J. MacMillan: Os mutorum; Confessor Dei Inchcolm Antiphoner I. Moody: O quam mirabilis; Green grow the rushes harp M. McGlynn: Lorica P. McGarr: Flower Garland; Brigit antiphons; Inviolata, integra et casta es, Maria W1; Through the wood laddie harp J. Metcalf: O shining light; Beatus Gallus chant R. Rowe: There is nothing brighter than the sun; A solis occasu chant G. Jackson: Ubi lumen praesulis; Sacrosanctam Kentegernus Sprouston Breviary J. McCarthy: The Stars in their Courses J. Tavener: Two Hadiths Questo splendido disco propone in prima registrazione mondiale nove opere di autori contemporanei commissionate nel corso di un decennio dall’ensemble Canty. Le componenti di questa formazione riescono a far coesistere le opere di Sir John Tavener e di James MacMillan con suggestivi brani medievali, dando vita a quell’affascinante universo sonoro che ha garantito loro una notorietà a livello planetario. Definito dall’autorevole quotidiano londinese The Times «uno dei talenti musicali più creativi della sua generazione», Sir John Tavener scrisse Two Hadiths per Canty nel 2007. Quest’opera richiede all’arpa sonorità simili a quelle del sitar indiano per accompagnare con un tono dolcemente meditativo alcuni detti del profeta Maometto. Scritta per l’ensemble Canty nel 2008, Os mutorum di John MacMillan è un’opera al tempo stesso commovente ed espressiva. Per la sua O quam mirabilis Ivan Moody ha scelto come testo una poesia di Hildegard di Bingen. Michael McGlynn ha descritto la sua opera Lorica come una enfatizzazione della «purezza sonora dell’ensemble Canty, un’opera che vuole riallacciarsi a un’epoca musicale dalla vocalità morbida e trasparente, dai contorni piacevolmente fluidi». Columns - OTTOBRE 2010 AA.VV. FLÛTE DE PAN ET ORGUE Gheorghe Zamfir, flauto di Pan; Marcel Cellier, organo AN1001 (LP da 180 grammi) Si può immaginare un connubio strumentale più improbabile di quello composto da un grande organo e un flauto di Pan? Questo disco rappresenta il frutto di insospettabile bellezza dell’incontro tra l’organista svizzero Marcel Cellier e Gheorghe Zamfir, musicista folk romeno. Dopo un primo contatto avvenuto in Romania, nel 1969 i due musicisti si ritrovarono in Svizzera e iniziarono a suonare insieme. Il risultato fu così strepitoso che Cellier e Zamfir decisero di fissare su disco il loro concerto tenuto in Australia nel 1977, che ottenne numerosi riconoscimenti di grande prestigio, tra cui il Grand Prix Audiovisual de l’Europe assegnato dall’Académie Du Disque Français. Questo disco ci viene ora riproposto dalla AudioNautes Recording in 500 copie numerate su LP da 180 grammi con la rimasterizzazione half-speed del mitico Stan Ricker. Un’occasione assolutamente imperdibile sia per gli appassionati di rarità strumentali sia per gli audiofili più esigenti. BARENBOIM DIRIGE BORODIN, MUSSORGSKY E RIMSKY-KORSAKOV Chicago Symphony Orchestra, Daniel Barenboim, direttore CLDG2536379 (LP da 180 grammi) A. Borodin: Danze polovesiane M. Mussorgsky: Una notte sul Monte Calvo N. Rimsky-Korsakov: Ouverture La grande Pasqua russa; Capriccio espagnol La Clearaudio arricchisce il proprio prestigioso catalogo con una nuova gemma tratta dall’inesauribile forziere della Deutsche Grammophon, che vede assoluto protagonista Daniel Barenboim, uno dei direttori d’orchestra più carismatici del panorama concertistico internazionale. Alla testa di una Chicago Symphony Orchestra dalle sonorità semplicemente sontuose, il grande direttore di origine argentina propone una silloge dei principali caposaldi della letteratura russa del XIX secolo, spaziando dalla morbida sensualità delle Danze polovesiane di Alexander Borodin al demoniaco sabba di Una notte sul Monte Calvo di Modest Mussorgsky, per finire con due dei più grandi capolavori di Nikolai RimskyKorsakov, omaggio alla tradizione cristiana della sua patria il primo e rutilante cartolina del folklore iberico il secondo. Come sempre, i tecnici del suono dell’etichetta tedesca hanno rimasterizzato questo disco in maniera esemplare, permettendoci di apprezzare anche le più piccole nuances della Chicago Symphony Orchestra. AA.VV. TRUE AUDIOPHILE – THE BEST OF GROOVE NOTE VOL. 3 Artisti vari GRV1048-3 (SACD alto prezzo) Anthony Wilson: Hawkeyes; Theme from Chinatown Roy Gaines: That Ole Feelin’ Luqman Hamza: Never Let Me Go; Smoke Gets in Your Eyes Jacintha: Summertime; I’ll Never Smile Again; So Dance Samba Antonín Dvorák (1841-1904): Trio in fa minore per archi e pianoforte (Allegro grazioso; Jung Trio) Lauren White: Do You Remember Skye: Dream a Little Dream Dopo il grande successo ottenuto dai primi due dischi, la Groove Note presenta l’attesissimo terzo volume di True Audiophile – The Best of Groove Note, un imperdibile SACD che raccoglie alcune delle tracce più interessanti della celebre casa discografica americana. Il programma spazia dalle brillanti atmosfere boeme del Trio in fa minore di Antonín Dvorák eseguite dal giovane ma promettentissimo Jung Trio a tre celebri evergreen eseguiti da una Jacintha in forma smagliante, passando da Anthony Wilson, Roy Gaines, Luqman Hamza, Lauren White e Skye. Nel complesso si tratta dell’occasione ideale per scoprire il catalogo dell’etichetta americana e per apprezzarne la straordinaria qualità sonora, che vi darà l’impressione di essere seduti di fronte ai suoi grandi artisti. 23 Columns - OTTOBRE 2010 RAY CHARLES THE GENIUS SINGS BLUES Ray Charles MFSL1-337 (LP da 180 grammi) Early in the Mornin’; Hard Times (No One Knows Better Than I); The Midnight Hour; (Night Time Is) the Right Time; Feelin’ Sad; Ray’s Blues; I’m Movin’ On; I Believe to My Soul; Nobody Cares; Mr. Charles’ Blues; Some Day Baby; I Wonder Who Considerato uno dei titoli intramontabili del soul e del R&B, The Genius Sings the Blues di Ray Charles consente di apprezzare la profonda evoluzione attraversata nel corso del XX secolo dalla musica dei neri americani. Infatti, sotto le sapienti dita del pianista passato giustamente alla storia con il soprannome di Genius scorrono con ritmo travolgente le radici gospel, la grande tradizione jazz e gli elementi principali della grande tradizione musicale delle regioni meridionali degli Stati Uniti, a partire dall’affascinante Delta del Mississippi. Un disco assolutamente imperdibile, anche per la straordinaria qualità sonora garantita dalla rimasterizzazione realizzata dai tecnici della OMR. Questo titolo è disponibile anche su SACD (MUDSACD2049). DUKE ELLINGTON SUCH SWEET THUNDER Duke Ellington and his Orchestra PPANCL1033 (LP da 180 grammi) Such Sweet Thunder; Sonnet for Caesar; Sonnet To Hank Cinq; Lady Mac; Sonnet In Search Of A Moor; The Telecasters; Up And Down, Up And Down; Sonnet For Sister Kate; The Star-Crossed Lovers; Madness In Great Ones; Half The Fun; Circle Of Fourths 24 Questo disco rientra di diritto nel novero dei “progetti concettuali” meglio realizzati di Duke Ellington, comprendendo una serie di brani ispiratli alle opere di William Shakespeare e melodie di straordinaria bellezza che offrono a “Cat” Anderson, Johnny Hodges, Paul Gonsalves e Quentin Jackson la possibilità di sfoderare tutte le loro doti virtuosistiche. In particolare, i brani scritti da Ellington e da Billy Strayhorn consentono ai principali solisti dell’orchestra di mettere in evidenza il loro talento teatrale, facendoli recitare in scene tratte dalle opere del mitico Bardo; per esempio, in “Up and Down, Up and Down (I Will Lead Them Up and Down)” Clark Terry veste i panni di Puck, mentre in “Half the Fun”, tratto dall’Antonio e Cleopatra, Johnny Hodges sfodera una delle interpretazioni più sensuali di tutta la sua carriera. Registrazione effettuata negli Studios della 30th Street della Columbia, New York. Rimasterizzazione effettuata da Ray Staff presso l’Air Mastering di Lyndhurst Hall, Londra. LEE KONITZ E GERRY MULLIGAN PACIFIC JAZZ Lee Konitz, sax contralto; Gerry Mulligan, sax baritono; Chet Baker, tromba; Larry Bunker, batteria Carson Smith e Joe Mandragon, contrabbasso; PPANPJ38 (LP da 180 grammi) I Can’t Believe That You’re in Love With Me; Bradway; Almost Like Being in Love; Sextet; Oh, Lady Be Good; Bernie’s Tune; Oh, Lady Be Good (versione alternativa); Carinoso; Lover Man; I’ll Remember April; These Foolish Things; All the Things You Are D’accordo, si tratta di un album mono. Inoltre, nella maggior parte del programma il quartetto di Gerry Mulligan sembra limitarsi ad accompagnare Konitz. D’accordo, questo è tutto vero, ma non fatevi ingannare, perché questo album è una piccola gemma. Per convincersene basta guardare l’organico: Gerry Mulligan al sax baritono, Lee Konitz al sax contralto e Chet Baker alla tromba. Vi basta? Agli appassionati più incontentabili aggiungiamo che Pacific Jazz propone jazz di straordinaria spontaneità, che non lascerà indifferente nessuno. Ormai libero dall’ingombrante ombra di Stan Kenton, Lee Konitz esegue questi indimenticabili evergreen con una fantasia e un’esplosività assolutamente incontenibili. Inoltre, in molti brani è possibile ascoltare il sax baritono di Mulligan fare le fusa in sottofondo (ricordate? Si tratta di una registrazione mono!) e – di tanto in tanto – mettersi in primo piano per eseguire uno dei suoi straordinari assoli. Questi due giganti del jazz dialogano tra loro, si stimolano, si appoggiano l’uno all’altro e – in maniera estremamente garbata – si sfidano in bravura. Naturalmente, in alcuni brani si sentono p p p Columns - OTTOBRE 2010 le morbide sonorità della tromba di Chet Baker, che si aggiunge ai dialoghi dei due sax. Sebbene oggi non sia considerato come merita, Carson Smith era un contrabbassista di prim’ordine e con la preziosa collaborazione del batterista Larry Bunker realizza una solida base per le incontenibili fantasie swing di Baker, Mulligan e Konitz. Dopo questo disco i tre solisti si salutarono per prendere ciascuno la propria strada, una carriera lunga e ricca di soddisfazioni Konitz e Mulligan e un percorso molto più breve e tragico ma non per questo meno luminoso Baker. Questo album costituisce la testimonianza di un momento irripetibile e ascoltandolo oggi possiamo apprezzare l’arte sublime di questi grandi solisti che si dividono il palco, suonando ora l’uno per l’altro ora insieme e dimostrando una sincera ammirazione e un profondo apprezzamento per il talento e le idee degli altri. E allora, cosa importa se è un mono? (Tom Schusterbauer). Registrazione effettuata il 23 e il 30 gennaio e il 1° febbraio del 1953 ad Haig, Los Angeles. Ingegnere del suono e producer: Richard Bock. Rimasterizzazione effettuata da Steve Hoffman e Kevin Gray. ILLINOIS JACQUET SWING’S THE THING Illinois Jacquet SC-VER8023 (LP da 180 grammi) Las Vegas Blues; Harlem Nocturne; Can’t We Be Friends; Achtung; Have You Met Miss Jones?; Lullaby of the Leaves Quando un appassionato di jazz inizia a canticchiare “Flying Home” accade regolarmente che i suoi amici gli dicano: «Ehi, conosco questo brano: è “Flying Home” di Lionel Hampton, con un fantastico assolo di Illinois Jacquet!». Pochi brani sono legati in maniera così inestricabile al musicista che si esibisce in un passaggio solistico. Nato da padre sioux e da madre creola, Illinois Jacquet suonò per tutta la durata della sua carriera uno swing semplicemente fantastico. Oggi la sua fama è legata soprattutto alle stupefacenti improvvisazioni che sfoderò con l’orchestra di Count Basie e per le sue applauditissime apparizioni ai concerti Jazz at the Philharmonic. Dal momento che questo straordinario jazzista della Louisiana eseguì swing in tutte le sue esibizioni dal vivo, nessuno può stupirsi del fatto che Norman Granz abbia deciso di inserire questo termine nel titolo di questo disco, pubblicato nell’ottobre del 1956. Nei sei brani di questo splendido album, il pianista Jimmy Jones non si limitò a eseguire un semplice accompagnamento per un cantante, ma si accostò al sax tenore di Jacquet con accordi quanto mai incisivi. Il fatto che tutti i musicisti coinvolti in questo disco siano interpreti di ballate di altissimo livello appare evidente ascoltando “Harem Nocturne”, dove il suono del sax di Illinois Jacquet raggiunge una incredibile intensità. A questo brano fa da contraltare “Achtung”, il cui ritmo incalzante lascia gli ascoltatori letteralmente senza fiato. Il programma si chiude con una originalissima versione di “Have You Met Miss Jones?” e con il capolavoro per eccellenza dello swing, “Lullaby of the Leaves”. IGOR STRAVINSKY HISTOIRE DU SOLDAT Jean Cocteau, Peter Ustinov, Igor Markevitch, direttore SC-PH835181 (LP da 180 grammi) Le genesi di Histoire du Soldat – una delle opere più significative del secolo appena trascorso – è strettamente legata alle vicende belliche della prima guerra mondiale. La chiusura dei teatri decretata nel 1918, ultimo anno del conflitto, spinse Stravinsky e lo scrittore svizzero Charles Ferdinand Ramuz a scrivere un’opera che potesse rivelarsi efficace anche senza una sala di grandi dimensioni o un pubblico particolarmente numeroso. Da questa decisione ebbe origine Histoire du Soldat, un’opera teatrale pensata per un organico ridotto all’osso, comprendente un narratore, due attori, un ballerino e sette musicisti. L’estrema limitatezza dell’organico si rispecchia nella stringata realizzazione scenica, con le scene e le sezioni musicali legate strettamente tra loro in una maniera che ricorda una suite. Come aveva già fatto nei balletti scritti in precedenza, Stravinsky scrisse una musica piena di energia, che non si limita a presentare diversi ritmi di marcia, ma attinge largamente anche ai generi del tango, del valzer e del ragtime. Anche la parte recitata è piena di energia e di vitalità ritmica, caratteristiche enfatizzate al massimo dalle eclettiche voci di Jean Cocteau nel ruolo del Narratore e di Peter Ustinov in quella del Diavolo. Da parte sua, Igor Markevitch dirige con slancio e molto buon gusto gli eccellenti musicisti della sua piccola orchestra, tra i quali si mette in particolare evidenza un giovane trombettista di nome Maurice André, all’inizio della sua straordinaria carriera. Una vera e propria pietra miliare della discografia di tutti i tempi, restituita dalla Speakers Corner con una trasparenza sonora e una fedeltà in grado di lasciare a bocca aperta anche gli appassionati più esigenti. Registrazione effettuata nell’ottobre del 1962 nel Teatro di Vevey, in Svizzera, da Vittorio Negri. Producer: Hans Lauteslager. 25 BACH OPERE PER ORGANO C. Herrick,organo della Stadtkirche Zofingen, Svizzera CDA30004 BRAHMS SONATE PER VIOLONCELLO E PIANOFORTE P er festeggiare il suo trentesimo compleanno la Hyperion ha deciso di offrire al suo affezionato trenta titoli tratti dal suo catalogo comprendente oltre 1700 titoli a un prezzo particolarmente conveniente. In questa lista compaiono alcuni dei dischi più emblematici dell’etichetta inglese – primo tra tutti il mitico A feather on the breath of God di Hildegard von Bingen interpretato da Emma Kirkby – alcuni dei dischi salutati con maggiore entusiasmo dalla stampa specializzata di tutto il mondo (in questo caso il pensiero corre immediatamente ai concerti per pianoforte e orchestra di Camille Saint-Saëns eseguiti da Stephen Hough, vincitori di numerosi riconoscimenti di grande prestigio tra cui il Diapason d’Or e considerati da Gramophone il disco migliore degli ultimi trent’anni) e tutti gli artisti che hanno segnato la storia della Hyperion, da Angela Hewitt a Marc-André Hamelin, da Stephen Hough a Steven Isserlis, da Christopher Herrick a Matthew Best, da Stephen Layton a Robert King, da Ian Bostridge a Matthias Goerne e dal Leopold String Trio al Takács Quartet. Non abbiamo dubbi: dopo aver ascoltato qualcuno di questi dischi (e perché non tutti?) diventerete anche voi convinti fan di quella che è stata giustamente definita la Rolls Royce delle etichette indipendenti inglesi. 30 titoli dal più prestigioso catalogo indipendente a 12,90 € a CD (prezzo al pubblico consigliato) 26 S. Isserlis, violoncello S. Hough, pianoforte CDA30005 CHOPIN OPERE PER PIANOFORTE Marc-André Hamelin, pianoforte CDA30006 FAURÉ QUARTETTI PER ARCHI E PIANOFORTE Domus CDA30007 FAURÉ REQUIEM E ALTRE OPERE SACRE Corydon Singers English Chamber Orchestra M. Best, direttore CDA30008 VON BINGEN A FEATHER ON THE BREATH OF GOD E. Kirkby, soprano; Gothic Voices C. Page, direttore CDA30009 BACH MOZART SUITES PER VIOLONCELLO SOLO OPERE PER CLARINETTO Steven Isserlis, violoncello CDA30001/2 (2 CD) T. King, clarinetto English Chamber Orchestra J. Tate, direttore CDA30010 BACH MOZART VARIAZIONI GOLDBERG QUARTETTI PER ARCHI E PIANOFORTE Angela Hewitt, pianoforte CDA30002 P. Lewis, pianoforte Leopold String Trio CDA30011 (CD medio prezzo) BACH MOZART CONCERTI PER PIANOFORTE E ORCHESTRA OPERE SACRE Angela Hewitt, pianoforte Australian Chamber Orchestra, R. Tognetti, direttore CDA30003 C. Sampson, soprano The King’s Consort, R. King, direttore CDA30012 PÄRT SCHUMANN TRIODION E ALTRE OPERE CORALI TRII PER ARCHI E PIANOFORTE Polyphony, Stephen Layton, direttore CDA30013 The Florestan Trio CDA30022 RACHMANINOV SHOSTAKOVICH - SHCHEDRIN INTEGRALE DEI CONCERTI PER PIANOFORTE E ORCHESTRA CONCERTI PER PIANOFORTE E ORCHESTRA S. Hough, pianoforte Dallas Symphony Orchestra, A. Litton, direttore CDA30014/2 (2 CD) Marc-André Hamelin, pianoforte BBC Scottish Symphony Orchestra, Andrew Litton, direttore CDA30023 RACHMANINOV TALLIS PRELUDI PER PIANOFORTE SPEM IN ALIUM E ALTRE OPERE SACRE Steven Osborne, pianoforte CDA30015 Winchester Cathedral Choir David Hill, direttore CDA30024 RACHMANINOV VAUGHAN WILLIAMS VESPRI SERENADE TO MUSIC E ALTRE OPERE Corydon Singers, Matthew Best, direttore CDA30016 Corydon Singers English Chamber Orchestra M. Best, direttore CDA30025 RUTTER DE VICTORIA REQUIEM E ALTRE OPERE CORALI REQUIEM Polyphony, Bournemouth Sinfonietta S. Layton, direttore CDA30017 Westminster Cathedral Choir David Hill, direttore CDA30026 SAINT-SAËNS VIVALDI CONCERTI PER PIANOFORTE E ORCHESTRA N. 2, 4 E 5 CONCERTI PER LIUTO E MANDOLINO Stephen Hough, pianoforte City of Birmingham Symphony Orchestra S. Oramo, direttore CDA30018 SCHUBERT QUARTETTI PER ARCHI N. Paul O’Dette, liuto e mandolino The Parley of Instruments CDA30027 WHITACRE 13 E 14 Takács Quartet CDA30019 CLOUDBURST E ALTRE OPERE CORALI Polyphony, Stephen Layton, direttore CDA30028 SCHUBERT AA.VV. DIE SCHÖNE MÜLLERIN TRII FRANCESI PER ARCHI E PIANOFORTE I. Bostridge, tenore; G. Johnson, pianoforte D. Fischer-Dieskau, voce recitante CDA30020 The Florestan Trio CDA30029 SCHUBERT AA.VV. WINTERREISE SINFONIE DAL NUOVO MONDO M. Goerne, baritono G. Johnson, pianoforte CDA30021 Ex Cathedra, J. Skidmore, direttore CDA30030 27 Columns C ol - OTTOBRE 2010 28 Sound and Music Columns - OTTOBRE 2010