I Focus di Biografilm 2012 Anche quest`anno Biografilm racconta

I Focus di Biografilm 2012
Anche quest’anno Biografilm racconta attraverso i Focus la vita di quattro
personaggi che meritano di essere narrati e riscoperti: vite molto diverse
fra loro, ma tutte affascinanti, che hanno segnato il mondo della cultura e
del costume.
Partiremo dal trasgressivo e rivoluzionario Mario Mieli (venerdì 8 giugno),
primo leader del movimento omosessuale italiano, animatore degli anni
della contestazione e della liberazione sessuale, per arrivare ai “paesaggi
immaginari” di John Cage (domenica 10 giugno), compositore e
musicista, protagonista dell'avanguardia artistica e musicale del Novecento.
Restiamo negli USA, più precisamente negli anni ’50, dove il giovane Ken
Kesey (venerdì 15 giugno) lavorando a contatto con i pazienti etichettati
come folli, scoprì che dietro alla malattia menta le si nasconde un mondo
fatto di sfumature e poesia: l’esperienza diventò un libro e poi un film cult,
Qualcuno volò sul nido del cuculo. Negli anni ’60, Kesey partì per un mitico
viaggio on the road a bordo di un bus colorato sulle strade d’America, che
segnò l’inizio di un’avventura, in bilico tra le urla della Beat Generation
degli anni '50 e gli hippies degli anni '60”.
Con il focus Kurt Cobain (domenica 17 giugno), ci spostiamo a Seattle,
dove è partita la rivoluzione grunge: frontman dei Nirvana, Cobain è stato
l’ultimo personaggio tragicamente romantico della storia del rock. La sua
fragilità e la sua morte prematura hanno segnato la fine di un mondo,
quello in cui contava solo il talento musicale e non il gossip e il marketing.
Mario Mieli
Mario Mieli è stata una figura unica nel panorama della politica LGBT italiana. Nato
il 21 maggio 1952 in una ricca famiglia ebraica lombarda, è un tipico esponente di
quegli anni ideologici, provocatori, corporei, che sono stati gli anni della
contestazione al sistema e della liberazione sessuale, fioriti col Sessantotto e
arrivati all’apice con il Settantasette. Il 5 aprile 1972 è a Sanremo alla prima
manifestazione del FUORI (Fronte Unitario Omosessuali Rivoluzionari Italiani),
fondato pochi mesi prima dal libraio Angelo Pezzana. Si presentò con un foulard in
testa, “come usavano le lavandaie di una volta”, ricorda Pezzana, e arrivò
direttamente da Londra, dove già militava nel “Gay Liberation Front”. Nel 1974
fonda il COM (Comitato Omosessuali Milanesi), una scissione “a sinistra” del
movimento. L’intensa esperienza del COM si traduce nel 1976 nello spettacolo
teatrale “La Traviata Norma ovvero: vaffanculo… ebbene sì!”. Ma il vero “coup de
theatre” di Mario Mieli avviene nell’aprile 1977, quando un editore prestigioso
come Einaudi pubblica la sua tesi di laurea in filosofia morale con il titolo Elementi
di critica omosessuale. E’ il più brillante lavoro teorico nell’area della politica gay
italiana, come afferma Gianni Rossi Barilli, giornalista e storico del movimento gay
italiano. Mario Mieli diventa suo malgrado “personaggio”, apparendo pure in TV.
Ma le sue teorizzazioni, che fondano marxismo e psicanalisi, teatralità e rigore
teorico, azione e gusto della parola, non vengono seguite dal movimento gay,
orientato all’integrazione con la società civile e alla “mercificazione”. Il 12 marzo
1983, nella sua casa a Milano, si toglie la vita. L’opera di Mario Mieli è tuttora un
invito al superamento delle diversità, e delle intolleranze che ne conseguono, tra
gli individui.
L'omaggio a Mario Mieli è un incontro appassionato e irriverente tra amici e
studiosi, con dimenticati video in bianco e nero e ricordi vivissimi e colorati:
saranno presenti Angelo Pezzana, fondatore del Fuori - primo movimento
di liberazione omosessuale in Italia; Gianni Rossi Barilli, direttore di
Pride e dell'edizione critica di Elementi, e Ivan Cattaneo artista poliedrico,
cantautore, pittore e amico di Mieli.
A moderare l’incontro, il curatore del Focus Enrico Salvatori.
Sala Mastroianni, venerdì 8 giugno, ore 16.30.
John Cage (1912-1992) Paesaggi Immaginari
La natura dell’opera e del pensiero di John Cage stimola interventi e riflessioni
provenienti da una molteplicità di soggetti, dall’arte al teatro, dalla scienza alla
politica all’economia. Non-esclusività, pluralità di centri, strutturazione anti
gerarchica, costruzione di futuri alternativi, sperimentazione sociale, modifica di sé.
Sono questi i nodi del suo pensiero, questioni che a venti anni dalla sua morte non
hanno perso significato, ma continuano a rimbalzare in ogni indagine sul presente,
sulla condizione umana, sul nostro futuro.
“La cosa decisiva che penso influenzi il mio modo di agire più di ogni altra cosa è
l’interesse sociale, e così cerco di non scrivere un pezzo a meno che non abbia una
sua utilità in quanto esempio di una società.” (JC)
Spesso per il pubblico la sua opera ha rappresentato una sfida alla comprensione,
ed è stata spesso considerata erroneamente come il gesto di un provocatore. Il
nostro scopo è offrire attraverso i film e non solo una panoramica più vasta
possibile del suo lavoro. La musica, naturalmente, ma anche il pensiero anarchico,
il caos, Buckminster Fuller, gli scacchi, la pittura, i funghi, l’organizzazione sociale,
la cucina, Marcel Duchamp, la morte, il tempo, il buddhismo zen, la danza, la
poesia, il caso (e la necessità), Ananda K. Coomaraswamy, il silenzio, James Joyce,
Merce Cunningham, l’indeterminazione, l’I Ching, l’happening, la musica
sperimentale, i calcolatori, la matematica, l’etica, Marshall McLuhan, la pedagogia.
Quattro proiezioni e un happening musicale che coinvolge tutta la città:
così Biografilm rende omaggio a John Cage.
Si parte alle 14.30, domenica 10 giugno, in Sala Mastroianni con
Cage/Cunningham di Elliot Caplan: con 50 anni di collaborazione tra
Cage e il coreografo Merce Cunningham. Nel tracciare la storia di un
rapporto così fertile e duraturo Caplan esplora le relazioni artistiche e
concettuali che i due artisti hanno avuto con un gran numero di importanti
figure del mondo della danza, della pittura, della letteratura e della musica.
A seguire, il film The Revenge of the Dead Indians: In Memoriam
John Cage di Henninger Lohner. Il regista che ha lavorato con Cage nei
suoi ultimi anni, ne ripercorre la straordinaria carriera con filmati e
interviste a musicisti, artisti e intellettuali fra cui Frank Zappa, Giorgio
Strehler, Yoko Ono, Dennis Hopper e molti altri.
Con 9 Evenings: Variations VII by John Cage, diretto da John Cage,
entriamo nel vivo della sua arte: Variation VII fa parte di una serie di opere
indeterminate che Cage iniziò nel 1958 con un impiego sempre crescente
di apparecchiature elettroniche. La proiezione è prevista per lunedì 11
giugno alle ore 18.00 in Sala Mastroianni. A seguire, John Cage: From
Zero di Frank Scheffer e Andrew Culver. Documentario sull’opera di Cage,
raccontata attraverso alcune delle sue più innovative performance, fra le
quali un’esecuzione di Fourteen e una rielaborazione audio-video di
un’intervista realizzata secondo modalità ispirate alla sua opera.
Musicircus è la performance con cui Biografilm omaggia il centenario
della nascita di John Cage: un evento unico che ripropone in pieno
l'approccio musicale dell'artista. Se “tutto quel che suona è musica”, ogni
persona è musicista: con questo spirito, chiunque suoni – o non suoni –
uno strumento, è invitato a partecipare al Musicircus.
Il Focus John Cage è curato da Marco Dal Pane ed è parte del progetto
Cento Cage del Comune di Bologna. Alla realizzazione del Focus hanno
collaborato anche MUSMA - Museo della Scultura Contemporanea Matera e
Gender Bender - International & Contemporary Issues on Gender.
Ken Kesey
Negli anni '50 un giovane Ken Kesey si ritrovava a lavorare presso l'ospedale
militare Menlo Park. Conosce e parla con una lunga serie di pazienti, etichettati
come folli. Kesey comprende come quel puntare il dito sulla follia, reprimendola,
fosse in realtà la punta di un iceberg, fatto di identità ricche di sfumature e poesia.
Identità recluse dalla società, polvere da nascondere in fretta sotto il tappeto,
lontano dagli occhi. L'esperienza lo segna a tal punto da diventare desiderio di
raccontare un altro mondo, in un libro diventato poi cult e film, Qualcuno Volò Sul
Nido del Cuculo. L'ascesa di Kesey diventa tutt'uno con la tradizione Beat
Generation, che si mescola e si perde tra i fiumi dell'alcool, venature lisergiche e
voglia di rivelare il lato nascosto e represso della società americana. Kesey
attraversò gli Stati Uniti a bordo di un bus colorato, insieme ai Grateful Dead e
Neal Cassidy, quel Cassidy amico e compagno di avventure di Jack Kerouac in On
The Road. Quel viaggio è diventato storia, come racconta il premio Oscar Alex
Gibney in Magic Trip, e ha ispirato tra i tanti anche Woody Harrelson che in Go
Further compie il suo percorso attraverso la California per raccontare uno stile di
vita più sano ed eticamente consapevole dell'impatto sull'ambiente.
Nel 1964, alla fine di quel mitico viaggio, Kesey arrivò a New York, dove incontrò
Jack Kerouac. È l'inizio di un'amicizia e di un lungo percorso, da lui stesso definito
in perenne bilico tra le urla della Beat Generation degli anni '50 e gli hippies degli
anni '60.
L’omaggio a Kesey parte alle 15.45 in Sala Mastroianni venerdì 15 giugno:
in Go Further di Ron Mann, Woody Harrelson, attore e attivista,
ispirandosi al mitico viaggio di Ken Kesey del 1964, parte a bordo di un bus
colorato e di una bicicletta in un tour degli States molto particolare, che ci
porta alla scoperta di uno stile di vita sano e consapevole. A seguire, Love
Always, Carolyn di Malin Korkeasalo e Maria Ramström: in questo
toccante documentario, entriamo nel cuore della Beat Generation
ripercorrendo la vita di Carolyn Cassidy, moglie dell’icona beat Neal
Cassady e poi musa e amante di Jack Kerouac.
Anche The Substance - Albert Hofmann’s LSD – alle 19.30 in Sala
Mastroianni - parla di viaggi, ma questa volta non on the road: il film
racconta l'invenzione dell’ LSD attraverso un’appassionante intervista al suo
creatore, lo scienziato Albert Hoffmann.
Un terzo viaggio, quello vissuto in prima persona da Kesey e a cui Go
Further si ispira, è protagonista di Magic Trip, diretto da Alex Gibney e
Alison Ellwood, alle 22.15 sempre in Sala Mastroianni. Nel 1964 Kesey
attraversa il cuore degli States insieme a “The Merry Band of Pranksters”,
Grateful Dead e Neal Cassady e documenta il tutto su pellicola 16 mm,
perduta e ora finalmente recuperata in questo straordinario documentario.
Il Focus Ken Kesey è curato dalla direzione artistica di Biografilm Festival.
Kurt Cobain: in Utero
Il 5 aprile del 1994, a soli 27 anni, Kurt Cobain si toglie la vita con un colpo di
fucile alla testa nella sua casa di Seattle. Il suo corpo senza vita viene ritrovato
solo tre giorni dopo e da quel momento il cantante entra ufficialmente a far parte
dell’Olimpo del Rock. Frontman dei Nirvana, una delle band più innovative della
scena grunge, Cobain è stato l’ultimo personaggio tragicamente romantico della
storia del rock. Dotato di uno straordinario talento musicale, il giovane Kurt non
riesce ad affrontare il successo che gli arriva addosso tutto insieme. Troppo forti le
luci dei riflettori per un ragazzo che voleva solo scrivere la sua musica e avere una
vita normale. Difficile riuscirci con una moglie ingombrante e dei compagni di
viaggio ben felici di diventare ricchi. Kurt Cobain è una figura di passaggio
fondamentale nella storia della musica, perché ha segnato la fine di molti mondi.
La sua morte è di fatto la fine del grunge, ma soprattutto la chiusura di un’epoca
in cui erano ancora le note a essere importanti e non il marketing e il gossip. In
Utero è il titolo del nostro focus, ma anche dell’ultimo disco dei Nirvana, ed
entrambi vogliono raccontare il desiderio di Kurt di tornare alle origini della sua
arte. Ci proveremo noi per lui, diciotto anni dopo la sua morte, riascoltando le sue
canzoni, le sue parole, raccontandolo per immagini e incontrando persone che lo
hanno conosciuto nei diversi momenti della sua vita, un’esistenza che ha sempre
profumato di adolescenza e il cui tragico finale ha lasciato anche strascichi
misteriosi su cui cercheremo di fare luce.
L’omaggio a Cobain, domenica 17 giugno, inizia alle 18.00 con la
proiezione di Kurt Cobain: About a Son di AJ Schnack. Il film traccia un
ritratto intimo del cantante, che si racconta in prima persona al giornalista
Michael Azerrad, ricordando i luoghi della sua infanzia e suoi momenti
felici. Il film è uno straordinario documento per ricordare la figura di
Cobain, al di là di ogni mitizzazione. A seguire, Last Days di Gus Van Sant.
Dopo la Palma D’oro per Elephant, Gus Van Sant ci regala un altro
capolavoro. Il film coglie l’essenza del dolore di Cobain nei suoi ultimi giorni
di vita e la porta sullo schermo con straziante realismo.
Il Focus Kurt Cobain è curato da Alessandro De Simone in collaborazione
con John Vignola.