Firenze celebra John Cage

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Firenze celebra John Cage
Firenze, Stazione Leopolda, 75° Maggio Musicale Fiorentino e 19° Fabbrica Europa Festival
FOUR. A NIGHT WITH JOHN CAGE
I. Cage & Duchamp.
Pianoforte Antoine Alerini
John Cage: 4’33” (1952), per qualsiasi strumento o combinazione di strumenti; Water Music
(1952), per un pianista; Suite for Toy Piano (1948), per pianoforte giocattolo; Music for Marcel
Duchamp (1947), per pianoforte preparato.
II. Cage & Voices.
Voce Monica Benvenuti
L’Homme Armè Monica Benvenuti, Mya Fracassini, Giovanni Biswas, Matteo Bellotto
Tempo Reale Electroacoustic Ensemble Francesco Canavese, Riccardo Castagnola, Luigi
Mastandrea, Damiano Meacci
Direzione Fabio Lombardo
Live electronics Francesco Casciaro
John Cage: Four² (1990), per coro misto; Aria con Fontana Mix (1958), per voce ed elettronica;
Four Solos for Voice (1989), per quartetto vocale ed elettronica; Living Room Music (1940), per
quartetto vocale e quartetto elettronico.
III. Cage & Nam June Paik.
Clarinetto Carlo Failli; Violino Duccio Ceccanti; Violoncello Vittorio Ceccanti; Pianoforte
Sergio De Simone.
Contemporartensemble: Arcadio Baracchi, Carlo Failli, Duccio Ceccanti, Edoardo Rosadini,
Vittorio Ceccanti, Sergio De Simone, Michele Busdraghi.
Direttore Mauro Ceccanti
Curatore delle opere audiovisive Marco Maria Gazzano
John Cage: Sonata for Clarinet (1933), per clarinetto; Five (1988), per cinque strumenti; Solo for
Cello (1957-1958), per violoncello; Six Melodies for Violin and Keyboard (1950), per violino e
pianoforte; Seven (1988), per flauto, clarinetto in Si b, percussioni, pianoforte, violino, viola e
violoncello.
Videoritratti di John Cage tratti dalle videografie di Nam June Paik. A Tribute to John Cage
(1973-1976), Global Grove (1973), Merce by Merce by Paik (1975-1976), Good Morning, Mr.
Orwell (1984), Spring Fall (1986), Proxima. Count Down (1992).
IV. Cage & Numbers.
Percussioni Jonathan Faralli; Live electronics Francesco Giomi
John Cage: 27’10.554’’ (1956), per un percussionista con elettronica; Variation IV (1963), per
due esecutori; 4’33’’ (1952), per qualsiasi strumento o combinazione di strumenti. Produzione:
Contemporartensemble, Fondazione Fabbrica Europa, L’Homme Armè, Teatro del Maggio
Musicale Fiorentino, Tempo Reale.
Coordinamento artistico-progettuale Francesco Giomi
Regia del suono a cura di Tempo Reale
Le versioni di 4’33’’ sono realizzate con il concorso delle maestranze del Fabbrica Europa
Festival
Firenze, 13 maggio 2012
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Più che un compositore musicale uno sperimentatore dei suoni, un saggista, un filosofo.
John Cage, una delle figure cardini del panorama musicale del XX secolo, quest’anno avrebbe
compiuto un secolo di vita. È dal 1992, anno della presenza di Cage a Firenze poco prima della
sua morte, che in città non si organizzava un grande evento dedicato alla sua figura. A rompere
il ventennale silenzio sono il Festival internazionale della scena contemporanea Fabbrica
Europa e il Maggio Musicale Fiorentino che anche quest’anno, con la new entry di
Contemporartensemble, tornano ad unirsi insieme a L’Homme Armé e a Tempo Reale per
offrire al pubblico una nuova occasione performativa. Quattro gli spazi della Stazione
Leopolda, convertita in fucina delle arti (Navata 1, Navata 2, Sala Archi e Alcatraz Spazio
performance), impiegati per quattro dosi da tre quarti d’ora ciascuno di un evento di cui
Francesco Giomi è coordinamento artistico-progettuale.
Il preambolo della serata inizia nel tardo pomeriggio presso il piazzale esterno del
complesso lorenese con il reading “Cage, the afternoon” curato dall’Associazione Culturale
Fosca dove una maratona di letture di testi del compositore si confondono con i suoni della città
eminentemente provenienti dai viali di circonvallazione. Entrati nell’ex stazione il pubblico è
accolto da una serie di installazioni quali “Les souliers” creata nel 2009 da Arno Fabre e “80
prepared dc-motors, cotton balls, cardboard boxes” dello svizzero Zimoun.
I. Cage & Duchamp.
Il La alla maratona è segnato dal gioco, dall’umorismo, dall’arte-non arte del Dadaismo
che in musica si traduce nella musica-non musica di quell’archetipico 4’33’’ del compositore
statunitense. “Ora non ho più bisogno di un pianoforte: ho la Sixth Avenue con tutti i suoi
suoni”: è il rumore dei passi del pubblico che ancora prende posto, della sirena di un
macchinario, del coperchio della tastiera del pianoforte che viene chiuso e riaperto a scandire i
tre momenti di un brano che ha fatto scuola e col quale Cage ha dimostrato meglio di chiunque
altro dell’assoluta impossibilità del silenzio e dove uno spartito bianco sul leggio non ha niente
di più provocatorio se non la “Fontana” di Duchamp. Stravolto il concetto stesso di musica che
in occidente si è venuto a creare nel corso dei secoli, in virtù del ludico dadaista lo spartito
diventa un insieme di annotazioni su fogli attaccati su una lavagna dove sono segnati accordi e
azioni le cui dimensioni grafiche sono proporzionali alla durata esecutiva. Una radio, contenitori
d’acqua, carte da gioco, fischietti e una tastiera sono gli strumenti dell’orchestra della
musikperformance Water Music con la quale il giovane e promettente pianista Antoine Alerini
si cimenta. Ancora il gioco e la sperimentazione è al centro con i cinque movimenti della Suite
for Toy Piano eseguiti facendo rigorosamente fede alle indicazioni dettate da Cage quale è
quella dell’uso di un pianoforte giocattolo col quale il pianista offre il saggio. La conclusione è
segnata dalla Music for Marcel Duchamp in cui a cavallo delle corde sono inserite striscioline di
feltro e di gomma e una vite con l’effetto di un suono in sordina, attutito per via della riduzione
del materiale armonico e timbrico.
II. Cage & Voices.
Protagonisti del secondo capitolo dell’evento sono il gruppo vocale L’Homme Armè e Tempo
Reale Electroacoustic Ensemble entrambi impegnati nei quattro pezzi segnati in cartellone di
cui primo è Four² in cui i performers, divisi per gruppi, seguendo le istruzioni contenute in un
foglio, si alternano in momenti vocali dalla durata stabilita dall’oggettiva discrezione di ognuno
di essi. Monica Benvenuti presta la sua voce per Aria (con Fontana Mix) seguendo una
partitura di 20 pagine per 30’’ di musica ognuna la cui notazione consiste in linee ondulate e i
cui colori indicano differenti stili di canto; l’Aria prevede l’emissione di singole vocali, consonanti
e parole inglesi, russe, italiane, francesi e armene e l’uso del suono di oggetti comuni come
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bicchieri di plastica e bottiglie mentre in sottofondo è il nastro magnetico della Fontana Mix a
garantirne le “veci del ripieno orchestrale”. Per Four solo for Voice Monica Benvenuti, Mya
Fracassini, Giovanni Biswas e Matteo Bellotto eseguono i quattro pezzi di Solo 93 per
soprano, Solo 94 per mezzosoprano, Solo 95 per tenore e Solo 96 per basso in un sistema di
ripetizioni melodiche con vari livelli di sovrapposizione attingendo alla tecnica del tema e
variazione.
La celebre Living Room Music rivela quanto il dominio del suono si espanda dalla musica
propriamente detta alla vastità del mondo comune. Eseguita in questa occasione da otto
performer anziché i quattro previsti dall’autore, ai suoni degli oggetti quali sedie e giornali
provocati dai primi quattro performers, si affiancano le voci con le quali si alternano i restanti
quattro.
John Cage. Aria con Fontana Mix. 1958.
III. Cage & Nam June Paik.
Il momento che desta maggior interesse è la terza parte che vede protagonista la
formazione fiorentina del Contemporartensemble, ospite abituale delle ultime edizioni del
Festival del Maggio. Nel corso delle esecuzioni a loro affidate vengono proiettati i videoritratti di
John Cage tratti dalle monografie di Nam June Paik “A tribute to John Cage” (1973-1976),
“Global Groove” (1973), “Merce by Merce by Paik” (1975-1976), “Good Morning, Mr. Orwell”
(1984), “Spring Fall” (1988) e “Proxima, Count Down” (1992). Primo pezzo è la Sonata for
Clarinet eseguita da Carlo Failli. In tre movimenti, l’agile esecuzione permette il fruire di un
brano di brevi motivi ripetuti e variati, ma dal complesso ritmo ove si intravede un riflesso di
serialismo.
Five è composta da cinque parti singole aventi cinque righi con un massimo di tre note
cadauna nonché cinque parentesi temporali contenente fino a tre suoni. Solo for Cello permette
a Vittorio Ceccanti di esibirsi nel brano estratto dal Concerto per piano e orchestra del
1957-’58. L’esecutore sceglie una lettura dall’ampio respiro per una composizione in cui la
partitura prevede note di tre grandezze per durata, ampiezza o entrambe e la relatività del
tempo nei confronti dello spazio. Per i soli toni di Six melodies for violin and keyboard le
sequenze di numeri fissi di sonorità delle “gamuts” (gamma di suoni) rispondo a una struttura
che in ogni pezzo è definita dalla stessa sequenza ritmica: 3½, 3½, 4, 4, 3, 4. Il violinista
Duccio Ceccanti evita sapientemente un vibrato procedendo con un suono delicato il cui
archetto sfiora le corde dello strumento così come voluto da Cage stesso accompagnando
Sergio De Simone al pianoforte. Seven vede protagonista tutta l’ensemble diretta da Mauro
Ceccanti. Sono loro a dar vita alle venti parentesi temporali tutte uguali per ogni esecutore,
tranne una che per ognuno di essi è differente oltre al numero di suoni ivi contenuti sono
differenti oltre ad affidati al libero arbitro esecutivo.
IV. Cage & Numbers.
Conclude la lunga serata il duo Jonathan Faralli alle percussioni e Francesco Giomi al
live electronics. Il 27’10.554’’ prevede una partitura le cui percussioni sono divise nei quattro
gruppi di metallo, legno, pelle e altri (fischietti, radio, azioni sonore). Lasciando al performer la
scelta degli strumenti, Jonathan Faralli crea una sinfonia di suoni del mondo reale variegata e
travolgente amplianti dal live electronics di Francesco Giomi a cui sono inseriti silenzi estrapolati
dalla quotidianità in quanto facenti anch’essi parte della sinfonia del mondo. Variation IV ha
una partitura di stampo aleatorio composta da sette punti e due cerchi da essere utilizzati
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insieme a una mappa del luogo della performance. I due performer investigano attività altre oltre
la musica: in questo modo il compulsivo sintonizzare e spegnere una radio o una tv, il ticchettio
di un orologio, il fragore dei petardi entrano di pari grado a far parte dell’unico grande equilibrio
sinfonico dell’Harmonia Mundi.
Infine torna 4’33’’ a compimento di un senso ciclico del grande evento. Col tempo scandito dal
cronometro digitale di uno smartphone, i ruoli performativi si invertono così che è il compositore
a tacere ed è tutto il resto che lo circonda a suonare dei suoni del mondo, dai colpi di tosse del
pubblico alla sirena dell’ambulanza sulla strada: la Stazione Leopolda si anima di effetti sonori
e rumori che dialogano con il silenzio che Cage ha dimostrato non esistere nella sua accezione
assoluta facendo rivivere i suoni della scienza che in questi spazi, il 12 giugno 1848, con la
partenza del primo treno alla volta di Pisa, decollava anche nel Granducato di Toscana verso gli
albori del XX secolo.
Con un pubblico numeroso ben oltre il previsto e molto partecipe Fabbrica Europa Festival si
conclude qui con il pieno spirito che ne ha segnato la sua fondazione nel 1994. Il Maggio
Musicale Fiorentino prosegue fino al prossimo 10 giugno.
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John Cage. 4’33’’. 1952.
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