ESTIVAL JAZZ 2011 MENDRISIO, Piazzale alla Valle

ESTIVAL JAZZ LUGANO
Via Cantonale 74 | 6992 Vernate, Switzerland
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ESTIVAL JAZZ 2011
MENDRISIO, Piazzale alla Valle
VENERDI’, 24 GIUGNO
OMAR SOSA AFRI-LECTRIC QUINTET
Omar Sosa,p, keys
Marque Gilmore, dr, Childo Tomas, b, Peter Apfelbaum, s,Joo Kraus, tp
omarsosa.com
Omar Sosa è unanimemente considerato fra i più versatili artisti della scena jazz
contemporanea. Compositore, arrangiatore, pianista, percussionista e bandleader, Omar fonde
nel suo stile la World Music fatta di elementi elettronici con i suoni delle sue origini afro-cubane
creando una sonorità urbana fresca e originale. Il tutto con un cuore Latin Jazz. Sulla scena la
sua figura carismatica affascina il pubblico trascinando i suoi musicisti in esecuzioni dinamiche
accanto a improvvisazioni cariche di energia emozionale, di spontaneità e anche di humour. Da
sempre, Omar Sosa coltiva l‟amore per le sue radici, nato a Camagüey (1965), educato nella
più schietta tradizione Yoruba, Omar ha iniziato a suonare le percussioni a quattro anni per poi
scegliere quello che oggi è il suo strumento preferito: il pianoforte. Maestri come Ruben
Gonzales, Paquito D‟Rivera, il gruppo degli Irakere, Eddie Palmieri, Thelonious Monk e Bud
Powell costituiscono le correnti principali del suo pensiero musicale. Attraverso le sue
composizioni, frutto di un “metissage” incredibile, riesce a sviluppare una sensibilità ritmica
eccezionale con un approccio armonico davvero originale.
OUMOU SANGARE’
Oumou Sangaré, voc
Sekou Bah,b, Mamadou Diakite,g, Brehima Diakite, Kamele N'Goni, Aliou Dante,dr, Cheic
Oumar Diabate, djembe, Amadou Traore, flute, Dandio Sidibe & Awa Berthe, b.voc
worldcircuit.co.uk/#Oumou_Sangare
In prima fila nella battaglia per la liberazione della donna in Africa e come ambasciatrice nel
mondo della FAO, Oumou Sangaré è una delle più amate cantanti del Mali. Possiede la
capacità di elevare la musica tradizionale al Pop sottile e ricco di sfumature dell‟epoca
contemporanea affrontando tematiche sociali profonde, soprattutto quelle legate al ruolo delle
donne in Africa. È la celebrità femminile di maggior spicco della musica Wassoulou, un
connubio tra l‟antica tradizione dei rituali di caccia e i canti sulla devozione, la preghiera e il
raccolto, fatta di melodie costruite su una scala di cinque note. Forza vitale dell‟Afro-pop a
partire degli anni ‟90, l‟artista ha contribuito alla realizzazione della colonna sonora
dell‟adattamento cinematografico (1998) del libro Amatissima della scrittrice Toni Morrison. La
riedizione nel 1999 di Moussoulou, l‟album del debutto di Sangaré nel 1989, a lungo quasi
introvabile in Occidente, è stato un enorme successo. Oumou è entrata a pieno titolo nella West
African Hall of Fame per meriti che vanno oltre la sua bravura. Cantautrice e portavoce della
sua generazione, Oumou incarna infatti i valori per i quali si è sempre battuta. Per questo è
stata insignita nel 2001 con l‟International Music Council/UNESCO Music Prize per il contribuito
“all‟arricchimento e allo sviluppo della musica, della pace, della comprensione tra popoli e della
cooperazione internazionale”.
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MEZZOFORTE
Johann Asmundsson (b), Gulli Briem (dr), Eythor Gunnarsson (keys), Oskar Gudjonsson (s), Bruno
Müller (g), Sebastian Studnizky (tp, keys)
mezzoforte.com/
Erano appena adolescenti quando si sono messi assieme per la prima volta conquistando nel
1983 il primo posto fra le charts internazionali con il brano “Garden Party”. Più di 30 anni dopo
gli islandesi “Mezzoforte” sono ancora detentori a pieno titolo di un ruolo di primissimo piano.
Ancora freschi, creativi e vibranti come allora, i membri originali del gruppo oltre a conservare
volti da “bravi ragazzi”, col tempo hanno sviluppato una sonorità strumentale matura e
convincente lungo la scia musicale di un Funky jazzato, energico, pulito, equilibrato e senza
inutili distorsioni. Grazie ai loro concerti e al loro Sound, i “Mezzoforte” hanno conquistato oltre
40 nazioni tra l‟Europa e l‟Asia pubblicando inoltre una dozzina di album. La platea di Mendrisio
ha il privilegio di assistere allo show di un gruppo straordinario, apprezzato nel mondo intero e
ricco di una potenzialità artistico-musicale in grado di orientarsi a 360 gradi, basata com‟è su
solidi pilastri e capace di reinventarsi costantemente attorno a una consolidata avventura
musicale.
SABATO, 25 GIUGNO
SANDRO SCHNEEBELI "SCALA NOBILE"
Feat. Paul McCandless & Bruno Amstad
sandroschneebeli.ch - paulmccandless.com - brunoamstad.com
Paul McCandless, eng horn,b cl,soprano, Bruno Amstad, voc & human sound effects, Sandro
Schneebeli, g, Antonello Messina, accordion, Daniel Schläppi, b, Stephan Rigert, perc, Samuel Baur, dr,
perc
È una delle rare band che rende familiari le nuove sonorità trasformando quelle già familiari in
nuove scoperte. Da diversi anni “Scala Nobile”, il gruppo (originariamente un quartetto) di
Sandro Schneebeli, riscuote un grande successo, sia di critica sia di pubblico, grazie ai suoi
concerti e agli album che ha pubblicato. Basti pensare che l‟omonimo CD “Scala Nobile” del
2009 ha conquistato il primo posto nella Topfive-Ranking davanti a Ralph Towner e a Paolo
Fresu. Il che è tutto dire... Da Lugano ad Atene, il gruppo è riuscito a trascinare il pubblico col
suo particolare linguaggio musicale, un mix esplosivo basato sulle composizioni di Schneebeli
intrise di poesia, di energia e di fascino. Sono elementi che catturano non solo l‟audience ma
anche gli stessi membri del gruppo permettendo loro di lanciarsi nei territori
dell‟improvvisazione, in escursioni musicali che evidenziano le capacità solistiche e
virtuosistiche di ogni componente. “Scala Nobile” si esprime con una vibrante dialettica che
tocca il corpo e l‟anima, Body & Soul. Il pubblico potrà constatare come raramente un insieme di
musicisti di ottimo livello e dalle esperienze diverse riesce ad amalgamarsi, a fondersi così bene
in un unico e appassionante progetto che vede schierati, fra gli altri, due grandi ospiti solisti:
Paul McCandless al corno e al clarinetto dei leggendari Oregon vincitore di un Grammy nel
1996, con il giocoliere e sciamano della voce, il cantante lucernese Bruno Amstad, premiato
a Locarno nel 1999 per la migliore musica da film.
RICARDO LEMVO
Ricardo Lemvo (voc),
Gonzalo Rodriguez (b), Fania Rodriguez (p), Desire Sommé (g), Cachi Acosta (dr, timbales),
Leonid Muñoz (perc), Dre Pelemars (tb), Alex Plumacker (tp), Alain Cedeño (perc. b.voc)
makinaloca.com
Il Mambo? È lui, indubbiamente Ricardo Lemvo. La sua voce vibrante e melodiosa rappresenta
quanto di meglio può rappresentare la passione per le radici afrp-cubane. Lemvo è considerato
uno dei pochi artisti in grado di portare avanti il genere musicale tropicale. La sua band “Makina
Loca” è un mix contagioso di sapori cubani e centroafricani o, come ha scritto “Libération”: “Una
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boccata d‟aria fresca alla Salsa e al Soukous”. Ricardo Lemvo è nato in Congo a Kinshasa ma
vanta anche origini angolane. Cresciuto ascoltando i grandi classici cubani come Orquesta
Aragón, Arsenio Rodríguez, Sonora Matancera e Abelardo Barroso, dopo essersi trasferito a
Los Angeles in California, Lemvo nel 1990 fonda i “Makina Loca'' con i quali afferma ritmi Salsa
accanto a un mix di son montuno e bogaloo con contaminazioni afro. È il motivo principale per
cui viene considerato un pioniere per il carattere innovativo e multiculturale della sua musica.
Nel corso degli ultimi anni Lemvo si è esibito in numerosi festival attraverso l‟Europa, le
Americhe, l‟Africa e l‟Australia. Le diverse incisioni che ha oggi al suo attivo sono tutte state
accolte con grande entusiasmo dalla stampa specializzata. Fra gli ultimi riconoscimenti è
opportuno ricordare quello del prestigioso “New York Times” che nel 2007 ha proclamato il suo
album “Isabela” come il miglior esempio di World Music.
PAPA WEMBA
Papa Wemba (VOC),
Yves Alain Ndjock (g), Olivier Tshimanga (g), Samba Laobé N’Diaye (b), Miriam Betty (b.voc),
Patrick Etonde Bebey (p), Carlos Armel Romaric Gbaguidi (dr), Fafa (b.voc), Abraham
Mansfarroll Rodriguez (perc),
musicme.com/Papa-Wemba/
È uno dei maestri del "Soukouss", la musica tradizionale del Congo che ha influenzato tutta la
musica africana: ritmi di Rumba, Funk, Rock a sonorità latine sono gli ingredienti utilizzati da
Papa Wemba per realizzare un concerto a presa immediata, caldo e vivace. La sua voce, la sua
personalità forte, la sua carica ironica e la sua semplicità infondono sempre un'atmosfera
particolare, dove si coniuga l‟ancestralità con la modernità in un unico slancio musicale
irresistibile. "Quando la gente parla di Papa Wemba", ama sottolineare, "non voglio che dicano
che sono un cantante africano, oppure un cantante di world music. Vorrei invece che dicessero
più semplicemente che sono un cantante. Perché è ciò che sono: un cantante. E basta." Nome
d'arte di Jules Shungu Wembadio Pene Kikumba, cantante zairese, oggi Repubblica
Democratica del Congo, Papa Wemba è nato a Lubefu, nel Kasai, nel 1949. Spesso definito
come “il re della Rumba Rock” Wemba è infatti uno dei protagonisti del passaggio dalla Rumba
congolese, fortemente influenzata dalle sonorità cubane, al più vivace Soukous che già alla fine
degli anni '70 lo vede protagonista a tutti gli effetti. Famoso per i suoi costumi, per una
travolgente presenza scenica e per lo stile vocale dinamico e personale dalla fine degli anni
Ottanta Wemba si allontana dal soukous per avventurarsi in nuovi territori, dalle contaminazioni
elettroniche ai ritmi dance contemporanei accanto a incisioni realizzate con il suo gruppo storico
con cui rimane più vicino ai suoni roots e a quella “world music” che l'ha reso celebre nel
mondo intero.
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L U G A N O, Piazza della Riforma
GIOVEDÌ, 30 GIUGNO
TANGOS
Con Martha Argerich and Friends
Luis Bacalov, Rafael Gintoli, Nestor Marconi
Orchestra della Svizzera italiana
diretta da Eduardo Hubert
in collaborazione con il PROGETTO MARTHA ARGERICH
rsi.ch/argerich
- orchestradellasvizzeraitaliana.ch
Martha Argerich è un nome di assoluto rilievo nel campo del pianismo mondiale. Il suo debutto
è avvenuto in Argentina all‟età di 5 anni, momento in cui hanno preso il via i suoi impegni
concertistici in Sudamerica. Trasferitasi poi in Europa è divenuta allieva di Friedrich Gulda (che
inaugurò nell‟ormai lontano 1993 la serie dei concerti OSI sul palco di Estival di Piazza della
Riforma) Nikita Magaloff e Arturo Benedetti Michelangeli. A 16 anni risale la sua consacrazione
con il primo premio al Concorso internazionale di musica di Ginevra e al Concorso Busoni di
Bolzano. Concerti attraverso tutto il vecchio continente l‟hanno portata nel 1965 a Varsavia
dove vinse il Concorso Chopin. Numerosissimi sono i premi e i riconoscimenti che costellano la
sua carriera, nel corso della quale la Argerich ha sempre mantenuto un atteggiamento che le
permette di sorprendersi ogniqualvolta la critica e il pubblico le “ricordano” di considerarla una
delle pianiste più grandi del nostro tempo. Esattamente dieci anni fa, l‟artista argentina ha scelto
Lugano quale sede del “Progetto” che pende il suo nome per una piattaforma di incontri, di
sperimentazione e di concerti. Oggi è un onore per tutta la Svizzera italiana e per Lugano che
lo scorso anno le ha conferito la cittadinanza onoraria. Proprio per sottolineare il decennale e
grazie all‟accordo fra le due grandi banche ticinesi BancaStato (sponsor principale della
manifestazione) e BSI (sponsor principale del “Progetto Martha Argerich”), Estival può aprire la
sua 33.edizione con un concerto dedicato al Tango in onore delle origini della rinomata pianista
che sarà affiancata da Luis Bacalov, pianista, concertista e compositore anch‟egli argentino,
famoso autore di musiche scritte per i più grandi maestri del cinema italiano fra i quali
ricordiamo quali Pier Paolo Pasolini (Il Vangelo secondo Matteo) e Federico Fellini (La città
delle donne). Nel 1985 vince l‟Oscar per la Migliore Colonna Sonora per il film “Il postino” di
Massimo Troisi. Martha Argerich e Luis Bacalov saranno sul palco con il bandoneonista Nestor
Marconi e con la prestigiosa Orchestra della Svizzera italiana diretta per l‟occasione dal
maestro Eduardo Hubert.
HIROMI: THE TRIO PROJECT
featuring ANTHONY JACKSON and STEVE SMITH
Hiromi (p),
Steve Smith (dr), Anthony Jackson (b)
hiromimusic.com
Dal suo debutto discografico nel 2003 (Another Mind), l‟ingresso di Hiromi Uehara nell‟Olimpo
del Jazz ha corrisposto a un palmares di vendite e di riconoscimenti conquistati sia in Giappone,
da cui è originaria, sia negli Stati Uniti. Nata a Shizuoka nel 1979, all‟età di sei anni Hiromi
mette per la prima volta le mani sulla tastiera di un pianoforte, a dodici realizza il suo primo
concerto in pubblico. Si è formata alla Yamaha School of Music e a 17 anni viene notata da
Chick Corea che le chiede di improvvisare qualcosa. In seguito consegue il diploma alla Berklee
College of Music di Boston sotto la guida di Richard Evans e di Ahmad Jamal, per molto tempo
il suo vero mentore, colui che l‟ha seguita e consigliata nelle fasi più importanti e delicate della
sua carriera. La musica di Hiromi si esprime sempre al limite delle sue grandi possibilità
virtuosistiche colme di energia, fascino e poesia. La straordinaria pianista giapponese, dopo la
strepitosa performance del 2007 a Mendrisio, torna a Estival per conquistare la storica platea
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luganese in Trio con il bassista Anthony Jackson, inventore del basso a sei corde (o
contrabbasso chitarra) e spalla di personaggi quali Michel Camilo, Chick Corea, Donald Fagen,
Mike Stern, Pat Metheny, Al Di Meola, Michel Petrucciani (l‟elenco è molto lungo...) e il
batterista Steve Smith, anch‟egli di grande esperienza e classe con un percorso che lo ha visto
accanto a Mike Mainieri, Ahmad Jamal, Mike Stern, Randy Brecker, Bill Evans e molti altri
ancora. I presupposti per un grande concerto ci sono tutti.
JACK BRUCE & HIS BIG BLUES BAND
Jack Bruce (b, voc, keys)
Tony Remy (g), Frank Tontoh (dr), Paddy Milner (keys), Nicholas Cohen (b), Paul Newton (tp), Paul
Fisher (tb), Martin Dale (s)
jackbruce.com
Il compositore, il musicista, la leggenda. Non è esagerato affermare che è uno dei più grandi
bassisti di tutti i tempi, capace di aver influenzato lo stile e la tecnica compositiva della musica
elettrica. Il nome e la carriera cinquantennale di Jack Bruce sono un condensato del “Who‟s
Who” del Blues britannico con pionieri quali Alexi‟s Korner‟s Blues Incorporated, Graham Bond
Organisation, John Mayall‟s Blues Brackers, Manfred Mann Combo. La popolarità di Jack è
strettamente legata alla leggenda dei “Cream”, la band fondata con Eric Clapton e Ginger
Baker. Un trio vissuto dal giugno 1966 al dicembre 1968, che ha venduto qualcosa come 35
milioni di dischi e per il quale ha composto e cantato pezzi che sono diventati fra i più famosi
della storia del Rock Blues come “I Feel Free”, “White Room”, “Politician” accanto a uno dei più
famosi riff chitarristici della storia: quello di “Sunshine Of Your Love”. Il suo percorso musicale è
però contrassegnato dalla una apertura stilistica e da sonorità innovative e che percorrono
senza età il Rock, il Blues e il Jazz. Nato in Scozia (Glasgow, 1943), Jack Bruce si avvicina
inizialmente allo studio del violoncello. Scoraggiato dal suo professore di musica che non
riconosce il suo talento, a 17 anni viaggia fra l‟Italia e l‟Inghilterra suonando il basso in vari
gruppi di Jazz. Nel 1962 incontra la sua prima band importante, è quella di Alexis Korner (dove
alla batteria c‟è un certo Charlie Watts...). Nel ‟63 forma un quartetto con Graham Bond, John
McLaughling e Ginger Baker. Suona poi col gruppo Manfred Mann e con i Blues Breackers di
John Mayall prima della magica esperienza con i “Cream”. In seguito Jack è protagonista in
esperienze solistiche e polistrumentali attorno a formati stilistici musicali tra jazz, rock e
classica. Nei suoi
progetti musicali ci sono nomi quali Mick Taylor, Billy Cobham, Gary Moore, Kip Hanrahan e la
registrazione di album storici con Carla Bley (Escalator Over The hill), Lou Reed (Berlin), Frank
Zappa (Apostrophe) e molti altri ancora: l‟elenco è lunghissimo. Nel 2009 Jack ha ricevuto il
diploma di Dottore in Lettere dalla Glasgow Caledonian University. Godiamoci il concerto di
Jack Bruce sul palco di Estival, un vero e proprio evento musicale che si inserisce nel quadro
delle celebrazioni del 60. anniversario del Blues britannico.
VENERDÌ, 1° LUGLIO
THE LARRY CARLTON TRIO
Larry Carlton (g)
Gene Coye (dr), Travis Carlton (b)
LarryCarlton.com – Mr335.tv
La sua storia musicale ha inizio nel nativo Sud della California (Torance, 1948) quando
comincia a suonare la chitarra: ha appena sei anni. La sua passione per il Jazz inizia
ascoltando gli album della Gerald Wilson Band con Joe Pass. Con lui, i suoi punti principali di
riferimento sono Barney Kessel, Wes Montgomery e il leggendario B.B.King per la chitarra
accanto alle classiche Ballads di John Coltrane del 1962. Registra il suo primo album nel 1968.
A partire da quel periodo comincia a profilarsi quel suo inconfondibile chitarrismo dal suono
dolce e spesso imitato con la sua inseparabile Gibson ES-335 e l‟introduzione del pedale a
volume, una novità tecnica che utilizza fin dalle sue prime performance con il gruppo jazzrock
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dei Crusaders a cui si lega soprattutto dal 1971 al ‟76 incidendo diversi album e partecipando a
oltre 50 concerti. La stessa tecnica adoperata anche nel primo album in cui Joni Mitchell utilizza
una sezione ritmica (Court and Spark). In quell‟occasione Joni definirà il suo stile come “fly
fishing”. Artista poliedrico e spesso punto di riferimento musicale, arrangiatore e sessionman
richiestissimo, prima di iniziare la sua carriera solistica, Larry era diventato il più richiesto
musicista da studio degli ultimi trent‟anni. Il suo nome è legato a star e a stili fra loro molto
diversi, da Sammy Davis Jr a Herb Alpert, da Quincy Jones a Paul Anka, Michael Jackson,
John Lennon, Jerry Garcia, Dolly Parton, Barbra Sterisand, Joan Baez, Steely Dan, Steve Ray
Vaughn, Steve Vai... Vincitore di 4 Grammy Awards per i quali è stato anche nominato ben 19
volte, alla fine degli anni Ottanta Larry è vittima di un grave incidente: una pallottola vagante da
uno scontro fra gang giovanili lo colpisce alla gola all‟uscita dal suo studio d‟incisione
recidendogli una corda vocale. Dopo una lunga e intensiva terapia, riprende la sua chitarra per
tornare il protagonista di sempre proponendo il suo stile unico, originale, caldo e ritmato. Lo
stesso che possiamo applaudire a Lugano. Grande chitarrista di tutti i tempi, Larry Carlton, dalle
sue prime apparizioni con i Crusaders e con i Fourplay con oltre 30 album alle spalle e
numerosi collaborazioni con musicisti e band di fama mondiale, ha collocato uno standard per
l‟arte che si stende attraverso 3 decadi (e 2 secoli) indubbiamente destinato a lasciare il suo
marchio nel Jazz, nel Blues, nel Pop e nel Rock per il futuro.
Sing the Truth!
ANGELIQUE KIDJO, DIANNE REEVES AND LIZZ WRIGHT
continue the legacies of
Miriam Makeba, Abbey Lincoln and Odetta
Angélique Kidjo (voc), Dianne Reeves (voc), Lizz Wright (voc)
Terri Lyn Carrington (dr), Geri Allen (p), Romero Lumbabo (g), James Genus (b), Munyungo Jackson,
(perc)
singthetruth.net/index.html
“Sing the Truth!” è la fantastica scelta di tre grandi cantanti della scena musicale mondiale unite
per portare alta la fiamma di Miriam Makeba, Abbeey Lincoln e Odetta: un superbo trio
schierato per dichiarare a gran voce alle platee di tutto il mondo il proprio sostegno nella lotta
per l‟affermazione dei diritti civili. Dianne Reeves, vincitrice di molti Grammy di cui il quarto, più
recente, come miglior cantante jazz, è stata scoperta da Clark Terry a 17 anni. Una voce unica
e potente in grado di salire fino a tre ottave e mezza e da tre decenni ammirata in tutto il mondo.
Lizzy Wright, pianista e cantante proveniente dalla Georgia dalla voce calda e matura, vanta
una lunga e importante esperienza dal Jazz al Country al Blues. Angélique Kidjo, straordinaria
artista del Benin e voce di quella musica africana in simbiosi fra tradizione e nuove sonorità, è
una delle interpreti più sensibili della scena del continente nero. Fra gli altri ha collaborato con
Carlos Santana, Gilberto Gil e Dave Matthews. Ecco dunque Dianne, Angélique e Lizzy insieme
per “Sing The Truth” per farci sognare proponendoci un repertorio di brani originali ma anche di
melodie scelte dall‟eredità del Jazz, del Folk, del Blues, la stessa che ha nutrito la vena
compositiva di Dylan, di Springsteen, di Janis Joplin, ma anche di Billie Holiday, Marvin Gay e
Erika Baduh. Tre voci stupende unite dall‟arte e da una nobile causa e accompagnate da una
band che schiera anche due fra le più acclamate e versatili protagoniste del Jazz
contemporaneo: la pianista Geri Allen e la batterista Terry Line Carrington. Tutto lascia
supporre che siamo di fronte a un concerto che lascerà il segno!
AFRO CELT SOUND SYSTEM
Simon Emmerson (g,cittern) James McNally (whistles, keys, bodhran) N'faly Kouyate (kora, voc) James
Mahon (uilleann pipes, flute) Johnny Kalsi (dhol, tablas, perc) Ian Markin (dr) Babara Bangoura (djembe,
talking drum) Demba Barry (Senegalese dancing)
afroceltsoundsystem.net
Quando 15 anni fa sono apparsi sulla scena, l‟impatto è stato immediato, come il boato che
accompagna un fulmine. La loro proposta consiste in un‟intelligente fusione di ritmi dell‟Africa
Occidentale con musica celtica tradizionale. Ma è difficile definirli, sfuggono alle categorie. Il
pubblico che assiste ai concerti degli “Afro Celt Sound System” viene presto conquistato da un
turbine musicale che lo porta a danze liberatorie come dei dervishi. Più volte nominati per i
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Grammy, la band è quanto di meglio possa proporre la scena World contemporanea: un
fenomeno dove confluiscono tutii gli ingredienti e gli stili uniti per un “power” convincente e un
sound davvero irresistibile. La stampa li ha spesso definiti “un incontenibile uragano” (“Q
Magazine”), “musica da cardiopalmo” (Wall Street Journal”) mentre James McNally, produttore
del gruppo, compositore e multistrumentista (già partner di Peter Gabriel, Sinead O‟Connor e
Robert Plant) ha affermato: “Abbiamo i migliori musicisti, cantanti e percussionisti provenienti da
tutti gli angoli della terra, con i loro singoli talenti, ogniuno suona una parte vitale nella filosofia
collaborativa degli Afro Celt”. A questo punto raccogliamo l‟invito di “Mojo” che ha scritto:
“Ascoltare per credere”. Ed è proprio il caso: dopo 5 anni di pausa eccoli nuovamente in scena!
SABATO, 2 LUGLIO
HUGH MASEKELA “CELEBRATE MAMA AFRIKA”
feat. LIRA, THANDISWA, VUSI MAHLASELA
griot.de/celebrate_mama_afrika.html
Miriam Makeba è stata la voce più famosa, la più ascoltata al mondo, quella che maggiormente
ha rappresentato lo spirito dell‟Africa durante i suoi 31 anni di esilio sotto il regime
dell‟Apartheid. Accanto a Harry Belafonte e a Hugh Masekela, oltre che paladina di pace nel
mondo Miriam Makeba ha rappresentato una forte spinta per l‟emancipazione della popolazione
nera in Sudafrica e negli Stati Uniti. “Mama Afrika” raggruppa le canzoni che hanno reso
popolare Miriam con un concerto che è anche un ritratto vivente dell‟Africa riunendo alcuni dei
più grandi talenti vocali che il Continente ha offerto per ricordare questa grande artista, più volte
amata protagonista a Estival e scomparsa nel 2008 all‟età di 76 anni. Per questo importante
progetto Hugh Masekela, già compagno di vita e nell‟arte della Makeba oltre che leggendario
trombettista e altro gigante della musica africana ha voluto accanto a sé Vusi Mahlasela, “The
Voice”, conosciuta per la sua voce potente e poetica e per il suo lirismo ottimista, la
pluripremiata Thandiswa (South African Music Award come miglior artista femminile e miglior
album dell‟anno) e Lira, una delle più popolari cantanti sudafricane che ricordiamo in un
trascinante versione di “Pata Pata”, canzone simbolo della Makeba eseguita in occasione del
grandioso concerto inaugurale ai Mondiali di Calcio del 2010. “Mama Afrika” ci offre una
straordinaria opportunità di rivivere la musica di Miriam Makeba attraverso un repertorio che
vuole essere un tributo e, al contempo, un vivace ed efficace ritratto della realtà africana.
VOCALESE:
MANHATTAN TRANSFER & NEW YORK VOICES
Tim Hauser, Janis Siegel, Cheryl Bentyne e Alan Paul,
Darmon Meader, Lauren Kinhan, Peter Elridge e Kim Nazarian
manhattantransfer.net - newyorkvoices.com
Ecco in scena un grande progetto musicale con il ritorno di Tim Hauser, Janis Siegel, Cheryl
Bentyne e Alan Paul, da 40 anni meglio noti come gli strepitosi e “multiGrammy” The
Manhattan Transfer (nome ricavato dal titolo di una novella di John Dos Passos pubblicata nel
1925). Le mode, anche quelle musicali, arrivano e se ne vanno, ma il successo di questi grandi
amici della manifestazione è rimasto intatto dal 1972, anno di fondazione del quartetto ad opera
di Tim Hauser e portabandiera dell‟armonia musicale delle voci nel Jazz, una formula che
cavalca anche altri generi come il Gospel, l‟R&B e il Pop ma con un‟anima profondamente
Swing. Accanto ai loro ritroviamo The New York Voices, applauditissimi della ventesima
edizione di Estival, nel 1999. Fondati nel 1987, si sono presto imposti come uno dei migliori
gruppi vocali al mondo. Vincitori di un Grammy nel 1996, Darmon Meader, Lauren Kinhan,
Peter Elridge e Kim Nazarian, in arte “The New York Voices”, affondano le loro radici nel Jazz
esplorando una straordinaria varietà di generi musicali. I due quartetti sono insieme per
presentare un progetto dal titolo “Vocalese”, un termine che racchiude l‟arte
dell‟improvvisazione per assoli di canto nel Jazz, nello Swing, nel Bebop e che lascia presagire
una serata devvaro magica.
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LARRY GRAHAM & GRAHAM CENTRAL STATION
Larry Graham (b, voc),
Ashling Cole(voc), Wilton Rabb(g), David Council(Keys), Jimi Mc Kinney Jr.(Keys), Brian Braziel (dr)
larrygraham.com
Nel 1992 la rivista “Bass Player Magazine” ha provato a rendere omaggio a uno dei massimi
interpreti del basso elettrico con queste parole: "Il più importante fattore nel definire il Funk
come idioma musicale è stato il pollice di Larry Graham". Musicista, cantante, autore e
produttore, il suo nome accanto al popolare gruppo psichedelico soul/funk di “Sly & Family
Stone” (avete presente Woodstock?) e alla band da lui fondata e di cui è leader e cantante,
Graham Central Station, è legato all‟invenzione dello “slap”, una tecnica che ha modificato
radicalmente l‟accompagnamento musicale, la tavolozza espressiva del basso elettrico
influenzando notevolmente il futuro del Rock. Nato a Beaumont nel Texas (1946) da una
famiglia di musicisti, Larry riceve in regalo dal padre la sua prima chitarra all‟età di 11 anni, a 13
incide il suo primo disco e a 15 sii unisce al “Dell Graham Trio”, la band della madre pianista.
Nel 1968 larry entra a far parte degli “Sly & Family Stone” con cui incide “A Whole New Thing”,
un album che mette in evidenza un modo di suonare il basso unico nel suo genere. Agli inizi
degli anni „70 lascia la Family per fondare gli “Hot Chocolate” che poi prendono il nome
“Graham Central Station” (GCS) con cui realizza molti album e innumerevoli concerti. In veste di
solista Graham ha realizzato diverse incisioni che gli sono valse delle nomination ai Grammy.
Negli anni ‟90 ai GSC si aggiungono Cynthia Robinson e Jerry Martini (ex Sly & Family Stone).
Con loro Larry “Slap Man” si è spesso esibito ospite di Prince in numerosi concerti e nel
Prince‟s Jam del Year Tour. Nel 2001 ha ricevuto il “Pioneer Award” del Rithm&Blues.