gli ospiti - Sponz Fest

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 GLI OSPITI (le schede con le foto sono disponibili al link http://www.sponzfest.it/2015/ospiti/) _______________________________________________________________________ PSARANTONIS Antonis Xylouris, in arte Psarantonis è un cantante e compositore greco di Anogeia, un villaggio di montagna vicino a Creta. E’ considerato uno dei più grandi suonatori di Lyra, lo strumento ad arco tipico di Creta le cui origini risalgono alla Lyra bizantina di epoca medievale. Inizia a suonare lo strumento all’età di 13 anni e nel 1964 incide il suo primo singolo: “I Thought of Denying You” (“Ho pensato di rinnegarvi”). Dal 1973 ad oggi ha pubblicato trenta album diventando uno dei principali rappresentanti della musica greca all’estero. “Un mito vivente. Una specie di Zeus con la lira…Psarantonis è il più originale, ascoltarlo è come ascoltare la roccia, il verso dell’aquila, il canto degli alberi o del vento.” dice di lui Vinicio Capossela. L’incontro artistico tra Vinicio e Psarantonis risale al 2011, quando l’artista cretese partecipò alle registrazioni dell’album “Marinai, profeti e balene”. KING NAAT VELIOV & THE ORIGINAL KOČANI ORKESTAR Spettacolare fanfara che ha saputo tradurre in uno spettacolo pirotecnico le melodie tradizionali dei Balcani. Il sound è quello tipico, portato al successo da Goran Bregovic, con un pizzico d’istrionismo in piu’ e contaminazioni varie. E’ la versione originale della “Kocani Orkestar”, che ha nel trombettista Naat Veliov un vero grande leader. La Kocani propone un’interpretazione originale dei brani tradizionali, ma introduce anche degli elementi di modernità, fino ad eseguire nei suoi concerti delle cover “tzigane” di brani di Bob Dylan e Cheb Khaled. L’incontro artistico con Vinicio Capossela risale al 1997, quando al Naima Club viene registrata una speciale serata che vede sul palco assieme la band di Vinicio e la Kokani Orkestar. Da questa serata viene ricavato il corpo principale del quinto disco di Vinicio, LIVEINVOLVO, alla cui pubblicazione seguirà un tour memorabile. FANFARA TIRANA & ROBERT BISHA Nel 2002 una parte della Banda dell’Esercito Albanese si diverte durante le prove a suonare Bach in chiave tradizionale. Quei musicisti che da bravi balcanici negli weekend focosi di Tirana si divertono a suonare anche ai matrimoni, iniziarono per scherzo quella che oggi conosciamo come una delle più belle e brillanti brass band dei balcani, Fanfara Tirana. Riescono anche a convincere la legenda vivente del folclore albanese, il Gran Maestro Hysni (Niko) Zela e non andare in pensione e a girare con loro. Girano l’Europa in tournèe sfiancanti per 5 anni prima di decidere a registrare il loro primo album Albanian Wedding, A Brass Explosion (Piranha – Germania) rispolverando la tradizione del fine ‘800 che in Albania era andata perduta durante tutto il XX secolo. All’album seguono nuove tournée e concerti da Piazza San Marco durante il Carnevale in presenza di oltre 40.000 persone ai più grandi festival d’Europa come Sziget, WOMAD, Roskilde, WOMEX etc. La piena maturazione discografica arriva nel febbraio 2013 con il loro ultimo album, Kabatronics (World Village / Harmonia Mundi – Regno Unito) che li vede collaborare con i londinesi Transglobal Underground ed è apoteosi di stampa e critica. Quattro anni di lavoro per un album meticolosissimo. Un concept di rara fattura. L’album viene considerato dalla stampa internazionale come una pietra miliare della world music. Ricevono unanimi apprezzamenti da Il Manifesto, The Times, Rolling Stone, Rumore, The Guardian, The Indipendent che valutano il disco con 4 e 5 stelle. Alcuni si spingono oltre definendolo un nuovo genere musicale. Balzano per 3 mesi di fila nella Top Ten degli World Music Charts Europe per poi seguire con 2 premi prestigiosissimi come Best World Beat Album e Best Short Music Video (No Guns To The Wedding – un mix di autoironia e presa in giro dei Balcani stereotipati alla Tarantino e Monthy Python). Ottengono nominations nella Long List dei Grammy Awards, SongLines etc. Le tourneè li portano dalla Spagna all’India e dall’Italia, Germania, Gran Bretagna fino alla lontano Cina. Nel 2015 si unisce al gruppo come guest Robert Bisha, uno dei più grandi pianisti al mondo di musica contemporanea e le strade della Fanfara e la loro voglia di sperimentare si avventurano al loro terzo album che siate sicuri, vi sorprenderà. HOWE GELB Howe Gelb è un cantautore, musicista e produttore discografico americano, che vive e lavora a Tucson (Arizona). Leader e fondatore dei Giant Sand, la carriera di Gelb è comunque contraddistinta da una serie di innumerevoli progetti collaterali. Il The Guardian di lui ha scritto: “la musica per Howe Gelb è un luogo di fratellanza e di collaborazione, dove non esistono rivalità e competizione ma solo il desiderio di scambiare idee ed esperienze”. Nel 2015 i Giant Sand hanno festeggiato i trent’anni di carriera con la pubblicazione dell’album “Heartbrake pass”. Quindici tracce che ripercorrono la storia del gruppo spaziando tra suoni polverosi e alternative fino ad atmosfere folk, desert rock e addirittura jazzy lounge piano. L’album vede la partecipazione di Vinicio Capossela che nella traccia di apertura Heaventually sorprende con il suo inconfondibile timbro e un insolito accento inglese. LOS TEXMANIACS Nel corso degli ultimi dieci anni, Max Baca e Los Texmaniacs si sono affermati come la band Conjunto più importante al mondo, grazie alla loro capacità di unire lo stile tradizionale con i ritmi e le sonorità più moderne. La band è guidata da Max Baca, probabilmente il più grande suonatore di bajo sexto. Max ha partecipato alla registrazione di innumerevoli album e ben undici di questi si sono aggiudicati un Grammy: The Rolling Stones “Voodoo Lounge”, Los Super 7, Texas Tornados, ecc, solo per citarne alcuni. Nel 2009, Los Texmaniacs sono stati selezionati da Smithsonian Folkways un documentario sull’ “American Roots & Folk”. L’album registrato per l’occasione si è aggiudicato un Grammy nel 2010. Los Texmaniacs hanno suonato in alcuni dei luoghi più prestigiosi degli stati uniti come la Biblioteca del Congresso, The Kennedy Center, New Orleans Jazz Fest, Rhythm and Roots Fest (Rhode Island). Dal 2013, Max e la band si sono concentrati su un lavoro che ha come obiettivo quello di allargare i confini del Conjunto, sia da un punto di vista musicale che culturale: Los Texmaniacs sono stati designati “ambasciatori culturali” per la città di San Antonio, Texas. Si sono esibiti in Russia (due giri), Cina, Svizzera, Canada e Argentina. BANDA DELLA POSTA La Banda della Posta è un complesso di anziani musicisti di Calitri, che sin dagli anni ‘50 ha suonato agli sposalizi del paese un repertorio musicale energico e vitale, fatto di mazurke, polke, valzer, passo doppio, tango, tarantella, quadriglia e fox trot. Nel 2013 esce “Primo Ballo”, l’album d’esordio prodotto da Vinicio Capossela a cui è seguito un tour di più di cinquanta concerti. Per presentare la Banda della posta al pubblico Vinicio ha scritto: “Lo sposalizio è stato il corpo e il pane della comunità. Il mattone fondante della comunità, veniva consumato con il cibo e con la musica. Questa musica che accompagnava il rito era musica umile, da ballo, adatta ad alleggerire le cannazze di maccheroni e a “sponzare” le camicie bianche, che finivano madide e inzuppate, come i cristiani che le indossavano. Un repertorio di mazurke, polke, valzer, passo doppio, tango, tarantella, quadriglia e fox trot, che era in fondo comune nell’Italia degli anni ‘50 e ‘60 e che si è codificato come una specie di classico del genere in un periodo nel quale lo “sposalizio” è stata la principale occasione di musica, incontro e ballo.”. La Banda della Posta è composta da: Giuseppe Caputo “Matalena” al violino, Franco Maffucci “Parrucca” chitarra e voce, Giuseppe Galgano “Tottacreta” alla fisarmonica, Giovanni Briuolo chitarra e mandolino, Vincenzo Briuolo mandolino e fisarmonica, Giovanni Buldo “Bubù” al basso, Antonio Daniele alla batteria, Crescenzo Martiniello “Papp’lon” all’organo, Gaetano Tavarone “Nino” alle chitarre. VINCENZO VASI Polistrumentista, compositore versatile e dallo stile surreale – suona infatti basso, theremin, marimba, vibrafono, elettronica, giocattoli e voce – è considerato uno dei musicisti più eclettici nell’ambito delle musiche eterodosse e non. Il suo stile spazia trasversalmente toccando vari generi, dalla sperimentazione elettronica sino al pop d’autore. Attivo sin dal 1990 nell’ambito della musica di ricerca con diversi progetti tra i quali, Trio Magneto, Ella Guru, Gastronauti, Switters, Orchestra Spaziale, Etherguys, OoopopoiooO, incidendo oltre 40 CD. Collabora stabilmente con Vinicio Capossela, Mike Patton, Mauro Ottolini e Sousaphonix, Remo Anzovino e Roy Paci; quest’ultimo è il produttore dell’album VINCE VASI QY LUNCH ( etnagigante / v2 ). Di recente pubblicazione il progetto di theremin solo Braccio Elettrico e PerFavoreSing insieme al pianista Giorgio Pacorig. Ha suonato con Chris Cutler, Tony Coe, Butch Morris, Antonello Salis, Pierre Favre, Phil Minton, Paolo Angeli, Gianluca Petrella, Cristina Zavalloni, Otomo Yoshihide, Lol Coxill, OminoStanco, Steve Piccolo, Wang inc., Joey Baron, Ikue Mori, Lukas Ligeti, John Zorn. ANTONIO INFANTINO Antonio Infantino “è uno che non sai mai da dove viene, non saprai mai dove va. Si muove come le nuvole” cosi è scritto di lui in un efficace ritratto che apre il volume “Antonio Infantino: danza cosmica, colore, suono ed architettura” edito, nel 1996, dal Parlamento Europeo, nel cui spazio espositivo di Bruxelles, è stata ospitata una sua grande mostra antologica. Il “nomadismo” di Infantino, che lo porta da Tricarico (non distante da Metaponto, dimora del filosofo e matematico Pitagora) a Firenze, in Brasile, in Belgio, Olanda, altrove e poi di nuovo a Firenze, non è solo fisico, ma soprattutto culturale e disciplinare. La “tarantola dell’arte”, il virus che non lo abbandona mai e lo spinge verso territori di ricerca sempre nuovi e diversi, lo porta a diventare architetto (Firenze, 1972, tesi su spazio naturale, artificiale, a “n” dimensioni), musicista, poeta, pittore, regista teatrale, antropologo, lasciando il segno in ognuno dei campi toccati. Di ritorno dall’ Egitto e da Creta, Infantino, nel 1975, ripensa le comuni radici mediterranee e, sintetizzando le sue esperienze da vita a “I Tarantolati di Tricarico”, un ensemble che utilizza il dialetto Lucano, per la particolare sonorità linguistica, con un accompagnamento musicale fatto di accordi MINIMI sorretti da una potente base percussiva. Un personaggio che incarna in senso letterale alcune tra le cose migliori della cultura e dello spettacolo di questi ultimi quarant’anni. ENZA PAGLIARA La sua voce arcaica, affonda le radici nell’esperienza della tradizione popolare salentina; una ricerca che attraversa la spontaneità e la fatica del mondo contadino dell’Italia meridionale e si nutre delle sonorità della cultura orale di queste terre. Enza Pagliara ha portato con la sua voce il “canto contadino” nei più importanti teatri d’Europa e del mondo. Tra i tanti, citiamo il teatro: BOLSHOIJ di Mosca, MUSSORSKIJ di San Pietroburgo, ESPLANADE di Singapore, HONG KONG CULTURAL CENTRE GRAND THEATRE, AUDITORIUM DI ROMA, AUDITORIUM DI DIJON e poi ancora il Teatro: LICEU di Barcellona, DI OSTIA antica, dell’ELFO di Milano, GULBENKIAN di Lisbona, SADLER’S WELLS THEATRE di Londra, e in quelli di Amsterdam, Parigi, Bruxelles, Belgrado, Patrasso, Lione, Francoforte, e altri ancora. Enza, ha condiviso l’esperienza musicale con Giovanna Marini, Notte della Taranta, Stewart Copeland, Piero Milesi, Nuova Compagnia di Canto Popolare, Nuovo Canzoniere Italiano, Ludovico Einaudi, Mauro Pagani, Vittorio Cosma, Goran Bregovic, Lucilla Galeazzi, B’net Houariyat. PIERGIORGIO ODIFREDDI Odifreddi ha studiato matematica in Italia, Stati Uniti e Unione Sovietica, e insegnato logica presso l’Università di Torino e la Cornell University. Collabora a «la Repubblica» e «Le Scienze», e nel 2011 ha vinto il premio Galileo per la divulgazione scientifica.Tra i suoi libri ricordiamo la trilogia logica C’era una volta un paradosso, Il diavolo in cattedra (Einaudi, 2001 e 2003) e Le menzogne di Ulisse (Longanesi, 2004), la trilogia geometrica C’è spazio per tutti, Una via di fuga e Abbasso Euclide! (Mondadori, 2010, 2011 e 2013), la trilogia biografica In principio era Darwin (Longanesi, 2009), Hai vinto, Galileo (Mondadori, 2009) e Sulle spalle di un gigante su Newton (Longanesi, 2014) e il volume scritto con Benedetto XVI Caro papa teologo, caro matematico ateo (Mondadori, 2013). Per Rizzoli ha pubblicato Come stanno le cose (2013) e Il museo dei numeri (2014). PADRE ALEX ZANOTELLI Alex-­‐ZanotelliPadre Alessandro Zanotelli (Alex) è missionario dell’ordine dei Comboniani di Verona nonché ispiratore e fondatore di più movimenti italiani che hanno l’obiettivo di creare le condizioni per una società solidale ( tra i tanti, Rete Lilliput e il movimento “Beati i costruttori di pace”, con cui ha condotto molte battaglie in nome della cultura della mondialità e per i diritti dei popoli) Come missionario parte da giovane per il Sudan meridionale, martoriato dalla guerra civile, dove rimane otto anni. Viene allontanato dal governo a causa della sua solidarietà con il popolo Nuba e della coraggiosa testimonianza cristiana. Le sue prediche erano di fuoco: denunciava le ingiustizie e metteva sotto accusa i responsabili corrotti del governo e dell’amministrazione, che intascavano i fondi, sia locali sia internazionali, destinati allo sviluppo. Nel 1978 assume la direzione della rivista comboniana Nigrizia e contribuisce a renderla sempre più un mensile di informazione, con un obiettivo che si può riassumere in una sua dichiarazione: “Essere al servizio dell’Africa, in particolare ‘voce dei senza voce’, per una critica radicale al sistema politico-­‐economico del nord del mondo che crea al Sud sempre nuova miseria e distrugge i valori africani più belli, autentici e profondi”. Per 10 anni Nigrizia denuncia il sistema di aiuti ai Paesi del Terzo Mondo, il traffico delle armi, le distruzioni ambientali e scandali di ogni tipo, mettendo a nudo le complicità dei governanti italiani. Le sue prediche di fuoco lo portano ad essere bersaglio di diversi tentativi da parte del Vaticano e dei “vecchi missionari” di piegarlo o espellerlo dal sistema. Per 12 anni, fino al 2001, Zanotelli vive a Korogocho, una delle baraccopoli che attorniano Nairobi, la capitale del Kenya. A Korogocho il male si chiama AIDS, prostituzione, violenza, droga, fame, degrado sociale. Lì dà vita ad una cooperativa che si occupa del recupero di rifiuti, propizia la nascita di Udada, una comunità di ex prostitute che aiuta le donne che vogliono uscire dal giro e, nello stesso tempo, si è batte per le riforme che riguardano la distribuzione della terra, uno dei temi-­‐chiave della politica keniana. In quel periodo matura un pensiero che ci parla in modo straordinario: “Oggi Dio è impotente, è malato. Potrà guarire solo quando guariremo noi. Solo noi oggi possiamo far qualcosa. Dio non può più. Ognuno di noi è importante perché vinca la vita… Più ci rifletto e più mi convinco che forse Dio non è l’onnipotente che pensiamo noi. È il Dio della croce”. Oggi vive nel rione Sanità di Napoli, con la comunità Crescere Insieme e, in un contesto diverso, ha la stessa ispirazione di fondo: aiutare la gente a rialzarsi e a riacquistare fiducia. MARCO STEFANINI in arte TENENTE DUM Marco Stefanini nasce a Berna nel 1960 è un artista poliedrico che spazia tra architettura e design. Pietra, legno, ferro e vetro sono le materie da cui prendono forma i suoi oggetti d’arte. E’ stato co-­‐fondatore della Galleria INTERNO e DUMDUM a Bologna ed è direttore artistico del circolo letterario ART CAFE’ ESCANDALO a Parma, dove si propone un nuovo modo di fare arte attraverso esposizioni, letture, musica. Un colossale progetto di restauro è stato per lungo tempo il solo protagonista dell’incessante ricerca progettuale dell’artista; un acquedotto del 1915 divenuta ora la sua abitazione ed eletta “una delle case più belle del mondo” da TF1, canale della tv francese. Dopo questa fondamentale esperienza, dal design la sua attenzione pare essere più vicina all’architettura. Ma la passione che da sempre ha segnato il suo lungo percorso esperienziale e conoscitivo è il viaggio, da cui ogni volta attinge ispirazione e consiglio per le sue innovative proposte. Fortemente legato alla cultura manuale dell’arte amazzonica, per la sua capacità di costruire senza distruggere e dall’arte antica giapponese per l’organizzazione degli spazi interni. MAKARDIA Makardìa è il battito musicale di un buon augurio, perdersi dentro il sudore, le lotte, i sogni dei propri corpi, farsi terre e campi che ispirano il mare. Makardìa («magari a Dio!») è una parola del dialetto irpino, con questa s’invoca una bella occasione oppure, per il rovescio della medaglia, serve a dire «non importa, non fa niente», il bello e il brutto del dedicarsi alle cose del cuore, non a caso, per alcuni, è la trasformazione meridionale del greco “ma-­‐kardìa”, «il mio cuore». Makardìa sono i testi, la voce, i tasti della fisarmonica e le corde della chitarra generati e animati da Filomena D’Andrea, le pelli, i tappi, le buatte, i sonagli, le folle e le storie agitati da Virginio Tenore, la chitarra, l’armonica e le atmosfere maneggiate e soffiate da Amilcare D’Andrea. Makardìa è l’Irpinia, il suo grano, il vento, l’Avellino-­‐Rocchetta, è l’Est delle fiabe narrate dagli occhi neri e delle montagne dei miti, è l’America delle rivoluzioni e degli addii. Makardìa è il Sud di ogni terra, il sud di ognuno di noi, il sud che lotta e canta, canta e lotta per difendere la propria anima. Makardìa è più di un trio, è un’orchestra popolare buona da mangiare e da ascoltare, la messa in musica delle lingue della rivoluzione, delle storie di miseria e di coraggio, un ritorno alla canzone d’autore popolare che parte dal suono delle radici per sfociare nei mari del mondo. DEM DEMONIO DEM, come un moderno alchimista, crea personaggi bizzarri, creature surreali, abitanti di uno strato impercettibile della realtà umana. Multiforme ed ironico, le sue opere che spaziano dal wall-­‐painting, all’illustrazione, alla pittura su tela, si arricchiscono di un linguaggio simbolico che invita ad elaborare un proprio codice d’accesso per questo mondo enigmatico ed arcano. L’avvicinamento a tematiche antropologiche e legate alla natura stimolano l’artista a una costante sperimentazione, giunta negli ultimi anni alla produzione di un film e alla creazione d’installazioni composte esclusivamente da materiali naturali. Oltre alla produzione nelle fabbriche abbandonate e nei boschi, scelti come sfondo ideale per i suoi lavori, DEM vanta varie pubblicazioni ed esperienze espositive, come la personale alla Oro Gallery di Goteborg e la partecipazione alla mostre Street Art, Sweet Art al PAC di Milano, Nomadaz alla Scion Installation di Los Angeles e CCTV all’Apostrophe Gallery di Hong Kong.” TONI RICCIARDI E’ uno storico delle migrazioni presso l’Università di Ginevra. Co-­‐direttore della collana “Gegenwart und Geschichte/Présent et Historie” (Seismo). Dal 2009 coautore del Rapporto italiani nel Mondo della Fondazione Migrantes. Autore di saggi sulla storia dell’emigrazione italiana in Svizzera, nel 2011 ha vinto il Premio Sele d’Oro Mezzogiorno. Ha pubblicato, tra l’altro, “Associazionismo ed emigrazione. Storia delle Colonie Libere e degli Italiani in Svizzera” (Laterza 2013) dove racconta la presenza italiana in Svizzera a partire dal secondo dopoguerra e durante tutta la fase della Guerra fredda. È tra gli autori del primo “Dizionario Enciclopedico delle migrazioni italiane nel mondo” (Ser 2014). Ha curato, con Sandro Cattacin, “Le catastrofi del fordismo in migrazione” (Cser 2014). L’ultimo lavoro è dedicato alla catastrofe di Mattmark: “Morire a Mattmark. L’ultima tragedia dell’emigrazione italiana” (Donzelli 2015). MARIA ANGELA CAPOSSELA Maria Angela Capossela é nata a Milano nel 1970 da famiglia irpina emigrata, cresciuta in Emilia, ha frequentato l’Accademia di belle arti di Bologna e la facoltà di Lingue. Ha esposto in Italia dal 1995 al 2000 (Galleria Il Graffio, Spazia, Marconi). Vive dal 2004 in Francia dove, dopo anni consacrati alla ricerca letteraria sulla letteratura della migrazione magrebina, ha ripreso l'attività artistica ed é impegnata in progetti associativi coi migranti. Fin dalla prima edizione del 2013 è la responsabile della sezione artistica dello Sponz Fest all’interno della quale ha dato vita a due opere collettive che hanno coinvolto le donne del luogo. Nel 2013 l’artista ha reinterpretato un'usanza locale legata alla fine della verginità. Sono state coinvolte le donne di Calitri che hanno partecipato ad un happening di colorazione collettiva di 400 lenzuola, poi installate nei vicoli del paese in occasione dello Sponz Fest ad agosto 2013."L'esposizione del lenzuolo" ha ricevuto nel dicembre 2013 il premio di Arte Pubblica LAP, conferito da Spencer Tunick ed é tutt'ora in tour nella regione Basilicata attraverso laboratori di arte pubblica organizzati dal LAP. Nell’edizione del 2014 ha invece lavorato sui temi della distanza e dell'assenza, in sezioni collettive di catenella all'uncinetto in cui le donne hanno condiviso il vissuto legato all'esperienza di solitudine dovute all'emigrazione maschile. PAOLO SPERANZA Paolo Speranza (Avellino, 1962), docente e pubblicista, dirige la rivista e la collana “Quaderni di Cinemasud” ed ha scritto libri di storia contemporanea, cultura cinematografica, letteratura di viaggio, pensiero meridionalista. In relazione alla storia ed alla cultura dell’Alta Irpinia e dell’area del Formicoso ha scritto e/o curato, tra le altre, le seguenti pubblicazioni: L’occupazione delle terre in Alta Irpinia 1945-­‐1950, Edizioni Tempi Moderni Avellino, 2001, con prefazione di Sergio Cofferati; e per le edizioni Mephite: Un’avventura neorealista. Il film La donnaccia a Cairano; 19.35. Scritti dalle macerie; Operai neri di sogni. Il lavoro, le lotte, le utopie negli scrittori irpini del ‘900; Poeti al confino. Il “diverso esilio” nel Sud di Bartolini, Sanini, Spallicci. E’ l’artefice della riscoperta e della valorizzazione – anche a livello nazionale – del maggiore poeta altirpino del ‘900, Pasquale Stiso, del quale ha curato la raccolta degli scritti in quattro pubblicazioni: Terra d’Alta Irpinia (1998) e, nel 2013, Ed il giorno è venuto (poesie), Questa è una storia vera, o forse no (racconto), Giustizia per la mia terra (scritti politici e giornalistici). Ha curato l’antologia Intorno un vento di bandiere del poeta operaio irpino Antonio Giannattasio. Sta lavorando a libri, documentari e reading sui maggiori poeti meridionalisti del Novecento, sull’immagine dell’Alta Irpinia nel giornalismo italiano, sul cinema nel Sud. PAOLO SAGGESE Paolo Saggese (Torella dei Lombardi, Av, 1967), intellettuale militante, critico letterario, formatosi all’Università di Firenze, allievo tra gli altri di Antonio La Penna, Sebastiano Timpanaro e Ugo Piscopo, dottore di ricerca in filologia greca e latina, è autore o curatore di numerosi volumi dedicati alla Letteratura latina e italiana, al pensiero meridionalista o alla storia irpina. In particolare, ha delineato la storia della poesia irpina attraverso la pubblicazione di numerosi volumi e due storie della poesia, teorizzando, tra l’altro, la presenza della “linea meridionalista” della poesia irpina. Studioso delle radici irpine di Giuseppe Marotta, di Carlo Levi, è Direttore scientifico del Centro di Documentazione sulla Poesia del Sud, componente del Comitato scientifico del Centro di Ricerca “Guido Dorso” e del Gruppo di progetto del Parco Letterario “Francesco De Sanctis”, è protagonista della riscoperta della Letteratura meridionale, con numerosi intellettuali -­‐ tra cui Giuseppe Iuliano -­‐ spesso tenuta ai margini della storia nazionale. ALESSANDRO DI NAPOLI Alessandro Di Napoli, poeta, critico letterario, studioso della Letteratura italiana e meridionale del Novecento, responsabile del Settore “Letteratura italiana” del Centro di Documentazione sulla Poesia del Sud, è autore di libri di poesia e di numerosi saggi editi sulla prestigiosa rivista “Silarus”. Curatore del volume Vino, eros e poesia, da Omero ai giorni nostri (Digitalgrafhic, Montella, 2014), sono di prossima uscita due volumi fondamentali sulla storia della poesia irpina e meridionale. TIZIANA MEDICI Tra le fondatrici del coordinamento nazionale No Triv che lavora da alcuni anni sui progetti estrattivi e i loro impatti territoriali in termini ambientali, economici e socio-­‐sanitari. Originaria della Campania, in particolare del Vallo di Diano , zona con storica vocazione rurale interessata da nuovi progetti estrattivi, parte del Comitato No petrolio nel Vallo di Diano, da poco vive in Basilicata, territorio rurale anch'esso fortemente impattato, negli ultimi 15 anni, da intense attività estrattive, protagonista di forti mobilitazioni per la tutela ambientale e il rispetto del diritto alla salute. Nel 2015 ha ricevuto il PREMIO DONNE, PACE E AMBIENTE WANGARI MAATHAI IV Edizione promosso dall’ associazione A Sud, in collaborazione con la Casa Internazionale delle Donne e con il patrocinio della Regione Lazio e del Comune di Roma. COMPAGNIA TEATRALE ALBALI Nata a Roma nel 2013, la compagnia teatrale ha l’intento di usare le esperienze interne al gruppo per attuare nuovi processi creativi: realtà letterarie si fondono a quelle inerenti al contesto, dalla classicità alla contemporaneità. Il meccanismo innescato è quello di una cernita, di un dosaggio “consigliato”, di informazioni tratte da realtà personali e collettive, e dalla trasformazione delle stesse, attraverso un percorso artistico sviluppato in itinere con gli stessi protagonisti. Partendo dal corpo, dallo spazio vuoto e da input letterari ed artistici, la ricerca sulla tematica porterà all’ideazione delle scenografie e alla stesura drammaturgica. Ne consegue che ogni lavoro della compagnia non è una semplice messa in scena, ma un’esperienza condivisa tra drammaturgia, recitazione e fruizione, una profonda interconnessione tra regista, attore e spettatore. Il Laboratorio Gli Uccelli – da Aristofane di Albali TeAtri, nella presenza di Francesco Prudente (Regia) e Rossella Della Vecchia (Drammaturgia e Consulenza artistica), ha rappresentato un invito partecipativo aperto a tutti gli alunni del Liceo Rinaldo D’Aquino di Nusco e di licei limitrofi: Domenico Abbondandolo, Barbara Cesarano, Alessia Della Gatta, Antonia Dell’Angelo, Silvia Dell’Angelo, Antonella Di Paolo, Sofia Dutto, Alessio Ferriero, Martina Gaudiuso, Maria Francesca Iuliano, Giuseppe Meluzio, Michela Napolillo, Francesca Natale, Chiara Porcelli, Amato Davide Ressa, Gianmarco Ressa, Alessandro Schiavone e Marta Assunta Sichinolfi, ragazzi del triennio classico del Liceo Statale Rinaldo D’Aquino; Caren Anna Di Paolo del IV anno del Liceo Linguistico Francesco De Santis di Sant’angelo dei Lombardi, Antonio Della Fortuna del IV anno del Liceo Scientifico Francesco De Santis di Sant’angelo dei Lombardi e Antonio Pepe del IV anno del Corso Serale -­‐ Itis Di Bagnoli. BANDA DI ANDRETTA Il gruppo musicale è oggi composto da 30 ragazzi della banda e 20 majorettes. È questa una banda giovanile, i cui componenti hanno un’età media di 16-­‐17 anni. Oggi si può affermare che la Banda Musicale & Majorettes “Città di Andretta” rappresenta un forte richiamo per i giovani del paese. Ciò induce a continuare l’opera di potenziamento e di sviluppo delle attività musicali. I programmi dell’Associazione, infatti, prevedono l’organizzazione di concerti, gemellaggi, raduni bandistici, manifestazioni musicali in genere, con le quali si cerca di diffondere le tematiche e la pratica dell’educazione musicale come mezzo di completamento della personalità dei giovani. La banda con majorettes, è molto conosciuta ed apprezzata nel circondario e si esibisce nelle tradizionali processioni sfilate e feste di paese. ORGANETTISTI DI ANDRETTA Giovani organettisti di Andretta, Giuseppe Cesta al quinto anno di conservatorio presso il Cimarosa di Avellino, membro della Banda del suo paese, suona motivi matrimoniali e della tradizione appenninica, Eliseo Cianciulli, Scanzano Pasquale, Strazza Tommaso. GRUPPO PESATURA DI TEORA Non è un gruppo musicale ma un gruppo amante delle tradizionali tecniche di coltivazione. Per lo Sponz si esibiranno nella “pesatura", arcaica tecnica utilizzata dai contadini per estrarre il chicco di grano dalla spiga: una coppia di buoi, sull'aia, in moto circolare viene condotta a tirare un peso sulle "gregne", mazzi di spighe di grano, che, sotto pressione e scivolamento perdono il chicco. A seguire avviene la “ventilazione “ per separare il chicco dalla paglia. GIUSEPPE CESTA Giovane organettista di Andretta, al quinto anno di conservatorio presso il Cimarosa di Avellino. Membro della Banda del suo paese, suona motivi matrimoniali e della tradizione appenninica. GIOVANNI FIORDELLISI Organettista dei “Conversazionevoli”, suona arie e brani da conversazione, ballabili e non, con gli amici e compagni di tavola porta avanti la tradizione antica del canto intorno al tavolo (conversazione). GIAMPIERO GALASSO Giampiero Galasso è archeologo con esperienza ultraventennale nei beni culturali. Dal 1988 collabora in qualità di archeologo esterno per la Soprintendenza ai Beni Archeologici di Salerno ed è direttore del Museo Archeologico di Bisaccia. Esperto di archeologia preventiva e valutazione del rischio archeologico, è consulente di fiducia di enti locali e società che operano nel settore delle energie alternative ed è direttore tecnico del settore archeologia della Co.fi.ba. srl. Giornalista pubblicista dal 1990, autore di numerose pubblicazioni di carattere scientifico-­‐divulgativo sull’archeologia e i beni culturali, è dal 1999 corrispondente della rivista Archeo. È autore del volume L’archeologo dalla formazione alla professione (VI Edizione, Ed. Magna Grecia, Salerno 2014). AGRICOLA – LABORATORIO DI GRANO E FANTASIA Un Laboratorio che vuole accompagnare i bambini alla scoperta di una delle principali coltivazioni che, fin dall’antichità, ha rivestito un ruolo fondamentale nell’alimentazione dell’uomo. Esaminando la trasformazione “dal chicco di grano alla farina” i bambini potranno imparare la coltivazione della pianta, l’estrazione della farina e l’impasto degli ingredienti per fare il pane o la pasta, sviluppando la loro capacità di manipolare. Comprendere come da pochi e semplici ingredienti, si possano ottenere una varietà infinita di prodotti e conoscere il loro grande valore nutrizionale. A cura di Angelo Iorlano / Anita Di Pietro . ROCCO LA FRATTA Geologo, da alcuni anni si occupa di riqualificazione ambientale con particolare attenzione agli aspetti idrologici, idrogeologici, fluviali e paesaggistici e di pianificazione territoriale volta alla riduzione del carico inquinante puntuale e diffuso ai recuperi ambientali. Ha progettato interventi di aree umide lungo il F. Volturno e lungo il T. Solofrana con finalità di trattamento appropriato di acque inquinate attraverso sistemi di fitodepurazione e ripristini ambientali con aumento della biodiversità, interventi di protezione di aree in frana, recupero di aree di cava e di siti inquinati, riqualificazione di area vasta e di Valutazione di Impatto Ambientale e di Incidenza per vari progetti pubblici e privati. BANDA DI CALITRI Nata nel dicembre del 2003; nell'autunno del 2006 si è costituita sotto il nome di Banda Musicale "Città di Calitri " Associazione Culturale e Musicale, con l'intento di divulgare la cultura musicale locale e mantenimento della stessa. Il Direttore è Carlo Luongo e Canio Cestone è il presidente. Riconoscimenti di carattere nazionale giungono per i suoi musicisti e frequenti sono state le partecipazioni ai concerti del cantautore Vinicio Capossela. Ad oggi la Banda prende il nome di Grande orchestra di Fiati “ Alta Irpinia” città di Calibri, con riconoscimento ufficiale del Ministero dei Beni Culturali. CALITRI POPOLARE E’ un’aggregazione di uomini e donne nata nel 2004 con l’intento di riscoprire le tradizioni e le canzoni popolari di Calitri. Le attività dell’associazione hanno sempre avuto l’obiettivo di diffondere idee e valori della comunità calitrana, attraverso la riscoperta della lingua popolare, volgare, che appartiene al volgo, favorendo la partecipazione di un numero sempre maggiore di persone, promuovendo ogni forma di aggregazione. Da alcuni anni organizza, nei vari quartieri del paese, la “Festa di Vicinato”, promuovendo la riscoperta di luoghi dimenticati. Ha già partecipato allo Sponz Fest nell’anno 2013, riproponendo una rivisitazione del matrimonio calitrano degli anni 70 e riscuotendo grande successo di pubblico. VINCENZO BRIUOLO E VINCENZO PORTOGHESE Vincenzo Briuolo e Vincenzo Portoghese, geologi. Si interessano di tematiche ambientali. Hanno preso parte a conferenze di servizi e studi per osservazioni contro progetti altamente impattanti: discariche, pozzi ricerca idrocarburi, rifiuti, attività industriali. TONUCCIO E I PINK FOLK Icona della musica folk dell’alta irpinia, Tonuccio Corona si dedica completamente al filone HARD FOLK popolare per tenere viva la cultura pop attraverso un linguaggio pregno di parlate gergali, ricco di significati allegorici e metafore. Si accompagna ad un gruppo di sartisti (la B FOLK BAND) composta da 6 musicisti e 1 cantante che utilizzano sia strumentazione elettronica con tecnologia d’avanguardia che tradizionale (organetti, fisarmonica, violino) per creare una musica originale e dal sapore popolare a mezza strada tra la tradizione e l’innovazione. ANIELLO RUSSO Irpino di Bagnoli, docente di Latino e Greco nei Licei classici, in pensione, ha ricevuto nel 1996 dal Consiglio della facoltà di Scienze della Formazione (Università degli Studi di Salerno) il riconoscimento di Cultore della materia (cattedra di Letteratura latina); nel 1998, quello di Cultore della materia (Letteratura per l’infanzia e l’adolescenza). Dal 1975 dura la sua indagine sul territorio irpino, raccogliendo un’ampia documentazione del ricco patrimonio popolare, di trasmissione orale (canti, racconti, leggende, filastrocche, pratiche magiche, medicina popolare, indovinelli, proverbi, ecc. IRPINIA TREKKING IrpiniaTrekking (divisione FIE di Avellino) è un'associazione che offre un servizio di accompagnamento in montagna, giro bike, escursioni a cavallo, speleologia, sci di fondo-­‐escursionismo, sci-­‐alpininismo, torrentismo, in tutta sicurezza alla scoperta di bellezze paesaggistiche e naturali. Le guide, personale altamente specializzato, propongono itinerari e percorsi diversificati per tutte la fascie di età. www.irpiniatrekking.it RURAL HUB E’ un progetto di ricerca finanziato dal MIUR che monitora il fenomeno crescente della nuova ruralità e le proposte sociali, economiche e culturali emergenti nelle aree rurali, per individuare modelli human centered che coniughino sostenibilità economica e responsabilità sociale, nel rispetto degli ecosistemi ambientali. È, inoltre, il nodo principale di una rete di ricercatori, attivisti, studiosi, aziende che intendono favorire il collegamento fra realtà innovative, investitori e associazioni di categoria. Rural Hub è luogo condiviso di vita (coliving) e lavoro (coworking); centro di studi e ricerca permanente sull’innovazione sociale applicata alla ruralità; sede locale e globale di eventi diffusi; incubatore, Mentoring e Project Financing per Rural Start-­‐up; connettore tra gli innovatori e i change maker rurali; laboratorio sulle nuove realtà imprenditoriali e comunitarie, formali e non formali dell’agrifood; task force per progetti di attivazione delle comunità rurali. ASSOCIAZIONE TERRA DI RESILENZA Siamo forse la prima generazione “alfabetizzata” agli studi universitari che ha scelto di ritornare in questo estremo lembo delle provincie napoletane non con la pretesta di ingrossare le fila dei “professionisti” e degli impiegati, della borghesia parassitaria meridionale, ma la voglia di tracciare insieme il solco dei contadini contemporanei, ovvero di tentare una sintesi tra faber e sapiens. Cerchiamo, in sostanza, una sinergia tra cultura accademica e il saper fare, radici e innovazione sociale, con un forte riferimento all’aspetto relazionale della conoscenza e alla dimensione sociale del contesto territoriale di riferimento. Faber e Sapiens vogliono essere, quindi, laboratorio e biblioteca, zappa e computer, voce e rete, braccia e mente di un nuovo umanesimo che riabilita il percorso conoscitivo esperienziale e i rapporti solidali propri delle comunità contadine, riproducendosi e contaminandosi in un futuro non più subalterno. (per info: www.terradiresilienza.it ) +TSTUDIO Studio di progettazione architettonica fondato nel 2006 in Irpinia d’Oriente. Si misura in ambito nazionale ed internazionale sui temi del recupero edilizio, restauro, progettazione di organismi complessi con particolare attenzione al design e al progetto di interni. Dal 2008 focalizza la sua ricerca sulla progettazione sostenibile e sull’approccio della resilienza, lavora alla realizzazione di moduli abitativi autosufficienti (passivi) e propone una metodologia di approccio al recupero dei centri minori abbandonati che va sotto il nome di e.colonia. Allo scopo di creare una rete multidisciplianare intorno a questi temi, nel 2012 fonda RIHABITAT, un think tank che interviene nei processi di riattivazione dei contesti marginali. (per info www.piutstudio.it; www.rihabitat.eu) 
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