SO ION D AND VIS UN PHO TO AWARD "BEST LIVE PICTURE OF THE LAST DAYS” - lo scatto più bello degli ultimi live seguiti dai nostri fotografi - Tom Smith, EDITORS - Torino, 12.04.2010 - pic by Virginia Michetti - RISTORANTINO_WINE BAR_JAZZ CLUB MAGGIO WWW.RIVEJAZZCLUB.IT concerti Jazz and World music alle ore 22.00 Venerdì 7 BRENDAN GALLAGHER & ALDO BETTO Venerdì 14 AARON TESSER & THE NEW JAZZAFFAIR Venerdì21 QUARTETTO DESUETO Venerdì 28 VIBROTRIO..Brotto Vitale Tantino OSTERIA RIVE _VIA RIVE 14 _CARTIGLIANO - INFO: 348.8265815 SOU SION AND VI D N W E L C O M E I N T O T H E S O U N D & V I S I O N A L T E R N A T I V E W O R L D A n n o 6 N ° 7 4 M A G G I O 2 0 1 0 A u t . T r i b . B a s s a n o d . G . N ° 8 / 0 3 d e l 3 . 0 9 . 2 0 0 3 S T E F A N O R O S S I D I R E T T O R E R E S P O N S A B I L E : D A N I E L E P E N S A V A L L E ( d a n i e l e p @ s o u n d a n d v i s i o n . i t ) E D I T O R E : G r a f i c a : C o v e r : w w w . b l i t z s t u d i o . i t D J D A n d r e a B l i t z S t u d i o ( V R ) I c o n s C o v e r : w w w . O f f i c i n e V a n i l l a . c o m O s v a l d o C a s a n o v a ( V I ) R E D A Z I O N E / U F F I C I O S T A M P A : I L A R I A R E B E C C H I ( i l a r i a @ s o u n d a n d v i s i o n . i t ) Q u e s t o n u m e r o è s t a t o r e a l i z z a t o g r a z i e a l c o n t r i b u t o v o l o n t a r i o d i : S . R o s s i ( V I ) I l a r i a R e b e c c h i ( V I ) G . M a r i ( V I ) C . C o l l i ( R M ) A . L o G i u d i c e ( V I ) M . V i s e n t i n ( V I ) G . V i n c i ( M I ) F . N i c o l l i ( V I ) M . C a t t a n e o ( M I ) A . R e b e c c h i ( V I ) M o n i c a B o s a r o ( V r ) T o b i a F i o r e s e ( V I ) L . S a r t o r ( T V ) F o x ( V I ) P a o l o B e r t o ( V I ) D e n i s e Z a n i n ( V I ) S t e p h a n i e D a r k ( T V ) E . V i r a g o ( T V ) L . L a g o ( V I ) C r i s t i a n C r i s t o f a r i ( V I ) M a t t e o P e o t t a ( V I ) A . R o c c a ( M I ) M . M a n t o v a n i ( V I ) A l b e r t o C a s a g r a n d e ( V R ) A l i c e L a g o ( V I ) M a r c o C h e m e l l o ( V I ) F i l i p p o L e o n a r d i ( B o ) , L o r e n z o C l e r i c i ( V a ) , M a r c o D a l l a S t e l l a ( V i ) S & V I N F O P O I N T : R E D A Z I O N E : 0 4 2 4 . 5 2 7 9 9 5 D I R E T T O R E C O M M E R C I A L E D A N I E L E 3 4 9 . 1 9 7 0 2 6 3 V I C E N Z A / V E R O N A E P R O V . : M A T T E O 3 4 0 . 2 7 9 7 0 5 2 Z O N A P A D O V A E P R O V . : M A S S I M O 3 4 6 . 3 5 7 7 6 9 7 Z O N A V E N E Z I A / T R E V I S O E P R O V . : M A S S I M O 3 2 9 . 0 8 3 0 5 0 7 W E B : W W W . S O U N D A N D V I S I O N . I T E M A I L : I N F O @ S O U N D A N D V I S I O N . I T M Y S P A C E : M Y S P A C E . C O M / S O U N D A N D V I S I O N Z I N E F A C E B O O K : W W W . F A C E B O O K . C O M / S O U N D A N D V I S I O N T W I T T E R : W W W . T W I T T E R . C O M / S O U N D V I S I O N M A G SOMMARIO MAGGIO 2010 PAG 2 : “BEST LIVE PICTURE OF THE LAST DAYS”, di Virginia Michetti (Editors) PAG 6 : “STATE A SENTIRE” di Ilaria Rebecchi (Zero In On, Tempelhof, Nedry) PAG 7 : “IN BRIT” / brit-rock, di C. Cristofari & M. Peotta (L'Ultima Risata) PAG 9 : “WILD BEASTS” live report di Marilù Cattaneo PAG 10 : “ROISIN MURPHY” live report di Emanuela Virago PAG 15-16-17: “ROCK ICONS – RAMONES”, monografia storica di Ilaria Rebecchi PAG 20 : “AFTERHOURS” live report di Stefania Brunetta PAG 22 : “PAT METHENY”, di Denise Zanin PAG 23 : “Gli Indimenticabili Dimenticati”, di Fox [“Killing Time”] PAG 25 : “ASSALTI FRRONTALI”, live report di Marco Dalla Stella PAG 26 : “CARMEN CONSOLI”, live report di Antonio Lo Giudice PAG 27 : “LUSH RIMBAUD”, intervista di I. Rebecchi PAG 28-29 : BIGGEST EVENT CALENDAR PAG 30-31 : “UNDERGROUND MAP” di DjD [ trova il tuo locale preferito ] PAG 32-33-34-35 : “NIGHTCLUBBING” di S&V [ i migliori locali sostenuti da Sound & Vision! ] PAG 37 : “KANI”, di Marco Dalla Stella PAG 37 : “ZERO IN ON”, intervista di Ilaria Rebecchi PAG 39 : “WISHBONE ASH” di Filippo Leonardi PAG 42 : “BEDROOM REVOLUTION”, di Sir Taylor (Young Marble Giants) PAG 43 : “Gli Indimenticabili Dimenticati” di Fox (Grace Slick Manhole) PAG 45 : “PANIC AT SHINDY FESTIVAL” di DjD PAG 51 : “DEFTONES” speciale di Michele Lopresti PAG 54 : “CINE PREVIEW”, di Ilaria Rebecchi (“Sex & Drugs & Rock'n'Roll”) PAG 54 : “I'm Old & My Moviess Too” – di DjD (“La Decima Vittima”] PAG 56 : “NOLAC”, intervista di Marco Mantovani PAG 57 : “THE ISLE OF ART”, di Ambra Rebecchi (“Utopia Matters”) PAG 58 : “S&V OFFICIAL POINTS” [ il modo più semplice di trovare Sound & Vision nella tua città ] 6 “STATE A SENTIRE” di I. Rebecchi "We were not there for the beginning” TEMPELHOF "Silly Lilly” ZERO IN ON "Condor” NEDRY Monotreme Rec. 2010 genere: trip hop web: myspace.com/ nedrymakesmusic 2010 genere: Dark web: www.myspace.com/ tempelhofband Anno: 2010 genere: brit rock/ garage web: myspace.com/zeroinon Svizzeri, originali, alternativamente indie e capaci di sperimentare: gli Zero In On trasudano il nuovo rock che avanza, tra fascinazioni british e un incedere massiccio di tessuti sonori che sfociano nel post punk. Dopo aver coverizzato niente meno che While My Guitar Gently Weeps, con grande successo mondiale, e dopo “Pillow Talk” e “The Oblivion Fair”, ecco spuntare “Silly Lilly”, un trionfo di garage rock che smorza l'etichetta pop, e che si accentua in quella dismessa vocalità così accalappiante ma diretta in perfetto accordo con un drumming incessante in simbiosi con le chitarre lisergiche. Si, ricordano gli Strokes, ma sono figli dei Pixies. E la riprova è nella title-track: potente, corale, radiofonica e modestamente e coraggiosamente inglese. Divertenti come i Kaiser Chiefs, con minacce rock e coscienza musicale. Approvati! I mantovani Tempelhof trasudano ipnotismi di un espressionismo costruttivo di matrice berlinese, tra incandescenze post rock, fascinazioni dark wave e un sodalizio azzeccato alla Brian Eno con l'elettronica nordeuropea. Il tutto per un album, dal titolo lunghissimo e spiazzante, che riconduce ai Bauhaus e a Thom Yorke, nella costruzione di 10 brani di assoluto pregio artistico, contemplanti malinconie post industriali ed alienate, cinematografie disilluse e chitarre marziali mitigate dal piano nostalgico. E se Ten Years After stabilizza dolenti tastiere e beats strazianti, Frequency è bellezza ambient, la title-track conclude l'album in esasperazioni coinvolgenti e stranianti in inquietudini naufragate, The Black Calypso affascina per il vortice elettronico e Alice incendia sobrietà magnifica ed evanescente. Il perfetto risultato di due giovani geniacci della musica che risaltano il proprio contesto sociale di periferie piovose ed inverni interminabili. Favoloso. VOTO: 8/10 VOTO: 8+/10 Sublimi londinesi doc, i Nedry, pompatissimi in patria, a ragion veduta, e già considerati la nuova promessa del trip-hop e dell'elettronica mondiale, spuntano fuori con questo “Condor”, esaltazione forsennata di assonanze futuristiche e disciplina classicista nella creazione di spettrali atmosfere a metà tra il dub, l'indie, l'elettronica e il pop. Percussioni morbose e sensazionali, sostengono la voce eterea e fantasmagorica, tra fascinazioni modaiole alla Bijork, innovazione e semplicità uditiva, al punto che a fine dell'ascolto dell'album c'è da chiedersi se il trip-hop non l'abbiano inventato loro. E c'è da rilassarsi. A42 è trionfante ed ipnotica, Four Layers Of Pink sublima le suddette atmosfere dark-electro, tra richiami animaleschi e un gusto sintetico idilliaco alla Royksopp, mentre la titletrack è ritmata e sostenuta dalla sempre tetra vocalità, vincente. Coinvolgente vortice emozionale in musica. manuale. Forse il punk è morto decenni fa, ma gli Edible Woman ne leggono il testamento, rendendolo contemporaneo tra approcci dal pop all'abrasione sonora. Eccezionali! VOTO: 9/10 7 “IN BRIT” di C. Cristofari & M. Peotta grande libertà interpretativa, e Ross. Non c'è una preferita, va “L'ULTIMA RISATA” - SPECIALE non vi è da parte loro nessuno ascoltato tutto e apprezzato per Partiamo subito da un presupposto: questo quarto lavoro in studio della band marchigiana non è un album come gli altri. Non è un album come gli altri loro precedenti, e non è nemmeno un album con caratteristiche solite rispetto ad altri che generalmente troviamo sugli scaffali dei negozi di dischi o che si possono trovare nei selettori on-line. E' un album complesso, con una storia ben precisa da raccontare. L'idea prima, che si cela dietro queste 13 tracce sta nel raccontare un film muto degli anni '20 dal titolo “L'ultima risata” del regista tedesco F.W. Murnau uscito nelle sale di Germania il 23 dicembre 1924. Questo lavoro pretende di sonorizzare emozioni che a quel tempo, per la tecnologia esistente non potevano essere udite, ma solo “osservate” at t rave rs o fo t o gra m m i esasperati nelle gestualità e nelle situazioni. Un film dalla storia triste e decadente, che comunque propone un Happy ending, insolito per le composizioni di Murnau, famoso alle cronache anche per la prima regia di “Nosferatu, il vampiro”, pellicola poi ripresa con successo nei tardi anni '70. Ne “L'ultima Risata” il protagonista è il portiere del Grand Hotel Atlantic di Berlino ( nome ripreso per intitolare la prima traccia), dapprima rispettato e riverito, e che in secondo tempo, viene degradato e confinato dalla direzione a sorvegliare i gabinetti, situati giù in basso, nel sottosuolo. Il portiere si sente crollare il mondo addosso anche perché l'ambiente in cui vive, impietosamente lo deride. Ma il destino, e l'autore sono benevoli, e grazie ad una eredità dell'immancabile zio d'America, il protagonista ritorna nell'albergo, questa volta, come ricco cliente. Ora che abbiamo, un'infarinatura di questa grande opera, possiamo comprendere al meglio il lavoro di questi ragazzi, che per rendere ancora più vivide e sentite le emozioni che sa regalare un film muto, decidono di non utilizzare testi cantati, bensì lasciano libero sfogo all'interpretazione strumentale impreziosendola con vocalismi sopraffini che sanno colpire l'ascoltatore. E' una scelta che centra appieno il bersaglio. Le parole spesso, nel tentativo di definire le emozioni, riescono solamente ad ingabbiarle, od ancora peggio sminuirle e filtrarle. In queste 13 canzoni, collegate talvolta tra loro, c'è solo spazio per una pretesa di definizione verbale di tutto quello che durante il film accade. Ci viene data solo una linea guida base, un canovaccio che ritroviamo nei titoli dati alle canzoni, che raccontano il percorso psicologico ed emotivo affrontato dal protagonista, in ordine cosi disposto: L'Atlantic Hotel, Ritorno a Casa, Der Letzte Mann( trad. L'Ultimo Uomo), La Lettera, La Livrea, Il Furto, Etere, Il Risveglio, Lo Sprofondo, La Vergogna, Comari, Il Pentimento, L'Ultima Risata. Un ottimo album, che suona molto RadioHead (nelle l o ro c o m p o s i z i o n i p i ù complesse) , talvolta Sigur quel che sa trasferire all'ascoltatore durante tutto lo svolgimento della storia. Anche non sapendo quel che sta dietro a questa composizione si percepisce che un significato c'è, che una direzione c'è, ed è ben precisa. Questo è il punto forte da rimarcare, soprattutto in un periodo in cui, trovare identità dignitose dentro a composizioni musicale risulta difficile. Un album la cui preoccupazione principale non è certo quella di scalare le classifiche, ma quella di stupire l'ascoltatore. I Drunken Butterfly, a mio avviso ci sono arrivati in pieno. IMAGO TATTOO MENTIS STUDIO Via Robert Baden Powell 45 Costabissara (Vi) Tel 0444.971503 Email [email protected] “Live Report” by Marilù Cattaneo (MI) - Photo by Cecilia Gatto WILD BEASTS - CIRCOLO MAGNOLIA, MILANO - Ooohh, proprio quello che ci voleva: un concerto equilibrato, s e n z a u n a s b avat u ra , addirittura scenografico. Sul palco interno aprono i bravi Iori's Eyes, un gruppo indie milanese che finalmente sta avendo il riguardo che si merita. Sotto il tendone del Magnolia le luci si abbassano a un'ora (una volta tanto!) decente, e nel buio totale entrano i 4 ragazzi inglesi. Si d i c eva , u n c o n e r t o scenografico: le luci basse, con pochissimi effetti, e con un incredibile fondo palcoche richiama il cielo stellato. In questa atmosfera le loro canzoni risaltano, la voce incredibile nella sua estensione di Hayden Thorpe, quella profonda di Tom Fleming, l'interscambiabilità dei due che si alternano a chitarra, basso e synth. L'inizio è fulminante: fun powder plot - this is our lot - all the king's men. Richiamano molte suggestioni, i Talkig Heads in primis. Il concerto presente una netta predilizine per i brani del loro secondo lavoro, two dancers. Le linee di basso si sentono preponderanti in molti passaggi, ma non disturbano mai. A Bologna hanno optato per una insolita accoppiata con i these new puritains, come dire, la solarità non fastidiosa dei primi contro la cupezza profonda e intrigante dei secondi, e questa scelta è stata se non criticata quantomeno criticabile. A Milano, invece questi concerti sono stati "sdoppiati": un po' un salasso economico ma 9 insomma, una decisione giusta. Ogni esibizione ah un cuore, attorno a cui tutto ruota, e qui si è trattato di two dancers e two dancers II. Lo capisci, quando sta per arrivare questo momento, perchè si crea quella tensione percepibile anche per lo spettatore più distratto, quello che se ne sta in zona mixer con la birretta in mano, magari stanco per il lavoro o preoccupato per il prossimo esame.Dopo un'ora abbondante di ottima musica, i bis sono affidati a hooting & howling e a empty nest. Tra il pubblico qualcuno ha scorso Francesco Bianconi. Vorrei sapere perchè io no, accidenti. ARTY PARTY Vicenza, 28-30 maggio 2010 Musica, fotografia, graffiti, video. Tante realtà diverse fra loro, che spesso vengono distinte e separate, ma che in fondo fanno parte di un'unica sfera: l'arte. Arte come filosofia, arte come stile di vita, arte come divertimento, arte come festa. Arte o meglio… Arty come Party. Il 28, 29 e 30 maggio tutto ciò diventerà realtà. Tre i giorni che vedranno gli artisti dare vita all'Arty Party. Il giorno dell'inaugurazione, venerdì, apriranno, verso le 18, tutte le mostre. Dj e vj si esibiranno in coordinato dall'aperitivo, mentre l'ospite della serata sarà dj Spiller. (di Giovanni Vasto) Dopo il grande successo di Tronica tornano i Lazer Sword (www.myspace.com/lazersword). I due di San Francisco si apprestano ad invadere i migliori club europa (tra cui il Fabric di Londra) con il loro micidiale mash-up di rap, electro, dubstep e grime. Un live set ad altissimo tasso di improvvisazione da parte di Lando Kal e Low Limit, le due menti dietro il progetto Lazer Sword. Ad aprire e chiudere la serata si alterneranno i migliori dj's e producer della scena vicentina, riuniti sotto il nome di "Homies Beat Squad", LAZER SWORD aspettatevi vibrazioni dal futuro a base di hip-hop, dance, @ Mac Prive' (ex Jammin) - Vicenza glitch e techno.Tenetevi pronti, sara' come una surfata ai mille all'ora giu' per la discesa di un vulcano.www.getbeat.it 21.5.2010 h. 22.00 “Live Review” di E.Virago - Pict by SGP 10 ROISIN MURPHY Impossibile dimenticare pezzi cult come 'Sing It Back' e 'The Time Is Now'. I tempi dei Moloko (che lei stessa definisce 'un progetto congelato' ma in pochi crediamo ad un ritorno sulle scene) sono ormai lontani ma il 15 aprile il nostro incontro con Roisin Murphy ci ricorda questo e molto altro. L'appuntamento è a Milano all'Hangar Bicocca, location incredibilmente suggestiva (le avete viste le quattro torri di Anselm Kiefer che ci sono al suo interno? Maestose), allestita a festa in occasione di un mega party privato del noto brand di jeans Replay. Prima di incontrarla ne sentiamo parecchie sul suo conto. Qualcuno ci dice che fino a che non la vede di persona sul palco non ci crede che arriva. Che è bizzarra, lunatica e a volte capricciosa. Che viaggia solo in business class e dorme in hotel a 5 stelle. Che quelli della sua casa discografia hanno rescisso il contratto perché costava una follia mandarla in giro a suonare. Per noi è un'icona fashion, una musa, e a Milano tutti la vogliono. Dagli appassionati di musica ai fashion victim: vogliono sapere dov'è finita, che programmi ha, cosa c'è nel suo guardaroba, cosa indosserà per la sua gig. Ed è un sogno che diventa realtà quando abbiamo il piacere di incontrarla. In giro per Milano prima, a fare shopping per lei e la sua bambina, e sul palco di questa favolosa festa da 2.500 persone dopo. Prima dello show, seduti nella tranquilla area backstage lontani dalla folla che già la chiama a gran voce, ci racconta che è reduce da una permanenza in Irlanda, suo paese di origine, di circa 6 mesi. Lì ha trascorso l'ultimo periodo della gravidanza prima di dare alla luce la sua bimba, Clodagh. Periodo di riflessione ed insieme di estasi, dove si è goduta 'il paesaggio rilassante e la vista delle pecore'. Parlando di Malcom McLaren è stato naturale chiedere quale dei suoi progetti ha preferito. Risponde i Bow Bow Bow. Come se non bastasse ci confessa che è una fan dei Thin Lizzy, suoi connazionali. L'avreste mai detto? La neo mamma è pure punk. Quella sera suona dopo un energico live degli Hercules and Love Affair. E a noi rimane il ricordo di come ha fatto ballare la folla quella sera, la gente letteralmente impazzita che cercava di immortalarla e i tre bellissimi pezzi che ha cantato con il suo carisma interpretativo e l'attitude 'indie-friendly' mentre mixava. 15 “ROCK ICONS” di I. Rebecchi RAMONES I Ramones furono tra i gruppi più rivoluzionari della storia del rock e sebbene la loro carriera non possa essere effettivamente identificata nella schiera del punk, di questo stesso movimento f u ro n o t ra i m aggi o ri precursori. La storia della band newyorkese comincia nel marzo 1974 quando, per la prima volta, si esibirono dal vivo per pochi eletti. Il nome della band era tratto da uno p s e u d o n i m o d i Pa u l McCartney e ogni c o m p o n e n t e l o aveva sostituito al proprio vero cognome. La primissima formazione era composta di tre soli membri: inizialmente, Joey, Johnny e Dee Dee "Ramone". Poco dopo la formazione aumenta con l'arrivo di Tommy "Ramone" alla batteria e, il 16 agosto 1974, i Ramones debuttano al CBGB's, inaugurato l'anno precedente, collocandosi ben presto, insieme a Television, Patti Smith, Blondie, e in seguito Talking Heads e altri, tra i più importanti esponenti di quel piccolo locale di NY che presto sarebbe diventato il celebre e pittoresco tempio della new wave, frequentato anche da intellettuali ed esponenti di spicco dell'undergound newyorkese come Lou Reed, John Cale e Andy Warhol. Furono gli inizi di una lunga carriera che, durata più di venti anni e travagliata da alcuni cambiamenti d'organico, si è definitivamente conclusa nel 1996, un anno dopo l'uscita di “Adios Amigos”, quindicesimo album. Una ricetta semplice, alla abse della quale c'è sempre stata la coerenza di non modificare le linee dello stile del gruppo, fatte di brani o re c c h i ab i l i , s e m p l i c i , frizzantemente a metà tra rock'n'roll e proto-garage, con ballate pop, e qualche cover ripescta in chiave moderna. E se oggi i Ramones sono tra le rock-band più tributate di tutti i tempi, fino alla recente compilation-tributo “We're a Happy Familiy” (2003), che ha visto la partecipazione di artisti di fama internazionale quali, tra gli altri, Eddie Vedder, Tom Waits, U2, Metallica, Red Hot Chili Peppers, al nostro cospetto si prostra la varietà stilistica che i 4 Ramones riuscirono a creare a metà degli anni '70, dando il la a quel rock minimalista che col tempo sarebbe pois tato rielaborato dal punk e dalla new wave, esaltandone forma e contenuto. I Ramones tentarono consapevolmente di recuperare le radici del rock che, all'epoca sembrava aver perso parte della vitalità originaria dei 50s e 60s; ma, la volontà di dar vita ad una qualche novità prese la forma della messa in discussione dei valori più condivisi del rock mainstream, a cominciare dalla stessa icona della " ro ck s t a r " : i R a m o n e s introdussero un "anti-look" che, esasperando i tratti d i s t i n t iv i d e l l a s t e s s a quotidianità, diventò a sua volta un originale look, fatto di giubbotti di pelle, t-shirts aderenti, jeans strappati e scarpe da tennis, e che sembrava burlarsi del mondo. E questa dissacrazione fu maggiore ancora dal punto di vista della musica, grazie al trasporto dellos teso rock in psicosi realtà tangibili, fatte di poca musicalità che lasciava spazio ad una grande apertura intellettuale atta a democraticizzare il rock stesso: loro potevano farlo, quindi chiunque. Come poi i Sex Pistols. Ma non era mera derisione della tecnica musicale, ma piuttosto un deliberato rifiuto di un certo tecnicismo che, nei primi anni 70, diventava fine a se stesso a discapito della ribelle s p o n t a n e i t à gi ova n i l e, dell'immediatezza e del desiderio di divertire e divertirsi. Pochi accordi, chitarra distorta, sezione ritmica pulsante, pochi abbellimenti, e a voce particolare di Joey Ramone. Il tutto in due minuti a canzone e con testi deliranti pronti a confermare il disimpegno della band verso la serietà di un vero musicista, tra sole californiano, trbe giovanili, amori adolescenziali e momenti demenziali. “Ramones”, album d'esordio uscito nell'aprile 1976, con "Blitzkrieg Bop", "Beat On The 16 “ROCK ICONS” di I. Rebecchi brat", "53rd & 3rd", "I Wanna Be Your Boyfriend" e “Judy Is a Punk, poco più di mezz'ora di durata, lascia senza parole pubblico e critica del tempo: brillante, essenziale, ed irriverente, un rock scarnificato e coinvolgente che non lascia tempo per riflettere, ma fatto di canzoni di una società che va sempre di fretta e in cui anche la musica non può essere più quella di una volta, ma è profondamente immersa e partecipe di quella vita metropolitana caotica e f ra m m e n t at a c h e e s s a rispecchia e, con sguardo divertito, esorcizza. Con “Leave Home” (1977), “Rocket To Russia” (1977) completava si consolida il sound della band. Dopo il concerto al Roundhouse di Londra il 4 luglio 1976, il primo fuori dagli States, in cui i quattro entusiasmano il pubblico londinese, i Ramones a portare a Londra quella ventata di novità grazie alla quale l'underground di New York Dolls e Richard Hell, importato da Malcolm McLaren, e il pubrock londinese, diedero vita a q u a l c o s a d i ve ra m e n t e diverso: il punk. In realtà però, al "punk" per i Ramones non appartennero mai del tutto e, forse, quel movimento fu addirittura un freno alla loro carriera perché nella loro musica non c'era spazio per l'inquietudine autodistruttiva dei Sex Pistols, per l'impegno sociale dei Clash o l'atmosfera alienata e decadente di Siouxsie e dei Damned. Allo slogan del "no feelings", sancito dal titolo di un pezzo dei Sex Pistols, i Ramones c o n t rap p o n eva n o s i n dall'inizio "I wanna be your boyfriend", in cui si canta di una "sweet little girl"; al nichilismo e all'impegno sociale I Ramones sostituivano la strafottenza, all'angoscia esistenziale un'energia positiva che la loro musica sembrava emanare, seppur dissacrante. Inoltre i q u at t ro n ew yo rke s i affondavano parte delle proprie radici anche in tematiche che il punk trascurò decisamente, come le love-songs e le canzoni strappalacrime adolescenziali che avevano conquistato i teens americani tra la fine degli anni 50 e i primi 60. Fondamentale menzionare "Sheena Is a Punk Rocker", brano energico, divertente, frizzante, funambolico, e che elegge i Ramones quali più genuini rock&rollers dei loro tempi. "Sheena" resta il brano più meritatamente celebre di “Rocket To Russia” ed è anche uno dei più rappresentativi e acclamati dell'intera lunga carriera della formazione, anche se nell'album non mancano tracce memorabili come la trascinante "Cretin Hop" e "Rockaway Beach”, mentre "Here Today, Gone Tomorrow” è un brano più soft e riflessivo che introduce anche la malinconia dell'amore perduto. Oltre 2200 concerti scandirono la carriera dei Ramones, a dispetto, invece, dei non roppo impegnati numeri di vendite dei dischi. “It's Alive”, straordinario live album uscito nel 1979 (e registrato a Londra, 31 dicembre 1977) ne sintetizza, ad esempio la prima fase della storia live. Con il quarto album, “Road To Ruin” (1978), che vede l'arrivo alla batteria dell'ex-Voidoids Marc Bell, ribattezzato subito Marky Ramone, il gruppo crese: mediante alcuni pezzi più lenti e curati, ma non per questo meno immediati, vengono maggiormente esaltate le mai rinnegate inclinazioni “pop” della band, sollevando tuttavia le critiche di alcuni fans. Oggi il risultato appare comunque convincente e brani come “ D o n 't C o m e C l o s e ” , “Questioningly” e la cover di “Needles And Pins” arricchiscono il repertorio del gruppo di nuove sfumature. Nello stesso 1978, i Ramones cominciano le riprese per un film che ha come protagonisti se stessi, è “Rock 'n' Roll High School”, cheesce un anno dopo come l'omonima colonna sonora... I due album che seguono, “End Of The Century” (1980), impreziosito dalla produzione di Phil 17 “ROCK ICONS” di I. Rebecchi Spector, e “Pleasant Dreams” ( 1 9 8 1 ) , c o n fe rm a n o l a direzione “pop”: "Do You Remember Rock 'n' roll Radio?" dal primo, "We Want The Airwaves", The KKK Took My Baby Away” e la dolce e struggente "7-11”. Nel corso degli anni '80, la formazione alterna momenti di ripetitività a brillanti lampi compositivi: come "Daytime Dilemma", "Howling At The Moon" e "Chasing The Night" in “Too Tough To Die” (1984); "She Belongs To Me", “My Brain Is Hanging Uspide Down” e "Something To Believe In" in “Animal Boy” (1986); “I Wanna Live” e la preziosa ballata “Bye Bye Baby” in “Halfway To Sanity” (1987). Nel 1989 è la volta di “Brain Drain”, decimo album, in cui spicca la presenza di "Merry Christmas (I Don't Want To Fight Tonight)" e di "Pet Semetary", brano principale della colonna sonora dell'omonimo film ispirato al romanzo di Stephen King, da sempre grande fan della band n ew yo rke s e. I l l avo ro successivo, “Mondo Bizarro” (1992), nonostante lamenti la dipartita del bassista Dee Dee in favore del giovane C.J. Ramone, in qualche modo una rivelazione inattesa per una formazione con ormai parecchi anni alle spalle: i Ramones sembrano quasi ringiovaniti ed equilibrati, n o n o s t a n t e i re c e n t i contrasti interni. Degno di nota è anche il successivo “Acid Eaters” (1993), coveralbum del repertorio anni 60 (da Bob Dylan a Eric Burdon, dai Jefferson Airplane ai Creedence, dagli Stones agli Who, fino all'immancabile Brian Wilson). “Adios Amigos” (1995), l'album che annuncia lo scioglimento del gruppo, si apre con una cover il cui titolo non potrebbe essere più appropriato: "I Don't Wanna Grow Up" è l'ultima protesta del bambino interiore che non si rassegna, proprio no, a dover crescere ed affrontare la vita in modo serio e responsabile; è una rivendicazione della volontà di divertirsi senza pensieri, di giocare con la musica, di essere giovani… ancora un'ultima volta. Quell'ultima volta è il 6 agosto 1996, a Los Angeles: l'ultimo l ive d e i R a m o n e s, c u i prendono parte anche Eddie Vedder, Chris Cornell, Tim Armstrong e altri, pone fine ad una lunga carriera di successi, delusioni commerciali e grande passione. Il live è testimoniato in “We're Outta Here!” (1997). Gli anni che seguoniranno porteranno solo lutto, dal 15 aprile 2001, quando dopo una lunga battaglia contro un tumore al sistema linfatico, si spegne Jo ey R a m o n e, l ' e t e rn o teenager, lasciando come vero e p ro p r i o t e s t a m e n t o spirituale un album da solista, “Don't Worry About Me”: a cominciare dalla toccante e ormai arcinota cover di “What a Wo n d e r f u l Wo r l d ” , passando per "I Got Knocked Down (But I'll Get Up)" e l'emblematica title-track, il suo è un addio coraggioso e denso di amore per la vita, lontano anni luce da certi stereotipi “decadenti” del rock'n'roll. Esattamente al contrario, Dee Dee: autore di molti brani del gruppo e dalla personalità eccentrica, era uno che di quegli stereotipi aveva fatto uno stile di vita; nel giugno 2002, viene trovato morto per un'overdose di eroina così come, negli anni 70, era toccato al suo amico e collega bassista Sid Vicious. Appena pochi mesi prima della scomparsa di Dee Dee, i Ramones erano stati insigniti dell'ingresso nella Rock'n'roll Hall Of Fame. Infine, Johnny: era sempre stato il vero “duro” del gruppo (ex-marine e di convinta fede repubblicana) e, grazie alla sua determinazione e alla sua metodicità, era stato colui che aveva p e rm e s s o a l l a formazione di sopravvivere per tanti anni. Insieme a Joey, era stato l'unico membro sempre stabile. Nel 1984, Johnny aveva rischiato la vita in un incidente: a questo episodio si riferiva il titolo di un album del gruppo uscito quell'anno, “Too Tough To Die”. Ma nemmeno Johnny era davvero “troppo duro per morire”: vent'anni dopo, il 15 settembre 2004, un tumore porta via anche il granitico chitarrista inventore del “wall of sound” del punk. Disimpegno e proto-punk, irriverenza e ironia. MAGGIO 2010 Sabato 01 D.J. Conf + D.J. Cincilla Venerdi 07 D.J. Conf (Deep house) www.myspace.com/djconf Sabato 08 D.J. Omar R. (Deep house) www.myspace.com/rdjomar Venerdì 14 D.J. Omar R (festeggiamo il 14° ANNIVERSARIO) Sabato 15 D.J. Conf Venerdì 21 D.J. Omar R. Sabato 22 D.J. Bruno 19/71 (Tech house) Venerdì 28 D.J. Omar R. Sabato 29 D.J. Richy Sixchic (House/House cantata) www.myspace.com/richysixchic info: www.myspace/touchmeonenight - www.myspace/menageatrois08 “LIVE REVIEW” di S. Brunetta (Vi) - Pict by Valentina Giora AFTERHOURS L ive rep o r t a l t a m e n t e discutibile e innamorato: astenersi dalla lettura p e rd i t e m p o e a ri d i . Duemiladieci. Granteatro Padova quando fuori non è ancora abbastanza caldo da esser primavera ma nemmeno troppo freddo da essere inverno. Seduti su sedie per lo più vestite da fantasmini neri. No, non siamo abituati a vedere seduti immobili nel silenzio di un applauso che inizia e mai finisce a sottolineare la presenza di Xabier Iriondo sul palco, chitarrista storico dei nostri ammutinato qualche anno fa per seguire progetti personali, alcuni di gusto davvero eclettico. Il live inizia con Manuel che recupera da “Il meraviglioso Tubetto” un pezzo e lo legge come un attore davanti a questo pubblico misto e impercettibile, al di sotto di questo palco lontano. Una stranezza di corpi uniti assieme di diversa natura: fan storici, silenziosi passanti, inutili curiosi. Certo il prezzo del biglietto faceva selezione. Tarantella all'inazione e Tutto fa un po' male aprono la ferita d'un concerto nuovo fatto da una band rivisitata che solo la presenza di Xabier ci fa sperare che siam tornati al passato, maledetti oh noi, nostalgici. E' tutto un gioco di luci e di intrecci tra gli archi dei Gnuquartet, la batteria di Prette anch'essa malinconica ma di quella malinconia che strappa i vestiti ad una donna bella per lasciarla inerme. Esplode in uno show luminoso Musicista contabile facendoci comprendere che questa scaletta ci farà sudare, sempre seduti incollati scomodi su sedie malconcie travestite (male) dalle quali ci chiediamo se l'urlo di razionalità da Posso avere il tuo deserto più volte ripetuto, doloroso, non sia lo specchio del dolore di quest'anni, andati ormai. Seconda irruzione Emidio Mimì Clementi, si lo stesso Mimì citato in Bye Bye Bombay e le parole di “Donami una vacanza di pietra, senza memoria completa” e a questo punto non potete chiederci che non ci assalga il ricordo di Hai paura del buio. E provo schifo per l'esser vecchi dentro anche su senza finestra e desolazione quando si va a ripescare davvero nel fondo dei primi anni di cantato inglese dei milanesi. Entrate e uscite di Xabier e di Mimì costellano tutto il live come se vi fosse un commistione tra vecchio e nuovo, una metafora di quello che è questo concerto: arrangiamenti rinnovati, costruzioni iridescenti, parole d ' a l t ri t e m p i , p e rs o n e anch'esse pescate dal passato e si lo sono anch'io, lo siamo anche noi, lo siete anche Voi. Tra le maglie vi è anche un continuo parlato, del reading, dei racconti delle storie ad introdurre i pezzi. Manuel, il 20 pianoforte, Xabier, Mimì e Piccole Iene nell'immaginario collettivo di chi ti morsica da sotto, ti toglie la pelle e ride vedendoti morire perché sei tu il suo pasto. E' davvero bagnato Oceano di gomma per chi ne sa le origini e il trittico successivo Il paese è reale con Manuel Agnelli e i Gnuquartet, Punto G e Varanasy baby introduce ad un momento intimo dapprima con Ritorno a casa, racconto interpretato dell'amore di Agnelli per la propria residenza Natale “è solo una stupida villetta con uno sputo di giardino, ma sarà la prima cosa che comprerò, quando sarò ricco”e poi con uno scambio emozionante di letture tra Emidio Clementi e lo stesso front man degli afterhours nella dimostrazione d'affetto tra se stessi, in uno scorcio di vita reale vissuta. I bis sono tre e si continua con Pelle, poi la canzone dedicata alla figlia Orchi e streghe ed poi di nuovo Iriondo, Manuel, Clementi e male in polvere. Ci pare che tutti gli altri spariscano perché questi tre riempiono il palco peggio che il sole accecante, e ci bruciano gli occhi. La gente sta male e il mio ruolo chiudono più di due ore di concerto intense con una musicalità lancinante e d'autore. Una faccia dissimile per i milanesi che si re i nve n t a n o p e s c a n d o nell'antico avVincendo il presente. nuovo Bar CONTRA BARCHE - VI Live Review by Denise Zanin (VI) 22 METHENY ASTRA PAT L'ANDROIDE DEL JAZZ Tutti i concerti dalle 19 alle 21 Ven 7 - Les Manouches Bohemiens (Swing) Sab 8 - NDJAKASS FALL (AfroJazz) Dom 9 - Carlo Atti 4et (Jazz) Lun 10 - Hommage a Serge Gainsbourg (Jazz) Mar 11 - Oscar Marchioni Trio (Jazz) Mer 12 - Quartetto Maledetto (poesia, prosa e musica) Gio 13 - Nesso G (Jazz) Sab 15 - Miss Marple Musical Investigations (Nu Jazz) Dom 16 - Jam Session STATO DI FESTINA PERMANENTE Domenica Aperto dalle ore 16.59 Un virtuoso nel suo genere, un vero genio musicale, uno scienziato che ha studiato la musica sin nei suoi più arcani ed occulti misteri, un vero e proprio Maestro. Pat Metheny, 56 anni mascherati da una luminosa chioma ed un sorriso da ragazzino. Uno sguardo che svela tutta l'intimità che avvolge la singolare relazione con la chitarra. In tour per promuovere il suo nuovo progetto “Orchestrion”, ha fatto tappa al Palasport di Bolzano lo scorso 24 Febbraio 2010. Uno spettacolo quasi intellettuale, seguito con un clamoroso silenzio, dovuto perlopiù allo stupore che ha pervaso i numerosi spettatori dal momento della liberazione d e l l a “ G ra n d e B e s t i a ” . Accuratamente nascosta da un enorme telo rosso, la vera e spettacolare attrazione che Pat ha astutamente velato per la prima mezz'ora del suo concerto, era l'enorme robot meccanico adibito ad accompagnatore polistrumentista. Durante la serata l'Orchestrion prendeva lentamente forma attraverso le note della chitarra di Pat ed i comandi computerizzati sui cui agiva direttamente. La particolarità del marchingegno s t ava n e l l ' i n d i re t t a riproduzione dei suoni: il macchinario elaborato dal chitarrista non era infatti una base sonora pre-impostata, ma un vero e proprio androide che agiva meccanicamente sugli strumenti i quali suonavano realmente, agli ordini del M a e s t ro M e t h e ny. "L'Orchestrion era un progetto che era nella mia mente fin da ragazzino, quando osservavo m i o n o n n o, p i a n i s t a , armeggiare con più strumenti nel suo garage" ha raccontato al pubblico l'emozionato Pat Metheny. La scaletta ha toccato vecchi brani come la deliziosa “Make Peace” e “Sound of Water” dalla collaborazione con Mehldau in “Metheny Mehldau Quartet”, per poi passare alla serie di tracce previste dal prgetto “Orchestrion” (“Expansion”, “Spirit Of The Air”, “Entry Point”, “Orchestrion”, …). Gli indimenticabili, dimenticati by Fox 23 Massacre “Killing Time” (1981) Non un gruppo ma un progetto tra i tanti intrapresi a New York da Fred Frith, qui con la sezione ritmica dei Material: Fred Maher alla batteria e Bill Laswell al basso. Il trio riesce in questo disco a rappresentare al meglio il suono moderno di una formazione classica della musica elettrica. Killing Time è il momento più alto di creatività nato con l'ultima vera espressione del rock moderno più nota come no wave,che al tempo si era già quasi estinta. Il suono metropolitano e le ritmiche dirompenti, uniti ad un virtuosismo attento ed un background conoscitivo non da pochi riesce a tenere incollato chiunque all'ascolto, senza distrazioni, in un frenetico e dirompente esempio di nuovo jazz elettrico e libero. Senza respiro, così lo potrebbero avere intitolato, vista la durata breve dei brani che a volte sembrano frammenti estratti da lunghe composizioni, dove in pochi minuti il trio esprime l' essenza del suono elettrificato. Lo si potrebbe anche chiamaree “elettricità”, perchè qui il suono elettrico predomina in una simbiosi con le ritmiche precise, complesse e veloci impresse da Fred Maher. E poi ricerca sugli strumenti, Bill Laswell, da anni guru del suono basso, sviscera al massimo e con padronanza tutte le proprietà dello strumento a quattro corde, includendone i derivati, stick, basso a 6 corde ecc. Fred Frith bene si integra nell'aria di New York, nel ruolo di pittore sonoro con chitarre di nota firma o a g g e g gi a u t o c o s t r u i t i pennellando massicce dosi di colore anch'esso elettrico. Ricordo che nel 1981 l' ho eletto come miglio disco dell'anno, a riascoltarlo dopo tanti anni non ha perso nulla, risulta ancora attuale, una perla sonora dei nostri tempi, una profezia. Il seguito di Killing Time fu la grande fusione con i Golden Palominos di Anton Fier, da cui nacque l'indimenticabile primo album.I Massacre tornarono nel 1998 e pubblicarono altri tre dischi con Charles Hayward al p o s t o d i Fr e d M a h e r. SARTEA SARTEA SARTEA SARTEA SARTEA SARTEA SPECIALE VICENZA J orario concerti 19.00/21.00 AZZ Venerdì 7 DUBLE SEXTET WORKSHOP sabato 8 LES MANOUCHES domenica 9 BLUES IN DIFFERENT FORM , lunedì 10 GIANLUCA CAROLLO martedi 11 M.O.F. QUINTET mercoledì 12 KICCA & INTRIGO + Back To Black Dj Set giovedi 13 HONOLULU BLUES BAND venerdi 14 THE FAIR sabato 15 GIBELLINI TAVOLAZZI BEGGIO TRIO domenica 16 Back To Black Dj Set domenica 23 "Vero trio nordestino" venerdi 28 "From disco to disco" sabato 29 “Anima Caribe " ::::::: entrata gratuita e cosumazione facoltativa ::::::: start open events beginnig 21.30/22.00 - SARTEA - C.so S. Felice e Fortunato - Vicenza “Live Review”di M. Dalla Stella (VI) ASSALTI FRONTALI Pieffe Factory (GO) - 27 Marzo Premessa: di rap non capisco nulla e questo è stato il primo (e forse ultimo) concerto di questo genere a cui abbia mai assistito. Quella che segue è pertanto l'impressione del tutto soggettiva e personale di un profano. Per quanto riguarda il mio rapporto con il rap, infatti, gli Assalti Frontali rappresentano un'eccezione. Sono gli unici che mi hanno saputo coinvolgere grazie a dei testi intelligenti, mai banali, taglienti e impegnati, che li hanno resi un esempio se volete raro di coerenza e impegno sociale, sempre in prima linea a denunciare ingiustizie e ipocrisie nel loro inconfondibile stile. E' con queste premesse che giungo quindi alla Pieffe Factory, in quel di Gorizia. Un locale minuscolo, privo di barriere tra pubblico e palco e con una sana ed innata aria underground, riempito da un pubblico estremamente eterogeneo. La maggior parte sono ragazzi normalissimi (facendone un mero discorso di vestiario), ma è bello vedere fianco a fianco sotto lo stesso palco rapper vestiti-enormicappellino-storto e punk di vecchia scuola chiodo&cresta. Segno che gli Assalti sanno essere band trasversale, capace di veicolare il loro messaggio ad una schiera ben più ampia dei soliti fan della prima ora. L'ambiente è piacevolmente informale e quando Militant A sale sul palco con la sua crew sembra di 26 essere davanti ad un concerto di metà in versione-Gelmini), "Zero quattro amici delle superiori Tolleranza" ma anche "Batti il tuo piuttosto che di una delle più influenti band rap italiane dell'ultimo decennio. E anche lo spettacolo che i tre rapper + dj mettono in piedi nella ora e poco più seguente sarà caratterizzato da una fantastica interazione col pubblico, che non sfocia mai in caos o frenesia. Verrebbe da dire che nelle stesse condizioni un concerto di musica, ad esempio, hardcore sarebbe stato invivibile a causa di pogo, body surfing ed invasioni di palco. La staticità infatti è stata l'elemento che più mi ha interdetto (forse l'unico): un locale gremito di gente che raramente va oltre il ciondolare e alzare la mano a palmo aperto di tanto in tanto. Solo con i brani più forti l'atmosfera si scalda un po'. "Giù le lame", "Un cannone me lo merito", "Il Rap di Enea" (metà in versione originale e 26 “Live Review”di A. Lo Giudice ( VI) sorprendente intermezzo davvero. E non solo per l ' at t e g gi a m e n t o m e n o danzereccio molto anni '80 nel LA NUOVA ONDA DI CARMEN distaccato e più sornione con il quale Carmen ha canticchiato New Age Club 16.04.2010 Caschetto nero e basso a tracolla: non fosse che sono innamorato di lei dai tempi del liceo (da quando i miei compagni che guardavano San Remo commentavano schifati “ma come cantea quea là?!”), le avrei chiesto la mano ieri (ohibò, sono già sposato!) saltando sul palco un paio di minuti dopo l'inizio del concerto: “Carmen, se non vuoi prendermi come marito, almeno fai di me il tuo valletto!”. A parte i commenti su estetica e portamento, la mia conterronea ha mostrato venerdì sera un nuovo volto artistico, a mio modesto parere il suo migliore ad oggi- così come il concerto del new age è stato in assoluto il migliore dei suoi (boh, sei o sette) che ho visto ad oggi. C'è da dire che Carmen mai si ripete- ogni disco fa storia a sé e i tour ancora di più- ma ieri sera mi ha per la prima volta entusiasmato per tutte le due e rotte ore dello spettacolo. Ascoltando l'ultimo disco “Elettra” (bello, ma non il suo capolavoro), mi aspettavo un concerto acustico, quasi in punta di piedi. E, invece, gruppo scarno (lei voce e basso, un chitarrista, un batterista e un tastierista), arrangiamenti new wave, sfuriate distorsive finalmente catartiche (nei suoi concerti precedenti le chitarre i m p l o d eva n o, p i ù c h e esplodere) e meno pretese da cantautrice. Insomma, questo giro mi ha dato l'impressione che su quel palco si divertisse pubblico (a tratti lei, come personaggio, era davvero divertente), ma anche per i brani scelti- roba da presa sicura, fin dal trittico iniziale “Bambina Impertinente”, “Matilde Odiava i Gatti” e “Mio Zio”. L'eliminazione della seconda chitarra in favore delle tastiere ha reso il suono del gruppo meno cupo e ha conferito agli arrangiamenti una sfumatura anni '80 inattesa e (almeno dal sottoscritto) apprezzatissima. I brani di “Elettra” vengono totalmente snobbati (solo tre in scaletta), ma questo non mi ha stupito più di tanto: le ovvietà da tour promozionale non sono mai andate a genio alla cantantessa, e ricordo, ad esempio, come evitasse accuratamente di suonare dal vivo “Fiori d'Arancio” nel periodo in cui era un tormentone radiofonico. Ieri, invece, non si è fatta mancare neanche questa freccia, con gran gioia del New Age gremito, che, a dirla tutta, aveva accolto l'inizio del concerto con qualche fischio a causa del ritardo con cui era iniziato. Sciocchezze presto dimenticate. “Geisha” è la solita apoteosi di grida e distorsioni- liberatorie, finalmente!- nonché uno dei vertici del concerto, assieme a “Baciami, Giuda”, con un “Material Girl” e “You Spin me 'round”, a riprova del fatto che ieri si sentiva parecchio teenager. Non sono mancarti momenti più sperimentali come la lunga e disperata “Komm Wieder” o insoliti come la cover dei Throwing Muses “Devil's Roof”. Conclusione del concerto affidata all'esplosione ormonale di “Stato di Necessità” (meraviglioso e ap p aga n t e i n n o a l l a frustrazione sessuale). E dire che venerdì avevo deciso all'ultimo momento di andare al New Age…. “Exclusive interview”di Ilaria Rebecchi LUSH RIMBAUD 6 indie-label hanno prodotto “The Sound Of The Vanishing Era” album con cui il quartetto italiano acquista potenza ai limiti del post-hardcore, grazie a acidità alle chitarre e sonorità pesanti come macigni. E loro si raccontano… Da “Action From The Basement” al nuovo “The Sound Of The Vanishing Era”: d i f fe re n ze, evo l u z i o n e, aspettative? Sicuramente “Action” era un disco più diretto, strutturato ed immediato, mentre il nuovo lavoro è il risultato di diversi mesi passati a c o m p o r re, s c o m p o r re, cancellare, sconvolgere totalmente la nostra musica e il nostro modo di pensarla. Quando credevamo di aver terminato un pezzo, qualcuno di noi arrivava con una nuova idea da aggiungere o con un cambiamento, ed ecco che la canzone finiva per essere totalmente diversa da quella con cui eravamo partiti. Durante questo periodo abbiamo anche passato molto tempo ad ascoltare nuova e vecchia musica, questo ci ha dato moltissimi stimoli che hanno contribuito a determinare il processo compositivo caotico ed apparentemente senza senso che ha caratterizzato la fase precedente alle registrazioni. Non sappiamo cosa aspettarci da “The sound of the vanishing era”, speriamo venga recepito bene dalla critica. Per ora le vendite ai nostri concerti stanno andando bene e il pubblico gradisce la formula del “vinile più CD incluso” che abbiamo adottato. Il vostro sound sembra un mix crescente e molto originale di psichedelica, nu-rave, hardcore, noise, post punk e kraut rock: cosa vi ispira e come mai la matrice esterofila sembra essere p re d o m i n a n t e ? I nostri ascolti spaziano dal rock all'elettronica, passando per il funk, oppure dal delta blues anni '30 all'eclettismo dei giorni nostri. Siamo letteralmente dei divoratori di musica, l'importante è che sia buona musica, fatta con passione, con l'intento di dare qualche cosa al mondo e non creata per il mero scopo di rimpinguare le proprie o altrui tasche. Sicuramente i generi che hai citato (tranne il nu-rave, termine che molti ci appioppano, ma che non abbiamo ancora capito bene cosa significhi) sono quelli con cui siamo cresciuti e che tutt'ora ascoltiamo, con un'attuale predilezione per la psichedelia, il post punk ed il kraut. Per quanto riguarda l'esterofilia, non possiamo certo ispirarci alla musica italiana di oggi...hai mai provato ad accendere la radio? L'ultimo album è stato inoltre coprodotto da 6 label: come mai? E quale è la situazione delle etichette indipendenti oggi? Le label sono spesso gestite da una o due persone che per passione e follia decidono di produrre il disco di una band semi sconosciuta con prospettive economiche pari a zero o addirittura in perdita. Questa, tranne qualche caso sporadico, è la situazione delle etichette indipendenti in Italia e nel mondo. La scelta di coprodurre l'album con 6 etichette nasce innanzitutto dal rapporto umano che ci unisce alle persone che gestiscono queste realtà. Poi, in un Paese culturalmente in declino e in cui non si vendono più dischi, l'unione fa la forza. Alcuni marchi come Hot Viruz, Narvalo suoni, Sweet teddy e Bloodysound, hanno radici delle nostre parti (le Marche) e ci supportano da anni, altri come From Scratch di Firenze e Brigadisco di Itri (LT) hanno semplicemente creduto in noi dopo averci visto suonare o dopo aver ascoltato un nostro disco. Senza di loro non avremmo potuto stampare il vinile e per questo non finiremo mai di ringraziarli. Errico Malatesta: in copertina, a fare da Cicerone all'album… Errico Malatesta è stato l'attivista anarchico promotore della famosa Settimana Rossa ad Ancona nel giugno 1914. E' un simbolo, seppur oggi ormai dimenticato, della nostra città. La scelta di utilizzare alcune brevi parti del suo saggio "The Tragic Bandits" è nata un po' per caso; volevamo inserire un reading sulla musica di "Sounds from a new era" e abbiamo trovato questo brano già tradotto in inglese che, seppur composto quasi cent'anni fa, s e m b rava d e s c rive re incredibilmente (e aggiungerei tragicamente) la nostra società attuale, in cui la distinzione fra ladro e derubato appare ormai capovolta e distorta, nonché passivamente accettata. L'interpretazione dal reading è stata poi affidata a Jan Noble, nostro amico londinese, poeta e batterista dei The Cesarians. La scelta invece di inserire Malatesta in copertina è dovuta a Rocco Lombardi, a cui abbiamo lasciato completa libertà creativa nel curare la veste grafica del vinile. Di conseguenza Malatesta è diventato una sorta di simbolo di quest'album: scrutando l'orizzonte a cavallo del camaleonte-mucca, scandisce il passaggio da un' era "vanishing" ad un'era "new", e accompagna l'ascoltatore nel viaggio sonoro che lo attende tra le 8 tracce del disco. Cantare in inglese, qui, oggi… L'inglese è la lingua della musica che suoniamo, delle band che ci hanno ispirato, dei nostri "padri spirituali"...ci sentiamo molto più legati all'inglese che non alla nostra lingua e quindi crediamo che un certo rigore filologico sia d'obbligo. Ad ogni modo tutto il nostro rispetto va a quelle poche band in circolazione che cantano in italiano senza suonare come "musica italiana", e non ci riferiamo a Moltheni, Afterhours, Marlene ecc. ma a R.U.N.I., Dadamatto e pochi altri. MAGGIO 2010 GIOVEDI' 6 MAGGIO 2010 ULAN BATOR (Init-Roma) PETE & THE PIRATES (La Limonaia-Fucecchio-FI) A PLACE TO BURY STRANGERS (Unwound-Padova) SAMUELE BERSANI (Arena del Sole-Bologna) ATARI (Circolo degli Artisti-Roma) L'AURA (Tambourine-Seregno-MB) ATLETICODEFINA (Teatro Blu-Milano) CRISTINA DONA' (Cinema Teatro Nuovo-Varese) VENERDI' 7 MAGGIO 2010 BOB SINCLAR (Club Modà-Erba-CO) ULAN BATOR (Kingston-San Nicola La Strada-CE) THE DEPRECIATION GUILD (Il Covo Club-Bologna) PETE & THE PIRATES (Plastic-Milano) A PLACE TO BURY STRANGERS (Bronson - RA) ATARI (Tambourine-Seregno-MI) LISAGENETICA (Circolo Guernica-Imperia) NINA ZILLI (Palatenda-Grugliasco-TO) PREMIATA FORNERIA MARCONI (Pala 2-Bassano d. G. - VI) MOTEL CONNECTION (Leoncavallo-Milano) GIANLUCA GRIGNANI (Teatro Massimo-Pescara) EDDA (La Locomotiva-Osnago-LC) PAOLO SAPORITI (Metissage-Milano) IORI'S EYES (Piazza-Talamona-SO) MINISTRI (Land of Live-Legnano-MI) G. PALMA AND THE BLUEBEATERS (Circolo Fuori Orario - RE) ELISA (Palasport-Padova) A TOYS ORCHESTRA (Circolo degli Artisti-Roma) STATUTO (Palazzo Granaio-Settimo Milanese-MI) SABATO 8 MAGGIO 2010 MADNESS + SKIANTOS (Palasharp-Milano) ULAN BATOR (Caracol-Pisa) A PLACE TO BURY STRANGERS (Init-Roma) THE DEPRECIATION GUILD (Brancaleone-Roma) PETE & THE PIRATES (Il Covo Club-Bologna) MINISTRI (Palaisozaki-Torino) G. PALMA AND THE BLUEBEATERS (Festa di Primavera - NU) FIORELLA MANNOIA (Auditorium Teatro Manzoni-Bologna) ATARI (Spazio 211-Torino) A TOYS ORCHESTRA (La Darsena-Castiglion del Lago-PG) DENTE (Xanadù–Como) DOMENICA 9 MAGGIO 2010 YOU SAY PARTY! WE SAY DIE! (Hana Bi-Marina di Ravenna-RA) STRENGTH APPROACH + MY OWN VOICE (United Club-Torino) NINA ZILLI (Terrazzamare-Jesolo-VE) CALAMARI (Circolo Magnolia-Segrate-MI) NUJU (Spazio DaSud-Roma) LUNEDI' 10 MAGGIO 2010 DANIEL JOHNSTON (Teatro Ciak-Milano) GIANLUCA GRIGNANI (Arena del Sole-Bologna) ELISA (Palaevangelisti-Perugia) MARTEDI' 11 MAGGIO 2010 DANIEL JOHNSTON (Sala Estense-Ferrara) LIARS (Unwound-Padova) FIORELLA MANNOIA (Teatro di Varese-Varese) MERCOLEDI' 12 MAGGIO 2010 THE BLACK EYED PEAS (Mediolanum Forum-Milano) DANIEL JOHNSTON (Auditorium Parco della Musica-Roma) WOLF PARADE (Locomotiv Club-Bologna) LIARS (Circolo Magnolia-Segrate-MI) DANIEL JOHNSTON (Auditorium Parco della Musica-Roma) ELISA (Palapanini-Modena) MARIAN TRAPASSI (La Casa 139-Milano) GIOVEDI' 13 MAGGIO 2010 THE RESIDENTS (Circolo degli Artisti-Roma) RUFUS WAINWRIGHT (Teatro Comunale-Firenze) WOLF PARADE (Spazio 211-Torino) MARK LANEGAN (Magazzini Generali-Milano) LIARS (Init-Roma) STATUTO (Piper-Roma) VENERDI' 14 MAGGIO 2010 ECHO & THE BUNNYMEN (Teatro La Fenice-Senigallia-AN) JETHRO TULL (Vaillant Palace-Genova) THE RESIDENTS (Estragon-Bologna) MARK LANEGAN (Circolo degli Artisti-Roma) LOU RHODES (Auditorium Parco della Musica-Roma) LIARS (Bronson-Madonna dell'Albero-RA) FIORELLA MANNOIA (Teatro Morlacchi-Perugia) STATUTO (Extra Cine Music-Recanati-MC) NINA ZILLI (Pim Pum Pam Festival-Cremona) MOTEL CONNECTION (Koko-Castelletto Cervo-BI) MARIO BIONDI (Gran Teatro-Padova) ARTURO FIESTA CIRCO (Area–Carugate-MI) SABATO 15 MAGGIO 2010 THE RESIDENTS (Teatro Leonardo da Vinci-Milano) RUFUS WAINWRIGHT (Conservatorio-Milano) ATARI TEENAGE RIOT (Init-Roma) THE HITMAN HEARTS + KILL CARRISI (United Club-Torino) ORIENTAL NIGHT FEVER (Auditorium Parco della Musica-Roma) MAXI B - 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(La Casa 139-Milano) LALI PUNA (Spazio 211-Torino) SOUND AND VISION NIGHTCLUBBING Desideri richiederci informazioni per il tuo locale? Chiamaci 349.1970263 - 0424.527995 o scrivici a [email protected] MILANO CIRCOLO MAGNOLIA TORINO sPAZIO 211 TORINO HIROSHIMA MON AMOUR VIA CIRCONVALLAZIONE IDROSCALO 41 MILANO - INFO : 02 7561046 VIA CIGNA 211 - TORINO INFO : 011.19705919 VIA BOSSOLI 83 - TORINO INFO : 011. 3176636 VIA 4 NOVEMBRE - MODENA Il Circolo Magnolia, luogo di socialità, divertimento e vivo scambio culturale, è IL PRIMO LOCALE AD IMPATTO ZERO IN ITALIA. Con i suoi 102 pannelli solari da 195w l’uno, il Circolo Magnolia propone una programmazione intensa e decisamente originale: live, dj set, party, festival, rassegne teatrali, presentazioni di libri e riviste, corsi di formazione, campagne di sensibilizzazione. Non ci si annoia proprio mai qui al Magnolia! Spazio Parallelo di Musiche Indipendenti. Che eludono le convenzioni e tendono a crearne di nuove ed attuali. Missione: dare ossigeno all'asfissia artisticaculturale scavando sotto la superficie dei consumi convenzionali in cerca di linguaggi e suoni nuovi. Non basta dire non importa. E’ semplicemente la musica a formare le nostre opinioni. Hiroshima Mon Amour opera dal 1986 nel campo della produzione e dell'organizzazione di spettacoli e di eventi culturali. Punto di ri fe ri m e n t o n a z i o n a l e e d internazionale per i grandi eventi e i festival musicali. Ex mattatoio recuperato, è una vera e propria sauna di suoni: funk, reggae, soul, rare grooves, afro, nu-jazz, bossa indie rock. Propone dj set e live con ospiti italiani e internazionali. Erede dello storico Left, è da dieci anni il circolo all'avanguardia nel panorama modenese per le sue proposte musicali e artistiche dove ampio spazio viene dato agli aspetti più sotterranei, sfuggenti e cool della realtà: dagli eventi dedicati ad artisti emergenti, ai concerti dei gruppi di base, al sostegno a varie campagne sociale ed umanitarie. MODENA VIBRA www.vibra.tv ROMA CIRCOLO DEGLI ARTISTI FIRENZE VIPER CLUB VIA CASILINA VECCHIA 42 INFO : 06.70305684 VIA PISTOIESE - VIA LOMBARDIA INFO : 055. 318231 BASELGA DI PINE’ - TRENTO INFO : 380.7325710 VIA DELLA CRUSCA - MESTRE Laterale Via Martiri Della Libertà Un locale che si è sempre proposto come spazio musicale dove avanguardia, sperimentazione e rock'n'roll sono di casa: musica italiana e straniera, emergente e originale, sostegno alle scene musicali in difficoltà, qualità e novità come obiettivi nella scelta della programmazione, impegno a non chiudere fuori nessun "genere" musicale e soprattutto, negli ultimi anni ed in prospettiva, ad ospitare le altre arti. Struttura polivalente, ritrovo per gli appassionati di musica. Qui potrai ascoltare serate all’insegna della musica rock, con programmazione di artisti internazionali il venerdì sera, mentre al Sabato troverete serate degne dei migliori club electro/house. Ottima acustica e bellissimo palco insieme a buone birre e raffinati drink rendono molto piacevole la permanenza nelle due piste da ballo del locale. Nuova anima per il Chalet de la Mot, oltre a riaprire come pub con 6 splendide spine di selezionata birra e ospitare numerosi live e dj set, vi delizierà con il ristorante aperto dal martedì alla domenica dalle 18 alle 24. Il circolo culturale Elefante Rosso nasce sulle tracce di un'etichetta discografica già attiva e distribuita in tutto il mondo, e che vorrebbe promuovere e sostenere varie forme essenziali nella musica e nell'arte. E' stato William Parker con il suo quartetto ad inaugurare il Music Club e a dare il via ad una serie di appuntamenti programmati e live music, workshops, seminari, artisti internazionali come Sandra Nkakè, Mark De Clive-Lowe (NZ, US) Paul Randolph (Detroit) e moltissimi altri ... VERONA LA LOGGIA VICENZA OVOSODO VICENZA SARTEA VICENZA SABOTAGE VENEZIA TRENTO CHALET DE LA MOT ELEFANTE ROSSO C.so GUA’ - COLOGNA V.TA INFO : 0422.41041 CONTRA’ PESCHERIE VECCHIE 12 VICENZA - INFO 0444.235315 C.so S. Felice 362 - VICENZA INFO : www.sartea.it Viale dell’Industria 12 - VICENZA INFO : www.sabotagebar.eu Situato nel centro storico di Cologna Veneta Il Loggia cafè è un perfetto punto di partenza per la vostra serata. Tutti i week-end con i migliori D.j. set. Chiuso il Lunedì In centro a Vicenza Ovosodo wine bar spazia tra ottimi vini al calice, 24 tipi di spritz, stuzzicherie fresche, cordialità, allegria e tanta buona musica. Per la nuova stagione 2009/2010 Ovosodo organizza ogni Venerdì sera esclusivi Dj Set, dalla ricercata musica elettronica, alla serata Soul Funk. Aperto dalle ore 9 alle 2. Locale storico di Vicenza che da anni allieta e propone importanti novità. JND Festival Electronic Music, che ha portato il Sartea a livelli internazionali grazie ad una selezione ricercata di djs di ottimo livello provenienti dai Clubs di Berlino, New York e Londra. Ambiente liberty, affascinante e ricercato che risalta la qualità del servizio. Chiuso Lunedì Nell'insidioso mare magno del NordEst , tra localini minimal, spritz bar, pre-post discobar, bella gente, musica a 360 e birra a fiumi si erge sparuta un'isola di salvezza! Un covo per chi cerca e vuole il Rock senza tanti complimenti e senza troppi compromessi! Per chi bada alla sostanza più che alla forma! L'ultima spiaggia per chi cerca un informale, rumoroso ed accogliente rifugio per il cuore e per le orecchie! Dal lunedì alla domenica! Musica, live show, Djset, bere, mangiare e buone vibrazioni. Let there be rock! VICENZA BAR ASTRA VICENZA DUE DI PICCHE VICENZA SHINDY CLUB VICENZA CONTRA’ GRANDA CONTRÀ BARCHE - VICENZA INFO : Via Gamba 17 - BASSANO D. G. VIA S. GIORGIO - BASSANO D. G. INFO : 0424.500.000 VIA BARBIERI 25 - BASSANO D. G. INFO : 347.7597201 Il centro di Vicenza, al centro del mondo, nel centro della musica! “Nuovo Bar Astra” powered by his eclectic owner Mopi and his amazing staff. Music every day, music every night ,,, music inside. Taste us and you never forget us! Peace & Love!Da non perdere i mitici concerti e dj set aperitivo. Aperto tutte le Domenica dalle ore 16.59. Unico nel suo genere, il "2 di Picche" offre beer&drinks accompagnati da ottima musica rock e dintorni per momenti shanty di puro divertimento!!! Per anime Rock. Lo Shindy Club da trent’anni è la discoteca dei bassanesi doc, informale ed “alternativa” offre serate di vario genere: il venerdì concerti live, il Sabato rock puro al primo piano, e musica elettronica nell’ Electric Ballroom. Avete presente la pubblicità “cosa sarebbe il mondo senza la Nutella?” Decisamente si abbina a “cosa sarebbe Bassano senza lo Shindy!”. Enjoy! . Aperto Venerdì e Sabato Alla mattina ottime colazioni a base di spremute di frutta fresca, a mezzogiorno e sera a far compagnia agli aperitivi : gustosi tramezzini, stuzzichini. Ogni sera potrete godervi i ricercati cocktails (ottimo Moijto), la sangria e una vasta selezione dei migliori vini. Al Ven e Sab i migliori djs della scena electro. Disponibile per feste private. Chiuso Lunedì VICENZA ZIO FREAK VICENZA SENSO UNICO VICENZA PORTA BREGANZE VICENZA OSTERIA RIVE VIA GAMBA - BASSANO D. G. VIA CASTELLETTO 6 - BREGANZE C.SO MAZZINI 138 MAROSTICA INFO : 345/2758203 INFO : 345/2758203 VIA RIVE 14 - CARTIGLIANO INFO : 348.8265815 L'arredamento caldo ed accogliente, e l'atmosfera che si respira ti fa sembrare a casa, le ottime birre ed i vini di grande qualità, sono sempre accompagnati da deliziosi stuzzichini, e a fare gli onori di casa ci sono Barbara, Manuela, Erika, Giulia, Alessia e Cristina che con i loro sorrisi vi conquisteranno. Organizziamo feste di laurea, compleanno addio al celibato/nubilato, eventi Sky, Musica live e serate Karaoke e con DJ. Chiuso il lunedì aperto dalle 07 alle 02. Dentro le bellissime e storiche mura del Castello Scaligero di Marostica un'ambiente moderno, raffinato ed elegante, in contrasto con l'area circostante ti affascinerà per il calore che trasmette, Monia ti conquisterà con la bontà dei suoi “spunciotti”, le bellissime Lorena e Vania per la classe con cui servono tutte le bevande. Un piacevole giardino estivo con vista Castello Superiore sarà presto reso operativo anche d'inverno per dare, a chi desidera fumare e bere all'aperto, un po' di comfort. Tra un mix perfetto di pezzi di design vintage anni ’50-’70 e di elementi tradizionali, Giovanna ha creato un locale unico nel suo genere, dove si respira un’atmosfera d’altri tempi. Pensare di essere arrivati in un esclusivo jazz club in una grande metropoli non è un azzardo! Cucina creativa, arte, musica il mix perfetto per un locale che vi darà mille emozioni tutte indimenticabili! Un tributo in stile "bacaro venesian" al mitico Freak Antoni, situato in una delle vie più movimentate e cool di Bassano! Chiuso il martedì VICENZA BARETTO TREVISO ZWEI BAR TREVISO TAVERNA AL GALLO TREVISO NEW AGE PONTE PAGNANO - ASOLO INFO : 0423.952761 FIETTA DI PADERNO D. GRAPPA INFO : 0423.53090 VIA TINTORETTO - RONCADE INFO : www.newageclub.it Posizionato sulla statale che va da Breganze a Marostica, con un ampio parcheggio sia di fronte che a lato, e arredato in modo un po' kitsch è particolarmente gradito ai giovani per i suoi colori vivaci e l'atmosfera sempre allegra, ravvivata dalle bellissime ragazze che vi aspettano sette giorni su sette dalle 06 del mattino fino alle 02 di notte. Oltre alle ottime birre facciamo delle Bruschette speciali, Panini, Insalatone e snack veloci adatti a tutti i gusti. Zweibar Ist Wunderbar! Ristorante non convenzionale con menù che cambia spesso e accompagnato da ottimi vini. Cocktail fatti a regola d' arte e snack diversi dai soliti, in più...... la Nostra Musica (vedi Rock Cafe). Per l' Aperitivo.... dal cicchetto, all' affettato al coltello, fino al pesce crudo. Ai piedi di Asolo e fornito di comodo parcheggio Zweibar è aperto dal Mercoledi alla Domenica dalle 17.30 alle 2.00. Prenotazioni allo 0423/952761. Ambara ba chi! Chi! Coko! Questa sera dove vò? Vado al Gallo in Valle San Liberale dove non si sta per niente male ... New Age Club è il rock club più esclusivo della parte nord-orientale della penisola. new age club è totale garanzia di professionalità e visibilità per gli artisti affermati da tutto il mondo. new age club è trampolino di lancio per le nuove realtà musicali. new age club è lo spazio di divertimento notturno senza vincoli anagrafici. lo staff del new age club vi dà il benvenuto per una nuova elettrizzante stagione di live allo stato puro! TREVISO ROKKAFE’ TREVISO ZION ROCK CLUB TREVISO ASHA TREVISO EDEN CAFE’ St. DEI COLLI - CASTELCUCCO INFO : www.rokkafe.com Via Vazzoler 30b - Conegliano INFO : 349.8820213 Via Fonderia 35 - TREVISO INFO : 0422.304280 VIA 15 Luglio - TREVISO INFO 340.1275245 Dal '91 il "ROCK" è indiscusso punto di riferimento per tutti quelli che (scusate lo snobbismo) la musica la sentono un po' di più. Precursori della DJ CULTURE i due fratellini preparano con i loro super collaboratori anche ottimi drink. Ricerca e coerenza sono alla base del bel connubio tra passato, presente e futuro che ha vita in questo posto. Dal Martedi alla Domenica dalle 17.30 alle 01.00 Info 3496027294 - 347737793 Ultima citta' libera del cult movie Matrix, contestualizzando nel proprio territorio il significato che il film da' di essa. Spirito di liberta' culturale, voglia di rinnovamento socio-comunicativo, promuovere le migliori espressioni artistiche nazionali ed internazionali. La programmazione del Circolo e' concentrata sulle serate del venerdi' e del sabato con concerti dal vivo e Dj Sets a seguire. Ogni Venerdi' e Sabato: Apertura Circolo: ore 22:00 Lo scenario cosmopolita di ASHA è dedicato al loisir, al piacere spirituale in cui emozioni e sapori si ampliano in una particolare armonia di sensi. ASHA offre un'esperienza memorabile in cui decor, illuminazione, acustica, grafica e staff risultano in perfetta sintonia tra loro, in un flusso di energia globale che avvolge e coinvolge chiunque. L'ospite è cuore pulsante e protagonista, anima di in un ambiente dall'appeal internazionale. Da qualche anno a questa parte si sta affermando come uno dei punti di ritrovo per la Treviso alternativa, quella che cerca lo spirito dell'osteria, magari con qualche accorgimento, ma senza snaturare lo stile easy dei bei vecchi tempi. La location è ricca d'atmosfera, in un ex cinema teatro, poco fuori le mura. Al Ven e Sab concerti d’autore e dj set sempre ricercati. Via Ponticello 40 - Molvena (Vi) INFO : 345/2758203 “Kani” di Marco Dalla Stella "ROCKABEAST" Kani Etichetta:Nicotine Records Anno : 2010 Genere : hard&heavy Voto : 7.5 I vicentini Kani ci sbattono in pieno volto un esordio al fulmicotone che lascia ben poco spazio alle repliche. Rock'n'Roll sanguigno, grezzo, s e l vaggi o e s e n z a compromessi, figlio illegittimo di Lemmy Killmister e cresciuto con Nashville Pussy, Motley Crue e compagnia cantante, con un sano background metal di vecchia scuola, una certa passione per il blues e una spolverata di street punk e hardcore. Il risultato è un pugno in pieno volto che travolge dal primo all'ultimo pezzo, con dei testi che non potrebbero parlare di altro se non di Sex ("Too Sexy For My Pants"), Drugs ("Proud Smoker", conserando il tabacco come tale) e Rock'n'Roll ("4 Bastards 4 a Roll"). Il disco è completo e oltre ad assalti da pogo indiavolato ("Nail'em Up", "Rockabeast") e brani da urla a pugno alzato ("Don't Steal My Boots", "Getcha Hellyeah") include anche un gran ben fatto stoner di 7 minuti ("Dead Soul Cowboy"), a dimostrazione che i quattro bastardi ci sanno davvero fare. Non resta quindi che consigliare Rockabeast, perché un ritorno alle origini, a quel rock fatto di "sudore, whiskey e chiodo" ogni tanto, può fare solo bene. Se a questo aggiungiamo una pregevole produzione targata Nicotine Records (praticamente un marchio di garanzia) non vi resta che procurarvi quest'album e spararlo a tutto volume mentre vi scolate una bella birra ghiacciata. E se il volume è troppo alto, significa che siete troppo vecchi. intervista Svizzeri, amanti dei Beatles, e molto più! Dalla Svizzera con furore: quale la scena musicale del vostro paese? A dir poco difficile! In Svizzera ci sono 4 lingue ufficiali che implicano anche culture differenti e noi, come minoranza, siamo messi davvero male. In Ticino mancano locali per la musica live e oltrepassare le alpi per noi è più difficile che andare “Exclusive Interview” di Ilaria Rebecchi all'estero. “The Oblivion Fair”, “Pillow Talk” e ora “Silly Lilly”: differenze, somiglianze e particolarità? A primo acchito i 3 album possono sembrare abbastanza diversi: “The Oblivion Fair” (la fiera dell'oblìo) un po' cervellotico, molto onirico e surreale, “Pillow Talk” (discorsi da cuscino) ha delle o m b re d a rk , u n p o ' melanconiche, ed è molto poetico. “Silly Lilly” (Frivola Lilly) è più diretto, forse spontaneo. In tutti i CD, però, è riconoscibilissimo il nostro stile, il power e soprattutto la timbrica vocale. Entriamo nello specifico di “Silly Lilly”: un concentrato di rock di matrice ora garage e ora brit… Ci fa piacere che tu descriva così l'album perché era proprio quello che volevamo ottenere. Tutti gli strumenti che compongono l'arrangiamento ( o t t o n i , p i a n o fo r t e, fisarmonica) sono suonati dal vivo; non si tratta quindi di campionamenti. Abbiamo anche usato strumenti, amplificatori e microfoni “vintage”, suonando chitarra, basso e batteria in presa diretta. I sintetizzatori inoltre sono completamente analogici. Tutto questo per o t t e n e re q u e l s ap o re garage/brit/rock. E che mi dite dei testi? Da cosa sono ispirati? Come tutto di questo album, anche i testi possiedono “fragranze” anni 37 '60. C'è per esempio un chiaro riferimento alla guerra nel Vietnam, nella lettera a un figlio mai nato (Sgt. Dylan Sand), in Welcome to the Moon si parla dello sbarco sulla Luna, Cherry Blossom è una ballata d'amore con parole mielose d'altri tempi… La cover beatlesiana vi ha resi noti al grande pubblico. Come è stato rapportarsi con un tale colosso della musica? Ti racconto un aneddoto. Pur conoscendo molte canzoni dei Beatles, non avevamo mai sentito “While my guitar gently weeps”. Un nostro amico ci ha consigliato questo pezzo e abbiamo scaricato accordi e testi da internet. È nata così la nostra versione, piena di pianoforte :o) Quando p o i abb i a m o a s c o l t at o l'originale, ci siamo accorti che la libertà di non conoscere il pezzo ci ha davvero permesso di esprimerci al massimo. Naturalmente ci sentiamo onorati di aver così omaggiato un gruppo storico come i 4 di Liverpool. E le vostre influenze? Sembrerebbe scontato dirti che siamo influenzati da tutto, ma è la verità. A parte che noi 3 abbiamo gusti musicali molto diversi, siamo anche tutti pronti ad ascoltare qualsiasi genere e anche a trarne, se del caso, esempi da seguire o da evitare. Eh sì, ci sono anche tanti esempi da evitare come il morbillo! (L’intervista completa su www.soundandvision.it) 39 “Live Review” di F. Leonardi (BO) WISHBONE ASH NAIMA CLUB, MO 9.4.2010 Quando vedi cose lontane fra loro stare bene assieme sei portato a stupirti. Due generazioni nello stesso club, quella dei padri e quella dei figli, in totale delirio per i 40 anni dei Wishbone Ash. E ovviamente non è un caso che il luogo in cui questi incontri sono all'ordine del giorno sia il Naima Club di Forlì, un locale in cui da un lato della sala puoi trovare un affresco gigantesco della via Emilia e delle sue icone rock, mentre dall'altra parte della sala c'è la Route 66, il Mississippi e John Lee Hooker. Il concerto è di quelli da ascoltare seduti, anche se in più di un'occasione c'è da tenersi stretti alla sedia, impegnandosi per non cadere giù: i Wishbone Ash suonano per la maggior parte brani estratti dal loro indiscusso capolavoro “Argus” (1973), dall'omonimo Wishbone Ash (1971) e da Pilgrimage (1973), la pulizia del suono nelle dita di Andy Powell – unico membro originale di una band che ha attraversato nel tempo innumerevoli controversie e problemi di line up – è entusiasmante, così come le linee melodiche della sua Flying V, davvero grandi. I Wishbone Ash furono tra i primissimi ad inserire 2 lead guitar all'interno di un progetto rock e sono celebri per i loro arrangiamenti armonici, a cavallo fra il p ro gre s s i ve i n g l e s e e atmosfere southern alla Allman Brothers Band che av re b b e ro i n f l u e n z at o pesantemente il suono della decade successiva e delle relative band, su tutte quella di Kirk Hammett e James Hatfield. Blowin Free, The King will Come, e la suprema suite di 15 minuti Phoenix. Le mani che battono a tempo, i sorrisi dei più vecchi e l'incredulità dei più giovani che con fatica si spiegano ancora tanta perizia. C'è anche spazio per un brano nuovo Reason to Believe, nuovo singolo che la band ha inciso in occasione dei 40 anni dalla sua fondazione. Il suono non è certo quello di allora ed il groove solo a tratti raggiunge le vette dei compianti 70's. Quello però che rende ancora grande la musica dei Wishbone Ash è il fatto di riuscire ancora a trasmettere emozioni, la passione con cui il suono e la melodia vengono eretti, il sentimento e l'attitudine. “Bedroom Revolution, vinili da collezionare” di Sir Taylor (VE) YOUNG MARBLE GIANTS COLOSSAL YOUTH RT08 Come specificato dalle note di copertina della ristampa in cd di questo piccolo gioiello degli anni 80,il postpunk e la perfezione sono due cose che raramente si sono combinate. Dove c'è un grosso lavoro di ricerca e sperimentazione,in questo caso verso il jazz,il reggae e il funk-ovvero musica per virtuosi- e la metodica di lavoro portata in auge dal miglior punk,ovvero ognuno puo' farcela da se, il risultato è spesso non completamente riuscito ma solo abbozzato. Così è stato per dei classici o ggi u n ive rs a l m e n t e riconosciuti come Metal box dei PIL,Fear of music dei T.Heads o Entertainment dei Gang of Four solo perché la perfezione non era negli obbiettivi dei gruppi post punk. Contava la sostanza più della forma!(proprio come oggi...). Colossal youth,unico FEB'80 album inciso dai YMG è stato il punto di partenza per moltissime band degli anni 80 che hanno creato il loro successo perfezionando e sviluppato le idee contenute in questo gioiello musicale. Potreste sentire echi della loro musica nei dischi di bands come Mouse on Mars, Pram and Insides come pure Everything but the girl o Style council e Carmel, senza dimenticare che C.Cobain fu un grande fan dei YMG e aveva progettato per i Nirvana la cover di'Credit in the stright world'. Questa sarà poi completata dalla moglie ed inclusa nel lp delle Hole! C'è infatti in alcuni brani di'Colossal Yo u t h ' u n ap p ro c i o passivo/aggressivo che ben si adatta alla protesta della mu s i c a ro ck d i u n a 'generazione narcolettica'. Le radici musicali della band-un essenziale trio- vengono dal suono dei primi 70: N.Young, J.Tylor, J.Mitchel ma anche B.Eno (il nome in origine della band era True Wheel, dal testo di'taking tiger mountain by strategy!) grandi amori dei fratelli Stuart e Philip Moxham.Al duo si unisce Allison Stuart e nel 78 il nome della band diventa Y.M.G.mutuandolo da un libro di scultura classica greca, incantati dalla perfezione delle forme della statua di un giovane che magicamente riassumeva gli intenti musicali di minimalismo e armonia geometrica delle composizioni. In pratica l'esatto opposto di quello che era il credo di Phil Spector ed il suo wall of sound/noise e quello che stava succedendo con la musica punk che creava un tappeto di chitarre con distorsioni, saturazioni. Per realizzare la loro idea di musica/suono i fratelli Moxham usarono una Rickenbackersuonata con una tecnica chitarristica unica- ed un basso vinitage che veniva usato quasi come chitarra per creare delle melodie invertendo così di fatto I compiti. A questi si aggiungeva spesso una tastiera giocattolo ben effettata ed una drum machine. Una parola andrebbe spesa pure per il cantato originale di A. Stuart. Una voce che si amalgama perfettamente col suono della band, molto'sottile'e delicato 42 semplice quasi nudo come qualcuno lo ha definito. Non virtuosa e tecnica, ma di effetto e indimenticabile nel risultato finale.Non è una cantante jazz ma una persona che canta; il suo punto debole diviene anche il suo punto di forza. Il suo stile fu ripreso fra gli altri da Barney Summer nei New Order. I testi sono assolutamente originali e basati su esperienze personali, quindi molto in prima persona. Un approcio molto arty in stile D evo / B ow i e c o n u n minimalismo ripassato al taglia incolla che rende alcuni testi criptici e variamente interpretabili, ma sempre magici. Il disco registrato in soli 5 giorni fu magistralmente (co) prodotto da Dave Anderson che aveva lavorato con Amon Dull, Hawkwind, Essential logic. Produzione che ha reso il disco ad oggi estremamente attuale (vedi il gran ritorno ai cantautori acustici, molto ben pettinati e lisciati dalle majors). La stampa inglese originale non è inarrivabile ma resta molto collezionata e ricercata (25/35 gbp) in alternativa avete la stampa italiana(!) della expanded o meglio ancora le stampe americane e giapponesi. I Due ep postumi sono raccomandati anche se potete trovare tutto in un triplo cd che oltre ai demos e album originale vi regala la loro unica magica BBC session. J.Peel li adorava!!! Via Prà Bordoni 43 Zanè (VI) Tel & Fax 0445315514 [email protected] WWW.SACRUMCOR.COM “Panic At Shindy” by Djd 45 Associazione Capoeira Angola Pernambuco Laboratorio di capoeira ogni lunedì dalle 20:00 alle 22:00 12 lezioni tutti i lunedì dal 10 maggio al 26 luglio 2010 luogo: Dada Art club Castello di Godego via Caprera, 52 Se la scorsa edizione era stato un esperimento (ben riuscito) che aveva visto tre grandi della musica cantautorale italiana: Dente, Giorgio Canali e Morgan. Quest’anno l’appuntamento, Domenica 16 maggio, si rinnova sempre presso il giardino del teatro Astra a Vicenza e vedrà avvicendarsi sul palco nuove promesse e gruppi già ben a f fe rm at i n e l l ’ a m b i t o underground della musica italiana. Gli artisti scelti per questa seconda edizione del Panic at Shindy Festival (Panic Jazz Club + Shindy Club) saranno: i Red Worm Farm, Beatrice Antolini, A Toy Orchestra, Frigidaire Tango e gli Zen Circus. Un programma molto ampio e variegato tra chi è stato precursore (Frigidaire Tango) e chi invece tenta nuove strade alternative (RWF) con molto rumore ed eccentricità. Andando con ordine partiamo dagli ultimi segnalati. I Red Warm Farm sono un gruppo veneto che si sta facendo strada con una loro personale sensibilità musicale in continua evoluzione. I loro concerti incendiari hanno sempre colpito per la loro carica e potenza emotiva hanno reso il gruppo s e m p re p i u s t i m at o e conosciuto non solo in Italia ma anche all'estero. Beatrice Antolini, una delle voci più interessanti del panorama italiano, ci delizierà con il suo pop psichedelico. A Toy Orchestra, band campana si muove da un pop-rock intimista di estrazione sixties/seventies di scuola british ad un ambito psichedelico sempre con melodie forti e malinconiche. I Frigidaire Tango, cosa scrivere di quanto già detto, la storia della new wave italiana, da vedere ed ascoltare. Da Pisa, gli Zen Circus che propongono un indie rock, inizialmente influenzato dal folk e dal cow-punkch mae con il loro ultimo album “Andate tutti affanculo” hanno scalato le classifiche nei cuori degli ultimi veri ribelli. Noi ci saremo e voi? per info [email protected] 3388000353 3498743945 www.capoeira-angola-pd.it Us ACLI TAVERNA AL GALLO ... A DUE PASSI non solo scarpe ... ma anche TSHIRT - ACCESSORI - SPILLETTE VENERDI 14 MAGGIO EFREM GAIO & SANDRO BONFANTI SABATO 15 MAGGIO THE GHOSTWAY DUO VENERDI’ 21 MAGGIO ENRICHE ACOUSTIC DUO FIETTA DI PADERNO D. G. (TV) INFO 0423.53090 / 320.411.04.19 www.myspace.com/aduepassi_shop VIA GARIBALDI 48 - LONIGO (VI) - Tel 0444.436771 51 “Speciale” by Michele Lopresti (VI) DEFTONES E' il lontano 1988 quando quattro adolescenti di Sacramento - Stephen Carpenter (chitarra), Chi Cheng (basso), Abe Cunningham (batteria) e Chino Moreno (voce) - decidono di formare i Deftones. L'esordio, “Adrenaline”, esce nel 1995 e può contare su ottimi pezzi come “7 Words”, “Engine#9” e soprattutto “Bored”, che diventa una sorte di inno generazionale con il suo testo in cui Moreno, con la sua particolarissima voce, dichiara tutta la sua noia.Dopo due anni, la band sforna “Around The Fur”, uno degli album più importanti del cosiddetto numetal. Al suo interno pezzi notevolissimi come “Be Quiet A n d D rive ” , “ M y O w n Summer”, “Mascara” e “Head Up”, che vede la partecipazione di Max Cavalera. Il 2000 segna l'uscita di “White Pony”, lavoro c a ra t t e r i z z a t o d a u n cambiamento di sonorità. Il gruppo inizia infatti da' meno spazio alle chitarre e inizia sperimentare con l'elettronica in brani come “Teenager”. Anche in quest'album la band ospita altri artisti, come Maynard James Keenan dei Tool in “The Passenger” e la cantante Rodleen in “Knife Party”. “Change (In The House Of Flies)” arriva addirittura al numero 3 nella classifica “US Modern Rock”. Con “White Pony” fa il suo ingresso nel gruppo il dj Frank Delgado. La critica è concorde nel ritenere questo disco il capolavoro dei ragazzi di Sacramento. Dopo il trascurabile ep “Mini Maggot” del 2001, nel 2003 esce “Deftones”, lavoro che alterna brani molto duri come “Hexagram” e la bellissima “When Girls Telephone Boys” ad altri che non hanno niente a che vedere con il metal, vedi “Deathblow”, molto darkw a v e , “ L u c k y Yo u ” , completamente elettronica, e “Anniversary Of An Uninteresting Event”, con le sue sonorità ambient. Nel complesso si tratta di un ottimo lavoro, anche se forse non all'altezza dei primi tre. Arriviamo al 2006, anno di uscita di “Saturday Night Wrist”. Come il precedente “Deftones”, anche questo d i s c o a l t e rn a b ra n i e s t re m a m e n t e p e s a n t i (“Rapture” e “Mein”) ad altri più morbidi (“Cherry Waves” e “Beware”). La band si cimenta per la prima volta con un pezzo strumentale ( “ U, U, D, D, L , R , L , R , A , B ” ) , eseguito in modo egregio. C'è spazio anche per un brano industrial di buona fattura (Pink Cellphone). Tranne tre episodi non particolarmente riusciti (“Earth”, “Combat” e la conclusiva “Riviere”), i Deftones confermano di essere su buoni livelli. L'anno seguente, la band annuncia di essere al lavoro su un nuovo album, intitolato “Eros”. Quest'ultimo però non vedrà mai la luce a causa del gravissimo incidente stradale in cui rimane coinvolto alla fine del 2008 Cheng. Siamo ai giorni nostri. A maggio i Deftones pubblicheranno “Diamond Eyes”, lavoro che abbiamo già avuto modo di ascoltare. La partenza (la title track) non è delle più esaltanti, ma la band si riprende subito con l'ottima “Royal” e il suo finale di grande potenza. La terza traccia, “Cmnd Ctrl” inizia subito aggressiva, per poi proseguire con una spruzzata di elettronica, che resterà l'unica dell'album, a differenza dei dischi precedenti. Si continua con “You've Seen The B u t c h e r ” , bu o n p e z zo d'atmosfera, a cui segue “Beauty School”, brano simile al precedente. La successiva “Prince” alterna parti morbide ad altre più dure, con il buon Chino che urla a squarciagola nel finale. “Rocket Skates”, primo singolo che sarà estratto dall'album, è una traccia senza infamia e senza lode, seguita d a l l a d i s c re t a b a l l at a “Sextape”. Seguono “Risk” e “976 Evil” due tracce abbastanza anonime. Chiude il disco il minaccioso, ma solo nel titolo, “This Place is Death”, pezzo che non va oltre la sufficienza. La sensazione generale è che “Diamond Eyes” sia un discreto lavoro, ma probabilmente il meno ispirato della carriera dei Deftones, magari a causa dei problemi che ha dovuto a f f ro n t a re i l g r u p p o. VIA GAMBA BASSANO - VIA GAMBA BASSANO - VIA GAMBA BASSANO - VIA GAMBA BASSANO - VIA GAMBA BASSANO - VIA GAMBA BASSANO - CinePreView di Ilaria Rebecchi “Sex & Drugs & Rock'n'Roll” REGIA: MAT WHITECROSS (2010) Gli ultimi 10 anni di cinema britannico hanno regalato biopic musicali dall'alto tasso emozionale, la cui scia è stata aperta in maniera egregia da pellicole come “Control” e “24 Hour Party People”. Ora con “Nowhere Boy” e “Sex & Drugs & Rock'n'Roll”, l'apparato musicale Uk si muove ulteriormente svelando i più grandi protagonisti della scena sonora del paese (e del mondo). “Sex & Drugs & Rock'n'Roll”, è la biopic, appassionata e fedele, di Ian Dury, che il regista Mat Wh i t e c ro s s ( “ R o a d To Guantanamo”) sceglie di manifestare concentrandosi sull'ascesa e caduta dell'idolo p ro t o - p u n k - ro c k D u r y, privandosi di eventuali esagerazioni caleidoscopiche o romanzate, ma attenendosi, al contrario, alla stessa filosofia dell'artista, e, in primis riprendendone anche il titolo, alla sua canzone più celebre “Sex & Drugs & Rock'n'Roll” appunto, che lo rese immortale nella scena dell'arte contemporanea di mezzo mondo. A sostenere queste premesse, c'è l'esasperazione di un uomo pieno di abusi verbali, disonesto, dalla reputazione sociale bassa e dalla vita sregolata nonostante la malattia giovanile, ma dotato di un talento e di un fascino on stage and behind che dalla metà degli anni '70, quando Dury (Andy Serkis) si separò dai suoi Kilbum And The High Roads per formare poi i Blockheads, con cui raggiunse il meritato successo mai aspettato. L'alcolismo, le droghe, la situazione familiare p ro bl e m at i c a fa n n o d a contorno ad una pellicola che trova la sua esaltazione nella scena in cui Ian torna nell'ospedale dove visse gran parte della sua infanzia, faccia a faccia con una nuova generazione di emarginanti, in cui uno straziante silenzio regala sentimentalismo e poesia. Celebrazione libertaria e reale di un uomo senza vergogna e grandiosamente punk nell'essenza, lontano dagli schemi romanzati di altre b i o p i c d e l p a s s at o e perfettamente coerente con la figura di Dury. Non solo per music-addicted. “I’m Old & my Movies Too” di DjD 54 LA DECIMA VITTIMA REGIA: ELIO PETRI (1965) Fa un certo effetto vedere un film di fantascienza italiano del 1965. Fa effetto, innanzitutto, perché il genere non è consueto nel cinema italiano e poi perché vedere come, nei film del passato, si immaginava il futuro, rivela tenere ingenuità e molte intuizioni profetiche. In questo caso alle intuizioni non manca un certo disincantato cinismo suggerito anche da quel genio dalla scrittura tagliente che fu Ennio Flaiano. Fa anche effetto perché nel 1965 i mezzi tecnici permettevano una rappresentazione del futuro fatta solo di scenografie, costumi e suppellettili. Dominano, infatti, la citazione della Pop Art più fumettosa ricca di plastica, telefoni “Ericofon” e un pizzico di Fellini. Povertà di mezzi, come si usa dire, ma ricchezza di idee. “La decima vittima” è un film del 1965 diretto da Elio Petri. L’ho pescato in DVD sulle bancarelle ma è uno degli allegati della collana “La nostra vita in 100 film”. Se lo trovate ancora in giro, vi consiglio di non snobbarlo: il prezzo è di poco superiore a quello di un noleggio e l’edizione è dignitosa. Quello che sorprende, a parte Mastroianni in compagnia della prima Bond girl svestita secondo la moda di allora, è la traccia di satira velenosetta della “futuribile” modernità che, ovviamente, riflette sui tic, le mode, e gli oggetti dell’epoca. Si parla di pubblicità, di televisione, di matrimonio e divorzio, famiglia e fumetti, di controllo della violenza. E’ istruttivo scoprire quanto, se e come, sono andate le cose. La cosa più semplice è vedere se, ad esempio, il ruolo della televisione immaginato nel film era “fantascienza”. “La decima vittima” è anche un film di vira con decisione verso l a cl a s s i c a c o m m e d i a all’italiana, quella cinica volte capace di fustigare, con cattiveria, l’italianità e i suoi “dogmi”. La scena dei “tramontisti”, che mi auguro apprezzerete, è meglio di un trattato di antropologia sociale. Il film non ebbe un particolare successo critico, ma pare si sia guadagnato nel tempo una meritata aura di cult. 56 “Exclusive Interview” di M. Mantovani NOLAC Nolac, dell'Overspin crew, è un noto writer vicentino che fin dall'inizio ha preferito all'abituale colorazione delle lettere una concezione grafico-decorativa, donando così alle stesse una propria identità e una autonomia di forma. Come ti è saltato in mente di diventare un writer? Hai avuto qualcuno che ti ha indirizzato, oppure è stata una tua passione personale che hai saputo sviluppare? Mi sono avvicinato al Writing in modo piuttosto casuale… Un paio di amici che lo praticavano già, la voglia di cimentarsi in qualcosa di nuovo e fuori dal comune e, soprattutto, l'ispirazione fornita dalle murate dipinte dalla vecchia scuola vicentina che, verso la metà degli anni '90, stava dando il meglio di sé. Raccontaci, in pratica, come esegui un tuo lavoro. Da come parti a quando finisci. Innanzitutto per me è fondamentale preparare un bozzetto di ciò che andrò poi a dipingere. In seguito, scelgo le tinte da utilizzare e il colore da dare come fondo. Una volta preparata la parete (scrostata, se necessario, e imbiancata) inizio a riprodurre il bozzetto usando lo spray. La guida del perfetto writer vorrebbe che da qui in poi si seguisse quest'ordine: stesura delle campiture, aggiunta di effetti e colorazioni extra per arricchire il lavoro e, per ultime, le linee di contorno. Alle volte mi concentro su ogni singola lettera (delle cinque che compongono la mia tag), colorandola e completandola, p ri m a d i p a s s a re a l l a successiva, altre volte passo da una parte all'altra della scritta, facendo una gran confusione e impiegando il doppio del tempo (quelle sono brutte giornate). A chi ti ispiri? Tra i pittori e gli illustratori ti posso citare Siqueiros, Rivera, Mucha, Beardsley, Jenkins, mentre, tra i movimenti artistici, il Futurismo e l'Iperrealismo. Per i miei lavori decorativo-grafici invece traggo forte ispirazione dall'architettura. Ultimamente mi danno buoni spunti quella monumentale sovietica e tutti i lavori di Zaha Hadid. Senti ci sia molta competizione tra voi writers o c'è una sorta di supporto reciproco, un po' come accade nella musica underground? Il Writing di per sé è una competizione. Personalmente però l'ho vissuto sempre e solo come un divertimento genuino, che mi ha dato l'opportunità di viaggiare e di conoscere tante altre persone con la mia stessa passione, disponibili a condividere con me il loro tempo, se non addirittura ad ospitarmi, pur conoscendomi da 5 minuti. Oggi ad alcune di queste sono legato da una forte amicizia. Il writer è costretto spesso a lavorare ai m a rgi n i d e l l a l e ga l i t à . Personalmente trovo che la cosa sia assurda. Sebbene tu non sia uno da illegale, sei ottimista per il futuro o pensi che questo stato di cose sia immutabile? Diciamo che non è proprio così. Si tratta soprattutto del tipo di percorso che il writer vuole intraprendere. Quello che decide di dedicarsi al Writing l e ga l e, p u ò d i s p o r re tranquillamente di spazi autorizzati, in cui portare avanti il proprio studio personale. A parere mio, praticare solo Writing illegale ha dei limiti e con questo intendo limiti di ricerca e di risultato. Per vedere altri miei lavori: www.facebook.it/nolac overspin crew 57 “THE ISLE OF ART” di Ambra Rebecchi IL SOGNO DELL'UTOPIA E GLI ORIZZONTI DELL'ARTE: DALLE CONFRATERNITE AL BAUHAUS “UTOPIA MATTERS: DALLE CONFRATERNITE AL BAUHAUS” 1 maggio–25 luglio 2010 Collezione Peggy Guggenheim - Venezia "La isola degli Utopii, larghissima, nel suo mezzo si stende dugentomila passi e per lungo tratto non si stringe molto, ma ver la fine d'amendue i capi si va ristringendo, i quai piegati in cerchio di cinquecentomila passi, fanno l'isola in forma de la nuova luna..." così inizia L'Utopia, celeberrimo libro di Tommaso Moro pubblicato nel 1516 nel quale si narra di un misterioso viaggio dell'esploratore Raphael Hythlodaeus verso un'isola, regno della società ideale e pacifica tanto bramata dal mondo intellettuale del Rinascimento. Fin da allora l'arte si interessò particolarmente a tale tema ed alle connotazioni sociopolitiche che venivano fuori da esso, ma si dovettero aspettare i primi anni dell'Ottocento per assistere alla nascita di gruppi culturali basati su questo arcano concetto: confraternite fondate sull'esempio delle corporazioni delle arti e mestieri presenti sul territorio europeo a partire dal XII secolo; gruppi di artisti in volontario isolamento dal mondo urbano stravolto dalla modernità arrivando fino alle avanguardie del Novecento capaci di riordinare “l'ancien re gi m e ” d e l l a s o c i e t à mondiale grazie a pittura, architettura e design. “Utopia Matters. Dalle Confraternite al Bauhaus”, curata da Vivien Green ed in collaborazione con il Deutsche Guggenheim di Berlino ed “ospitata” nelle stanze della Peggy Guggenheim Collection di Venezia (vero e proprio fiore all'occhiello dell'Italia dei musei, e non solo) a partire da Sabato 1 Maggio,si propone di deliziare gli occhi dei visitatori con emblematici esempi di quelli che sono stati i più importanti casi di studio utopico dagli inizi del XIX secolo fino all'Aprile del 1933, quando il regime n a z i o n a l s o c i a l i s t a fe c e chiudere la Bauhaus con l'accusa di essere “fucina” di rivoltosi comunisti. Nove sezioni compongono l'esposizione veneziana: partendo dal Primitivismo passando per le nostalgiche composizioni dei romantici Nazareni, le adorabili pitture dei Preraffaelliti di Dante Gabriel Rossetti ed Edward Burne-Jones, la fondamentale rivalutazione delle arti applicate e dell'artigianato ad opera degli aderenti all'Arts and Craft Movement di William Morris, la Cornish Art Colony, il Neoimpressionismo delle scomposizioni cromatiche di Seurat, Signac e Van de Velde (architetto e designer che diventerà oltretutto uno dei padri dell'Art Nouveau), il De Stijl con il neoplasticismo delle scomposizioni geometriche di Mondrian, arrivando infine al costruttivismo russo capace di riunire tutte le forme d'arte esistenti (signori straordinari quali Rodchenko, Majakovskij e Tatlin ne sono grande testimonianza) ed al fondamentale movimento Bauhaus, sorto come scuola di arte ed architettura in quel di Weimar nel lontano 1919 e destinato ad influenzare generazioni e generazioni di artisti del Mondo intero. Un viaggio nel mondo dell'arte contemporanea attraverso le opere di coloro che ne hanno determinato gli s c o nvo l gi m e n t i e l e innovazioni più straordinarie. Punto Ufficiale SOUND AND VISION OFFICIAL POINTS Nuovo Punto Ufficiale 58 QUESTA È LA LISTA COMPLETA DEI DISTRIBUTORI UFFICIALI DI S&V. QUI TROVERETE SEMPRE LA VOSTRA COPIA OGNI MESE. SCEGLIETE LORO PER RITIRARE IL VOSTRO S&V! SUL SITO WWW.SOUNDANDVISION.IT TROVERETE ANCHE I PUNTI NON UFFICIALI a Vicenza e Prov. a Padova e Prov. BAR ASTRA - Contrà Barche VI PROSPORT - Via Zamenhof 821 - VI USCITA 16 - Vialedell’Industria - PD SABOTAGEBAR - V.le dell’Industria 12 - VI ALE SURF SHOP - Via Cà Moro 121 - Cittadella SARTEA - C.so San Felice 362 - VI OVOSODO - Contrà Pescherie Vecchie 12 - VI JUMPIN JACK - Via Roma 29 - Torri di Quartesolo MONTE CRUZ - Loc. Monte Crocetta - Bassano d. G. SHINDY CLUB - Via S. Giorgio - Bassano d. G. LIB. P. ROBERTI - Via J. da Ponte 34 Bassano d. G. CONTRA’ GRANDA - Via Barbieri - Bassano d. G. 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