Cosa si può fare per migliorare il proprio umore? Un maxi-studio, pubblicato sulla rivista Plos One, durato circa 17 mesi, condotto da esperti della University of Cambridge in Inghilterra e che ha coinvolto oltre 10 mila individui, ha rivelato che fare attività fisica, camminare o fare una corsetta durante la giornata migliorerebbe l’umore. Gli esperti hanno utilizzato una app in grado di raccogliere sia dati oggettivi dell’attività svolta nel corso della giornata, sia dati sull’umore della persona, tramite dei questionari. E’ emerso che se nell’ultimo quarto d’ora l’individuo era attivo fisicamente (attività registrata tramite un contapassi), il suo livello di felicità risultava più alto. Quando poi i ricercatori hanno chiesto ai volontari di valutare il loro stato di benessere complessivo, è emerso che i più soddisfatti della propria vita, erano coloro che globalmente tendevano a muoversi di più. Fonte: Ansa I denti si possono autoriparare? L’esperimen to condotto sui topi sotto la guida di Paul Sharpe, del King’s College di Londra e pubblicato sulla rivista Scientific Reports ha dimostrato che grazie alle cellule staminali non solo si possono creare i denti in provetta ma che si possono anche auto-riparare. Infatti, le cellule staminali che formano il tessuto tra lo smalto e la polpa possono essere stimolate a crescere grazie ad una molecola, chiamata GSK -3 (glicogeno sintasi chinasi) che viene utilizzata per curare alcune malattie neurologiche. Durante i test la molecola è stata applicata nei denti attraverso spugne biodegradabili di collagene, una volta inserite nella cavità le staminali hanno prodotto la dentina e riparato il dente in un periodo che va tra le 4 e le 6 settimane. La spugna si è poi degradata nel tempo e lo spazio occupato è stato sostituito dal nuovo tessuto. Che tipo di alimentazione dovrebbero seguire gli studenti? Da uno studio della University of Nebraska-Lincoln e della Pennsylvania State University, pubblicato su The Journal of Nutrition è emerso che gli studenti dovrebbero seguire una dieta ricca di verdure a foglia verde, cereali, legumi, frutta secca, cioccolato fondente e carne (sia rossa che bianca). Il segreto si trova nel ferro, sostanza di cui questi alimenti sono ricchi, evitare carenze di ferro, insieme ad una regolare attività fisica potrebbe migliorare le prestazioni scolastiche. Sono state prese in esame 105 ragazze e donne che frequentavano l’Università, di età compresa tra i 18 e i 35 anni, esaminando la media dei voti e il livello di attività fisica. Dai risultati è emerso che quelle con i più alti livelli di ferro avevano i voti migliori. Complessivamente, poi, coloro che erano più in forma e avevano adeguate riserve di ferro risultavano avere voti superiori rispetto a chi era meno in forma e con livelli di ferro inferiori. “Una buona forma fisica può essere importante per il successo a scuola o all’Università – spiega l’autore della ricerca Karsten Koehler – idealmente dovremmo fare in modo che anche la dieta sia adeguata per prevenire carenze nutrizionali”. Fonte: Ansa Nuovo record mondiale: 105 anni, ancora in pista! Robert Marchand a 105 anni ha stabilito un nuovo record mondiale dell’ora in bici nella categoria degli ultra centenari, sulla pista del velodromo di SaintQuentin-enYvelines (Yvelines). L’uomo ha percorso 22,547 chilometri in un’ora. Al termine dell’impresa ha dichiarato “Avrei potuto far meglio – ha spiegato -. Non ho visto che mancavano gli ultimi dieci minuti. Altrimenti sarei andato un po’ più veloce”. Nel 2014, Robert Marchand aveva già stabilito un record: 26,925 chilometri percorsi in un’ora in un’altra categoria. Anziano ex pompiere, nato ad Amiens nel 1911, ha cominciato seriamente ad andare in bici a 67 anni. Fonte: Ansa Quanto sono rischiosi gli effetti collaterali dei “superfarmaci” contro l’epatite C? Uno studio dell’Institute for Safe Medication Practices, organizzazione no profit che studia la sicurezza sui farmaci, pubblicato sul suo sito e segnalato dal New York Times, ha affermato che i superfarmaci contro l’epatite C possono avere gravi effetti collaterali, compresa l’insufficienza epatica. I dati non sono conclusivi ma secondo gli esperti non andrebbero ignorati. L’indagine ha preso in esame 9 farmaci antivirali, gli effetti collaterali e i dati raccolti dalla Food and Drug Administration (Fda), l’agenzia Usa che regola i farmaci. Circa 250mila persone hanno assunto tali farmaci nel 2015, con una spesa che si aggira tra i 55mila e 125mila dollari a paziente. Tra quelli trattati durante l’anno fino allo scorso giugno, 524 hanno sofferto di insufficienza epatica, e di questi 165 sono morti. Inoltre 1.058 hanno avuto gravi lesioni al fegato e su 761 i farmaci non hanno funzionato. I problemi sono stati rilevati dai medici che avevano dei dubbi sui medicinali, ma non c’è una prova di causa-effetto. Lo scorso ottobre l’Fda aveva identificato i primi importanti problemi di sicurezza causati dai 9 antivirali per l’epatite C. In 24 pazienti, i farmaci hanno eliminato l’epatite C, ma riattivato l’infezione da epatite B.. Due di questi sono morti e uno ha avuto bisogno di un trapianto di fegato. Dati che hanno spinto a inserire sulla confezione del farmaco un avvertimento per invitare i medici a monitorare l’epatite B in tutti i pazienti in cura per l’epatite C. E’ inoltre importante verificare la funzionalità del fegato prima dell’assunzione dei nuovi farmaci. Fonte: Ansa Una dieta vegana in gravidanza potrebbe essere rischiosa? Una ricerca guidata da Tormod Rogne, dell’Akershus University Hospital, in Norvegia, che ha monitorato 11.216 gravidanze in 11 Paesi, ha evidenziato che una dieta troppo povera di cibi provenienti da animali può aumentare il rischio di nascite pretermine. I più vulnerabili sarebbero coloro che seguono una dieta vegana, in particolar modo chi non riesce ad integrare la vitamina b2, la cui carenza può portare ad un maggior rischio di nascita precoce del bambino. “Abbiamo rilevato che la carenza di questa vitamina è stata associata con un 21 % in più di rischio di parto prematuro”, spiega Rogne. “I vegani non mangiano tutti gli alimenti di origine animale e possono quindi diventare carenti di vitamina B12 se non prendono integratori – spiega Vibeke Videm, della Norwegian University of Science and Technology – mentre questa stessa carenza non è comune nei vegetariani che consumano latticini o uova, perché possono facilmente soddisfare le dosi raccomandate attraverso questi alimenti”. Secondo Videm, al di fuori della gravidanza sarebbe necessario consumare 30 cl di latte e 50-75 gr. di formaggio o quattro cucchiai di ricotta. In gestazione è invece meglio aggiungere un bicchiere di latte e 3-4 fette extra di formaggio oppure uno yogurt. Fonte: Ansa