10 11 medicina - comune di firenze

ottobre 2005
MEDICINA 11
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Il dolore inghiottito
Gli stanzoni erano immersi nel silenzio, dalle finestre alte oscurate
dalle veneziane abbassate arrivava una luce soffusa, quasi grigia.
Le infermiere percorrevano i lunghi corridoi con le suole di gomma. Era l’ora del riposo. Non tutte le donne dormivano, tutte però
stavano distese sul proprio letto, silenziose. Tutt’ad un tratto si udì
un grido e poi un gran vociare e poi ancora dei suoni e non si capiva
bene se volessero essere di pianto o di risata. Le infermiere accorsero alla stanza n.32 e si fermarono sorprese davanti al letto n.12. La
più calma, la più tranquilla delle pazienti, quella che non aveva mai
crisi, a cui non era necessario dare dei calmanti, ora stava ridendo
e piangendo allo stesso tempo in modo incoerente. Anche le compagne di stanza ora stavano intorno al suo letto e la guardavano
incuriosite aspettando chissà che cosa.
Ma chi era questa giovane donna? Chi sapeva non si fece pregare
per raccontare e chi non sapeva ascoltò. Nel giro di pochi minuti
l’intero reparto conobbe la sua storia. A 24 anni era stata abbandonata dal marito che se ne era andato con la sua migliore amica non
dimenticando di prosciugare il conto bancario. Fu un duro colpo
per lei che nell’amore aveva trovato una ragione per vivere, così
nella cocente delusione trovò una ragione per morire. I familiari
erano lontani e ad essi non comunicò nulla, gli amici non volle
vederli. Non cercò consolazione in nessuno di essi, anzi negò loro
l’accesso alla sua casa. E quanti di loro si erano fatti avanti per solidarietà, si sentirono offesi dal suo rifiuto, si allontanarono e finirono
per dimenticarla.
Essa rimase sola col suo dolore chiuso dentro di sé, senza consolazione né conforto. Non condivise il suo dispiacere con nessuno,
non cercò nessuna spalla su cui piangere. Del resto nessuno la vide
mai in lacrime né la sentì esprimere la sua rabbia o la sua disperazione.
Nei primi giorni che seguirono la fuga del marito, per il dispiacere,
non mangiò ma poi quando volle farlo non le fu possibile, qualcosa
dentro di lei si era impietrita in maniera irreversibile.
Sopravvisse nutrendosi di alimenti liquidi per dieci anni.
Le porte del cielo
La medicina orientale chiama così quelle vie che permettono al
dolore di uscire dal corpo. Il dolore non vi deve stare chiuso ma
trovare appunto, verso l’alto, verso la testa, le porte del cielo e poi
disperdersi lasciando in questo modo il corpo libero dal pesante
fardello. Anche la psicoterapia cerca per il paziente quelle vie che
potranno liberare la psiche dal dolore. Non le chiama “porte del
cielo” perché il linguaggio occidentale è meno poetico tuttavia lo
scopo finale è lo stesso.
Ma che cosa era successo a questa paziente? Perché il pianto e il
riso?
Era avvenuta una cosa banalissima oppure un miracolo, secondo i
punti di vista: era riuscita ad inghiottire un pezzetto di pane. Tutto
qui. In quello stanzone appena illuminato da una luce soffusa. Il
primo pezzetto di pane dopo dieci anni.
dott.ssa Karla Saunig
psicologa - psicoterapeuta
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Benissimo le verdure ma senza eccessi !
Se è vero che un eccessivo consumo di carne fa male e che non sempre la qualità può risultare soddisfacente, è altrettanto noto che la sua
completa eliminazione rischia di provocare carenze nutrizionali talora
assai gravi. Insomma vegetariani non ci si improvvisa, anzi, se si decide
di non consumare più prodotti di origine animale è necessario essere
consapevoli di dover trovare altrove la fonte dei nutrienti essenziali,
nel quadro di una corretta ed equilibrata alimentazione. Nel composito mondo dei vegetariani esistono varie scuole di pensiero con
relative abitudini alimentari. Abbiamo così i semivegetariani, che non
consumano carni rosse, i lacto-ovovegetariani, che eliminano dalla
tavola sia carne che pesce, mantenendo il consumo di uova, latte e
derivati, i vegetaliani, che escludono tutti i prodotti di origine animale,
i crudisti, che si alimentano solo di prodotti vegetali crudi e granaglie,
infine, i macrobiotici che, ispirandosi ai principi della medicina cinese,
escludono dalla dieta carne, zucchero e alimenti raffinati, privilegiando il consumo di cereali integrali, legumi e pesce.
Di solito i vegetariani assumono meno calorie rispetto a quanti seguono una alimentazione tradizionale e questo è sicuramente un
buon avvio. Attenzione però: se si scarta un intero gruppo di alimenti
dalla propria dieta, sarà necessario compensare il deficit di nutrienti
con altri alimenti dello stesso valore, in modo da non correre rischi.
Questo è particolarmente vero per le proteine, nutrienti essenziali per
l’accrescimento ed il rinnovamento dei nostri tessuti. Le proteine sono
formate dalla associazione di 20 aminoacidi, in parte sintetizzati dal
nostro organismo; otto di questi però, detti essenziali, devono essere
obbligatoriamente assunti con gli alimenti, specie quelli di origine
animale che contengono proteine ad elevato valore biologico. Le
diete vegetariane che ammettono il consumo di latte e uova sono, per
questo, le più complete e non destano particolare preoccupazione.
Tra gli alimenti di origine vegetale solo un legume, la soia, contiene
quantità importanti di proteine ad alto valore biologico. Tutti gli altri
(cereali, legumi, semi oleosi) contengono proteine che difettono di
uno o più aminoacidi; un problema, questo, che può essere in parte
superato combinando gli alimenti tra loro, allo scopo di compensare
il valore proteico totale: pasta con fagioli, pane e legumi, riso e lenticchie. I vegetariani sono di solito molto attenti alla propria salute: fra di
loro difatti pochi sono fumatori, diabetici ed obesi. Dato che la carne,
specie se rossa, gli insaccati e i salumi forniscono un bel po’ di calorie,
la dieta vegeteriana risulterà senz’altro meno calorica di quella tradizionale, con benefico effetto sul peso. Certo, anche il vegetariano può
disporre di alimenti molto energetici (formaggi, dolci, frutta secca) con
i quali non dovrà, comunque, mai eccedere. L’alimentazione vegetariana risulta, comunque, meno ricca di grassi saturi e di colesterolo. La
grande quantità, poi, di fibra assunta con frutta e verdura fresca non
potrà che produrre un effetto protettivo sulla motilità intestinale, regolarizzando transito ed evacuazione. Infine, se per l’adulto una scelta
vegeteriana, se oculata, non comporta particolari problemi, per bambini, donne incinte e in allattamento può manifestarsi qualche dubbio
per l’inadeguatezza degli apporti
dott. Daniele Leoni
in ferro, calcio e vitamine.
specialista in scienza dell’alimentazione
L’osteopatia nell’eta evolutiva
Alla nascita lo scheletro del neonato è ancora molto duttile, le ossa
hanno ancora una struttura molto cartilaginea e gran parte delle articolazioni si devono ancora consolidare completamente.
I primi sei anni di vita sono importantissimi per lo sviluppo della
struttura ossea e per articolare la sua ossificazione. Ne consegue che
tutto ciò che essa contiene, nervi, vasi, organi, sia condizionato nella
crescita dello sviluppo strutturale. Le tecniche osteopatiche moderne
sono molto efficaci nel condizionare questo sviluppo, affinché questo
avvenga nel migliore dei modi possibile. Sono tecniche dolci che possono essere applicate fin dai primi giorni di vita nel corso di tutta l’età
evolutiva., nel bambino prima e nell’adolescente poi. La completa crescita dell’individuo non si esaurisce prima del 25° anno d’età. Nei primi
anni di vita l’osteopata verifica che lo sviluppo del cranio (il cranio si
ossifica completamente intorno al sesto anno d’età) del bacino e della
coxo-femorale, avvenga ovunque secondo la normale fisiologia, normalizzando ciò che si discosta dai parametri fisiologici.
Le articolazioni sopradescritte sono interdipendenti, anche se è il
cranio che ha la preminenza su tutto il resto. La posizione nella quale
avviene la consolidazione delle ossa craniche condizionerà lo sviluppo
del bambino, la colonna vertebrale e la postura. Essendo il sistema
nervoso centrale contenuto nell’encefalo e poi nel midollo spinale,
si capisce come la conformazione del cranio e della colonna, che li
contengono, possa incidere sul loro funzionamento.
La “normalizzazione” osteopatica di tutte le strutture suddette influenzerà lo sviluppo della bocca e della dentizione, quello dell’articolazione temporo-mandibolare e condizionerà positivamente le curve della
colonna vertebrale e il normale assetto degli arti inferiori e dei piedi.
Si potrà così prevenire la formazione di scoliosi o dorsi curvi e piatti,
valgismo o varismo agli arti inferiori, piattismo e cavismo del piede o in
taluni casi diminuire l’entità di tali dismorfismi o paramorfismi.
E’ molto importante seguire tutta l’età evolutiva del bambino, regolarmente, da parte dell’osteopata come avviene in odontoiatria, affinché
si abbia uno sviluppo armonico del bambino e del futuro adulto.
Particolare attenzione dovremo porre durante la fase della pubertà e
dell’adolescenza, fasi nelle quali si hanno forti stress dovuti a crescite
repentine e poco armoniche, che, se non seguite opportunamente,
potranno creare squilibri sull’intero schema corporeo e motorio dell’adolescente con probabili ripercussioni nell’età adulta: questo stress
della crescita avviene poi in una fase in cui il bambino e poi il ragazzo
praticano attività sportive, nel corso delle quali piccoli eventuali traumi possono accentuare tali squilibri. E’ opportuno a maggior ragione
seguire costantemente il soggetto, proprio per evitare che l’insieme di
tutte queste sollecitazioni, quella della crescita da una parte e quelle
derivate dalla pratica sportiva dall’altra non creino modificazioni
negative sull’intera struttura. La pratica sportiva ha moltissime indicazioni positive sullo sviluppo corporeo dell’individuo, ma deve sempre
essere seguita da figure qualificate e da specialisti esterni che possono
intervenire nei momenti opportuni, affinché questa crescita avvenga
nel modo più armonico possibile. Questo costituisce un forte investimento proprio perché la salute dell’adulto dipenderà molto da come
dott. Giovanni Quercioli
l’età evolutiva è stata seguita.
scienze motorie-fisioterapista kinesiologo
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