alv ag La s m rd ia de ll’a ua bie nt e GENNAIO Periodico d'informazione numero AsSei a iv at li , sa rm ria tte nfo to i a a i ula i d agn mb sta sim p a Va as m ni a m ca zio re pi la ta d’A m ta es Te via pr ero av r le icov pe di r e O AsSei numero Periodico d'informazione nzione de ll’ l de a n ese Pres lla uo rci cr te va zio izio ra pi fro fisic ne a nt o, m ie ed ra ica La salvaguardia dell’ambiente ne In un periodo in cui tutti parlano di crisi e manovre finanziarie, in cui ognuno si sente in diritto di esprimere pareri e commenti su temi che conosce poco e dei quali difficilmente ne comprende le dinamiche, io credo che sia opportuno riportare la vostra attenzione su uno dei temi che costituiscono la vision della nostra azienda: l’ambiente. va L’atto aziendale cita testualmente: l’Azienda salvaguarda l’ambiente in cui opera. Ciò si traduce in una costante valutazione sulle modalità con le quali vengono fatti gli investimenti ed in un’attenzione ai consumi, nonché nella costante attenzione al decoro delle proprie strutture. Ambiente è anche coinvolgimento della comunità nelle scelte aziendali per condividere un’oculata distribuzione dei servizi sul territorio al fine di ottenere un giusto equilibrio fra accentramento e decentramento delle funzioni, con l’intento di ridurre per quanto possibile i percorsi. Belle parole! Ma in concreto, cosa si sta facendo in azienda per la tutela dell’ambiente? Quali sono le azioni che possono effettivamente produrre dei risultati benefici sull’ambiente? 2 Forse la parte più semplice e comprensibile riguarda l’investimento in corso sulle vetture aziendali. Non vi è dubbio che togliere dalla strada auto datate e con troppi chilometri, sostituendole con nuove, euro5 e che consumano meno carburante, oltre che risolvere un problema di sicurezza, costituisce un’efficace forma di tutela ambientale. È mia intenzione proseguire sulla strada del rinnovo introducendo intanto numerose vetture a GPL e, magari in un prossimo futuro, anche qualche auto elettrica, a iv at li , sa rm ria tte nfo to i a a i ula i d agn mb sta sim p a Va as m ni a m ca zio re pi la ta d’A m ta es Te via pr ero av r le icov pe di r e l’editoriale di gennaio soprattutto per chi si deve muovere prevalentemente in ambito cittadino. Altra questione è quella del rinnovo di alcune centrali termiche che attualmente utilizzano carburante ad elevato impatto ambientale. Già nel corso di quest’anno parte il nuovo appalto della gestione del calore presso il presidio di Sacile della durata di otto anni, che comporterà anche la sostituzione dell’attuale impianto con uno nuovo a metano, integrato da componenti di fotovoltaico con standard ecologici avanzati. Per l’azienda si tratta di un investimento importante, ma comunque sostenibile. Nei prossimi anni è prevedibile che tale modalità di gestione del calore verrà assicurata anche in altre sedi aziendali. Poco reclamizzati e compresi, ma sicuramente molto efficaci in materia di tutela dell’ambiente, sono alcuni provvedimenti organizzativi; mi riferisco in particolare a tutte quelle azioni che consentono ai cittadini di evitare spostamenti dai propri comuni per l’espletamento di alcune pratiche. In tal senso va l’accordo con Federfarma e Assofarm tramite il quale si cerca di fare delle farmacie dei punti, ben distribuiti sul territorio della provincia, di erogazione di servizi sanitari (es. distribuzione per conto dei farmaci, prenotazioni esami e prestazioni, esecuzione di alcuni esami, ecc.). In tal senso va il progetto Maniago con lo sviluppo marcato delle attività ambulatoriali, che porta i professionisti in periferia piuttosto che i cittadini presso l’ospedale di Pordenone (più o meno dieci viaggi risparmiati alla popolazione per uno effettuato dal professionista che si sposta). In tal senso andrà anche la prossima attivazione del nuovo sito aziendale, Giuseppe Tonutti pensato per interagire progressivamente con la popolazione e permettere di effettuare diverse operazioni, senza doversi recare presso gli uffici dei distretti o degli ospedali. Un altro aspetto importante riguarda le modalità con le quali vengono effettuate le gare di appalto per alcuni servizi generali, aspetto sul quale ritengo che ci sia ancora molto da lavorare, avendo un occhio di riguardo verso il contenimento delle distanze e dei percorsi delle merci, valutando con attenzione gli effetti delle nostre scelte sull’ambiente. Il PAL 2012 contiene un corposo capitolo sulle Cittadelle della salute (in particolare per quest’anno sono previsti gli studi di fattibilità e l’avvio di alcune progettazioni). Si tratterà di pensare a isolati o quartieri della città dove i cittadini troveranno le attività dell’azienda sanitaria e comunali connesse alla salute e al benessere. Per il ruolo di esempio ed informazione che tali sedi dovranno esercitare nei confronti della popolazione, è mia intenzione porre particolare attenzione agli aspetti ambientali che le caratterizzeranno. Da ultimo, ma di certo non per importanza, è l’intendimento di procedere speditamente verso l’informatizzazione di diverse procedure interne che comportino la riduzione del consumo di carta. Perseguire, in questo momento, l’obiettivo di diventare un’azienda paperless è utopistico, ma iniziare con convinzione il percorso che fra diversi anni ci porterà ad esserlo è necessario. Non dimentichiamoci che avere rispetto dell’ambiente significa avere rispetto di noi stessi e dei nostri figli. Tempi massimi di attesa, avviata la campagna informativa per le prestazioni ambulatoriali e di ricovero d’Area Vasta Silvana Corona È partita lo scorso mese la campagna informativa sui tempi massimi di attesa per le prestazioni ambulatoriali e di ricovero erogate dalle strutture pubbliche e private convenzionate dell’Area Vasta Pordenonese (ASS6 - capofila, AOSMA, CRO, Casa di Cura S. Giorgio, Centro Medico Esperia Srl, Diagnostica 53 Srl, SanisystemMedical Center Srl). Si tratta di un’iniziativa promossa dagli Uffici per le Relazioni con il Pubblico delle strutture sanitarie coinvolte, con l’intento di dare visibilità ai contenuti dell’accordo di Area Vasta teso al contenimento dei tempi di attesa attraverso, in particolare, l’aumento dell’offerta dei servizi, il potenziamento dei punti di prenotazione, la differenziazione dell’accessibilità alle prestazioni secondo criteri di gravità del quadro clinico. In particolare, i canali scelti per informare la popolazione sono stati individuati, prevalentemente, - nei siti aziendali, dov’è possibile consultare il piano di produzione per il contenimento dei tempi di attesa, i monitoraggi periodici a garanzia del rispetto dei tempi stessi, la procedura per il mancato rispetto dei tempi massimi per determinate prestazioni; - nei luoghi di aggregazione delle strutture pubbliche e private aderenti all’Area Vasta, negli studi dei Medici di Medicina generale e Pediatri di Libera Scelta, nelle farmacie provinciali, in cui è stata esposta un’apposita locandina informativa che riporta i tempi massimi di attesa, previsti dalla normativa nazionale e regionale e garantiti in una o più sedi per le prestazioni, ambulatoriali e di ricovero, richieste con maggiore frequenza in provincia. Le classi di priorità Gli accessi alle cure specialistiche sono differenziati in classi omogenee secondo la gravità del quadro clinico, attribuendo ad ogni classe un tempo massimo di attesa sulla base della rilevanza degli effettivi Sanisystem Diagnostica 53 Centro Medico Esperia bisogni assistenziali. La classe di priorità viene attribuita esclusivamente dal medico prescrittore (Medico di Medicina Generale/Pediatra di Libera Scelta e Specialista) che conosce lo stato di salute del paziente, la gravità delle condizioni cliniche e l’esigenza di consulenze, prestazioni specialistiche. Il criterio è che “tanto più gravi sono le caratteristiche cliniche, tanto minore deve essere il tempo di attesa alla prestazione richiesta”. A quali prestazioni si applicano le classi di priorità Le prestazioni per le quali sono state definiti e condivisi i criteri di accesso alle classi di priorità nelle strutture della Provincia di Pordenone sono due: visita cardiologica ed ecografia addome superiore, inferiore e completo. Com’è garantita la risposta nei tempi definiti dalla priorità Le prestazioni sono garantite nei tempi definiti in almeno due sedi di erogazione della Provincia di Pordenone. Quando, nella sede richiesta dal cittadino, è esaurita la disponibilità dei posti per erogare la prestazione nei tempi previsti dalla classe di priorità, l’operatore propone sedi alternative, tra quelle dell’Area Vasta, in grado di garantire l’esecuzione della prestazione nel tempo previsto. Qualora non vengano rispettati i tempi di attesa previsti per le classi di priorità B (10 giorni) e P (120 giorni) per le prestazioni sopra riportate, le aziende adottano una procedura che garantisce l’erogazione delle stesse da parte di strutture pubbliche o private convenzionate. Dallo scorso mese di dicembre la prenotazione delle prestazioni ambulatoriali può essere fatta oltre che telefonicamente attraverso il Call Center 848 448 884 e gli sportelli CUP anche presso le farmacie del Distretto Sud e Nord e le Farmacie di Rorai Grande e di Palse del Distretto Urbano. Prescrizione dell’esercizio fisico, la nuova frontiera della terapia medica Fabio De Battisti È noto da sempre che i comportamenti individuali possono condizionare lo stato di salute di una persona. Il fumo, in negativo, ne è sicuramente l’esempio più significativo. Anche l’attività fisica, in positivo, rappresenta un fattore determinante, non solo di buona “qualità” di vita, ma anche preventivo in termini di morbilità e mortalità. Studi epidemiologici su soggetti sedentari e soggetti anche solo moderatamente attivi (150 minuti/settimana di vera attività fisica), hanno evidenziato importanti effetti, con riduzione degli eventi cardiovascolari avversi ed un aumento dell’aspettativa di vita incrementabili con intensità e durata dell’esercizio. Si è giunti così a considerare l’esercizio fisico non solo in termini di prevenzione (“faccia un po’ di moto che le fa bene”), ma anche in senso terapeutico: l’esercizio fisico come vero e proprio farmaco, per il quale occorre definire indicazioni, corretta posologia, modalità di somministrazione, durata del trattamento e precauzioni d’uso. Le evidenze scientifiche hanno confermato l’effetto positivo dell’allenamento su: malattie cardiovascolari, ipertensione, soprappeso e obesità, diabete tipo 2, osteoartrite ed osteoporosi, depressione. Valutata preliminarmente la persona e il suo stato di salute, fatta la “prescrizione medica”, l’esercizio fisico, caratterizzato nelle sue componenti aerobiche, anaerobiche e di flessibilità, nella “somministrazione” può avvalersi di un’altra importante professionalità: il laureato in scienze motorie, capace di modulare l’esercizio fisico secondo lo schema ottimale per Frequenza, Intensità, Tempo, Tipo (schema FITT). Si delinea così un nuovo approccio terapeutico a malattie che, per gravità e numero di pazienti coinvolti, rappresentano il maggior onere sanitario, economico e sociale del presente e del futuro. 3 Le parole della salute, una rubrica per saperne di più Luoghi di lavoro “empowering”, i fattori di successo Salute e dipendenze Roberta Sabbion 4 Fino ad ora si è sempre ritenuto che per dare origine alla tossicomania e all’alcoldipendenza fosse necessaria sia la presenza della sostanza in grado di dare dipendenza, sia di una predisposizione individuale. Per predisposizione individuale si intende un bisogno profondo, così doloroso da far si che l’incontro con la sostanza ne risulti, per la persona, un beneficio tale da mettere le basi per continuarne l’uso fino alla dipendenza vera e propria. Se questa ipotesi può avvicinarsi molto ad una corretta interpretazione del fenomeno, non risulta però una base sempre utile per pensare ad un progetto terapeutico globale. Forse il concetto di curare la parte malata della persona, andando a vedere dove si è verificata la rottura di un equilibrio, non in tutti i casi è in grado di risolvere il problema. Cercare invece di identificare qualche parte sana e attraverso una sua forte valorizzazione costruire attorno ad essa una nuova vita, strettamente intrecciata alle risorse del territorio, con un principio di “io do, io ricevo” potrebbe essere la nuova sfida terapeutica nel campo delle dipendenze. Nel fare questo passaggio che parte da una prospettiva diversa, sia della terapia, sia della concezione del soggetto con una dipendenza, è necessario però fare un grosso lavoro culturale nel territorio dove si intende lavorare, senza il quale si deve andare contro ad una serie di pregiudizi fortemente limitativi. Il lavoro di demolire pregiudizi e permettere di osservare l’“altro”, rappresenta uno degli obiettivi che il nostro Dipartimento per le Dipendenze si pone e lo fa con vari strumenti: attraverso le azioni dei Ragazzi della Panchina (teatro, giornale, attività di quartiere ...), mediante il progetto “legati ma liberi … passo dopo passo” (progetto che vede Paola De Lucia nella montagna, in tutti i suoi aspetti, uno strumento di comunicazione), per mezzo delle attività con le scuole (progetto “Rideremo tra 20 anni) e grazie ad altre iniziative territoriali condotte con la popolazione. Il grosso cambiamento da fare riguarda fondamentalmente la concezione della persona con una dipendenza: passare dall’idea di una persona con parti malate a quella di una persona con parti sane. Per comprendere cosa intendo dire parlando di parti sane, trascrivo una breve lettera che una ragazza inserita in un percorso residenziale comunitario, ci ha scritto: “Nel mio cammino ho visto molte persone incolpare il Grande Mistero per i propri fallimenti … e molti altri arrabbiarsi con le forze esterne, perdendo fiducia in familiari e amici. Esiste un luogo e un tempo sia per la creazione che per la distruzione. Se impari a cambiare marcia, usando il vecchio per creare le basi del nuovo, niente viene perso. Ricordati: puoi agire in modo creativo per abbandonare i vecchi fardelli e spezzare le vecchie abitudini … Tutto si muove, si evolve, cambia e cresce. In questo universo nulla è statico. Il passato non può essere cambiato, ma nel presente abbiamo l’opportunità di farlo o di porre riparo …”. Credo che le parole di questa ragazza abbiano molto da insegnare a tutti noi, perché lei non ha parlato di malattia, ma di azioni, di pensieri sicuramente sani che possono riguardare ciascuno di noi e di momenti della vita di ciascuno di noi. Se possiamo pensarci sufficientemente sani, possiamo anche pensare che le persone con una dipendenza possano avere parti sane e sagge. Il binomio salute-dipendenza, che apparentemente non ha punti in comune, può con un’ottica diversa dimostrare convergenze inaspettate. Il termine empowering letteralmente “rendere potenti”, può essere tradotto con “favorire l’acquisizione di potere” o “rendere abili e capaci di”. Questo termine viene utilizzato nell’infermieristica e nella psicologia per indicare un approccio che mira ad aumentare le possibilità dell’assistito, dei suoi familiari o di un gruppo di controllare attivamente la propria vita a scopo preventivo o terapeutico. Nel campo della scienza organizzativa empowerment significa: diffusa responsabilizzazione dei professionisti nella scelta delle modalità con le quali impostare il loro lavoro. Il tradizionale assetto gerarchico prevedeva che il compito della progettazione spettasse solo alla direzione e che il ruolo dei dipendenti fosse quello di puri esecutori. L’approccio dell’empowerment consente di avere dipendenti disponibili a risolvere i loro problemi, che ognuno di essi percepisce come unici. L’empowerment è uno strumento utile per un’organizzazione che coinvolge in modo empatico lo staff e progressivamente risponde a questo coinvolgimento con un mutuo interesse ed intenzione a promuoverne lo sviluppo. L’empowerment può essere visto come un approccio che consente di esprimere le potenzialità di autoregolazione e di adattamento dei professionisti contro la rigidità e le lentezze di una concezione che metteva al centro gli aspetti formali e strutturali. Sul piano pratico si punta all’empowerment con un processo di attivazione di esperienze formative, laboratori, gruppi di lavoro, circoli di qualità o ricerche-interventi che facilitino la condivisione delle conoscenze e delle informazioni e consentano ai dipendenti di giocare un ruolo attivo e, in qualche misura, di crearlo. Uno studio condotto da Manojlo- Neoplasie professionali, il punto in un recente seminario Claudia Luisa D’Alessandro vich ha dimostrato un collegamento tra la responsabilizzazione e l’aumento della pratica clinica laddove era presente una forte leadership. Il livello di empowerment e la soddisfazione sul lavoro, sono direttamente correlati alle situazioni vissute sul posto di lavoro. I fattori strutturali, nell’ambito lavorativo, come avere accesso alle informazioni, ricevere supporto, avere accesso alle risorse necessarie per il lavoro ed avere l’opportunità di imparare e di crescere sono fondamentali per l’empowerment. Affinché si possa creare un ambiente di lavoro empowered, è opportuno che il leader adotti: Strategie individuali: • cercare un feedback esaustivo con i propri collaboratori; Strategie di Team/ Unità: • facilitare la rotazione dell’incarico dei ruoli professionali all’interno del team dei collaboratori; • costruire altre opinioni sulle loro capacità tramite programmi di orientamento, addestramento delle abilità, modellamento del ruolo e feedback positivi; • consolidare i teams attraverso percorsi di miglioramento della qualità per rispondere ad alcune criticità; Strategie organizzative generali: • stabilire strutture e processi di governo condiviso; • provvedere addestramenti diversificati, programmi di supporto e di responsabilizzazione per tutti i professionisti. Ogni anno in Italia sono attesi più di Mesoteliomi, in merito a tipologia ed in- 6000 decessi per neoplasia professio- cidenza delle neoplasie maligne, anche nale. La mancata diagnosi e segnala- in rapporto ai casi riconosciuti come zione dei casi di tumore dovuti a cance- professionali e si è cercato di definire rogeni occupazionali, oltre che tradursi quale debba essere il comportamento nel mancato riconoscimento dei diritti da parte del medico di reparto, che ha di tutela garantiti a questi lavoratori, in carico il paziente, a fronte del sospet- costituisce una falla nel sistema della to di un nesso di causa tra patologia prevenzione di casi analoghi, laddove osservata e pregressa attività lavorati- le condizioni di lavoro presentino anco- va. Di fatto, l’inquadramento di questi ra criticità di processo. Inoltre, l’attuale casi può essere complicato da svariati normativa prevede che l’omessa co- elementi (es. multiesposizioni, neopla- municazione all’Autorità Giudiziaria dei sie a bassa frazione etiologica, espo- casi di sospetta tecnopatia, da parte di sizioni extraprofessionali, lunghissime esercenti una professione sanitaria, si latenze). D’altro canto, il tumore cau- configuri a tutti gli effetti come reato. sato da cancerogeni professionali non Il 6 dicembre 2011, presso la sala con- ha caratteristiche istopatologiche mol- vegni del CRO di Aviano, si è tenuto il to diverse da quelle di una neoplasia seminario “Le neoplasie professionali: spontanea della stessa sede: è la sto- un fenomeno sempre presente”, orga- ria del paziente, che cambia. Entrano nizzato dall’ASS6, in collaborazione quindi in gioco aspetti legati alle realtà con il CRO e l’Azienda Ospedaliera di produttive ed ai cicli tecnologici: sulla Pordenone, con la finalità di coinvolge- base di studi e revisioni della letteratu- re il personale sanitario ospedaliero, ra, l’International Agency for Research proprio nel tentativo di comprendere on Cancer (IARC), ha classificato circa le dimensioni del fenomeno dei tumori 165 agenti chimici e fisici o processi professionali in provincia di Pordeno- industriali come sicuramente o proba- ne. Posto che, secondo la letteratura bilmente carcinogeni per l’uomo e 267 scientifica, una quota che varia tra il come possibili. Consci della difficoltà di 13-18% dei tumori polmonari, il 2-10% coniugare i diversi fattori, pur sottoline- dei tumori vescicali ed il 2-8% dei tu- ando il peso di un’anamnesi lavorativa mori laringei osservati, sia da attribuire dettagliata e fornendo alcuni strumenti ad attività lavorative a rischio, stupisce per una prima valutazione (es. matrice che in questa provincia, nel tempo, ne OCCAM, applicazione SERICO/ISPE- siano state segnalate solo poche unità. SL, ecc.), i relatori hanno voluto ribadi- Per richiamare l’attenzione sulla cogen- re il possibile coinvolgimento dell’Area “Il mio obiettivo personale è di fornire agli infermieri gli strumenti necessari per fare bene il loro lavoro. Io non curo i pazienti loro li curano. Il mio lavoro è di prendermi cura di loro in modo che loro possano prendersi cura dei pazienti”. Upenieks za di questi aspetti, nel corso del se- Ambienti di Lavoro dell’Azienda territo- minario, che ha visto la partecipazione riale, per gli approfondimenti speciali- del Procuratore della Repubblica Dr. M. stici del caso. Il medico di reparto potrà Martani, di epidemiologi e di clinici del così ritenere assolti anche gli obblighi lavoro, sono stati forniti i dati del Re- conseguenti ad una eventuale diagnosi gistro Tumori e del Registro Nazionale di tecnopatia. 5 Psicogeriatria, piú attenzione ai problemi mentali degli anziani Angelo Cassin 6 L’Associazione Italiana di Psicogeriatria nel suo recente convegno, svoltosi a Verona, dal titolo “Quali modelli di cura per i bisogni dell’anziano” ha inteso affrontare uno dei temi di maggiore attualità per i servizi di comunità, che si confrontano con le radicali modifiche della domanda che emerge dai contesti sociali e culturali attuali. Gli elementi chiave della Comorbilità, della Compromissione funzionale (e cognitiva), della Lunga durata di malattia e soprattutto del Coinvolgimento di fattori psicosociali sono elementi che descrivono il paziente anziano come fragile e ad alta complessità. La complessità rinvia alla necessità di una stretta integrazione tra gli attori sociali e sanitari, ma anche alla necessità per questi ultimi di disporre di un adeguato bagaglio di conoscenze e competenze di natura clinica. Come sono attrezzati i DSM ad affrontare questi problemi? È stato motivo di grande soddisfazione, che per trattare questo problema a me sia stato chiesto di effettuare un intervento in rappresentanza di un servizio che è apparso agli organizzatori del convegno (parole testuali) “come esempio di equilibrio ed apertura ai cambiamenti”. La problematicità dell’anziano risiede non solo nelle molteplici condizioni cliniche che si stratificano in funzione del tempo, ma in misura rilevante nei contesti di vita e relazionali in cui vive, spesso caratterizzati da povertà, solitudine, disabilità. Nel momento storico in cui viviamo sembra accentuarsi, da parte della società, il rinvio alla dimensione tecnica (psichiatrica) della gestione di fenomeni problematici di natura sociale, quali quello dell’anziano difficile da gestire. L’anziano con patologie mediche (cardiovascolari, oncolo- Sicurezza sul lavoro, la recente visita del Ministero del Lavoro della Turchia Carlo Venturini giche, dolorose), è un anziano fragile ed esposto a fenomeni di scompenso del suo delicato equilibrio psicofisico, che possono manifestarsi come sindromi depressive, spesso “sottosoglia” o commiste ad altre sintomatologie fisiche, tali da risultare poco evidenti. L’altro esempio è l’anziano demente: le sue problematiche comportamentali vengono demandate allo psichiatra dei servizi non solo per il trattamento farmacologico con antipsicotici di nuova generazione, ma talora per ricoveri in SPODC. Simmetricamente alla spinta sociale verso la delega ai servizi specialistici, si è sviluppato negli operatori sanitari un atteggiamento di discriminazione nei confronti dell’anziano che numerose ricerche recenti, specie in area anglosassone, hanno definito “ageism” (poco traducibile nei termini di “anzianismo”), concetto che racchiude gli stereotipi negativi ed i pregiudizi nei confronti degli anziani come categoria. Persino l’utilizzo dei servizi di salute mentale appare inferiore alle attese da parte della popolazione anziana nella quale prevalgono patologie come le depressive ed ansiose, per le quali i servizi appaiono poco sensibili, rispetto alla psicosi. Nell’ottica di trattamenti integrati, i servizi di salute mentale appaiono poter svolgere un importante compito non solo nei termini dell’assunzione della delega specialistica, ma soprattutto stimolando in termini collaborativi il miglioramento dei contesti di vita, delle relazioni con il vicinato e con i pari, ed un ruolo attivo nella società da parte della persona anziana. Quindi non si tratta di rispondere pedissequamente alla domanda di controllo comportamentale, ma di porsi nell’ottica di un forte lavoro di contesto. Una delegazione ufficiale del Ministero del Lavoro della Turchia il 13 dicembre scorso è stata ospite del Servizio per la Prevenzione e la Salute dei Lavoratori (SPSAL) dell’ASS6, nell’ambito di una “Missione Italia” rivolta ad approfondire le buone pratiche sui temi della sicurezza sul lavoro e a conoscere le Istituzioni e le organizzazioni italiane impegnate in questi temi. La delegazione era composta da 6 persone che operano presso il Dipartimento di Salute e Sicurezza del Ministero del Lavoro della Turchia, direttamente coinvolti nel progetto “Improvement of Occupational Health and Safety Conditions at Workplaces in Turkey EuropeAid/127926/D/SER/TR” (Sito di progetto: www.isgip.org). Obiettivo di tale progetto è il miglioramento delle condizioni di lavoro in Turchia, con particolare attenzione alle piccole medie imprese tra i 10 e i 250 dipendenti nel settore minerario, edile e metalmeccanico. Il progetto è stato realizzato da un consorzio internazionale di cinque membri, tra cui lo IAL-FVG e beneficiario diretto dei risultati sarà la Direzione Generale per la Salute e Sicurezza sul Lavoro del Ministero del Lavoro e attraverso essa tutti i lavoratori delle imprese della Turchia. L’incontro con lo SPSAL è stato un’utile occasione di analisi del sistema pubblico di vigilanza e di prevenzione nei luoghi di lavoro in Italia. Grande interesse è stato posto per la sistematica collaborazione e integrazione con gli altri soggetti non pubblici, per il ruolo del Medico Competente, per le modalità di sorveglianza delle Malattie Professionali e per il complesso sistema di tutela previdenziale Italiano. Le numerose domande della delegazione turca hanno permesso anche un confronto con una importante realtà culturale e sociale che si sta progressivamente integrando nella Unione Europea. Biblioteca: vetrina delle novità a cura della Biblioteca Scientifica [email protected] Un cordiale saluto a Maurizia D’Ippolito Il 31 dicembre scorso – per scelta di vita personale – la dottoressa Maurizia D’Ippolito, medico fisiatra già in forza al Distretto Sud, ha deciso di concludere il suo rapporto di lavoro con l’ASS6, optando per il pensionamento anticipato, dopo una carriera di oltre 35 anni di servizio, 15 dei quali trascorsi con noi: 12 anni in Ospedale a S. Vito e da ultimo, come fisiatra del territorio, operando praticamente in tutti i Distretti dell’ASS6, tra impegni e soddisfazioni più o meno gratificanti. È stato un percorso vissuto con grande tenacia e professionalità, spesso fra mille difficoltà, tutte affrontate con decisione e competenza e, nel corso della calorosa festa di commiato organizzata in suo onore ad Azzano X, la dottoressa ha avuto parole di gratitudine e saluto per tutti i colleghi e collaboratori – non solo del Distretto Sud – che in questi anni si sono trovati a operare al suo fianco. A lei il migliore augurio per i prossimi impegni che sicuramente non mancheranno, non solo sul versante professionale, ma anche come frutto della verve artistica nell’arte figurativa che la caratterizza. Marco Castelletto Detrazioni fiscali, abolito l’obbligo di comunicazione annuale Ai sensi dell’art. 7 del Decreto Legge 70/2011, riguardante la semplificazione fiscale, è stato abolito, per i lavoratori dipendenti, l’obbligo di comunicare annualmente i dati relativi alle detrazioni per carichi di famiglia e pertanto l’Ufficio Personale della Sede, Area Economica, non invierà i modelli da compilare per l’anno 2012. Si ricorda tuttavia che continua a sussistere l’obbligo, in capo al lavoratore, di comunicare tempestivamente eventuali variazioni rispetto alle condizioni comunicate per l’anno 2011. Ufficio Personale Area Economica Biblioteca Scientifica, su Intranet il catalogo dei periodici cartacei È stato pubblicato sulla pagina Intranet nella sezione dedicata alla Biblioteca il catalogo dei periodici cartacei, acquisiti dall’Azienda per i Servizi Sanitari n. 6, aggiornato a dicembre 2011. Sono stati necessari alcuni mesi, infatti, per effettuare la verifica riguardo alla reale consistenza delle annate e all’inventariazione di tutti i fascicoli. È bene ricordare che, nonostante la disponibilità della versione online di molti periodici, il posseduto cartaceo riveste ancora, in campo scientifico, grande importanza. Alla luce del progetto “Biblioteca di Area Vasta” che prevede la condivisione del patrimonio bibliografico dei tre Enti (CRO, ASS6, AOSMA), è indispensabile garantire reciprocamente la presenza dei periodici cartacei acquisiti negli anni in modo da consentire alle altre Biblioteche lo scarto di eventuali doppioni. Alcuni periodici non sono collocati presso la Biblioteca (3° piano sede centrale) e questo allo scopo di consentire agli operatori che, quasi esclusivamente, sono interessati ai contenuti di tali periodici (DSM, Dipartimento Dipendenze, Servizio Veterinario, Ufficio Tecnico, ecc.) una più agevole consultazione. Tra i titoli inclusi nel catalogo, sono contemplati anche quelli collocati presso l’ospedale di San Vito e di Spilimbergo fino al 2010. La medicina difensiva, questioni giuridiche, assicurative, medicolegali. Maggioli editore 2011 L’opera si pone come strumento di ausilio per tutti coloro che si occupano di responsabilità professionale sanitaria. Nel testo si cerca di analizzare l’esigenza di una più adeguata “informazione” che risulta una priorità non solo per il paziente, ma anche per chi in concreto se ne prende cura. Parimenti non trascurabile è la necessità di una mirata informazione anche degli “addetti ai lavori” non sanitari (avvocati, assicuratori ecc.) riguardo a temi che necessariamente richiedono approfondimenti e aggiornamenti continui. Alcol e giovani, incontro tra giunta del CONI e ASS6 Anna Maria Falcetta Il 13 gennaio è stato raggiunto l’accordo per programmi di formazione della dirigenza delle varie federazioni sportive in considerazione del crescente abuso di alcol nella popolazione giovanile. 7 ù pi Marco Castelletto Coordinamento redazionale Silvana Corona a, tri i ria em ge bl ani ico ro zi Ps ai p i an l ne eg io d nz tali te at men Direttore responsabile Redazione Anna Maria Falcetta, Alessandro Gislon, Nevio Iacuzzi, Ornella Miot, Luciana Pignat, Sandro Santarossa, Sergio Saracchini, Carmela Zuccarelli Segreteria Ornella Miot, Luciana Pignat Tel. 0434-369917 Fax 0434-522650 e-mail: [email protected] [email protected] Progetto grafico Michele Berardi Impaginazione e Grafica Sergio Saracchini Stampa Tipografia Sartor Pordenone Reg. Trib. di Pordenone n. 515 del 28 Luglio 2004 de ll’ l de a n ese Pres lla uo rci cr te va zio izio ra pi fro fisic ne a nt o, m ie ed ra ica A questo numero hanno collaborato: Angelo Cassin Direttore Dipartimento Salute Mentale S.O.C. Rete di Coordinamento dei Processi Marco Castelletto diDirettore Continuità Assistenziale e di Inclusione Sociale Silvana Corona Responsabile Ufficio Relazioni con il Pubblico Claudia Luisa D’Alessandro Servizio Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro - Dipartimento di Prevenzione Fabio De Battisti Direttore Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione - Dipartimento di Prevenzione Paola De Lucia Dirigente Servizio Infermieristico Aziendale Anna Maria Falcetta Responsabile Biblioteca Scientifica Roberta Sabbion Direttore Dipartimento per le Dipendenze Giuseppe Tonutti Direttore Generale Carlo Venturini Direttore Servizio Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro - Dipartimento di Prevenzione Ufficio Personale Area Economica