Programma Leonardo - Progetti Pilota, Competenze
Linguistiche, Reti Transnazionali, Materiali di Riferimento Fase 2000-2006 – Anno 2002 – Progetto: “A.R.G.O.” –
Progetto numero: I/02/B/F/PP-120221
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BOZZA DOCUMENTO EQUIPOLLENZA
SINTESI e RIELABORAZIONE INTERVENTO
DEMARTINI – CONVEGNO NAPOLI
La costruzione di una tabella di corrispondenza/equipollenza nel riconoscimento delle competenze tra i diversi
stati partner costituisce uno dei risultati del progetto ARGO
E’ questa un’impostazione legata ad uno scenario dell’education superato dai fatti. L’equipollenza dei titoli
appartiene infatti agli anni passati in quanto si riferisce ad un contesto politico di piena sovranità di ciascun
Stato.
In tale prospettiva il titolo, il cui valore legale è spendibile in quello Stato, può essere assunto come
equipollente da un altro Stato.
La delega all’UE da parte degli Stati Membri di gran parte della propria sovranità nazionale e al tempo stesso
l’affermazione del principio di sussidiarietà fanno sì che, nell’ambito dell’istruzione e della formazione, pur
rimanendo di competenza nazionale, si ricerchino aspetti “comuni” al fine di garantire il diritto di cittadinanza
attiva e di mobilità del cittadino in Europa e contemporaneamente si sviluppino soluzioni per l’apprendimento,
per il riconoscimento e per la validazione delle competenze specifiche ed autonome in ciascun territorio.
Sempre più si vanno evidenziando due ambiti: un primo “comune” rappresentato dalle qualifiche e dalla
certificazione e un secondo definito “della sussidiarietà” rappresentato dalla formazione, dal riconoscimento e
dalla validazione delle competenze. Quest’ultimo viene così definito, proprio perché attuato in modo autonomo
in ciascuna realtà territoriale, nel rispetto delle diverse tradizioni storico culturali e delle specificità socio
economiche locali.
In questa prospettiva modificata non ha pertanto più molto senso cercare modalità per definire un’equipollenza
tra i titoli, quanto piuttosto approfondire le tematiche finalizzate a rendere evidenti quei parametri che
consentono la trasparenza e la leggibilità delle qualifiche e la modalità di certificazione da un lato e che
facilitano la confrontabilità dei percorsi formativi e degli apprendimenti dall’altro.
Nel primo caso l’evidenza di parametri e strutture consentirà la costruzione di metastrutture di raccordo, nel
secondo il confronto sarà finalizzato a fornire servizi educativi sempre più rispondenti alle esigenze del
singolo: accumulabili, integrabili e personalizzabili, nella prospettiva della mobilità geografica e formativa.
Le Università europee, nell’ambito del programma comunitario Socrates – Erasmus per la mobilità dello
studente, hanno affrontato questo genere di problematiche e fornito una proposta risolutiva costituita
dall’ECTS (European Credits Tranfert Systhem). L’efficacia della soluzione è dimostrata dalla diffusa
applicazione dell’ECTS che a partire dal 1997 ha coinvolto ad un numero di studenti ed organismi accademici
in continua crescita. A partire dal 1997 infatti l'adozione di ECTS è stata avviata in oltre 1.200 Università
europee e sta diventando una leva importante dell'innovazione della didattica nel sistema, tuttora fortemente
disomogeneo, dell'istruzione universitaria europea.
A livello comunitario si sottolinea la necessità di costruire, anche per la formazione professionale (V.E.T. –
Vocational Educational Training), un sistema analogo (ECVET – Europea Credito for V.E.T.), in grado di
supportare la mobilità dello studente e del lavoratore.
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Si ritiene a questo punto opportuno continuare l’analisi in due direzioni tra loro complementari: da un lato
analizzando lo sviluppo del dibattito comunitario e le linee d’indirizzo proposte per l’ECVET, dall’altro
descrivere ECTS in modo da vedere quali possano essere gli elementi eventualmente trasferibili alla
formazione professionale
Il dibattito comunitario
In generale
Per raggiungere gli obiettivi di Lisbona (cittadinanza attiva, occupabilità, sostenibilità, coesione sociale) e le
indicazioni di Copenaghen (…società europea della conoscenza …la più competitiva del mondo….entro il
2010) si è avviato un processo - definito di Bruges Copenaghen - di potenziamento dell’istruzione e della
formazione, nell’ambito del quale lavorano alcuni gruppi tecnici. Quanto di seguito riportato si riferisce appunto
al dibattito in corso nel gruppo tecnico di lavoro per il trasferimento dei crediti.
Un punto di partenza significativo è rappresentato sicuramente dalla dichiarazione di Copenaghen di cui si
riporta un brano significativo
“investigating how transparency, comparability, transferability and recognition of competences
and/or qualifications, between different countries and at different levels, could be promoted by
developing reference levels, common principles for certification, and common measures, including
a credit transfer system for vocational education and training
la ricerca di come promuovere la trasparenza, la comparabilità, la trasferibilità e la ricognizione sistemica delle
competenze e/o delle qualifiche, fra paesi diversi e ai diversi livelli potrebbe essere promossa attraverso lo
sviluppo di livelli di riferimento, di principi comuni per la certificazione, di misure comuni, includendo un
sistema di crediti per la V.E.T.
In tale affermazione si evidenziano gli obiettivi di trasparenza, comparabilità, ricognizione sistemica che
determinano le scelte politiche e le linee di indirizzo per l’identificazione di prassi, strumenti e soggetti attuatori
che consentono una possibile realizzazione operativa e funzionale del sistema. Vi si indicano in particolare: i
livelli di riferimento, i principi comuni per la certificazione, le misure comuni, il sistema di crediti per la VET
La mobilità dello studente, in relazione soprattutto alla formazione iniziale, richiede un posizionamento di
livello rispetto ad un possibile percorso di studi, chiarire cioè a quale sottosistema formativo si fa riferimento e
a quale livello.
La certificazione richiede dei principi comuni condivisi che oltre a mettere in chiaro il valore legale, sociale ed
economico del documento (attestato, certificato, diploma, laurea) mettano in evidenza
1. gli obiettivi di certificazione indicando che cosa questi rappresentino
• i contenuti di un percorso formale di apprendimento (possibili conoscenze che il soggetto
dimostra di avere appreso con esame)
• le competenze effettivamente possedute dal candidato e acquisite nel percorso formale
(padronanza in ambito teorico, pratico e comportamentale delle competenze)
• le competenze effettivamente possedute dal candidato e acquisite in modo informale e non
formale (padronanza in ambito teorico, pratico e comportamentale delle competenze)
• le competenze relative a delle esigenze di tipo professionale (performance)
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2. chi è il soggetto certificatore – interno o esterno (soggetto terzo) –
3. quali sono le procedure adottate nella certificazione
Le problematiche relative all’attribuzione dei crediti, a differenza della certificazione ed in relazione a quanto
precedentemente affermato, appartengono non agli ambiti “comuni” ma a quello della “sussidiarietà”.
Ciò significa che i molti e differenziati percorsi e le loro componenti debbono essere confrontabili in termini
quantitativi e il risultato di tale confronto deve potersi esprimere attraverso numeri. Appare evidente la
necessità di operare una semplificazione della complessità attraverso la scelta condivisa di una unità di
misura rispetto alla quale effettuare i confronti in modo pratico ed inequivocabile. Tale operazione
indubbiamente costituisce una ridutio ad minum di cui è necessario avere piena consapevolezza dei limiti, ma
anche delle opportunità che offre. Il carico di lavoro come unità di misura del credito scelto nell’ECTS, come si
dirà in seguito, costituisce un’unità per certi aspetti riduttiva rispetto alla complessità dello scenario formativo,
ma di indubbia facilità e comodità di applicazione nonché di efficacia rispetto all’obiettivo principale che è
quello di garantire la mobilità dello studente.
L’attribuzione e il riconoscimento di crediti diventa frutto di accordi e convenzioni. Non ci sono valori o ragioni
intrinseche nelle scelte se non quelli dettati dalla necessità di risolvere dei problemi in modo efficace ed
efficiente. Ed è proprio questa necessità di funzionalità a promuovere una sistematizzazione condivisa degli
accordi e delle convenzioni, in altre parole la definizione di un vero e proprio sistema di crediti.
In relazione al gruppo di lavoro sul trasferimento
dei crediti
A livello comunitario si è costituto un gruppo tecnico per l’approfondimento delle tematiche legate al
trasferimento dei crediti al quale partecipano, direttamente e in comunità virtuale, soggetti che provengono da
diverse nazioni e con competenze differenziate. Costruire un sistema di crediti per la V.E.T. risulta senza
dubbio impresa ardua e complessa rispetto alla quale ci si aspetta di raggiungere risultati non esaustivi ma
perfettibili. Non va del resto trascurato che entro la fine del 2005 un framework per le qualifiche europee e un
sistema di trasferimento crediti per VET dovrebbe essere formalmente proposto dalla Commissione
Una prima esigenza è costituita dal condividere il significato di alcuni concetti di base attraverso un accordo in
progress ed in modo tale che questi risultino funzionali alla reciproca comprensione e al poter disporre di un
glossario condiviso.
Il campo di riferimento è quello degli apprendimenti formali (rif. fig1)
• Curriculum: percorso formativo a cui fare riferimento per conseguire un titolo. Il vocabolo curriculum
indubbiamente appartiene più ai settori formali dell’istruzione che a quelli della formazione professionale
• Moduli: costituiscono la prima articolazione sequenziale di componenti formative del curriculum. Tali
componenti collegano tra loro dei contenuti gnoseologici e si caratterizzano per la durata, per la modalità
di erogazione della formazione e per le diverse tipologie di attività (laboratoriale – teorica – di
esercitazione). Le sequenze sono scelte dal formatore per raggiungere gli obiettivi formativi programmati. I
moduli in quanto unità formative possono essere parte di un Syllabus, di un programma di studio, di un
percorso complesso (se riferito a percorso formativo erogato) ma avere anche vita propria essere cioè
unità capitalizzabili (se riferita percorso formativo individuale)
• Unità: unità di competenza è la più piccola parte del curriculum ed è costituita da un insieme coerente di
conoscenze, competenze, capacità, abilità, compiti. Questa accezione di unità è molto discutibile. In molta
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letteratura infatti l’unità di competenza è finalizzata al raggiungimento di una competenza (o meglio
metacompetenza in quanto aggregazione di unità di competenza teorica, pratica e comportamentale).
L’unità deve riferirsi ad un livello di apprendimento. Per definirla è importante inoltre nella formazione
professionale riferirla ad un’attività chiave (processo lavorativo) e alle operazioni che la compongono.
L’unità di competenze (capitalizzabile) è il risultato di processi di apprendimento formale, non formale ed
informale. Non va tuttavia trascurato il fatto che l’attribuzione di crediti nell’ambito delle attività informali e
non formali risulti di difficile applicazione in quanto sono caratterizzate da competenze tacite. Le unità si
possono comporre e scomporre tra loro. Ciascuna unità prevede l’esplicitazione delle modalità di
valutazione e validazione. Ciascuna unità può essere certificata, avere allocati dei crediti, essere
accreditata in quanto si sono riconosciute delle competenze acquisite.
•
Credito formativo rappresenta un modo trasparente di valorizzazione di uno o più moduli e/o di una o più
dell’unità di competenza e/o di una qualifica o di una sua parte. E’ sempre possibile dedurre crediti
assegnati a moduli da quelli assegnati ad unità o viceversa. Nell’ECTS il credito formativo corrisponde ad
un carico di lavoro medio svolto in aula, in laboratorio, oppure di studio e pari a circa 25 ore, con un
intervallo di variabilità massimo del 20%.
Il credito, nell’ECTS, è dunque una convenzione per la quale non è importante che cosa fai, ma quanto
tempo impieghi. Non si entra in merito sulle modalità di valutazione e certificazione in quanto si accetta in
toto quanto fatto dall’organismo che eroga la formazione e con cui si è in convenzione; ci si limita quindi
ad una procedura di riconoscimento.
Metaforicamente potremmo quindi affermare che il credito ha un valore di scambio spendibile nel campo
delle conoscenze e competenze, come una moneta usata da tutti i partner sottoscrittori dell’accordo. Il
credito ha dunque un valore nominale, fissato a priori da chi lo attribuisce - ente che attribuisce il credito e che tuttavia deve essere accettato e riconosciuto anche da altri come valore di scambio. Non va infatti
trascurato che il credito viene introdotto a sostegno della mobilità regionale, nazionale ma soprattutto
internazionale della persona. È quindi importante non solo il valore dato ma soprattutto quello riconosciuto
da altri. Ciò implica che ci sia accordo tra soggetti eroganti e riceventi. Non esistono pertanto principi per
la definizione dei crediti quanto piuttosto procedure che si concretizzano in accordi tra organismi per
definire i criteri per la misura dei crediti e le modalità di attribuzione nonché di riconoscimento.
Gli accordi presumono che tra gli organismi ci sia reciproca fiducia (mutual trust). Non va dimenticato che
la fiducia richiede che le attività e modalità di erogazione della formazione siano ben descritte dal soggetto
erogatore e rispondano a criteri di trasparenza e qualità. Il credito assume dunque valore solo nell’ambito
di accordi, che possono essere bi o plurilaterali. Per restare nell’ambito della metafora precedentemente
usata: non è una moneta corrente ma ha valore solo nell’ambito dell’accordo.
Assume pertanto un valore negoziale e convenzionale e non certo assoluto come potrebbe essere per una
procedura che risponda a criteri di equipollenza.
Il credito può essere interpretato come carico di lavoro o in corrispondenza con obiettivi di apprendimento
Non tutti in Europa sono concordi nell’assumere come credito il carico di lavoro, per esempi i francesi
vorrebbero come credito la competenza in quanto risultato finale raggiunta come obiettivo di
apprendimento che caratterizza il modulo e tenga conto anche delle modalità di erogazione della
formazione. Il credito è attribuibile ad apprendimenti formali, non formali ed informali. Questa dichiarazione
d’intenti non trova tuttavia ancora applicazione pratica in quanto nell’informale, a differenza del formale,
non abbiamo ancora grandezze e unità confrontabili. Nell’ECTS vengono considerati solo aspetti formativi
formali.
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Qualifica e certificazione
Dispositivo o sistema finalizzato al riconoscimento ufficiale di una qualifica o di una sua parte da parte di
un’istituzione accreditata. I sistemi di certificazione sono caratterizzati da un quadro di riferimento di tipo
legale, da procedure e da strumenti di misura a garanzia della qualità del dispositivo o del sistema. La
certificazione è conseguente ad una procedura di valutazione dell’esperienza di apprendimento (esame,
test, osservazione di lavori svolti ecc), ad una procedura di validazione (in seguito a confronto tra la
valutazione dei risultati e un quadro di riferimento) o accertamento/attestato di frequenza al programma di
studio o ai singoli moduli. La certificazione può essere riferita a singole componenti o all’intero percorso
oppure risultare dalla somma di più certificazioni.
Ciascuna certificazione, parziale o completa, può fornire: l’attribuzione di crediti e l’esenzione dalla
frequenza di moduli e/o unità di competenza.
Una seconda esigenza invece consiste nel porre in evidenza i criteri che consentono di definire un sistema di
trasferimento crediti nonché le procedure per la loro attribuzione
• in generale, è fondamentale determinare
o quali sono unità da riconoscere
o che valore si può dare unità competenza – quale unità di misura
o a quale tipo di processo e di risultato corrisponda un credito
o quale approccio per il riconoscimento di crediti
o quali regole per l’accumulazione di crediti
o quali vantaggi i diversi enti possono ricavare dall’attribuire e riconoscere crediti (in modo tale
da giustificare lo sforzo)
• in particolare, è invece determinante individuare le problematiche chiave per lo sviluppo della V.E.T. quali
o la definizione di una qualifica e della zona di fiducia reciproca
o l’accertamento attraverso concetti quali: tempo di apprendimento, densità dell’apprendimento
livello di apprendimento medio del candidato)
o le zone qualitative (equivalenza)
o la componibilità e la modularizzazione dei percorsi (parcellizzazione e sequenza)
o la certificazione
Il sistema ECTS
Si riporta una descrizione puntuale dell’ECTS articolata in risposte sintetiche ad alcune domande chiave
Che cos’è un sistema di crediti?
Un sistema di crediti è un modo sistematico di descrivere un programma educativo attraverso l’attribuzione di
crediti alle parti di cui è composto. La definizione di crediti nei sistemi di formazione superiore può basarsi su
parametri tipologicamente molto diversi tra loro: il carico di lavoro, i risultati di apprendimento, le ore di
presenza
Che cos’è l’ECTS?
Il sistema europeo di trasferimento ed accumulazione dei crediti è un sistema studente-centrico basato sul
carico di lavoro richiesto allo studente per raggiungere gli obiettivi di un programma, obiettivi preferibilmente
esplicitati in termini di risultati di apprendimento e competenze che devono essere acquisite
Perchè introdurre ECTS?
Perché rende i programmi di studio facilmente leggibili e comparabili per tutti gli studenti locali e stranieri.
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Perché facilita la mobilità e la riconoscibilità fra gli atenei.
Perché aiuta le università ad organizzare a rivedere i loro programmi di studio.
Perché può essere usato per comporre una pluralità di programmi e di modalità di erogazione.
Perché rende la formazione superiore europea più allettante per studenti di altri continenti.
Quali sono gli elementi chiave che caratterizzano l’ECTS?
60 crediti costituiscono la misura del carico di lavoro di uno studente a full-time in un anno accademico. Il
carico di lavoro dello studente è calcolato supponeno un lavoro medio annuo di 36/40 settimane.
Il credito è anche un modo per quantificare i risultati di apprendimento. Questi ultimi costituiscono l’insieme
delle competenze e cioè quello che lo studente, alla fine del processo di apprendimento, lungo o corto, sarà in
grado di conoscere, capire o fare. I crediti richiedono un’adeguata sistematizzazione dei risultati di
apprendimento acquisiti.
Il carico di lavoro totale, per ottenere il diploma relativo ad un primo livello di studi della durata di tre o quattro
anni è pari rispettivamente a 180 o 240 crediti.
Il carico di lavoro dello studente in ECTS comprende il tempo impiegato in letture, seminari, studio personale,
preparazione per dare gli esami. I crediti sono previsti per tutte le componenti di un programma di studio (quali
moduli, corsi, lavoro di esposizione) e riflettono la quantità totale di lavoro necessario per completare un intero
anno di studi nel programma considerato.
Quali i documenti chiave di ECTS?
Le informazioni sistematiche raccolte in un catalogo dei pacchetti/corsi dell’istituzione pubblicata in due lingue
L’accordo sugli apprendimenti che contiene l’elenco dei corsi che lo studente può frequentare e sostenere
l’esame finale nonché il corpo di docenza accademica coinvolto e responsabile.
La trascrizione di curricula che documentano la performance di uno studente attraverso l’esplicitazione
dell’elenco dei corsi frequentabili e dei corrispondenti crediti ottenuti in ECTS e trasferibili nei corsi locali
Che cos’è il Diploma Supplement
Il Diploma Supplement è un documento riferito alla formazione superiore che mira a standardizzare la
descrizione di quanto ottenuto a completamento con esito positivo del corso. La descrizione chiarisce la
natura, il livello, il contesto e la tipologia degli studi. Il Diploma Supplement supporta la trasparenza e facilita
una ricognizione sistemica delle qualifiche accademiche e professionali (diploma, lauree,certificati e attestati)
Le linee di indirizzo di ECTS hanno informato in modo significativo la recente legislazione italiana in ambio
universitario - D.M. 509/99 – che oltre ad assumere quanto sopra esposto riorganizza le lauree classi e per
ogni classe di corsi di studio evidenzia gli obiettivi e le attività formative qualificanti in quanto indispensabili per
conseguire il titolo finale.
Si distinguono sei tipologie di attività formative :
a) attività formative in uno o più ambiti disciplinari relativi alla formazione di base;
b) attività formative in uno o più ambiti disciplinari caratterizzanti la classe;
c) attività formative in uno o più ambiti disciplinari affini o integrativi di quelli caratterizzanti, con particolare
riguardo alle culture di contesto e alla formazione interdisciplinare;
d) attività formative autonomamente scelte dallo studente;
e) attività formative relative alla preparazione della prova finale per il conseguimento del titolo di studio e, con
riferimento alla laurea, alla verifica della conoscenza della lingua straniera;
f) attività formative, non previste dalle lettere precedenti, volte ad acquisire ulteriori conoscenze linguistiche,
nonchè abilità informatiche e telematiche, relazionali, o comunque utili per l'inserimento nel mondo del
lavoro, nonché attività formative volte ad agevolare le scelte professionali, mediante la conoscenza diretta
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del settore lavorativo cui il titolo di studio può dare accesso, tra cui, in particolare, i tirocini formativi e di
orientamento di cui al decreto del Ministero del Lavoro 25 marzo 1998, n. 142.
Nel DM 509/99 appare per la prima volta forse la definizione di CUF (credito universitario formativo) che nasce
in contesto internazionale e viene ripreso in ambito nazionale
In tale decreto inoltre forse per la prima volta in ambito accademico il focus viene spostato dall’insegnamento
all’apprendimento. L'attività di apprendimento, a è riferito il CUF, si suddivide in:
·
forme di didattica assistita: frequenza di lezioni, esercitazioni, seminari;
·
forme di studio individuale: studio dei testi, elaborazione di relazioni, preparazione dell'esame;
·
forme di accertamento continuo del profitto (verifiche periodiche, ecc.).
La trasferibilità del sistema ECTS
La trasferibilità del sistema ECTS nel costruendo sistema dell’ECVET non è certo attuabile tout court: i sistemi
infatti sono troppo diversi per poter comparare i contenuti dei moduli e per poter attribuire un valore analogo al
credito formativo. Inoltre negli accordi tra organismi di formazione e soprattutto nella loro estensione è diversa
la credibilità di cui godono gli organismi che erogano la formazione e la possibilità di mettere in trasparenza i
percorsi. Le variegate e recenti offerte formative della V.E.T. non possono certamente essere paragonate a
quelle accademiche.
Risultano invece sicuramente trasferibili le scelte metodologiche di seguito riassunte:
• nell’individuazione di una metrica che consenta di mettere a confronto tra loro percorsi, moduli, unità di
competenza
• nell’individuazione di possibili unità di misura e nella scelta di quella più funzionale allo scopo principale
che determina la necessità di un sistema di crediti: garantire la mobilità formativa e occupazionale del
cittadino europeo
• nella consapevolezza che l’assunzione del carico di lavoro - impegno globale richiesto allo studente come credito formativo costituisce non lo strumento di valutazione comune degli apprendimenti (Il credito
non è un nuovo modo per misurare le ore di insegnamento, né qualifica il livello o l'importanza di una
materia di studio né i suoi contenuti), ma uno dei possibili strumenti di confronto e di integrabilità dei
percorsi
• nella consapevolezza che il valore del credito formativo è convenzionale
• nell’accettazione del valore del credito nell’ambito di accordi e in un clima di mutual trust
• nella consapevolezza che la fiducia reciproca ha come presupposti la trasparenza delle qualifiche e la
qualità nei processi formativi
• nel ritenere che l’attribuzione del credito sia successiva alla valutazione dei raggiunti risultati
dell’apprendimento (learning outcome) e non dipendente dalla sola frequenza/partecipazione ad un
programma formativo
• nel ritenere che il credito non sia valido “per se stesso”, ma nel contesto di una qualifica da ottenere
Conclusioni
ECVET s’inserisce nella dimensione comunitaria tracciata dai consigli di Lisbona e Copenaghen ed in
particolare costituisce con il framework per la trasparenza delle qualifiche e delle competenze Europass una
priorità individuate dal processo di Bruges Copenhagen
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ECVET afferisce all’ambito della sussidiarietà in quanto riconoscimento di crediti nell’ambito di percorsi
formativi sviluppati in coerenza con standard certificatori comuni ma anche pienamente rispondenti alle
esigenze dei mercati locali e nazionali
ECVET costituisce uno strumento basilare affinché la VET possa giocare un ruolo determinante per lo
sviluppo del Lifelong Learning (LLL); anche se qui l’accreditamento delle competenze informali e non formali e
quindi la valorizzazione dell’esperienza pregressa abbisogna di procedure specifiche di attribuzione dei crediti
ECVET deve poter riferirsi ad un framework Europeo di qualifiche, aperto e flessibile, che si fondi sulla
trasparenza e sulla fiducia reciproca e che offra un riferimento comune per il riconoscimento delle qualifiche,
basato sugli esiti dell’apprendimento, sostanziato da meccanismi di garanzia della qualità e supportato da un
set di livelli di riferimento comuni
ECVET deve basarsi su principi comuni e su una metrica condivisa e funzionale a garantire la mobilità degli
studenti in formazione e su esiti/obiettivi trasparenti che tengano conto anche del sistema di trasferimento
crediti universitario (ECTS) e dell’Europass.
ECVET si implementa con lo sviluppo di accordi volontari tra istituzione di formazione europei. Se da un lato il
sistema comunitario
ECVET deve prevedere un meccanismo di accumulazione tale da consentire l’acquisizione di certificazioni
intermedie e di qualifiche professionali. E’ legata all’ECTS, insieme al quale, è auspicabile evolva in un unico
sistema europeo di crediti. L'Università da un lato e la formazione professionale costituirebbero i tasselli
fondamentali del processo di formazione permanente degli individui, a livello europeo, in un sistema
generalizzato di accumulazione di crediti di studio.
ECVET è centrato sullo studente, deve essere legato all’Europass e fondarsi su di un quadro comune di livelli
di riferimento da definirsi in quanto quelli attualmente usati - ISO 85 e ISCED 97 – risultano obsoleti rispetto
alla realtà formativa e socio economica europea; deve inoltre basarsi su criteri comuni per la garanzia della
trasparenza e su principi comuni per la validazione delle competenze comunque acquisite.
ECVET richiede un clima di fiducia nel quale poter realizzare il trasferimento dei crediti. Le istituzioni
interessate al trasferimento dei crediti devono poter aver fiducia l’una dell’altra in relazione alle competenze
per le quali si attribuisce il credito ad un dato livello. La fiducia deve essere garantita da standard di qualità (
rif. indicazioni fornite in “la guida per la garanzia della qualità” (documento prodotto dal gruppo tecnico sulla
qualità)..
ECVET per garantire oggettività alle misure eventualmente fornite per i confronti deve poter garantire che
vengano dichiarati: i livelli di riferimento, la tipologia dell’apprendimento sia riferito alle conoscenze, abilità e
competenze dell’allievo, sia ai programmi di studio e alle qualifiche, le caratteristiche del processo formativo,
la figura professionale di riferimento.
ECVET si basa sulla capacità negoziale, convenzionale e di accordo fra gli attori della formazione che
stipulano accordi, protocolli d’intesa e convenzioni. I livelli di riferimento QCA ((Qualifications and Curriculum
Authority – Londra); possono essere usati come strumento per dare una fisionomia ai crediti, ossia per chiarire
il significato dei pacchetti di crediti, particolarmente quelli attribuiti a programmi pluriennali
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