FISICA E... SUPERCONDUTTORI COME COMPUTER QUANTISTICI G. Falci, R. Fazio NEST-INFM & Dipartimento di Metodologie Fisiche e Chimiche (DMFCI), UniversitaÁ di Catania, viale A.Doria 6 I-95125 Catania, Italy G. M. Palma NEST-INFM & Dipartimento di Scienze Fisiche ed Astronomiche, (DSFA) UniversitaÁ di Palermo, via Archirafi 36 I-90123 Palermo, Italy 110 Information is physical. Questa idea, proposta da Landauer all'epoca dei suoi studi sul costo termodinamico intrinseco dei processi di calcolo (1), ha imposto un radicale cambiamento di prospettiva, riconducendo la teoria dell'informazione ad oggetto di indagine fisica. Ogni implementazione di procedure di calcolo infatti puoÁ essere descritta in termini di un processo nel quale l'informazione viene codificata in un sistema fisico la cui evoluzione temporale viene controllata in maniera programmata (2). Il tipo di operazioni logiche che un calcolatore puoÁ compiere dipende quindi dalle leggi fisiche che governano la sua dinamica. Questa analisi, in apparenza ovvia, porta a risultati sorprendenti se i sistemi fisici in questione hanno dimensioni di scala atomica. In questo caso, infatti, la dinamica del calcolatore eÁ descritta dalle leggi della meccanica quantistica e le regole computazionali che ne conseguono differiscono in modo radicale da quelle del calcolo classico. Ad esempio un calcolatore quantistico puoÁ trovarsi in una sovrapposizione di piuÁ configurazioni «classiche». Questo consente di poter utilizzare l'inerente parallelismo dell'evoluzione quantistica coerente del computer per effettuare simultaneamente, su un singolo pezzo di hardware, piuÁ processi di calcolo. L'idea di fondo eÁ abbastanza semplice da descrivere: l'evoluzione coerente di un compu- ter quantistico eÁ unitaria ed ogni programma corrisponde ad una specifica trasformazione che fa evolvere ogni stato di input nel desiderato stato di output. Se all'inizio del processo di calcolo il computer si trova in una sovrapposizione coerente di tutti i suoi possibili stati di input alla fine di tale processo esso si troveraÁ in una sovrapposizione coerente di tutti i suoi stati di output compatibili con l'evoluzione unitaria programmata. Tutto questo con un singolo «run» del computer. Ovviamente non tutta l'informazione contenuta nel computer alla fine eÁ accessibile dal momento che una misura fa collassare il calcolatore quantistico in un particolare stato. Tuttavia con una accorta misura eÁ possibile estrarre ad esempio alcune informazioni globali dell'insieme degli output. Ad esempio se l'output consiste di tutti i possibili valori di una funzione periodica su un determinato dominio spesso noi siamo interessati a conoscere il valore del periodo, appunto una proprietaÁ globale della funzione, piuttosto che i particolari valori che questa assume. In generale eÁ stata provata l'esistenza di nuovi algoritmi che sfruttano questo «parallelismo quantistico» con un guadagno esponenziale nell'efficienza di calcolo. L'esempio piuÁ noto di algoritmo quantistico con queste caratteristiche eÁ quello scoperto da Shor (3). Esso consente di risolvere il problema della fattorizzazione di un numero in un tempo che eÁ funzione polinomiale della lunghezza dell'input. Su un calcolatore classico il tempo di calcolo cresce esponenzialmente rendendo il problema intrattabile. Un calcolatore quantistico puoÁ essere descritto in temini di qubit (quantum bit) e quantum gate (porte logiche). Un qubit eÁ l'unitaÁ di informazione che viene codificata su un sistema a due livelli j0i; j1i. A differenza di un bit classico, che puoÁ assumere solamente i valori 0 o 1, un qubit puoÁ trovarsi in una sovrapposizione coerente degli stati j0i; j1i. I gate corrispondono a specifiche trasformazioni uni- G. FALCI, R. FAZIO tarie controllate dei qubit, ottenute controllando l'evoluzione quantistica del sistema, Tale evoluzione dinamica pioÁ essere controllata ad esempio modulando opportunamente le costanti di accoppiamento dell'Hamiltoniana del sistema. Un'altra tecnica possibile consiste nell'applicazione di opportuni impulsi con frequenza risonante con la separazione tra i due livelli del qubit. In questo modo eÁ possibile, ad esempio, realizzare un'operazione di NOT 1 j0i !j1i, j1i !j0i, o una trasformazione di Hadamard 2 1 j0i ! p j0i j1i, 2 1 j1i ! p j0i j1i : 2 Le operazioni a singolo bit, di cui abbiamo dato due esempi, non permettono da sole di realizzare un processo di calcolo quantistico. L'implementazione di un qualsiasi algoritmo quantistico richiede anche l'impiego di operazioni che coinvolgono piuÁ qubit, quindi eÁ necessario controllare sia la dinamica di singolo qubit che il mutuo accoppiamento tra qubit. Il controllo dei mutui accoppiamenti su larga scala sarebbe un requisito proibitivo. Fortunatamente per operare computazioni quantistiche eÁ sufficiente accoppiare i qubit a due a due, in altre parole eÁ necessario realizzare al piuÁ gate a due qubit. Un esempio importante di gate a due qubit eÁ l'operazione di Control-NOT 3 j00i j01i j10i j11i !j00i, !j01i, !j11i, !j10i: L'implementazione di un calcolatore quantistico richiede tecnologie con requisiti molto stringenti. Anzitutto il sistema fisico deve essere composto da un insieme di sottosistemi, ognuno dei quali puoÁ essere preparato inizialmente in uno stato ben preciso. Inoltre la dinamica coerente di ogni sottosistema, cosõÁ come il loro mutuo accoppiamento, deve essere modulabile dall'esterno. Deve essere possibile misurare esattamente lo stato finale dell'intero sistema. Infine la procedura di calcolo deve avere luogo in assenza di processi di decoerenza indotti dall'accoppiamento con l'ambiente circostante. E G.M. PALMA: SUPERCONDUTTORI COME COMPUTER QUANTISTICI Nei primi tentativi di realizzare sperimentalmente un dispositivo di calcolo quantistico l'attenzione eÁ stata rivolta principalmente verso lo studio di atomi freddi in cavitaÁ, ioni intrappolati, o la risonanza magnetica nucleare. In questi sistemi eÁ possibile controllare la dinamica con la precisione richiesta per poter eseguire delle operazioni di calcolo. Estremamente importanti nel dimostrare le idee della computazione quantistica, questi sistemi sono difficili da integrare e la loro scalabilitaÁ eÁ assai problematica. Una naturale soluzione a questi problemi eÁ fornita dai sistemi a stato solido. In questo ambito sono state avanzate varie proposte di implementazione sia mediante semiconduttori (quantum dot ed impurezze di P in silicio) (4) che mediante superconduttori. I computer basati su i nanocircuiti superconduttivi (5), argomento del presente articolo, hanno una caratteristica molto promettenti. Essi offrono la possibilitaÁ di combinare in maniera semplice, ed allo stesso tempo efficace, i vantaggi della coerenza macroscopica della fase superconduttiva e la tecnologia avanzata delle tecniche di nanofabbricazione. GiaÁ a distanza di tre anni dalla prima proposta si ha una buona comprensione teorica dei principi di funzionamento dei qubit di Josephson (preparazione dello stato iniziale, dinamica controllata, bassa decoerenza, misura dello stato di uscita). CioÁ che eÁ forse ancora piuÁ entusiasmante eÁ l'avanzamento dello stato dell'arte nell'indagine sperimentali. Ad oggi esistono giaÁ vari esperimenti che dimostrano che i nanocircuiti superconduttori si comportano come oggetti quantistici, e che eÁ possibile modularne la dinamica in maniera programmata. Le proposte di implementare computer quantistici mediante nanocircuiti superconduttivi si dividono essenzialmente in due categorie, a secondo della variabile fisica usata per codificare l'informazione. Nel qubit di carica (6-8) la variabile eÁ il numero di coppie di Cooper in eccesso presenti in una isola superconduttiva, nel qubit di flusso (9, 10) l'informazione eÁ codificata nel senso (orario o antiorario) della corrente circolante in un piccolo anello superconduttore. Il qubit di carica, nella versione proposta dal gruppo di Karlsruhe, eÁ mostrato schematicamente in fig. 1. Il componente di base eÁ la Cooper Pair Box (CPB) (11), costituita da un'isola superconduttiva connessa ad un generatore di tensione tramite un condensatore e una giunzione Josephson (12). Un'immagine SEM di que- 111 IL NUOVO SAGGIATORE Fig. 1. ± Schema del qubit di carica nella versione proposta dal grupo di Karlsruhe. Il numero di coppie di Cooper nell'isola puoÁ variare tramite la giunzione Josephson, ed eÁ regolato dalla tenzione V di polarizzazione. L'accoppiamento Josephson puoÁ essere viariato sostituendo la giunzione con uno SQUID. 112 sto dispositivo eÁ mostrata in fig. 2. Cambiando la tensione di polarizzazione, attraverso la giunzione Josephson il numero di Coppie di Cooper sull'isola viene fissato in maniera tale da minimizzare l'energia elettrostatica del sistema. Due ingredienti sono cruciali per l'implementazione della CPB come qubit: ± Se l'energia elettrostatica eÁ molto piuÁ grande dell'energia di accoppiamento Josephson e della temperatura eÁ possibile controllare con precisione l'ingresso di una singola coppia di Cooper. Fig. 2. ± Figura SEM di una Cooper pair box (il qubit) accoppiata in maniera capacitiva ad un SET transistor. Il SET transistor eÁ un dispositivo costituito da un'isola accoppiata tramite giunzioni tunnel a due elettrodi. La corrente attraverso il dispositivo eÁ fortemente dipendente dalla tensione di polarizzazione applicata all'isola. In questo modo un accoppiamento capacitivo tra il SET transistor e la CPB permette di leggere lo stato di carica dell'isola (foto ottenuta da J. Toppari). ± Il tunneling di coppie di Cooper, in altre parole l'effetto Josephson, eÁ un fenomeno coerente. Scegliendo una particolare polarizzazione, la dinamica eÁ limitata a due possibili stati di carica dell'isola, ad esempio gli stati in cui l'isola eÁ neutra o ha una coppia in eccesso. Questi stati, che denotiamo j0i, j1i, sono usati per la computazione. L'evoluzione del sistema eÁ governata dalla Hamiltoniana di un sistema a due livelli quantistico Ech H j0ih0j j1ih1j 2 10 EJ j0ih1j j1ih0j : 2 Il primo termine dell'Hamiltoniana descrive la differenza di energia quando il sistema si trova in uno dei due stati di carica (j0i, j1i). Il secondo termine invece descrive il tunneling di Josephson, nel sottospazio computazionale esso eÁ descritto da un operatore che aumenta j1ih0j o diminuisce j0ih1j la carica sull'isola. In eq.(10) Ech eÁ la differenza di energia elettrostatica dei due stati di carica e EJ eÁ l'accoppiamento Josephson, che tende a creare sovrapposizioni di stati di carica. EÁ possibile modulare sia l'energia Ech , sia l'accoppiamento Josephson EJ , e quindi determinare la dinamica quantistica del sistema. Il controllo di Ech eÁ ottenuto variando la tensione di polarizzazione, mentre la modulazione dell'accoppiamento Josephson puoÁ essere realizzata sostituendo ogni giunzione con uno SQUID (9) ed operando con un campo magnetico esterno. Partendo da un dato stato iniziale e modulando opportunamente le costanti di accoppiamento dell'Hamiltoniana eÁ possibile realizzare le porte logiche a singolo bit descritte precedentemente. Come ricordato in precendenza, un requisito essenziale per ogni implementazione fisica di un computer quantistico (questo problema eÁ particolarmente delicato per le implementazioni a stato solido) eÁ la sua affidabilitaÁ in presenza di fenomeni di decoerenza. Ci riferiamo cioeÁ alla possibilitaÁ che il calcolatore possa eseguire un certo numero di operazioni prima che l'interazione con l'ambiente circostante deteriori l'evoluzione coerente. La coerenza quantistica del superconduttore permette di rendere questi dispositivi resistenti a fenomeni di decoerenza «interni», in quanto la moltitudine di gradi di libertaÁ che descrivono microscopicamente G. FALCI, R. FAZIO un'isola metallica eÁ congelata, in virtuÁ della condensazione superconduttiva. L'effetto Josephson eÁ invece determinante nel mantenere la coerenza quantistica tra gli stati a differente carica. Nel caso di un qubit di carica le principali cause di decoerenza sono dovute all'accoppiamento con il circuito elettrico circostante, il tunneling di quasi-particelle e la presenza di cariche fluttuanti nel substrato. Un' analisi dettagliata dei primi due processi di decoerenza (5) porta a concludere che eÁ possibile eseguire, usando la tecnologia disponibile al momento (e con ampi margini di miglioramento), fino 103 operazioni a singolo bit e 102 operazioni a due bit. La presenza di cariche bistabili presenti nel substrato sembra essere il meccanismo piuÁ efficace nel distruggere la coerenza per il qubit di carica. Attualmente questo problema eÁ analizzato in grande dettaglio sia da un punto di vista teorico che sperimentale al fine di ottenere delle stime realistiche dei tempi di decoerenza. Dalle considerazioni fatte eÁ evidente che la dinamica del qubit di carica eÁ identica a quella di un sistema quantistico a due livelli o equivalentemente a quella di uno spin in un campo magnetico esterno. Una serie di importanti esperimenti ha permesso, tra l'altro, di verificare questa analogia. La prima dimostrazione di stati del Cooper pair box che originano dalla sovrapposizione coerente dei due stati di carica eÁ stata ottenuta dal gruppo di Saclay (10). In questo esperimento Bouchiat e collaboratori hanno misurato il valore di aspettazione della carica nell'isola in funzione della tensione di polarizzazione. All'aumentare della tensione la carica sull'isola cresce con una tipica forma a gradini arrotondati a causa della sovrapposizione di stati con carica differente. Bouchiat e collaboratori sono stati in grado di dimostrare che l'arrotondamento, a temperature sufficientemente basse diventa indipendente dalla temperatura stessa ed eÁ legato solamente al valore dell'accoppiamento Josephson. La misura della carica del CPB eÁ stata eseguita accoppiando capacitivamente la Box ad un SET-transistor (13) (l'acronimo SET si riferisce a Single Electron Tunneling) come mostrato in fig. 2. Uno degli esperimenti piuÁ spettacolari eÁ stato quello condotto da Nakamura e collaboratori (14), che hanno misurato le oscillazioni coerenti tra i due stati di carica di un nanodispositivo Josephson. Il dispositivo usato eÁ sempre una CPB opportunamente modificata E G.M. PALMA: SUPERCONDUTTORI COME COMPUTER QUANTISTICI per permettere di misurare una corente elettrica quando nell'isola eÁ presente una coppia di Cooper in eccesso. Nell'esperimento il sistema viene preparato nel suo stato fondamentale (di carica), diciamo lo stato j0i. Mediante un impulso a gradino nel potenziale di polarizzazione il sistema viene portato alla degenerazione di carica (Ech 0) dove riamane per un tempo t. In questo intervallo di tempo il sistema evolve nel tempo con legge (vedi eq.(4)) 5 j ti cos EJ t= h j0i i sin EJ t=h j1i : Dopo un tempo t il sistema viene riportato di nuovo lontano dalla degenerazione e viene misurato lo stato di carica. La probabilitaÁ che a questo punto si osservi la presenza di una carica in eccesso pari a 2e eÁ una funzione oscillante del tempo t, data da 2 EJ t P 2e sin : h Nell'esperimento l'altezza dell'impulso era fissata e la procedura eÁ stata ripetuta al variare anche della tensione di polarizzazione iniziale. In questo modo eÁ stato possibile analizzare la P 2e in funzione di t e della tensione di polarizzazione. In fig. 3 sono mostrati i risultati della misura confrontati con il semplice calcolo della probabilitaÁ ottenuto con il sistema a due livelli definito in eq. (4). In una serie di successivi esperimenti, condotti sempre da Nakamura, eÁ stato possibile osservare circa un centinaio di oscillazioni coerenti e di conseguenza porre un limite inferiore al tempo di decoerenza. Da una analisi dettagliata delle misure eÁ emerso che in questi esperimenti il tempo di decoerenza era essenzialmente determinato dall'apparato di misura. Ci si aspetta quindi che processi di misura meno invasivi permettano di aumentare i tempi di calcolo. Tra i requisiti fondamentali di ogni proposta di implementazione, c'eÁ la possibilitaÁ di progettare operazioni a due qubit. Pur non addentrandoci nella descrizione di come cioÁ puoÁ essere realizzato, ci sembra interessante sottolineare che i nanocircuiti superconduttivi mostrano notevole flessibilitaÁ anche su questo punto. L'accoppiamento puoÁ essere realizzato attraverso condensatori, induttanze e/o giunzioni Josephson. Il gruppo di Karlsruhe (6) ha proposto di accoppiare i due qubit tramite un induttanza. Il termine di interazione risultante 1 2 ha la forma HC EL y y , dove EL eÁ la costante di accoppiamento e y la matrice di Pauli. 113 IL NUOVO SAGGIATORE 114 Fig. 3. ± Grafico dello stato di carica in funzione del tempo t e della tensione di polarizzazione ottenuto nell'esperimento di Nakamura e collaboratori. La figura in alto mostra i dati sperimentali mentre quella in basso mostra i risultati per la P(2e) ottenuti tramite il modello a due livelli discusso nel testo. (Riprodotta per gentile concessione di Nature, 398 (1999) 786, Ó 1999, Macmillan Magazines Ltd.) Questo tipo di accoppiamento eÁ molto vicino all'idea sviluppata nell'implementazione con ioni in trappola, cioeÁ quella di mediare l'interazione tra i qubit attraverso lo scambio di fononi. In questo caso i modi coinvolti sono quelli associati alla parte LC del circuito. Uno schema differente eÁ stato proposto da Averin (7) che ha enfatizzato la necessitaÁ di controllare il sistema attraverso un evoluzione adiabatica, al fine di evitare delle transizioni non volute a stati di carica a piuÁ alta energia (fuori dal sottospazio computazionale). L'accoppiamento proposto da Averin eÁ di tipo capacitivo ed ha la forma 1 2 HC EC z z . Nella proposta di Averin il qubit ha una struttura interna piuÁ complicata essendo implementato mediante un reticolo li- neare di giunzioni Josephson. Le varie operazioni si realizzano variando la posizione della carica in eccesso nella catena. Il calcolo quantistico, per come descritto sopra, si basa sul controllo della dinamica temporale della Hamiltoniana del qubit di carica. Recentemente eÁ stato mostrato che eÁ possibile utilizzare per la computazione l'interferometria di tipo geometrico, basata sul controllo delle fasi di Berry (15-17). Gli autori, in collaborazione con J. Siewert e V. Vedral, (8) hanno proposto un esperimento per la misura della fase di Berry in nanocircuiti superconduttivi. Il dispositivo proposto eÁ costituito da una CPB in cui la giunzione Josephson viene sostituita da un SQUID asimmetrico (con differenti accoppiamenti Josephson). Nello stesso lavoro eÁ stato inoltre mostrato come un accoppiamento capacitivo tra due qubit permetta di realizzare operazioni a singolo qbit ed a due qbit basate sull'interferometria di tipo geometrico. Il qubit di flusso (9, 10) funziona in maniera complementare a quello di carica. Esso opera in un regime in cui l'accoppiamento Josephson eÁ molto maggiore dell'energia elettrostatica. Il prototipo eÁ un RF-SQUID (12), un piccolo anello superconduttore interrotto da una giunzione Josephson. In questo caso l'Hamiltoniana del sistema eÁ x 2 Q2 6 H EJ cos 2 ; 2L 2C 0 dove L eÁ l'autoinduttanza dell'anello. La differenza di fase alla giunzione eÁ legata al flusso concatenato con il circuito dalla relazione 2=0 (il quanto di flusso eÁ 0 hc=2e). Il flusso esterno eÁ invece denotato con x . La carica Q eÁ canonicamente coniugata con il flusso. Per valori opportuni dell'autoinduttanza, i primi due termini dell'Hamiltoniana in eq. (6) formano un potenziale a doppia buca centrato attorno a 0 =2. Anche in questo caso il problema puoÁ essere ricondotto alla dinamica di un opportuno sistema a due livelli (18). Il termine diagonale misura l'asimmetria della doppia buca mentre i termini non diagonali sono associati all'ampiezza di tunneling tra le buche. Anche in questo caso la temperatura deve essere tipicamente qualche decina di mK, allo scopo di garantire l'evoluzione coerente. Al fine di ottimizzare le prestazioni del dispositivo eÁ stato necessario sviluppare dei circuiti piuÁ sofisticati. La proposta sviluppata da Mooij e collaboratori nei laboratori dell'UniversitaÁ di Delft eÁ mostrata G. FALCI, R. FAZIO Fig. 4. ± Una immagine SEM del dispositivo proposto da Mooij e collaboratori per l'implementazione del qubit di flusso. Esso eÁ costituito da un anello superconduttivo interrotto da tre giunzioni Josephson [http://vortex.tn.tudelft.nl/junctions/]. in fig. 4. Il dispositivo eÁ costituito da un piccolo anello superconduttivo interrotto da tre giunzioni Josephson. Scegliendo in maniera opportuna il flusso del campo magnetico esterno (approssimativamente uguale a metaÁ del quanto di flusso), gli stati a piuÁ bassa energia dell'anello sono determinati da una corrente persistente (non dissipativa) che puoÁ fluire in senso orario o in senso antiorario. Il tunneling quantistico tra questi due stati ``di flusso'' eÁ determinato dalla presenza di una non trascurabile energia elettrostatica, dovuta alle dimensioni nanometriche delle giunzioni Josephson. Nella proposta di Mooij e collaboratori, i qubit sono connessi tramite trasformatori di flusso, che creano un accoppiamento di tipo induttivo. In linea di principio eÁ possibile generare, in questo modo, un accoppiamento selettivo tra ogni data coppia di qubit costituente il sistema. Nel caso dei qu- Fig. 5. ± Un'immagine SEM di un ensenble of qubit di flusso. Nel campione mostrato in figura sono stati realizzati circa 7000 qubit [http://vortex.tn.tudelft.nl/ junctions/]. E G.M. PALMA: SUPERCONDUTTORI COME COMPUTER QUANTISTICI bit di flusso eÁ giaÁ possibile realizzare circuiti a qubit accoppiati. In fig. 5 ne mostriamo un esempio realizzato dal gruppo di Delft. Anche per i qubit di flusso sono stati giaÁ realizzati degli esperimenti decisivi nel confermare che il loro comportamento eÁ analogo a quello di un sistema a due livelli. Al momento sia il gruppo di Stony Brook (Friedman e collaboratori (19) che il gruppo di Delft (Van der Wal e collaboratori (20)]) hanno dimostrato la sovrapposizione lineare dei due stati di flusso. Ricordiamo che uno stato corrisponde al momento magnetico di una corrente di qualche A che fluisce in senso orario/antiorario nell'anello. Manca ancora una verifica sperimentale diretta delle oscillazioni coerenti tra questi stati. L'osservazioni di queste oscillazioni dimostrerebbe l'esistenza della cosiddetta coerenza quantistica macroscopica. L'aggettivo macroscopico eÁ opportuno in quanto le correnti che circolano coerentemente nei due stati sono realizzate attraverso il moto di milioni di elettroni nell'anello superconduttore. Stime dei tempi di decoerenza per i qubit di flusso indicano che, almeno in linea di principio, eÁ possibile realizzare un numero operazioni sufficiente per una computazione fault tolerant. I meccanismi di decoerenza importanti sono diversi da quelli che abbiamo descritto per i qubit di carica. Mentre le cariche intrappolate nel substrato non giocano alcun ruolo, sono molto piuÁ importanti le fluttuazioni del campo magnetico che penetra gli anelli, ed eventualmente l'accoppiamento con gli spin nucleari. C'eÁ un certo consenso nel ritenere che i qubit di flusso siano in generale piuÁ resistenti alla decoerenza rispetto ai qubit di carica. Le potenzialitaÁ che stanno emergendo nell'applicazione della Meccanica Quantistica alla scienza dell'Informazione non sono confinate semplicemente al calcolo. In ottica quantistica negli ultimi anni sono stati fatti dei progressi enormi nell'ambito della comunicazione quantistica. EÁ sicuramente una sfida affascinante per il prossimo futuro quella di poter riuscire ad interfacciare dei dispositivi ottici con circuiti a stato solido. Un aspetto altrettanto importante legato a questa attivitaÁ di ricerca eÁ la possibilitaÁ di studiare, oltre a problemi direttamente legati a nuove tecnologie, anche questioni fondamentali della fisica di base. Come abbiamo cercato di illustrare in questa breve rassegna, imparare a controllare la dinamica quantistica di nanocircuiti superconduttivi significa anche poter studiare la dinamica quantistica di oggetti macroscopici. 115 IL NUOVO SAGGIATORE 116 Una ricerca efficace sugli argomenti descritti in questa breve presentazione richiede la sinergia tra varie competenze sia nell'ambito della fisica (teorica e sperimentale) che della teoria dell'informazione. Negli ultimi anni c'eÁ stato un incremento impressionante di risorse umane e finanziarie impegnate in questa direzione, che vede coinvolte tutte la piuÁ grandi agenzie di finaziamento della ricerca. Anche il mondo dell'industria e della finanza guardano con grande interesse a queste tematiche e finanziano gruppi di ricerca e collaborazioni con il mondo accademico. La ComunitaÁ Europea ha inserito il campo delle tecnologie emergenti nell'informazione nel piano strategico di sviluppo. In Italia lo Institute for Scientific Interchange (ISI) e l'Istituto Nazionale per la Fisica della Materia (INFM) hanno un ruolo decisivo nell'organizzazione e supporto di questa ricerca, attraverso il finaziamento progetti, reti e centri di ricerca. Uno dei progetti di ricerca avanzati (PRA) dell'INFM riguarda proprio le implementazioni a stato solido dei computer quantistici. Ad esso partecipano, oltre agli scriventi che operano presso le UniversitaÁ di Catania e Palermo, i gruppi di Torino dei Proff. M. Rasetti e F. Rossi, di Lecce del Prof. R. Cingolani e della Dr. R. Rinaldi, di Modena della Prof. E. Molinari, di Roma del Prof. C. Cosmelli e di Napoli del Dr. P. Silvestrini. Ricordiamo infine che uno dei tre nuovi Centri di Ricerca e Sviluppo dell'INFM, il NEST-INFM di Pisa, diretto dal Prof. F. Beltram, avraÁ tra le sue linee strategiche lo sviluppo di implementazioni a stato solido di computer quantistici. Ringraziamenti. Vogliamo ringraziare L. Faoro, E. Paladino, F. Plastina, J. Siewert e V. Vedral con cui abbiamo collaborato su vari aspetti dell'implementazione di nanocircuiti superconduttivi per il calcolo quantistico. Numerose discussioni con Y. Makhlin, M. Rasetti, G SchoÈn, ci hanno aiutato a chiarire le idee in questo campo. Questo nostro lavoro di ricerca eÁ stato finanziato dall' Istituto Nazionale di Fisica della Materia (Progetto PRA-SSQI) e dalla Unione Europea (Progetto IST-FETSQUBIT). Bibliografia (1) (2) (3) (4) (5) (6) (7) (8) (9) (10) (11) (12) (13) (14) (15) (16) (17) (18) (19) (20) LANDAUER R., Information is Physical, Physics Today, 23 (Maggio 2000), p. 23; Minimal energy requirements in Communication, Science, 272 (1996) 1914. EKERT A., L UPACCHINI R., Calcolatori quantistici, Il Nuovo Saggiatore, 16 (2000) 58. EKERT A. e J OZSA R., Rev. Mod. Phys., 68 (1996) 733. Per una rassegna sulle proposte di calcolo quantistico con i semiconduttori si puoÁ consultare l'articolo di D.P. DIV INCENZO , G. B URKARD , D. L OSS, E. V. 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