Persinsala Teatro Monica Canu gennaio 24, 2017 È senza dubbio uno dei drammi più noti, la storia di quel re che così avido di potere e bramoso di gloria giunge sino alla follia pur di ottenere ciò che vuole: Macbeth, sul palco genovese per la regia di Luca De Fusco, sguaina dunque la sua spada. pe rs in sa la Uno spettacolo che almeno una volta nella vita abbiamo incontrato, Macbeth è uno dei drammi di Shakespeare che appaiono attuali a ogni generazione. Le previsioni delle tre streghe, Lady Macbeth «femmina indomita», la smania del marito per ottenere il trono di Scozia ma soprattutto la morte che aleggia sul capo di tutti i personaggi, sono le fondamenta su cui si erge il dramma complessivo. La nota trama del re Duncan di Scozia assassinato dai coniugi Macbeth dopo le parole delle tre streghe premonitrici, gli assassini seguenti, dunque la giustizia fatta dai nobili scozzesi uccidendo il regicida, si dilatano in una messa in scena temporalmente lunga ma ben congeniata. È uno spettacolo che, grazie all’uso dell’elemento multimediale, trova soluzione a tutti i problemi scenici che la pièce pone: fantasmi, apparizioni, allucinazioni di immagini e suoni. Tutto questo è ben realizzato grazie alla regia attenta di De Fusco e alla coordinazione delle altre parti: le scene, le musiche, le installazioni video e le luci. La scena iniziale ci indica fin da subito cosa sarà questo Macbeth: una sperimentazione di diversi linguaggi (più che attuali) contaminati. Un sipario sul quale viene proiettata una civetta in volo, «la fatale risvegliatrice, che dà la più sinistra buona notte», simbolo della morte che aleggia su tutto il racconto, accompagna noi spettatori per tutti gli atti, intervallandoli e scandendoli uno dopo l’altro sotto l’angusto peso della furia sanguinaria. Ma come è noto, lo spettatore viene immerso nel mondo di Macbeth grazie alla primissima apparizione delle tre streghe che ci vengono proposte sul palco nella figura di tre danzatrici, sinuose e silenziose. Non parlano loro ma la voce fuori campo che ripete le battute storiche delle tre megere: il loro unico linguaggio è quello del corpo (che mostra una nudità provocatrice) e le forme statuarie ben evidenziate grazie al gioco di luci. Una trovata che, sebbene si adatti alla rappresentazione complessiva, non riesce a convincerci per la sua distanza dall’idea originale e per l’assenza di tre voci diverse che esprimono le diverse profezie, nonostante la profonda voce fuoricampo di Angela Pagano. Dopo che Macbeth è venuto http://teatro.persinsala.it 1/4 Persinsala Teatro Persinsala Teatro Monica Canu gennaio 24, 2017 pe rs in sa la a conoscenza del suo futuro, il suo divenire di «signore di Glamis, signore di Cawdor e di futuro re», si avvia il percorso di premeditazione di morte e la discesa del protagonista verso il baratro oscuro dell’autodistruzione. Il dialogo con lady Macbeth ha in sé tutto il dolore e l’oscurità, grazie alle luci e ai colori delle scenografie: il nero, il grigio, tutti colori scuri come scura è anche la veste della donna nella stanza da letto. In una stanza spoglia di ogni valore (come spoglia di valori è la morale dei consorti) si avvia il confronto tra i due sposi bramosi e i monologhi di questi, la cui persona è visibile su di uno specchio multimediale ovvero uno schermo che proietta l’immagine degli attori in maniera speculare alla recitazione di questi. Ed ecco dunque l’omicidio, la scoperta del corpo, la fuga dei figli dei re nonché legittimi successori, la nomina di Macbeth a signore di Scozia, la pazzia omicida di questo, le morti che gravano sulla sua coscienza ed infine la sua distruzione. Tutta la messinscena si caratterizza per il linguaggio moderno inserito in una rappresentazione tradizionale: il tempo e lo spazio non vengono definiti, i costumi indicano un’epoca quasi medievale con armature e spade. Gli ambienti sono tutti proposti come spazi vuoti e cupi. Abbiamo dunque una regia tradizionale che azzarda, senza mancare di coerenza complessiva, una nuova modalità di espressione: la mescolanza di luci, suoni e musiche che all’unisono parlano agli spettatori. Il duello, quello tra Macbeth e Macduff, appare molto interessante in una performance in rallenty quasi fosse un slow-motion moderno, un finale che piace agli spettatori e che nel suo rendersi filmico si adatta al linguaggio 2.0 adoperato in tutta la messinscena. Sottolineiamo l’uso del multimediale soprattutto per l’apparizione del fantasma di Banquo nel III atto, degli eredi di quest’ultimo che saliranno al trono come predetto a Macbeth dalle tre streghe nel IV atto, quindi le conclusive allucinazioni di Lady Macbeth sonnambula. I fantasmi e le apparizioni sono tutte immagini video proiettate; una trovata che forse il Bardo avrebbe gradito e che comunque a noi è piaciuta perché riesce a rispondere alle esigenze sceniche secolari del dramma inserendosi in modo del tutto coerente con la rappresentazione senza sembrare anacronistica o fuori luogo. Concludiamo sottolineando la grandezza dell’elemento che nessun artifizio tecnologico può sostituire sul palcoscenico: gli attori. Il sangue, la violenza, http://teatro.persinsala.it 2/4 Persinsala Teatro Persinsala Teatro Monica Canu gennaio 24, 2017 la morte e la tensione drammatica della tragedia avvolge il pubblico intero dall’inizio alla fine grazie alle interpretazioni profondamente sentite. L’intera compagnia merita il plauso complessivo per la fine recitazione, ci sentiamo però in dovere di sottolineare le capacità della Lady di questo palco, Gaia Aprea, la signora Macbeth che più di tutti, oltre a sentire le forti passioni e i drammi che divorano il suo personaggio, riesce a trasmetterle a tutto il pubblico della sala. sa la «Nulla si è ottenuto, tutto è sprecato, quando il nostro desiderio è appagato senza gioia. Meglio essere ciò che distruggiamo, che inseguire con la distruzione una dubbiosa gioia» Lady Macbeth, Atto III, scena II pe rs in Lo spettacolo è andato in scena Teatro della Corte Piazza Borgo Pila 42, Genova dal 17 gennaio al 22 gennaio ore 20.30, giovedì ore 19.30, domenica ore 16, lunedì riposo Macbeth di William Shakespeare versione italiana a cura di Gianni Garrera regia di Luca De Fusco con Luca Lazzareschi – Macbeth Gaia Aprea – Lady Macbeth Fabio Cocifoglia – Ross Paolo Cresta – Lennox Francesca De Nicolais – Fleance/Figlio di Macduff Claudio Di Palma – Macduff Luca Iervolino – Donalbain/Sicario/Messaggero Gianluca Musiu – capitano ferito/giovane Seyward Alessandra Pacifico Griffini – Ecate Giacinto Palmarini – Malcom/Sicario Alfonso Postiglione – Seyton/Servo/Portinaio Federica Sandrini – Lady Macduff/Dama Lady Macbeth Paolo Serra – Banquo/Medico Enzo Turrin – Duncan/Seyward le danzatrici della compagnia Körper Chiara Barassi, Sibilla Celesia, Sara Lupoli – Le Streghe Angela Pagano – voce fuoricampo Lorenzo Papa – in video scene Marta Crisolini Malatesta costumi Zaira de Vincentiis musiche Ran Bagno installazioni video Alessandro Papa coreografie Noa Wertheim luci Gigi Saccomandi produzione Teatro Stabile di Napoli http://teatro.persinsala.it 3/4 Persinsala Teatro Persinsala Teatro Monica Canu gennaio 24, 2017 pe rs in sa la Teatro Stabile di Catania Napoli Teatro Festival Italia durata 160 minuti http://teatro.persinsala.it 4/4 Persinsala Teatro