FarmaDay - n.305 - Ordine dei Farmacisti di Napoli

Anno II – Numero 305
Martedì 10 Dicembre 2013, S. Beata Vergine Maria di Loreto, Loredana
Totò disse……..
Notizie in Rilievo
Farmacia e salute
1. 3000 volte grazie ad
ognuno di voi
A canocchie a canocchie Pullecenèlla accedètte 'a muglièra
A poco a poco, e quasi senza accorgercene, possiamo combinare guai.
3000 VOLTE GRAZIE AD OGNUNO DI VOI
Una partecipazione delle grandi occasioni (3000 presenze) è
stata quella dedicata a tutta la Categoria. Ha inizio con un
ricordo in memoria di Nelson Mandela ed alle parole del
Presidente Santagada il teatro si è alzato in piedi tributando
un caloroso applauso alla memoria di Mandela.
Scienza e Salute
2. Come calcolare il
colesterolo; sangue
“grasso” e falsi allarmi
“È stata un'emozione straordinaria”, “una serata magica ripercorrere gli anni
che hanno accompagnato il periodo dell’università” questi i commenti che
replicavano i partecipanti, giovani e meno giovani, all’uscita del Teatro;
Farmaci e Salute
3. Nuova terapia contro
forma piu' comune
leucemia
Prevenzione e
Salute
4. Mal di gola: La scienza
del sollievo
5. Obesi sani? Non
esistono
Nel corso della serata l’Ordine ha donato al Dipartimento di Farmacia,
rappresentato in sala dalla Prof.ssa A. Aiello un defibrillatore semiautomatico.
QUAL È IL GIORNO PIÙ BRUTTO?
Contrariamente ai luoghi comuni, il giorno più infelice e più
odiato di tutta la settimana lavorativa non è il lunedì, cioè il più
vicino agli ozi del week end: è molto peggio il martedì
.
Tutta colpa delle chiacchiere: il motivo è il grande carico di lavoro (25%),
seguito a ruota dagli screzi con il capoufficio (12%). Sarebbero le “colpe” del
lunedì a scaricarsi sul... martedì: la maggior parte degli intervistati ha
confessato, infatti, di trascorrere gran parte del primo giorno della settimana a
raccontare ai colleghi del week end, aggiornare blog o chattare su Facebook.
Con l’obbligo il giorno dopo di far fronte alla mole di lavoro accumulato. Focus
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno II – Numero 305
FARMACI E SALUTE
COME CALCOLARE IL COLESTEROLO
SANGUE "GRASSO " E FALSI ALLARMI
Le nuove linee dei cardiologi americani suscitano perplessità in Italia
E se il MONDO fosse fatto di soli malati, o comunque di persone che per star bene hanno bisogno di farmaci e non
possono affidarsi solo ad una dieta intelligente per controllare i valori del colesterolo nel sangue?
Viene da chiederselo pensando all'impatto del nuovo calcolatore messo sul web dall'American Heart Association e
dall'American College of Cardiology, le due società scientifiche che riuniscono gli specialisti del cuore d'oltre Oceano.
Secondo questo regolo informatico,
addirittura una persona su tre avrebbe
bisogno di medicinali per limitare i rischi
dell'accumulo del grasso nel sangue. È
davvero troppo, tanto che anche il New
York Times si è scatenato contro questa
nuova crociata salutistica: il sistema di
valutazione, che non considererebbe i
valori di colesterolo cattivo (ovvero l'LDL)
nelle diverse persone, puntando su una
sintesi di fattori di rischio, potrebbe
portare a un incremento delle previsioni
di pericolo. Con il risultato di fare degli
americani una popolazione in terapia. Il
nuovo calcolatore, infatti, indirizza
all'impiego del trattamento farmacologico
con statine in prevenzione primaria
(ovvero in persone del tutto sane, che
debbono solo fare attenzione alla prevenzione) quando il rischio di un evento cardiovascolare in un orizzonte di 10
anni supera il 7,5%. Ovviamente senza considerare i valori assoluti di colesterolo-LDL, la porzione di grasso legato a
proteine che lo trattengono nel sangue. Sia chiaro: il mondo accademico americano non si uniforma ai dettami di
queste nuove indicazioni. Basti pensare alle osservazioni fatte da alcuni ricercatori che hanno detto senza mezze
parole che questo strumento "nasce" male. E potrebbe addirittura portare a sovrastimare l'effettivo rischio
cardiovascolare in percentuale variabile tra il 75 e il 150%, con evidenti ripercussioni sul n. di persone da trattare.
«Il problema è che nelle nuove linee non si indica più il livello ideale di colesterolo da raggiungere con le cure, ma
solamente la percentuale che è necessario "tagliare"», spiega Paolo Bellotti, resp. della Cardiologia dell'Ospedale San
Paolo di Savona. Il 50% per chi è ad alto rischio, e il 30-50% per chi è a rischio moderato.
In Italia un approccio del genere non avrebbe sicuramente significato. Prima di tutto perchè le nostre tabelle del
rischio sono costruite sui dati desunti dalla popolazione italiana, poi perché è di fondamentale importanza avere un
obiettivo (in termini di valori di colesterolo) da raggiungere. Questo non significa ovviamente sottovalutare il pericolo
legato a questo fattore di rischio, ma semplicemente indicare persona per persona qual è il livello da raggiungere,
sulla base delle condizioni generali.
Ad es. per chi ha il diabete occorre sempre puntare a valori di colesterolo LDL più bassi rispetto ad una persona che
invece non soffre della patologia. In questo i farmaci sono fondamentali e purtroppo non tutti quelli che dovrebbero
assumerli seguono correttamente la terapia indicata».
La situazione ovviamente cambia se si considerano le persone che invece l'aumento del colesterolo l'hanno "scritto"
nel Dna. In Italia oggi circa 200.000 persone convivono con livelli elevati o elevatissimi di colesterolo LDL perché
soffrono di ipercolesterolemia familiare, malattia che porta a non eliminare efficacemente dal sangue queste
proteine cattive.
Nella forma eterozigote (quando cioè solo un gene alterato viene ereditato da un genitore), meno grave, i valori
viaggiano tra i 220 e i 500mg per decilitro. Se però sono entrambi i genitori a trasmettere il difetto - cioè nella forma
omozigote - si può arrivare anche a 600-1000 mg per decilitro. E c'è il rischio di infarto in giovanissima età. I segni
della patologia si vendono anche negli occhi: la presenza di accumuli di grasso sulle palpebre e nei tendini, valori di
colesterolo superiori ai 230 mg per decilitro nei bambini. (Salute, Secolo XIX)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno II – Numero 305
«Oltre ai farmaci disponibili, è stato da poco autorizzato in Europa un medicinale chiamato lomitapide mirato per
queste forme gravissime – spiega Maurizio Averna, Dir. del centro di riferimento per la Sicilia per la Prevenzione,
Diagnosi e Cura delle malattia rare del metabolismo - Per il resto, nelle forme omozigoti occorre spesso arrivare alla
LDL-aferesi, una sorta di "pulizia" mirata del colesterolo LDL nel sangue».
In pratica avviene qualcosa di simile a quanto si verifica nella dialisi per l'insufficienza renale. Con una speciale
macchina che ripulisce il sangue con un meccanismo di filtrazione si trascinano via le particelle di colesterolo
"cattivo", le LDL, risparmiando invece quelle buone, le HDL che trasportano il grasso fuori dalle arterie.
Il trattamento va effettuato presso centri specializzati mediamente 2-4 volte al mese - dipende dal tempo di
formazione di nuovo colesterolo - e dura circa tre ore. E' estremamente sicuro perché quasi mai ci sono problemi, in
particolare a distanza dal trattamento stesso, ma ovviamente costoso. Ogni "lavata" di sangue in queste speciali
attrezzature richiede circa 1000 euro di spese, per cui mediamente una persona che ha ereditato il difetto da
entrambi i genitori richiede una spesa di circa 52.000 euro l'anno. Il costo si dimezza nei casi in cui il difetto genetico
è solo parziale, quando ovviamente non possono essere controllati con i farmaci a disposizione.
Conoscerlo per tenerlo sotto controllo Il colesterolo non si
scioglie in acqua , e quindi non può viaggiare libero nel sangue. Per
circolare nel prezioso liquido ha bisogno di speciali "vagoni" , che si
chiamano lipoproteine. Queste non sono tutte uguali, ma sono più o
meno dense. E quindi diverse per quanto riguarda la loro capacità di
rappresentare un "pericolo" per le arterie.
IL COLESTEROLO CATTIVO è quello contenuto nelle lipoproteine a bassa densità (LDL) che lo trasportano ai vari
tessuti. Quindi il colesterolo deve circolare nel sangue , dove si può "accumulare" in presenza di lesioni sulla parete
interna dei vasi, formando la placca tipica dell'aterosclerosi.
Anche i trigliceridi alti nel sangue possono favorirne la produzione, perché la loro presenza stimola la produzione
dei precursori delle LDL, chiamati VLDL.
IL COLESTEROLO BUONO si lega alle HDL (lipoproteine ad alta densità).
Queste hanno il compito di trasportarlo fuori dai vasi verso il fegato, dove
viene eliminato. Le HDL sono quindi una sorta di "spazzino" dei vasi sanguigni
ed hanno azione protettiva per le arterie, che vengono "ripulite" dal
colesterolo in eccesso.
I valori consigliati nella prevenzione primaria
Persone a basso-moderato rischio cardiovascolare LDL-colesterolo
inferiore a 115 mg per decilitro;
Persone con diabete LDL-colesterolo inferiore a 70 mg per decilitro
(persone che non hanno mai avuto un infarto);
Persone ad alto rischio cardiovascolare (familiarità, sovrappeso, eccetera) LDLcolesterolo inferiore a 100 mg per
decilitro. (Salute, Il Secolo XIX)
Piatti rossi a tavola, ecco il segreto anti-abbuffata
Studio italiano mostra che mangiando 'sul rosso' si consuma meno
Il segreto per non abbuffarsi durante le feste? Utilizzare il colore natalizio, cioè il rosso. Uno studio italiano condotto
da psicologi dell'Università di Parma, infatti, dimostra che servendo le pietanze in piatti rossi
si mangia di meno. Pubblicato sulla rivista Appetite, lo studio è stato condotto da Nicola Bruno
e coordinato da Claudio Oleari dell'ateneo parmense.
Gli esperti hanno coinvolto 240 individui ed hanno messo in piatti di colore rosso, blu e bianco
dei pop corn, una crema per le mani e del cioccolato. Non hanno svelato ai partecipanti lo
scopo della ricerca ma hanno chiesto loro di valutare la bontà di quei prodotti. E' emerso che i
partecipanti consumavano meno prodotto, crema per le mani compresa, se questo veniva
servito nei piatti rossi.
L'effetto rosso non è risultato essere legato al contrasto cromatico tra i prodotti, né tanto meno al grado di
apprezzamento degli stessi che restava invariato indipendentemente dal colore dei piatti. "Benché non sia chiaro il
motivo dell''effetto rosso' - scrivono gli psicologi sul loro lavoro - i nostri risultati potrebbero essere utili per future
nuove spiegazioni". (salute e Benessere)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno II – Numero 305
FARMACI E SALUTE
MAL DI GOLA: LA SCIENZA DEL SOLLIEVO
Spray, pastiglie e collutori fanno poco. E gli antibiotici sono da
evitare. Il mal di gola passa con il paracetamolo e qualche
accorgimento.
In inverno i prodotti per dare sollievo ai sintomi del mal di gola vanno per la
maggiore. Come non farsi tentare da spray, collutori o pastiglie da succhiare che
promettono una tregua a un dolore benigno ma davvero fastidioso?
In farmacia c'è l'imbarazzo della scelta e orientarsi tra decine di prodotti
pubblicizzati allo scopo non è banale. Seguendo i consigli di alcuni farmacisti, ne abbiamo acquistati
alcuni per esaminarli alla luce degli studi scientifici disponibili. La maggior parte sono farmaci
antinfiammatori o disinfettanti della bocca che hanno prove di efficacia sul processo di guarigione
dal mal di gola scarse se non addirittura nulle. Molto meglio, al bisogno, assumere una compressa di
paracetamolo, bere indifferentemente qualcosa di caldo o freddo e succhiare caramelle.
No agli antibiotici: La maggior parte dei mal di gola stagionali, tecnicamente "faringiti acute", sono
di origine virale e guariscono nel giro di pochi giorni (da tre a cinque). I virus che possono dare
problemi alla gola sono quelli dell'influenza e delle cosiddette sindromi simil influenzali, i rinovirus e gli
adenovirus. Per questo, l'uso degli antibiotici deve essere limitato ai pochi casi di infezioni batteriche,
che sono in media il 15% di tutti i mal di gola che circolano nella stagione invernale, e solo dopo averne
accertato l'origine. Il tampone faringeo, un esame per determinare il tipo di microrganismo
responsabile dei sintomi, è utile nei casi dubbi, soprattutto per i bambini.
Nella pratica, tuttavia, si registrano tantissime prescrizioni di antibiotici inappropriate: diversi studi
hanno cercato di indagarne i motivi, giungendo alla conclusione che l'eccessivo utilizzo di antibiotici
nella cura del mal di gola dipende da una cattiva gestione della comunicazione tra medico e paziente.
Invece di dedicare tempo a rassicurare i loro pazienti sull'esito benigno del disturbo e sui rischi
derivanti dall'uso smodato e inappropriato degli antibiotici, alcuni medici preferiscono ricorrere a
prescrizioni facili.
Basta una compressa: La questione, però, resta aperta: come affrontare il dolore e il disagio
dovuto alla gola infiammata? stando alle prove, il trattamento più efficace per mitigare il dolore alla
gola è il paracetamolo, negli adulti come nei bambini, da assumere per bocca al bisogno. In
alternativa, è consigliabile anche un antinfiammatorio a base di ibuprofene. In entrambi i casi, un
farmaco che in linea di massima è già presente nel nostro armadietto dei medicinali di casa, perché
sono i rimedi "di base" che ognuno di noi per un motivo o per l'altro (mal di testa, dolori mestruali,
febbre e così via) tiene sempre a portata di mano. Se il mal di gola risulta molto doloroso e rende
difficile la deglutizione, prendere una pastiglia di paracetamolo o Ibuprofene è un intervento efficace.
Poche regole chiare: per migliorare la sensazione di secchezza e bruciore è anche utile ricorrere ad
alcuni rimedi pratici che elenchiamo nel riquadro a lato. In generale, tutto ciò che tiene umido e
idratato il cavo orale è d'aiuto, che si tratti di una tisana, di una caramella da succhiare o di un buon
umidificatore nella stanza. Mai come in questo caso, poi, è vivamente sconsigliato fumare e assumere
cibi o bevande che possono disidratare o irritare la gola. Se comunque siete abituati a usare anche un
farmaco per uso locale, come uno spray o delle pastiglie antisettiche, ricordate di scegliere sempre un
prodotto che contenga un solo principio attivo e non una combinazione di più principi. L'effetto
(scarso) sarà lo stesso, ma si eviteranno pericolose sovrapposizioni di sostanze che possono aumentare
il rischio di effetti indesiderati. Se il mal di gola non passa dopo una settimana, se l'antidolorifico e gli
altri rimedi non fanno effetto, è opportuno andare dal medico per indagare sull'origine del dolore,
soprattutto se in contemporanea si hanno i linfonodi ingrossati e la febbre alta.
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno II – Numero 305
OCCHIO A... QUESTI SINTOMI: Con buona approssimazione, il mal di gola è di origine batterica se sono
presenti questi quattro segnali. In questo caso è opportuno andare dal medico per ottenere una
diagnosi certa e una terapia appropriata.
1. Febbre sopra i 38 C° 2. Tonsille ingrossate 3. Ghiandole linfatìche del collo ingrossate e
dolenti 4. Assenza di tosse.
Che cosa funziona meglio? In farmacia ci sono tantissimi prodotti specifici per il mal di gola con
diverse formulazioni. Confrontiamo pastiglie, spray e collutori per analizzare i pro e i contro di ogni
formulazione.
Spray: Lo spray ha un'azione localizzata immediata, perché la sostanza attiva viene spruzzata
direttamente in gola. È facile da trasportare e usare anche fuori casa. La sua azione è di breve durata,
perché viene "lavato via" con la deglutizione.
Collutorio: II collutorio ha anch'esso un'azione localizzata immediata. Si tratta della formulazione
meno pratica, perché fare gargarismi fuori casa può risultare complicato. Inoltre rischia di non arrivare
in profondità, lì dove la gola è infiammata.
Pastiglie: Le pastiglie da sciogliere rilasciano il principio attivo in modo graduale, offrendo una
copertura di azione più prolungata. Inoltre, stimolando la produzione di saliva, hanno un effetto
emolliente di tipo "meccanico.
RIMEDI PER STARE MEGLIO GUARIRE SENZA FARMACI
Bevi molto: non importa se gradisci di più le tisane calde o le bevande fredde, entrambe aiuteranno il
processo di guarigione e allevieranno il dolore alla gola.
Avanti tutta col miele. Questo alimento è molto usato e a ragione, nella medicina tradizionale, per lenire
le mucose arrossate e la tosse. Ora anche gli studi scientifici sembrano confermare questa capacità
lenitiva. Per cui ben venga, a patto di non essere diabetici né lattanti (il miele è controindicato sotto
l'anno di età per il rischio botulinico).
Evita di fumare o di sostare in luoghi dove si fuma per non peggiorare l'irritazione e quindi il dolore. +
Riposa. Nella maggior parte dei casi il mal di gola è solo uno dei sintomi che accompagnano le malattie
virali da raffreddamento, la cui guarigione è spontanea ma richiede riposo e ore di sonno.
Tutti i rimedi che comportano una buona idratazione delle mucose della gola sono consigliabili: dai
fumenti, ai gargarismi, all'umidificazione degli ambienti.
Succhiare una caramella può dare sollievo, e non è necessario che sia medicata, balsamica o specifica
per il mal di gola. La produzione di saliva ha di per sé un effetto emolliente sulle mucose. Meglio optare
per prodotti senza zucchero, così da non contribuire alla formazione della carie.
Proteggi il collo e la gola dal freddo con una sciarpa o un foulard, soprattutto in inverno.
Non parlare troppo e non cantare: potresti peggiorare la situazione.
Lava regolarmente le mani con il sapone. Eviterai di contagiare altre persone. (salute, rassegna)
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FARMACI E SALUTE
NUOVA TERAPIA
LEUCEMIA
CONTRO
FORMA
PIU'
COMUNE
Nuova efficace terapia contro la forma più comune di leucemia, la leucemia
linfatica cronica, che ogni anno provoca circa 75.000 morti in tutto il mondo e solo
in Italia colpisce circa 3.000 persone all'anno.
Presentati oggi nella Sessione Scientifica Plenaria del Congresso Annuale della Società Americana di
Ematologia (ASH) i dati dello studio CLL11. Questo studio di fase III, ha posto a confronto nei pazienti
affetti da leucemia linfatica cronica (LLC) non trattata in precedenza e patologie coesistenti i due
protocolli:
Obinutuzumab (GA101) in combinazione con Clorambucile,
Rituximab in combinazione con Clorambucile
Risultati: i dati dimostrano che i pazienti trattati con Obinutuzumab in combinazione con
Clorambucile 01 hanno vissuto quasi un anno più a lungo senza peggioramento della malattia.
Una particolarità dello studio CLL11, è quella di aver arruolato una tipologia di pazienti tipica della
pratica clinica per l'età avanzata e per la presenta di patologie concomitanti; ovvero pazienti che
quotidianamente un medico si trova a dover trattare più di frequente, rendendo così i risultati di
questo studio molto più interessanti da parte delle società scientifiche.
Grazie ai risultati di questo studio, inoltre, obinutuzumab è il primo farmaco approvato con
designazione di terapia fortemente innovativa dalla FDA. Roche ha, inoltre, presentato domande
d'autorizzazione all'immissione in commercio ad altre autorità regolatorie del mondo, tra cui l'Agenzia
Europea dei Medicinali (EMA).
"Le conclusioni dello studio CLL11 dimostrano che obinutuzumab, associato a clorambucile, permette
di ottenere un numero elevato di risposte terapeutiche senza indurre una tossicità che non sia
tollerabile in pazienti con problematiche cliniche aggiuntive oltre alla malattia di base. Questo
protocollo dà ottimi risultati in termini di qualità delle risposte terapeutiche, dal momento che in
alcuni casi si arriva alla completa scomparsa della malattia quando si utilizzano particolari metodiche in
grado di identificare anche dei residui minimi della malattia, cosa che non avviene molto spesso". (Agi)
OBESI SANI? NON ESISTONO
Anche se gli altri «indicatori» di salute sono nella norma si tratta comunque di
individui più vulnerabili
Quello degli «obesi in salute», persone cioè che hanno un indice di massa
corporea molto superiore alla media ma che hanno invece tutti gli altri
parametri nella norma è un falso mito. Lo afferma uno studio pubblicato
dalla rivista Annals of Internal Medicine, secondo cui queste persone hanno
comunque un rischio maggiore di morte rispetto a chi non è sovrappeso.
LO STUDIO - I ricercatori hanno fatto una revisione sistematica di tutti gli
studi sul tema pubblicato dal 1950, associando ai tre livelli di indice di
massa corporea, normale, sovrappeso e obeso, il rischio di morte e di problemi cardiovascolari a lungo
termine. «La nostra ricerca - scrivono gli autori - ha mostrato che anche le persone obese ma
metabolicamente sane hanno un rischio aumentato di morte e di eventi cardiovascolari, se confrontati
con persone sempre metabolicamente sane ma con peso normale. Questo suggerisce che l’aumento di
indice di massa corporea, anche senza anormalità metaboliche, non è una condizione benigna». (Sn)