Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi

COMUNE DI BARONISSI
PROVINCIA di SALERNO
Settore Pianificazione e Gestione dello Sviluppo del Territorio e delle OO. PP.
.
Piano Energetico Comunale
per il Comune di Baronissi
REDATTORI:
SINDACO:
ING. VINCENZO VERZELLA
DOTT. GIOVANNI MOSCATIELLO
ARCH. FIORENZO MANZO (U.T.C.)
RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO:
ASSESSORE
ALLA VIABILITÀ, TRASPORTO
E PIANO ENERGETICO:
ING. MAURIZIO DE SIMONE
ANTONIO D’AURIA
1 luglio 2012
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
SOMMARIO
1
SOMMARIO ............................................................................................1
1. PREMESSA ..............................................................................................4
1.1 OBIETTIVI ..........................................................................................5
1.2 STRUTTURA DEL PEC ............................................................................9
2. POLITICHE DI RISPARMIO ENERGETICO. IL CONTESTO NORMATIVO .......................... 10
2.1 POLITICHE ENERGETICHE A LIVELLO MONDIALE............................................ 10
2.2 POLITICHE ENERGETICHE A LIVELLO EUROPEO ............................................. 10
2.3 POLITICA ENERGETICA IN ITALIA .............................................................. 12
2.4 IL PIANO ENERGETICO REGIONALE IN CAMPANIA .......................................... 15
2.5 IL QUADRO NORMATIVO DEL COMUNE DI BARONISSI ...................................... 18
3. BILANCIO ENERGETICO COMUNALE.............................................................. 20
3.1 DIAGNOSI ENERGETICA COMUNALE ......................................................... 20
3.2 PROCEDURA DELLA DIAGNOSI ENERGETICA ................................................ 21
4. Diagnosi Energetica Edifici Scolastici .......................................................... 23
4.1 CARATTERISTICHE ENERGETICHE EDIFICI SCOLASTICI...................................... 23
4.2 MODALITÀ OPERATIVE NORMALIZZATE PER IL CALCOLO DEI CONSUMI ENERGETICI 23
4.3 RISULTATI DELL’ANALISI ENERGETICA NELLE SCUOLE DEL COMUNE DI BARONISSI.. 29
4.3.1 VERIFICA DEI RISULTATI .................................................................. 31
4.3.2 PRODUZIONE DI CO2 ANNUA DELLE SCUOLE DEL COMUNE DI BARONISSI. ........ 31
4.4 AZIONI CORRETTIVE DA INTRAPRENDERE PER LA RIDUZIONE DEI CONSUMI
ENERGETICI........................................................................................... 32
4.4.1 INTERVENTI DI RAZIONALIZZAZIONE ILLUMINAZIONE ................................ 33
4.4.2 INTERVENTI DI RAZIONALIZZAZIONE USO ENERGIA TERMICA ........................ 34
4.4.3 ALTRI INTERVENTI DI RAZIONALIZZAZIONE USO ENERGIA ELETTRICA .............. 37
5. DIAGNOSI ENERGETICA ILLUMINAZIONE PUBBLICA ............................................. 40
5.1 GENERALITÀ..................................................................................... 40
5.2 QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO PER L’ILLUMINAZIONE STRADALE .............. 41
5.2.1 CONSIDERAZIONI NELL’OTTICA DEL PIANO ENERGETICO COMUNALE ............. 43
5.3 POTENZIALITÀ CONNESSE ALLO SVILUPPO DELLE TECNOLOGIE PER L’ILLUMINAZIONE44
5.3.1 LAMPADE ................................................................................... 45
5.3.2 ULTERIORI CONSIDERAZIONI SUL CONFRONTO TRA LAMPADE PER ILLUMINAZIONE
PUBBLICA .......................................................................................... 50
5.3.3 APPARECCHI DI ILLUMINAZIONE ........................................................ 50
5.3.4 SISTEMI DI CONTROLLO ................................................................. 52
5.4 LINEE DI INTERVENTO PER L’OTTIMIZZAZIONE ENERGETICO-AMBIENTALE
DELL’ILLUMINAZIONE PUBBLICA DEL COMUNE DI BARONISSI .................................. 59
5.4.1 SOSTITUZIONE NEL COMUNE DI BARONISSI DELLE LAMPADE A VAPORI DI
MERCURIO CON LAMPADE A VAPORI DI SODIO ............................................... 59
5.5 IPOTESI
DI MIGLIORAMENTO DEL SISTEMA DI ILLUMINAZIONE PUBBLICA ATTESA LA
SOSTITUZIONE TOTALE DELLE LAMPADE A VAPORI DI MERCURIO CON LAMPADE A VAPORI
DI SODIO.............................................................................................. 64
5.5.1 INSTALLAZIONE
5.5.2 INSTALLAZIONE DI UN SISTEMA DI TELECONTROLLO DELL’ILLUMINAZIONE........ 65
5.4.4 VERIFICA DEI RISULTATI .................................................................. 66
5.5 PROPOSTA DI REALIZZAZIONE DI PIANO REGOLATORE ILLUMINAZIONE COMUNALE .. 67
6 IL RISPARMIO ENERGETICO NELL’EDILIZIA ........................................................ 71
6.1 CERTIFICAZIONE ENERGETICA DEGLI EDIFICI ................................................ 72
6.1.1 EVOLUZIONE STORICA .................................................................... 72
6.1.2 DECRETO MINISTERIALE 26/6/2009 .................................................. 74
6.2. TECNOLOGIE E STRUMENTI PER L’UTILIZZO RAZIONALE DELL’ENERGIA NELL’EDILIZIA82
6.2.1 COGENERAZIONE ....................................................................... 82
6.2.2 TRIGENERAZIONE....................................................................... 84
6.2.3 TELERISCALDAMENTO.................................................................. 85
6.2.4 SOLARE TERMICO ....................................................................... 85
6.2.5 BIOMASSE ................................................................................ 87
6.2.6 CALDAIA A CONDENSAZIONE.......................................................... 93
6.2.7 POMPA DI CALORE ...................................................................... 94
6.2.8 CONTABILIZZAZIONE DEL CALORE E LA TERMOREGOLAZIONE.................... 96
6.2.9 SISTEMI DOMOTICI NEL SETTORE RESIDENZIALE E NEL SETTORE PRODUTTIVO .. 99
7 IL RISPARMIO ENERGETICO DA FONTI RINNOVABILI. POTENZIALITÀ DELLE FONTI DI ENERGIA
RINNOVABILI NEL COMUNE DI BARONISSI ......................................................... 111
7.1 GENERALITÀ................................................................................... 111
7.2 ENERGIA SOLARE FOTOVOLTAICA.......................................................... 112
7.2.1 POTENZIALE TEORICO COMUNE DI BARONISSI ...................................... 112
7.2.2 IMPIANTI FOTOVOLTAICI A SERVIZIO DELLE SCUOLE NEL COMUNE DI BARONISSI 117
7.3 ENERGIA EOLICA.............................................................................. 117
7.3.1 POTENZIALE TEORICO COMUNE DI BARONISSI.................................... 118
7.3.2 IL MINI EOLICO COME OPPORTUNITÀ PER IL COMUNE DI BARONISSI............ 122
8 REGOLAMENTO EDILIZIO COMUNALE NELL’OTTICA DEL PIANO ENERGETICO COMUNALE124
8.1 REGOLAMENTO EDILIZIO COMUNALE (REC) COMUNE DI BARONISSI ................. 124
8.2 PROPOSTE DI INTEGRAZIONE DEL REC COMUNE DI BARONISSI ........................ 131
9 IL RISPARMIO ENERGETICO E LA MOBILITÀ SOSTENIBILE ....................................... 135
9.1 GENERALITÀ................................................................................... 135
9.2 INDICE DI MOTORIZZAZIONE DEL COMUNE DI BARONISSI ............................... 136
9.3 AZIONI PER IL CONSEGUIMENTO DELLA MOBILITÀ SOSTENIBILE ......................... 137
9.4 NUOVI SISTEMI DI MOBILITÀ ................................................................. 138
9.4.1 CAR SHARING ............................................................................ 138
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
DI SISTEMI DI REGOLAZIONE DI FLUSSO LUMINOSO PER IL
FUNZIONAMENTO AD ILLUMINAMENTO COSTANTE........................................... 64
2
9.4.2 CAR POOLING............................................................................ 139
9.5 NUOVE FONTI ENERGETICHE. L’AUTO ELETTRICA ....................................... 140
9.5.1 OPPORTUNITÀ PER IL COMUNE DI BARONISSI ....................................... 142
10 L’ATTENZIONE ALL’EFFICIENZA ENERGETICA: UNA PROSPETTIVA VIRTUOSA ......... 143
10.1 AZIONI DI INFORMAZIONE E SENSIBILIZZAZIONE - SPORTELLO ENERGIA.............. 143
10.2 ESCO - SOCIETÀ DI SERVIZI ENERGETICI ................................................. 145
10.2.1 CONTRATTUALISTICA ESCO ......................................................... 147
10.2.2 METODOLOGIE OPERATIVE DI UNA ESCO ......................................... 148
ALLEGATO A: CONSUMI ENERGIA ELETTRICA UTENZE COMUNALI
ALLEGATO B: DIAGNOSI ENERGETICA EDIFICI SCOLASTICI - CALCOLO ANALITICO
INDICATORI ENERGETICI.
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
ALLEGATO C: SPENDING REVIEW ENERGIA ELETTRICA
ANALISI TARIFFARIA CONTRATTI ENERGIA ELETTRICA
3
1. PREMESSA
Il Piano Energetico Comunale (PEC) può essere considerato un documento di
analisi qualitativa e quantitativa dei fabbisogni energetici del Comune di Baronissi,
finalizzato all’individuazione del bilancio energetico attuale e alla programmazione
razionale di interventi tesi all’efficientamento energetico, ed all'uso di fonti rinnovabili,
con conseguenti ripercussioni positive sulla tutela dell'ambiente.
Diciamo subito che il risparmio energetico e l’efficienza energetica indicano due
concetti tra loro molto diversi. Il risparmio è a parità di tecnologia un uso più morigerato
dell’energia. L’efficienza energetica si riferisce ad un identico uso di energia utile ma con
un minore utilizzo di energia primaria grazie a soluzioni tecnologiche migliori ovvero più
efficienti. È questo secondo aspetto che riteniamo rilevante. Infatti i margini per il
miglioramento ci sono e sono tali da rappresentare un’occasione senza pari per dare
sostegno all’industria e all’economia in generale. Una politica mirata all’efficienza
energetica, in un momento di forte contrazione della domanda, rappresenta un fine
persino più desiderabile di una riduzione stessa dei consumi potendo fare da volano ad
una crescita economica tanto in questo momento storico desiderata.
L’adozione del PEC, nell’ambito della gestione delle fonti energetiche su scala
locale, conferisce ai Comuni un ruolo rilevante nell’applicare gli indirizzi di politica
energetica europea e nazionale. Altresì come si vedrà le normative e i successivi
procedimenti applicativi emanati non hanno vincolato la struttura del PEC. La mancanza
di indicazioni specifiche offre ai Comuni la possibilità contestuale di godere di grande
potere decisionale, non solo nelle scelte di redazione del documento, ma ancora più nella
gestione efficiente delle proprie risorse energetiche, in considerazione dei soggetti socio economici e produttivi presenti nel suo territorio.
Dal punto di vista legislativo il comma 5 dell’art. 5 della legge 9 gennaio 1991 n.10
prevede per comuni sopra i 50.000 abitanti la stesura del PEC.
Da quanto però brevemente accennato anche se la normativa vigente prevede
l'obbligo di redigere un Piano Energetico solo per i comuni sopra i 50.000 abitanti, il
Comune di Baronissi ha voluto dotarsi di questo importante strumento.
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
La redazione del PEC consente di fotografare l’attuale situazione energetica del
Comune di Baronissi, quale punto di partenza per prospettare lo scenario futuro di
impiego delle risorse energetiche, definito in riferimento a un quadro di azioni concrete
ben delineate. Esso quindi propone un approccio concreto attraverso una combinazione
di interventi e strumenti operativi.
4
1.1 Obiettivi
Fino alla fine degli anni ‘60 non vi era la percezione della limitatezza delle risorse
naturali, in America l’idea predominante era quella che in modo molto esplicito veniva
chiamata l’Utopia della Crescita Illimitata. Questo per due motivi fondamentali; l’energia
era abbondante e a basso costo e si confidava nell’innovazione tecnologica e nella
disponibilità di nuove fonti non ancora scoperte. Inoltre non erano chiare le
interdipendenze tra le seguenti cinque macro variabili: popolazione mondiale,
industrializzazione, inquinamento, produzione alimentare e consumo delle risorse
naturali che, se correttamente interconnesse, facevano e fanno prevedere inversioni,
anche brusche di tendenza.
Nell’ultimo decennio ed in particolare negli ultimi anni sono dunque emerse la
consapevolezza dal punto di vista sociale e la necessità dal punto di vista tecnico di
ripensare le modalità di utilizzo delle risorse energetiche, da un lato per consentire
l’accessibilità delle stesse da parte della maggioranza della popolazione mondiale oggi
esclusa e dall’altro per non privare delle possibilità che abbiamo oggi le generazioni future
che certamente non avranno a disposizione ciò che abbiamo utilizzato noi fino ad oggi.
14000.0
12000.0
10000.0
8000.0
MONDO
5
6000.0
4000.0
2000.0
G RAFICO 1.1: C ONSUMI DI ENERGIA PRIMARIA MONDIALI E DELL ’U NIONE E UROPEA IN M TEP 1.
1
Fonte: Statistical Review of World Energy 2011, Full Report.
2009
2007
2005
2003
2001
1999
1997
1995
1993
1991
1989
1987
1985
1983
1981
1979
1977
1975
1973
1971
1969
1967
0.0
1965
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
EUROPA
Osservando l’andamento della domanda di energia nel mondo (Grafico 1.1) si può
apprezzare come essa sia cresciuta in modo pressoché costante negli ultimi quarant’anni,
con le flessioni in occasione delle crisi petrolifere del 1973 (guerra del Kipur) e del 1979
(rivoluzione islamica in Iran), ma con una quota parte sempre minore per i consumi
Europei che a metà degli anni sessanta rappresentavano un quarto dei consumi mondiali
mentre oggi pesano per un 15% soltanto a testimonianza di come la sfida della copertura
della domanda di energia non si giochi nel vecchio continente ma nelle zone ad elevata
crescita economica.
I consumi nei paesi industrializzati vanno verso una sostanziale stabilizzazione con
la rilevante eccezione del 2009 che ha visto per la prima volta nella storia recente una
significativa contrazione della richiesta di energia a causa di una crisi economica senza
precedenti. Invece vi è un aumento dei consumi nelle nazioni in crescita economica
sostenuta in virtù della correlazione innegabile tra consumo di energia e reddito molte
volte illustrata dagli economisti dell’energia.
In un tale contesto si è andato affermandosi il concetto di Sviluppo Sostenibile,
inteso come quella forma di sviluppo “capace di soddisfare i bisogni del presente senza
compromettere la capacità delle future generazioni di soddisfare i propri bisogni”.
Attualmente abbiamo che il 28% della popolazione consuma il 77% dell'energia
prodotta a livello planetario. Inoltre i 3/4 della popolazione mondiale usano meno di
1/4 dell'energia prodotta. Tale modello ha costi sociali di difficile valutazione ma di
grande impatto. Inoltre le vicende climatiche sotto gli occhi di tutti, le crisi
mediorientali, il drammatico incidente in Giappone, la crisi economica che pervade tutta
l’Unione Europea già dal 2008, ma che dalla fine del 2011 tocca l’economia reale in
modo sensibile, hanno posto in primo piano il problema del risparmio, dell’uso efficiente
Il TEP è l’acronimo di Tonnellata Equivalente di Petrolio (in lingua inglese Tonne of Oil Equivalent, TOE) esso è un'unità di
misura di energia e rappresenta la quantità di energia rilasciata dalla combustione di una tonnellata di petrolio grezzo e vale
convenzionalmente circa 42 GJ.
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
Questa brevissima analisi, che ha mostrato chiaramente i limiti e le criticità degli
attuali modelli di sviluppo e in cui si manifestano apertamente le profonde
interconnessioni tra recessione economica, crisi energetica e cambiamenti climatici,
induce alla consapevolezza che lo scenario energetico internazionale difficilmente potrà
subire radicali mutamenti nel breve periodo. Ciò significa che a trenta anni dalla prima
grande crisi petrolifera pesa ancora la mancanza di un approccio chiaro alla questione
energetica, improntato sulla diversificazione delle fonti primarie e sull’uso efficiente
dell’energia nei vari settori di consumo finale.
6
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
dell’energia e del tipo di fonti da utilizzare. Tutte e tre queste strade sono le tre strade
maestre per lasciare ai nostri figli un mondo il più possibile a misura d'uomo.
7
Anno
Data overshoot
1987
19 dicembre
1990
7 Dicembre
1995
21 Novembre
2000
1 Novembre
2005
20 Ottobre
2007
26 Ottobre
2008
23 Settembre
2009
25 Settembre
2010
21 Agosto
2011
27 Settembre
Un parametro che secondo noi riassume l'utilizzo sempre più pesante delle fonti
energetiche globali è L' Ecological Debt Day, anche chiamato Earth Overshoot Day, è la data
in cui le risorse totali consumate dall'umanità durante l'anno osservato eccederanno la
capacità della terra di rigenerare tale risorse nello stesso anno. Mutuando concetti
economici è il giorno in cui in termini energetici l'umanità è in debito con la natura
consumando quello che non è possibile rigenerare. Dalla tabella 1.1 si vede come i giorni
in un anno in cui l'umanità sfrutta in debito le risorse sono sempre di più, cosa che in
maniera incontrovertibile attesta l'uso sempre più intensivo delle fonti energetiche. Tale
tendenza non è incontrovertibile perciò sta nella capacità dell'umanità a far sì che con le
tre strade maestre accennate si possa arrestare e poi far cambiare segno a tale tendenza.
Il protocollo di Kyoto fissa una diminuzione dei gas serra2. In particolare il
Protocollo prevede che i paesi industrializzati riducano le proprie emissioni di CO2 in una
misura non inferiore al 5% rispetto alle emissioni registrate nel 1990, considerato come
2
Biossido di carbonio, metano(CH4), ossido di azoto (N2O), idrofluorocarburi, perfluorocarburi ed esafluoruro di zolfo.
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
T ABELLA 1.1 D ATA “O VERSHOOT ”.
8
anno base, nel periodo 2008-2012. È un obbiettivo ambizioso e purtroppo i paesi più
sviluppati hanno una pericolosa tendenza all'incremento, piuttosto che al decremento
(l'Italia si attesta ad un + 6%).
Per quanto riguarda il nostro continente il Consiglio Europeo ha lanciato nel 2007
e approvato in via definitiva nel 2008, una nuova strategia per promuovere l'efficienza
energetica ponendo i seguenti obiettivi al 2020:
 -20% sui consumi per efficienza energetica;
 +20% per le rinnovabili;
 -20% per le emissioni di gas serra;
 10% di tetto minimo per i biocombustibili per il trasporto.
Tale obiettivo è comunemente conosciuto come “obiettivo 20/20/20”.
1.2 Struttura del PEC
La struttura del Piano Energetico Comunale (PEC) è quindi basata su tre pilastri
fondamentali:
 Diagnosi energetica comunale;
 Pianificazione Energetica Comunale;
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
 Scelta delle linee guida che il comune deve adottare per il conseguimento degli
obbiettivi prefissosi.
9
2. POLITICHE
DI RISPARMIO
CONTESTO NORMATIVO
ENERGETICO.
IL
2.1 Politiche energetiche a livello mondiale
L'esigenza di sviluppare fonti energetiche alternative è una delle più importanti priorità
per un paese il cui approvvigionamento energetico è fortemente dipendente dai
combustibili fossili: tale necessità è riconducibile a motivi economico-strategici, data la
distribuzione geografica delle fonti energetiche di origine fossile in regioni politicamente
instabili.
La ratifica del Protocollo di Kyoto impegna i paesi aderenti allo sviluppo di un
modello energetico fondato su tecnologie rinnovabili e sostenibili.
Il Protocollo di Kyoto è un trattato internazionale in materia di ambiente
sottoscritto nella città giapponese l'11 dicembre 1997 da più di 160 paesi in occasione
della Conferenza COP3, entrato in vigore il 16 febbraio 2005, dopo la ratifica da parte
della Russia.
Il Protocollo impegna i paesi industrializzati e quelli ad economia di transizione ad una
diminuzione di almeno il 5,2% delle emissioni globali dei principali gas ad effetto serra
rispetto ai valori del 1990.
Il periodo previsto per il raggiungimento di questo obiettivo è tra il 2008 ed il 2012.
2.2 Politiche energetiche a livello Europeo
Per dare un spiegazione quanto più possibile esaustiva all’evoluzione delle direttive
europee ma anche nazionali ricordiamo che le motivazioni di fondo che spingono chi
prende decisioni pubbliche ad interessarsi delle tematiche dell’energia possono essere
ricondotte, in ultima analisi, a tre obbiettivi:
 L’ambiente;
 L’efficienza;
 La sicurezza degli approvvigionamenti.
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
Il Protocollo di Kyoto costituisce lo strumento attuativo della Convenzione
Quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici e si propone come primo grande
passo verso una strategia internazionale atta al raggiungimento di una progressiva
riduzione delle emissioni di gas serra in atmosfera. Questi gas, assorbendo la radiazione
infrarossa, provocano il progressivo riscaldamento del pianeta, il cosiddetto effetto serra.
Il gas serra più importante è il CO2, a cui corrisponde il 70% delle emissioni totali di gas
serra.
10
Questi obiettivi di fondo hanno priorità reciproca che muta nel tempo, ma rimangono
i fattori che giustificano un intervento pubblico nel mercato dell’energia. Il risparmio
energetico presenta ripercussioni positive su tutti e tre i fronti. Non è un caso che la
prima aggregazione degli Stati Europei fu proprio la comunità europea del carbone e
dell’acciaio (CECA 18.0.4.1951) in cui la necessità di approvvigionamento sicuro ed
economico degli impianti siderurgici ed energetici spinse gli Stati Europei a condividere
le loro politiche.
Facendo un excursus sulla recente storia delle norme che hanno portato alla strategia
del 20/20/20 3 possiamo senz’altro partire dal libro verde del 2005 (Green Paper on
Energy Efficienty COM (2005) 265 definitivo) anche conosciuto con il nome di “Fare di
più con meno” (Doing more with less). Passando poi alle:
 direttiva 2005/32/CE relativa alla progettazione ecocompatibile dei prodotti che
consumano energia;
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
 direttiva 2006/32/CE sull’efficienza dei prodotti finali dell’energia, i servizi
energetici. Per tale direttiva l’obiettivo generale è: Gli Stati membri adottano e mirano a
conseguire uno obiettivo nazionale indicativo globale di risparmio energetico, pari al 9 % per il
nono anno di applicazione della presente direttiva da conseguire tramite servizi energetici e ad
altre misure di miglioramento dell'efficienza energetica. Gli Stati membri adottano misure
efficaci sotto il profilo costi-benefici, praticabili e ragionevoli, intese a contribuire al
conseguimento di detto obiettivo.…OMISSIS… Il risparmio energetico nazionale a fronte
dell'obiettivo nazionale indicativo di risparmio energetico è misurato a decorrere dal 1°
gennaio2008.
11
 piano d’azione per l’efficienza energetica dell’ottobre 2006 (Action Plan for Energy
Efficenty: Realising the Potential ) COM (2006) 545 definitivo. Il percorso proposto è
basato sulle tecnologie disponibili sul piano commerciale e ha un valore economico
straordinario se si guardano i dati della tabella 2 che evidenziano come è possibile
ridurre i consumi di un quarto senza compromettere il benessere e l’economia
europea.
Il sistema energetico europeo del futuro è infine rappresentato nella “Energy
Roadmap 2050” del dicembre 2011, COM(2011) 885/2.
Si vede come l’Europa ha messo in atto il suo ruolo di stimolo. Ma l’azione spetta
agli stati membri, che hanno dovuto darne conto nei Piani di Azione Nazionali per
l’efficienza energetica.
3
Si veda paragrafo 1.1.
Settore
Edilizia
abitativa
Edifici
commerciali
(terziario)
Trasporti
Industria
manifatturie
ra
Consu
Consumo di
mo di energia (MTEP) nel Risparmio
energia
2020 (in caso di
potenziale
(MTEP)
situazione
di energia
nel
invariata)
nel 2020
2005
(MTEP)
Potenzialità
globali di
risparmio
energetico nel
2020 (%)
280
338
91
27%
157
332
211
405
63
105
30%
26%
297
382
95
25%
T ABELLA 2.1: S TIME SUL POTENZIALE GLOBALE DI RISPARMIO ENERGETICO NEI SETTORI DI USO FINALE 4
Il PEN ha promosso, infatti, l’uso razionale dell’energia e del risparmio
energetico, ha adottato le norme per l’autoproduzione e ha esteso il progressivo aumento
di fonti alternative di energia, puntando al raggiungimento entro il 2000 del 44%
dell’aliquota del rinnovabile all’interno del mix generativo, diversamente ripartito tra il
solare e l’eolico.
Per recepire le indicazioni fornite dalla legislazione comunitaria e rendere concreta
la loro applicazione a livello nazione, sono state emanate nel 1991 le Leggi n.9 e n.10,
che hanno fornito le basi per l’attuazione del PEN e, più in generale, del nuovo assetto
energetico.
In particolare, la Legge del 9 gennaio 1991, n.9 riguardante le “Norme per
l'attuazione del nuovo Piano energetico nazionale: aspetti istituzionali, centrali
idroelettriche ed elettrodotti, idrocarburi e geotermia, autoproduzione e disposizioni
fiscali”, ha fornito le normative concernenti la produzione e la autoproduzione
dell’energia elettrica, il vettoriamento del gas naturale, il teleriscaldamento, le
4
Fonte: Commissione europea, UE-25 scenario di base e Wuppertal Institute 2005.
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
2.3 Politica energetica in Italia
Nonostante le notevoli variazioni del quadro istituzionale e di mercato in materia
di energia, il Piano Energetico Nazionale (PEN), datato al 1985 e approvato come ultimo
aggiornamento dal Consiglio dei Ministri il 10 agosto 1988, può essere considerato
ancora oggi il principale strumento di politica energetica nazionale.
12
agevolazioni fiscali, il contenimento dei consumi, istituendo altresì il marchio “Risparmio
Energetico”.
Ancora, la Legge del 9 gennaio 1991, n. 10 concernente al TITOLO I le
“Norme per l'attuazione del Piano energetico nazionale in materia di uso razionale
dell'energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia”, al
TITOLO II “le Norme per il contenimento del consumo di energia negli edifici” e al
TITOLO III le “Disposizioni finali”, ha definito le Norme attuative e sulle tipologie
tecnico-costruttive, sul teleriscaldamento, sul risparmio di energia e sull’uso di fonti
rinnovabili di energia o assimilate, in particolar modo nel settore agricolo, i contributi in
conto capitale a sostegno dell'utilizzo delle fonti rinnovabili di energia nell'edilizia, i
contributi per il contenimento dei consumi energetici nei settori industriale, artigianale e
terziario, definendo altresì le responsabilità per la conservazione e l'uso razionale
dell'energia e istituendo la certificazione energetica degli edifici.
In particolare, l’Art.5. Piani regionali prevede al Comma 1 che “Le regioni e le
province autonome di Trento e di Bolzano, entro centottanta giorni dalla data di entrata
in vigore della presente legge, d'intesa con l'ENEA, individuano i bacini che in relazione
alle caratteristiche, alle dimensioni, alle esigenze di utenza, alla disponibilità di fonti
rinnovabili di energia, al risparmio energetico realizzabile e alla preesistenza di altri
vettori energetici, costituiscono le aree più idonee ai fini della fattibilità degli interventi di
uso razionale dell'energia e di utilizzo delle fonti rinnovabili di energia” e al Comma 2 che
“…..predispongono rispettivamente un piano regionale o provinciale relativo all'uso delle
fonti rinnovabili di energia”.
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
L’articolo suddetto prevede inoltre al Comma 3 che il Piano Energetico,
predisposto a livello sia regionale che provinciale e comunale, contenga:
13
a) il bilancio energetico regionale o provinciale;
b) l'individuazione dei bacini energetici territoriali;
c) la localizzazione e la realizzazione degli impianti di teleriscaldamento;
d) l'individuazione delle risorse finanziarie da destinare alla realizzazione di nuovi impianti
di produzione di energia;
e) la destinazione delle risorse finanziarie, secondo un ordine di priorità relativo alla
quantità percentuale e assoluta di energia risparmiata, per gli interventi, di risparmio
energetico;
f) la formulazione di obiettivi secondo priorità di intervento;
g) le procedure per l'individuazione e la localizzazione di impianti per la produzione di
energia fino a dieci MW elettrici per impianti installati al servizio dei settori industriale,
agricolo, terziario, civile e residenziale, nonché per gli impianti idroelettrici.
Successivamente al Piano Energetico Nazionale del 10 Agosto 1998 e alle Leggi del
‘91 sono state emanate numerose normative per lo sviluppo sostenibile del settore
energetico, coerentemente agli obiettivi di risparmio e promozione delle rinnovabili. In
generale, la materia è principalmente regolata da un esteso corpus di norme e atti
legislativi nazionali, in gran parte in recepimento degli orientamenti comunitari.
Tuttavia, da un’attenta analisi delle leggi suddette e delle successive normative
emerge con chiarezza che l’attuazione delle stesse è ampiamente delegata a livello locale,
attraverso la pianificazione e la gestione delle risorse energetiche da parte delle Regioni,
delle Province e dei Comuni, che assumono pertanto un ruolo fondamentale
nell’applicare gli indirizzi della politica nazionale e quindi europea.
A tal proposito, si cita il Decreto Legislativo 31 marzo 1998, n. 112,
concernente “Il conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle Regioni
ed agli Enti Locali, in attuazione del capo 1 della Legge 15 marzo 1997, n. 59” che ha
organizzato le funzioni di programmazione e pianificazione in campo energetico, nonché
le attività amministrative in materia di impianti di produzione di energia elettrica secondo
un criterio di pluralismo e sussidiarietà tra Stato, Regioni, Province ed Enti Locali.
Altresì la Legge Costituzionale 18/10/2001 n. 3 concernente “Modifiche al Titolo V
Parte II della Costituzione” ha ridefinito le competenze legislative, regolamentari ed
amministrative dello Stato, delle Regioni e degli Enti Locali prevedendo in particolare la
“produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia” come materia di
legislazione concorrente.
Per comprendere la fattibilità tecnica in Italia dell’obiettivo non vincolante di
riduzione dei consumi del 9% in nove anni, ovvero al 2016, che equivale ad una riduzione
di circa l’1% l’anno dei consumi rispetto al consumo medio del quinquennio 2001-2005.
posto dalla direttiva europea 2006/32/CE è stato redatto il rapporto 07005301 di Cesi
Ricerca “Applicazione della direttiva europea sull’efficienza energetica ed i servizi energetici:
contributo alla definizione di un piano d’azione nazionale” del febbraio 2008. A partire dal
lavoro fatto da Cesi Ricerca, ora Rse, sono stati redatti il “Piano nazionale per l’efficienza
energetica” presentato dall’Italia in Europa nel luglio 2007 e il “Piano d’azione nazionale per
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
Non essendo definiti, infatti, regolamenti di attuazione o indirizzi specifici, le
azioni regionali e comunali possono seguire con un ampio margine di discrezionalità
l’orientamento nazionale e interpretare le norme applicando strategie volte al
raggiungimento degli obiettivi su scale territoriali ridotte.
14
l’efficienza energetica del luglio 2011” che rappresenta l’impegno formale del nostro paese
verso i partner europei.
2.4 Il Piano Energetico Regionale in Campania
A livello regionale, la prima tappa che ha portato al Piano Energetico Regionale
(PER) è di certo rappresentato dalle “Linee guida in materia di politica regionale e di
sviluppo sostenibile nel settore energetico”, approvate con il D.G.R. 4818 del
25/10/2002.
Uno degli obiettivi posti dal documento era la riduzione del deficit del bilancio
elettrico regionale attraverso un programma di interventi mirati, sia nel settore dei
consumi, sia in quello della produzione di energia, tutelando prioritariamente l’ambiente,
la salute e la sicurezza pubblica.
Le linee guida hanno definito gli obiettivi, le strategie e le politiche del territorio
della Campania, puntando prioritariamente alla riduzione del deficit del bilancio
elettrico, con l’introduzione di interventi sia dal lato dell’offerta che dei consumi.
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
La necessità esistente che vede una soluzione soprattutto nell’aumento dell’offerta
di energia elettrica, ha portato la Regione Campania ad integrare successivamente le
Linee Guida con il D.G.R. 3533 del 5/12/2003 che ha approvato l’“Analisi del
fabbisogno di energia elettrica in Campania: bilanci di previsione e potenziamento del
parco termoelettrico regionale”, definendo così le esigenze del comparto generativo
termoelettrico regionale.
15
La Regione Campania nel luglio 2004 ha poi adottato la procedura per
l’autorizzazione degli impianti che secondo il D.Lgs. 29 dicembre 2003 n. 387, all’art.
12 prevede un procedimento conclusivo, la “Conferenza di Servizi”, per semplificare
l’iter amministrativo, da sempre problematico per gli operatori, compresi quelli del
settore eolico. In seguito con la Legge n. 244/07, le competenze autorizzative sono
state delegate dalle Regioni esclusivamente alle Province, modificando il suddetto
articolo. Le difficoltà esistenti nelle procedure autorizzative del comparto delle
rinnovabili hanno portato poi all’approvazione nel Luglio del 2006 delle “Linee guida per
lo svolgimento del procedimento unico relativo alla installazione di impianti per la
produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile”.
Le competenze regionali sono state poi nuovamente estese dal D. Lgs 311/06,
quale integrazione e modifica del precedente D. Lgs. 19 agosto 2005, n. 192, che
prevede interventi volti all’efficienza energetica, mirati soprattutto al comparto edilizio.
La normativa nazionale chiedeva poi la predisposizione di sistemi di certificazione e
di controllo che la Regione Campania ha istituito attraverso le Linee Guida per lo
svolgimento del Procedimento Unico di cui al comma 3 dell’art. 6 del D.Lgs. 29
dicembre 2003 n.387. Considerata la mancanza di indirizzi specifici nazionali e il più
veloce dinamismo normativo comunitario, recepito a livello nazionale ma devoluto su
scala regionale, anche la Regione Campania ha emanato le Linee Guida nel 2006, che
dopo qualche anno di applicazione hanno richiesto aggiornamenti, dovuti anche
all’esperienza maturata nel contempo.
Pertanto, la DGR 962 del 30/05/2008 nell’ambito dell’aggiornamento del
PASER 2008-2011 ha predisposto e approvato le nuove “Linee di Indirizzo strategico del
Piano Energetico Ambientale Regionale”, modificando alcune parti dell’art. 12 del D. Lgs
387/03.
Il comma 8 dell’art. 20 della Legge Regionale 20 gennaio 2008 n. 1, legge
finanziaria 2008 della Regione Campania, aveva intanto previsto l’adozione del PER, che
“costituisce urgente ed inderogabile necessità di disciplina della materia energetica in
Campania”; la procedura di approvazione è stata definita al comma 9 dello stesso articolo.
Dalla lettura attenta delle linee d’indirizzo strategico del PER Campania si
evincono le finalità, gli obiettivi e gli approcci metodologici per la definizione di un Piano
Energetico Regionale “quale strumento per la programmazione di uno sviluppo economico
ecosostenibile mediante interventi atti a conseguire livelli più elevati di efficienza, competitività,
flessibilità e sicurezza nell’ambito delle azioni a sostegno dell’uso razionale delle risorse, del
risparmio energetico e dell’utilizzo di fonti rinnovabili non climalteranti”.
Viene definita una strategia compiuta che intende:
 analizzare e valutare i processi in atto;
 delinearne una razionalizzazione;
 definire e tradurre gli obiettivi in impegni specifici, articolati per fonte energetica
e settore economico;
 coniugare le affermazioni di principio e gli obiettivi teorici con una attenta
contestualizzazione.
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
Il PER vede la luce nel marzo del 2009 (pubblicato nel BURC n°27 del 6 Maggio
2009). In questo modo la Regione Campania pone così le basi per una politica energetica
dagli obiettivi ben definiti, che sostengano la produzione e l’utilizzo di fonti energetiche
rinnovabili, l’installazione di impianti nelle strutture produttive, creando altresì un
sistema campano di imprese ad alto contenuto tecnologico nel settore delle fonti
rinnovabili e dell’efficienza energetica.
16
Le linee d’indirizzo assumono impegni integralmente trasferiti nel PER. In tal senso,
ed in via vincolante, la strategia di governo regionale sarà tesa a orientare i
comportamenti del mercato, le scelte di programmazione e di localizzazione territoriale
attraverso la costruzione di una politica energetica locale le cui finalità risiedono nel:
 coniugare le problematiche climatiche ed energetiche di questo scorcio di inizio
millennio alle opportunità derivanti dall’attuazione del protocollo di Kyoto e a
sani processi di sviluppo delle comunità locali di questa regione;
 favorire la costruzione di un sistema energetico regionale a basse emissioni di
carbonio;
 promuovere la modernizzazione ecologica del sistema energetico regionale con un
approccio di infrastrutturazione “soft” dei territori regionali ancorata alle fonti
rinnovabili, alla filiera agroenergetica e a quella dell’efficienza e del risparmio
energetico.
La strategia di piano regge su quattro pilastri programmatici:
 riduzione della domanda energetica tramite l’efficienza e la razionalizzazione, con
particolare attenzione verso la domanda pubblica;
 diversificazione e decentramento della produzione energetica, con priorità all’uso
delle rinnovabili e dei nuovi vettori ad esse associabili;
 creazione di uno “spazio comune” per la ricerca e il trasferimento tecnologico;
 coordinamento delle politiche di settore e dei relativi finanziamenti.
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
Dei quattro pilastri, il coordinamento territoriale dei primi due (politiche di
riduzione della domanda tramite l’efficientamento energetico e di decentramento della
produzione) è l’obiettivo strategico su cui far convergere trasversalmente gli altri due.
17
È opportuno evidenziare come una politica energetica regionale/locale basata
sull’integrazione territoriale di riduzione/decentramento è da considerarsi come
complementare e non antitetica alla politica tradizionale di scala nazionale, basata sulla
costruzione di poli termoelettrici di grossa taglia come risposta alla crescita della
domanda elettrica.
Complementare poiché la stabilizzazione/riduzione della domanda energetica
(soprattutto nei settori terziario, residenziale e dei trasporti), insieme
all’implementazione di una rete territoriale di cogeneratori di piccola taglia (dislocati
preferibilmente nei distretti industriali e nei poli commerciali, universitari e sanitari), o
di fuel cells5, ridurrebbe la necessità di costruzione di nuove centrali, valorizzando, al
contempo, quelle esistenti.
Il vantaggio di questa strategia è la sua capacità di contribuire alla riduzione sia del
conflitto sociale (legato alla scelta dei siti delle centrali), che dei costi dell’energia
(aumento del numero di operatori presenti sul mercato in una logica di “prossimità”).
La creazione di una rete energetica territoriale, inoltre, avrebbe il vantaggio di un
maggiore livello di protezione dai rischi di black-out, oltre a garantire una maggiore
efficienza termodinamica e una proporzionale riduzione delle emissioni inquinanti.
2.5 Il quadro normativo del Comune di Baronissi
Il Comune di Baronissi già con l'approvazione del vigente Regolamento Edilizio ha
dimostrato particolare sensibilità ai temi ambientali, prevedendo una serie di norme in
materia energetico-ambientale, finalizzate al risparmio energetico e alla sostenibilità
ambientale. Con la delibera n. 51 dell'11/02/2010, la Giunta Comunale decise, sebbene
non obbligata da specifiche norme legislative, di dotarsi di un "Piano Energetico
Comunale", conseguentemente con la delibera n. 55 del 12/07/2010, il Consiglio
Comunale dettò gli "Indirizzi per la redazione del Piano Energetico ambientale
comunale".
Con la determina n. 16003/006 del 21/11/2011 del Responsabile del Settore
Gestione dello sviluppo del Territorio e delle OO.PP. è stato affidato l'incarico all'ing.
Vincenzo Verzella, congiuntamente con l'Ufficio, per la redazione di un Bilancio
Energetico del Comune di Baronissi e del PEC.
Con la determina n. 62 dell'11/05/2012 (reg. gen. 591/006S) fu dato atto che la
redazione del P.E.C. congiuntamente all'ing. Vincenzo Verzella appositamente
incaricato, fosse eseguita dall'arch. Fiorenzo Manzo in vece dell'ing. Michele Petta
5
In italiano cella a combustibile detta anche pila a combustibile. È un dispositivo elettrochimico che permette di ottenere
elettricità direttamente da certe sostanze, tipicamente da idrogeno ed ossigeno, senza che avvenga alcun processo di
combustione termica.
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
Il riferimento principale per l’elaborazione del PEC è come già detto costituito
dalle Leggi n°9 e n°10 del 1991, che nel dettare le norme dei Piani energetici, estendono
anche ai Comuni, l’obbligo di predisporre una pianificazione energetica dei propri
territori. In particolare, l’articolo 5 al Comma 5 della Legge n.10 del 91 prevede che “I
piani regolatori generali di cui alla legge 17 agosto 1942, n. 1150, e successive
modificazioni e integrazioni, dei comuni con popolazione superiore a cinquantamila
abitanti, devono prevedere uno specifico piano a livello comunale relativo all'uso delle
fonti rinnovabili di energia”.
18
precedentemente indicato che aveva richiesto di usufruire, per motivi personali, di un
periodo di aspettativa.
Le funzioni di R.U.P. sono state svolte dal dipendente comunale ing. Maurizio De
Simone secondo disposizione del Resp.le Settore Pianificazione e Gestione dello Sviluppo
del Territorio e delle OO.PP. prot. 23446 del 12/10/2011.".
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
In figura 2.1 si evince la “scala gerarchica” dei Piani Energetici a livello nazionale.
19
F IGURA 2.1 I NQUADRAMENTO DEI PIANI ENERGETICI IN FUNZIONE DEGLI ENTI ATTUATORI .
3. BILANCIO ENERGETICO COMUNALE
Lo schema metodologico adottato per l’elaborazione del PEC del Comune di
Baronissi prevede, come prima analisi, un bilancio energetico delle varie attività divise
per settore afferenti direttamente alla gestione municipale. Il bilancio risulta il principale
supporto alla procedura di pianificazione, configurandosi quale elemento propedeutico
per la valutazione del livello di efficienza energetica e per l’individuazione degli interventi
da intraprendere, nell’ottica di una programmazione tesa alla razionalizzazione dei
consumi energetici ed al contenimento delle emissioni. In funzione, poi, dei risultati del
bilancio è possibile prevedere le tendenze di sviluppi a breve e medio termine attraverso
le elaborazioni di scenari futuri, sia in assenza di interventi che con riferimento a un
quadro di azioni ben delineate.
3.1 Diagnosi Energetica Comunale
Per la determinazione del bilancio energetico comunale è necessario effettuare la
Diagnosi Energetica (DE). Essa serve ad ottenere una conoscenza approfondita del
consumo (e quindi del comportamento) energetico della realtà comunale al fine di
individuare le più efficienti modifiche con le quali è possibile conseguire i seguenti
obbiettivi:
 il miglioramento dell'efficienza energetica;
 la riduzione dei costi per gli approvvigionamenti energetici;
 la riqualificazione del sistema energetico;
fonti.
Tali obiettivi sono raggiungibili tramite l'utilizzo, fra l'altro, dei seguenti strumenti:
 razionalizzazione dei flussi energetici;
 recupero delle energie disperse;
 individuazione di tecnologie per il risparmio di energia;
 ottimizzazione dei contratti di fornitura energetica;
 miglioramento delle attività di conduzione e manutenzione.
I campi comunali sui quali effettuare le DA oggetto di questo studio sono:
 il settore residenziale e produttivo;
 la mobilità;
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
 il miglioramento della sostenibilità ambientale nella scelta e nell'utilizzo di tali
20
 l’illuminazione;
 la corretta informazione dei cittadini comunali.
3.2 Procedura della diagnosi energetica
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
La Diagnosi Energetica (DE) deve prevedere le seguenti azioni:
21
F IGURA 3.1: DIAGRAMMA SINOTTICO PER LA DIAGNOSI ENERGETICA .
6
Si parlerà sempre di consumo di energia. In realtà l’energia non si consuma ma si trasforma da forme a bassa entropia a
forme con elevata entropia; ovvero da forme utili, sotto forma chimica, potenziale, elettrica, a forme non più sfruttabili,
come energia cinetica o termica.
7
Il valore di riferimento, individuato con il punto 8., serve per il confronto con l’indice di prestazione energetico effettivo.
Tale valore dipende dalla DE da effettuare. Esso può essere, per esempio, la media di settore o di benchmark o un
riferimento di legge o il consumo precedente ridotto di una certa percentuale per lo stesso settore di investimento. Il dato
può essere reperito dalla letteratura da studi di mercato, presso gli uffici studi delle associazioni di categoria, da istituti di
ricerca, da stazioni sperimentali, da atti di congresso, oppure può essere un riferimento normativo.
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
1. Raccolta dei dati relativi alle bollette di fornitura energetica e ricostruzione dei
consumi6 effettivi di elettricità e combustibili per un lasso di tempo significativo ai
fine della DE;
2. Identificazione e raccolta dei fattori di normalizzazione cui riferire i consumi
energetici;
3. Identificazione e calcolo di un indice di prestazione energetica effettivo espresso in
energia/fattore di riferimento;
4. Analisi dei consumi energetici. In particolare: raccolta delle informazioni
necessarie alla creazione dell’inventario energetico e allo svolgimento della
diagnosi;
5. Costruzione degli inventari energetici (elettrico e termico) relativi all’oggetto
della diagnosi;
6. Calcolo dell’indice di prestazione energetico operativo;
7. Confronto tra indice di prestazione energetica operativo e quello effettivo;
8. Individuazione dell’indice di prestazione energetica di riferimento7;
9. Se i valori espressi dagli indicatori (effettivo e di riferimento) sono tra loro
comparabili, la diagnosi può essere considerata conclusa in quanto l’obiettivo
definito dall’indice di riferimento è stato raggiunto;
10. Se invece esiste uno scarto significativo si individuano le misure di miglioramento
dell’efficienza energetica che consentano il loro riallineamento;
11. Per tali misure devono essere condotte le rispettive analisi di fattibilità tecnicoeconomiche;
12. Le misure individuate dovranno essere ordinate in funzione delle priorità
concordate in un tavolo tecnico;
13. Una volta attuati i passi di cui sopra, la DE si considera conclusa.
22
4. Diagnosi Energetica Edifici Scolastici
4.1 Caratteristiche energetiche edifici scolastici
La caratteristica energetica fondamentale di un edificio scolastico è l’utilizzo spesso
parziale della struttura. La determinazione esatta dei volumi dell’edificio e del relativo
orario di utilizzo è fondamentale per valutare le potenze, i carichi energetici necessari e le
relative criticità.
La curva di carico tradizionale prevede il picco massimo di potenza al mattino,
verosimilmente fra le ore 6 e le 8: dopodiché, con l’arrivo degli alunni e del loro apporto
termico i carichi si attenuano notevolmente.
La caldaia durante la mattinata resta accesa ma probabilmente non alla massima
potenza. Concluse le ore di lezione l’edificio normalmente viene chiuso ed il
riscaldamento spento. Se alcuni locali vengono utilizzati anche nel pomeriggio, il
riscaldamento può funzionare parzialmente anche per quasi tutto il resto della giornata.
Gli edifici scolastici hanno quasi sempre una morfologia poco compatta e di
conseguenza gli impianti di riscaldamento spesso non sono ben bilanciati, il parco degli
edifici scolastici esistenti presenta, spesso, grosse lacune dal punto di vista dell’isolamento
termico delle murature e delle pareti vetrate.
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
4.2 Modalità operative normalizzate per il calcolo dei
consumi energetici
23
La modalità operativa che andremo a descrivere è frutto di metodologie
standardizzate a livello nazionale dall’ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie,
l’energia e lo sviluppo economico sostenibile).
Essa consiste inizialmente nella rilevazione dei seguenti dati:
Rilevazione dei consumi di energia (elettrico e termico)
Tale valore è stato ricavato dalle bollette del gestore elettrico per quanto riguarda
la parte di elettricità CE e dai dati forniti dal gestore del contratto di fornitura calore per
quanto riguarda la parte termica; essi in particolare sono stati rilevati dai dati forniti dalla
società Cofely SpA8.
In particolare il consumo termico CT dovrà essere riferito al kWht. Per questo
dovrà essere utilizzata la seguente tabella in funzione del combustibile utilizzato:
8
Si veda l’Allegato A del presente PEC.
Tipo
combustibile
kWht
1 m3 gas metano
9.58
1 litro gasolio
11.86
1 litro olio fluido 11.40
1 litro GPL
12.79
1 kg legno
2.91
1 kg carbone
fossile
8.15
1 MJ calore di
rete
0.37
T ABELLA 4.1 CONVERSIONE POTERE CALORICO IN
.
Rilevazione dei dati spaziali della struttura
E’ necessario rilevare la volumetria lorda riscaldata, la superficie lorda ai piani e la
superficie disperdente degli edifici.
1. Volumetria lorda riscaldata ( V ) è stata ricavata dai disegni dell’archivio
comunale, in essa sono compresi i muri esterni e sono escluse quelle parti
dell'edificio non riscaldate (interrati, mansarde, magazzini, garage, etc.). Se la
scuola è composta da più edifici, V sarà la somma delle volumetrie dei singoli
edifici.
2. Superficie lorda ai piani ( Ap ) è la superficie ai piani ricavata sempre dalle
planimetrie degli edifici; comprendendo in essa anche i muri divisori, esclusi i
muri perimetrali. Se la scuola si compone di più edifici Ap sarà la somma delle
superfici ai piani dei singoli edifici.
3. Superficie disperdente ( S ) è la superficie disperdente è data dalla somma delle
singole superfici che avvolgono il volume lordo riscaldato V (pareti perimetrali,
tetti, solai di piano terra). Se la scuola si compone di più edifici S sarà la somma
delle superfici disperdenti dei singoli edifici.
Tale valutazione è stata fatta dai dati forniti dall’ufficio lavori pubblici del comune di
Baronissi.
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
In particolare:
24
Individuazione dei gradi giorno del comune di Baronissi
Per i confronti tra i consumi di combustibile per riscaldamento occorre tener
conto delle differenze climatiche delle località in cui sono situate le scuole. A tale scopo i
consumi specifici vengono "destagionalizzati" attraverso i Gradi-Giorno (GG) che sono
ottenuti come sommatoria delle differenze tra la temperatura interna di progetto (20°C)
e la temperatura media giornaliera esterna, per tutti i giorni di riscaldamento della
stagione invernale di una determinata località. I GG del comune di Baronissi sono9:
GG Baronissi = 1.437.
F e - Fattore di normalizzazione del consumo per riscaldamento, in
funzione della forma degli edifici
A parità di volume riscaldato di due edifici quello che ha una maggiore superficie
disperdente consuma più energia per il riscaldamento. L'incidenza di questo elemento è
notevole. Il consumo specifico della scuole in esame, perché sia comparabile con i
consumi di riferimento delle scuole campioni, deve essere normalizzato con un fattore
che tenga conto della loro forma. Esso viene espresso dal rapporto tra la superficie
disperdente dell'edificio e il suo volume lordo riscaldato ( S/V ).
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
In corrispondenza di questo rapporto e della tipologia di scuola in esame si ricava,
dalla tabella 4.2, il fattore di normalizzazione Fe.
25
S/V
[m2/m3]
Fe
Sino a 0.4
1.2
Da 0.41 a
0.50
1.1
Da 0.51 a
0.60
1.0
Oltre 0.60
0.9
Scuole materne
9
Per un controllo e confronto dei GG di altri Comuni Italiani si veda, ad esempio, il sito: www.comuni-italiani.it.
S/V
[m2/m3]
Fe
Sino a 0.3
1.2
Da 0.31 a
0.35
1.1
Da 0.36 a
0.40
1.0
Da 0.36 a
0.45
0.9
Oltre 0.46
0.8
Scuole elementari
S/V
[m2/m3]
Fe
Sino a 0.25
1.1
Da 0.26 a
0.30
1.0
Da 0.31 a
0.35
0.9
Scuole medie - secondarie superiori
F h - Fattore di normalizzazione del consumo per riscaldamento, in
funzione delle ore di riscaldamento dell’edificio
Il fattore di normalizzazione Fh dipende dalle ore di funzionamento della scuola. La
normalizzazione dei consumi medi deve essere effettuata per le scuole Elementari, Medie
e Secondarie Superiori, dati i diversi orari di presenza e quindi di consumi per
riscaldamento, per illuminazione e per altri servizi. Le scuole Materne presentano in
massima parte uno scarto di orario di funzionamento limitato (da 6 a 8 ore al giorno) tale
da non comportare apprezzabili differenze dei consumi. Nella tabella 4.3 sono riportati i
valori dei fattori di normalizzazione (Fh) dei consumi per riscaldamento e di energia
elettrica relativi alle ore di funzionamento giornaliero delle scuole.
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
T ABELLA 4.2 F ATTORE DI NORMALIZZAZIONE F E .
26
Ore/giorno
Fh
Sino 6
1.2
Da 6 a 7
1.1
Da 8 a 9
1.0
Da 10 a 11
0.9
Oltre 11
0.8
Scuole elementari, medie, secondarie superiori
T ABELLA 4.3 F ATTORE DI NORMALIZZAZIONE F H .
IEN R – Indicatore Energetico Normalizzato per Riscaldamento
Dai dati trovati abbiamo quindi che:
⁄
IEN E – Indicatore Energetico Normalizzato per il consumo energia
elettrica
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
Dai dati trovati abbiamo quindi che:
27
⁄
Valutazione dei risultati
La valutazione dei consumi energetici specifici (IEN) calcolati per la scuola in
esame avviene, come già accennato, paragonandoli ai consumi specifici di riferimento
relativi ad un campione significativo della realtà nazionale.
Nelle tabelle 4.4 e 4.5 sono riportati i consumi specifici di riferimento organizzati
per tipologia scolastica e per classe di merito rispetto alla qualità energetica.
Buono
Sufficiente
Insufficiente
Materne
Elementari
Medie
Sup.
–
Secondarie
T ABELLA 4.4 C LASSI DI MERITO PER CONSUMI PER RISCALDAMENTO .
Secondarie Superiori
Istituti
Istituti
Ind.
Tecnici Ind.
Professionali
T ABELLA 4.5 C LASSI DI MERITO PER CONSUMI ELETTRICI .
Sufficiente
Insufficiente
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
Buono
28
4.3 Risultati dell’analisi
Comune di Baronissi
energetica
nelle
scuole
del
Dal metodo finora descritto i risultati per le scuole del Comune di Baronissi sono
sintetizzati nelle seguenti tabelle rispettivamente per la parte termica ed elettrica10:
Edificio Scolastico
Scuola Elementare Capoluogo - Cosimato
Scuola Materna Capoluogo Parco Olimpia - G. Rodari
Scuola Elementare Aiello - A. Sabatini
Scuola Elementare Antessano - C. Collodi
Scuola Materna Antessano - M. Montessori
Scuola Elementare Sava - S. Maria delle Grazie
Scuola Elementare - Capasimo S. Francesco Assisi
Scuola Elementare Caprecano - R. Santoro
Scuola Materna Orignano - F. Volpe
Scuola Elementare e Materna Saragnano - G. Falcone
Media Villari
Buona Efficienza
Consumo Medio Combustibile
IENR
annuo CT [kWht]
27461
6.4
18470
4.8
25459
5.1
9206
5.0
21507
7.0
32486
4.3
45950
4.7
30627
7.8
nullo
non stimabile
30417
7.4
65997
3.5
Sufficiente
Scarsa Efficienza
T ABELLA 4.6: C LASSI DI MERITO E RELATIVA VALUTAZIONE PER I CONSUMI DA RISCALDAMENTO PER LE
SCUOLE DEL C OMUNE DI B ARONISSI .
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
Edificio Scolastico
29
Scuola Elementare Capoluogo - Cosimato
Scuola Materna Capoluogo Parco Olimpia - G. Rodari
Scuola Elementare Aiello - A. Sabatini
Scuola Elementare Antessano - C. Collodi
Scuola Materna Antessano - M. Montessori
Scuola Elementare Sava - S. Maria delle Grazie
Scuola Elementare - Capasimo S. Francesco Assisi
Scuola Elementare Caprecano - R. Santoro
Consumo energia elettrica
CE [kWhe ]
7200
7200
14172
7200
5600
9398
30000
15000
Scuola Materna Orignano - F. Volpe
non significativo
Scuola Elementare e Materna Saragnano - G. Falcone
Media Villari
Buona Efficienza
Sufficiente
17220
54840
IENE
8.7
12.7
18.9
20.7
8.4
8.1
19.3
25.4
non
stimabile
22.5
16.9
Scarsa Efficienza
T ABELLA 4.7: C LASSI DI MERITO E RELATIVA VALUTAZIONE PER I CONSUMI ELETTRICI PER LE SCUOLE
DEL C OMUNE DI B ARONISSI .
10
I calcoli analitici per i singoli edifici scolastici sono consultabili nell’allegato C.
30
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
4.3.1 Verifica dei risultati
Iniziamo con il dire che i dati relativamente alla scuola Materna F. Volpe della
frazione Orignano non sono significativi. Ciò e dovuto al fatto che la scuola Materna è
stata oggetto di una profonda ristrutturazione del sistema di condizionamento
concretizzatasi ad inizio 2012 in cui è stato sostituito il sistema di riscaldamento elettrico
a stufette con un impianto centralizzato a pompa di calore.
I risultati ottenuti dal punto di vista energetico per quanto riguarda i consumi da
riscaldamento evidenziano un approccio virtuoso da parte del Comune di Baronissi grazie
al gestore del contratto di fornitura calore.
I risultati ottenuti dal punto di vista energetico per quanto riguarda i consumi
elettrici sono di tenore contrastante. Infatti mentre su tre plessi i risultati ottenuti sono
più che lusinghieri rispetto alle medie nazionali su tutti i restanti si evince che molto c’è
da fare per far rientrare questi ultimi all’interno delle fasce virtuose.
Azioni di sensibilizzazione e i provvedimenti elencati nel paragrafo 4.4 sono
certamente auspicabili per l’ottenimento di tali risultati.
4.3.2 Produzione di CO 2 annua delle Scuole del comune di
Baronissi.
EMISSIONI ANNUE DA RISCALDAMENTO
Per il calcolo delle emissioni prodotte dai consumi energetici da riscaldamento è sufficiente
moltiplicare i consumi ottenuti dallo screening energetico per il fattore di emissione, ricavato dalla tabella
4.8, secondo la seguente formula:
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
kgCO2 prodotti =(kWht consumati) x (fattore di emissione)
31
Tipologia di combustibile
gas
gasolio
gpl
olio combustibile
Fattore di emissione
[kgCO2/kWh]
0,2010
0,2638
0,2246
0,2756
T ABELLA 4.8: F ATTORE DI EMISSIONE IN FUNZIONE DELLA TIPOLOGIA DI COMBUSTIBILE .
Nel nostro caso abbiamo:
CO2 prodotta in un anno per riscaldamento scuole = 61824 kg.
EMISSIONI ANNUE DAGLI IMPIANTI ELETTRICI
Per il calcolo delle emissioni prodotte dai consumi energetici elettrici è sufficiente moltiplicare i
consumi ottenuti nella precedente fase 1 secondo la seguente formula:
kgCO2 prodotti =(kWhe consumati) x 0,483
Nel nostro caso abbiamo:
CO2 prodotta in un anno per il consumo elettrico scuole = 81062 kg.
EMISSIONI TOTALI ANNUE CO2
Quindi la CO2 totale prodotta dalle scuole è:
CO2 prodotta in un anno dalle scuole = 142886 kg.
4.4
Azioni Correttive da intraprendere per la riduzione dei
consumi energetici
Per la concreta realizzazione del PEC riteniamo sia utile dare delle indicazioni su
alcuni accorgimenti percorribili da tutti i soggetti coinvolti nelle scuole ed in primis dagli
studenti con misure “a costo zero” o “quasi zero”, finalizzate alla riduzione dei consumi
energetici dell’edificio scolastico (le azioni sono, naturalmente, del tutto replicabili anche
in altri ambiti).
Utilizzando la guida, ed eventualmente proponendo ulteriori azioni di risparmio
energetico, gli studenti, coadiuvati dal personale della scuola, potranno sviluppare un
documento che contiene:

elenco delle azioni svolte;

descrizione di ciascuna azione svolta e del ruolo svolto dagli studenti
(eventualmente corredata da foto);

risparmi energetici annui stimati per ciascuna azione svolta;

risparmi ambientali stimati per ciascuna azione svolta.
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
A fronte di ciascuna azione proposta, vengono fornite indicazioni utili alla
quantificazione del risparmio energetico ottenibile.
32
4.4.1 Interventi di razionalizzazione Illuminazione
Per quanto riguarda l’illuminazione la prima operazione da fare è quella di
individuare tutti i punti luce presenti nella scuola e identificarli a secondo della loro
posizione e funzione (illuminazione delle aule, illuminazione degli esterni, illuminazione
dei corridoi, etc)
Con questo elenco dettagliato è possibile pianificare interventi di vario tipo e stimarne gli
effetti:
1- evitare di tenere luci accese inutilmente
Questa, che sembra l’azione più banale, può portare a risparmi energetici considerevoli.
A tale proposito si consideri ad esempio:

spegnimento delle luci durante la ricreazione;

spegnimento delle luci nelle ore in cui gli studenti fanno attività in altre classi
(educazione fisica, laboratori, etc);

spegnimento delle luci delle classi a fine lezione a cura degli studenti (e non più a
cura del personale non docente).
Per stimare i risparmi va considerata la tipologia di lampada usata e quindi applicare la
seguente formula:
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
kWhe risparmiati in un anno = (n° lampade) x (potenza delle lampada in W) x (n° ore
che le lampade rimangono spente grazie alla buona pratica) /
1000
33
Potranno poi essere calcolati i kgCO2 risparmiati applicando la formula di cui al
paragrafo 4.3.2 della fase di analisi energetica.
La potenza della lampada si trova scritta sulle lampade stesse (nel caso di lampadine ad
incandescenza le potenze tipiche sono dell’ordine di 75-100W nel caso di lampade a
neon, le più comuni nelle scuole, le potenze tipiche sono fra 20-40W).
Nel caso in cui le azioni di risparmio fossero fatte su tipologie diverse di lampade,
andranno ovviamente calcolati separatamente e poi sommati i diversi contributi.
2- ridurre le fonti luminose
Uno dei metodi per ridurre i punti luminosi è quello di diminuire la perdita di
flusso luminoso per sporcizia. Inoltre, se non vi è, può eventualmente essere apposto,
con l’aiuto del personale della scuola, del materiale riflettente tra il neon e il suo
alloggiamento.
In questa maniera è possibile aumentare il flusso luminoso e quindi spegnere alcune fonti
luminose.
Analogamente, è possibile spegnere alcune luci dei corridoi che illuminino parti non
fondamentali o che comunque risultino in soprannumero.
Per il calcolo del risparmio è possibile utilizzare la seguente formula:
kWhe risparmiati in un anno = (n° lampade spente) x (n° ore funzionamento in un anno)
x (potenza lampade in W)/ 1000
Potranno poi essere calcolati i kgCO2 risparmiati applicando la formula di cui al paragrafo
4.3.2 della fase di analisi energetica.
3- Sostituire lampadina a incandescenza con lampadina a basso consumo
Qualora fossero presenti lampade ad incandescenze è possibile, sostituirle con
lampade a basso consumo.
Per il calcolo del risparmio è possibile utilizzare i seguenti valori di riferimento:
kWhe risparmiati in un anno = (n° lampade sostituite) x (n° ore funzionamento in un
anno) x (potenza lampada incandescenza – potenza lampada a
basso consumo) / 1000
E’ possibile determinare le potenze delle lampade leggendole sulle lampade stesse.
(potenze tipiche delle lampade ad incandescenza 60 – 100 W; potenze tipiche delle
lampade a basso consumo: 7 – 20 W).
4.4.2 Interventi di razionalizzazione uso energia termica
E’ possibile ottenere dei notevoli risparmi nelle spese di riscaldamento, cercando
di limitare le perdite e di ridurre gli sprechi di energia. Le azioni da intraprendere
possono essere ad esempio:
1) Chiudere le finestre prima di accendere l'impianto di riscaldamento e
ridurne al minimo l'apertura, per i soli cambi d'aria.
Per il calcolo dei risparmi, gli studenti possono effettuare un piccolo sondaggio
all’interno delle classi (magari preparando semplici questionari da distribuire agli altri
studenti
o
professori)
e
determinare
quanto
sia
in
uso
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
Potranno poi essere calcolati i kgCO2 risparmiati applicando la formula di cui al paragrafo
4.3.2 della fase di analisi energetica.
34
(poco/mediamente/frequentemente) la pratica di aprire le finestre con il riscaldamento
accesso e applicare forfettariamente la seguente formula:
kWht risparmiati in un anno = (totale consumo annuo scuola) x F
con F che si può determinare, in base ai risultati del sondaggio, dalla tabella 4.9:
Frequenza aperture
finestre
F
Frequentemente
0.05
Mediamente
0.10
Poco
0.15
T ABELLA 4.9: F REQUENZA APERTURA FINESTRE .
Potranno poi essere calcolati i kgCO2 risparmiati applicando la formula di cui al
paragrafo 4.3.2 della fase di analisi energetica.
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
2) Effettuare un’analisi per l’eventuale individuazione di ore inutili di
funzionamento della caldaia
35
Può capitare che la caldaia sia spenta molto dopo l’uscita degli studenti dalle classi
o che rimanga accesa il sabato e la domenica. In questo caso gli studenti possono
effettuare un’analisi, chiedendo ad esempio al personale della scuola, per verificare le
modalità con cui la caldaia viene accesa e spenta. In tal modo è possibile proporre la
regolazione del timer della caldaia.
kWht risparmiati in un anno = (totale consumo annuo scuola) x (numero di ore
giornaliere in cui si è riusciti a spengere la caldaia grazie alla
regolazione del timer / numero di ore giornaliere di
funzionamento della caldaia)
Potranno poi essere calcolati i kgCO2 risparmiati applicando la formula di cui al
paragrafo 4.3.2 della fase di analisi energetica.
3) Ulteriori azioni
In aggiunta a quanto già detto, gli studenti potranno individuare ed attuare
ulteriori azioni di cui possono eventualmente stimare gli effetti:

spegnimento dei termosifoni vicino alle porte di ingresso dell’edificio (sono
praticamente inutili per il riscaldamento degli ambienti interni);

la chiusura di avvolgibili e persiane per evitare le dispersioni termiche alla fine
delle lezioni e durante il sabato e la domenica;

l’apposizione di un foglio di materiale isolante, termoresistente, atossico e
ignifugo tra il calorifero e il muro dietro ai caloriferi posizionati su muri confinanti con
l’esterno (aumento del 5% dell'efficienza di ogni calorifero).

oltre alla buona pratica di non tenere aperti rubinetti inutilmente, è possibile,
utilizzare dei semplici dispositivi (erogatori a basso flusso) che permettono di mantenere
la medesima gradevole sensazione del getto d’acqua sulle mani o sul corpo (a seconda che
si tratti di un rubinetto o di una doccia), riducendo drasticamente il flusso d’acqua e
quindi il consumo.
Considerando che il riscaldamento dell’acqua è uno dei fattori di consumo di
energia più rilevanti in un ambiente ad uso collettivo, grazie a tali semplici accorgimenti,
anche il risparmio di energia sarà notevole. Se si pensa che l’acqua calda per uso sanitario
ha una temperatura di circa 40 °C, poiché l’acqua di rete ha in media una temperatura di
10 °C, occorrerà fornire all’acqua sufficiente calore per farle compiere un salto (ΔT) di
30 °C.
 Utilizzando un rompigetto in un rubinetto che si utilizza per operazioni che
richiedono acqua calda, è possibile risparmiare un quantitativo di energia
calcolabile tramite la seguente formula:
Erub (kWh) = 12 (litri/minuto) * minuti di utilizzo * ΔT * 30% / 860 11
 Utilizzando un aeratore in una doccia, invece, il risparmio ottenibile sarà il
seguente:
Edoc (kWh) = 15 (litri/minuto) * minuti di utilizzo * ΔT * 50% / 860
11
1 kWh = 860 kcal.
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
È sufficiente fare in modo che il flusso d’acqua venga miscelato con aria per
ottenere stesso confort, con portata ridotta. Nel caso dei rubinetti, tale riduzione è pari
circa al 30% della portata iniziale (considerando che normalmente un rubinetto ha una
portata di 12 litri al minuto, significa che, per ogni minuto di apertura del rubinetto, si
può evitare lo spreco di 3,6 litri di acqua potabile). Ancora più sorprendente è il risultato
che è possibile ottenere se i miscelatori vengono utilizzati nelle docce: il risparmio arriva
al 50% (passando da 14÷16 litri a 7÷8 litri al minuto ossia, tramite l’acqua risparmiata,
sarebbe possibile riempire 4 bottiglie da 2 litri di acqua minerale, per ogni minuto di
funzionamento della doccia).
36
Sarà cura dei ragazzi eseguire una stima del risparmio annuale ottenibile in
relazione al numero di dispositivi di aerazione e miscelazione inseriti nella scuola ed alle
abitudini igieniche relative alle attività scolastiche (quante volte al giorno vengono
utilizzate le docce, eventualmente anche per attività sportive pomeridiane? Quali attività
prevedono l’utilizzo di acqua calda? Ecc. ecc.).
Una volta stimato il risparmio annuale di energia termica ottenibile (Etot) a
seconda del sistema in uso presso la scuola per il riscaldamento dell’acqua, i valori
ottenuti vanno moltiplicati per un ulteriore fattore, che tiene conto anche di altre fonti di
perdite non evitabili:
Nel caso di utilizzo di scaldabagno elettrici (comunque sconsigliabili per il
riscaldamento dell’acqua), il risparmio di energia elettrica sarà pari a:
Eel tot = Etot / 95%
Nel caso di utilizzo di scaldabagno a combustibile (ad esempio a gas), il risparmio
di energia termica sarà pari a:
Et tot = Etot / 85%
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
Potranno poi essere calcolati i kgCO2 risparmiati applicando la formula di cui al
paragrafo 4.3.2 della fase di analisi energetica.
37
4.4.3 Altri Interventi di razionalizzazione uso energia elettrica
Stand By
Molti apparecchi elettrici sono caratterizzati da modalità di funzionamento in
stand-by. La disconnessione di questi apparecchi, ad esempio tramite lo spegnimento
degli interruttori sulle prese elettriche comuni, può comportare risparmi energetici
considerevoli.
Lo stesso discorso è fattibile per i trasformatori di molte apparecchiature elettriche
(computer portatili, stampanti, cellulari, alcuni monitor, etc).
Apparecchi elettronici
[W]
Computer
30
Stampante laser
8
Stampante a getto d'inchiostro
6
Televisore
7
Videoregistratore
9
Amplificatore
6
Decoder TV
10
Lettore CD
2
Trasformatori per piccole apparecchiature elettriche
1-4
T ABELLA 4.10: POTENZA DI STAND - BY DELLE TIPOLOGIE DI APPARECCHIATURE ELETTRONICHE PIÙ
COMUNI .
Corretto posizionamento frigoriferi e frigocongelatori
Sarà sufficiente verificare che la facciata sulla quale è montata la serpentina per il
raffreddamento del fluido refrigerante (nei classici frigoriferi domestici, sulla facciata
posteriore) sia scostata di almeno 10 cm dal muro o da altri elementi di arredamento, in
modo che sia consentito un efficace ricambio d’aria nella zona.
Tale accorgimento può far risparmiare fino al 30% dei consumi annui del
frigorifero o frigocongelatore.
Al fine di stimare tale risparmio, si dovrà procedere prima di tutto trovando il
valore della potenza assorbita P (espresso in W) dal sistema frigorifero12. Una volta
ottenuto il valore della potenza, sarà possibile applicare la seguente formula:
kWh annui risparmiati = P (W) * 8 (h/giorno) * 365 (giorni anno) * D/ 1000
12
Ciò può essere fatto individuando, sul frigorifero, la placca contenente le informazioni tecniche di funzionamento; oppure
risalendo dalla marca e modello del frigorifero tramite ricerca su internet o contattando direttamente il produttore o
distributore dell’apparecchiatura.
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
Tra le possibilità “a costo zero” di risparmiare energia elettrica, può essere anche
annoverato il corretto posizionamento di frigoriferi e frigocongelatori (ad esempio nelle
mense o nei bar degli edifici scolastici).
38
ove D si può determinare, in base al posizionamento del frigorifero, dalla tabella 4.11.
Distanza iniziale dal
muro
D
Superiore a 5 cm
30%
Inferiore a 5 cm
20%
Scarsa o quasi nulla
10%
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
T ABELLA 4.11: F ATTORE DI CORREZIONE FUNZIONE DELLA POSIZIONAMENTO DEL FRIGORIFERO .
39
5. DIAGNOSI ENERGETICA ILLUMINAZIONE PUBBLICA
5.1 Generalità
L’illuminazione pubblica rappresenta per un ente locale, una delle voci di maggior
consumo di energia, di solito il 50% dei consumi elettrici. Nel caso del Comune di
Baronissi dall’analisi delle bollette del gestore elettrico abbiamo che il peso percentuale
sui consumi elettrici totali è pari al 76%.
In particolare l’energia utilizzata per la pubblica illuminazione in un anno dal
Comune di Baronissi è di circa due milioni di kWh13.
Considerando una popolazione residente nel comune di Baronissi di 16850
persone il consumo pro-capite annuo è pari a circa 119 kWh annui che è sopra alla media
nazionale pari a 106 kWh annui pro-capite (dati TERNA).
Per completezza di dati e per capire che molto si può fare in termini di riduzione
di tale energia consumata di seguito vengono riportati i consumi pro capite di altre
nazioni europee.
Consumo annuo pro capite
(kWh)
Spagna
116
Italia
106 (dati Terna)
Francia
80
Germania
48
Gran Bretagna
42
Olanda
40
Irlanda
40
T ABELLA 5.1 D ATI DI CONSUMO DI ALCUNE NAZIONI EUROPEE ( DATI U NIVERSIDAD C OMPLUTENSE DE
M ADRID , TRANNE CHE PER L 'I TALIA , DATI T ERNA ).
13
Per un controllo particolare dell’energia consumata per la pubblica illuminazione si rimanda all’allegato A.
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
Nazione
40
5.2 Quadro normativo di riferimento per l’illuminazione
stradale
Il quadro normativo relativo all’illuminazione stradale comprende quattro Norme
finite di pubblicare nell’Ottobre 2007. La normativa UNI11248 e le correlate UNI
EN13201/2/3/4 individuano prescrizioni illuminotecniche per tutte le aree pubbliche
adibite alla circolazione, destinate al traffico motorizzato, ciclabile o pedonale; definendo
per tutte le tipologie specifici parametri di riferimento e di analisi.
UNI 11248/2007 Selezione delle categorie illuminotecniche
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
Essa propone una classificazione delle strade e definisce il metodo per determinare
la classe illuminotecnica per ogni specifico tratto di strada in funzione di alcuni parametri
di influenza (es. complessità del campo visivo, zone di conflitto, indice di rischio,
luminosità dell’ambiente, tipo di sorgente, flusso di traffico, etc.). Infatti le
caratteristiche fotometriche per la progettazione di un impianto di illuminazione stradale
vengono definite sulla base di una o più categorie illuminotecniche in funzione di un
insieme di parametri di influenza.
41
La norma UNI 11248 fornisce le informazioni necessarie per identificare la classe
illuminotecnica per il progetto dell’impianto. Innanzitutto deve essere individuata la
categoria illuminotecnica di riferimento, che dipende esclusivamente dal tipo di strada;
quindi la categoria illuminotecnica di progetto che definisce i requisiti rispetto ai quali
dovrà essere progettato l’impianto e che può differire da quella di riferimento in relazione
ad alcuni parametri di influenza. I parametri di influenza possono essere: caratteristiche
di complessità del campo visivo, presenza di zone di conflitto, indice di rischio,
luminosità dell’ambiente, tipo di sorgente, flusso di traffico etc. Infine, potranno essere
individuate delle categorie illuminotecniche di esercizio, che specificano come potranno
variare i requisiti illuminotecnici in funzione della variabilità nel tempo dei fattori di
influenza, ad esempio di quanto si potrà ridurre la prestazione illuminotecnica in funzione
di una riduzione del flusso di traffico in certi periodi o fasce orarie.
La categoria illuminotecnica di riferimento viene definita in base al tipo di strada.
La Norma identifica sei classi stradali: per ogni classe sono inoltre introdotte delle
sottoclassi in funzione della localizzazione della strada e del limite di velocità.
La classificazione della strada deve essere comunicata al progettista dal committente o dal
gestore della strada, valutate le reali condizioni ed esigenze.
Nella tabella 5.2 sono riportate le classi stradali previste, le sottoclassi e le
categorie illuminotecniche di riferimento corrispondenti.
T ABELLA
5.2 – C LASSIFICAZIONE
ILLUMINOTECNICA DI RIFERIMENTO .
DELLE
STRADE
E
INDIVIDUAZIONE
DELLA
CATEGORIA
T ABELLA 5.3
– P ARAMETRI DI INFLUENZA ( SE RILEVANTI ) CONSIDERATI PER LE CATEGORIE
ILLUMINOTECNICHE DI RIFERIMENTO INDIVIDUATI IN TABELLA 5.2.
A questa prima classificazione il progettista applica quella che è definita come
“analisi dei rischi”, ovvero una valutazione di tutta quelle caratteristiche specifiche
dell’ambiente che possono portare ad individuare una diversa categoria illuminotecnica di
progetto.
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
La classificazione in tabella 5.2 è riferita alle strade nelle condizioni dei parametri di
influenza riportate sotto:
42
Molti elementi di valutazione e il loro peso in termini di rischi sono presentati
nella norma attraverso diverse tabelle e processi decisionali, ma è lasciata anche libertà al
progettista di valutare aspetti secondo lui importanti.
Al termine di questa analisi, che il progettista deve documentare, si ricava la
categoria illuminotecnica di progetto ed eventuali sotto-categorie illuminotecniche di
esercizio legate al variare dei flussi di traffico, rispetto alle quali eseguire la progettazione
illuminotecnica vera e propria.
UNI EN 13201-2 Requisiti prestazionali
Assegna ad ogni categoria illuminotecnica di progetto i valori di prestazione
corrispondenti, in termini, a seconda dei casi, di luminanza, illuminamento, uniformità e
controllo dell’abbagliamento. Ovvero, definita la classe o le classi illuminotecniche di
progetto e di esercizio mediante la UNI 11248, i valori dei requisiti fotometrici possono
essere ricavati mediante le tabelle riportate nella UNI EN 13201-2.
UNI EN 13201-3 Calcolo delle Prestazioni
Stabilisce le modalità per il calcolo delle prestazioni fotometriche degli impianti di
illuminazione stradale.
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
UNI EN 13201-4
fotometriche
43
Metodi
di
misurazione
delle
prestazioni
Definisce le modalità di misura delle prestazioni illuminotecniche degli impianti di
illuminazione stradale. Prestazioni che dovranno essere valutate in sede di collaudo e se
richiesto in sede di manutenzione e controllo nel tempo.
5.2.1 Considerazioni nell’ottica del Piano Energetico Comunale
L’analisi della recente normativa per la progettazione degli impianti di
illuminazione stradale evidenzia quindi l’importanza attribuita alla necessità di progettare
gli impianti tenendo conto da una parte delle fondamentali esigenze di sicurezza e
dall’altra delle esigenze di contenimento dei consumi energetici oggetto finale della
redazione del PEC.
Il complesso meccanismo della selezione delle categorie illuminotecniche di
progetto e di esercizio consente infatti di definire in modo più puntuale e specifico i
requisiti di progetto, dando la possibilità di incrementare o ridurre le prestazioni in
funzione delle caratteristiche specifiche della zona considerata, a valle di una analisi di
rischio sviluppata dal progettista in collaborazione con la committenza.
In questo modo ad esempio, data una certa categoria di strada, è possibile ridurre
le prestazioni richieste all’impianto in presenza di flussi di traffico ridotti (25% o 50%
rispetto al normale flusso di traffico) o in assenza di zone di conflitto, così come invece
risulta necessario incrementarle in presenza di indici di rischio elevato, di dispositivi
rallentatori, etc..
In termini di contenimento dei consumi energetici questa norma consente
sostanzialmente di definire diverse categorie illuminotecniche di esercizio in funzione di
una riduzione del flusso di traffico, ad esempio nelle ore notturne (-1 classe per un flusso
di traffico del 50% rispetto al normale e -2 classi per un flusso di traffico del 25%), così
come consente di ridurre i requisiti di progetto nel caso si utilizzino lampade con resa del
colore superiore a 60 (-1 classe illuminotecnica).
Le caratteristiche della normativa per la definizione dei requisiti di progetto
dell’illuminazione stradale evidenzia inoltre l’importanza della presenza della
committenza nella fase di analisi dei rischi per la determinazione delle classi
illuminotecniche di progetto e di esercizio. Un’attenta e ponderata definizione delle
caratteristiche delle strade, a partire dal limite di velocità fino alla definizione delle
possibili condizioni di rischio e variazioni del flusso di traffico nel tempo, diventa
elemento fondamentale per assicurare che l’impianto venga progettato nell’ottica di
garantire il massimo grado di sicurezza associato al massimo contenimento dei consumi
energetici.
5.3 Potenzialità Connesse allo Sviluppo delle Tecnologie
per l’Illuminazione
Di seguito vengono analizzate le potenzialità che i diversi elementi costituenti gli
impianti di illuminazione pubblica possono offrire in un’ottica di ottimizzazione delle
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
Un incremento delle prestazioni rispetto a condizioni standard si ha invece in
situazioni di maggior rischio: la presenza di incroci a raso, passaggi pedonali etc. implica
un incremento della classe illuminotecnica (+1), così come l’utilizzo di lampade con resa
del colore inferiore a 30 che rendono quindi teoricamente più difficile la discriminazione
di oggetti e persone.
44
prestazioni energetico ambientali. In particolare viene svolta un’analisi critica delle
caratteristiche di:
 Lampade;
 apparecchi di illuminazione;
 sistemi di controllo.
5.3.1 Lampade
La scelta della lampada rappresenta uno degli elementi fondamentali per
l’ottimizzazione delle prestazioni energetico ambientali degli impianti di illuminazione
pubblica.
In particolare, tra i parametri che caratterizzano le prestazioni delle lampade,
risultano in questo senso significativi:
 l’efficienza luminosa;
 la possibilità di regolazione del flusso luminoso;
 il decadimento del flusso luminoso;
 la durata di vita;
 la resa del colore.
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
L’efficienza luminosa, definita come rapporto tra il flusso luminoso emesso
dalla lampada e la potenza elettrica assorbita, è il parametro che primo tra tutti definisce
le potenzialità di consumo di energia elettrica di una lampada.
45
Tra le lampade tradizionalmente usate per l’illuminazione pubblica quelle con
maggior efficienza luminosa sono tuttora le lampade a Vapori di Sodio a Bassa pressione
che possono raggiungere efficienze luminose dell’ordine di 180 lm/W, seguono le
lampade a Vapori di Sodio ad Alta Pressione, la cui efficienza varia tra 80 e 140 lm/W,
quindi le lampade ad alogenuri metallici (o ioduri metallici) con efficienza fino a 100
lm/W. (figura 5.1)
Attualmente nel settore della produzione e progettazione illuminotecnica si sta
ampiamente diffondendo l’uso dei LED e i potenziali risparmi energetici conseguibili
rispetto alle soluzioni tradizionali rappresentano uno dei motivi principali per i quali,
commercialmente, viene spinta la diffusione di questo tipo di sorgente.
Fino alla fine degli anni ’90 il LED era prevalentemente utilizzato come sorgente
colorata per la segnalazione luminosa e solo con la realizzazione del LED a luce bianca è
iniziato lo sviluppo di prodotti con caratteristiche funzionali all’illuminazione, ovvero
sorgenti a luce anche bianca, e non solo colorata, e di elevata potenza luminosa.
Trattandosi di un prodotto relativamente nuovo la tecnologia è ancora in forte evoluzione
e risulta quindi difficile definire con precisione le caratteristiche di queste sorgenti, anche
in termini di efficienza luminosa. Si è assistito in questi anni ad un continuo e rapido
miglioramento delle prestazioni e il trend sembra essere tuttora in evoluzione. Se fino a
qualche anno fa l’efficienza luminosa dei LED poteva essere confrontabile con quella della
lampade alogene o poco più, oggi i valori raggiunti iniziano ad essere effettivamente
confrontabili anche con le sorgenti a scarica e quindi con le sorgenti utilizzate per
l’illuminazione stradale e di esterni in generale. Relativamente all’efficienza dei LED si
trovano, a seconda della fonte dati non sempre concordanti. Studi recenti, su prodotti
presenti sul mercato, indicano prestazioni variabili in funzione della temperatura di colore
della luce prodotta e della Resa del Colore nei seguenti intervalli:
- luce calda: efficienza luminosa variabile tra 40 e 90 lm/W (valori più alti nel caso di
Resa del Colore inferiore)
F IGURA 5.1 – V ALORI DI EFFICIENZA LUMINOSA PER DIVERSE TIPOLOGIE DI LAMPADE TRADIZIONALI IN
RAPPORTO ALLA POTENZA DELLA LAMPADA
I valori riportati corrispondono a temperature di funzionamento realistiche
(60°C). E’ importante infatti ricordare che le prestazioni dei LED e in particolare
l’emissione del flusso luminoso sono fortemente influenzati dalla temperatura di
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
- luce fredda: efficienza luminosa variabile tra 45 e 95 lm/W (valori più alti nel caso di
Resa del Colore inferiore)
46
funzionamento: aumentando la potenza o il numero dei LED presenti in un apparecchio
di illuminazione la temperatura tende ad aumentare con conseguente riduzione
nell’emissione del flusso luminoso.
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
I datasheet dei produttori di LED (es. Philips Lumileds) dichiarano per alcuni tipi
di LED valori di efficienza luminosa anche di 135 lm/W e nel campo della ricerca si parla
ormai di efficienze luminose dell’ordine di 150 lm/W (in condizioni di temperatura
controllata).
47
T ABELLA 5.4 V ALORI DI T EMPERATURA DI C OLORE C ORRELATA (CCT), R ESA DEL C OLORE (CRI),
14
FLUSSO LUMINOSO ( FLUX ) E EFFICIENZA LUMINOSA ( EFFICACY ) PER DIVERSI MODELLI DI LED R EBEL .
La possibilità di controllare il flusso luminoso rappresenta un’altra
importante caratteristica delle sorgenti luminose nell’ottica della riduzione dei consumi
di energia elettrica. Non tutte le sorgenti sono ugualmente regolabili. Oggi però anche le
14
http://www.philipslumileds.com/products/luxeon-rebel/luxeon-rebel-white.
lampade a ioduri metallici per esterni di ultima generazione (ad esempio lampade
CosmoWhite, CityWite e Master Color di Philips) con opportuni reattori elettronici,
possono essere dimmerate.
Sono invece facilmente regolabili i LED, quando dotati di adeguati alimentatori
elettronici.
F IGURA 5.2 – C ONSUMO ENERGETICO AL VARIARE DEL FLUSSO LUMINOSO : CONFRONTO TRA LED E
L AMPADA A VAPORI DI SODIO AD ALTA PRESSIONE .
Il decadimento del flusso luminoso misura la riduzione del flusso luminoso
emesso dalla lampada nel periodo corrispondente alla durata di vita media. Il
decadimento del flusso luminoso della lampada è uno dei parametri in base ai quali viene
definito il fattore di manutenzione per la progettazione degli impianti. Maggiore è il
decadimento del flusso luminoso e maggiore sarà il sovradimensionamento dell’impianto
da nuovo, in modo che possa essere garantito nel tempo il rispetto dei requisiti minimi di
illuminazione definiti dalla normativa.
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La riduzione percentuale del consumo di energia elettrica al variare del flusso
luminoso emesso varia inoltre in funzione del tipo di sorgente. Nella figura 5.2 è
riportato un confronto relativo alla regolazione del flusso luminoso per LED e lampade a
vapori di sodio ad alta pressione. Si evidenzia come, a pari regolazione del flusso
luminoso (50%), la lampada a vapori di sodio abbia un consumo maggiore (circa 70% del
totale) rispetto al LED (circa 50% del totale).
48
La durata di vita della lampada rappresenta un’altra importante caratteristica
delle sorgenti luminose ai fini della determinazione del costo complessivo di esercizio di
un impianto di illuminazione pubblica.
In generale le lampade a scarica ad alta pressione per l’illuminazione esterna hanno
durata di vita, considerando le tecnologie più recenti, dell’ordine di 15000 – 30000 ore
di vita. Valori significativamente più elevati vengono dichiarati per le nuove sorgenti
LED: in questo caso la durata di vita riportata a catalogo raggiunge valori di circa 50000 70000 ore. Ancora una volta bisogna però ricordare che la durata di vita del LED, come
anche l’efficienza luminosa, può ridursi sensibilmente in funzione della temperatura di
funzionamento del diodo.
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La resa del colore di una lampada definisce il grado di fedeltà nella restituzione dei
colori in rapporto ad una sorgente di riferimento. Come si è visto in precedenza
dall’analisi della normativa per il progetto degli impianti di illuminazione stradale, oltre a
rappresentare un parametro significativo della qualità della luce e quindi dell’ambiente
illuminato, la resa del colore può incidere anche sul consumo di energia elettrica degli
impianti. Infatti lampade con resa del colore superiore a 60 consentono di ridurre di 1 la
classe illuminotecnica di progetto dell’impianto determinando quindi un minor consumo
rispetto ad un impianto con lampade con resa del colore inferiore. Se la Resa del Colore è
inferiore a 30 è previsto invece l’incremento di 1 classe illuminotecnica.
49
In generale le lampade con più bassa resa del colore sono quelle a vapori di sodio a
bassa pressione che, avendo uno spettro di emissione sostanzialmente monocromatico nel
campo del giallo-arancio, non consentono la restituzione di nessun colore al di fuori del
giallo. Questa tipologia di lampade, proprio per le scarse qualità nella restituzione dei
colori non sono oggi più ammesse nella illuminazione dei centri urbani.
Le lampade a vapori di sodio ad alta pressione hanno un comportamento migliore
ma comunque piuttosto scadente in termini di Resa del Colore (Indice di Resa del Colore
Ra variabile tra 25 e 65), mentre le lampade a ioduri metallici presentano generalmente
una resa del colore migliore (Indice di Resa del Colore Ra 60 - 90)
Anche i LED hanno una Resa del Colore migliore delle lampade a vapori di sodio.
In generale i LED a luce bianca hanno resa del colore variabile tra 70 e 90 circa.
5.3.2 Ulteriori considerazioni sul confronto tra lampade per
illuminazione pubblica
Alcune ulteriori considerazioni possono essere fatte in merito ad esempio alle
caratteristiche di temperatura di colore correlata della luce e alla sua distribuzione
spettrale, anche in rapporto ad eventuali considerazione di carattere ambientale.
La luce delle lampade a vapori di sodio è tendenzialmente gialla, mentre quella
delle lampade a ioduri metallici e a LED è generalmente bianco fredda (esistono anche
LED con temperatura di colore correlata di circa 3300 K, ma in questo caso si riduce
l’efficienza luminosa).
Luci molto ricche di radiazione nel campo dei blu e quindi con temperatura di
colore bianco fredda tendono ad essere maggiormente rifratte dall’atmosfera rispetto alle
radiazioni nel campo dei gialli (fenomeno dello scattering) contribuendo quindi ad
incrementare in maniera più significativa la luminanza del cielo di notte, anche ad elevate
distanze dal punto di emissione (inquinamento luminoso).
Il rendimento luminoso dell’apparecchio è dato dal rapporto tra il flusso
luminoso emesso dall’apparecchio e il flusso luminoso prodotto dalla lampada. Di
conseguenza apparecchi con rendimento luminoso inferiore determinano, a parità di
prestazione illuminotecnica, un consumo di energia elettrica superiore. Le caratteristiche
di rendimento di un apparecchio dipendono dalla conformazione dello stesso e dalle
caratteristiche ottiche dei materiali utilizzati. Generalmente gli apparecchi di
illuminazione stradale tradizionali hanno rendimento luminoso variabile tra il 60% e
l’80%. Oggi prospettive nuove emergono in rapporto allo sviluppo di apparecchi di
illuminazione con sorgenti LED. Le caratteristiche dimensionali di queste sorgenti,
puntiformi nell’emissione luminosa ed estremamente miniaturizzate, hanno portato allo
sviluppo di sistemi ottici nuovi, basati sull’uso di lenti che collimano il fascio di luce
prodotto dal LED piuttosto che sull’uso di riflettori.Questi nuovi sistemi ottici tendono a
ridurre l’assorbimento e la dispersione del flusso luminoso migliorando le prestazioni
dell’apparecchio; ciononostante il rendimento luminoso di un apparecchio a LED
difficilmente sembra essere superiore a 80% – 85% (pochi dati sono ad oggi disponibili).
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5.3.3 Apparecchi di illuminazione
L’apparecchio di illuminazione contribuisce a determinare il consumo di energia
elettrica di un impianto in funzione del suo rendimento luminoso e delle sue
caratteristiche di distribuzione spaziale della luce (indicatrice fotometrica).
50
L’indicatrice fotometrica di un apparecchio di emissione è un diagramma che
rappresenta la distribuzione dell’intensità luminosa in uno o più piani passanti per il
centro luminoso (figura 5.3).
Nell’ambito dell’illuminazione stradale l’indicatrice fotometrica di emissione
rappresenta un dato essenziale nel determinare l’altezza e l’interdistanza di installazione
degli apparecchi al fine di garantire un’adeguata uniformità di illuminazione sul piano
utile.
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F IGURA 5.3 – R APPRESENTAZIONE DELLA DISTRIBUZIONE DELL ’ INTENSITÀ LUMINOSA DI UN
APPARECCHIO MEDIANTE L ’ INDICATRICE FOTOMETRICA .
51
In base alla posizione dell’apparecchio e alla sua indicatrice fotometrica si
determina il coefficiente di utilizzazione del flusso luminoso che definisce la
percentuale di flusso emesso che raggiunge il piano utile che è necessario illuminare.
Apparecchi con sistemi ottici diffondenti (ad esempio globi opalini) tendono ad avere un
basso coefficiente di utilizzazione del flusso luminoso in quanto la luce viene diffusa in
tutte le direzioni. Apparecchi dotati di riflettori tendono invece ad indirizzare
maggiormente la luce sui piani utili in modo da avere un elevato coefficiente di
utilizzazione del flusso luminoso.
Gli apparecchi a LED di ultima generazione consentono di avere un elevato
coefficiente di utilizzazione del flusso luminoso. Infatti la possibilità di utilizzare un
numero anche elevato di punti luce, singolarmente orientabili e dotati ciascuno di sistema
ottico specifico, consente di realizzare apparecchi in grado di direzionare la luce nello
spazio con un’elevata precisione, riducendo al minimo la dispersione del flusso luminoso
al di fuori delle aree di interesse.
Questa caratteristica contribuisce ad incrementare l’efficienza complessiva dei
sistemi a LED rispetto ad apparecchi di illuminazione tradizionali, ma può cambiare,
anche radicalmente, il risultato del progetto di illuminazione. Una scelta non ponderata
dell’indicatrice di emissione in funzione delle reali esigenze di illuminazione dell’area può
determinare situazioni ad esempio di forte contrasto tra illuminazione del piano stradale e
quella delle aree immediatamente adiacenti, lasciando ad esempio quasi completamente al
buio i marciapiedi o le facciate degli edifici ed andando quindi ad influire sulla sensazione
di sicurezza degli utenti e sull’immagine del tessuto urbano.
5.3.4 Sistemi di Controllo
L’ottimizzazione dei consumi elettrici dovuti all’illuminazione stradale può essere
realizzata attraverso l’utilizzo di tecnologie in grado di gestire accensione/spegnimento e
regolazione del flusso luminoso emesso dagli apparecchi di illuminazione grazie
all’utilizzo di alimentatori di tipo elettronico.
Oggi inoltre queste funzioni sono sempre più frequentemente associate a sistemi di
telegestione/telecontrollo che consentono la programmazione e il monitoraggio
dell’impianto da remoto. I risparmi garantiti dall’uso di questo genere di soluzioni
possono essere quantificabili sotto differenti aspetti:
 risparmi in fase di gestione: il monitoraggio in remoto attraverso il telecontrollo
permette di verificare in tempo reale, da un terminale informatico, lo stato di
funzionamento dei singoli apparecchi di illuminazione, consentendo l’ottimizzazione
dei piani di manutenzione sia da un punto di vista economico che di efficienza del
servizio.
Affinché questo sia possibile, è necessario utilizzare soluzioni tecnologiche che diano la
possibilità di controllare e regolare ogni singolo punto-luce, o gruppi di punti luce
univocamente determinati.
La telegestione e il telecontrollo possono applicarsi attraverso differenti soluzioni
tecniche:
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 risparmi sui consumi reali di energia: la programmazione di accensione/spegnimento
e regolazione del flusso luminoso permette di modificare le condizioni di esercizio
dell’impianto in funzione delle esigenze, riducendo il livello di prestazione in
rapporto, ad esempio, alla variazione del flusso di traffico nelle ore notturne
(secondo quanto definito nella norma UNI 11248);
52
 All’intera linea (o a rami di linea)
I dispositivi in campo per il controllo e comando sono collocati esclusivamente all’interno
del quadro elettrico di potenza a monte della linea e attuano le proprie funzioni di
gestione e controllo sull’intera linea (o ramo di linea) (figura 5.4).
F IGURA 5.4 – S CHEMATIZZAZIONE DELL ’ ARCHITETTURA DI UN SISTEMA DI TELE GESTIONE DI LINEA
( DOCUMENTAZIONE UMPI).
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 Al singolo punto luce :
53
Il modulo di gestione presente nel quadro elettrico di potenza è connesso ad un
dispositivo di controllo presente in ogni singolo apparecchio di illuminazione che
consente quindi la diagnosi dello stato di funzionamento della singola lampada e il
comando eventualmente differenziato di ogni singolo punto luce (figura 5.5).
Con il sistema punto-punto, le operazioni attuabili normalmente a livello di
quadro vengono estese anche alle singole lampade. È possibile, ad esempio, monitorare e
registrare i parametri elettrici della lampada ed in base a questi generare eventuali
messaggi di allarme relativi ad anomalie e guasti; è possibile spegnere, accendere o
regolare l’intensità luminosa della lampada, tramite comandi manuali o pianificati affidati
alle apparecchiature in campo. La comunicazione tra centro di controllo remoto (PC) e i
singoli apparecchi di illuminazione avviene sempre tramite il quadro. Questo significa
che i comandi rivolti ai singoli punti luce, vengono in realtà inviati dapprima al modulo di
gestione all’interno del quadro che li smista verso i moduli punto-punto relativi; così
pure le risposte da parte dei moduli passano attraverso il modulo di gestione del quadro
che a sua volta li traduce e li inoltra al PC del centro di controllo.
Inoltre il controllo punto a punto può essere realizzato con due differenti
tecnologie: attraverso l’installazione di un modulo elettronico interno ad ogni singolo
apparecchio illuminante, oppure attraverso un modulo esterno al corpo illuminante, a
valle del quadro elettrico relativo (figura 5.6). La prima soluzione è impiegata
essenzialmente in impianti di nuova realizzazione, la seconda meglio si sposa con impianti
esistenti, poiché si opera esternamente ai corpi illuminanti e, utilizzando la tecnologia ad
onde convogliate, risulta applicabile anche in presenza di impianti elettrici preesistenti.
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
F IGURA 5.5 – S CHEMATIZZAZIONE DELL ’ ARCHITETTURA DI UN SISTEMA DI TELE GESTIONE DEL
SINGOLO PUNTO LUCE ( DOCUMENTAZIONE UMPI).
54
F IGURA 5.6 – P OSSIBILI COLLOCAZIONI DEL DISPOSITIVO DI COMANDO E CONTROLLO RELATIVO AL
SINGOLO PUNTO LUCE ( DOCUMENTAZIONE UMPI).
La comunicazione tra i dispositivi del sistema di controllo in campo può avvenire:
 Ad onde convogliate: Il sistema ad onde convogliate permette la comunicazione
bidirezionale di informazioni digitali tra il modulo installato in prossimità del punto
luce ed il modulo di gestione, ubicato all’interno del quadro di comando o del
regolatore. I dati digitali sono modulati sulla tensione di rete e quindi non sono
necessari bus o conduttori aggiuntivi nell’impianto.
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
Per alcuni comandi diretti in tempo reale, rivolti direttamente alle lampade, è
necessario che l’impianto sia acceso: la comunicazione ad onde convogliate, infatti,
non può avvenire in assenza di tensione di rete.
55
 A radio frequenza: Il segnale tra i diversi componenti del sistema di controllo è
trasferito mediante sistema wireless.
I sistemi di controllo oltre alla possibilità di regolare la potenza assorbita da ciascun
elemento possono garantire la stabilizzazione della tensione evitando alle lampade lo
stress dovuto alle sovratensioni. La riduzione della tensione, quando il regolatore
funziona a regime normale, determina una sensibile diminuzione di calore. Risulta così
possibile aumentare la durata delle lampade.
Le operazioni di controllo e gestione comunemente svolte medianti i sistemi di
telegestione sono:
 accensione e spegnimento: o in base all’orologio astronomico o in risposta al
segnale inviato da un sensore crepuscolare
 regolazione del flusso luminoso per singola lampada o gruppi di lampade: è
possibile regolare l’intensità luminosa delle lampade gestite secondo orari o azioni
personalizzabili. La regolazione può essere effettuata per singola lampada (in
presenza di un sistema di controllo per singolo punto), o su gruppi univocamente
determinati di lampade. La possibilità di regolazione del flusso luminoso può
consentire un risparmio anche in relazione al fattore di manutenzione
dell’impianto: l’impianto nuovo è normalmente sovradimensionato rispetto alla
prestazione richiesta, al fine di garantire nel tempo (e quindi a valle del
decadimento della prestazione dell’impianto) i requisiti normativi minimi. Una
regolazione del flusso atta a garantire costantemente il valore minimo di
prestazione consente una riduzione dei consumo anche in condizioni di esercizio
standard (flusso di traffico al 100%).
 stabilizzazione della tensione di alimentazione: si evita in questo modo lo stress
dovuto alle sovratensioni e la conseguente potenziale riduzione di vita media delle
lampade
 monitoraggio funzionamento e guasti lampade: le misure elettriche registrate per
ciascun punto luce (nei sistemi a singolo punto luce) vengono confrontate con
valori di soglia preimpostati per evidenziare eventuali anomalie. Generalmente le
anomalie vengono registrate ed in presenza di una ripetitività del fenomeno
vengono generati dei messaggi di allarme inviati all’utente.
Di seguito, a titolo indicativo, viene descritta la logica di funzionamento di un sistema
specifico di telegestione per singolo punto luce (REVERBERI):
Il modulo nel quadro elettrico esegue due interrogazioni giornaliere ai moduli
punto-punto, leggendo i parametri elettrici della lampada, durante il periodo di
accensione dell’impianto. Nella prima vengono scaricate anche le misure eseguite
autonomamente dal modulo punto-punto dopo alcuni minuti dall’accensione.
Nel modulo LPM vengono così memorizzati, per ogni lampada e per ogni giorno,
tre record di misure elettriche, che vi rimangono fino a quando la memoria non è piena.
Una volta raggiunta la saturazione della memoria, i dati più recenti soppiantano quelli più
vecchi. Gli orari di analisi vengono decisi dall’utente, e sarebbe opportuno che la prima
chiamata cada in un orario in cui vi sia la luce piena, mentre il secondo in un momento in
cui sia applicata una percentuale di riduzione.
Le misure memorizzate vengono poi lette (scaricate) dal sistema di controllo,
generalmente in modo automatico e pianificato. Al momento della lettura, ogni record
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
Monitoraggio funzionamento e guasti lampade
56
di misura viene analizzato e confrontato con le soglie impostate per il modulo puntopunto cui appartengono: se esistono le condizioni per la generazione di una o più
anomalie, secondo algoritmi di calcolo predefiniti, queste vengono registrate.
Le anomalie sono una sorta di “preallarmi”, che non comportano nessun tipo di
segnalazione all’utente. La generazione degli allarmi veri e propri, avviene qualora
esistano più anomalie consecutive per lo stesso modulo punto-punto.
Monitoraggio lampade spente
In alternativa, oppure in combinazione, al monitoraggio del funzionamento e dei
guasti delle lampade, è possibile utilizzare il sistema punto-punto per avere informazioni
sulle lampade che si spengono.
Per fare questo, il modulo LPM esegue l’interrogazione continua di tutti i moduli
punto-punto gestiti, rilevando esclusivamente, da questi, l’informazione sullo stato della
lampada (accesa / spenta). L’interrogazione avviene durante tutto l’arco di
funzionamento dell’impianto, dall’accensione allo spegnimento.
Se per un certo numero di volte consecutive la lampada risulta essere spenta,
l’LPM invia autonomamente al sistema di controllo un allarme di lampada spenta.
L’invio dell’evento avviene in modo istantaneo, non appena viene superato il limite di
letture consecutive impostato.
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
Monitoraggio manuale della singola lampada o di un gruppo di lampade
57
Quando richiesto, ad esempio a causa di un guasto ripetitivo su una lampada che
richieda una analisi accurata, oppure per un monitoraggio del comportamento di un
particolare modello di lampada, diventa possibile collegarsi direttamente alla lampada per
leggere, in tempo reale, le misure elettriche ed i contatori, nonché eseguire comandi
come: regolazioni di intensità luminosa (dove possibile), spegnimento ed accensione,
applicazione della funzione di minimo consumo, ecc.
A completamento del monitoraggio in tempo reale di una singola lampada da parte
dell’operatore, è possibile inviare, a tutte le lampade o gruppi di lampade svariati
comandi, come, ad esempio, l’esecuzione delle misure in tempo reale come pure degli
stati delle lampade e dei valori attuali di minimo consumo (in caso di abbinamento con
moduli D/LPC).
Inoltre è possibile eseguire su gruppi di lampade le stesse operazioni disponibili
sulla singola lampada, quali: accensioni, spegnimenti e regolazione dell’intensità luminosa
ad una certa percentuale.
Cicli di riduzione per singola lampada o per gruppi di lampade
E’ possibile, in assenza di regolatore di flusso centralizzato, applicare,
direttamente sulle singole lampade, cicli di regolazione del flusso luminoso tramite i
moduli punto-punto. In questo modo è possibile regolare l’intensità luminosa delle
lampade gestite con il sistema punto punto, secondo orari ed azioni, personalizzabili per
singola lampada.
In alternativa, è possibile effettuare le stesse operazioni non sulle singole lampade, ma su
gruppi univocamente determinati di lampade.
Costi economici e risparmi ipotizzabili
Anche in questo caso i dati di seguito riportati sono stati forniti da uno specifico
produttore, ma possono essere considerati rappresentativi di una tecnologia tipica di
telegestione punto-punto basata sull’uso di onde convogliate.
I costi economici, nel caso di installazione del sistema su impianti esistenti, possono
essere suddivisi in due gruppi:
1) costi indipendenti dalla potenza gestita, necessari all’acquisizione delle apparecchiature
necessarie per implementare il sistema centrale di controllo;
2) costi funzionali al numero di punti luce che si intende gestire.
I costi necessari per la realizzazione del sistema di controllo possono essere
schematizzati come segue:
2) costi necessari ad acquisire il software funzionale al sistema di controllo: tra 7000 e
10000 euro
I costi delle apparecchiature elettroniche che devono essere collegate all’impianto
dipendono dal numero di apparecchi illuminanti che si intende gestire, e la loro stima è
più difficile perché risente di un inevitabile effetto di scala (man mano che cresce la
potenza elettrica che si deve gestire, il costo specifico per kW gestito si riduce).
Indicativamente, si possono stimare i seguenti oneri minimi:
1) costo per l’acquisizione del regolatore di potenza: circa tra 500 e 1000 euro/kW.
2) costo per l’acquisizione dei moduli da installare esternamente per ogni singola
lampada: circa 100 euro/cad.
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
1) costi necessari ad acquisire il quadro di tele gestione: circa 1500 euro/una tantum
58
I risparmi economici ipotizzabili attraverso l’uso della tecnologia del telecontrollo
possono essere stimati secondo tre differenti ambiti, singolarmente analizzabili:
1) risparmio di energia consumata, funzione della potenza installata, del numero di ore a
funzionamento ridotto e del tipo di lampade utilizzate;
2) risparmio sulla manutenzione, funzione del numero di lampade installate e tele gestite
(un maggior numero di lampade tele gestite equivale ad un numero di lampade per le
quali la vita media si allunga);
3) risparmio ottenuto grazie alla stabilizzazione della tensione attuata dal regolatore,
funzione della potenza.
5.4 Linee di intervento per l’ottimizzazione energetico ambientale dell’illuminazione pubblica del Comune di
Baronissi
Di seguito sono riportate le linee di intervento e le valutazioni comparative per
l’ottimizzazione energetico-ambientale dell’illuminazione pubblica del Comune di
Baronissi.
Tali proposte nascono dall’analisi della situazione attuale ad inizio 2012
(consistenza degli impianti e corrispondenti caratteristiche tecniche), dalle attività di
ottimizzazione già svolte dalla ditta Multi-services s.r.l., che è l’attuale impresa che
manutiene gli impianti, e dall’insieme delle considerazioni sulle tecnologie esistenti svolte
nei paragrafi precedenti.
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
5.4.1 Sostituzione nel Comune di Baronissi delle lampade a
Vapori di Mercurio con lampade a Vapori di Sodio
59
Nell’arco del 2012 si è prevista la sostituzione di tutte le lampade a Vapori di
Mercurio con lampade a Vapori di Sodio ad Alta Pressione con maggior efficienza
luminosa e maggior resa cromatica. Tale operazione al momento dell’ultimazione del
PEC è stata fatta per circa il 90% delle lampade a Vapori di Mercurio e si concluderà per
fine 2012.
Il sistema di illuminazione del Comune Baronissi era formato all’inizio del 2012
come indicato in tabella 5.515.
15
Questo dato, come i successivi, relativi alla consistenza degli impianti sono stati forniti dalla datti manutentrice degli
impianti di illuminazione pubblica Multi-services s.r.l..
Tipologia di lampade
Potenza per lampada[W]
Numero
Percentuale
Lampade ai vapori
di mercurio VM
125
1649
39.81%
250
163
3.94%
Lampade agli ioduri
metallici JM
100
129
3.11%
150
3
0.07%
70
382
9.22%
100
78
1.88%
150
1696
40.95%
400
42
1.01%
Lampade ai vapori
di Sodio BP
T ABELLA 5.5: TIPOLOGIA E NUMERO DELLE LAMPADE UTILIZZATE PER L ’ ILLUMINAZIONE PUBBLICA NEL
COMUNE DI B ARONISSI .
Parco lampade Comune di
Baronissi
Lampade ai vapori di mercurio
Lampade agli ioduri metallici
F IGURA 5.7 P ERCENTUALI DEI TIPI DI LAMPADE UTILIZZATE PER LA PUBBLICA ILLUMINAZIONE
INSTALLATE NEL COMUNE DI B ARONISSI .
Dalla tabella 5.5 si deduce che abbiamo un totale di 4.142 punti luce, di cui 1.812
ai Vapori di Mercurio.
In tabella 5.6 vengono presentate possibili alternative alle lampade a Vapori di
Mercurio ad Alta Pressione attualmente impiegate negli impianti del Comune di
Baronissi. Le alternative sono state individuate, tra i prodotti attualmente sul mercato,
nell’ottica di garantire un flusso luminoso uguale o superiore, una potenza assorbita
inferiore o uguale e lo stesso attacco per consentire la sostituzione della lampada in
impianti esistenti. Nella tabella 5.6 sono inoltre riportati i dati di Temperatura di Colore
Correlata e Resa del Colore della luce emessa.
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
Lampade ai vapori di sodio
60
Lampada
Potenza
Flusso
lumunoso
Efficienza
luminosa
[W]
[lm]
[lm/W]
125
6200
50
110
8100
100
Vapori di mercurio
Sodio alta Pressione
(SON H )
Sodio Alta Pressione
(Master SON PIA Plus)
Sodio Alta Pressione
(Master SON PIA Plus)
Ioduri metallici
(MASTER CityWhite CDO-TT)
Ioduri metallici
(MASTER CityWhite CDO-ET)
Vapori di mercurio
Sodio alta Pressione
(SON H )
Sodio alta Pressione
(SON T Comfort )
Sodio Alta Pressione
(Master SON PIA Plus)
Ioduri metallici
(MASTER CityWhite CDO-TT)
Ra
TCC
Durata
Bulbo
[K]
[h]
50-60
4000/3400
16000
opalino
74
25
2000
20000
opalino
10200
102
25
2000
32000
opalino
70
6600
94
25
2000
28000
chiaro
70
6300
90
83
2800
18000
chiaro
100
8300
83
80
2800
20000
opalino
250
12700
51
50
4200
16000
opalino
220
20000
91
25
2000
20000
opalino
150
13000
87
65
2150
20000
chiaro
150
17000
113
25
2000
32000
opalino
150
13500
90
80
2800
20000
chiaro
T ABELLA 5.6 P OSSIBILI ALTERNATIVE ALLE LAMPADE A VAPORI DI MERCURIO CON LAMPADE DI DIVERSA
TIPOLOGIA ATTUALMENTE IN COMMERCIO .
Da quanto si evince dalla tabella 5.6 la sostituzione, che verrà conclusa per fine
2012, prevedrà lo schema di tabella 5.7:
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
Lampade a mercurio
61
Lampade a sodio
Potenza
[W]
Potenza con
alimentatore
[W]
Flusso
Luminoso
[lm]
Efficienza
[lm/W]
125
139
6200
40
250
274
12700
44
Potenza
[W]
Potenza con
alimentatore
[W]
Flusso
Luminoso
[lm]
Efficienza
[lm/W]
→
70
83
6600
102
→
150
169
13000
113
T ABELLA 5.7: IPOTESI DI SOSTITUZIONE DELLE LAMPADE A MERCURIO INSTALLATE PER LA PUBBLICA
ILLUMINAZIONE NEL C OMUNE DI B ARONISSI CON EQUIVALENTI LAMPADE A SODIO .
Come si può vedere le lampade al sodio corrispondenti alle lampade a mercurio,
mantengono o addirittura migliorano il flusso luminoso emesso, pur diminuendo allo
stesso tempo il valore di potenza (W). Rapportando il flusso al valore di potenza, risulta
quindi che le sodio hanno un valore di efficienza luminosa migliore, che passa da un
valore medio di 45 lum/W delle mercurio ai 100 lum/W delle sodio.
Risparmio atteso nel costo di esercizio dell’illuminazione
pubblica del Comune di Baronissi a seguito della sostituzione
delle lampade a Vapori di Mercurio con lampade a Vapori di Sodio
a maggior efficienza.
Il totale della potenza installata ad inizio 2012 per le sole lampade ai Vapori di
Mercurio tenendo conto anche della potenza degli alimentatori è indicato in tabella 5.8.
Potenza per
lampada
[W]
Potenza con
alimentatore
[W]
Numero
Totale potenza
installata
[kW]
125
139
1649
206,12
250
274
163
68,50
TOTALE
274,62
T ABELLA 5.8: POTENZA INSTALLATA PER LE LAMPADE AL MERCURIO AL LORDO DELLA POTENZA DEGLI
ALIMENTATORI AD INIZIO 2012.
Quindi la potenza installata per le lampade al mercurio era pari a : 274,62 kW.
Dato che il periodo di accensione annuo dell’impianto di illuminazione pubblica è
di 2737 ore16, moltiplicandolo per la potenza totale delle lampade al mercurio installate,
abbiamo la quantità totale di energia annua che sarebbe stata consumata dalle lampade ai
Vapori di Mercurio se fossero state ancora in esercizio:
I costi totali annui di energia per far funzionare le lampade al mercurio sarebbero
stati:
16
In media un impianto di illuminazione è attualmente acceso in un giorno per 7 ore e mezza. Dato ricavato dall’attuale ditta
di manutenzione degli impianti di illuminazione pubblica Multi-services s.r.l..
17
Le utenze elettriche per la pubblica illuminazione del Comune di Baronissi presentano diverse tipologie di contratti elettrici
(vedi allegato A ed allegato C). Si è ritenuto utilizzare la tariffa più bassa tra quelle in essere per effettuare una valutazione
quanto più conservativa possibile.
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
Si considera che il prezzo pagato dal Comune di Baronissi per un kWh di energia
elettrica utilizzato per la pubblica illuminazione nel 2011 è pari a 0,177 euro17.
62
Potenza per
lampada
[W]
Potenza con
alimentatore
[W]
Numero
Totale potenza
installata
[kW]
70
83
1649
136,89
150
169
163
27,55
TOTALE
164,14
T ABELLA 5.9. POTENZA INSTALLATA NEL C OMUNE DI B ARONISSI A CONCLUSIONE DELLA SOSTITUZIONE
DI TUTTE LE LAMPADE A V APORI DI M ERCURIO CON LAMPADE A VAPORI DI SODIO AL LORDO DELLA
POTENZA DEGLI ALIMENTATORI .
Con gli stessi paramenti di ore di accensione e di costo energia in questo caso
avremo che utilizzando le lampade ai Vapori di Sodio in sostituzione a quelle a Vapori di
Mercurio:
Il risparmio economico annuale sarà pari a:
Per il calcolo della mancata emissione di CO2 derivante dalla sostituzione delle
lampade si utilizza la formula già descritta nel paragrafo 4.3.2. Abbiamo:
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
kg CO2 non emessi in atmosfera in un anno= (
) x 0,483 = 146051 kg = 146 tonn.
63
-
5.5 Ipotesi di miglioramento del sistema di illuminazione
pubblica attesa la sostituzione totale delle lampade a
Vapori di Mercurio con lampade a Vapori di Sodio
Considerando che tutte le lampade a Vapori di Mercurio verranno sostituite a fine
2012 la situazione del parco lampade del Comune di Baronissi è quella riportata in tabella
5.10.
Tipologia di lampade
Potenza per lampada[W]
Numero
Lampade agli ioduri
metallici JM
100
129
150
3
70
2031
100
78
150
1859
400
42
Lampade ai vapori
di Sodio BP
T ABELLA 5.10: TIPOLOGIA E NUMERO DELLE LAMPADE UTILIZZATE PER L ’ ILLUMINAZIONE PUBBLICA NEL
COMUNE DI B ARONISSI UNA VOLTA SOSTITUITE TUTTE LE LAMPADE A VAPORI DI MERCURIO CON
LAMPADE A VAPORI DI SODIO .
Da questa situazione di partenza si sono ipotizzati i seguenti due scenari:
 si prevedono i regolatori di flusso su tutte le lampade a Vapori di Sodio ad Alta
Efficienza:

si prevedono i regolatori di flusso e la telegestione su tutte le lampade a Vapori di
Sodio ad Alta Efficienza:
5.5.1 Installazione di sistemi di regolazione di flusso luminoso
per il funzionamento ad illuminamento costante
In questa ipotesi la situazione di partenza in termini di lampade installate è quella
riportata in tabella 5.10.
Sicché l’energia consumata in un anno da tutte le lampade ai vapori di sodio,
considerando l’accensione delle lampade per un periodo di tempo totale pari a 2737 ore,
sarà pari a:
1395046
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
Per ciascuna ipotesi verrà infine verificata l’entità del risparmio energetico/economico
ottenibile.
64
Il risparmio energetico è stato stimato ipotizzando che il sistema di telecontrollo
garantisca una riduzione pari al 30% della potenza impiegata per un numero di ore pari
alla metà delle ore di funzionamento giornaliero dell’impianto. Complessivamente si è
quindi stimato che il sistema di tele gestione sia in grado di garantire una riduzione pari al
15% dei consumi energetici complessivamente derivati da un uso delle lampade pari a
2737 ore all’anno. Avremo quindi:
Il risparmio energetico medio annuo sarà pari a:
Che tradotto in euro considerando il costo del singolo kWh (0,177 euro/kWh)
previsto per l’illuminazione pubblica:
Scegliendo i prodotti giusti si possono avere buoni risultati con una spesa
contenuta: 35-40 € a punto luce (valore medio con 100 punti luce a riduttore di flusso).
Abbiamo quindi che la spesa per l’installazione dei riduttori di flusso è pari a:
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
Il Simple Pay Back Period18 per tale scenario è quindi: pari a 4,3 anni.
65
5.5.2
Installazione
dell’illuminazione
di
un
sistema
di
telecontrollo
Al fine di ridurre le spese connesse alla gestione degli impianti di illuminazione
pubblica e per contenere le spese economiche per l’approvvigionamento di energia
elettrica, si può pensare di impiegare dei sistemi di telecontrollo e tele gestione del tipo
“punto a punto”, in grado di gestire e monitorare il funzionamento di singole lampade o
di gruppi di più lampade.
Come specificato in precedenza in questa valutazione sono stati considerati
esclusivamente i risparmi derivanti da una gestione centralizzata degli impianti e da una
possibile riduzione del flusso luminoso, non sono stati invece considerati i possibili
18
È il periodo di tempo richiesto per il ritorno di un investimento in modo tale da poter recuperare la spesa iniziale.
vantaggi economici ottenibili in relazione ad altre caratteristiche tipiche dei sistemi di
telecontrollo e tele gestione quali:
 i risparmi economici connessi a differenti contratti di gestione che l’uso di un sistema
di telecontrollo rende possibile attivare;
 i vantaggi connessi ad una minore attività manutenzione che tale sistema può
garantire grazie ad una regolarizzazione della tensione elettrica fornita.
Non sono stati inoltre considerati i costi dovuti alla sostituzione delle lampade, né
come costo del materiale né come costo legato all’attività.
Trattandosi di uno scenario teorico non sono state inoltre prese in considerazione la
presenza di criticità specifiche, né le eventuali problematiche legate alla cantierizzazione
dell’installazione del sistema.
In questa ipotesi la spesa per l’aggiunta del telecontrollo ai riduttori di flusso è di
circa 100 euro a punto luce (valore medio con 100 punti luce a riduttore di flusso).
Tenendo conto anche del software e dell’hardware per il telecontrollo abbiamo:
Ipotizzando in questo caso un abbattimento dei consumi del 20% sul totale
abbiamo che il risparmio energetico medio annuo sarà pari a:
Il Simple Pay Back Period per tale scenario è quindi: pari a 8,4 anni.
5.4.4 Verifica dei risultati
In tabella 5.12 sono riassunti i risultati degli scenari studiati. Si evince che
l’intervento che porta in termini economici il tempo minore di rientro è quello relativo al
solo controllo del flusso luminoso delle lampade a Vapori di Sodio.
Approfondendo lo studio, considerando non più costante il costo dell’energia
elettrica nel tempo, è da tenere in considerazione anche l’installazione di sistemi di
regolazione di flusso luminoso per il funzionamento ad illuminamento costante.
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
Che tradotto in euro considerando il costo del singolo kWh (0,177 €/kWh)
previsto per l’illuminazione pubblica:
66
Tipologia di intervento ipotizzato
Costo investimento
Risparmio annuo
Simple Pay Back Period
Installazione di sistemi di regolazione di
flusso luminoso per il funzionamento
ad illuminamento costante
160000
37038
4,3 anni
Installazione di un sistema di
telecontrollo degli Impianti di
illuminazione
416000
49384
8,4 anni
T ABELLA 5.12: S IMPLE P AY B ACK P ERIOD IN FUNZIONE DEI DUE TIPI DI INTERVENTO IPOTIZZATI SULLA
PUBBLICA ILLUMINAZIONE .
5.5 Proposta di realizzazione
Illuminazione Comunale
di
Piano
Regolatore
Per rendere organico l’indirizzo sul risparmio energetico (uno degli scopi
principali del PEC), per quanto riguarda la pubblica illuminazione è utile la realizzazione
di un Piano Regolatore Illuminazione Comunale (PRIC) anche in ottemperanza della
legge regionale N. 12 DEL 25 luglio 2002 Pubblicata sul BURC n° 37 del 5 agosto 2010
“Norme per il contenimento dell’inquinamento luminoso e del consumo energetico da illuminazione
esterna pubblica e privata a tutela dell’ambiente, per la tutela dell’attività svolta dagli osservatori
astronomici professionali e non professionali e per la corretta valorizzazione dei centri storici”. In
particolare l’articolo 14 si riferisce alle ottemperanze dei comuni e recita:
1. Sono di competenza dei Comuni:
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
a) l’integrazione del regolamento edilizio in conformità alle disposizioni della presente legge;
67
b) la collaborazione con la Regione per la divulgazione delle problematiche e della disciplina
relativa alla riduzione e prevenzione dell’inquinamento luminoso;
c) la promozione e l’incentivazione dell’adeguamento, della progettazione, installazione e
gestione
degli impianti pubblici e privati di illuminazione esterna alle norme tecniche fissate dalla
presente legge;
d) la vigilanza sul rispetto delle norme tecniche stabilite per gli impianti di illuminazione
esterna;
e) l’applicazione delle sanzioni amministrative …omissis.
2. I proventi delle sanzioni introitati sono prioritariamente impiegati per l’adeguamento degli
impianti di illuminazione pubblica alle norme della presente legge.
Quindi quando si parla di PRIC si intende un progetto ed un complesso di
disposizioni tecniche destinate a regolamentare gli interventi di illuminazione pubblica e
privata.
Le esigenze e le motivazioni sono:
1.
2.
3.
4.
5.
6.
risparmio energetico e programmazione economica;
lotta all’inquinamento luminoso19;
salvaguardia e protezione dell’ambiente;
sicurezza del traffico, delle persone e del territorio;
valorizzazione dell’ambiente urbano, dei centri storici e residenziali;
miglioramento della viabilità.
Le finalità di un PRIC sono:
a. Ridurre, sul territorio, l’inquinamento luminoso e i consumi energetici da esso
derivanti;
b. Aumentare la sicurezza stradale per la riduzione degli incidenti, evitando
abbagliamenti e distrazioni che possano ingenerare pericoli per il traffico ed i
pedoni (nel rispetto del Codice della Strada);
c. Ridurre la criminalità e gli atti di vandalismo che, da ricerche condotte negli Stati
Uniti, tendono ad aumentare là dove si illumina in modo disomogeneo creando
zone di penombra nelle immediate vicinanze di aree sovrailluminate;
d. Favorire le attività serali e ricreative per migliorare la qualità della vita;
f. Migliorare l’illuminazione delle opere architettoniche e della loro bellezza, con
l’opportuna scelta cromatica (per es. il giallo - oro delle lampade al sodio ad alta
pressione risulta particolarmente adatto nei centri storici), delle intensità e del
tipo di illuminazione, evitando inutili e dannose dispersioni della luce nelle aree
circostanti e verso il cielo e senza creare contrasti stucchevoli con l’ambiente
circostante (es. con un’illuminazione troppo intensa);
g. Integrare gli impianti di illuminazione con l’ambiente che li circonda, sia diurno
che notturno;
19
Si definisce inquinamento luminoso ogni forma di irradiazione di luce artificiale che si disperda al di fuori delle aree a cui
essa è funzionalmente dedicata e, in particolar modo, se orientata al di sopra della linea dell’orizzonte.
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
e. Accrescere un più razionale sfruttamento degli spazi urbani disponibili;
68
h. Realizzare impianti ad alta efficienza, mediante l’utilizzo di corpi illuminanti full
cut-off, di lampade ad alto rendimento e mediante il controllo del flusso luminoso,
favorendo il risparmio energetico;
i. Ottimizzare gli oneri di gestione e relativi agli interventi di manutenzione;
j. Tutelare, nelle aree di protezione degli osservatori astronomici, l’attività di ricerca
scientifica e divulgativa;
k. Conservare gli equilibri ecologici sia all’interno che all’esterno delle aree naturali
protette urbane ed extraurbane;
l. Preservare la possibilità per la popolazione di godere del cielo stellato, patrimonio
culturale primario.
Le fasi di studio e sviluppo del piano sono:
Suddivisione del territorio ed individuazione di aree omogenee:
 Ambientali;
 Storiche;
 Urbanistiche;
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
Verifica degli apparati d’illuminazione e della loro distribuzione sul territorio:
69

quantità e tipologia dei punti luce;

tipologia dei supporti e loro impatto ambientale;

caratteristiche degli impianti di distribuzione e delle linee elettriche di
alimentazione dei corpi illuminanti;

Rilievo dei parametri illuminotecnici maggiormente significativi: illuminamento,
uniformità, abbagliamento e resa cromatica.
Elaborazione di un progetto di integrazione e di intervento sul territorio
In base a quanto emerso dalla suddivisione in aree omogenee, ed alla effettiva
distribuzione, si elabora un piano che suddivide il territorio comunale secondo precise
scelte di illuminazione di modo che la programmazione degli interventi di manutenzione
e di riordino ambientale avvengano secondo prescritte scelte tecniche.
Individuazione delle opportunità
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
Valutazione tecnico/economica dei benefici dell’esecuzione di interventi di
manutenzione e di recupero programmati (si veda come esempio il paragrafo 5.4).
70
6 IL RISPARMIO ENERGETICO NELL’EDILIZIA
Il tema della qualità energetica e dell’efficienza energetica degli edifici, in ambito
europeo e internazionale, è uno dei temi più importanti e strategici che si stanno
dibattendo in questi anni.
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
In tal senso la Comunità Europea si è fatta promotrice di programmi, progetti e
Direttive, come la 2002/91/CE, la 2006/32/CE e la 2010/31/CE per definire
indirizzi, strumenti, criteri e soluzioni anche molto ambiziose sul tema specifico
dell’efficienza energetica degli edifici, esistenti e nuovi, del settore civile.
71
La direttiva 2010/31/CE del 19 maggio 2010 è stata pubblicata sulla Gazzetta
Ufficiale europea del 18 giugno 2010 (L 153) ed e’ entrata in vigore il 9 luglio 2010 e ha
sostituito la direttiva 2002/91/CE, la deadline per il recepimento dei paesi membri e’
luglio 2012. È utile ricordare un passo della direttiva: ” Gli edifici sono responsabili del 40
%20 del consumo globale di energia nell’Unione. Il settore è in espansione, e ciò è destinato ad
aumentarne il consumo energetico. Pertanto, la riduzione del consumo energetico e l’utilizzo di
energia da fonti rinnovabili nel settore dell’edilizia costituiscono misure importanti necessarie per
ridurre la dipendenza energetica dell’Unione e le emissioni di gas a effetto serra. Unitamente ad un
maggior utilizzo di energia da fonti rinnovabili, le misure adottate per ridurre il consumo di energia
nell’Unione consentirebbero a quest’ultima di conformarsi al protocollo di Kyoto allegato alla
convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) e di rispettare sia
l’impegno a lungo termine di mantenere l’aumento della temperatura globale al di sotto di 2°C, sia
l’impegno di ridurre entro il 2020 le emissioni globali di gas a effetto serra di almeno il 20 % al di
sotto dei livelli del 1990 e del 30 % qualora venga raggiunto un accordo internazionale. La
riduzione del consumo energetico e il maggior utilizzo di energia da fonti rinnovabili rappresentano
inoltre strumenti importanti per promuovere la sicurezza dell’approvvigionamento energetico e gli
sviluppi tecnologici e per creare posti di lavoro e sviluppo regionale, in particolare nelle zone rurali.”
In particolare l’articolo 9 della direttiva recita:
20
Del 40% del consumo finale due terzi di tale percentuale sono utilizzati per il riscaldamento di ambienti.
Riscaldamento ambienti
Illuminazione e apparecchiature elettriche
Riscaldamento dell’acqua
Apparecchi da cucina
67 %
15%
14%
4%
T ABELLA 6.1: C ONSUMO ENERGETICO NELLE CASE DELL 'UE-27, IN %.
“Edifici a energia quasi zero21
1. Gli Stati membri provvedono affinché:
a) entro il 31 dicembre 2020 tutti gli edifici di nuova costruzione siano edifici a energia quasi zero;
b) a partire dal 31 dicembre 2018 gli edifici di nuova costruzione occupati da enti pubblici e di
proprietà di questi ultimi siano edifici a energia quasi zero.
Gli Stati membri elaborano piani nazionali destinati ad aumentare il numero di edifici a energia
quasi zero. Tali piani nazionali possono includere obiettivi differenziati per tipologia edilizia.”
Un’abitazione italiana esprime prestazioni energetiche molto basse facendo
registrare dei consumi, in termini di uso finale, annui che variano da 160 kWh/m 2 anno a
oltre 230 kWh/m2 anno, a fronte di consumi inferiori tra il 30% - 60% a livello
comunitario. Un consumo così elevato di energia determina, di conseguenza, valori di
emissione di gas climalteranti annuali decisamente superiori alla media europea (19
milioni di caldaie installate in Italia consumano oltre 25 Mtep all’anno determinando una
emissione in atmosfera di circa 80 Mtonn di COequivalente all’anno).
6.1 Certificazione energetica degli edifici
6.1.1 Evoluzione storica
La certificazione energetica degli edifici in Italia è un’idea che parte da lontano. È
dal 1991, infatti, che si inizia a parlare di certificazione. La legge 10, pubblicata nel 1991,
prevedeva la certificazione energetica all’articolo 30, rimandando però ad un decreto
successivo la sua applicazione. Il resto è storia; quel decreto non è stato mai emanato, così
la certificazione, almeno nella sua forma cogente, per tanti anni rimane un sogno nel
cassetto.
21
Un edificio a energia quasi zero è un edificio ad altissima prestazione energetica, ovvero ha un fabbisogno energetico molto
basso o quasi nullo che dovrebbe essere coperto in misura molto significativa da energia da fonti rinnovabili, compresa
l’energia da fonti rinnovabili prodotta in loco o nelle vicinanze.
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
La certificazione energetica non è un’azione di carattere tecnologico, ma è
un'azione informativa rivolta a sensibilizzare l’utente sulla qualità energetica del corpo
edilizio. Si tratta di un’azione condotta nell’interesse del consumatore e dell'intera
collettività, nel caso in cui si ottenga una effettiva riduzione dei consumi attraverso azioni
di riqualificazione energetica oppure nel caso in cui il mercato immobiliare si orienti
verso modelli edilizi meno dissipativi. E' un'azione in grado di valorizzare la qualità
dell'edificio e stimolare una "competizione virtuosa" in grado di migliorare l’efficienza
energetica in edilizia.
72
La Direttiva del Parlamento europeo 2002/91/CE meglio nota come «Direttiva
EPBD», ripropone la certificazione energetica invitando gli Stati membri ad attuarla
insieme ad una serie di altre misure finalizzate a migliorare l’efficienza energetica nel
settore edilizio che in Europa consuma circa il 40% dell’energia. Parallelamente viene
dato mandato al CEN, l’Ente di normazione europeo, per l’elaborazione di un pacchetto
di norme che costituiscano per tutti gli Stati membri un supporto tecnico alla Direttiva.
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
Il nostro Paese è tra i primi ad emanare una legge per il recepimento della
Direttiva EPBD: il D.Lgs. 192/2005 entrato ufficialmente in vigore l’8/10/2005. La
certificazione energetica obbligatoria è ovviamente prevista, ma le regole tecniche
necessarie per l’attuazione vengono demandate a successivi decreti. Nell’anno seguente
viene approvato il D.Lgs. 311/06 che in teoria avrebbe dovuto integrare e completare il
D.Lgs. 192/2005. In realtà non è così, almeno per ciò che riguarda la certificazione.
Requisito fondamentale, per avere diritto agli incentivi offerti dal Governo nella legge
Finanziaria del 2007, era che gli edifici oggetto della richiesta fossero stati certificati. Il
legislatore, consapevole dell’assenza di regole per l’attuazione della certificazione,
introduce nel transitorio uno strumento sostitutivo: la qualificazione energetica. A livello
nazionale questo strumento rimarrà in vigore fino a quando, siamo nel 2009, viene
approvato il D.M. 26/06/2009 che contiene le “Linee guida nazionali per la
certificazione energetica”. È questo il momento in cui la certificazione energetica vera,
cioè quella eseguita da un soggetto indipendente come previsto dalla EPBD, viene resa
obbligatoria su tutto il territorio nazionale.
73
Per completezza è utile ricordare che nel periodo transitorio (cioè quello che va
dall’emanazione del D.Lgs. 192/2005 al D.M. 26/06/2009) alcune Regioni emanano
delle leggi che definiscono le regole per l’attuazione della certificazione energetica sul
territorio di competenza; la prima è la Regione Lombardia, alla quale seguono in ordine
la Liguria, il Piemonte e l’Emilia Romagna. È utile ricordare che la Provincia autonoma di
Bolzano approva le sue regole ancora prima introducendo il sistema CasaClima.
La Regione Campania non ha legiferato in tema di certificazione energetica degli
edifici. Il comune di Baronissi deve far quindi riferimento alle disposizioni legislative
nazionali ossia al D.Lgs. 19/08/2005 ed ai relativi Decreti attuativi (in particolare il
D.M. 26 giugno 2009).
Dall’applicazione dell’art.13 del DLgs n.28 del 03/03/2011 (Decreto conosciuto
come “decreto rinnovabili” in attuazione della Direttiva Europea 2009/28/CE) si evince
che “Nel caso di offerta di trasferimento a titolo oneroso di edifici o di singole unità immobiliari, a
decorrere dal 1° gennaio 2012 gli annunci commerciali di vendita riportano l'indice di prestazione
energetica contenuto nell'attestato di certificazione energetica”. Inoltre “Negli edifici di proprietà
pubblica o adibiti ad uso pubblico, la cui metratura utile totale supera i 1000 metri quadrati,
l’attestato di certificazione energetica è affisso nello stesso edificio a cui si riferisce in luogo
facilmente visibile per il pubblico”.
6.1.2 Decreto Ministeriale 26/6/2009
L’obiettivo principale del D.M. è garantire la promozione di adeguati livelli di
qualità dei servizi di certificazione, assicurare la fruibilità, la diffusione e una crescente
comparabilità delle certificazioni energetiche sull'intero territorio nazionale in conformità
alla direttiva 2002/91/CE, promuovendo altresì la tutela degli interessi degli utenti. Il
decreto, che si compone di soli sette articoli, contiene nell’allegato A le Linee guida
nazionali per la certificazione energetica degli edifici e gli strumenti di raccordo,
concertazione e cooperazione tra lo Stato e le Regioni.
La certificazione energetica si applica a tutti gli edifici delle categorie di cui all’art.
3, del D.P.R. 26/08/1993, n.412, indipendentemente dalla presenza o meno di uno o
più impianti tecnici esplicitamente od evidentemente dedicati ad uno dei servizi
energetici di cui è previsto il calcolo delle prestazioni. Tra le categorie predette non
rientrano box, cantine, autorimesse, parcheggi multipiano, depositi, strutture stagionali a
protezione degli impianti sportivi, ecc., se non limitatamente alle porzioni eventualmente
adibite ad uffici e assimilabili, purché scorporabili agli effetti dell’isolamento termico.
Specifiche indicazioni per il calcolo della prestazione energetica di edifici non dotati di
impianto di climatizzazione invernale e/o di produzione di acqua calda sanitaria sono
riportate nell’all. 1 del D.M. 26/06/09. Nel caso di edifici esistenti nei quali coesistono
porzioni di immobile adibite ad usi diversi (residenziale ed altri usi) qualora non fosse
tecnicamente possibile trattare separatamente le diverse zone termiche, l’edificio è
valutato e classificato in base alla destinazione d’uso prevalente in termini di volume
riscaldato.
Durata dell’attestato di certificazione energetica (ACE) (art.6)
Gli ACE hanno una validità temporale massima di dieci anni. Tale validità non
viene inficiata dall’emanazione di provvedimenti di aggiornamento delle Linee guida
nazionali e/o introduttivi della certificazione energetica di ulteriori servizi quali ad
esempio la climatizzazione estiva e l’illuminazione. La validità massima dell'attestato di
certificazione di un edificio, è confermata solo se sono rispettate le prescrizioni normative
vigenti per le operazioni di controllo di efficienza energetica, compreso le eventuali
conseguenze di adeguamento, degli impianti di climatizzazione asserviti agli edifici, ai
sensi dell'art. 7, comma 1, del D.Lgs. 192/2005. Nel caso di mancato rispetto delle
predette disposizioni l'ACE decade il 31 dicembre dell'anno successivo a quello in cui è
prevista la prima scadenza non rispettata per le predette operazioni di controllo di
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
Campo di applicazione (art.2 – All. A)
74
efficienza energetica. Ai fini dell’art.6 comma 2 del D.M. 26/06/2009, i libretti di
impianto o di centrale di cui all’art. 11, comma 9, del D.P.R. 26/08/1993, n.412, sono
allegati, in originale o in copia, all’attestato di certificazione energetica.
Aggiornamento dell’ACE (art.6)
L’attestato di certificazione energetica è aggiornato ad ogni intervento di
ristrutturazione, edilizio e impiantistico, che modifica la prestazione energetica
dell’edificio nei seguenti termini:
a. ad ogni intervento migliorativo della prestazione energetica a seguito di interventi
di riqualificazione che riguardino almeno il 25% della superficie esterna
dell’immobile;
b. ad ogni intervento migliorativo della prestazione energetica a seguito di interventi
di riqualificazione degli impianti di climatizzazione e di produzione di acqua calda
sanitaria che prevedono l’installazione di sistemi di produzione con rendimenti più
alti di almeno 5 punti percentuali rispetto ai sistemi preesistenti;
c. ad ogni intervento di ristrutturazione impiantistica o di sostituzione di componenti
o apparecchi che, fermo restando il rispetto delle norme vigenti, possa ridurre la
prestazione energetica dell’edificio;
d. facoltativo in tutti gli altri casi.
Classi energetiche e prestazione energetica globale
Per la redazione del certificato energetico è necessario quindi conoscere la
prestazione energetica globale dell’edificio:
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
=
75
Ove:
è l’indice di prestazione energetica globale;
è l’indice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale;
è l’indice di prestazione energetica per la produzione dell’acqua calda
sanitaria;
è l’indice di prestazione energetica per la climatizzazione estiva;
è l’indice di prestazione energetica per l’illuminazione artificiale.
Nella fase di avvio, ai fini della certificazione degli edifici, le linee guida nazionali
considerano solamente gli indici di prestazione di energia primaria per la climatizzazione
invernale e per la preparazione dell’acqua calda per usi igienici e sanitari.
In tal caso abbiamo:
=
Rappresentazione delle prestazioni, struttura della scala delle classi e soglia
di riferimento legislativo.
La classe energetica globale dell’edificio è l’etichetta di efficienza energetica
attribuita all’edificio sulla base di un intervallo convenzionale di riferimento all’interno
del quale si colloca la sua prestazione energetica complessiva.
La classe energetica è contrassegnata da una lettera. Possono coesistere maggiori
specificazioni all’interno della stessa classe. La classe energetica globale dell’edificio
comprende sottoclassi rappresentative dei singoli servizi energetici certificati:
riscaldamento, raffrescamento, acqua calda sanitaria e illuminazione.
Per la classificazione della prestazione relativa al servizio di climatizzazione
invernale, tenendo conto dell’evoluzione normativa, è stato posto il requisito minimo
fissato a partire dal 2010, quale limite di separazione tra le classi C e D (soglia di
riferimento legislativo).
In riferimento al Comune di Baronissi tenendo conto che per esso abbiamo: Zona
Climatica D Gradi Giorno 1437. Le soglia sono le seguenti:
< 0,2
22
> 0,9
69
per
T ABELLA 6.2: V ALORI LIMITE DELL ’ INDICE DI PRESTAZIONE DEL COMUNE DI B ARONISSI EDIFICI
RESIDENZIALI . V ALORI ELABORATI DALLA T ABELLA 1.3 DELL ’ ALLEGATO C DEL D.L GS . 192/2005.
Rapporto forma dell’edificio (kWh/anno
S/V
m2)
< 0,2
6.2
> 0,9
17,6
per
T ABELLA 6.3: V ALORI LIMITE DELL ’ INDICE DI PRESTAZIONE COMUNE DI B ARONISSI EDIFICI
DESTINAZIONE NON RESIDENZIALE . V ALORI ELABORATI DALLA T ABELLA 2.3 DELL ’ ALLEGATO C DEL
D.L GS . 192/2005.
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
Rapporto forma dell’edificio (kWh/anno
S/V
m2)
76
Per valori di S/V compresi nell’intervallo 0,2 – 0,9 si procede mediante
interpolazione lineare.
Dalla tabella, una volta conosciuto il rapporto S/V è possibile conoscere il valore
limite
dell’edificio da certificare.
La certificazione in classi si ricava andando a verificare dove cadono i valori
relativamente alle seguenti scale:
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
T ABELLA 6.4: S CALA DI CLASSI ENERGETICHE ESPRESSIONE DELLA PRESTAZIONE ENERGETICA PER LA
CLIMATIZZAZIONE INVERNALE EP I .
77
T ABELLA 6.5: S CALA DI CLASSI ENERGETICHE ESPRESSIONE DELLA PRESTAZIONE ENERGETICA PER LA
PREPARAZIONE DELL ’ ACQUA CALDA PER USI IGIENICI E SANITARI EP ACS .
T ABELLA 6.6: S CALA DI CLASSI ENERGETICHE ESPRESSIONE DELLA PRESTAZIONE ENERGETICA PER LA
CLIMATIZZAZIONE INVERNALE EP GL .
Schemi di attestato di certificazione energetica degli edifici
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
Gli schemi di attestato di certificazione energetica, con i relativi contenuti minimi
sono riportati negli allegati 6 e 7 delle linee guida nazionali, rispettivamente per gli edifici
residenziali e non residenziali . Di seguito si propone il modello degli edifici residenziali.
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Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
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Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
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T ABELLA 6.7: MODELLO DI ATTESTATO DI CERTIFICAZIONE ENERGETICA PREVISTO DALLE L INEE GUIDA
NAZIONALI PER GLI EDIFICI RESIDENZIALI .
6.2. Tecnologie e strumenti
dell’energia nell’edilizia
per
l’utilizzo
razionale
Nel settore edile ed il particolare in quello civile–residenziale, l’adozione di
particolari sistemi e il ricorso a specifiche tecnologie consente di ottenere analoghe
prestazioni o di migliorarle impiegando un quantitativo minore di energia. Questi sistemi
e/o tecnologie consentono un minore impiego di energia derivata da combustibili fossili
che si traduce in benefici ambientali ed in un risparmio economico per il consumatore. Il
consumatore, però, deve farsi carico di un investimento iniziale che, nella maggior parte
dei casi, è decisamente superiore a quello delle tecnologie cosiddette convenzionali.
Inoltre, la progettazione e l’installazione di tali impianti, che richiedono un alto grado di
specializzazione e di esperienza, e le difficoltà gestionali legate alla manutenzione e
all’assistenza, in alcuni casi possono fungere da deterrente per il cittadino. Il presente
Piano vuole presentare alcune di queste tecnologie, ormai diffuse e consolidate, e
ricorrere ad aggiornamenti ogni volta che si presenteranno soluzioni e tecnologie nuove
atte ad un utilizzo razionale dell’energia.
Per aiutare la diffusione di alcune di queste tecnologie possono essere concessi
degli incentivi, delle agevolazioni oppure, tali soluzioni tecnologiche possono essere
imposte come prescrizione all’interno della normativa tecnica comunale, negli strumenti
che regolano il processo edilizio (es: Regolamento Edilizio Comunale).
6.2.1 Cogenerazione
Per produrre acqua calda in modo classico si consuma combustibile separatamente
per produrre energia elettrica nelle centrali termoelettriche, che utilizzano fonti fossili, e
poi si consuma altro combustibile nelle caldaie domestiche ed industriali per il
riscaldamento degli ambienti e per il calore necessario per i processi tecnologici.
Pertanto, rispetto alla generazione di energia separata, la cogenerazione permette di
risparmiare circa il 35-40% della fonte energetica primaria, e di conseguenza una
direttamente proporzionale riduzione delle emissioni di CO2. Questo può essere spiegato
dal fatto che una centrale termoelettrica convenzionale, la quale brucia combustibile
fossile (derivati del petrolio e/o gas metano) per la produzione di energia elettrica, ha
una efficienza che non supera il 40%, mentre il restante 60% viene disperso sotto forma
di calore, ceduto ai fumi ed alle acque di raffreddamento. In un impianto di
cogenerazione il calore prodotto dalla combustione viene invece recuperato per altri usi
sotto forma di energia termica, e non viene disperso, evitando quindi un ulteriore
riscaldamento dell’atmosfera. La cogenerazione raggiunge efficienze complessive del 90%
e questo porta i seguenti vantaggi:
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
Per cogenerazione si intende la produzione contemporanea di elettricità e calore,
consumando combustibile una sola volta ed in un solo luogo.
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• risparmio dell’energia primaria di circa il 35-40%;
• riduzione dell’impatto ambientale in riferimento alla produzione di energia elettrica;
• diminuzione delle emissioni di gas serra climatizzanti (CO2);
• diminuzione dei costi energetici della struttura cui è a servizio.
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
La cogenerazione è l’unica soluzione tecnologica che si è vista dedicare una
direttiva europea, la 2008/8/CE22. Da questo si capisce che viene considerata come una
soluzione essenziale per raggiungere gli obiettivi dell’unione al 2020. Inoltre la sua
importanza è ribadita nel Piano di efficienza energetica 2011 (Bruxelles, 8.3.2011)
in cui si dice che: “Un maggiore ricorso alla cogenerazione (ad alto rendimento), proveniente
anche da impianti di trattamento dei rifiuti urbani, e al teleriscaldamento e teleraffreddamento può
contribuire notevolmente all'efficienza energetica. La Commissione proporrà pertanto che, ove la
domanda potenziale sia sufficiente, ad esempio dove esiste una concentrazione adeguata di edifici o
di industrie nelle vicinanze, l'autorizzazione per nuova generazione di energia termica debba essere
subordinata alla sua combinazione con sistemi che consentano l'utilizzo del calore ("produzione
combinata di calore e di elettricità" — CHP) e che i sistemi di teleriscaldamento siano associati per
quanto possibile alla generazione di elettricità. Per migliorare la prestazione dei sistemi di
cogenerazione in termini di risparmio energetico la Commissione proporrà inoltre che i gestori delle
reti di distribuzione dell'elettricità forniscano accesso prioritario all'elettricità di cogenerazione e che
gli obblighi a carico dei gestori delle reti di trasmissione relativi all'accesso e alla distribuzione di
questa elettricità siano rafforzati.”
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Per definire la Cogenerazione ad Alto Rendimento (CAR)23, si utilizza l’indice
PES (risparmio di energia primaria). Ovvero bisogna che il PES sia superiore ad un valore
minimo prestabilito, differenziato in funzione della classe di potenza dell’unità
cogenerativa. Tale condizione viene di seguito espressa in formule:
PES ≥ 0,1 (10%) per le unità di cogenerazione con capacità di generazione almeno pari
a 1 MWe;
PES > 0 per le unità di piccola e micro-cogenerazione.
In particolare si definisce “unità di piccola cogenerazione” l’unità di cogenerazione
caratterizzata da una capacità di generazione o potenza dell’unità minore di 1 MWe. Si
definisce inoltre “unità di micro-cogenerazione” l’unità di cogenerazione caratterizzata da
una capacità di generazione o potenza dell’unità minore di 50 kWe.
22
23
In Italia è il DM 4 agosto 2011 a recepisce tutte le precisazioni della direttiva 2004/8/CE.
Guida alla Cogenerazione ad Alto Rendimento, marzo 2012 – GSE:
Nella sua forma più semplice un impianto di produzione combinata comprende almeno
un motore primo (turbina a vapore, turbina a gas, oppure motore a combustione
interna), e un generatore elettrico. Nel caso, ad esempio, di una turbina a vapore, un
combustibile primario, bruciando in una caldaia, cede energia termica all’acqua,
trasformandola in vapore. Una parte di tale energia è trasferita dal vapore al motore
primo che, trascinando l’alternatore, la trasforma in energia elettrica. Un’altra parte è
invece utilizzata direttamente come energia termica, e può essere destinata, come già
visto, a vari impieghi civili o industriali. Infine, la parte rimanente, nella forma di calore
residuo non più utilizzabile, è dispersa nell’ambiente.
Il prelievo di energia termica utile dal fluido di processo può avvenire in vari modi.
Nel caso di impianti con turbine:
 a gas o con motori a combustione interna, si impiega solitamente uno scambiatore
che recupera il calore dai fumi esausti prima di scaricarli nell’atmosfera;
Sono diffuse anche soluzioni miste, in cui si ha prelievo di calore sia durante il ciclo
(mediante uno spillamento di vapore), sia a valle dell’espansione in turbina.
6.2.2 Trigenerazione
L’abbinamento di un refrigeratore ad assorbimento in un cogeneratore consente la
realizzazione di impianti in grado di produrre contemporaneamente energia elettrica,
energia termica ed energia frigorifera. Con essi è possibile condizionare ambienti senza
utilizzare i tipici impianti di condizionamento a compressore. Il condizionamento estivo
con l’utilizzo di impianti ad assorbimento consente un risparmio della fonte energetica
primaria del 50%, rispetto ad un condizionatore tradizionale.
I vantaggi della trigenerazione possono essere sintetizzati in:
 una maggiore affidabilità dell’approvvigionamento di energia elettrica;
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
 a vapore, le soluzioni più diffuse per il prelievo di calore sono le seguenti:
 turbine a contropressione: subito dopo l’espansione in turbina il vapore è
inviato all’utilizzatore termico, al quale cede parte dell’energia (entalpia) che
ancora possiede. Il funzionamento può essere in ciclo chiuso, con ritorno alla
caldaia del vapore condensato dall’utilizzatore, o in ciclo aperto.
 turbine a condensazione con spillamento: il calore è prelevato estraendo una
certa portata di vapore (spillamento) in un punto opportuno del ciclo
termodinamico per inviarla all’utenza termica. La portata rimanente, dopo
l’espansione in turbina, è condensata e il calore di condensazione è di norma
dissipato.
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 benefici economici dovuti al risparmio nell’acquisto dell’energia elettrica;
 risparmio della fonte energetica primaria nell’ordine del 50%, rispetto alla
produzione di elettricità, calore e freddo separatamente.
6.2.3 Teleriscaldamento
Il teleriscaldamento è una forma di riscaldamento che consiste essenzialmente nella
distribuzione, attraverso una rete di tubazioni isolate e interrate, di acqua calda, acqua
surriscaldata o vapore (detti fluidi termovettori), proveniente da una centrale di
produzione, alle abitazioni con successivo ritorno dei suddetti alla stessa centrale.
Il calore è solitamente prodotto in una centrale di cogenerazione a combustibili
fossili o biomasse oppure attraverso la geotermia.
Il Comune di Baronissi ritiene un aspetto importante per il conseguimento degli
obiettivi di risparmio energetico in edilizia il teleriscaldamento si veda a tal proposito
l’articolo 164 comma 3bis del REC.
6.2.4 Solare termico
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
Gli impianti solari termici sono dispositivi che permettono di catturare l'energia
solare, immagazzinarla e usarla nelle maniere più svariate, in particolare ai fini del
riscaldamento dell'acqua.
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L’energia elettromagnetica proveniente dal sole, misurata su una superficie
perpendicolare ai raggi solari e posta al di fuori dell’atmosfera terrestre, prende il nome
di “costante solare” e presenta un valore medio di circa 1,35 kW/ m². Il valore della
radiazione solare che raggiunge la terra è minore, in quanto filtrata ed attenuata
dall’atmosfera terrestre. L’energia solare incidente al suolo, ovvero la radiazione solare
che colpisce il terreno varia in funzione del luogo (latitudine ed altezza s.l.m.) e della
disposizione (inclinazione e orientamento rispetto al Sud) della superficie.
La radiazione solare al suolo, raggiunge un valore di 1 kW/m² nelle giornate di
cielo sereno, e pertanto ha una bassa densità, ma resta tuttavia la fonte energetica più
abbondante sulla superficie terrestre.
L'energia solare viene catturata con un collettore solare che, mediante l’effetto
serra, trasferisce l’energia della radiazione solare al fluido termovettore, il quale viene
utilizzato per scaldare l’acqua. I collettori solari termici sfruttano la radiazione solare
sotto forma di calore e la accumulano, riscaldando l’acqua ad una temperatura compresa
fra i 30° C e i 70° C. A queste temperature l’acqua può essere utilizzata per soddisfare
tutte le esigenze di acqua calda sanitaria domestica, ma anche per il riscaldamento di
piscine, o anche come integrazione all’impianto di riscaldamento invernale degli
ambienti. In questo caso, l’accoppiamento dei collettori solari con sistemi radianti a
serpentina, disposti a pavimento, a soffitto o anche a parete, può rendere davvero
significativo il contributo solare. Anche nelle giornate invernali, in cui l’insolazione è
insufficiente e la temperatura non raggiunge i valori ottimali i collettori garantiscono,
comunque, un risparmio di energia poiché l’acqua del serbatoio ha una temperatura
superiore a quella dell’acqua corrente dell’acquedotto, la quale è di circa 10-12°C.
Inoltre nel periodo estivo, il calore in eccesso fornito dai collettori solari può trovare una
efficace utilizzo come climatizzazione estiva. Esso può infatti alimentare un refrigeratore
ad assorbimento. Questo impianto utilizza l’energia termica fornita dei pannelli solari (la
quale è tanto maggiore quanto è alta la temperatura dell’atmosfera e la radiazione solare)
per produrre il freddo necessario al raffrescamento degli ambienti.
Le componenti principali di un impianto solare termico sono:
 collettori solari;
 serbatoio di accumulo;
In commercio sono disponibili diverse tipologie di collettori solari, alcuni di essi
sono più idonei per un uso prevalentemente estivo, mentre altri hanno un rendimento
soddisfacente durante tutto il corso dell’anno. I primi sono i collettori scoperti (strisce in
polipropilene prive di copertura trasparente, collettori copri falda) o quelli integrati (il
collettore fa anche da serbatoio) e sono indicati per un uso prevalentemente estivo o per
il riscaldamento dell’acqua delle piscine. I secondi, invece, per un’utilizzazione annuale,
sono i sistemi ad elementi separati a circolazione sia naturale sia forzata o i sistemi
compatti (monoblocco) nei quali il collettore ed il serbatoio sono distinti ma assemblati in
un unico telaio che fa da supporto. Questi impianti possono essere unifamiliari o anche
condominiali, in particolare, nei condomini in cui la distribuzione dell’acqua calda
sanitaria sia già centralizzata e specie quando l’acqua calda sia prodotta dalla stessa caldaia
dell’impianto termico invernale (in estate la caldaia deve funzionare a bassissimi
rendimenti), l’installazione di impianti solari può risultare semplice e conveniente.
Nel mondo sono installati oltre 30 milioni di metri quadri di pannelli solari di cui 3
milioni nell'Unione europea. Il parco del solare termico in Italia è oggi di 350.000 m²,
l'utilizzo maggiore è dovuto all'utenza domestica, ad impianti di prevalente utilizzo estivo
ed alle piscine. Le applicazioni più comuni sono relative ad impianti per acqua calda
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
 circuito distributivo;
 centralina di controllo e dispositivi di integrazione termica interfacciata con la
centralina di domotica o direttamente controllata da essa.
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sanitaria, riscaldamento degli ambienti e piscine; sono in aumento casi di utilizzo nell'
industria, nell'agricoltura e per la refrigerazione solare.
I collettori solari per piscina possono fornire fino al 100% delle necessità termiche
delle piscine. Sono inoltre i più semplici da installare della categoria.
In ambito urbano l'acqua calda sanitaria è per la maggior parte dei casi prodotta
con scaldabagni elettrici o caldaie a gas. La produzione di acqua calda sanitaria, con l'uso
di energia elettrica dissipata dalla resistenza presente nello scaldabagno, risulta un
processo costoso dai punti di vista energetico, ambientale ed economico, se confrontato
con la produzione di acqua calda con caldaie a gas. L'introduzione aggiuntiva di un
collettore solare termico, che sostituisca parte della produzione di calore, comporta
benefici ancora maggiori.
Se si sostituisce lo scaldabagno elettrico con una caldaia a gas integrata da collettori
solari, il consumo energetico pro-capite passa da 4,93 a 0,87 kWh. E' il caso più
interessante, dunque, che porta ad una riduzione dell'82% del consumo energetico, a
parità di servizio reso.
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
Utilizziamo come indicatore di confronto tra le diverse tecnologie la quantità di
anidride carbonica mediamente immessa nell'ambiente per produrre, nelle stesse
condizioni, acqua calda sanitaria per un'utenza monofamiliare (4 persone). Per produrre
la sola acqua calda sanitaria, utilizzando lo scaldabagno elettrico, una famiglia immette
quotidianamente nell'ambiente 4,5 kg CO2. Nel caso di una caldaia a metano la stessa
famiglia dà origine alla produzione giornaliera di anidride carbonica di 1,74 kg CO2
/giorno. Nel caso di impianti ibridi solare /gas, ossia impianti solari posti ad integrazione
della caldaia a gas, assicurando lo stesso comfort durante tutto l'arco dell'anno, la stessa
famiglia produrrà, allora, giornalmente 0,69 kg CO2.
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L’iniziativa che lo Stato Italiano utilizza per incentivare il solare termico prevede due
forme di incentivazione:
 IVA agevolata al 10%
 Detrazione IRPEF in base alla legge finanziaria dell'anno in corso.
La Finanziaria 2011-2012 estende fino al 31/12/2012 la detrazione IRPEF del
55% per i pannelli solari termici, introdotta a suo tempo con la Finanziaria 2007 (legge
27 dicembre 2006 n. 296) "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e
pluriennale dello Stato".
6.2.5 Biomasse
Con il termine biomasse si intendono tutti quei materiali, di natura eterogenea, a
matrice organica, fondati sulla chimica del carbonio, con l’esclusione dei materiali di
origine fossile, petrolio, carbone, plastiche, ecc.. Le biomasse rappresentano la forma più
nobile e complessa di utilizzo e accumulo dell’energia solare, la quale consente alle piante
di convertire l’anidride carbonica presente nell’atmosfera in materia organica, mediante il
processo di fotosintesi clorofilliana. Con tale processo vengono fissate a livello mondiale,
e quindi sottratte all’atmosfera, circa
tonnellate di anidride carbonica all’anno
(200 miliardi di tonnellate), che corrispondono ad un contenuto energetico di
Mtep (70 miliardi di tonnellate di petrolio).
L’utilizzazione delle biomasse per fini energetici non contribuisce all’effetto serra,
poiché la quantità di anidride carbonica rilasciata durante la decomposizione, sia che essa
avvenga naturalmente, sia per effetto della conversione energetica, è equivalente a quella
assorbita durante la crescita della biomassa stessa; non vi è, quindi, alcun contributo netto
all’aumento del livello di CO2 nell’atmosfera.
Attualmente, la popolazione mondiale soddisfa il 12-15% del proprio fabbisogno
di energia primaria con biomassa. Vi è tuttavia una diversificazione territoriale molto
forte. Infatti i paesi in via di sviluppo, nel complesso, ricavano il 38% della propria
energia dalle biomasse. Nei paesi industrializzati, invece, le biomasse contribuiscono
appena per il 3% agli usi energetici primari. In particolare, gli USA ricavano il 3,2% della
propria energia dalle biomasse, quasi quanto da fonte nucleare; l’Europa,
complessivamente, il 3,5%, con punte del 18% in Finlandia, 17% in Svezia, 13% in
Austria, In Svizzera, la biomassa rappresenta la fonte rinnovabile più utilizzata per gli usi
termici. A volte, si tratta di impianti a recupero energetico di tipo cogenerativo
(elettricità + calore). Il consumo annuo medio di legna supera i 2 milioni di m3. L’Italia
con il 2% del proprio fabbisogno coperto dalle biomasse, è al di sotto della media
europea.
METODI DI CONVERSIONE DELLE BIOMASSE
Le biomasse si possono sfruttare utilizzando due processi.
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
Le biomasse utilizzabili per fini energetici comprendono quei materiali di origine
vegetale che possono essere utilizzati direttamente come combustibili, o che possono
essere trasformati in materiali di più facile utilizzo nelle caldaie per il riscaldamento. La
più importanti tipologie di biomasse sono costituite dai residui della manutenzione dei
boschi, dagli scarti della lavorazione del legno, da scarti dell’industria zootecnica, scarti di
materiale legnoso e vegetale, tra i quali la parte organica dei rifiuti solidi urbani.
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 Un processo detto di conversione biochimica, che permette di ricavare energia per
reazione chimica, la quale si realizza attraverso il contributo di enzimi. Questo
processo viene impiegato di norma per quelle biomasse in cui il rapporto
Carbonio/Azoto (C/N) è inferiore a 30 ed in cui l’umidità supera il 30%.
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
 Un processo di conversione termochimica, basato sull’azione del calore che
permette le reazioni chimiche necessarie a trasformare le biomasse in energia con
un processo di combustione. Questo processo si utilizza per quelle biomasse aventi
un rapporto C/N superiore a 30 ed in cui l’umidità è inferiore al 30%.
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La digestione anaerobica, processo di conversione di tipo biochimico, avviene in
assenza di ossigeno e consiste nella demolizione, ad opera di micro-organismi, di sostanze
organiche complesse (lipidi, protidi, glucidi) contenute nei vegetali e nei sottoprodotti di
origine animale, che produce un gas (biogas) costituito per il 50÷70% da metano e per la
restante parte soprattutto da CO2 ed avente un potere calorifico medio dell'ordine di
23.000 kJ/Nm³. Il biogas così prodotto viene raccolto, essiccato, compresso ed
immagazzinato e può essere utilizzato come combustibile per alimentare caldaie a gas per
produrre calore o motori a combustione interna (adattati allo scopo a partire da motori
navali a basso numero di giri) per produrre energia elettrica. Al termine del processo di
fermentazione nell'effluente si conservano integri i principali elementi nutritivi (azoto,
fosforo, potassio), già presenti nella materia prima, favorendo così la mineralizzazione
dell'azoto organico; l'effluente risulta in tal modo un ottimo fertilizzante. Gli impianti a
digestione anaerobica possono essere alimentati mediante residui ad alto contenuto di
umidità, quali le deiezioni animali, i reflui civili, i rifiuti alimentari e la frazione organica
dei rifiuti solidi urbani. Tuttavia, anche in discariche opportunamente attrezzate per la
raccolta del biogas sviluppato, solo il 40% circa del gas generato può essere raccolto,
mentre la rimanente parte viene dispersa in atmosfera: poiché il metano, di cui è in gran
parte costituito il biogas, è un gas serra con un effetto circa venti volte superiore a quello
della CO2, le emissioni in atmosfera di biogas non sono desiderabili; quando invece la
decomposizione dei rifiuti organici è ottenuta mediante digestione anaerobica nei
digestori (chiusi) degli appositi impianti, quasi tutto il gas prodotto viene raccolto ed
usato come combustibile.
Il processo di digestione aerobica, processo di conversione di tipo biochimico, consiste
nella metabolizzazione delle sostanze organiche per opera di micro-organismi, il cui
sviluppo è condizionato dalla presenza di ossigeno. Questi batteri convertono sostanze
complesse in altre più semplici, liberando CO2 e H2O e producendo un elevato
riscaldamento del substrato, proporzionale alla loro attività metabolica. Il calore prodotto
può essere così trasferito all'esterno, mediante scambiatori a fluido. In Europa viene
utilizzato il processo di digestione aerobica termofila autoriscaldata (Autoheated
Termophilic Aerobic Digestion) per il trattamento delle acque di scarico. Più
recentemente tale tecnologia si è diffusa anche in Canada e Stati Uniti.
La fermentazione alcoolica è un processo di tipo micro-aerofilo che opera la
trasformazione dei glucidi contenuti nelle produzioni vegetali in etanolo. L'etanolo risulta
un prodotto utilizzabile anche nei motori a combustione interna normalmente di tipo
"dual fuel", come riconosciuto fin dall'inizio della storia automobilistica. Se, però,
l'iniziale ampia disponibilità ed il basso costo degli idrocarburi avevano impedito di
affermare in modo molto rapido l'uso di essi come combustibili, dopo lo shock
petrolifero del 1973 sono stati studiati numerosi altri prodotti per sostituire il carburante
delle automobili (benzina e gasolio); oggi, tra questi prodotti alternativi, quello che
mostra il miglior compromesso tra prezzo, disponibilità e prestazioni è proprio l'etanolo,
o più probabilmente il suo derivato ETBE (EtilTertioButilEtere), ottenuto combinando
un idrocarburo petrolifero (l'isobutene) e l'etanolo.
Il processo di gassificazione consiste nell'ossidazione incompleta di una sostanza in
ambiente ad elevata temperatura (900÷1.000°C) per la produzione di un gas
combustibile (detto gas di gasogeno) di basso potere calorifico inferiore, variabile tra i
4.000 kJ/Nm³, nel caso più diffuso dei gassificatori ad aria ed i 14.000 kJ/Nm³, nel caso
dei gassificatori ad ossigeno. Valori intermedi (10.000 kJ/Nm³) si ottengono nel caso di
gassificatori a vapor d'acqua. I problemi connessi a questa tecnologia, ancora in fase di
sperimentazione, si incontrano a valle del processo di gassificazione e sono legati
principalmente al suo basso potere calorifico ed alle impurità presenti nel gas (polveri,
catrami e metalli pesanti). L'utilizzazione del gas di gasogeno quale vettore energetico
pone alcune limitazioni legate essenzialmente ai problemi connessi con il suo
immagazzinamento e trasporto, causa il basso contenuto energetico per unità di volume.
Ciò fa sì che risulti eccessivamente costoso il trasporto su lunghe distanze. Tali
inconvenienti possono essere superati trasformando il gas in alcool metilico (CH³OH),
che può essere agevolmente utilizzato per l'azionamento di motori. Il metanolo,
caratterizzato da un potere calorifico inferiore dell'ordine di 21.000 kJ/kg, può essere
successivamente raffinato per ottenere benzina sintetica, con potere calorifico analogo a
quello delle benzine tradizionali.
La pirolisi è un processo di decomposizione termochimica di materiali organici,
ottenuto mediante l'applicazione di calore, a temperature comprese tra 400 e 800°C, in
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La carbonizzazione è un processo di tipo termochimico che consente la
trasformazione delle molecole strutturate dei prodotti legnosi e cellulosici in carbone
(carbone di legna o carbone vegetale), ottenuta mediante l'eliminazione dell'acqua e delle
sostanze volatili dalla materia vegetale, per azione del calore nelle carbonaie, o all'aperto,
che offrono una maggior resa in carbone.
90
completa assenza di un agente ossidante, oppure con una ridottissima quantità di ossigeno
(in quest'ultimo caso il processo può essere descritto come una parziale gassificazione). I
prodotti della pirolisi sono sia gassosi, sia liquidi, sia solidi, in proporzioni che dipendono
dai metodi di pirolisi (pirolisi veloce, lenta, o convenzionale) e dai parametri di reazione.
Uno dei maggiori problemi legati alla produzione di energia basata sui prodotti della
pirolisi è la qualità di detti prodotti, che non ha ancora raggiunto un livello
sufficientemente adeguato con riferimento alle applicazioni, sia con turbine a gas sia con
motori diesel. In prospettiva, anche con riferimento alle taglie degli impianti, i cicli
combinati ad olio pirolitico appaiono i più promettenti, soprattutto in impianti di grande
taglia, mentre motori a ciclo diesel, utilizzanti prodotti di pirolisi, sembrano più adatti ad
impianti di piccola potenzialità.
La combustione diretta viene generalmente attuata in apparecchiature (caldaie) in
cui avviene anche lo scambio di calore tra i gas di combustione ed i fluidi di processo
(acqua, olio diatermico, ecc.). La combustione di prodotti e residui agricoli si attua con
buoni rendimenti, se si utilizzano come combustibili sostanze ricche di glucidi strutturati
(cellulosa e lignina) e con contenuti di acqua inferiori al 35%.I prodotti utilizzabili a tale
scopo sono i seguenti:
 legname in tutte le sue forme;
 paglie di cereali;
 residui di raccolta di legumi secchi;
 residui di piante oleaginose (ricino, catramo, ecc.);
 residui di piante da fibra tessile (cotone, canapa, ecc.);
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 residui legnosi di potatura di piante da frutto e di piante forestali;
 residui dell'industria agro-alimentare.
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Le caldaie a letto fluido rappresentano la tecnologia più sofisticata e dispendiosa che sta
ricevendo, però, notevoli attenzioni, infatti essa permette il conseguimento di numerosi
vantaggi quali la riduzione degli inquinanti e l'elevato rendimento di combustione.
Gli oli vegetali possono essere estratti dalle piante oleaginose (soia, colza, girasole,
ecc.). Caratteristica comune di tutte le oleaginose è quella di essere ricche di materie
proteiche che, dopo l'estrazione dell'olio, sono impiegabili nell'alimentazione animale
sotto forma di panelli. Le principali piante che si trovano in Europa sono la colza e il
girasole (i principali Paesi produttori europei sono, per la colza, la Germania, la Francia,
la Gran Bretagna e la Danimarca; per il girasole, la Francia, la Spagna e l'Italia); la
coltivazione della soia, invece, si trova principalmente in America (Stati Uniti, Brasile e
Argentina). Gli olii possono essere utilizzati come combustibili nello stato in cui vengono
estratti oppure dopo esterificazione, ed il loro utilizzo ha destato ormai da tempo un
notevole interesse, sia per la disponibilità di tecnologie semplici di trasformazione ed
utilizzazione, sia perché consentono bilanci energetici accettabili, sia, infine, per la
riutilizzazione dei sottoprodotti di processo (es. la glicerina, utilizzata dall'industria
farmaceutica).
Lo Steam Explosion (SE) è un trattamento innovativo, a basso impatto ambientale,
mediante il quale si può ottenere una vasta gamma di prodotti, utilizzando come materia
prima le biomasse vegetali. Rispetto agli altri processi di pretrattamento, lo SE presenta il
vantaggio fondamentale di separare in tre differenti correnti le frazioni costituenti i
comuni substrati vegetali (emicellulosa, cellulosa, lignina) rendendo possibile
l'utilizzazione totale delle biomasse. Il processo consiste nell'uso di vapore saturo ad alta
pressione per riscaldare rapidamente legno, o qualsiasi altro materiale lignocellulosico, in
un reattore che può essere ad alimentazione continua o discontinua.
Il termine cippato deriva dall'inglese “chipping” che significa ridurre in scaglie.
Esso è ricavato di segherie e di legno in genere sminuzzato in pezzettini di dimensioni
variabili (2 – 10 centimetri di lunghezza). E' un ottimo combustibile che usato in apposite
caldaie o stufe sprigiona una potenza calorica variabile a seconda del grado di umidità. Il
potere calorifico inferiore varia da 2,0 kWh/kg per il cippato fresco con il 55% di
umidità fino a 3,4 kWh/kg per cippato con umidità del 30%.
La combustione della legna da ardere è tuttora una forma molto diffusa di uso
delle biomasse per il riscaldamento domestico. Data la necessità di carica manuale dei
ciocchi di legna, le caldaie hanno una potenza limitata a qualche decina di kW e trovano
l’impiego ideale nel riscaldamento di case isolate. Le caldaie che utilizzano questo
combustibile utilizzano in genere la tecnica della fiamma inversa, ovvero hanno la camera
di combustione situata al di sotto del vano nel quale viene caricata la legna.
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Il processo di combustione diretta è quello che si presta maggiormente per essere
utilizzato per applicazioni residenziali. Infatti gli impianti termici a biomasse hanno
raggiunto livelli di efficienza, affidabilità e comfort simili a quelli degli impianti
tradizionali a gasolio e a gas metano. Le caldaie a biomasse si suddividono in tre grandi
categorie in base al tipo di combustibile legnoso utilizzato: normale legna da ardere in
ciocchi, cippato e pellets. I pellets sono prodotti con la polvere ottenuta dalla sfibratura
dei residui legnosi, la quale viene pressata da apposite macchine in cilindretti che possono
avere diverse lunghezze e spessori (1,5-2 cm di lunghezza,6-8 mm di diametro). Esso si
caratterizza per la bassa umidità (inferiore al 12 %) e per la sua elevata densità nonché per
la regolarità del materiale. La compattezza e la maneggevolezza danno a questa tipologia
di combustibile caratteristiche di alto potere calorifico (p.c.i. 4,5 kWh/kg) e di affinità ad
un combustibile fluido. E' molto indicato quindi, per la sua praticità, per piccoli e medi
impianti residenziali.
92
Le caldaie a cippato sono invece totalmente automatizzate e non hanno limiti
dimensionali e possono raggiungere potenze di alcuni MW termici, assicurando
rendimenti e confort simili alle caldaie a gasolio. Per questi impianti è necessario che
accanto alla centrale termica sia predisposto un locale adatto allo stoccaggio del
combustibile. La combustione avviene in caldaie a griglia che può essere: fissa, per
bruciare materiali fini a basso contenuto di umidità, oppure mobile, per bruciare
combustibili a pezzatura grossolana ad alto contenuto di umidità, come le biomasse
forestali fresche. L’elevata densità energetica, la bassa umidità e la facilità di
movimentazione rendono il pellet il combustibile vegetale più indicato per impianti di
riscaldamento automatici di tutte le dimensioni.
Esso può essere utilizzato nelle caldaie per il cippato, in caldaie appositamente progettate,
ma anche in alcuni modelli di caldaie a gasolio, con l’utilizzo di speciali bruciatori.
Anche le caldaie a pellets necessitano di un serbatoio per lo stoccaggio del combustibile,
dal quale una coclea preleva il materiale ed alimenta in automatico la caldaia, mentre la
combustione è gestita in automatico. Queste caratteristiche di semplicità di uso e di
automazione conferiscono agli impianti di riscaldamento a pellets un elevato confort ed
affidabilità.
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6.2.6 Caldaia a condensazione
93
La caldaia a condensazione, a differenza della caldaia tradizionale, può recuperare
una gran parte del calore contenuto nei fumi espulsi attraverso il camino. La particolare
tecnologia della condensazione consente infatti di raffreddare i fumi al di sotto del punto
di rugiada, con un recupero di calore utilizzato per preriscaldare l'acqua di ritorno
dall'impianto. In questo modo la temperatura dei fumi di uscita (fino a 40°C) mantiene
sempre lo stesso valore della temperatura di mandata dell'acqua, ben inferiore quindi ai
140-160°C dei generatori ad alto rendimento ed ai 200-250°C dei generatori di tipo
tradizionale.
Pertanto le caldaie a condensazione elevano il rendimento termodinamico della
caldaia oltre al 100% fino ad arrivare a valori del 109% per temperature dell’impianto di
riscaldamento pari a 40-50°C caratteristica che rende tale caldaia particolarmente adatta
ad impianti di riscaldamento a bassa temperatura come ad esempio gli impianti a pannelli
radianti. Questa valore del rendimento oltre il 100% trova la sua spiegazione nel fatto che
nella formula di calcolo del rendimento di una caldaia si utilizza il potere calorico
inferiore24 del combustibile ed in una caldaia a condensazione viene sfruttato parte del
calore latente del vapore acqueo che viene estratto dai fumi appunto per condensazione.
24
Si definisce potere calorifico inferiore il potere calorifico superiore diminuito del calore di condensazione del vapore
d'acqua durante la combustione. Il potere calorifico superiore è la quantità di calore che si rende disponibile per effetto della
Riassumendo i principali vantaggi delle caldaie a condensazione consistono nel:
 maggiore rendimento per recupero del calore di condensazione particolarmente a
basso carico (condizione nella quale il generatore funziona per la maggior parte
dell’anno), i rendimenti risultano tuttavia particolarmente elevati anche in assenza
di condensazione, poiché esse hanno minori dispersioni;
 l’efficacia dei sistemi di regolazione della temperatura di caldaia e della fiamma del
bruciatore in grado di adeguare costantemente la produzione di calore alle
effettive esigenze di impianto;
 si raggiungono risparmi nell'ordine del 30-50%, o anche maggiori se riferiti a
caldaie delle generazioni precedenti.
Gli svantaggi consistono nel:
 maggiore costo di acquisto (nell’ordine del 30/40%) dell’apparecchio rispetto ad
una caldaia tradizionale;
 necessità di disporre di una canna fumaria resistente all’attacco di condense acide,
e nel caso di impianti di elevata potenza, necessità di provvedere alla loro
neutralizzazione prima dello scarico in fogna;
 necessità di ottimizzare la circuitazione idraulica al fine di assicurare la minima
temperatura di ritorno al generatore di calore25;
 maggior complessità dell'impianto e conseguente necessità di progettisti,
installatori e manutentori specializzati.
Nell’aria, nell’acqua e nel suolo sono immagazzinate enormi quantità di energia,
che si rinnovano continuamente grazie al calore terrestre, alla radiazione solare e alle
precipitazioni atmosferiche. La pompa di calore è una macchina in grado di trasferire
calore da un ambiente a temperatura più bassa ad un altro a temperatura più alta26 Per far
ciò viene utilizzato il ciclo termodinamico frigorifero in cui con l’aiuto di un compressore
e di un gas in un circuito chiuso a seconda delle condizioni di temperatura e di pressione
in cui si trova, assume lo stato liquido o di vapore. La sua efficienza è rappresentata dal
coefficiente di prestazione COP, inteso come rapporto tra l’energia termica resa al corpo
combustione completa a pressione costante della massa unitaria del combustibile, quando i prodotti della combustione siano
riportati alla temperatura iniziale del combustibile e del comburente.
25
Questo perché la circolazione dell’acqua di caldaia avviene, contrariamente a quanto accade nelle caldaie a bassa
temperatura, in controcorrente rispetto ai gas di combustione. Ciò significa che l’acqua di ritorno del riscaldamento dovrà
affluire nella caldaia a condensazione nel punto di fuoriuscita dei gas di combustione.
26
Ciò a differenza di quanto avviene in natura in cui il calore si trasferisce da un corpo più caldo ad uno più freddo (principio
zero della termodinamica).
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6.2.7 Pompa di calore
94
da riscaldare e l’energia elettrica consumata perché possa avvenire il trasporto di calore
medesimo.
Il vantaggio più evidente è che si tratta di un sistema intrinsecamente efficiente,
grazie al rapporto elevato tra energia fornita ed energia elettrica assorbita; infatti il COP
si situa generalmente tra 3 e 4 a seconda del tipo di pompa di calore e delle condizioni di
funzionamento.
Ciò ha dirette ripercussioni anche sull’ammortamento del costo di installazione e
sulla bolletta del consumatore; i dati mostrano infatti un costo specifico medio per unità
di calore prodotto pari alla metà di quello di un impianto tradizionale con caldaia a gasolio
e 2/3 di quello di un impianto tradizionale con caldaia a metano.
LE DIVERSE POMPE DI CALORE
Le pompe di calore si distinguono in base al fluido che si utilizza nell’ambiente a
temperatura più fredda e al fluido dell’ambiente a temperatura più calda.
I principali tipi sono:
 Aria - acqua;
 Aria - aria;
 Acqua - acqua;
 Terra - acqua.
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L’aria come sorgente fredda ha il vantaggio di essere disponibile ovunque; tuttavia
la potenza resa dalla pompa di calore diminuisce al diminuire della temperatura della
sorgente. Ricordiamo che al di sotto dei 2°C il rendimento della pompa di calore è
minimo.
95
L’applicazione della pompa di calore del tipo aria – aria (impianto di
condizionamento) e aria – acqua (impianto idronico) è ormai attuale per la
climatizzazione nel settore residenziale e nel terziario, in alternativa ai sistemi
convenzionali composti da refrigeratore più caldaia per la sua convenienza in quanto
comporta un minor tempo di ammortamento del costo dell’impianto rispetto al costo di
un impianto da sfruttare per il solo riscaldamento.
Nel caso di un utilizzo per la sola produzione di calore per il riscaldamento degli
ambienti e dell’acqua calda, è necessario valutare gli aspetti economici e confrontarli con
i tradizionali sistemi come le caldaie a gas. Per il riscaldamento degli ambienti, gli
impianti possono essere monovalenti o bivalenti. Si utilizza la configurazione
monovalente quando la pompa di calore è in grado di coprire interamente il fabbisogno
termico; se la pompa di calore usa come sorgente l’aria esterna, tale configurazione è
adottabile nelle zone climatiche dove la temperatura esterna scende raramente sotto ai
0°C. In caso contrario, si deve realizzare un sistema bivalente, costituito dalla pompa di
calore e da un sistema di riscaldamento ausiliario, cioè da una caldaia tradizionale che
copra il fabbisogno termico quando la temperatura dell’aria scende al di sotto di 0°C. Per
il riscaldamento dell’acqua sanitaria, invece, occorrono serbatoi di accumulo più grandi di
quelli impiegati nei normali scaldacqua in quanto la temperatura dell’acqua prodotta non
supera i 55°C.
Il terreno come sorgente fredda (impianto geotermico) ha il vantaggio di subire
minori sbalzi di temperatura rispetto all’aria. In particolare rispetto all’aria la
temperatura del terreno subisce variazioni annuali molto più contenute: a profondità di 510 m la temperatura del suolo è pressoché costante tutto l’anno ed è equivalente
all’incirca alla temperatura media annuale dell’aria, ovvero circa 10-16°C27. Ciò significa
che il suolo, rispetto all’aria, è più caldo d’inverno e più fresco d’estate, a vantaggio del
rendimento della pompa di calore. Le tubazioni, se posizionate orizzontalmente, vanno
interrate ad una profondità minima da 1m a 1,5m per non risentire troppo delle
variazioni di temperatura dell’aria esterna, ed è necessaria una ampia estensione di
terreno, da 2 a 3 volte superiore alla superficie dei locali da riscaldare. Se invece le
tubazioni vengono posizionate in modo verticale, bisogna scendere a profondità di decine
di metri. In entrambi i casi si tratta però di una soluzione con costi più alti rispetto ad un
sistema a pompa di calore idronico della stessa potenza. Tuttavia il maggior costo è
compensato da un risparmio energetico che raggiunge il pareggio dopo 5 – 10 anni. Si
tenga altresì presente che la vita media dei componenti “fuori terra” è di 25 anni mentre
quella dei componenti interrati e di 50 anni e più.
6.2.8 Contabilizzazione del calore e la termoregolazione
Negli ultimi decenni, anche a fronte di una maggiore metanizzazione, si è assistito
nei condomini alla sostituzione dell’impianto di riscaldamento centralizzato con impianti
individuali autonomi.
Le ragioni di questa tendenza sono note: con un impianto autonomo si ha una
maggiore libertà nella gestione del riscaldamento, che si traduce nella scelta individuale
27
In climi freddi, dove il carico termico dell’edificio è sbilanciato a favore del riscaldamento, il suolo potrebbe raffreddarsi
per via del prelievo di calore: è però possibile accoppiare la pompa di calore geotermica a un impianto di pannelli solari
termici e immagazzinare nel suolo il calore accumulato in estate.
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
L’acqua come sorgente fredda garantisce le prestazioni della pompa di calore senza
risentire delle condizioni climatiche esterne; tuttavia richiede un costo addizionale per le
tubazioni.
96
dei tempi di accensione dell’impianto e delle temperature degli ambienti. In questo modo
facendo attenzione e tenendo conto delle proprie esigenze si riesce a risparmiare
parecchio. Ricordiamo infine che tale decisione è stata presa anche a fronte di una non
adeguata progettazione dell’impianto centralizzato originario in cui erano frequenti gli
sbalzi termici tra appartamento e appartamento (in genere erano più caldi quelli ai piani
medi e più freddi quelli al primo e ultimo piano). Inoltre con tubazioni non ben
coibentate veniva disperso calore verso cantine, androni, vani scala, ecc. ecc..
Tuttavia, la grande popolarità degli impianti individuali non è giustificata da
considerazioni di tipo tecnico. E’ utile a tal proposito riepilogare i vantaggi di un buon
impianto centralizzato.
 Il costo di prima installazione di un unico impianto centralizzato risulta inferiore a
quello della somma di tanti impianti unifamiliari;
 Negli impianti centralizzati è possibile l’impiego di combustibili diversi (metano,
gasolio, gas liquido), mentre in quelli autonomi si può usare solo il metano;
 La potenza termica che è necessario installare per riscaldare un condominio con
una unica caldaia centralizzata, è minore della somma delle potenze che occorrono
per tanti impianti autonomi. Di conseguenza, il consumo energetico relativo è
maggiore negli impianti individuali;
 La caldaia centralizzata ha una vita più lunga di quella delle caldaie singole;
 Il rendimento termico di un’unica caldaia centralizzata è migliore rispetto a quello
di tante caldaie individuali;
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
 Le spese di manutenzione e quelle per i controlli da parte degli enti pubblici, sono
più elevate negli impianti individuali, in quanto negli impianti centralizzati tali
spese si ripartiscono tra tutti i condomini;
97
 Gli impianti centralizzati sono più sicuri. Infatti nei condomini con impianti
autonomi non è sufficiente che il proprio impianto sia in regola e ben tenuto: tutti
gli appartamenti sono soggetti ad essere coinvolti in incidenti provocati da altri
eventuali impianti non in regola.
L’alternativa che coniuga i vantaggi di un impianto centralizzato con i vantaggi di un
impianto autonomo sono la contabilizzazione individuale del calore e la termoregolazione
autonoma delle temperature. In sostanza, questa tecnologia permette di gestire in modo
autonomo il riscaldamento del proprio appartamento, senza che ciascuno abbia dentro
casa una caldaia. Il generatore di calore rimane sempre unica per tutto il condominio, ma
ogni proprietario/occupante ha la possibilità, attraverso particolari dispositivi, di
spegnere, ridurre o aumentare (entro il limite di legge di 20 gradi in media, più due di
tolleranza) la temperatura del proprio appartamento, ufficio o negozio.
Grazie a contatori individuali, ciascuno paga solo il calore che ha effettivamente
consumato. Si tratta di installare un sistema di apparecchiature che misurano
(contabilizzano) la quantità di calore effettivamente consumata in ogni appartamento e
consentono di regolare le temperature della parte di impianto che al servizio di ogni
alloggio. Il tipo di apparecchiature da installare dipendono molto dal sistema di
distribuzione dell’impianto e dal grado di automatismo della gestione che si vuole
realizzare.
I vantaggi della contabilizzazione del calore, dal punto di vista energetico, sono
notevoli; proprio per questo motivo per i nuovi edifici il Regolamento Edilizio Comunale
(REC) del Comune di Baronissi, ART. 164-comma 3 bis, è previsto “per gli edifici nuovi
con numero maggiore o uguale a quattro unità abitative, o per volumi maggiori di 1000 mc, è
obbligatorio l’impiego di impianti di riscaldamento centralizzati ad alto rendimento che prevedano
un sistema di gestione e contabilizzazione individuale dei consumi”.
La termoregolazione ha il compito di mantenere costante la temperatura degli
ambienti riscaldati al variare delle condizioni climatiche esterne ed interne. Vi sono varie
tecnologie che assolvono tale compito. Un sistema di termoregolazione efficace ed
economico è quello dell’installazione delle valvole termostatiche sui radiatori al posto
delle normali valvole manuali. Esse regolano automaticamente l’afflusso di acqua calda in
modo da mantenere la temperatura prescelta costante ed omogenea in ogni vano
sfruttando favorevolmente gli apporti gratuiti di energia. Le valvole termostatiche
installate sui radiatori degli impianti centralizzati hanno anche una buona influenza
sull’equilibrio termico delle diverse zone dell’edificio, infatti, quando i piani più caldi
raggiungono i 20°C le valvole si chiudono consentendo un maggiore afflusso di acqua
calda ai piani più freddi. Il risparmio di energia (ed economico) indotto dall’uso dalle
valvole termostatiche può arrivare fino al 20%.
Con il sistema precedentemente descritto non è possibile modificare durante la
giornata o la settimana le temperature i modo automatico. Vi sono tuttavia dei sistemi di
termoregolazione che permettono di variare la temperatura impostata in funzione di un
impostato diagramma temporale sia giornaliero che settimanale.
Infine si arriva a sistemi di termoregolazione perfettamente integrati in sistemi
domotici in cui oltre a parametrizzare la temperature dei locali a fasce orarie si può
diversificare la temperatura degli ambienti in funzione della presenza o meno delle
persone come sarà meglio descritto nel paragrafo successivo.
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
Si stima che l’adozione di sistemi di contabilizzazione e di termoregolazione: il
risparmio energetico, anche in considerazione della maggiore attenzione dei fruitori, è
almeno del 20%. Le ditte che installano i sistemi di contabilizzazione offrono anche il
servizio d’assistenza e di lettura con la ripartizione delle spese individuali.
98
Ad integrazione dei sistemi di termoregolazione visti vi è anche quella detta climatica
che prevede la gestione del calore emesso dalla centrale termica non solo in funzione
della temperatura dei locali interni e quindi dalla quantità di calore richiesta dagli
ambienti, ma anche in funzione della temperatura esterna. In questo modo con l’ausilio di
una sonda di temperatura esterna si calibra la temperatura del fluido termodinamico
utilizzato per la climatizzazione in modo da prevenire innalzamenti della temperatura al
di sopra di quella ideale senza ottenerne alcun beneficio in termini di benessere percepito.
6.2.9 Sistemi domotici nel settore residenziale e nel settore
produttivo
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
Ritornando alla direttiva 210/31/CE sulla prestazione energetica degli edifici
l’articolo 8 comma 1 recita: “Al fine di ottimizzare il consumo energetico dei sistemi tecnici per
l’edilizia, gli Stati membri stabiliscono requisiti di impianto relativi al rendimento energetico
globale, alla corretta installazione e alle dimensioni, alla regolazione e al controllo
adeguati degli impianti tecnici per l’edilizia installati negli edifici esistenti. Gli Stati membri
possono altresì applicare tali requisiti agli edifici di nuova costruzione. Tali requisiti sono stabiliti
per il caso di nuova installazione, sostituzione o miglioramento di sistemi tecnici per l’edilizia e si
applicano per quanto tecnicamente, economicamente e funzionalmente fattibile. Detti requisiti
riguardano almeno quanto segue: a) impianti di riscaldamento; b) impianti di produzione di acqua
calda; c) impianti di condizionamento d’aria; d) grandi impianti di ventilazione o una
combinazione di tali impianti.
99
Inoltre il comma 2 dello stesso articolo recita:” Gli Stati membri promuovono
l’introduzione di sistemi di misurazione intelligenti quando un edificio è in fase di costruzione o è
oggetto di una ristrutturazione importante, provvedendo a che tale promozione sia in linea con
l’allegato I, punto 2, della direttiva 2009/72/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 13
luglio 2009, relativa a norme comuni per il mercato interno dell’energia elettrica [16]. Gli Stati
membri possono inoltre promuovere l’installazione di sistemi di controllo attivo
come i sistemi di automazione, controllo e monitoraggio finalizzati al risparmio
energetico.
L’introduzione diretta, nel testo della direttiva, del riferimento ai sistemi di
automazione, apre la possibilità ad azioni più incisive da attuare in ambito nazionale,
soprattutto nei conseguenti provvedimenti di recepimento facendo entrare a pieno titolo
la domotica tra le tecnologie finalizzate all’utilizzo razionale dell’energia.
Da quanto detto si capisce l’importanza della Norma Europea CEN EN15232
“Prestazione energetica degli edifici – Incidenza dell'automazione, della regolazione e della gestione
tecnica degli edifici”. Essa è stata emanata nell’ottobre 2007 e definisce gli effetti dei sistemi
di controllo ed automazione sull’efficienza energetica degli edifici. Tale norma è recepita
definitivamente in Italia mediante la Guida Tecnica CEI 205-18 del febbraio 2011.
Le definizioni utilizzate sono:
- HBES: Home and Building Electronic System; in italiano “Sistema elettronico per
la casa e l’edificio”. È un sistema elettrico/elettronico che ha come obiettivo
quello di controllare e comandare, in maniera automatizzata o no, un insieme
integrato di funzioni in edifici ad uso residenziale, civile, terziario o industriale.
(Norma CEI 205)
- BAC: Building Automation and Control: Descrizione di prodotti, software e
servizi energetici per il controllo automatico, monitoraggio e ottimizzazione degli
interventi manuali e gestionali per avere una serie di dispositivi al servizio
dell’edificio che ne garantisca l’efficienza energetica l’economia e la sicurezza;
- BACS: BAC & System: comprende tutti i prodotti di cui sopra per il controllo
automatico incluso gli interlook tra i diversi sistemi impiantistici;
- TBM & TBS (Technical Building Management & Technical Building System): il
processo e il servizio delle operazioni di gestione dell’edificio incluso tutti i
dispositivi tecnici in relazione con altre discipline (progettazione e gestione
economica, project management e project financing).
 Riscaldamento;
 Raffrescamento;
 Ventilazione;
 Illuminazione;
 Produzione di acqua calda;
 Controllo schermature solari (tapparelle e luce ambiente);
 Centralizzazione e controllo integrato delle diverse applicazioni;
 Diagnostica;
 Rilevamento consumi / miglioramento dei parametri di automazione.
La norma sottolinea il seguente principio fondamentale: “è indispensabile che tutti gli
impianti elettrici e tecnologici, sia nuovi sia già esistenti, siano dotati di opportuni dispositivi o
sistemi di controllo, regolazione e automazione.”
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
Tale guida descrive i metodi per valutare l’influenza dell’automazione e della gestione
degli edifici sul consumo energetico. Pone in evidenza come l’inserimento negli edifici
(residenziale e terziario) di Sistemi di Controllo ed Automazione comporta una riduzione
dei consumi energetici in generale e principalmente dei più importanti:
100
Si considerano i sistemi di automazione come addetti alla funzione di massimizzare
l’efficienza energetica degli impianti dell’edificio in relazione alle condizioni ambientali
esterne e ai differenti e variabili scenari di utilizzo e occupazione dei singoli ambienti
dell’edificio stesso, fornendo nel contempo i massimi livelli di comfort, sicurezza e
qualità.
Inoltre si parte dal principio che l’impiego esteso dei sistemi di automazione,
educa parallelamente ad apprezzare ed apprendere i criteri di risparmio energetico e di
rispetto dell’ambiente, correggendo le cattive abitudini dell’utente.
Vediamo nello specifico le varie funzioni che la domotica può controllare:
TERMOREGOLAZIONE A ZONE
Tale soluzione ci permette di scegliere la temperatura di set point di ogni singola
stanza a seconda della sua funzione e del momento della giornata in cui la si utilizza e
dell’eventuale apertura di finestre. È possibile inoltre selezionare gli ambienti che non
essendo utilizzati non si vuole riscaldare.
Il sistema è costituito da una centrale di controllo. Il controllo di elettrovalvole,
pompe di circolazione e altri componenti idraulici è effettuato da appositi dispositivi
attuatori gestiti direttamente dalla centrale.
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
Per la sua funzionalità questo sistema trova ideale applicazione in ville, villette a
schiera e piccolo terziario ove il controllo differenziato per zone della temperatura
consente un risparmio di circa il 30% di energia in meno rispetto ad un impianto
tradizionale, controllato da un solo cronotermostato.
101
I dispositivi dell’impianto Termoregolazione sono cablati con un semplice doppino
BUS per la trasmissione delle informazioni.
L’impianto di termoregolazione può gestire sistemi di riscaldamento a
termosifoni, riscaldamento a pavimento, a pannelli radianti e sistemi di
riscaldamento/raffrescamento a fan-coil per uffici, studi medici etc. È possibile gestire
anche sistemi misti (es.: pannelli radianti con fan-coil).
In un impianto che prevede questo tipo di termoregolazione vi sono elettrovalvole
per ogni singolo ambiente, pertanto ogni zona deve essere idraulicamente indipendente
dalle altre. Le elettrovalvole utilizzate dipendono dal tipo di scambiatore di calore
utilizzato e possono essere di tipo ON/OFF o di tipo proporzionale. In particolare negli
impianti con fan-coil l’elettrovalvola può essere installata all’interno del fan-coil stesso. In
impianti a 2 tubi l’elettrovalvola è una sola per entrambe le funzioni di riscaldamento e
raffrescamento. In impianti a 4 tubi le elettrovalvole sono 2 e distinte per le singole
funzioni di riscaldamento e raffrescamento. In ogni caso il controllo mediante domotica
permette di localizzare le elettrovalvole di regolazione dove rimane più comodo ed
economico.
GESTIONE E AUTOMAZIONE LUCI
Il controllo dell’impianto di illuminazione può essere utilizzato per attivare o
disattivare le luci quando è necessario, evitando sprechi di energia. Ovviamente tutte le
scelte progettuali, tecniche e di regolazione devono fare i conti con i minimi di qualità,
comfort ed illuminamento imposti anzitutto dalla norma UNI 12464.
Per questo scopo sono molto diffusi i sistemi che permettono la regolazione
dell'accensione, dello spegnimento e dell'intensità delle luci (dimmer).
Le possibili applicazioni di un impianto di controllo e regolazione dell’illuminazione sono:
 accensione/spegnimento;
 dimmerizzazione;
 controllo costante della luminosità con fotosensori;
 gestione automatica con sensori di movimento;
 scenari luminosi.
La dimmerazione è uno degli obiettivi principali del controllo intelligente, perché
dimmerare influisce sul risparmio energetico, e prolunga la vita media di una lampada
quasi pari al raddoppio, sfruttando livelli di accensione inferiori al 100% e utilizzando in
modo più omogeneo tutte le sorgenti luminose. È inoltre possibile in alcuni sistemi
monitorare le ore di vita delle lampade, programmando gli interventi di manutenzione
ordinaria.
I sensori di movimento accendono automaticamente le luci quando necessario,
ovvero quando viene rilevato un movimento e le disattivano dopo un tempo regolabile.
Essi sono molto utili per la sicurezza esterna e per l’illuminazione ambientale dei percorsi
esterni.
I sensori di occupazione rilevano la presenza in una determinata zona della casa.
Essi forniscono risparmio energetico accendendo automaticamente le luci quando
qualcuno entra in una stanza e spegnendole subito dopo che l’ultimo occupante lascia la
zona.
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Il carico è gestito in modo automatico o manuale in accensione, spegnimento e
regolazione al livello di illuminamento desiderato.
102
I fotosensori sono necessari per evitare automaticamente che le luci esterne
funzionino durante le ore diurne. Ciò permette di non ricordarsi ogni volta di spegnere
queste luci e di risparmiare energia di conseguenza. Tali fotosensori possono essere
utilizzati anche negli ambienti interni per comandare nelle ore diurne l’apertura o
chiusura delle tapparelle e tendaggi in modo tale da incrementare la quantità di luce
naturale presente nell’ambiente considerato. Siamo così in grado di ottenere
l’integrazione tra il controllo illuminazione e l’automazione tapparelle.
I timer possono essere utilizzati per accendere o spegnere le luci esterne ed
interne in momenti specifici; utilizzando una centralina domotica detti timer vengono
integrati mediante programmazione della centralina stessa.
Infine, sfruttando lo stesso rilevatore di presenza del sistema antifurto, è possibile
rilevare la presenza di persone nell'ambiente e implementare un sistema di controllo
dell'illuminazione in funzione della presenza. Se l'ambiente non è occupato,
l'illuminazione si spegne automaticamente nel caso in cui qualcuno abbia dimenticato di
spegnerla manualmente.
CONTROLLO SERRANDE, AVVOLGIBILI, FINESTRE E VENEZIANE
Serrande avvolgibili controllate da sensori, finestre e veneziane con controllo
lamelle dipendente dalla posizione del sole garantiscono condizioni di illuminazione
ottimali e contribuiscono a migliorare la climatizzazione degli ambienti.
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La componentistica minima indispensabile per la realizzazione della
motorizzazione è una attuatore per serrande, considerata già installata la motorizzazione
del sistema.
103
Come appena accennato, il sistema permette di movimentare le serrande o i brise soleil28
in funzione di:
 orari prestabiliti;
 giorno dell’anno mediante una speciale funzione legata anche alla posizione
geografica in cui si trova l’edificio;
 livello di insolazione interno ed esterno, tramite informazioni da fotosensori;
 temperatura interna ed esterna.
28
Brise soleil un elemento d'architettura che serve a proteggere dal diretto soleggiamento facciate di edifici o ambienti
interni, al fine di evitare la manifestazione di calore eccessivo.
INTEGRAZIONE TRA IMPIANTO ILLUMINAZIONE
SERRANDE, AVVOLGIBILI, FINESTRE E VENEZIANE
CONTROLLO
Grazie al controllo degli scudi esterni, per es. le veneziane, è possibile influenzare
l’incidenza della luce esterna nell’ambiente. Esiste, quindi, una diretta correlazione fra
controllo dell’illuminazione e controllo delle veneziane. Se, ad esempio, un ufficio
diventa troppo buio perché una veneziana è chiusa, si accende la luce per compensare la
mancanza di luminosità. Di conseguenza, l’illuminazione consuma energia elettrica in un
momento in cui c’è effettivamente sufficiente luce diurna a disposizione. Una soluzione
più efficiente è il controllo automatico dell’angolo delle lamelle della veneziana in base
alla posizione del sole. Le lamelle vengono aperte in misura tale da garantire l’ingresso di
una sufficiente quantità di luce diurna, impedendo tuttavia un abbagliamento diretto.
Utilizzando speciali lamelle di guida della luce, si migliora l’incidenza del contributo
naturale. In combinazione con un controllo costante dell’illuminazione, che garantisce
l’utilizzo di una quantità minima di luce per mantenere la luminosità necessaria, è
possibile risparmiare una notevole quantità di energia elettrica. Si può implementare un
controllo automatico delle veneziane in combinazione con un controllo costante
dell’illuminazione in funzione della presenza, ottenendo un potenziale risparmio fino al
40% rispetto ad un comando manuale del sistema di illuminazione. Negli ambienti del
terziario si può anche raggiungere il 55% - 75% di risparmio.
Gestire l’illuminazione in funzione della presenza di persone e della quantità di
luce naturale porta ad avere il massimo comfort visivo per gli utilizzatori e dare un grosso
contributo al risparmio energetico. Il flusso luminoso viene controllato e distribuito
quando serve, dove serve e nelle quantità opportune.
È possibile visualizzare e memorizzare non solo i consumi della propria abitazione
(elettricità, acqua e gas), ma anche la produzione di energia e di acqua calda ottenute con
eventuali impianti a pannelli fotovoltaici o con il solare termico. Si può scegliere il tipo di
consumo da verificare, il tipo di visualizzazione (istantanea o tramite grafici) e il periodo
(giorno, mese, anno). Informazioni estremamente utili per utilizzare al meglio i propri
impianti e ridurre sprechi e malfunzionamenti.
La visualizzazione dei consumi fornisce all’utente i dati istantanei e cumulati sui
touch screen di supervisione. In genere, tra le principali variabili di interesse, è possibile
visualizzare:
 Il consumo istantaneo;
 Il consumo giornaliero;
 Il consumo mensile;
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MISURA E MEMORIZZAZIONE DEI CONSUMI
104
 Il consumo medio giornaliero per ogni mese;
 Il consumo annuale;
 I grafici di consumo giornaliero e mensile;
 Il consumo in diverse unità di misura (m3, kWh, etc.) e l’equivalente in denaro se
inserite le tariffe;
 Il consumo derivante da sistemi di contabilizzazione del calore;
 La produzione di acqua calda se è presente impianto solare termico.
Un impianto di domotica volto al risparmio energetico deve essere continuamente
supervisionato, questo per garantire l’adeguatezza della programmazione e delle scelte
(anche contrattuali) effettuate. Nel tempo cambiano le condizioni al contorno, rendendo
spesso la strategia di ottimizzazione non conveniente. Tale sistema è infatti sconsigliato a
chi non ha capacità tecniche di gestione o a chi non sceglie un adeguato contratto di
manutenzione. Esso può portare fino ad un risparmio del 15%.
GESTIONE E CONTROLLO DEI CARICHI
Tale soluzione permette di gestire la massima potenza impiegata e di scollegare
automaticamente, in caso di sovraccarico, gli elettrodomestici meno importanti; è più un
sistema di qualità che di riduzione del consumo. L’utente può verificare il consumo totale
delle singole linee controllate e decidere di modificare la priorità tra le stesse.
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
L’utente può però risparmiare temporizzando l’attivazione dei carichi energivori
in funzione delle migliori fasce orarie di acquisto dell’energia.
105
Il sistema di Gestione controllo carichi gestisce la massima potenza impiegata
scollegando automaticamente, in caso di sovraccarico, gli elettrodomestici meno
importanti. Per tale motivo permette di avere contratti con potenza massima impegnata
minore e quindi costi ridotti.
Esso consente di fissare un tetto massimo ai consumi energetici della casa. E’
possibile fissare il limite in kWh/giorno e decidere, per esempio, di non consumare oltre
una certa quantità di energia. Ovviamente, ogni qual volta i consumi elettrici si
avvicinano al limite fissato (si ipotizzi che forno, lavatrice, riscaldamento elettrico siano
accesi contemporaneamente), la gestione carichi inizierà a disalimentare ciò che è
classificato meno importante, ad esempio alcune luci esterne. Configurando gli
attuatori/presa del sistema controllo carichi è possibile impostare attraverso i touch
screen delle temporizzazioni per attivare i carichi ad orari prestabiliti. E’ quindi possibile
l’attivazione di alcuni carichi (elettrodomestici), solo in alcune fasce orarie e ad una
determinata tariffazione. Qualora fosse necessario è sempre possibile riattivare
immediatamente l'elettrodomestico "staccato" dalla centralina azionando il pulsante a
fianco della presa controllata oppure via touch-screen.
SERVIZI AGGIUNTIVI NON ENERGIVORI
I sistemi di automazione, permettono anche il controllo di sistemi relativi a servizi
che esulano dal settore energia. Servizi altrettanto importanti ed utili ma che non pesano
nella valutazione di investimento di risparmio energetico:
 sicurezza, sorveglianza, antintrusione;
 manutenzione;
 allarmi acqua, gas, incendio;
 richieste soccorso anziani-disabili;
 utilità di comando e controllo per portatori di handicap;
 audio, video, telefonia, rete dati;
 comodità come sistemi di irrigazione, comando serrande, etc.;
 aumento della sicurezza elettrica grazie alla migliore possibilità di riconoscere
assorbimenti anomali o comunque diversi dal normale.
CLASSIFICAZIONE DEGLI IMPIANTI TECNICI PER IL RISPARMIO
ENERGETICO SECONDO LA NORMA EN 15232.
La norma EN 15232 fa riferimento e completa tutta una serie di norme che
appartengono alle serie EN 15000 ed EN 12000, che per ogni settore di applicazione
definiscono dei metodi di calcolo per la determinazione del risparmio energetico
ottenibile. Si riportano di seguito le quattro classi di efficienza energetica definite dalla
norma, valide sia nel settore residenziale che terziario:
 Classe D “NON ENERGY EFFICIENT” (NON ENERGETICAMENTE
EFFICIENTE): comprende gli impianti tecnici tradizionali e privi di automazione,
non efficienti dal punto di vista energetico;
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
In alcuni casi tali servizi si integrano tra loro. Per esempio il sensore che determina
l’intrusione in una stanza tramite un contatto presente nell’imposta permette di creare
una funzione particolarmente utile per il risparmio energetico. Con esso aprendo porte o
finestre è possibile spegnere il riscaldamento o il condizionamento della zona di
termoregolazione che corrisponde all’ambiente in cui si sono aperti i serramenti.
106
 Classe C “STANDARD” (RIFERIMENTO): corrisponde agli impianti
automatizzati con apparecchi di controllo tradizionali o con sistemi BUS
(BACS/HBES). È considerata la classe di riferimento perché corrisponde ai
requisiti minimi richiesti dalla direttiva EPBD. Infatti questa classe, rispetto alla
Classe D, consente di ottenere un notevole incremento dell’efficienza energetica
utilizzando un sistema di automazione tradizionale o un sistema bus ad un livello
prestazionale e funzionale minimo rispetto alle sue reali potenzialità.
 Classe B “ADVANCED” (AVANZATO): comprende gli impianti controllati con
un sistema di automazione bus (BACS/HBES) ma dotati anche di una gestione
centralizzata e coordinata delle funzioni e dei singoli impianti (TBM).
 Classe A “HIGH ENERGY PERFORMANCE” (ALTA PRESTAZIONE
ENERGETICA): come la classe B ma con livelli di precisione e completezza del
controllo automatico tali da garantire elevate prestazioni energetiche all’impianto.
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
Anche in questa norma si riprende lo stile delle etichette energetiche degli
elettrodomestici e delle abitazioni per identificare in modo semplice e veloce la classe
raggiunta dagli impianti tecnici.
107
F IGURA 6.1: R APPRESENTAZIONE GRAFICA DELLE CLASSI DI AUTOMAZIONE , CONTROLLI E SUPERVISIONI
COME DA N ORMA EN 15232.
Per l’individuazione di una classe energetica di un edificio si sono definite delle
funzioni Per ogni funzione sono indicati diversi livelli prestazionali, identificati con un
numero che va da 0 a valori maggiori secondo prestazioni energetiche crescenti. Un
sistema di automazione è di Classe D, C, B o A se tutte le funzioni che implementa sono
rispettivamente almeno di Classe D, C, B o A.
La norma EN15232 elenca le funzioni in una tabella, essa distingue tra “Edifici
Non-Residenziali” ed “Edifici Residenziali”, e identifica per ogni classe quali sono i livelli
minimi prestazionali che devono essere garantiti relativamente ad ogni funzione di
automazione.
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
T ABELLA 6.2: L ISTA DELLE FUNZIONI : CONTROLLO RISCALDAMENTO .
108
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
109
T ABELLA
6.3
ILLUMINAZIONE .
L ISTA
DELLE
FUNZIONI :
CONTROLLO
VENTILAZIONE ,
CONDIZIONAMENTO
E
T ABELLA 6.4: L ISTA DELLE FUNZIONI : CONTROLLO SCHERMATURE SOLARI , SISTEMI DOMOTICI E
IMPIANTI TECNICI .
La norma indica due metodi di calcolo dell’efficienza energetica di un sistema di
automazione negli edifici:
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
 calcolo dettagliato: è una procedura di calcolo analitica utilizzabile quando il
sistema è completamente noto;
 calcolo basato su fattori di efficienza “BAC factors”: è una procedura di calcolo su
base statistica che consente di effettuare una valutazione di massima.
110
7 IL RISPARMIO ENERGETICO DA FONTI RINNOVABILI.
POTENZIALITÀ DELLE FONTI DI ENERGIA RINNOVABILI
NEL COMUNE DI BARONISSI
7.1 Generalità
Ricordiamo che il PEC è tra le altre cose “un documento finalizzato alla
individuazione ed alla programmazione di interventi tesi all’uso di fonti rinnovabili, con
conseguenti ripercussioni positive sulla tutela dell’ambiente”.
Nel decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28 “Attuazione della direttiva
2009/28/CE sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili, recante modifica
e successiva abrogazione delle direttive 2001/77/CE e 2003/30/CE” vengono definiti “
gli strumenti, i meccanismi, gli incentivi e il quadro istituzionale, finanziario e giuridico, necessari
per il raggiungimento degli obiettivi fino al 2020 in materia di quota complessiva di energia da
fonti rinnovabili sul consumo finale lordo di energia e di quota di energia da fonti rinnovabili nei
trasporti”.
Infine Sulla Gazzetta Ufficiale del 2 aprile 2012 è stato pubblicato il decreto
“Burden Sharing”, in attuazione a quanto previsto dall’articolo 37 del citato Decreto
Rinnovabili (D. Lgs. 28/2011), che fissa gli obiettivi per ciascuna Regione relativamente
alla produzione di energia da fonti rinnovabili.
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
Il provvedimento definisce
111

le modalità di determinazione e conseguimento degli obiettivi delle Regioni e
delle Province autonome;

le modalità di monitoraggio e verifica del raggiungimento degli obiettivi;

le modalità di gestione dei casi di mancato raggiungimento degli obiettivi.
Entro tre mesi dall’entrata in vigore del decreto verrà istituito un osservatorio per
monitorare il raggiungimento degli obiettivi da parte delle diverse Regioni.
Analizzeremo nel prosieguo del capitolo le potenzialità legate alle fonti di energia
rinnovabili nel comune di Baronissi. In particolare, vengono esaminate la fonte solare,
con particolare riferimento al fotovoltaico e l’energia eolica.
7.2 Energia Solare Fotovoltaica
A fine 2011 in Italia la situazione del fotovoltaico era la seguente:
 numero di impianti in esercizio: 330.000;
 potenza installata: 12.780 MW;
 energia prodotta: 11 TWh.
In Campania si è avuto, anche in relazione al 2010, un trend più che positivo come
evidenziato in tabella 7.1.
Anno 2010
Anno 2011
% 10/11
n°
%
MW
%
n°
%
MW
%
4.006
2,6
84,4
2,4
10.071
3,1
376,0
2,9
151
345
Avellino
564
0,36
7,5
0,22
1.642
0,50
31,5
0,25
191
318
Benevento
420
0,27
6,7
0,19
1.101
0,33
30,1
0,24
162
346
Caserta
896
0,57 19,9 0,57
2.341
0,71 134,6 1,05
161
576
Napoli
882
0,57 32,1 0,92
2.286
0,69
81,3
0,64
159
153
1.244 0,80 18,2 0,52
2.701
0,82
98,6
0,77
117
443
Campania
Salerno
Numerosità Potenza
T ABELLA 7.1: N UMEROSITÀ E POTENZA PER P ROVINCIA DEGLI IMPIANTI FOTOVOLTAICI A FINE 2011 29.
Per la determinazione del potenziale teorico fotovoltaico si è provveduto alla
determinazione della superficie lorda considerando come dati di base quelli rilevati dal
sito della Provincia di Salerno. Abbiamo:
Popolazione
[abitanti]
Residente Superficie
[km2]
16850
17.85
Densità
[abitanti/km2]
944
T ABELLA 7.2: D ATI P OPOLAZIONE 30
29
30
Rapporto Statistico 2011 Solare Fotovoltaico del GSE (Gestore dei Servizi Energetici).
Dati Provincia di Salerno.
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
7.2.1 Potenziale teorico Comune di Baronissi
112
Da dati ISTAT31 la superficie lorda occupata da persone residenti è pari a circa il
10% della superfice totale del Comune di Baronissi.
In questo modo, in realtà, si considerano le superfici chiuse, che comprendono
non solo gli edifici ma anche altre costruzioni non idonee all’installazione di impianti ad
energia solare. In letteratura non è possibile individuare un dato univoco per quanto
concerne la percentuale di superficie effettivamente utilizzabile per le installazioni a
partire da quella lorda. Nel PEC del Comune di Bologna si è impiegato un coefficiente
pari al 25% che riteniamo congruo per questo stato di analisi. Per cui abbiamo che la
superficie utile per l’installazione dei moduli fotovoltaici è pari a: 0.45 km2.
Orbene supponendo che circa 10 m2 di superficie di moduli in silicio
policristallino consentono di ottenere un impianto di 1.4 kWp abbiamo che il potenziale
teorico di potenza fotovoltaica installabile è pari a 62.5 MWp.
Per la determinazione dei valori di irradiazione solare, ovvero per il calcolo della
producibilità dell’impianto, ci si è avvalsi degli strumenti messi a disposizione dalla
comunità europea ed in particolare dal sito SOLAREC (Sistema informazioni geografiche
per il fotovoltaico)32.
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
Di seguito riportiamo la simulazione per la determinazione dell’energia prodotta
da un ipotetico impianto di 1.4 kWp (superfice captante di 10 m2) nel comune di
Baronissi con elevazione del 20° e azimut di 0°.
113
31
Allegato statistico ISTAT Audizione del Presidente dell’Istituto nazionale di statistica, Enrico Giovannini - Commissione
XIII “Territorio, Ambiente e Beni ambientali” del Senato della Repubblica - Roma, 18 Gennaio 2012.
32
HTTP :// RE . JRC . EC . EUROPA . EU /.
Luogo: BARONISSI 40°44'55" Nord, 14°46'18" Est, Quota: 192 m.s.l.m.,
Database di radiazione solare usato: PVGIS-classic
Potenza nominale del sistema FV: 1.4 kW (silicio cristallino)
Stime di perdite causata dalla temperatura: 15.5% (usando temperatura esterna locale)
Stima di perdite causate da effetti di riflessione: 2.8%
Perdite di sistema: 14.0%33
Perdite totali del sistema FV: 29.3%
Mese
Gen
Feb
Mar
Apr
Mag
Giu
Lug
Ago
Set
Ott
Nov
Dic
Ed
2.47
3.07
4.29
5.44
5.86
6.23
6.27
5.94
5.14
4.21
2.9
2.28
Em
76.5
86.1
133
163
182
187
194
184
154
130
87.1
70.8
Hd
2.31
2.92
4.23
5.44
6.04
6.59
6.63
6.33
5.3
4.21
2.8
2.16
Hm
71.6
81.9
131
163
187
198
206
196
159
131
83.9
67
Media annuale
4.52
137
4.59
140
Totale per l'anno
1650
S ISTEMA FISSO : INCLINAZIONE =20°, ORIENTAMENTO =0°
Ed: Produzione elettrica media giornaliera dal sistema indicata (kWh)
Em: Produzione elettrica media mensile dal sistema indicata (kWh)
Hd: Media dell'irraggiamento giornaliero al metro quadro ricevuto dai panelli del sistema (kWh/m2)
Hm: Media dell'irraggiamento al metro quadro ricevuto dai panelli del sistema (kWh/m2)
33
Le perdite di sistema stimate sono tutte le perdite di energia nel sistema FV che riducono l'energia che effettivamente sarà
mandata nella rete elettrica, rispetto a quella prodotta dai panelli FV. Ci sono vari tipi di perdite come per esempio perdite
nei cavi (resistenza elettrica), perdite nell' inverter, polvere o neve sui moduli, ecc. ecc.. Abbiamo suggerito un valore totale
di 14%, per esempio con un' inverter ad alta efficienza, si può ridurre un po' questo valore.
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
1670
114
115
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
PVGIS © Comunità europee, 2001-2010
Poiché occorre considerare la teorica distribuzione delle esposizioni, ovvero il
contributo dei differenti orientamenti rispetto alla ideale posizione Sud, si considerano
equiprobabili i casi in cui la superficie netta utile (per copertura a falde inclinate) abbia le
seguenti caratteristiche in termini di elevazione e azimut:
- Elev. +20°, Azimut 0°
- Elev. +20°, Azimut ± 20°
- Elev. +20°, Azimut ± 40°
Esposizione
Superficie
utile netta
[m2]
Elev.=20° Azi. = 0°
148750
20.825
24543.75
Elev.=20° Azi. = +-20°
148750
20.825
23800
Elev.=20° Azi. = +-40°
148750
20.825
23205
TOTALE
446250
62.475
71548.75
Potenza
Energia annua
installabile [MWp] producibile [MWh/a]
T ABELLA 7.3: C ALCOLO DELL ’ ENERGIA PRODUCIBILE DA IMPIANTI FOTOVOLTAICI IN RELAZIONE ALLA
SUPERFICIE UTILE NETTA E ALL ’ ESPOSIZIONE NEL COMUNE DI B ARONISSI .
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
Con queste ipotesi abbiano:
116
Con le ipotesi fatte un impianto di potenza di 1 kWp sarebbe in grado di produrre
in rete circa 1145 kWh in un anno di energia elettrica.
Sul fronte del risparmio nell’emissione di gas serra (in particolare CO2) ciò
significherebbe che installando tutta la potenza teorica si contribuirebbe ad evitare circa
31000 tonnellate di CO2 ogni anno per una vita utile degli impianti stimata di 25 anni.
7.2.2 Impianti fotovoltaici a servizio delle scuole nel Comune di
Baronissi
A fine Maggio 2012 sono entrati in funzione su alcune scuole elementari del
Comune di Baronissi i seguenti impianti fotovoltaici:
 Scuola Santa Maria delle Grazie – SAVA
 Scuola C. Collodi - ANTESSANO
19.85 kWp;
4.06 kWp;
 Scuola G. Falcone - SARAGNANO
 Scuola Cosimato BARONISSI CENTRO
4,06 kWp;
14,00 kWp.
Per una potenza totale installata di circa 42 kWp.
Ciò significa una produzione di energia elettrica pari a circa 53000 kWh.
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
7.3 Energia Eolica
117
L’energia del vento o eolica è utilizzata dall’uomo da tempo immemorabile per
navigare e per produrre energia meccanica. Solo più recentemente la tecnologia, anche se
non molto sofisticata, ha permesso di produrre anche energia elettrica. L’impianto
necessario è un semplice “mulino a vento” opportunamente collegato a un generatore e
una batteria o a un qualsiasi altro elemento in grado di utilizzare la corrente prodotta.
Le prospettive dell’energia eolica sono assai positive: la potenza installata è in
rapida crescita, con una prevedibile diminuzione dei costi. Si stima addirittura che grazie
al vento sarebbe possibile soddisfare totalmente le attuali richieste mondiali di energia, se
non fosse per l’intermittenza della potenza erogata e per la necessità conseguente di avere
altre sorgenti disponibili in modo più continuativo.
Occorre sottolineare che accanto ai ben noti vantaggi, l’eolico è afflitto da due
inconvenienti di rilievo: il primo è la generazione di energia non costante, dovuta al fatto
che il vento ha un’intensità variabile e poco prevedibile, il secondo è la difficoltà
d’immagazzinamento dell’energia elettrica prodotta34. Una soluzione alternativa consiste
nella dislocazione di una rete di turbine eoliche su vasta scala, in modo tale da suddividere
34
Questa problematica è attualmente superata producendo energia con le centrali a gas o altro combustibile fossile.
il rischio di rimanere senza vento e quindi senza erogazione di potenza, comprendendo
eventualmente anche centrali solari, considerando anche come, statisticamente, la
presenza di sole è legata all’assenza di vento e viceversa.
L’installazione di questo tipo di impianti, in ogni caso, può essere guidata da ben
dettagliate “mappe del vento” che consentono di individuare facilmente le zone più
ventose come vedremo nello specifico caso del Comune di Baronissi.
Probabilmente il problema maggiore delle centrali eoliche non è di tipo tecnico
ma il fatto che alterano il paesaggio soprattutto dal punto di vista visivo. Si tratta, dal
nostro punto di vista, di trovare un compromesso tra la necessità di una maggiore
produzione di energia da fonti rinnovabili da una parte e le legittime considerazioni
sull’impatto sull’ambiente e sul paesaggio dall’altra. Ma si tratta anche e soprattutto di
ricondurre i problemi alle loro reali dimensioni, scegliendo, come spesso si fa, il male
minore.
Dopotutto, siamo disposti ad accettare di buon grado molte infrastrutture –
autostrade, linee elettriche e quant’altro – che ci sono utili, anche se rendono il paesaggio
assai differente da quello che si poteva godere nel nostro Paese appena un secolo fa.
Inoltre è da ricordare che le centrali eoliche e quelle solari, per quanto invadenti, hanno
il vantaggio di poter essere smantellate facilmente e senza la necessità di una bonifica del
territorio circostante, qualora dovesse essere disponibile un’alternativa migliore. Inoltre
le recenti realizzazioni hanno un livello di rumorosità poco più elevato di 40 db,
eliminando così uno dei principali deterrenti del passato all’istallazione di pale eoliche.
7.3.1 Potenziale teorico Comune di Baronissi
La specifica conformazione del terreno e degli insediamenti urbani è importante,
oltre che per verificare la presenza dello spazio fisico necessario alle istallazioni, perché
più un terreno è rugoso (cioè presenta variazioni brusche di pendenza, boschi, edifici e
montagne) maggiori saranno gli ostacoli che il vento incontrerà e che ne ridurranno
velocità.
Realizzare un'analisi puntuale è attività complessa e laboriosa, essendo necessarie
campagne anemometriche condotte per lunghi periodi (da 1 a 3 anni) finalizzate alla stima
35
Impianti a fonti rinnovabili in Italia: Prima stima 2011. Edizione 06/03/2012.
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
Paesi come la Germania arrivano a produrre circa 40 TWh di energia eolica. In
Italia, secondo l’ultimo rapporto del GSE35, abbiamo nel 2011 una potenza lorda
installata di 6860 kWh tale da avere una produzione lorda annua pari a circa 10 TWh.
118
delle distribuzioni di velocità del vento annuali, delle variazioni mensili e annuali, della
velocità media e del profilo verticale della velocità del vento.
Utilizzeremo come fonte di riferimento di dati idonei alla conduzione dello studio
la pubblicazione “L'atlante eolico" del territorio nazionale redatta dalla società CESI SpA
nell’ambito delle attività di Ricerca riguardante il Sistema Elettrico Nazionale.
L'elaborazione dei dati che ha portato all'Atlante si è basata sull’impiego di un
modello matematico (WINDS) in grado di ricavare flussi di vento in un dominio
tridimensionale, e quindi mappe di vento in funzione dell’altezza dal suolo, a partire da
dati di vento in alta quota (vento geostrofico) e tenendo altresì conto dell’orografia e
delle caratteristiche del terreno sottostante. In particolare, sono stati utilizzati dati di
vento a 5000 m sul livello del mare acquisiti dallo European Centre for Medium Range
Weather Forecast (ECMWF) di Reading, Gran Bretagna, e dati relativi all’orografia e
copertura del terreno raccolti dallo United States Geological Survey (USGS).
Prima di procedere ad un esame dei risultati emersi dall’operazione di estrazione
dall’Atlante Eolico dei dati pertinenti, si forniscono nel seguito indicazioni in merito alla
presentazione degli stessi nelle tavole seguenti. Le tavole seguenti sono rappresentate da:
a) Mappa della velocità media annua alla quota rispetto al terreno di 25 e 50 m ;
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
b) Mappa della producibilità specifica (MWh/MW o ore equivalenti di
funzionamento a potenza nominale) relativa alla quota rispetto al terreno di 25 e 50 m
ottenuta in base della corrispondente mappa di velocità del vento, alla miglior stima dei
parametri che ne descrivono la distribuzione e a prestazioni medie (curva di potenza) di
modelli commerciali di aerogeneratori di taglia compresa tra 600 e 1500 kW.
119
Con riferimento alle mappe di velocità del vento e producibilità specifica riportate
nel seguito, è da osservare che ciascuna di esse è corredata di una scala cromatica che ne
costituisce la chiave di lettura. La scala cromatica consente di attribuire ad ogni sotto–
area/zona del territorio l’appropriato intervallo di valori di velocità media annua /
producibilità specifica (ad es., con riferimento ad una delle mappe della velocità del vento
allegate, le zone/aree di colore VERDE sono quelle caratterizzate da valori di velocità
media annua del vento compresa nell’intervallo di estremi 4 – 5 m/s, quelle di colore
giallo nell’intervallo 5-6 m/s e così via; in via del tutto analoga si procede anche ai fini
dell’interpretazione delle mappe di producibilità specifica). In pratica, i valori riportati ad
inizio e fine di ogni casella colorata della scala cromatica rappresentano gli estremi
dell’intervallo di valori in cui è compreso il valore di velocità del vento/producibilità
specifica.
da 3 a 4 m/s
da 4 a 5 m/s
F IGURA 7.1: V ELOCITÀ MEDIA ANNUA A 25 M SUL LIVELLO DEL TERRENO .
da 4 a 5 m/s
F IGURA 7.2: V ELOCITÀ MEDIA ANNUA A 50 M SUL LIVELLO DEL TERRENO .
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
da 5 a 6 m/s
120
da 500 a 1000 MWh/MW
da 1000 a 1500 MWh/MW
F IGURA 7.3: P RODUCIBILITÀ SPECIFICA A 25 M SUL LIVELLO DEL TERRENO .
da 1000 a 1500 MWh/MW
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
da 1500 a 2000 MWh/MW
121
F IGURA 7.4: P RODUCIBILITÀ SPECIFICA A 50 M SUL LIVELLO DEL TERRENO .
Considerando che il valore di producibilità specifica pari a 2000 MWh/MW
rappresenta in generale il valore oltre il quale un’iniziativa eolica finalizzata alla
realizzazione di un impianto di produzione, comincia ad essere interessante in assenza di
contributi in conto capitale a fondo perduto si evince che per comune di Baronissi la
producibilità (in accordo con i dati di vento) risulta nella fascia di non economicità di una
iniziativa di settore.
7.3.2 Il mini eolico come opportunità per il comune di Baronissi
Non esiste una definizione “ufficiale” di impianto minieolico, ma esistono delle
definizioni “di fatto” di soglie di potenza. Per esempio, la legge finanziaria 2008 (Legge 24
Dicembre 2007, n. 244 ) introduce il criterio d’incentivi alla generazione eolica in base
alla potenza dell’impianto. Per potenza superiore ai 200 kW non possono beneficiare del
meccanismo d’incentivazione della tariffa omnicomprensiva e di conseguenza potremmo
definire gli impianti di potenza inferiore a detta soglia come “minieolici”. Dall’altro
canto, la stessa menzionata legge stabilisce che gli impianti di potenza nominale inferiore
a 1 kW non possono essere allacciati alla rete, quindi non possono beneficiare di scambio
sul posto.
L’ENEL invece stabilisce una soglia massima di 6 kW per semplificazioni
impiantistiche come l’uso di inverter monofase e la possibilità di utilizzare degli inverter
con le protezioni incorporate, senza trasformatore, per potenze fino a 20 KW. Quindi
definisce di fatto la taglia degli impianti microeolici fino ad un massimo di 20 kW con
degli scaglioni di 6 kW.
Tralasciando la questione dell’iter procedurale se invece analizziamo il tema da un
punto di vista della semplicità impiantistica possiamo affermare che entro il limite di 20
kW l’investimento può risultare economicamente conveniente in siti con una velocità
media del vento di almeno 5 m/s, cosa che si verifica per il Comune di Baronissi come
evidenziato nel paragrafo precedente. Infatti l'impatto sul territorio di questi impianti è,
molto contenuto, date le limitate dimensioni delle macchine (rotori con diametri da 3 a 9
m, montati su torri di 10-20 m) e il non necessario bisogno di infrastrutture. Inoltre il
costo di tali impianti si aggira intorno ai 2.000÷3.000 € per kW installato Tali riflessioni
rendono conveniente l’installazione per officine, laboratori artigiani, hotel, bar,
ristoranti, per aziende agricole o agriturismi e perfino per condomini di una certa
rilevanza.
Di seguito riportiamo alcuni dati tecnici di una turbina eolica di questa taglia36:
36
Fonte ISES Italia.
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
Il D.L. n. 115 del 30 maggio 2008 stabilisce che non sono soggetti nemmeno a
DIA gli impianti eolici i cui generatori non superino un’ altezza di 1,5 m e un diametro di
1 m. Tale agevolazione vista nell’ottica dell’allacciamento alla rete è non utilizzabile in
quanto aereogeneratori, sia con asse orizzontale che verticale, con tali caratteristiche non
raggiungono la potenza nominale di 1 kW necessaria per l’allacciamento alla rete.
122
Caratteristiche di una turbina eolica con potenza di 3 kW a uso domestico
Potenza normale 3 kW (con vento di 10 m/s)
Numero di pale 3
Materiale delle pale Composito
Altezza della torre 10-20 m
Diametro del rotore 5 m
Velocità del vento di avvio 3 m/s
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
Energia producibile 6.000 kWh/anno (in sito con velocità media del vento di 5 m/s)
123
8 REGOLAMENTO EDILIZIO COMUNALE NELL’OTTICA
DEL PIANO ENERGETICO COMUNALE
8.1 Regolamento Edilizio Comunale (REC)
Baronissi
Comune di
Il Regolamento Edilizio Comunale (REC) di Baronissi, approvato nell’aprile 2007
e successive revisioni dell’ottobre 2007 e marzo 2011, dedica agli aspetti energetici,
ambientali ed in generale di edilizia sostenibile alcuni fondamentali articoli. E’ pertanto
evidente la stretta analogia intercorrente tra il REC ed il PEC.
Se ne riportano i punti di maggior interesse ai fini della stesura del Piano
Energetico Comunale, indicando in corsivo le parti riprese dal Regolamento, e
rimandando al documento originale per una disamina più completa.
ART. 164- CONTENIMENTO DEL CONSUMO DI ENERGIA NEGLI EDIFICI
3 bis. Per gli edifici nuovi e per gli interventi che prevedono la sostituzione dell’impianto di
riscaldamento è obbligatorio l’utilizzo di sistemi di produzione di calore ad alto rendimento. I
generatori devono essere dotate delle marcature di rendimento energetico pari a quattro stelle
così come definito nell’allegato II del D.P.R. 15/11/1996, n. 660 e certificati conformemente
a quanto previsto nel medesimo decreto utilizzando la temperatura media del fluido
termovettore non superiore a 60°, in corrispondenza delle condizioni di progetto. Ai fini di
ridurre i consumi energetici per gli edifici nuovi con numero maggiore o uguale a quattro unità
abitative, o per volumi maggiori di 1000 mc, è obbligatorio l’impiego di impianti di
riscaldamento centralizzati ad alto rendimento che prevedano un sistema di gestione e
contabilizzazione individuale dei consumi. Il locale termico, dovrà essere predisposto per
l’istallazione di una sottostazione di scambio della rete di teleriscaldamento.
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
1. I consumi di energia negli edifici pubblici e privati, qualunque ne sia la destinazione d’uso,
l’esercizio e la manutenzione degli impianti esistenti sono regolamentati dal capo VI (art. 122 e
seguenti) del D.P.R. 6/6/2001 n. 380.
2. Gli edifici pubblici e privati, qualunque ne sia la destinazione d’uso, e gli impianti non di
processo al loro servizio devono essere progettati e messi in opera in modo da contenere al
massimo i consumi di energia termica ed elettrica in conformità alle conoscenze tecniche e
tecnologiche.
3. Gli impianti di riscaldamento al servizio di edifici di nuova costruzione devono essere progettati
e realizzati in modo da consentire l’adozione di sistemi termoregolazione e di contabilizzazione
del calore per ogni singola unità immobiliare.
124
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
4. Il proprietario dell’edificio (o chi ha titolo a richiedere l’atto che abilita all’esecuzione delle
opere o a presentare la D.I.A.), insieme alla denuncia dell’inizio dei lavori, deve depositare in
Comune, in doppia copia, il progetto delle opere corredato da una relazione tecnica, sottoscritta
dal progettista, che ne attesti la rispondenza alle prescrizioni vigenti in materia relativamente
al rendimento energetico nell'edilizia, ovvero sulle prestazioni energetiche dell’edificio e alle
prescrizioni in materia di contenimento del consumo energetico degli edifici.
5. Per la certificazione e il collaudo delle opere previste nel presente articolo si applica la legge 5
marzo 1990 n. 46.
6. Il rilascio del certificato di agibilità è subordinato all’acquisizione: della dichiarazione di
conformità o del certificato di collaudo degli impianti istallati, ove previsto, nonché della
certificazione energetica dell’edificio di cui all’art. 93 del presente regolamento. Per le nuove
costruzioni dovrà essere altresì fornita la documentazione e la certificazione di collaudo
dell’avvenuta messa in opera e funzionamento dell’impianto fotovoltaico di cui al successivo art.
219.
7. Il Comune procederà al controllo dell’osservanza delle norme della legge, in relazione al
progetto delle opere, in corso d’opera, ovvero entro cinque anni dalla data di fine lavori
dichiarata dal committente.
8. La verifica può essere effettuata in qualsiasi momento anche su richiesta e a spese del
committente, dell’acquirente dell’immobile, del conduttore, ovvero dell’esercente gli impianti.
9. In caso di accertamento di difformità in corso d’opera, il responsabile del servizio ordina la
sospensione dei lavori.
10. In caso di accertamento di difformità su opere già terminate, il responsabile del servizio ordina a
carico del proprietario le modifiche necessarie per adeguare l’edificio alle caratteristiche
prescritte dalla legge ed applica le sanzioni previste dall’art. 132 del D.P.R. 380/01.
125
ART. 219 - DISPOSIZIONI SULL’EDILIZIA SOSTENIBILE
1. Al fine di ricercare, negli interventi edilizi in genere, il miglioramento delle condizioni di
salubrità e comfort degli spazi abitativi, nonché la riduzione dell’impatto sull’ambiente delle
attività di costruzione e di antropizzazione degli spazi, il Comune incentiva la ricerca di
soluzioni alternative all’edilizia tradizionale volte al risparmio energetico, con l’utilizzo di
tecnologie non tradizionali, quali l’impiego di pannelli solari o altri dispositivi, sia per gli
interventi di nuova costruzione, che quelli di ristrutturazione.
2. L’introduzione nella progettazione e la successiva realizzazione di dispositivi ed impianti che
consentano modalità di risparmio energetico ed eco-sostenibile (che dovranno essere
 gli ambienti ove si svolge la maggior parte della vita abitativa dovranno, per quanto
possibile, essere disposti a sud, sud-est e sud-ovest, conformemente al loro fabbisogno di sole;
 le costruzioni devono conformarsi all’ambiente circostante, creando quanto più possibile un
legame con il paesaggio e la tradizione;
 gli spazi che hanno meno bisogno di riscaldamento ed illuminazione (box, ripostigli,
lavanderie ed altri locali accessori, disimpegni, ecc.) saranno disposti lungo il lato nord e
serviranno da cuscinetto tra il fronte freddo e gli spazi più utilizzati;
 le aperture più ampie saranno collocate a sud, sud-ovest, mentre ad est saranno disposte
quelle minori e a nord saranno ridotte al minimo indispensabile;
 le interdistanze tra edifici contigui all’interno dello stesso lotto dovranno garantire nelle
peggiori condizioni stagionali il minimo ombreggiamento possibile sulle facciate;
 per gli ambienti nei quali si svolge la maggior parte della vita abitativa è fatto obbligo nelle
nuove costruzioni e negli interventi a partire dalla manutenzione straordinaria degli infissi,
utilizzare serramenti con vetrocamera su tutte le esposizioni; le facciate rivolte ad ovest
potranno essere schermate con appositi dispositivi per limitare la radiazione termica estiva,
garantendo il rispetto dei rapporti aeroilluminanti prescritti dalle norme sanitarie. In
particolare le parti trasparenti delle pareti perimetrali esterne poste a Sud, Est ed Ovest
devono essere dotate di dispositivi che ne consentono la schermatura e l’oscuramento. Nella
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
adeguatamente certificate) e dunque l’adozione di tecnologie che consentano il raggiungimento
di requisiti supplementari rispetto a quanto richiesto dalle normative vigenti in merito al
contenimento dei consumi energetici, ecc. potranno comportare incentivazione di tali interventi
o altre facilitazioni.
3. Le incentivazioni di cui al comma 2 verranno disciplinate tramite apposito Regolamento
attuativo che definirà i requisiti oggettivi di cui un’opera edilizia deve disporre per accedere alle
incentivazioni medesime e sarà approvato con apposita delibera del Consiglio Comunale.
4. In ogni caso, le costruzioni dovranno garantire e soddisfare le seguenti prescrizioni minime,
fermo restando quanto previsto dalle N.T.A. del P.R.G. o dai Piani Attuativi:
 gli edifici di nuova costruzione, per ottenere il permesso di costruire, devono prevedere
l’istallazione di pannelli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica in modo tale da
garantire una produzione energetica non inferiore a 0,2 kW per ciascuna unità abitativa,
salvo quanto diversamente disciplinato da norme nazionali in vigore. E’ obbligatorio,
altresì, soddisfare almeno il 50% del fabbisogno di acqua calda sanitaria attraverso
l’impiego di impianti solari termici;
 gli edifici di nuova costruzione dovranno garantire la migliore esposizione possibile in
relazione all’apporto di energia solare, a tal fine per gli edifici nuovi, quando non esistono
impedimenti documentabili, si provvede a posizionare l’asse longitudinale principale lungo
la direzione Est-Ovest con una tolleranza massima di 45°;
126
scelta dei serramenti si devono prevedere soluzioni efficaci per garantire il mantenimento
della qualità dell’aria accettabile all’interno dell’ambiente come:
 l’adozione di serramenti apribili e con infissi a bassa permeabilità all’aria ma tali
da garantire adeguati ricambi d’aria di infiltrazioni per evitare problemi di
condensa superficiale;
 l’adozione di bocchette o di griglie di ventilazione regolabili inserite nel serramento.
 sia nelle nuove costruzioni che nell’esistente è consentito prevedere la realizzazione di sistemi
termoregolatori naturali per la captazione e lo sfruttamento dell’energia solare passiva, che
rispettino le seguenti condizioni:
 siano progettati in modo da integrarsi con l’organismo edilizio;
 dimostrino, attraverso parametri verificabili, la loro funzione di riduzione dei
consumi di combustibile per il riscaldamento invernale;
 siano realizzati con serramenti di buona resistenza all’invecchiamento ed al degrado
estetico e funzionale;
 i sistemi sopra citati non dovranno alterare i rapporti aero-illuminanti previsti dal presente
R.U. e dalle norme in materia, né potranno contribuire per i locali limitrofi al
raggiungimento degli stessi;
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
 i volumi ottenuti attraverso la realizzazione dei sistemi sopraccitati si configureranno quali
locali tecnici, senza permanenza di persone; dovranno quindi avere dimensioni minime e
funzionali esclusivamente al contenimento del fabbisogno energetico e presentare una sola
apertura per assicurarne la manutenzione;
 il progetto sarà soggetto a permesso di costruire e dovrà garantire il rispetto di tutte le
condizioni di cui sopra;
127
 allo scopo di ridurre i consumi di combustibile, incentivando la gestione energetica
autonoma, per tutte le nuove costruzioni o gli interventi di ristrutturazione residenziale o a
partire dalla manutenzione straordinaria per gli interventi sul commerciale e direzionale,
dovrà essere assicurata la contabilizzazione individuale del calore utilizzato per il
riscaldamento invernale. Nei casi di cui sopra è fatto obbligo di installare opportuni sistemi
di regolazione locale (termostati, valvole termostatiche, ecc.) che garantiscano il
mantenimento della temperatura entro i livelli prestabiliti dei singoli ambienti riscaldati
evitando sprechi – per le caratteristiche degli impianti, anche ai fini del risparmio
energetico, si fa riferimento a quanto contenuto nell’ART.. 164;

gli edifici devono essere progettati e realizzati in modo da consentire una riduzione del
consumo di combustibile per il riscaldamento invernale, intervenendo sull’involucro edilizio,
sul rendimento dell’impianto di riscaldamento e favorendo gli apporti energetici gratuiti; per
gli interventi a partire dalla manutenzione straordinaria delle pareti perimetrali è
obbligatorio il miglioramento delle condizioni preesistenti in materia di trasmittanza
termica, così come per gli interventi di manutenzione straordinaria delle coperture.
 Per gli edifici nuovi, per gli ampliamenti e le ristrutturazioni è obbligatorio intervenire
sull’involucro edilizio in modo da rispettare contemporaneamente tutti i valori di
trasmittanza U come di seguito riportati; in presenza di coperture a falda a diretto contatto
con ambiente abitato, la copertura, oltre a garantire i valori di trasmittanza indicati nella
tabella di seguito riportata, deve essere di tipo ventilato o equivalente. Nel caso di
ristrutturazioni o manutenzione straordinaria dell’edificio si applicano le indicazioni
previste dall’art. 3 comma 2 del D.lgs. 192/2005.
Dati generali:
Comune
Zona Climatica
Gradi giorno
Altezza s.l.m.
Provincia
Baronissi
D
1437
226
Salerno
Periodo di Riscaldamento
Massimo Giornaliero
1 novembre – 14 aprile
12 ore
Trasmittanza termica delle strutture verticali trasparenti:
U Serramenti
valori
dall’1/1/2010
3,1
2,8
2,4
Vetro valori U dall’1/1/2006
Vetro valori U dall’1/1/2008
Vetro
valori
dall’1/1/2010
2,6
2,1
1,9
Trasmittanza termica delle strutture verticali opache:
U (W/m2 K ) = 0,40 fino al 31/12/2009
U (W/m2 K ) = 0,36 dal 01/01/2010
Trasmittanza termica delle strutture orizzontali o inclinate opache di copertura:
U (W/m2 K ) = 0,35 fino al 31/12/2009
U (W/m2 K ) = 0,32 dal 01/01/2010
U
U
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
Serramenti valori U fino al Serramenti
valori
31/12/2007
dall’1/1/2008
128
Trasmittanza termica delle strutture orizzontali o inclinate opache di pavimento:
U (W/m2 K ) = 0,41 fino al 31/12/2009
U (W/m2 K ) = 0,36 dal 01/01/2010
Fabbisogno annuo di Energia Primaria
Sono indicati i valori limiti per la climatizzazione invernale degli edifici con destinazione
residenziale espressi in kWh/anno per m2 di superficie utile dell’edificio nel Comune di Baronissi
Rapporto
forma fino al 1 gennaio 2010 dal 1 gennaio 2010
dell’edificio S/V 37
(kWh/anno per m2)
(kWh/anno per m2)
< 0,2
37
34
> 0,9
100
88
Per gli edifici con destinazione non residenziale i valori limite per la climatizzazione invernale sono:
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
Rapporto
forma fino al 1 gennaio 2010 dal 1 gennaio 2010
dell’edificio S/V
(kWh/anno per m2)
(kWh/anno per m2)
129
< 0,2
6.5
6
> 0,9
20
17,3
 ai fini del raggiungimento degli obiettivi di cui al precedente comma, è consentito nei casi di
esecuzione di lavori di riqualificazione energetica, per tutte le abitazioni esistenti, prevedere
sistemi di coibentazione delle murature perimetrali e delle coperture a tetto o a terrazza degli
edifici con l’applicazione di “cappotti esterni”, in tali casi il maggiore spessore richiesto
dall’apposizione del materiale coibente .
 le superfici vetrate devono avere coefficiente di trasmissione elevata, rispettando nello stesso
tempo le esigenze di riduzione delle dispersioni termiche e di controllo della radiazione solare
entrante.
5. Nella progettazione di nuovi edifici, ovvero nella ristrutturazione di quelli esistenti, è
consentito realizzare:
37
S = è la superficie espressa in m2 che delimita verso l’esterno (ovvero verso ambienti non riscaldati) il volume riscaldato V;
V = volume lordo, espresso in m3 delle parti dell’edificio riscaldato.
- coperture che impieghino pannelli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica, per
autoconsumo o immissione in rete. Al di sotto del solaio di copertura possono essere allocate
eventuali attrezzature e/o macchinari necessari al funzionamento di detti impianti, in
apposito ambiente avente le caratteristiche di locale tecnico, delle dimensioni minime
necessarie;
- coperture che impieghino pannelli solari per la produzione di acqua calda, per potenze non
inferiori a 3 kW per autoconsumo o immissione nella rete condominiale. Al di sotto del solaio
di copertura possono essere allocate eventuali attrezzature e/o macchinari necessari al
funzionamento di detti impianti, in apposito ambiente, avente le caratteristiche di locale
tecnico, delle dimensioni minime necessarie.
6. Nelle aree destinate a parcheggio, qualora ne sia assentibile la realizzazione, le coperture degli
stalli potranno ospitare pannelli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica o solari per
la produzione di acqua calda.
7. Le descritte disposizioni si intendono applicabili laddove non contrastino con particolari norme
urbanistiche o con eventuali limiti imposti dall’esistenza di vincoli storici, ambientali e
paesaggistici.
8. Al fine di agevolare l’attuazione delle norme sul risparmio energetico e per migliorare la qualità
degli edifici di nuova costruzione non sono considerati nei computi della determinazione dei
volumi e dei rapporti di copertura:
- per le strutture perimetrali portanti e non gli spessori per la parte eccedente cm. 30 e fino a
un massimo di cm. 25;
- per i solai intermedi gli spessori per la parte eccedente cm. 30 e fino ad un massimo di cm.
15;
- per la copertura (tetto e/o terrazzi) gli spessori per la parte eccedente cm. 30 e fino ad un
massimo di cm. 25.
8 Bis Nel caso di interventi di riqualificazione energetica di edifici esistenti che comportino
maggiori spessori delle murature esterne e degli elementi di copertura necessari ad ottenere una
riduzione minima del 10 per cento dei limiti di trasmittanza previsti dal D. Lgs.vo n. 192/05
e ss.mm.ii., certificata con le modalità di cui al medesimo decreto legislativo, non sono
computate nel calcolo dei volumi :
- l’ispessimento delle pareti verticali esterne nella misura massima di 20 centimetri,
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
Di notevole importanza è poi la possibilità di scomputare dai calcoli volumetrici gli
elementi costruttivi finalizzati alla coibentazione termica, acustica e di inerzia termica
come si evince dai seguenti punti sempre relativi all’Articolo 219.
130
- il maggior spessore eccedente i 30 cm dei solai di copertura, nella misura massima di 20
centimetri.
9. Gli ispessimenti delle strutture nei limiti di cui al precedente comma 8 per le nuove costruzioni e
di quelli di cui al comma 8 bis per le costruzioni esistenti non saranno computati ai fini
dell’applicazione dei parametri delle altezze massime e delle distanze indicate nelle N.T.A. del
P.R.G. e nel presente R.E.C., fermo restante il rispetto di quelle minime fissate dal Codice
Civile e dalla normativa sismica.
La deroga alla distanza, relativamente agli interventi di cui al comma 8 bis, può essere
esercitata nella misura massima da entrambi gli edifici confinanti.
10. Nei casi di cui ai commi 8, 8 bis e 9, la finalità del risparmio energetico deve essere attestata
nella relazione tecnica che deve indicare il guadagno energetico conseguente, inteso ad ottenere
una riduzione minima del 10 per cento dell'indice di prestazione energetica previsto dal
D.Lgs.vo n.192/05, e ss.mm.ii, certificata con le modalità di cui al medesimo decreto
legislativo, ed il maggiore spessore deve essere evidenziato in appositi elaborati grafici di
dettaglio. In tali casi, altresì, in sede di agibilità dovrà essere documentata con fotografie
contestualizzate l’avvenuta apposizione della coibentazione.
11. Tra i vari materiali coibenti utilizzati per la coibentazione termica, acustica e di inerzia
termica sono da privilegiare quelli naturali e biocompatibili.
Di alta preminenza e ulteriore testimonianza della sensibilità che l’Amministrazione
Pubblica ha da sempre per l’ambiente e l’efficienza energetica risulta dal TITOLO III°
ART. 14 - ATTIVITÀ EDILIZIA LIBERA .
1. Costituiscono attività edilizia libera:
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
…OMISSIS
131
f) fino all’emanazione della normativa regionale, ai sensi del D.lgs.vo n.115/08, gli interventi di
incremento dell'efficienza energetica che prevedano l'installazione di singoli generatori eolici con
altezza complessiva non superiore a 1,5 metri e diametro non superiore a 1 metro, nonché di
impianti solari termici o fotovoltaici aderenti o integrati nei tetti degli edifici con la stessa
inclinazione e lo stesso orientamento della falda e i cui componenti non modificano la sagoma degli
edifici stessi, qualora la superficie dell'impianto non sia superiore a quella del tetto stesso. Restano
fatti salvi i casi di cui all'articolo 3, comma 3, lettera a), del D.Lgs.vo del 19 agosto 2005, n.
192, e ss.mm.ii.
8.2 Proposte di integrazione del REC Com une di Baronissi
E’ necessario innanzitutto integrare nel Regolamento Edilizio Comunale quanto
emanato nel Decreto Legislativo 3 marzo 2011, n. 28 - Attuazione della direttiva
2009/28/CE sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili, recante modifica
e successiva abrogazione delle direttive 2001/77/CE e 2003/30/CE. In particolare
riportiamo l’allegato ALLEGATO 3 (art. 11, comma 1) Obblighi per i nuovi edifici o gli
edifici sottoposti a ristrutturazioni rilevanti del succitato Decreto Legislativo:
1. Nel caso di edifici nuovi o edifici sottoposti a ristrutturazioni rilevanti, gli impianti di
produzione di energia termica devono essere progettati e realizzati in modo da garantire il
contemporaneo rispetto della copertura, tramite il ricorso ad energia prodotta da impianti alimentati
da fonti rinnovabili, del 50% dei consumi previsti per l’acqua calda sanitaria e delle seguenti
percentuali della somma dei consumi previsti per l’acqua calda sanitaria, il riscaldamento e il
raffrescamento:
a) il 20 per cento quando la richiesta del pertinente titolo edilizio è presentata dal 31 maggio 2012
al 31 dicembre 2013;
b) il 35 per cento quando la richiesta del pertinente titolo edilizio è presentata dal 1° gennaio 2014
al 31 dicembre 2016;
c) il 50 per cento quando la richiesta del pertinente titolo edilizio è rilasciato dal 1° gennaio 2017.
2. Gli obblighi di cui al comma 1 non possono essere assolti tramite impianti da fonti rinnovabili che
producano esclusivamente energia elettrica la quale alimenti, a sua volta, dispositivi o impianti per
la produzione di acqua calda sanitaria, il riscaldamento e il raffrescamento.
Dove S è la superficie in pianta dell’edificio al livello del terreno, misurata in m2, e K è un
coefficiente (m2/kW) che assume i seguenti valori:
a) K = 80, quando la richiesta del pertinente titolo edilizio è presentata dal 31 maggio
2012 al 31 dicembre 2013;
b) K = 65, quando la richiesta del pertinente titolo edilizio è presentata dal 1° gennaio
2014 al 31 dicembre 2016;
c) K = 50, quando la richiesta del pertinente titolo edilizio è presentata dal 1° gennaio
2017.
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
3. Nel caso di edifici nuovi o edifici sottoposti a ristrutturazioni rilevanti, la potenza elettrica degli
impianti alimentati da fonti rinnovabili che devono essere obbligatoriamente installati sopra o
all’interno dell’edificio o nelle relative pertinenze, misurata in kW, è calcolata secondo la seguente
formula:
132
4. In caso di utilizzo di pannelli solari termici o fotovoltaici disposti sui tetti degli edifici, i predetti
componenti devono essere aderenti o integrati nei tetti medesimi, con la stessa inclinazione e lo stesso
orientamento della falda.
5. L’obbligo di cui al comma 1 non si applica qualora l’edificio sia allacciato ad una rete di
teleriscaldamento che ne copra l’intero fabbisogno di calore per il riscaldamento degli ambienti e la
fornitura di acqua calda sanitaria.
6. Per gli edifici pubblici gli obblighi di cui ai precedenti commi sono incrementati del 10%.
7. L’impossibilità tecnica di ottemperare, in tutto o in parte, agli obblighi di integrazione di cui ai
precedenti paragrafi deve essere evidenziata dal progettista nella relazione tecnica di cui all’articolo
4, comma 25, del decreto del Presidente della Repubblica 2 aprile 2009, n. 59 e dettagliata
esaminando la non fattibilità di tutte le diverse opzioni tecnologiche disponibili.
8. Nei casi di cui al comma 7, è fatto obbligo di ottenere un indice di prestazione energetica
complessiva dell’edificio (I) che risulti inferiore rispetto al pertinente indice di prestazione energetica
complessiva reso obbligatorio ai sensi del decreto legislativo n. 192 del 2005 e successivi
provvedimenti attuativi(I192) nel rispetto della seguente formula:
[
]
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
Dove:
133
 %obbligo è il valore della percentuale della somma dei consumi previsti per l’acqua calda
sanitaria, il riscaldamento e il raffrescamento che deve essere coperta, ai sensi del comma
1, tramite fonti rinnovabili;
 %effettiva è il valore della percentuale effettivamente raggiunta dall’intervento;
 Pobbligo è il valore della potenza elettrica degli impianti alimentati da fonti rinnovabili che
devono essere obbligatoriamente installati ai sensi del comma 3;
 Peffettiva è il valore della potenza elettrica degli impianti alimentati da fonti rinnovabili
effettivamente installata sull’edificio.
In una logica di integrazione con il PEC, ed in collaborazione con le figure
Comunali a vario titolo coinvolte nel progetto, sono state inserite le seguenti proposte.
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
Gli impianti eolici di potenza nominale inferiore a 3 kW si considerano “compatibili con
gli strumenti urbanistici, qualora non espressamente vietati dagli stessi”. Implicitamente
quindi, l’installazione dei suddetti impianti sarebbe solo soggetta a DIA (Dichiarazione di
Inizio Attività). Per potenze fino a 20 kW si stabilisce di volta in volta l’obbligo di
realizzare una VIA (Valutazione d’Impatto Ambientale) mentre per potenze superiori a 20
kW è sempre necessaria la procedura di VIA. Si veda il paragrafo 7.3.2
134
9 IL RISPARMIO ENERGETICO E LA MOBILITÀ
SOSTENIBILE
9.1 Generalità
Attualmente il fabbisogno energetico per i trasporti, in Italia, corrisponde a circa il
30% del fabbisogno totale di fonti energetiche primarie ed i mezzi di trasporto su strada
(automobili, camion, autobus) ne sono responsabili per l’89% (l’11% residuo è dovuto al
traffico ferroviario, aereo e navale).
Si capisce quindi subito come la mobilità, delle persone e delle merci, fornisce una
quota parte importante dei consumi finali dell'energia e quindi dell’inquinamento
atmosferico ed acustico della città.
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
Ricordiamo che la mobilità riguarda tutti gli aspetti della vita cittadina e quindi
non esiste un’unica modalità di trasporto in grado di soddisfare tutte le esigenze
dell'utenza, così come non esiste un’unica tipologia di utenza. La politica d’intervento
della mobilità deve basarsi su un quadro organico di azioni in cui, accanto ad una graduale
disincentivazione del trasporto con mezzo privato, sia posta in atto una diversificazione ed
un potenziamento dell’offerta di trasporto collettivo. La disincentivazione del trasporto
privato nel Comune di Baronissi non deve assumere un carattere repressivo come
l’adozione di parcheggi a pagamento, ed il potenziamento dell’offerta di trasporto
collettivo non deve passare solamente attraverso il potenziamento delle infrastrutture per
il trasporto di massa, ma deve avvalersi, ove possibile, dell’introduzione di una gamma di
servizi alternativi di trasporto, diffusi sul territorio, che consentano un completamento ed
un’integrazione del trasporto pubblico.
135
9.2 Indice di motorizzazione del Comune di Baronissi
Se si considerano il numero di autovetture circolanti per 1000 abitanti nella
Comunità Europea abbiamo:
700
600
500
400
300
200
100
0
G RAFICO 2: A UTOVETTURE CIRCOLANTI NEI PAESI U E - A NNO 2006. F ONTE : F ONTE : E UROSTAT ,
T RANSPORT STATISTICS .
Si vede come in Italia circolano 60 autovetture per ogni 100 abitanti. è
certamente la più alta (escludendo il Lussemburgo che conta circa 470000 abitanti) è la
maggiore tra i paesi europei. Si tratta di una delle più alte densità automobilistiche del
mondo, in cui il rapporto tra il numero di autovetture e popolazione è significativamente
più basso che in Italia.
Anno Autovetture circolanti
2002
8252
2003
8489
2004
8615
2005
8938
2006
9057
2007
9183
2008
9334
2009
9506
2010
9646
T ABELLA 5; NUMERO DI AUTOVEICOLI IMMATRICOLATI NEL COMUNE DI B ARONISSI
Tenendo conto anche del numero di abitanti abbiamo:
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
Nel comune di Baronissi, secondo i dati dell’ ACI (Automobile Club Italia) le auto
immatricolate nel decennio 2001-2010 sono:
136
G RAFICO 3 N UMERO DI AUTO PER 1000 ABITANTI . F ONTE : ACI – ISTAT.
Si vede come sebbene vi sia un sensibile calo nell’ultimo decennio di auto per ogni
1000 abitanti nel Comune di Baronissi siamo in ogni caso ad una media attuale di poco
meno di 120 autoveicoli per 1000 abitanti.
Secondo la European Environment Agency (EEA), nel 2009 il settore dei trasporti
è stato responsabile del 24% delle emissioni antropogeniche di gas serra nell’Unione
europea. Di questa quota, il 73% origina dal trasporto su strada. Mentre nell’ultimo
ventennio le emissioni derivanti dagli altri settori si sono ridotte, quelle legate alla
mobilità (merci e passeggeri) sono invece significativamente aumentate (+27%).
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
9.3 Azioni per il conseguimento della mobilità sostenibile
137
Come già accennato la disincentivazione del trasporto privato passa, oltre che
all’incentivazione del trasporto pubblico, attraverso una serie di servizi diffusi sul
territorio Per esaminare in modo organico le varie alternative e azioni possibili iniziamo
con individuare i vari fattori che condizionano la mobilità. Essi sono:
• la modalità di utilizzo dei mezzi di trasporto e gli orari in cui avvengono gli spostamenti;
• le fonti energetiche usate per il funzionamento dei mezzi;
• la rete di infrastrutture disponibile.
Per assumere decisioni razionali è necessario un insieme organico di informazioni
attendibili ed aggiornate, estese anche ai comuni che gravitano attorno alla città,
acquisendo, in modo analitico, l'entità e la struttura della domanda e dell'offerta di
mobilità e solo successivamente definendo le scelte operative conseguenti. In questo
modo è possibile arrivare ad una valutazione attendibile dei risultati e predisporre un
sistema di monitoraggio per il controllo dell'evoluzione dei risultati nel tempo.
9.4 Nuovi sistemi di mobilità
I nuovi sistemi di mobilità come il car sharing ed il car pooling sono orientati alla
riduzione del numero dei veicoli privati in circolazione, contribuendo in modo efficace a
rendere il traffico più fluido ed a ridurre le emissioni atmosferiche ed acustiche in città.
9.4.1 Car sharing
Il concetto sul quale si basa tale servizio è che in Europa, l'80% delle vetture
circolanti in città viaggia non più di sessanta minuti al giorno trasportando in media 1,2
persone, mentre un utente car sharing ha la possibilità di usare un'auto solo per il tempo
necessario, e la medesima auto può essere impiegata da più persone, diminuendo, quindi,
le auto in circolazione e aumentando il numero dei parcheggi disponibili. Nato in Svizzera
alla fine degli anni '80 e diffusosi capillarmente negli anni '90 in tutta Europa e in
Nordamerica, il car sharing ha trovato applicazione in Italia grazie al sostegno progettuale
e finanziario del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio, che ha posto le
basi per lo sviluppo di un programma di diffusione del servizio e ha istituito ICS Iniziativa car sharing (http://www.icscarsharing.it), un circuito nazionale costituito dagli
Enti locali, che supporta le imprese nelle fasi di avvio. Il Decreto del Ministero
dell'Ambiente del 27 marzo 1998, relativo alla mobilità sostenibile nelle aree urbane,
infatti, definisce come servizio pubblico di uso collettivo anche le forme di multiproprietà
delle autovetture destinate ad essere utilizzate da più persone, dietro pagamento di una
quota proporzionale al tempo d'uso e ai chilometri percorsi. Con il Decreto del Direttore
SIAR n. 495 del 24 novembre 1999 sono stati assegnati oltre quattro milioni di euro al
Programma Nazionale per l'incentivazione dei servizi di uso collettivo ottimale delle
autovetture e di forme di multiproprietà.
Il car sharing si può configurare come un servizio innovativo complementare al
trasporto pubblico locale e può quindi assumere un ruolo di ampliamento dell'offerta di
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
Il car sharing è un servizio di uso collettivo di un parco di autoveicoli tra un
gruppo di persone che aderiscono ad un’apposita associazione che, nell’ambito cittadino,
può validamente rappresentare un'alternativa efficace e utile all’uso dell’auto privata. È
stato valutato che un cittadino che aderisce a tale servizio riduce i propri consumi di circa
il 40 %, grazie ad un utilizzo più oculato del veicolo e ad un maggiore impiego dei mezzi
pubblici. Mediamente, ogni veicolo condiviso sostituisce 4 auto private. Lo sviluppo e
l'espansione del car sharing su scala più ampia non può comunque prescindere
dall'esistenza di una buona offerta di trasporto collettivo sul territorio, in quanto si tratta
di un servizio complementare e non sostitutivo.
138
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
prodotti di mobilità multimodale a disposizione nel territorio comunale. Le modalità di
accesso al servizio prevedono l’associazione ad un circuito che eroga il servizio gestendo
una flotta di veicoli di diversa tipologia. L'utente associato può prenotare e prelevare in
qualsiasi momento del giorno e della notte il veicolo richiesto dall'area di parcheggio più
vicina. Il costo globale per l'utente risulta composto da un costo fisso ed un costo
variabile legato all'utilizzo del servizio. Il costo fisso include: una quota di ingresso non
rimborsabile, che l'aderente paga una tantum a titolo associativo, una eventuale cauzione
rimborsabile, una quota di abbonamento da versare annualmente o mensilmente per
aderire all'associazione. Il costo variabile, legato alla classe e all'utilizzo del veicolo, alla
fascia oraria di utilizzo ed eventuali servizi supplementari, include: una quota
chilometrica ed una quota oraria. Il vantaggio di tale soluzione è che il servizio è
raggiungibile 24 ore su 24, riduce l'impatto ambientale della circolazione, i costi di
gestione ed i consumi energetici, aumentando il numero dei posteggi e le opportunità di
scelta dei cittadini. Tra le forme organizzate di uso comune di una flotta di veicoli, il car
sharing rappresenta una modalità capace di bilanciare l'attuale vantaggio garantito
dell'auto privata negli spostamenti individuali, ed il potenziale competitivo del servizio
risiede nell'originalità dell'offerta: prestazioni simili a quelle dell'auto privata, ma costi
inferiori. Le opportunità di scelta garantite dal car sharing attraverso la varietà del parco
auto e la possibilità di muoversi senza sostenere i disagi e i costi fissi legati al possesso
dell'automobile, rappresentano, infatti, una valida alternativa all'acquisto.
139
9.4.2 Car pooling
Un altro ambito di intervento per la mobilità sostenibile è il car pooling, tale
termine inglese, corrispondente in italiano ad auto di gruppo, indica una modalità di
trasporto che consiste nella condivisione di automobili private tra un gruppo di persone,
con il fine principale di ridurre i costi del trasporto. Uno o più dei soggetti coinvolti
mettono a disposizione il proprio veicolo, eventualmente alternandosi nell'utilizzo,
mentre gli altri contribuiscono con adeguate somme di denaro a coprire una parte delle
spese sostenute dagli autisti. La pratica del condividere l'auto è maggiormente diffusa nei
paesi del nord Europa e negli Stati Uniti d'America dove esistono associazioni specifiche e
dove la pratica è prevista anche nella segnaletica stradale. Tale modalità di trasporto è già
molto diffusa in ambienti lavorativi e universitari, dove diversi soggetti, che percorrono la
medesima tratta nella stessa fascia oraria, spontaneamente si accordano per viaggiare
insieme.
Per la naturale collocazione del territorio di Baronissi essa potrebbe essere molto
sviluppata per lo spostamento degli studenti universitari. Infatti Secondo uno studio
pubblicato nel febbraio 2011 da uno dei principali portali di carpooling in Italia38, a
38
Blablacar.it
praticare il car pooling sarebbero essenzialmente i giovani: il 31% degli utenti sarebbero
compresi nella fascia 18-24, il 29% in quella dai 25 ai 34 anni. Le donne sarebbero meno
propense rispetto agli uomini a condividere l'auto, ma rappresenterebbero comunque il
38% dei car pooler. 7
9.5 Nuove fonti energetiche. L’auto elettrica
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
Per una proposta approfondita di PEC non può non essere trattato un argomento
che sarà una delle leve fondamentali per la mobilità sostenibile: l’auto elettrica. Diversi
veicoli elettrici, infatti sono già oggi disponibili sul mercato nazionale, sia nell'ambito
delle vetture per uso privato che nell'ambito dei mezzi di trasporto pubblico. Il vantaggio
della propulsione elettrica è sicuramente costituito dal ridotto impatto locale grazie ad
una ridottissima rumorosità ed emissioni “zero” presso il sito di utilizzo, che ne consente
la diffusione nelle aree urbane dove il traffico motorizzato rappresenta una delle principali
emergenze ambientali. È altresì vero che anche facendo un confronto tra le varie
tecnologie oggi disponibili relativamente all’emissione di gas climatizzanti l’auto elettrica
ne risulta vincitrice. Infatti tenendo conto di uno studio fatto dalla CIVES (Commissione
Italiana Veicoli Elettrici Stradali), che concentra la propria attività sul discorso dei veicoli
elettrici e ibridi e facente parte del CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano) si ha:
140
F IGURA 0-1: A NALISI COMPARATIVA DI AUTOVETTURE ELETTRICHE , IBRIDE , A BENZINA , DIESEL E
39
METANO BI - FUEL .
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
Si nota come con l’auto elettrica si ha una riduzione considerevole delle emissioni
climatizzanti anche rispetto alla tecnologia ibrida. Inoltre si tenga presente che il calcolo è
stato eseguito considerando che l’energia elettrica venga prodotta con il mix energetico
italiano40, che nel 2009 ha determinato un fattore emissivo medio pari a 410
gCO2/kWh.
141
39
Nella tabella l’acronimo WTT sta per Well To Tank (dal pozzo al serbatoio). Esso è un sottoindice di un indicatore nato
per analisi energetiche chiamato WTW (Weel To Whell dal pozzo alla ruota). L’altro sottoindice è il TTW (Tank To Whell
dal serbatoio alla ruota). Scopo dell’indice WTW è di rendere confrontabili tra loro diverse tecnologie propulsive e
carburanti. Il WTT considera l’ammontare di energia necessario per rendere disponibile un carburante dalla fonte energetica
primaria fino al rifornimento del serbatoio del veicolo. Il TTW considera l’ammontare di energia usato per muovere un
veicolo per una determinata distanza, dipendendo dalla combinazione del carburante e della tecnologia propulsiva impiegata;
rappresenta, più intuitivamente, il consumo specifico di carburante.
40
• Emissioni imputabili alla produzione elettrica con il mix italiano (anno 2009) dell’energia immessa in rete, inclusa energia
importata: 31,6 fonti rinnovabili;13,1 % carbone;43,5% gas naturale;4,3% prodotti petroliferi;1,5% nucleare (da
importazione); 6,1% altre fonti. (fonti: GSE - Gestore Servizi Energetici, TERNA SpA)
9.5.1 Opportunità per il Comune di Baronissi
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
Si potrebbe realizzare un sistema di mobilità elettrica per far fronte al flusso di
studenti tra il Comune di Baronissi e la vicina Università degli studi di Salerno che
consentirebbe da una parte di sperimentare tale forma innovativa di trasporto pubblico, e
dall'altra di incidere sui comportamenti dei privati attraverso la forte valenza informativa
e pedagogica che deriverebbe dalla estesa visibilità dei mezzi e dalla familiarizzazione della
cittadinanza con gli stessi. Infine una maggior diffusione del veicolo elettrico potrebbe
essere incoraggiata introducendo colonnine di ricarica pubbliche. A tal fine potrebbero
essere realizzate di intesa con i vari soggetti coinvolti nello sviluppo delle auto elettriche
(Università, produttori di energia elettrica, costruttori, ecc. ecc.) infrastrutture
pubbliche di ricarica, per esempi aree di parcheggio già esistenti all’interno del comune
stesso.
142
10 L’ATTENZIONE ALL’EFFICIENZA ENERGETICA: UNA
PROSPETTIVA VIRTUOSA
Le tecnologie con le quali facciamo uso dell’energia sono condizionate dalla nostra
storia e dalle convinzioni degli uomini che hanno elaborato le soluzioni tecnologiche che
oggi noi adottiamo. Tutto il percorso elaborato e descritto ha cercato di trovare una
strada, che superi la cultura degli anni sessanta del secolo scorso in cui si pensava che
l’energia era inesauribile e che il suo utilizzo non comportasse cambiamenti
dell’ambiente. In particolare si è mostrato come l’efficienza energetica e l’uso di fonti
rinnovabili sia la migliore risorsa energetica possibile. Siamo inoltre sicuri che tale
approccio può dare nuove prospettive all’intera economia specialmente in questo
momento di recessione per l’Italia. Si può cioè trovare nel miglioramento della qualità
ambientale dei prodotti e dei processi produttivi la linfa della crescita economica. Ciò a
tutti i livelli: di impresa, di pubblica amministrazione, di famiglia con investimento che gli
anglosassoni chiamano no regret, cioè senza rischio di rimpianto.
Le azioni che possono costruire l’ossatura di una strategia energetica nuova per il
Comune di Baronissi possono essere:
 Apprezzare e valorizzare ancora di più gli stimoli e le risorse fornite dall’Unione
Europea;
 Aumentare l’informazione verso i cittadini;
 Sostenere nuove forme di collaborazione tra il pubblico ed il privato;
 Sostenere la ricerca e l’innovazione;
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
 Avviare il mercato dei servizi energetici.
143
Ognuna di queste azioni deve essere intrapresa e nel prosieguo descriveremo quale può
essere la loro portata.
10.1 Azioni di informazione e sensibilizzazione - Sportello
energia
Diversi studi hanno rilevato una scarsa competenza e consapevolezza in merito alle
problematiche energetico-ambientali, in un contesto nel quale la soluzione non può
essere soltanto demandata ad enti ed istituzioni, ma richiede l’adozione di comportamenti
consapevoli da parte dei cittadini.
Per far fronte a tali esigenze sono nate iniziative della comunità europea che
delineano le linee guida per l’ottenimento di tali obbiettivi. Il programma europeo che
realizza tale scopo è il sesto programma comunitario di azione per l'ambiente intitolato
"Ambiente 2010: il nostro futuro, la nostra scelta" copre il periodo compreso tra il 22
luglio 2002 e il 21 luglio 2012. Il programma si ispira al quinto programma di azione per
l'ambiente che copriva il periodo 1992-2000, e alla decisione relativa al riesame di detto
programma41.
Tale programma in sintesi spiega che per far fronte alle sfide ambientali odierne è
necessario superare il mero approccio legislativo ed assumere un approccio strategico,
che dovrà utilizzare vari strumenti e provvedimenti per influenzare le decisioni prese
dagli ambienti imprenditoriali, dai consumatori, dai responsabili politici e dai cittadini.
Il programma propone cinque assi prioritari di azione strategica:
1.
2.
3.
4.
5.
migliorare l'applicazione della legislazione vigente;
integrare le tematiche ambientali nelle altre politiche;
collaborare con il mercato;
coinvolgere i cittadini modificandone il comportamento;
tener conto dell'ambiente nelle decisioni in materia di assetto e gestione
territoriale.
In particolare il punto che più di altri a noi interessa è il punto 4. Orbene per
coinvolgere i cittadini e modificarne il comportamento sono proposte le seguenti azioni:

consentire ai cittadini di confrontare e migliorare il proprio comportamento
ecologico;

migliorare l'accessibilità e la qualità delle informazioni sull'ambiente fornite ai
cittadini.
Lo Sportello Energia dovrà essere concepito come uno strumento puntuale di
informazione, di supporto tecnico, di progettazione e di consulenza per il cittadino e per
l’impresa; è quindi concepito come un'iniziativa a carattere pratico e divulgativo che
vuole dare nozioni concrete e non solo teoriche, anche al fine di tutelare i cittadini
riguardo alle molte discordanti offerte ed informazioni, spesso di non facile valutazione,
presenti in questo mercato.
In particolare esso dovrà assolvere ai seguenti compiti:
 Proporre strumenti utili alla diagnosi energetica delle abitazioni dei cittadini in
modo da dare agio agli stessi di poter intervenire lì dove c’è più bisogno con
contromisure atte a limitare il dispendio energetico inutile.
41
http://europa.eu/legislation_summaries/agriculture/environment/l28027_it.htm.
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
Per tale scopo il servizio che più di tutti può veicolare tale messaggi è lo sportello
energia esso è infatti un servizio di front office di crescente diffusione nell’ambito di
comuni e province italiani.
144
 Progettazione e finanziamento: risparmio sulle bollette energetiche e utilizzo di
energia proveniente da fonti rinnovabili attraverso la programmazione, sia tecnica
che finanziaria, di interventi (anche a carattere sperimentale) sugli impianti e sugli
involucri edilizi.
 Tutoraggio all’avvio dei progetti: con tale servizio lo sportello si prefigge di
accompagnare il cittadino nella scelta di soluzioni impiantistiche adatte alle sue
esigenze, suggerendo, eventualmente, allo stesso il percorso di progettazione e di
stipula di contratti interessanti l’ambito energetico.
 Organizzazione di corsi di formazioni: l’organizzazione di corsi di formazione a
livello scolastico, ma anche a livello di impresa in modo da poter formare nel
cittadino un'opinione critica sul consumo energetico, e sulle nuove forme di
energia alternativa.
 Indicazioni riguardanti aziende, sul territorio, del settore energetico fornendo i
contatti di cui potersi rivolgere per richiedere eventualmente preventivi
consulenze ecc.
 Promuovere gruppi d’acquisto: che consente di mettere insieme più persone, con
lo scopo di poter spuntare prezzi più convenienti sia per l'acquisto di energia sia
per materiali che consentono di risparmiare energia (lampadine a risparmio
energetico, ecc.) e di produrla (pannelli solari, inverter, ecc.).
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
L’informazione di base dello sportello viene in genere supportata da schede tematiche sui
temi legati all’energia: SOLARE TERMICO, SOLARE FOTOVOLTAICO, EOLICO,
RISPARMIO ENERGETICO. Le schede dovranno contenere le informazioni di maggiore
utilità per i cittadini e dovranno essere disponibili sia in cartaceo sia allo Sportello sia sul
sito Internet del comune in un’apposita sezione.
145
10.2 ESCO - Società di servizi energetici
Le ESCO, acronimo di Energy Service Company, operano per far conseguire il
risparmio ai propri clienti. Tali società sono dei soggetti indipendenti che senza vincoli
tecnologici o interessi nella vendita di combustibili o energia elettrica spostano il
baricentro dalla vendita di prodotti energetici alla vendita di servizi per il riscaldamento,
l’illuminazione, la mobilità con strutture contrattuali adeguate.
La logica ESCO pura non prevede guadagni per la società in mancanza del
conseguimento del risparmio energetico stimato con la totale acquisizione del rischio
tecnico e finanziario da parte della società stessa. Originariamente ed idealmente queste
imprese non sono integrate a gruppi attivi nel settore della vendita dei prodotti
energetici; la loro filosofia è incentrata sulla vendita del risparmio energetico. La
peculiarità dell’approccio sta nel fatto che gli interventi tecnici necessari a ottenere il
risparmio sono sostenuti dalle stesse ESCO e non dal cliente. Il consumatore di energia
rimane così sgravato da ogni forma di investimento e non dovrà preoccuparsi di finanziare
gli interventi migliorativi dell’efficienza dei propri impianti. Il profitto della ESCO è
legato al risparmio energetico conseguito con la realizzazione del progetto. La differenza
della bolletta energetica prima e dopo l’intervento di efficientamento spetta in parte alla
società ESCO fino alla fine del periodo di contratto previsto. Quindi ciò che caratterizza
una ESCO, e la differenzia da una semplice società di consulenza risiede proprio in
questo, ossia che il prezzo del suo operato dipende dal risultato ottenuto.
Alla fine dei termini contrattuali il cliente potrà beneficiare totalmente della
maggiore efficienza energetica del proprio impianto diventandone proprietario e potrà
scegliere se mantenere la gestione affidata alla ESCO a nuove condizioni da rinegoziare
oppure assumerla in proprio.
FORNITORI
APPARECCHI
PAGAMENTI
PAGAMENTI
ESCO
RIMBORSI
INSTALLAZIONI
ISTITUTI
FINANZIARI
PAGAMENTI ATTRAVERSO I RISPARMI
F IGURA 10.1: R APPRESENTAZIONE SCHEMATICA SEMPLIFICATA DI UN CONTRATTO ESCO.
Il meccanismo è quello individuato in figura 10.1.
Caratteristica delle ESCO è sempre quella di operare l'investimento con mezzi
finanziari terzi (diversi cioè da quelli del cliente o del fornitore della tecnologia),
operazione che viene definita come "finanziamento tramite terzi" (in inglese Third Party
Financing, in sigla TPF). Il TPF è una parte essenziale dell’intervento di una ESCO,
perché sono le prestazioni raggiunte che creano il risparmio energetico e finanziario
garante dell’ammortamento dell’investimento iniziale e del pagamento dei servizi erogati.
Il TPF si basa su un corollario fondamentale della solvibilità del credito, garantita dal
risparmio energetico dell’impianto installato.
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
CLIENTE
146
È necessaria avere una base di riferimento dei consumi iniziale affidabile; a tal fine
sono interessanti gli standard di riferimento proposti dal protocollo IPMVP (International
Performance Measurement and Verification Protocol) di derivazione nordamericana e reperibile
da sito dell’EVO (Efficiency Valutation Organization).
Per portare a termine un intervento di risparmio energetico secondo la logica
ESCO è necessario disporre di una contrattualistica piuttosto raffinata e completa.
Esistono vari tipi di contratti di EPC (Energy Performance Contracting) proposti dalle ESCO;
essi possono essere scelti in base alla particolare situazione considerata, in quanto ciò che
cambia tra una forma e l’altra di contratto sono essenzialmente i rapporti che
intercorrono tra i tre soggetti: ESCO, utente, TPF.
10.2.1 Contrattualistica ESCO
Un aspetto molto importante è la scelta di come vengono ripartiti i benefici nel periodo
di stipula del contratto.
Contratti a risparmi condivisi (shared savings)
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
La ESCO anticipa i costi di investimento o tramite fondi propri o tramite un
finanziatore terzo. I risparmi mensili sono suddivisi fra la ESCO e l’utente sulla base del
tipo di intervento e del tempo di ritorno dell’investimento. Stipulando tale contratto
quindi l’utente si fa carico di pagare alla ESCO una quota dell'ammontare della bolletta
energetica annua, in genere un 70-90%.
147
Le prestazioni del servizio reso sono stabilite contrattualmente e la ESCO è
responsabile degli impianti e ne mantiene proprietà e gestione fino alla conclusione del
contratto. In tale quadro è la ESCO ad assumere i rischi tecnici e finanziari
dell’intervento, e per questo è portata a far funzionare l’impianto alla massima efficienza.
D’altro canto questo, insieme al finanziamento tramite terzi, rappresenta una delle
attrattive principali di questa tipologia di EPC per gli utenti.
Un contratto di tale tipo è preferito dai soggetti con carenza di fondi e si addice
alle grandi ESCO, con importanti fondi monetari, che ricorrendo al FTT riducono il loro
rischio finanziario, mentre ostacola le piccole compagnie impossibilitate a contrarre
grandi debiti.
Un tipo particolare di contratti shared savings è quello first out, in cui tutto il risparmio
conseguito viene girato alla ESCO allo scopo di ridurre al massimo la durata del
contratto.
Contratti a prestazioni garantite (guaranteed savings)
In questo caso l’intervento viene realizzato attraverso il finanziamento, che può
presentarsi sotto forma di prestito o sotto forma di leasing, del cliente da parte di
soggetto terzo. La ESCO si fa garante delle prestazioni minime dell’impianto e l’utente si
assicura così un flusso di cassa non negativo.
Alla ESCO spetterà un compenso, in
genere sotto forma di rate mensili, pattuito in fase contrattuale in base ai requisiti tecnici
raggiunti. In caso che il rendimento prospettato dalla ESCO non sia raggiunto sarà la
stessa ESCO a dovere pagare la differenza. La ESCO da parte sua non si assume alcun
rischio finanziario di investimento.
Rispetto alla tipologia contrattuale precedente, questa presenta uno svantaggio
evidente per l’utente: la ESCO non è interessata a far funzionare l’impianto alla massima
efficienza, in quanto le basta assicurare la prestazione minima garantita per ottenere la
rata concordata, a meno che il contratto non sia scritto con accortezza dal cliente. Questo
contratto è del resto più semplice da attuare e può essere esteso ad interventi di minori
dimensioni. Tale tipo di contratto si addice nel lungo termine alla crescita delle piccole
compagnie, che non indebitandosi, non corrono alcun rischio finanziario, ma presuppone
una certa maturità del mercato delle ESCO e dei rapporti fra queste e gli istituti di
credito per attivare i potenziali vantaggi in termini di credito agevolato per il cliente.
10.2.2 Metodologie operative di una ESCO
Le attività caratteristiche svolte da una società di servizi energetici sono molteplici
ed assai complesse. Il percorso che di consueto è adottato per la realizzazione di un
intervento di razionalizzazione energetica si articola su diversi processi:
 Studio di fattibilità tecnico-economica del progetto;
 Finanziamento del progetto;
 Progettazione esecutiva;
 Installazione e realizzazione delle opere;
 Gestione e manutenzione degli impianti;
 Acquisto dei vettori energetici;
 Monitoraggio e verifica dei risultati.
Alcune di queste attività possono essere affidate in outsourcing a soggetti terzi (ad
esempio l’installazione dell’ impianto o la sua manutenzione) od essere seguite
direttamente dalla ESCO.
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 Diagnosi energetica approfondita;
148
Al termine del periodo di validità del contratto, l'impianto viene in genere riscattato dal
soggetto beneficiario dell'intervento, mentre la sua gestione può essere lasciata in carico
alla ESCO o affidata ad altri soggetti.
Piano Energetico Comunale per il Comune di Baronissi
Considerando le attività che una società di servizi energetici deve svolgere, e la loro
evidente complessità, il tutto inserito nella stringente logica della garanzia dei risultati, ne
consegue l’elevata professionalità che la ESCO deve possedere. Competenza tecnica, per
proporre sempre il tipo migliore di intervento, capacità di gestione del rischio (da quelli
finanziari a quelli di impresa, passando per quelli tecnici e così via), attitudine al dialogo e
alla consulenza, capacità di rispondere alla richiesta del cliente, esperienza, per avere una
conoscenza profonda maturata sul campo e per e per non commettere errori dettati da un
approccio troppo semplicistico al sistema analizzato.
149