Un importantissimo traguardo in tema di procreazione assistita

Un importantissimo traguardo in tema di procreazione assistita:
Prima gravidanza di una coppia italiana dopo l’applicazione clinica della
Diagnosi Genetica Pre-Concepimento (PCGD) sull’ovocita,
l’alternativa etica alla diagnosi preimpianto sull’embrione
La Legge 40/2004 vieta qualsiasi forma di diagnosi genetica sull’embrione; quindi in Italia non
e‘ più possibile eseguire la cosiddetta diagnosi genetica preimpianto (PGD), una tecnica che
consiste nell’asportare dall’embrione, quando è ancora costituito da 7-8 cellule (al terzo giorno
dalla fecondazione), una cellula, con lo scopo di verificare che l’embrione non sia affetto da
gravi malattie genetiche. Questa tecnica ha consentito a molte coppie (fertili e non) di avere
figli sani, senza dover affrontare la scelta dolorosa di un eventuale aborto terapeutico.
Il testo di legge 40 non specifica la liceità o meno della diagnosi preimpianto, rimandando ogni
posizione alle successive linee guida emanate dal Ministero della salute, che poi, di fatto, hanno
proibito espressamente tale metodica, consentendo esclusivamente una diagnosi di tipo
“osservazionale”.
Quindi, da Marzo del 2004, molte malattie, tutt'altro che rare, come per esempio la talassemia,
la fibrosi cistica, la distrofia muscolare di Duchenne-Becker, non possono più essere
diagnosticate con la diagnosi preimpianto.
Fino ad oggi, le coppie italiane portatrici di patologie genetiche avevano due opzioni
riproduttive:
•
•
Il concepimento naturale, sottoponendosi successivamente a diagnosi prenatale, mediante
villocentesi o amniocentesi, affrontando eventualmente la scelta dolorosa di una
interruzione volontaria della gravidanza nel caso in cui venga individuato un feto affetto
dalla specifica malattia;
Ricorrere al cosiddetto “turismo procreativo”, cioè cercare di ottenere un trattamento
sanitario mediante diagnosi preimpianto all’estero, presso centri di fecondazione assistita
ubicati in Paesi con legislazioni meno restrittive, affrontando quindi ingenti spese e
notevoli disagi.
Oggi, finalmente, si affaccia una nuova opportunità per le coppie italiane a rischio genetico: la
cosiddetta diagnosi genetica pre-concepimento (PCGD).
Questa nuova procedura, messa a punto dal Dr. Francesco FIORENTINO, direttore del
Laboratorio GENOMA, e dalla sua equipe, e’ stata pubblicata lo scorso gennaio sulla rivista
“Prenatal Diagnosis” (Fiorentino et al., 2008). Tale tecnica è stata recentemente applicata con
successo su una coppia laziale, ora al terzo mese di gravidanza, il cui partner femminile è
portatore di una malattia genetica legata al cromosoma X denominata Charcot Marie Tooth
(CMTX), che si è sottoposta ad una procedura di fecondazione assistita presso il Centro di
Medicina e Biologia della Riproduzione dell’European Hospital.
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La diagnosi genetica pre-concepimento
La diagnosi genetica pre-concepimento, mira a selezionare gli ovociti in cui sia assente
l’anomalia genetica di cui il partner femminile è portatore, in modo da produrre solo embrioni
sani. Ciò è realizzato eseguendo l’analisi genetica dell’ovocita, mediante biopsia del primo
globulo polare (1PB), prima della sua fertilizzazione effettuata mediante ICSI (Intra
Cytoplasmic Sperm Injection).
Tale procedura, quindi, permette di effettuare la diagnosi preimpianto di malattie genetiche e
cromosomiche sugli ovociti, prima che avvenga il concepimento, e non sugli embrioni.
Grazie alla nuova tecnica, si risolve definitivamente il problema della selezione genetica degli
embrioni e dell'eliminazione degli embrioni malati. Ciò consente di superare i problemi etici
che hanno determinato il divieto della diagnosi preimpianto in Italia. Quest’ultima, infatti,
comporta l’eliminazione degli embrioni che, all’analisi genetica, risultano affetti dalla specifica
patologia genetica di cui la coppia e’ portatrice. Con la diagnosi pre-concepimento, invece, si
esclude a priori la possibilità di produrre embrioni con anomalie genetiche.
Biopsia del primo globulo polare
Le cellule uovo, od ovociti, rappresentano i gameti femminili. La cellula uovo matura è
caratterizzata dalla presenza di un primo globulo polare.
Il primo globulo polare, viene espulso dall’ovocita nella fase finale della sua maturazione e
contiene un assetto genetico che e’ speculare a quello presente nell’ovocita stesso. L’analisi di
questa piccola cellula, che non ha alcun ruolo biologico e degenera dopo alcune ore, fornisce
importanti informazioni sullo status genetico dell’ovocita e può essere considerata
un’alternativa alla biopsia degli embrioni.
Il primo globulo polare, infatti, può essere rimosso con una biopsia ed utilizzato per selezionare
quegli ovociti che, all’analisi genetica, non presentano la mutazione genica e, quindi, sono
considerati idonei per essere poi fecondati. Inoltre, la letteratura scientifica ha dimostrato che la
rimozione di questa cellula non ha alcun effetto negativo sul successivo sviluppo embrionale.
La procedura di rimozione del primo globulo polare viene eseguita al microscopio ottico,
attraverso l’impiego di un sistema di micromanipolazione. Una sottile micropipetta di vetro
viene inserita nell’involucro che circonda l’ovocita (Zona Pellucida), attraverso una fessura che
viene creata da un fascio di luce emessa da un sistema laser connesso al microscopio. Mediante
una delicata aspirazione, si prelevano i globuli polari dagli ovociti, ponendoli in seguito
all’interno di provette analitiche per la successiva diagnosi genetica.
Video biopsia globulo polare. Rimozione del primo globulo polare. Una sottile
micropipetta di vetro a margini arrotondati viene inserita attraverso una fessura aperta con
un laser nell’involucro che circonda l’ovocita, la zona pellucida. Mediante una delicata
aspirazione, si preleva il globulo polare dall’ovocita, ponendolo successivamente all’interno
di una provetta analitica per la diagnosi.
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L’analisi genetica dell’ovocita mediante diagnosi del primo globulo polare (1PB).
L’analisi del 1PB permette di identificare, in donne portatrici di una malattia genetica, quegli
ovociti che non presentano la specifica mutazione genica.
Infatti, poiché il 1PB possiede un assetto genetico
Prelievo
speculare a quello dell’oocita, se il 1PB presenta la
ovocitario
mutazione ne consegue che l’ovocita risulterà privo della
mutazione (e quindi normale). Viceversa, se il 1PB non
presenta la mutazione, sarà l’ovocita a contenere quella
30’
mutazione (Figura 1).
Solo gli ovociti normali (cioè senza la mutazione) saranno
Decumulazione
poi fecondati, mediante ICSI, con gli spermatozoi del
ovocita
partner. In tal caso, gli embrioni che ne derivano potranno
essere al massimo portatori della malattia (se lo
spermatozoo conteneva la mutazione di cui è portatore il
partner maschile della coppia), ma non saranno mai affetti
dalla malattia.
Biopsia 1PB
Nel protocollo di diagnosi genetica dell’ovocita mediante
analisi del primo globulo polare, i tempi da osservare sono
strettissimi (al massimo 4 ore). Per questo motivo,
l’applicazione della tecnica segue uno schema articolato
che richiede una stretta coordinazione tra due diverse
equipe, i team del laboratorio di PMA e del laboratorio di
genetica molecolare.
L’attività’ di questi due gruppi di professionisti consente
di ottenere i risultati entro 6 ore dal prelievo degli ovociti,
procedendo quindi alla fertilizzazione degli ovociti che
sono risultati privi della mutazione di cui il partner
femminile della coppia è portatore.
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Analisi genetica
4h
ICSI
<6h
Figura 1: Schema della diagnosi genetica pre-concepimento mediante analisi del primo globulo
polare (1PB). Il rettangolo nero rappresenta la mutazione genica di cui il partner femminile
della coppia e’ portatore. L’ovocita A risulta contenere la mutazione, poiché la diagnosi del 1PB
non ha evidenziato la presenza della mutazione in questione. Viceversa, l’ovocita B risulta
essere normale, poiché la diagnosi genetica del 1PB ha evidenziato la presenza della mutazione.
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L’applicazione clinica della diagnosi pre-concepimento
La procedura sopra descritta è stata applicata, con successo, ad una coppia laziale infertile, il
cui partner femminile è portatore di una malattia genetica legata al cromosoma X denominata
Charcot Marie Tooth (CMTX), la malattia ereditaria più frequente del sistema nervoso
periferico, che colpisce 1 persona su 2500, ed ha una probabilità del 50% di trasmissione ai
figli. Più precisamente, la malattia si manifesta completamente nei figli di sesso maschile.
La coppia in questione ha avuto in precedenza un figlio con l’ausilio della diagnosi
preimpianto, prima dell’approvazione delal legge 40. Successivamente, desiderando un nuovo
figlio, la coppia è dovuta recarsi all’estero, presso il Memorial Hospital di Istanbul, per
accedere nuovamente alla tecnica di selezione genetica degli embrioni. Il tentativo, purtroppo
non ha avuto successo, nonostante una gravidanza positiva; la gestazione, infatti, si è interrotta
spontaneamente intorno alla settima settimana. Dopo tale tentativo, la coppia ha avuto, sempre
ad Istanbul, per due volte, il trasferimento in utero di embrioni congelati, purtroppo anche
questi con esito negativo.Successivamente, provata psicologicamente dai continui spostamenti
e dagli insuccessi, la coppia ha deciso di restare in Italia ed accedere al programma della
diagnosi genetica pre-concepimento.
Il trattamento di procreazione assistita ha previsto la stimolazione ormonale per indurre crescita
multifollicolare e quindi il prelievo degli ovociti sotto controllo ecografico. La paziente ha
prodotto un numero complessivo di 19 ovociti, che sono stati successivamente denudati
(Decumulazione) da tutte le cellule che circondano l’ovocita. La procedura di decumulazione
permette di classificare tutti gli ovociti recuperati sulla base del loro stato di maturazione
nucleare e della qualità morfologica, che nel nostro caso ha consentito di selezionare un
numero di 15 ovociti maturi idonei alla biopsia del 1PB.
Si poi è passati alla procedura di biopsia dei globuli polari; l’esame genetico, ha permesso di
identificare 7 ovociti sani (cioè privi della mutazione), 6 ovociti invece segnalavano la
presenza della mutazione, 2 hanno dato un risultato non interpretabile. A seguito di questo
esame è stato possibile selezionare 3 ovociti privi di mutazione ed utilizzarli per la
fecondazione in vitro con gli spermatozoi del partner attraverso tecnica ICSI. Ciò ha permesso
di ottenere la formazione di 3 embrioni che, come nelle normali procedure standard di
fecondazione assistita, sono stati trasferiti in cavità uterina della paziente, e più precisamente 3
giorni dopo la ICSI.
Dodici giorni dopo il trasferimento degli embrioni, la paziente ha effettuato il test di
gravidanza, che è risultato positivo. Successivi controlli ecografici hanno confermato la
gravidanza che, a tutt’oggi, è in fisiologica evoluzione (12^ settimana di gestazione).
L’analisi del DNA dei villi coriali ha dimostrato che il feto è sano, confermando l’accuratezza
della procedura.
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Malattie genetiche diagnosticabili con l’analisi del 1PB
La diagnosi genetica pre-concepimento può essere applicata a coppie portatrici di malattie
monogeniche a trasmissione autosomica recessiva (es. Fibrosi Cistica, Beta Talassemia), o
legata al cromosoma X (X-linked) (es. Distrofia Muscolare Duchenne-Becker DMD/DMB;
Sindrome dell’X-Fragile) o a trasmissione autosomica dominante di origine femminile
(Distrofia miotonia), nonché a coppie portatrici di anomalie cromosomiche di tipo strutturale
(traslocazioni bilanciate). Con questa procedura non possono essere individuati eventuali
malattie genetiche a trasmissione autosomica dominante di origine maschile.
Tuttavia, da una valutazione retrospettiva dell’attività’ di diagnosi preimpianto effettuata dal
ns. Centro dal 1998 a Marzo 2004, emerge che la diagnosi genetica pre-concepimento sarebbe
stata utilizzabile in 30 differenti malattie genetiche (81.1%) su un totale di 37 diagnosticate.
Inoltre, considerati 293 cicli di diagnosi preimpianto effettuati per 189 diverse coppie, il 95.9%
(281/293) di questi sarebbero stati effettuabili anche applicando l’analisi del 1PB, riuscendo ad
accettare il 95.8% (181/189) delle copie che hanno richiesto di poter accedere ad un ciclo di
diagnosi preimpianto (Tabella 1).
Tabella 1:Valutazione retrospettiva dei cicli di diagnosi preimpianto per malattie
monogeniche effettuati dal nostro Centro.
Cycles
(n = 293)
Couples
(n = 189)
Autosomal Dominant
28 (12)a
18 (8)b
Charcot Marie Tooth type 1A
PMP22
Congenital fibrosis of extraocular muscles
KIF21A
Hand-Foot-Uterus
syndrome
/ HOXD13Synopolydactlyly
HOXA13
Holt-Oram Syndrome
TBX5
Huntington
HD
Myotonic dystrophy
DMPK
Primary dystonia
DYT1
Neurofibromatosis type 1
NF1
Retinoblastoma
RB1
Spastic Paraplegia 3
SPG3A
Tuberous sclerosis
TSC1
1 (0)
1 (0)
1 (0)
1 (0)
2 (0)
1 (0)
1 (1)
2 (1)
9 (9)
3 (0)
4 (1)
3 (0)
1 (0)
1 (0)
1 (1)
2 (1)
5 (5)
1 (0)
3 (1)
1 (0)
1 (0)
1 (0)
Autosomal Recessive
240
156
174
1
33
2
1
2
1
105
1
26
2
1
1
1
Disease
β-Thalassemia
Batten's disease
Cystic Fibrosis
Congenital adrenal hyperplasia
Factor VII deficiency
Familial Mediterranean Fever
Gangliosidosis
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Gene
HBB
PPT1
CFTR
CYP21A2
F7
MEVF
GLB1
Homocystinuria
Mevalonic aciduria
Mucopolysaccharidosis Type IIIA
Mucopolysaccharidosis Type VI
Niemann-Pick disease
Sickle cell anemia
Spinal Muscular Atrophy
Tay Sachs
X-linked
MTHFR
MVK
SGSH
ARSB
SMPD1
HBB
SMN1
HEXA
1
1
4
2
1
6
10
1
1
1
1
1
1
3
10
1
25
15
Adrenoleukodystrophy
ABCD1
2
2
Alpha-Thalassemia
mental
retardation
ATRX
1
1
syndrome
Charcot Marie Tooth type X
CMTX
2
1
Chronic granulomatous disease
CYBB
1
1
Duchenne muscular dystrophy
DMD
5
2
Fragile - X
FRAXA
2
1
Glucose-6-phosphate
dehydrogenase
G6PD
1
1
deficiency
Haemophilia A
F8
6
3
Haemophilia B
F9
3
1
Lesch-Nyhan syndrome
HPRT
1
1
Wiskott-Aldrich Syndrome
WAS
1
1
a
Nr. di cicli di PGD per malattie a trasmissione autosomica dominante di origine maschile.
b
Nr. di coppie con una malattia a trasmissione autosomica dominante di origine maschile.
I vantaggi della procedura
•
•
•
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L’analisi e’ effettuata su materiale extra-embrionario, che non ha alcun ruolo
biologico. La biopsia del 1PB non incide sullo sviluppo dell’embrione, mantenendo
inalterate le relative percentuali di impianto.
La diagnosi genetica viene quindi eseguita sull’ovocita, l’embrione non viene
manipolato. Ciò previene l’eliminazione degli embrioni malati e consente di superare i
problemi etici che hanno determinato il divieto della diagnosi preimpianto.
La diagnosi pre-concepimento e’ molto utile per quelle coppie portatrici di una malattia
genetica che non vogliono affrontare il rischio di un’interruzione della gravidanza nel
caso in cui, a seguito di diagnosi prenatale, venga individuato un feto affetto dalla
specifica malattia. Tali coppie, dopo l’approvazione della legge 40, sono alla ricerca di
centri all’estero, ubicati in Paesi con legislazioni meno restrittive, dove ottenere una
gravidanza mediante diagnosi preimpianto, affrontando ingenti spese e notevoli disagi.
I limiti della procedura
•
•
L’analisi consente di ottenere solo informazioni relative ad anomalie di origine
femminile, ed e’ quindi inapplicabile in caso di malattie genetiche autosomiche
dominanti di origine maschile.
L’analisi non consente di effettuare la tipizzazione dell’HLA in fase preimpianto,
procedura recentemente impiegata da coppie con un figlio affetto da una malattia
genetica, per la cui cura e’ necessario effettuare un trapianto di cellule staminali da un
soggetto compatibile. In questi casi la diagnosi preimpianto rappresenta una strategia
che consente di individuare e trasferire embrioni che saranno, contemporaneamente,
privi di mutazioni e HLA-compatibili con il figlio malato. Alla nascita del bambino, le
cellule staminali presenti nel cordone ombelicale del nascituro potranno essere prelevate
e trapiantate nel figlio malato della coppia, per consentirne la guarigione.
Considerazioni
L’analisi del primo globulo polare, di per sé, non e’ una novità. Tale metodica e’ stata
impiegata per la prima volta nel 1990 da un gruppo di ricercatori statunitensi (Verlinsky et al.,
1990), prevedendo inizialmente l’analisi del solo 1PB, procedura immediatamente
abbandonata, ed integrata con l’analisi del 2PB, al fine di aumentare l’efficacia della metodica.
(Verlinsky et al., 1997) I suddetti ricercatori, tuttavia, hanno impiegato un protocollo che
prevedeva l’analisi dei globuli polari dopo la fecondazione, a causa del lungo tempo necessario
per il completamento della procedura diagnostica (circa 16h), non compatibile con i tempi
massimi di fertilizzazione degli ovociti, che solitamente devono essere fecondati entro 6-8h dal
loro prelievo. Il nome di tale procedura, infatti, e’ stato in seguito modificato in “diagnosi
genetica pre-zigotica”, proprio perché la diagnosi genetica interviene dopo la fertilizzazione
dell’ovocita, prima della formazione dello zigote (che avviene al momento della singamia, circa
18 ore dopo la fecondazione).
I citati protocolli di diagnosi genetica pre-zigotica, tuttavia, non sono compatibili con la
legislazione vigente, perché se la fertilizzazione dell’ovocita viene effettuata prima di
conoscere il risultato dell’esame genetico del globulo polare, la legge 40 obbligherebbe il
trasferimento in utero di tutti i possibili embrioni prodotti, rendendo quindi la diagnosi genetica
inutile. L’unica procedura che rientra nei limiti imposti dalla citata legge, e’ la diagnosi
genetica pre-concepimento, eseguendo l’analisi genetica del solo primo globulo polare (1PB),
ma prima della fertilizzazione dell’ovocita. La ICSI sarà, quindi, effettuata solo dopo aver
ottenuto gli esiti dell’esame genetico.
Per effettuare l’analisi genetica del 1PB, prima della fertilizzazione dell’ovocita, vi e’ un
limitato spazio temporale, che fino ad oggi ne ha precluso una applicazione di routine.
Il Laboratorio GENOMA ha ovviato a questa limitazione temporale, ottimizzando un
protocollo diagnostico rapido che può essere portato a termine entro 4h, quindi in tempo utile
per eseguire la fertilizzazione degli ovociti risultati, all’analisi genetica, essere privi della
mutazione. Nella ricerca condotta analizzando un numero di 147 ovociti, tale procedura si e’
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dimostrata estremamente efficace, fornendo una corretta diagnosi nel 100% dei casi
(Fiorentino et al. 2008).
Nonostante i limiti sopra descritti, la diagnosi pre-concepimento e’ molto utile per quelle
coppie portatrici di una malattia genetica che non vogliono affrontare la scelta dolorosa di un
aborto terapeutico nel caso in cui, a seguito di diagnosi prenatale, venga individuato un feto
affetto dalla specifica malattia. Tali coppie, dopo l’approvazione della legge 40, sono alla
ricerca di centri all’estero, ubicati in Paesi con legislazioni meno restrittive, dove ottenere un
trattamento sanitario mediante diagnosi preimpianto, ricorrendo al cosiddetto “turismo
procreativo”.
L’opzione di un trattamento in Italia, mediante diagnosi genetica pre-concepimento, eviterà a
queste coppie notevoli disagi, dovuti soprattutto al fatto di essere costretti a ricorrere ad un
trattamento sanitario in un altro paese, con medici che non parlano la stessa lingua, affrontando
ingenti spese, sia correlate al trattamento (costo della procedura, farmaci, visite mediche) che al
viaggio e alla permanenza in loco. La diagnosi pre-concepimento può, inoltre, dare una
speranza a molte coppie che non possono affrontare queste spese, a causa delle limitate
disponibilità economiche. Ciò ha creato una iniquità di accesso alle pratiche sanitarie, diritto
sancito costituzionalmente. L’opzione della diagnosi sull’ovocita fornisce alle coppie Italiane
l’opportunità di ottenere un accesso gratuito alle tecniche di PMA, i cui costi e quelli dei
relativi farmaci sono a carico del Sistema Sanitario Nazionale.
A parte l’aspetto sociale, la diagnosi genetica pre-concepimento consente di superare un sentito
problema etico, che e’ stato la causa principale del divieto della diagnosi preimpianto: la
manipolazione dell’embrione a fini diagnostici, quello che in molti hanno definito come
“eugenetica”. Utilizzando questa procedura, la diagnosi genetica viene eseguita sull’ ovocita, e
non sull’embrione. Grazie al test, quindi, si risolve definitivamente il problema della selezione
genetica degli embrioni e dell'eliminazione degli embrioni malati.
Infatti, a differenza della diagnosi preimpianto, che comporta l’esclusione di quegli embrioni
che all’analisi genetica risultano affetti dalla specifica patologia genetica di cui la coppia e’
portatrice, con la diagnosi pre-concepimento, invece, si esclude a priori la possibilita’ di
produrre embrioni con anomalie genetiche. Inoltre, stante le attuali restrizioni imposte dalla
Legge 40 circa il numero di ovociti fertilizzabili (massimo tre), la diagnosi pre-concepimento
rappresenta una tecnica più efficace rispetto alla diagnosi preimpianto. Infatti, dopo
selezione genetica degli ovociti, gli embrioni che ne deriveranno saranno sicuramente sani. Con
la diagnosi preimpianto, invece, gli embrioni potranno essere anche malati, e ciò
comporterebbe una riduzione della sua efficienza.
In conclusione, riteniamo che il protocollo diagnostico da noi applicato, rimuovendo il
principale ostacolo etico (cioè il test genetico sugli embrioni), possa essere la soluzione che
permetterà di conciliare le due opposte visioni di tutela dell’embrione, e quindi ridurre la forte
contrapposizione tra le parti in causa. Auspichiamo che i risultati della nostra ricerca,
unitamente al successo della prima applicazione clinica, consentano di porre fine al turismo
procreativo ed alla forte penalizzazione delle coppie italiane che da questo ne scaturisce.
Oggi la diagnosi genetica pre-concepimento restituisce un’arma alla lotta contro le
malattie genetiche, offre una speranza concreta a tutte le coppie, anche quelle che non si
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possono permettere costose cure all’estero, riduce sensibilmente il rischio di interruzioni
di gravidanza e, soprattutto, rispetta pienamente la vita sin dall’atto del concepimento.
Dr. Francesco FIORENTINO
Biologo Molecolare
Direttore del laboratorio di genetica molecolare “GENOMA”
via Po, 102 00198 ROMA
Tel.: +390685358425 Fax: +390685344693, Cell.: +393356587162
e-mail: [email protected]
web: www.laboratoriogenoma.eu; www.francescofiorentino.it
Maggiori informazioni:
http://www.diagnosipreimpianto.info/pgd-dopo-legge40.htm (Italiano)
http://www.preimplantationgeneticdiagnosis.it/pgd-on-polar-bodies.htm (Inglese)
http://www.diagnosipreimpianto.info/genoma-laboratorio.htm
http://www.laboratoriogenoma.eu/laboratorio.asp
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