Diagnosi genetica pre-impianto: nuove possibilità diagnostiche Fiorentino F.1,2 1 GENOMA - Laboratorio di Genetica Molecolare - via Po, 102 00198 ROMA 2 EmbryoGen – Centro di Diagnosi Genetica Preimpianto - via Po, 102 00198 ROMA Il rapido sviluppo della genetica molecolare registratosi negli ultimi anni ha interessato tutti i settori della biologia, compresa la Medicina della Riproduzione. Con l'evolversi delle tecniche di fertilizzazione in vitro (IVF), la Diagnosi Genetica Preimpianto (PGD) si è proposta come una nuova metodologia intesa ad identificare, prima dell'impianto in utero, la presenza di malattie genetiche o di alterazione cromosomiche nell'embrione generato in vitro da coppie ad elevato rischio riproduttivo. La possibilità di diagnosticare una malattia genetica nell’embrione, prima dell’impianto, evita così il ricorso all’interruzione di gravidanza terapeutica, spesso devastante dal punto di vista psicologico e non sempre accettata dal punto di vista etico/ morale. Un'applicazione della PGD che, già allo stato attuale, annovera una casistica notevole, riguarda la diagnosi delle aneuploidie. Lo studio dell'assetto cromosomico dell'embrione ha una duplice finalità: ridurre il rischio di trasferimento di embrioni con alterazioni cromosomiche e aumentare le possibilità di gravidanza in gruppi di pazienti caratterizzati da una performance riproduttiva ridotta. Lo sviluppo delle conoscenze sul genoma umano, con l’identificazione di nuovi geni coinvolti nell’insorgenza di malattie ereditarie, unitamente all’avanzamento della tecnologia strumentale, ha notevolmente esteso il campo di applicazione della PGD. Patologie genetiche molto diffuse in cui la Diagnosi Genetica Preimpianto oggi trova una valida applicazione comprendono Beta-Talassemia, Anemia Falciforme, Emofilia A e B, Distrofia Muscolare di Duchenne-Becker, Distrofia Miotonica, Fibrosi Cistica, Atrofia Muscolare Spinale (SMA), Sindrome di Lesch-Nyhan, Malattia di CharcotMarie-Tooth, Alfa-1-Antitripsina e X-Fragile. Recenti applicazioni della PGD prevedono la diagnosi di mutazioni associate alla predisposizione ereditaria a malattie ad insorgenza tardiva, quali per esempio la malattia di Huntington, l’Alzheimer, oppure associate alla predisposizione a tumori quali la Neurofibromatosi (NF1 e NF2), la Sindrome di Li-Fraumeni (p53), la Poliposi Adenomatosa Familiare (FAP) o il Retinoblastoma (RB1). La tipizzazione dell’HLA in fase preimpianto, inoltre, si è recentemente proposta quale strumento per coppie con un figlio malato di una malattia genetica, la cui cura necessita il trapianto di cellule staminali da un soggetto compatibile. In questi casi la PGD rappresenta una strategia che consente di individuare e trasferire embrioni che saranno, contemporaneamente, privi di mutazioni e HLA compatibili con il figlio malato. E' prevedibile che nei prossimi anni sia dato un impulso sempre maggiore alla PGD, intesa come un'alternativa alla diagnosi prenatale convenzionale nel caso di coppie, anche non infertili, ma a rischio di trasmissione di malattie genetiche.