II Università degli Studi di Napoli
Facoltà di Medicina e Chirurgia
Distrofia Simpatico Riflessa
Docente
Prof. Fabio Zanchini
Scuola di Specializzazione in Ortopedia e Traumatologia
III Anno
Distrofia Simpatico Riflessa
Disturbo del sistema nervoso simpatico evocato per
via riflessa, che insorge in seguito ad uno stimolo
eccitatorio stimolando il sistema nervoso simpatico
e comportando alterazioni trofiche.
Distrofia Simpatico Riflessa
• DISTROFIA: se non trattata comporta la comparsa di
alterazioni distrofiche come risultato della persistente
stimolazione del simpatico.
• SIMPATICA: via percorsa per lo sviluppo ed il
mantenimento della sindrome.
• RIFLESSA: che insorge in seguito ad uno stimolo
eccitatorio.
Distrofia Simpatico Riflessa
Sinonimi:
• Causalgia
• Neurodistrofia
• Distrofia post-traumatica
• Osteoporosi post-traumatica
• Atrofia di Sudeck
• Simpatalgia
• Distrofia neurovascolare riflessa
• Edema traumatico cronico
• Neurodistrofia
• Sindrome da affaticamento simpatico
• Atrofia acuta dell'osso
Distrofia Simpatico Riflessa
EZIOLOGIA
1)Traumi (Fratture, distorsioni, contusioni, apparecchi gessati,
lesioni chirurgiche, etc..).
2)Malattie
A)Viscerali (infarto del miocardio)
B)Patologie neurologiche( accidenti vascolari, tumori,
poliomieliti, siringomielia, radicoliti, herpes zoster, ecc.).
C)Infezioni cutanee e dei tessuti molli.
D)Patologie vascolari (arteriosclerosi, panarterite nodosa,
tromboflebiti ).
E)Disordini muscolo-scheletrici (difetti posturali, sindrome
miofasciale ).
3)Idiopatica
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PATOGENESI
Non è ancora nota.
Va considerata come un prolungamento della
normale risposta simpatica ad una lesione,
rappresentata da un arco riflesso simpatico.
Distrofia Simpatico Riflessa
•Componente centrale
•Componente periferica
Distrofia Simpatico Riflessa
Distrofia Simpatico Riflessa
Distrofia Simpatico Riflessa
TEORIE PATOGENETICHE
• T. della dissociazione delle fibre (Noordenbos).
• T. della barriera (Wall e Melzack).
• T. del neuroma.
• T. del circolo vizioso.
• T. della turbolenza.
Distrofia Simpatico Riflessa
Distrofia Simpatico Riflessa
TEORIA
FIBRE
DELLA
DISSOCIAZIONE
DELLE
Sofferenza prevalente delle fibre riccamente
mielinizzate (ad alta velocità di conduzione)
rispetto a quelle poco mielinizzate o amielinizzate
(bassa velocità di conduzione).
Ciò comporta un aumento degli impulsi dolorosi
condotti lentamente e, quindi, un’abnorme risposta
centrale a questo sbarramento afferente.
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TEORIA DELLA BARRIERA
Squilibrio tra le afferenze
al SNC delle grandi fibre
Aβ (inibitorie) e le piccole
fibre Aδ e C (facilitatrici)
con prevalenza di queste
ultime. In questo modo
aumenta l’attività delle
piccole fibre e quindi
la trasmissione degli
impulsi dolorosi afferenti.
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TEORIA DEL NEUROMA
Quando una fibra nervosa viene
sezionata, la porzione distale
degenera, mentre la parte
prossimale comincia a rigenerare
fino ristabilire la loro distribuzione
originaria. Quando questi germogli
rigenerativi non trovano i tubi
neurali intatti, essi vengono
circondati da tessuto infiammatorio,
formando dei NEUROMI.
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TEORIA DEL CIRCOLO VIZIOSO
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TEORIA DELLA TURBOLENZA
Il danno nervoso periferico scatena una reazione
neuronale retrograda con danno alle cellule gangliari
sensitive di origine ed ulteriore danno alle cellule del
corno dorsale in sinapsi con esse. Ciò crea nel midollo
spinale dei foci iperattivi abnormi tendenti ad
automantenersi. Questi disturbi possono interessare
la corteccia sensitiva determinando come effetto
finale la distrofia simpatica riflessa.
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CARATTERISTICHE CLINICHE
• Comparsa in seguito ad un evento scatenante (Traumi,
interventi chirurgici, patologie neurologiche,patologie
cardio-vascolari, infezioni)
• Esordio improvviso quando è post-traumatico, mentre è
subdolo quando compare in seguito ad una patologia.
• Discrepanza tra la severità della lesione scatenante
e l’entità della sindrome risultante.
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QUADRO CLINICO
• Dolore.
• Iperestesia.
• Disturbi vaso-motori e sudoripari.
• Modificazioni del tono muscolare.
• Disturbi trofici della cute, degli annessi cutanei ,
dei muscoli, delle ossa e delle articolazioni.
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DISTINGUIAMO 3 FASI DELLA MALATTIA :
1. Fase Acuta o Iperemica
2. Fase distrofica o Ischemica
3. Fase Atrofica
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1. FASE ISCHEMICA
• Dolore urente di media
intensità
• Iperpatia
• Allodinia
• Iperestesia
• Edema
• Spasmo muscolare
• Cute calda rossa e secca
FASE REVERSIBILE
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2. FASE DISTROFICA
• Estensione dell’edema
• Aumento della rigidità articolare
• Atrofie muscolari
• Irradiazione prossimale e/o distale
del dolore urente
•  Iperpatia ed allodinia
• Cute umida, cianotica e fredda
• Capelli aridi ed unghie fragili
FASE REVERSIBILE
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3. FASE ATROFICA
•Riduzione del dolore
•Cute liscia, tesa, fredda e
pallida
•Alopecia
•Atrofia del sottocute
•Debolezza muscolare
•Notevole limitazione delle
articolazioni interessate
FASE PARZIALMENTE
REVERSIBILE
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FASE
ISCHEMICA
REVERSIBILE
FASE
DISTROFICA
REVERSIBILE
FASE
ATROFICA
IRREVERSIBILE
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DIAGNOSI
•Anamnesi :storia recente o remota di traumi,
infezioni o malattie.
•Clinica :dolore urente, disturbi vasomotori e
distrofici.
•Esami di laboratorio.
•Strumentale.
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DIAGNOSTICA CLINICA
• MISURAZIONE DELLA TEMPERATURA
Valuta il flusso sanguigno locale, che è sotto il controllo del S.N.S.
Nella I fase è maggiore, mentre nella II e III tende a ridursi.
• TEST DELLA FUNZIONE SUDORIPARA
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DIAGNOSTICA STRUMENTALE
• RADIOLOGIA
• TERMOGRAFIA
• SCINTIGRAFIA TRIFASICA
• MINERALOMETRIA
• ELETTROMIOGRAFIA
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QUADRO RADIOLOGICO
• Disomogenea
osteoporosi delle
epifisi e delle ossa
brevi
• Riassorbimento
subperiostale
• Striature della
corticale
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TERMOGRAFIA
Rileva la distribuzione termica
di una superficie corporea e
quindi lo stato circolatorio
di quella regione.