amore impossibile - Liceo Ariosto Spallanzani

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PROGETTO “LEGGERE…E NON SOLO”
CLASSE 5°A
“AMORE IMPOSSIBILE”
Quando lo scontro diventa incontro
A CURA DI:
BRUNI CHIARA
GARIMBERTI GIULIA
MENOZZI MARGHERITA
MONTORSI ELENA
PINOTTI DANIELA
INTERVISTA A FRIEDRICH NIETZSCHE
Qual è stato l’aspetto che caratterizza il personaggio dello scienziato che più hai imparato ad
apprezzare e di cui prima non avevi compreso il significato profondo?
Sicuramente ho imparato a conoscere e ad affrontare in maniera meno critica i risultati che la
scienza è riuscita ad ottenere.
Ed è innegabile il suo valore applicativo e fondamentali sono i miglioramenti pratici che è riuscita
ad apportare alla vita dell’uomo.
Probabilmente senza le sue scoperte vagheremmo ancora per le praterie coperti di pellicce
mangiando carne cruda.
Come dire…se non esistesse la scienza bisognerebbe inventarla!
Quindi possiamo dire che il suo pessimismo si è un po’ smorzato?
Diciamo che non credo la scienza sia la soluzione alla malattia che affligge profondamente l’essere
umano, però aiuta ad alleviare mali minori.
Le epoche di difficoltà della storia sono dovute al prevaricare di una delle due culture
sull’altra?
Mi viene naturale richiamare una delle mie prime opere nel rispondere a questa domanda, e
senz’altro una delle più significative: “La nascita delle tragedia”.
Qui spiego ampiamente come prima dell’età di Pericle in Grecia esistesse un perfetto equilibrio tra
la componente umana apollinea e quella dionisiaca.
Poi però, a partire da Socrate che con la sua maieutica e il suo modo ironico di procedere, si volle
incatenare la spirito dionisiaco e proprio qui secondo me è da rintracciare la l’origine della malattia
umana e di conseguenza di tutte le difficoltà della storia.
Crede che la presunta inconciliabilità di queste due culture sia anche dovuta alla diversa
velocità con la quale si evolvono e si rinnovano?
Innanzitutto bisogna dire che la scienza per sua proprietà intrinseca è spinta nella ricerca da una
forza propulsiva forse inestinguibile: la curiosità umana e la capacità di ingegnarsi per trovare
soluzioni ai problemi che si pongono davanti.
Inoltre man mano che le tecniche si sono affinate, essa ha proceduto sempre più velocemente
distanziandosi enormemente dalle arti umanistiche, nonostante il punto di partenza fosse lo stesso.
La difficoltà della cultura umanistica ad evolversi è forse dovuta al suo strettissimo legame con la
tradizione e con le idee dei pensatori precedenti.
Un caso particolare è però rappresentato dalla filosofia: in effetti il mio arrivo sulla scena è stato
senza dubbio un evento rivoluzionario in quanto ho proceduto a smantellare tutte le false credenze e
le verità assunte dall’uomo fino ad allora come assolute.
INTERVISTA A MARIE CURIE
Data la sua formazione scientifica, quali sono stati i maggiori disagi nel dover interpretare un
ruolo così lontano dalla cultura nella quale è stata educata?
Sicuramente la mancanza di applicazione pratica del ruolo che ho dovuto rivestire, poi
indubbiamente ho faticato ad adattarmi al linguaggio filosofico, che ho trovato molto distante dai
tecnicismi scientifici a cui sono stata abituata, ai quali è immediatamente associabile un concetto
concreto.
Ho infine sentito molto la mancanza di esperimenti a supporto da me sostenute nei panni del
filosofo.
Dopo quest’esperienza è cambiata la sua idea di progresso?
Bhè, diciamo in parte.
Ho sicuramente concluso che il livello di sviluppo a cui siamo giunti non è stato merito solo
dell’una o dell’altra scienza.
Il progresso della società non è basato solo sul progredire della ricerca scientifica ma anche su un
mutamento del pensiero, della mentalità e della filosofia di ogni singola epoca.
Le epoche di difficoltà della storia sono secondo lei dovute al prevaricare di una cultura
sull’altra?
Sicuramente sì, proprio come accade nel grande laboratorio della scienza.
Se si eccede con uno dei due elementi che contribuiscono alla reazione, la provetta scoppia.
Solo miscelando in maniera equa e proporzionata i due elementi, a seconda delle esigenze, si riesce
a raggiungere l’obiettivo prefissato.
Non possiamo indubbiamente riscrivere la storia, ma sicuramente l’esperienza di “Amore
impossibile” mi ha fatto riflettere sul fatto che forse una collaborazione tra le due culture in
questione, invece che una netta suddivisione degli ambiti di indagine, forse non avrebbe impedito,
ma avrebbe sicuramente gestito in maniera più costruttiva eventi drammatici.
Era uno scontro che sarebbe dovuto diventare incontro.
INTERVISTA AL REGISTA DI “AMORE IMPOSSIBILE”:
IL MAESTRO SIGIRA CHUCK
Sappiamo che questa è la sua prima esperienza di lungometraggio, dopo numerosi corti.
Come mai ha scelto proprio questo tema, cioè il rapporto tra cultura scientifica e umanistica
per il suo film?
Bhè, senza dubbio la ritengo una tematica calda, attuale, e di grande spessore. Poi devo ammettere
che fin da piccolo sono stato abituato a rapportarmi con entrambe le culture e considerarle in modo
critico. Per tutto questo devo ringraziare la mia famiglia che mi ha educato all’apertura mentale nei
confronti del diverso.
Qual è dunque il messaggio che si sente di dare a chi non ha avuto la fortuna di essere
cresciuto in un contesto così culturalmente dinamico come il suo nucleo familiare?
Credo che la stessa scelta di osservare il dibattito interculturale dal punto di vista ironico e giocoso
del rapporto di coppia, possa essere un buon modo per avvicinare il pubblico al problema del
confronto, e a volte dello scontro, tra esponenti del campo scientifico e di quello umanistico. L’idea
era proprio quella di utilizzare l’ironia come un’insolita chiave di lettura delle divergenze e dei
contrasti tra mentalità così diverse, in modo da fornire spunti di riflessione forti e quasi pungenti, a
coloro che decideranno di sedersi in sala. In pratica, non ho voluto comunicare un messaggio ben
definito, e ho preferito lasciare che ognuno traesse le sue conclusioni.
Alla luce di quanto ha appena affermato, dopo aver fornito un ottimo quadro generale di
questo difficile rapporto tra culture, il finale del film rimane aperto. Lei è convinto della
possibilità di conciliare le due culture o invece è per una separazione dei campi di studio?
Bhè, più che conciliare si tratterebbe di riconciliare. La cultura umanistica e quella scientifica sono
state in passato strettamente legate, basti pensare ai filosofi greci che elaborarono teorie
matematiche e scientifiche tutt’ora valide (Euclide, Pitagora..), ma anche ai grandi pensatori del
Seicento:Galileo e lo stesso Copernico. Tutti costoro non attuarono mai una scissione netta tra gli
ambiti, consci dei profondi richiami tra pensiero e scienza. Ritengo, e credo che questo nel film
trapeli, che i problemi siano cominciati con la progressiva tendenza ad una specializzazione sempre
maggiore, che ha portato inevitabilmente a perdere d’occhio tutto ciò che esula dal proprio campo
d’azione.
Nasce così anche una sorta di senso di superiorità, non è vero?
Esatto, cercando sempre di più di specializzarsi e di indirizzare i propri studi in un campo sempre
più ristretto, oltre ad accantonare tutto il resto si finisce anche per ritenere il proprio lavoro più
importante, quasi superiore, a quello degli altri uomini e donne di ricerca. Questo intendo io per
senso di superiorità.
Immagino che la scelta di due icone come M.Curie e F.Nietzsche non siano casuali. Quali sono
i caratteri dell’una e dell’altro che hanno fatto nascere in lei il desiderio di scritturarli?
Partiamo da Nietzsche:egli è un personaggio chiave della filosofia, una vera e propria forza della
natura!Sconvolge, rompe le righe, distrugge ciò che lo ha preceduto e costruisce una filosofia
grandiosa e assolutamente nuova. Lui steso lo dice:è dinamite, è un martellatore, ed è stato proprio
questo suo essere nuovo, folle, che lo ha reso uno dei filosofi con la F maiuscola. Questa idea di
caos da cui si origina tutto, e questo suo pessimismo critico di fondo, lo rendono il personaggio
perfetto per rappresentare la cultura umanistica e per accettare la sfida di mettersi nei panni di una
donna di scienza.
E per quanto riguarda la Curie?
Partirei proprio dal suo essere donna di scienza, inserita in un contesto prevalentemente maschile.
Questa è una delle caratteristiche che la rende ancora più forte e determinata nel suo lavoro. Marie
Curie è un emblema della donna e della scienza allo stesso tempo, e trovo formidabile questa sua
grande dedizione nel lavoro, anche considerata la fatica che ha fatto per emergere. Una donna forte
e una grande scienziata, apprezzata e pluripremiata…e chi meglio di lei?!
Un’ultima domanda:in merito alla sua scelta di giocare con queste due eminenti personalità
ad un cambio di ruoli, come reagirebbe se le chiedessero, considerata l’esperienza di “Amore
impossibile” di vestire i panni di Tonio Cartonio, l’eroe del Fantabosco?
Bella domanda, credo che sarebbe in primo luogo una sfida perché mi troverei dall’altro lato della
macchina da presa, e poi, vestito da folletto…ACCI PIGNA!
PREFAZIONE DELLE AUTRICI
Cultura scientifica e cultura umanistica sono state per la stragrande maggioranza delle persone due
ambiti assolutamente inconciliabili.
L’idea di “Amore impossibile” nasce proprio per dire che noi la pensiamo diversamente: per noi
sono due culture fortemente legate, le cui esistenze sono in strettissima relazione.
L’idea è stata quella di immaginarsi la creazione di un film dal titolo “Amore impossibile”, i cui due
protagonisti, provenienti ciascuno da un ambito diverso, sono stati chiamati a rivestire il ruolo
dell’altro.
Friedrich Nietzsche e Marie Curie ci sono sembrati i personaggi emblema di queste due culture.
Abbiamo voluto cominciare con una ironica intervista doppia nella quale abbiamo messo in bocca
ai due personaggi i luoghi comuni che da sempre hanno alimentato questa storica indifferenza, se
non addirittura scontro.
Seguono poi il trailer cinematografico del film e i contenuti speciali, nei quali abbiamo inserito tre
interviste:a Nietzsche, alla Curie e al regista del film.
In queste interviste i due protagonisti rivedono in parte le loro posizioni, dopo aver vissuto, seppur
per il breve periodo in cui è stato girato il film, il ruolo, le difficoltà e le soddisfazioni del ruolo
sempre contrappostogli dalla storia.
BIBLIOGRAFIA:
La gaia scienza
F. Nietzsche
L’Anticristo
F. Nietzsche
Ecce Homo
F. Nietzsche
La nascita della tragedia
F.Nietzsche
Le due culture
P.Snow
I classici e la scienza
a cura di I.Dionigi
SITI WEB CONSULTATI:
www.wikipedia.com
www.google.it (per le immagini)
www.tera.it
www.filosofico.net
www.culturanuova.net
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