GALA MEYERBEER
In occasione dei 150 anni dalla morte del compositore
Lunedì 6 ottobre 2014, ore 20.30
Accademia Nazionale di Santa Cecilia Auditorium Parco della Musica, Roma
Per il ciclo PappanoinWeb, il concerto sarà integralmente trasmesso su telecomitalia.com/pappanoinweb,
in streaming live e on demand
#pappanoinweb
Rossini, Semiramide: Sinfonia
Meyerbeer, Il Crociato in Egitto: “D’una madre disperata... Deh! Mira
l’angelo... / Con qual gioia le catene
Berlioz, Benvenuto Cellini: Ouverture
Meyerbeer, Robert le Diable: “Robert, toi que j’aime”
Wagner, Das Liebesverbot: Ouverture
Meyerbeer, Dinorah: “Ombre légère”
Meyerbeer, L’Africaine: Marcia Indiana
Meyerbeer, Les Huguenots: “Ô beau pays de la Touraine”
Meyerbeer, Dinorah: Ouverture
ORCHESTRA E CORO
DELL’ACCADEMIA NAZIONALE DI SANTA CECILIA
Antonio Pappano, direzione
Diana Damrau, soprano
Centocinquant’anni fa, Giacomo Meyerbeer moriva a Parigi dopo una carriera eccezionale che aveva fatto di lui
uno dei più importanti compositori europei. Nel corso della stagione 2014 - 2015, il Palazzetto Bru Zane si
associa a tre eventi legati a questo importante anniversario. Un convegno internazionale a Pistoia dal 12 al 14
settembre, Dinorah ou Le Pardon de Ploërmel in forma di concerto il 1 ottobre alla Philharmonie di Berlino
(orchestra e coro del Deutsche Oper, con Patrizia Ciofi ed Enrique Mazzola) e una serata dedicata a Meyerbeer
all’Auditorium Parco della Musica di Roma.
Partner storico del Palazzetto Bru Zane, l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia ha accolto dal 2009 ad oggi vari
programmi di musica romantica francese di rara esecuzione nell’ambito della sua stagione di musica da camera.
Autori come Théodore Dubois e Théodore Gouvy hanno potuto trovare una platea romana grazie a questa
consolidata collaborazione. Il Palazzetto Bru Zane ha anche sostenuto la realizzazione del progetto del Guillaume
Tell di Rossini diretto da Antonio Pappano proposto a Roma e a Londra in forma di concerto e grande successo
discografico. Per la stagione 2014-2015, una serata dedicata a Giacomo Meyerbeer e ai suoi contemporanei in
occasione dei centocinquant’anni dalla morte del compositore, sarà il frutto di questo prezioso partenariato.
GIACOMO MEYERBEER (1791-1864)
Nato Jakob Liebmann Meyer Beer da una ricca famiglia berlinese, il futuro autore de
Les Huguenots deciderà di contrarre il cognome e successivamente d’italianizzare il nome.
Meyerbeer intraprende gli studi sotto la guida di Zelter e dell’abate Vogler e li prosegue
in Italia con Salieri. Si fa conoscere con le sue opere italiane, in particolare Romilda e
Constanza (1817), Emma di Resburgo (1819), Margherita d’Anjou (1820) e Il Crociato in Egitto
(1824). Rappresentata trionfalmente alla Fenice di Venezia, quest’ultima viene ripresa
l’anno dopo a Parigi. Il compositore intuisce come nessun altro le aspettative del pubblico
francese. Opéra-comique trasformato in grand opéra, Robert le Diable ottiene un notevole
successo nel 1831. Nuovo trionfo con Les Huguenots (1836), seguiti da Le Prophète (1849) e
L’Africaine (rappresentata postuma nel 1865). Considerato il principale esponente del grand
opéra (in collaborazione con il librettista Scribe), Meyerbeer compone anche gli opérascomiques L’Étoile du Nord e Dinorah ou Le Pardon de Ploërmel, nonché il singspiel Ein Feldlager
in Schlesien per Berlino (nel 1842 il re di Prussia Federico Guglielmo IV lo nomina direttore
generale della musica). Pochi musicisti sono stati altrettanto acclamati in vita. Questo
successo è il risultato di un lungo lavoro, di cui è testimonianza il ristretto numero di opere
compiute. Meyerbeer è riuscito a realizzare la sintesi tra vocalità italiana, declamazione
francese e sinfonia germanica, L’influsso del suo senso dell’effetto sonoro e del contrasto è
percepibile in numerosi compositori, tra cui Berlioz, Gounod, Verdi e Wagner.
IL GRAND OPÉRA FRANCESE
Erede, tra gli altri, di Gluck e di Spontini, il grand opéra s’impone con Auber (La Muette
de Portici, 1828), Rossini (Guillaume Tell, 1829), Halévy (La Juive, 1835) e soprattutto
Meyerbeer (Robert le diable, 1831; Les Huguenots, 1836). Esso ha affascinato parecchi
compositori stranieri, quali Wagner che modifica Tannhäuser per le rappresentazioni
parigine del 1861, e Verdi che scrive Les Vêpres siciliennes e Don Carlos per la capitale
francese. In quattro o cinque atti, il grand opéra s’ispira generalmente a un evento storico
in un passato sufficientemente lontano da aggirare la censura (spesso il Medio Evo o
il Rinascimento). Moltiplica i contrasti, in particolare tra momenti intimisti e quadri
collettivi (presenza obbligatoria di un balletto, scene di giuramento, cerimonie grandiose).
Le arie virtuosistiche, nelle quali lo stile italiano si fonde con la declamazione francese,
si alternano a “romanze” e a “canzoni” derivate dall’opéra-comique. La messinscena
spettacolare si basa su documenti d’archivio per elaborare i costumi e le scene con il
massimo di precisione e di realismo.
CONVEGNO A PISTOIA
12-14 SETTEMBRE 2014
Meyerbeer e il grand opéra francese
In collaborazione con il Centro Studi Opera Omnia Luigi Boccherini (Lucca / Pistoia) e
l’Associazione Amici di Groppoli (Pistoia)
INFORMAZIONI
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068082058
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Roberto Begnini e Flaminia
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