Autorizzazione ODG Abruzzo del 22/12/2014 Prot. n. 6/15 del 13 Gennaio 2015 | Periodico mensile d’informazione su medicina e salute | Numero 6 - Anno 2 Maggio 2015 | Distribuzione gratuita Le Virtu’ di un autentico SELF-MADE MAN Dott. Gino CONSORTI La Scoliosi: diagnosi e trattamento Ipovitaminosi D Omeopatia: medicina dei simili, medicina degli uomini Dott. S. Bandiera Dott.ssa C.Banti Dott. E. Casaccia Nei panni di un’eccellenza L’emozione di ricevere l’ “Oscar” dell’imprenditoria abruzzese. La musica è un sottofondo costante a Le bocche delle fontane all’incui affido, come fosse una ninna nanna, gresso del locale sputano in alto le mie caotiche emozioni le quali però chiassose capriole d’acqua, quasi non ci stanno proprio a piegarsi al mio della stessa quantità di cui rivoli volere razionale, allora mi rassegno a salati percorrono solchi intermiMartina condividere con loro la magia della nabili sulla mia pelle. Tacchi eleganti si affrettano sul Palandrani serata. Si accendono i primi microfoni, gli altoparlanti emettono senza alcun pavimento lucido, già prima struResponsabile Amminstrativo preavviso le prove dei tecnici. L’occhio sciato da qualche strascico di del Centro Diagnostico di bue finalmente punta sul logo del seta. Saluti lontani o silenti cenni D’Archivio col capo, strette di mano a vecchie cono- Premio “Teramo che lavora”, il quale fa da scenze o convenevoli di presentazione. sfondo al palco che proprio ora è calcato dai Tutti qui a rendere merito a chi nel tempo, presentatori Amedeo Goria e Veronica Maya. con assiduo lavoro, ha contribuito a far Che lo spettacolo abbia inizio! crescere la nostra cara provincia e l’Abruzzo Le portate di cibo sono quasi nel sapore indistinguibili al mio palato xerostomico. più in generale. Ai commensali mostro disinvoltura ma in reQualcuno è qui anche per me. La sala si satura pian piano di dolci profumi altà sento di non essere ancora pienamente da donna e talcati dopobarba, luci soffuse cosciente di quanto sta accadendo intorno a rischiarano i drappeggi delle tovaglie e le me… finché la voce di Anna Falchi, dal palco, non pronuncia il mio nome. stoviglie in argento. In questo numero Direttore Responsabile Dott. Claudio D’Archivio Direttore Editoriale Alessandra Meschieri [email protected] Amministrazione via G.Galilei, 59 Giulianova Lido - TE Progetto grafico e impaginazione Claudia D’Ascanio IPPOCRATE & D I N TO R N I 4 la Medicina Estetica APPROFONDIMENTO MEDICO Ortopedia Rubriche 2 nei panni di... M. Palandrani 6 3 le Virtù di un autentico... la Scoliosi Dott. S. Bandiera Endocrinologia 9 ipovitaminosi d Dott.ssa C. Banti Omeopatia Dott. G. Consorti 11 Illustrazioni Beatrice Corcelli Stampa Tipolitografia LA RAPIDA Chirurgia Estetica Omeopatia: medicina... Dott. E. Casaccia Dermatologia 14 TC Dott.ssa C. Guetti 12 riconoscere il Melanoma: Dott. A. Gulia Dott. Gino CONSORTI Giornalista Professionista Le Virtù di un autentico SELF-MADE MAN Un autentico self-made man. Questa definizione, così pregi dell’imprenditore sanitario teramano. profondamente radicata nel sogno del popolo a stelle Claudio D’Archivio, infatti, oltre a essere un eccellente e strisce, riassume perfettamente l’essenza di un uomo, medico radiologo e fondatore dell’apprezzato omonimo in questo caso non americano, che si è fatto da solo. Gruppo medico che comprende diverse strutture con Il suo successo, sociale e professionale, non ha infatti apparecchi sofisticati e personale specializzato e avuto “cambiali” da pagare... L’unica piacevole “penprofessionale in tutte le sue figure, si cimenta da tempo, denza” che il dottor Claudio D’Archivio aveva - è di lui sempre con risultati lusinghieri, in altri campi dell’umano che sto parlando - l’ha ampiamente e gioiosamente sapere e sapore... Non a caso, infatti, gli amici del saldata anni fa, ripagando con una brillante carriera i “gruppo corsa” - uno scanzonato manipolo di imitatori tanti sacrifici affrontati dai suoi genitori. Gente umile e dell’attività fisica... - in nome della sua riconosciuta laboriosa che pur non abilità tra i fornelli gli rotolandosi nell’oro ha hanno attribuito il fatto sì che affrontasse nel simpatico titolo di miglior modo il percorso “grande chef”. Luculliani scolastico, dall’asilo alla e indimenticabili i suoi specializzazione. Di contro, convivi gastronomici; Claudio, ha fecondato il assolutamente proverquotidiano con tanta biale la sua maestria volontà, spirito di sacrificio, nella lavorazione delle cervello e passione. carni suine e del forIngredienti preziosi che maggio fresco (giunnel corso degli anni lo cata primo sale, ricotta, hanno portato ad affereccetera); delicata e dimarsi come uomo e come spensatrice di piacere Premio TERAMO CHE LAVORA professionista. la sua pasta fatta in Dott. Claudio D’Archivio Ciò che ha ricevuto dai casa... E ancora fine suoi genitori - lo stesso trattamento riservato a suo fraintenditore e produttore, per un utilizzo familiare, tello Elio, apprezzato dentista - rappresenta una sorta dell’olio d’oliva. Dulcis in fundo, le sue stupefacenti virtù. di eredità anticipata, infiocchettata con autentici valori Un piatto storico della cucina teramana rivisitato e articristiani ed etici che, da sempre, hanno contraddistinto sticamente personalizzato attraverso il mirabile assemla sua famiglia. Ed ecco, allora, che il recente e prestiblaggio di un centinaio di ingredienti, tra legumi, gioso riconoscimento ottenuto nell’ambito della frammenti di carne ed erbe aromatiche. Una pietanza di tredicesima edizione del premio Teramo che Lavora, una bontà unica il cui apprezzamento, per dirla alla rappresenta una splendida medaglia da mostrare con manzoniana maniera, si rincorre “dall’Alpi alle Piramidi, orgoglio a mamma e papà. E visto che lo spirito del predal Manzanarre al Reno...”. mio mette in risalto i veri valori umani, imprenditoriali e Il grande Alessandro Manzoni mi scuserà per la sociali, potremmo dire che questo riconoscimento cade citazione della sua meravigliosa ode Il cinque maggio in come il cacio sui maccheroni... Una similitudine culinaria un simile contesto, ma le “virtù” di Claudio D’Archivio, certamente poco aulica... ma nello stesso tempo calsono poesia pura. Per il palato, ma anche per il cuore! zante. E poi mi offre un assist al bacio per svelare altri Ad maiora! [ ] iPPOCraTE&DINTORNI 3 Approfondimento medico La Medicina Estetica del volto Abstract del Workshop “La bellezza è arte. Nuovi orizzonti in medicina. Focus on: il volto.” tenutosi il 10 Aprile 2015 presso il Palazzo Kursaal di Giulianova L'obiettivo del lavoro congressuale è quello di illustrare le tecniche, il razionale ed i protocolli di impiego combinato di folletto di acido ialuronico, tossina botulinica e gel NASHA nel terzo superiore del volto al fine di contrastare i segni del crono e foto invecchiamento cutanei, ripristinando i volumi idonei persi con il tempo. La bellezza di un volto si basa essenzialmente sull'equilibrio e l'armonia delle strutture che ne formano i contorni, e le labbra assumono quindi un ruolo importante assieme allo sguardo. Le labbra infatti determinano il giusto equilibrio volumetrico del terzo inferiore del viso ed avere belle labbra è il desiderio di tutte le donne ma anche di tanti uomini. 4 iPPOCraTE&DINTORNI Approfondimento medico Dott.ssa Maria Letizia Sozio Medico Chirurgo Specialista in Chirurgia Estetica Medicina Estetica e Laserterapia Le correzioni vanno eseguite utilizzando un acido ialuronico specifico per le labbra (LIP o KISS GEL) iniettato con tecniche e metodiche diverse e personalizzate in base al/alla paziente da trattare. In linea generale, per ripristinare il contorno, rimodellare la carnosità e correggere le fini rugosità perilabiali (codice a barra) utilizzo un ago sottissimo mentre per restituire volume mi avvalgo di una microcannulla atraumatica flessibile. Il terzo superiore del volto invece va trattato con la tossina botulinica considerando che fisiologicamente la natura delle rughe di tale regione deriva da una ipercontrattilità muscolare e non da un depauperamento di acido ialuronico e acqua, come accade per il terzo medio e terzo inferiore del volto. La tossina botulinica determina un rilassamento della muscolatura frontale e peri oculare annientando la comparsa di rughe orizzontali frontali, rughe verticali glabellari, zampe di gallina, regalando al viso e allo sguardo un aspetto luminoso e giovane. I folletti di acido ialuronico vengono utilizzati per il ripristino di grossi volumi (zigomoplastica, mento plastica, contorno mandibolare) rispettando sempre la gentile sinuosità del volto femminile. Ai filler si accompagnano numerose altre tecniche dalla biorivitalizzazione cutanea (con fattori di crescita, vitamine e polinucleotidi) al lifting non chirurgico con fili di acido ialuronico riassorbibili e bio ristrutturanti, a trattamenti laser, luce pulsata, ossigeno e radiofrequenza, atti tutti a migliorare lo stato globale del volto riportandolo ad una condizione di bellezza naturale e fisiologica. La medicina estetica e nel caso specifico la medicina estetica del viso è arte e come ogni disciplina artistica prevede una educazione, una sensibilità che non tutti hanno. È' per questo che la riuscita di un intervento di medicina e chirurgia estetica rispecchia la naturalezza e la disinvoltura di chi l'esegue. Nello Studio Radiologico Gadaleta, di Teramo un’equipe di medici specialisti in Radiodiagnostica garantisce ogni giorno la possibilità di una diagnosi accurata ed immediata. RisonAnzA MAGneticA ARticoLARe APeRtA RADioLoGiA tRADizionALe M.o.c. oRtoPAntoMoGRAFiA ecoGRAFiA ecocoLoR DoPPLeR Presso lo Studio Radiologico Gadaleta, e in tutti gli studi del Gruppo Medico D’Archivio le indagini radiologiche vengono effettuate con apparecchiature che sottopongono il paziente ad una bassa esposizione di raggi X grazie ad un sistema digitale che ottimizza le immagini. Via Del Baluardo, 53 teRAMo Tel. 0861 246643 Fax 0861 251274 [email protected] www.gruppomedicodarchivio.it iPPOCraTE&DINTORNI 5 Approfondimento medico IPPOCRATE & D I N TO R N I APPROFONDIMENTO MEDICO Ortopedia Diagnosi e trattamento Dr. Stefano BandiEra Dirigente Medico specialista in Ortopedia e Traumatogia Struttura Complessa di Chirurga Vertebrale ad indirizzo Oncologico e Degenerativo Istituto Ortopedico Rizzoli Bologna La scoliosi è un'affezione relativamente frequente, per alcuni frequente in senso assoluto. Il sesso femminile è maggiormente colpito nel rapporto di circa 5:1 rispetto a quello maschile. Le fasce di popolazione più colpite sono quella infantileadolescenziale e quella senile. Se in condizioni anatomiche normali la colonna vertebrale, sul piano frontale, è perfettamente dritta, la scoliosi è un’alterazione in laterale dell’assetto del rachide (Fig.1). Vista di lato, la colonna vertebrale presenta lievi curve alternate perfettamente normali: una curva nel tratto cervicale e in quello lombare a concavità posteriore (la lordosi cervicale e lombare) e una curva nel tratto dorsale a convessità posteriore (la cifosi toracica). Accentuazioni delle cifosi o delle lordosi fisiologiche o loro inversioni danno origine a curve patologiche. Le scoliosi invece sono sempre patologiche. Clinicamente la scoliosi si manifesta con asimmetria del livello orizzontale delle spalle e delle creste iliache, un’asimmetria dei triangoli della taglia, (triangolo formato dalla parte mediale dell’arto superiore con il profilo laterale del tronco) (Fig.2) e, con la flessione del tronco, si rende più evidente la curvatura della linea delle apofisi spinose; si ha, inoltre, un accorciamento del tronco. 6 iPPOCraTE&DINTORNI Approfondimento medico Fig.2 Fig.1 retrazione cicatriziale di un emitorace, conseguente ad empiemi, pleuriti gravi. È sempre una scoliosi dorsale, lieve e a largo raggio. La scoliosi più frequente, cioè quella idiopatica, predilige il sesso femminile e si manifesta in genere tra gli 8 e i 12 anni di età, comunque sempre prima della pubertà. Una volta instaurata, la curva scoliotica tende a peggiorare perché la deformità compromette ulteriormente la simmetria dell’accrescimento vertebrale, andando ad alterare la stabilità dei legamenti e l’equilibrio muscolare instaurando un pericoloso circolo vizioso. Le scoliosi idiopatiche hanno sempre curve ad ampio raggio. La curva principale può essere unica o doppia a S. Alla curva principale si associano sempre curve di compenso. La componente di rotazione-torsione è quasi sempre presente e in genere tanto più marcata quanto più è grave la scoliosi. Inizialmente la scoliosi è discretamente correggibile, ma in seguito tende a divenire sempre più rigida, così da essere notevolmente fissa una volta raggiunta l’età adulta. A seconda dell’età in cui insorge, la scoliosi idiopatica viene identificata in tre sottogruppi: Infantile quando si manifesta da 0 a 3 anni di età; giovanile da 3 a 10 anni e dell’adolescenza oltre i 10 anni (classificazione adottata dalla scoliosis Research society). L'entità della deviazione scoliotica viene misurata utilizzando generalmente il sistema di misurazione di Cobb e viene espressa in gradi: si tracciano due linee passanti per il piatto superiore ed inferiore delle vertebre limitanti la curva e a queste le rispettive perpendicolari. L'angolo che viene a formarsi è detto, appunto, angolo di curvatura o angolo di Cobb. Generalmente si considerano casi indicativi di scoliosi valori superiori ai 5 gradi Cobb; la maggior parte delle scoliosi presenta angoli di curvatura tra i 10 e i 30 gradi Cobb; se la curva supera i 30 gradi si è in presenza di una curva molto importante. L'evolutività della curva è variabile fino a 20° Cobb annui e dipende dalla forma anatomo-radiologica della scoliosi e dall'età del paziente. Il maggior rischio che la curva peggiori è presente durante il periodo dell'accrescimento (11-15 anni nelle ragazze e 13-17 anni nei ragazzi). Nella metà dei casi prepuberali, tra i 9 e gli 11 anni, esiste un periodo di stabilità; inoltre alcune scoliosi congenite, diagnosticate prima dei 3 anni di età possono essere regressive. In età adulta peggiorano, in misura assai variabile (mediamente 1° Cobb l'anno) le curve molto severe (sopra i 40°). iPPOCraTE&DINTORNI 7 Approfondimento medico Ortopedia La scoliosi Si può anche vedere un gibbo costale provocato dalla rotazione-torsione vertebrale nelle scoliosi dorsali e un rigonfiamento lombare dal lato della convessità della curva nelle scoliosi lombari; sia il gibbo dorsale sia il rigonfiamento dorsale sono evidenziati al massimo con la flessione del tronco (Fig.3). La scoliosi si può classificare in strutturata e non strutturata (o funzionale). La scoliosi funzionale è indotta da vizi di atteggiamento della colonna che scompaFig.3 iono eliminando la causa che li ha prodotti, poiché la colonna anatomicamente è del tutto normale. La scoliosi strutturata è causata da alterazioni anatomiche della colonna vertebrale, delle sue articolazioni e legamenti o dei muscoli paravertebrali. La forma di scoliosi più frequente (70-80%) è la scoliosi idiopatica (quando cioè la causa non è ben definita), e va differenziata dagli altri tipi quali: - la scoliosi congenita, causata da un difetto di formazione delle vertebre o da un difetto di segmentazione; - le scoliosi paralitiche, che conseguono a paralisi dei muscoli del tronco, soprattutto da poliomielite. Nonostante raggiungano talora gravità estrema, rimangono abbastanza correggibili anche in età giovane-adulta; - le scoliosi miopatiche, che hanno caratteristiche simili a quelle paralitiche e possono comprendere le rare scoliosi da distrofia muscolare progressiva; - le scoliosi neurofibromatosiche, che si ossevano solitamente fin dall’età infantile, in sede dorsale, con breve raggio di curvatura e tendono ad aggravarsi rapidamente e notevolmente. Si può sospettare per la familiarità del morbo, per la presenza di macchie cutanee “caffelatte” e di noduli cutanei neurofibromatosi ed è causata verosimilmente da difetti di innervazione dei muscoli del tronco; - le scoliosi osteopatiche, che sono causate da alterazioni vertebrali acquisite, come rachitismo, osteomalacia, spondilite tubercolare, fratture vertebrali, tumori vertebrali. Si associano quasi sempre a cifosi; - le scoliosi toracogeniche, causate dalla 8 iPPOCraTE&DINTORNI Approfondimento medico Il trattamento chirurgico della scoliosi Il trattamento chirurgico della scoliosi mira a correggere la deformità scoliotica per riportare un buon assetto sul piano frontale e sagittale del tronco e a garantire nel tempo la stabilità della correzione ottenuta. La correzione della deformità richiede dei gesti chirurgici molto aggressivi e una volta ottenuta può essere resa definitiva solo con una fusione delle vertebre mediante un’artrodesi posteriore o anteriore. È un intervento che lascia una diminuzione della mobilità globale del rachide e quindi va riservato alle scoliosi di una certa gravità. Nelle scoliosi idiopatiche più gravi è indicata la cura chirurgica, perché una deformità che ha superato i 40° Cobb prima della fine dell’accrescimento si trova in una situazione di instabilità che può favorire un progressivo ulteriore aggravamento con tutte le conseguenze delle gravi scoliosi. L’età ideale per eseguire il trattamento è tra i 12 e i 16 anni, quando l’accrescimento del rachide sta per esaurirsi, e le curve sono ancora discretamente elastiche e correggibili anche se, nei casi in cui le curve tendano ad un peggioramento molto rapido e intenso, come può accadere nella neurofibromatosi, si può intervenire anche in età infantile. Se la scoliosi causa disturbi estetici e statici notevoli o si complica con dolori artrosici, con insufficienza respiratoria, con compressione midollare o mielo-radicolare, si può intervenire anche in età adulta. L’intervento chirurgico determina una correzione della deformità usando particolari strumentazioni. Attualmente nelle scoliosi idiopatiche si ottengono delle correzioni chirurgiche notevoli ed immediatamente stabili grazie alle viti peduncolari usate per via posteriore, senza necessità di alcun tipo di immobilizzazione postoperatoria. Corretta la deformità con l’aiuto degli strumenti sopra elencati, che verranno lasciati definitivamente in situ, si deve assicurare la stabilità della correzione con un’artrodesi vertebrale. Il tratto di colonna da artrodesizzare deve comprendere tutta la curva (o le curve) principale e 1-2 vertebre sopra e sottostanti la curva. Ipovitaminosi D La vitamina D fu scoperta nel 1992 come fattore nutrizionale che favoDott.ssa risce l’assorbimento del calcio. La Chiara Banti quota di vitamina D che è possibile Specialista in assumere con l’alimentazione è irriEndocrinologia e Malattie metaboliche soria (inferiore al 20%, prevalentemente nei grassi di origine animale, come il salmone ed i latticini), mentre la quota preponderante proviene dalla conversione di un precursore della vitamina D, derivante dal colesterolo, tramite l’esposizione della cute ai raggi ultravioletti, ad una specifica lunghezza d’onda. La luce solare si caratterizza per la presenza di queste radiazioni solo per un numero limitato di ore al giorno, che varia, come è comprensibile, anche in base alla stagione ed alla latitudine. In Italia nei mesi invernali la produzione di vitamina D indotta dall’esposizione solare è trascurabile. Diverse variabili regolano la conversione cutanea della DIOMIRA Ambulatorio Medico Specialistico è una struttura sanitaria innovativa che offre varie specialità ambulatoriali e si avvale di un’equipe di medici altamente specializzati. Direttore Sanitario Dott. CLAUDIO D’ARCHIVIO Specialista in Radiodiagnostica e Scienze delle Immagini DIOMIRA Ambulatorio Medico Specialistico Via Mamiani, 7 - Giulianova Lido (Te) Tel. 085 8005036 Fax 085 8027606 [email protected] www.gruppomedicodarchivio.it Fig.5 Fig.6 Fig.7 vitamina D, ovvero, la superficie cutanea, l’età, il tempo di esposizione solare, il fototipo, l’utilizzo di creme con filtro solare. Infatti, ad esempio nel soggetto anziano, questo processo di conversione cutanea è meno efficace rispetto al soggetto giovane e la produzione di vitamina D nella cute si riduce di oltre il 30%; l’utilizzo di una crema solare con fattore di protezione 8 abbatte di oltre il 90% la sintesi di vitamina D. La vitamina D è fortemente liposolubile e viene immagazzinata nel tessuto adiposo, questo spiega anche il motivo per cui i soggetti obesi presentano un maggior rischio di ipovitaminosi D, in quanto la vitamina D si diluisce, nella maggiore quantità di tessuto grasso. La vitamina D subisce due conversioni, una prima a livello epatico, che la trasforma in 25 (OH) vitamina D, ed una renale, che la trasforma in 1,25 (OH) vitamina D, quest’ultimo rappresenta il metabolita attivo, la cui produzione dipende dalla presenza dell’ ormone paratiroideo (PTH). ANDROLOGIA CARDIOLOGIA CHIRURGIA TORACICA CHIRURGIA VASCOLARE DERMATOLOGIA ELETTROMIOGRAFIA ENDOCRINOLOGIA GINECOLOGIA MEDICINA ESTETICA MEDICINA FISICA E RIABILITATIVA MEDICINA DELLO SPORT NEUROCHIRURGIA NEUROLOGIA NUTRIZIONE OMEOPATIA ORTOPEDIA OSTEOPATIA OTORINOLARINGOIATRIA SENOLOGIA UROLOGIA Endocrinologia Il trattamento ortopedico della scoliosi Riguarda le scoliosi non gravi cioè <40° Cobb. All'inizio la scoliosi è discretamente correggibile: in seguito tende a divenire sempre più rigida fino a divenire notevolmente fissa una volta raggiunta l'età adulta. A quel punto l'esperienza insegna che la deformità non è più correggibile. Per questo è importante intervenire il più precocemente possibile e tenere sotto stretto controllo clinico e radiografico il paziente scoliotico fino al termine dell'accrescimento (ogni 6 mesi). La cura incruenta (che non prevede cioè trattamento chirurgico) ha lo scopo di opporsi alla progressione della curva scoliotica onde evitare l'intervento chirurgico ed è indicata nell'età infantile-adolescenziale e nelle scoliosi lievi (<°30), compensate, con scarsa componente di rotazione vertebrale e nelle scoliosi, soprattutto, che non mostrano tendenza a peggiorare (scoliosi idiopatiche non evolutive). Si avvale della combinazione tra terapia ortopedica e attività fisica. La prima si prefigge come scopo la limitazione dell'evoluzione della curva e la correzione della deformità; la seconda viene attuata per migliorare le condizioni generali del bambino o dell'adolescente, aumentando il trofismo della muscolatura. Oltre alla rieducazione posturale globale, si consigliano gli sports attivi, purché impieghino globalmente la muscolatura del tronco (come il nuoto, la pallavolo o la pallacanestro). La terapia ortopedica si avvale dell'uso di corsetti, busti e apparecchi gessati. La funzione del corsetto è, nelle forme evolutive, di immobilizzare la colonna e prevenire così l'aggravamento della malattia; Il corsetto esercita una trazione continua e progressivamente aumentabile sulla colonna vertebrale. Esistono numerose varietà di corsetti ortopedici, da adattare alle singole circostanze, ma essi sono fondamentalmente di tre tipi: il corsetto alto tipo Milwaukee (Fig.5) che fa presa sul bacino, sul mento e sull'occipite ed è efficace in qualsiasi forma di scoliosi; quello ascellare tipo Lionese (Fig.6) è indicato nelle curve dorsali o dorso-lombari in quanto il suo appoggio superiore è sotto le ascelle; il corsetto basso tipo CLB (corsetto lombare bolognese) (Fig.7) è indicato per le curvature lombari o dorso-lombari in quanto il suo appoggio è ancora più in basso. Questi busti ortopedici vanno applicati precocemente, prima che la scoliosi si aggravi e finché le curve sono ancora malleabili; vanno eseguiti su misura e continuamente aggiustati sul singolo paziente; vanno indossati per buona parte della giornata e durante la notte, fino al termine dello sviluppo (dalle 16 alle 24 ore). Definizione Carenza Insufficienza Sufficienza Eccesso Intossicazione Ng/ml <20 20-30 >30 >100 >150 In tabella 1 sono mostrati i valori di vitamina D che indicano l’ipovitaminosi, lo stato vitaminico D adeguato e l’intossicazione. Il rischio d’intossicazione di vitamina D rimane un’evenienza piuttosto remota, mentre l’insufficienza della vitamina D interessa la quasi totalità della popolazione anziana in Italia, si stima infatti, che nell’80-90% delle donne italiane al di sopra dei 70 anni si abbiano livelli inferiori ai 10 ng/ml; l’insufficienza della vitamina D interessa anche circa il 50% dei giovani, almeno nei mesi invernali. Il fabbisogno quotidiano di vitamina D varia a secondo dell’età come riportato nella tabella sottostante (Tab 2). Età Fino ad 1 anno Bambini Adulti sani Anziani Fabbisogno 400 UI /die 600 UI /die 1000-1500 UI/die 2000-2300 UI/die In tabella 2 è mostrato il fabbisogno di unità internazionali (UI) di vitamina D a seconda delle varie fasi della vita. Il fabbisogno di vitamina D è variabile tra 1500 e 2300 UI/die nella popolazione anziana, considerando che l’alimentazione fornisce mediamente circa 300 UI/die, e che nel periodo invernale l’esposizione solare è virtualmente assente, è necessario integrare con supplementi per 1200-2000 UI/die. Pertanto risulta necessario trattare con supplementi di vitamina D i pazienti che ne risultano carenti; lo schema posologico sarà indicato dal medico in base a livelli di partenza di vitamina D, una volta raggiunti livelli adeguati sarà necessario instaurare una dose di mantenimento al fine di non ritornare in uno stato di carenza. Quindi per ovviare alla carenza di vitamina D bisognerebbe esporsi al sole per circa 15-20 minuti al giorno per almeno 4 giorni alla settimana scoprendo braccia e gambe, tuttavia quando si è impossibilitati a seguire queste buone regole è possibile ricorrere ad una supplementazione farmacologica sotto controllo medico. OMEOPATIA, medicina dei simili, medicina dell’uomo DEFINIZIONE L’Omeopatia è un metodo di pratica medica che mira a migliorare il livello di salute di un organismo attraverso la somministrazione di medicinali sperimentati, potentizDott. zati e selezionati individualmente Enrico Casaccia secondo la legge di similitudine. In Specialista in pratica essa è l’applicazione, in meOmeopatia dicina, di tale legge basata sulla constatazione di un fenomeno generale della biologia: ogni sostanza capace, a dosi ponderali, di provocare sintomi in un soggetto sano può curare quegli stessi sintomi in una persona malata, qualora sia somministrata in dosi deboli. ORIGINI Fu il medico tedesco Samuel F.C. Hahnemann (17551843) che introdusse il termine “Omeopatia”, dal greco omoios (simile) e pathos (sofferenza, malattia). In realtà riprese dei concetti che altri medici in passato avevano intuito circa il principio della similitudine (Ippocrate nel IV secolo a.C.”i simili sono curati dai simili”) e più tardi Paracelso (1493-1542) il quale individuò l’importanza della dose “la nozione di veleno dipende esclusivamente dalla dose”. Egli stesso per primo sperimenta l’azione della china (usata per curare la malaria) sul suo organismo, assumendone ogni giorno delle piccole dosi ed osservando la comparsa di una febbre intermittente del tutto simile a quella malarica. Ma quando smette l’esperimento, Hahnemann ritorna in perfetta salute. Ne deduce che la corteccia di china è in grado di curare la febbre malarica perché è in grado di provocare gli stessi sintomi nel soggetto sano. Da questa scoperta ha inizio l’Omeopatia. “Il simile cura il simile”(Similia similibus curentur) è dunque il principio cardine della Medicina Omeopatica; secondo la tecnica terapeutica omeopatica la guarigione può essere ottenuta solo con la somministrazione di dosi infinitesimali di quella sostanza che provoca gli stessi sintomi nell’individuo sano. I medicinali omeopatici sono ottenuti diluendo soluzioni di sostanze appartenenti al mondo animale, vegetale o minerale. Ad ogni diluizione fa seguito una vigorosa succussione detta dinamizzazione, il numero delle diluizioni effettuate costituisce il grado di diluizione del farmaco. Ciò che rende quindi “Omeopatica” una sostanza è soprattutto il processo di dinamizzazione che è ritenuto essenziale per la sua efficacia. Si ipotizza che tale processo, infatti, sia capace di indurre nuovi legami fisici, chimici e/o elettromagnetici capaci di assicurare la persistenza di un effetto terapeutico anche a diluizioni ultramolecolari. OBIETTIVO DELL’OMEOPATIA L’omeopatia è soprattutto la medicina del “terreno”, intendendo con questo termine lo studio della fisiologia del soggetto. Ogni organismo ha un suo modo di rapportarsi con l’esterno, cioè di reagire ai diversi stimoli (patogeni o non), dal punto di vista sia fisico sia patologico. Ogni persona, tramite la sua dotazione genetica, ha una “impronta”che caratterizza il suo stato di benessere e che “personalizza” la sua malattia. Per questo motivo si dice che l’Omeopatia cura l’uomo malato e non la malattia. In omeopatia il presupposto metodologico è che ogni persona abbia un’energia definita “Forza Vitale” o “risposta di autoguarigione”. Tale energia permette che allo stato di salute corrisponda uno stato di equilibrio. La malattia è originata da un turbamento dell’equilibrio dell’organismo. L’Omeopatia stimola i processi ed i meccanismi di difesa dell’organismo per prevenire e curare le malattie e ristabilire così l’equilibrio del paziente, al fine di arrivare ad una vera guarigione e non ad una semplice e sola eliminazione dei sintomi. Per fare questo la medicina omeopatica si affida alla teoria delle Costituzioni, che individua le predisposizioni morbose, ed alla teoria dei Miasmi, che si occupa di “come” un paziente fa la malattia. Il medico omeopata, alla luce delle sue conoscenze universitarie e della sua esperienza clinica, deve valutare caso per caso se conviene utilizzare l’omeopatia o la medicina tradizionale. Nel bilancio dobbiamo considerare da una parte la gravità della malattia e dall’altra l’efficacia del farmaco omeopatico rispetto al farmaco chimico. Ne consegue che un buon omeopata deve essere prima di tutto un buon clinico, con una perfetta conoscenza dei meccanismi fisiopatologici di ciascuna malattia e con una ottimale conoscenza sia dei farmaci chimici sia di quelli omeopatici. Questo significa essere medico omeopata: avere a disposizione una terapia “dolce”, significa avere un valido aiuto per avanzare prognosi, significa avere la reale possibilità di fare prevenzione. iPPOCraTE&DINTORNI 11 Approfondimento medico Omeopatia La vitamina D attiva, si lega ad un suo recettore che è capace di indurre una risposta cellulare. La vitamina D, è noto che eserciti un effetto sul metabolismo del calcio e sul tessuto scheletrico, tuttavia essa esercita anche altre azioni importanti le quali sono state scoperte perlopiù negli ultimi 10 anni. La vitamina D determina un aumento dell’assorbimento intestinale di calcio, un incremento del riassorbimento tubulare di calcio a livello renale, ed interferisce positivamente sull’attività di alcune cellule ossee, osteoblasti ed osteoclasti. La vitamina D è, inoltre, in grado di mettere in atto alcuni meccanismi essenziali per la contrazione muscolare, infatti negli stati carenziali di vitamina D si verifica una miopatia della muscolatura prossimale. Nel soggetto anziano, ipovitaminosico si verifica un aumento del rischio fratturativo. La vitamina D esercita anche un’azione extrascheletrica con effetti antiproliferativi dimostrati nel cancro della mammella, colon e prostata ed effetti immunomodulatori dimostrati su diverse patologie a patogenesi autoimmune, tra cui il diabete mellito tipo I, dermatite atopica, psoriasi. La concentrazione sierica di 25 (OH) vitamina D è ritenuta il miglior indicatore clinico della riserva di vitamina biodisponibile; la definizione dei valori normali si è profondamente modificata nell’ultimo decennio. Diversi studi negli ultimi anni hanno evidenziato che uno stato vitaminico D risulta adeguato se supera i 30 ng/ml (Tab 1). Prevenzione e diagnosi precoce. Siamo abituati a pensare che la cute sia un semplice involucro di rivestimento per il corpo umano. Dottore Niente di più sbagliato. Essa rapAndrea GULIA presenta un vero e proprio organo Specialista in che assolve a numerose funzioni. Dermatologia e In primis la cute è un organo di reVenereologia lazione. È attraverso di essa che noi ci mostriamo e ci relazioniamo con gli altri. È un organo di senso. Nella cute sono presenti terminazioni nervose deputate alla sensibilità tattile, termica, dolorifica. È un organo attraverso il quale il corpo regola la propria omeostasi. Con la sudorazione l'organismo cerca di abbassare la temperatura corporea quando quest'ultima si innalza come durante l'esercizio fisico e quando abbiamo la febbre. È un organo di protezione. Protegge l’intero organismo dall'aggressione di agenti esterni. La cute quindi svolge numerose funzioni ma è anche un organo che può ammalarsi. E tra le numerose patologie i tumori cutanei occupano un posto di assoluto rilievo. Esistono diversi tipi di tumori cutanei. Gli epiteliomi (Basocellulari e Spinocellulari) costituiscono il tipo di tumore di gran lunga più frequente a livello della cute. Si tratta tuttavia di forme tumorali caratterizzate da una bassa aggressività. Se diagnosticati precocemente i rischi per la salute del paziente sono molto bassi e la prognosi estremamente favorevole. L'inter12 iPPOCraTE&DINTORNI Approfondimento medico vento chirurgico rappresenta il trattamento di scelta nella maggior parte dei casi. Tuttavia negli ultimi anni sono state introdotte nuove terapie mediche applicabili alle lesioni più precoci, senza necessità di dover ricorrere all'intervento chirurgico. Differente è il discorso per quanto riguarda il Melanoma. Sebbene sia meno frequente rispetto agli epiteliomi il melanoma cutaneo (la cui diagnosi è in aumento negli ultimi venti anni) è un tumore caratterizzato da una elevata aggressività. Per questo tipo di tumore cutaneo, a differenza degli epiteliomi, l'intervento chirurgico è l'unico approccio terapeutico possibile. La prognosi è strettamente correlata allo spessore del melanoma (spessore di Breslow). Più precoce è la diagnosi minore sarà lo spessore e minore sarà il rischio di sviluppare complicazioni quali le metastasi. È importante per questo motivo assumere consapevolezza, da parte del paziente e del personale medico, della potenziale pericolosità di questo tumore per poterlo prevenire e combattere nel migliore dei modi. Innanzitutto è importante mettere in atto alcune buone norme comportamentali nei confronti dell'esposizione solare e dei raggi ultravioletti in generale. Il paziente è la prima persona in grado di ridurre il rischio di sviluppare il melanoma e gli altri tipi di tumori cutanei precedentemente menzionati attraverso la prevenzione primaria e cioè esponendosi manuali e digitali) per il riconoscimento di criteri non visibili ad una semplice osservazione "ad occhio nudo". Utilizzata inizialmente per lo studio di lesioni pigmentate come nei e melanomi la dermatoscopia è stata successivamente estesa anche all'analisi di altri tipi di lesioni cutanee benigne e maligne (tra queste ultime i già citati epiteliomi). Il riconoscimento di determinati criteri permette di diagnosticare anche melanomi in fase estremamente precoce, caratterizzati da spessori sottili, quando non presentano ancora caratteristiche cliniche franche di melanoma. L'utilizzo di apparecchiature per l'epiluminescenza, nelle mani di personale esperto, permette di incrementare il riconoscimento di melanomi di oltre il 30% rispetto all'osservazione clinica "ad occhio nudo". Il melanoma non va sottovalutato, come purtroppo spesso accade, poiché si tratta di un tumore estremamente pericoloso, più frequente di quanto si possa pensare. Esistono diversi tipi di melanomi a seconda delle caratteristiche istopatologiche e della localizzazione: melanoma a diffusione superficiale (il più frequente), melanoma nodulare, melanoma acrale lentigginoso, lentigo maligna melanoma. La sua pericolosità, come precedentemente accennato, è strettamente correlata al suo spessore al momento della diagnosi istologica. Più precoce è la diagnosi, più sottile sarà lo spessore del melanoma e minori saranno i rischi per la salute e la sopravvivenza del paziente. Viceversa, più tardiva è la diagnosi, maggiore sarà lo spessore e maggiore sarà il rischio che il melanoma possa dar luogo a metastasi a livello di linfonodi e/o organi interni. Questo perché i melanomi nella maggior parte dei casi presentano una prima fase di crescita orizzontale (ad eccezione dei melanomi nodulari) che può durare mesi o anni e solo successivamente vanno incontro ad una fase di crescita verticale in profondità aumentando il loro spessore. È fondamentale quindi tenere sotto controllo la propria pelle sottoponendosi periodicamente a visite dermatologiche di prevenzione, stabilite con una determinata cadenza a seconda della presenza o meno di uno o più fattori di rischio quali il numero dei nei, presenza di nei atipici, il fototipo cutaneo, la familiarità per tumori della pelle, storia personale di melanoma. È altresì importante eseguire periodicamente un autoesame della cute seguendo la regola dell'ABCDE e in caso di lesioni sospette recarsi dal dermatologo. La prevenzione è lo strumento più importante che abbiamo per combattere i tumori. Dermatologia Riconoscere il Melanoma. al sole con le dovute precauzioni: uso di schermi solari adeguati al proprio fototipo, esposizioni non eccessivamente prolungate e possibilmente non nelle ore più calde della giornata, uso moderato di lettini e lampade abbronzanti. Questo perché i danni acuti da raggi ultravioletti, come nel caso delle ustioni solari, possono indurre mutazioni nel DNA delle cellule cutanee (in primo luogo cheratinociti e melanociti) dando il là allo sviluppo di tumori. Le persone con carnagione più chiara, occhi chiari e capelli chiari sono i soggetti più a rischio. Altri fattori di rischio per lo sviluppo del melanoma sono la familiarità per questo tipo di tumore e l'elevato numero di nei (o nevi). Persone che presentino questi fattori di rischio dovrebbero, più di altri, sottoporsi a visite dermatologiche periodiche di prevenzione dei tumori cutanei. Prima ancora di parlare di come dovrebbero essere effettuate le visite dermatologiche di prevenzione, è opportuno che ciascuno di noi ponga attenzione sull'importanza di eseguire periodicamente un autoesame della propria cute. Basandosi sulla regola dell'ABCDE, ciascun individuo può, applicando alcune semplici regole, tenere sotto controllo i propri nei e recarsi immediatamente dal dermatologo in caso di lesioni sospette. ABCDE è un acronimo che sta per: A asimmetria, B bordi (regolari o irregolari), C colore (omogeneo o disomogeneo), D dimensioni, E evoluzione. Una lesione sospetta sarà, più facilmente di una lesione non sospetta, asimmetrica, con bordi irregolari, di colore disomogeneo (due o più colori), di dimensioni maggiori (questo è un criterio tenuto meno in considerazione negli ultimi anni in quanto molti melanomi, soprattutto in fase iniziale, tendono ad avere piccole dimensioni), e soprattutto andrà incontro ad una evoluzione, sia in termini di dimensioni che di aspetto, mentre la maggior parte dei nostri nei mantiene dimensioni e caratteristiche costanti. Se eseguendo un autoesame della nostra cute ci rendiamo conto che uno o più dei nostri nei presenta anche solamente una di queste caratteristiche è opportuno recarsi da uno specialista dermatologo per sottoporsi ad una visita ad epiluminescenza. Nell'ultimo ventennio in campo dermatologico la prevenzione del melanoma e degli altri tumori cutanei ha fatto passi da gigante con l'introduzione della dermatoscopia (o dermoscopia o microscopia ad epiluminescenza). Si tratta di una tecnica non invasiva, basata sull'utilizzo di particolari apparecchiature (dermatoscopi iPPOCraTE&DINTORNI 13 Approfondimento medico IPPOCRATE & D I N TO R N I TC APPROFONDIMENTO MEDICO Storia della Radiologia Radiologia TOMOGRAFIA COMPUTERIZZATA Dott.ssa Claudia GUETTI Tecnico Sanitario di Radiologia Medica La Tomografia Computerizzata (TC o CT, Computed Tomography) è una tecnica diagnostica per immagini che sfrutta radiazioni ionizzanti (raggi X) e consente di riprodurre sezioni o strati (tomografia) corporei del paziente ed effettuare elaborazioni tridimensionali. E’ nota anche come Tomografia Assiale Computerizzata (TAC o CAT , Computed Axial Tomography). Inizialmente infatti le immagini venivano generate solo sul piano assiale o trasversale, perpendicolare cioè all’asse lungo del corpo, ma oggi con il movimento del gantry, si possono acquisire direttamente immagini in coronale. UN PO’ DI STORIA La tc rappresenta un tipico esempio di invenzione o scoperta a cui pervengono due scienziati o gruppi di studio, in maniera indipendente. Negli Stati Uniti, intorno alla metà degli anni ’60 , il fisico Allan Cormack McLeod, pubblicava due lavori dove descriveva le equazioni per ricostruire immagini sulla base dell’attenuazione di un fascio di raggi X attraversante un piano corporeo da diverse angolazioni. In maniera indipendente, nel Regno Unito, l’ingegnere elettronico Godfrey Hunsfield, metteva a punto un sistema per l’elaborazione e la conversione in immagini di multipli fasci di raggi X attraversanti un corpo nel medesimo piano geometrico. Nel 1972 veniva messo in produzione il primo modello commerciale di Tomografo. Nel 1979 , a Cormack e a Hunsfiel veniva conferito il premio Nobel per la medicina. COME FUNZIONA ? L’apparecchiatura è composta da un unità di scansione chiamata gantry, da un generatore, dal lettino porta paziente , da un elaboratore elettronico, da una console di comando dove vengono visualizzate le 14 iPPOCraTE&DINTORNI Approfondimento medico Sistema di acquisizione dati Rivelatori Tubo di scansione Ricostruzione Controllo scansione Video immagini ed, infine, da un sistema di registrazione dei dati acquisiti. Durante una Tc la radiazione elettromagnetica attraversa il paziente e viene captata dai detettori (piccole camere di ionizzazione). Si ottiene cosi un segnale elettronico che, dopo essere stato elaborato da algoritmi (che convertono la densità dei tessuti attraversati dai raggi X in livelli di grigio), fornisce immagini dettagliate del corpo. La Tc può essere utilizzata con o senza mezzo di contrasto. I mezzi di contrasto sono sostanze che, introdotte nell’organismo, assorbono più o meno intensamente i raggi X rispetto ai tessuti ed i parenchimi, contrastandoli artificialmente. Grazie a questi mezzi di contrasto è possibile, per esempio, ottenere immagini particolareggiate del lume intestinale, dei vasi e di cervello , addome, torace e pelvi. La Tc è particolarmente usata per lo studio delle strutture scheletriche, indispensabile per analizzare le fratture e la posizione di ipotetici frammenti; è adatta per visualizzare gli effetti dei traumi cranici con particolare attenzione alla presenza di eventuali emorragie; è applicata anche in campo oncologico e, grazie ai recenti sviluppi, si sta diffondendo sempre più nella valutazione di aree corporee difficili da indagare come i vasi sanguigni, i bronchi, le strutture interne del cuore ed il colon (la cosiddetta colonscopia virtuale ). ESECUZIONE DELL’ESAME Salvo alcuni casi , come la colonscopia virtuale o Tc con mezzi di contrasto, non sono necessarie particolari preparazioni all’esame. Il paziente viene fatto accomodare nello spogliatoio e invitato a togliere i vestiti della zona del corpo da indagare. Il soggetto dovrà inoltre aver cura di rimuovere ulteriori oggetti di metallo che potrebbero creare artefatti, e interferire quindi con i risultati dell’esame. Una volta pronto il paziente viene fatto accomodare sul lettino nella posizione richiesta dall’esame. I movimenti del corpo vanno ridotti al minimo per evitare di ottenere immagini sfuocate. Il paziente riceverà comunque opportune indicazioni dal tecnico radiologo, come l’invito a trattenere più volte il respiro per piccoli intervalli di tempo. Nel caso il paziente sia un bambino il medico può decidere di somministrargli un sedattivo per calmarlo e mantenerlo immobile durante l’eame. Mano a mano che l’esame procede, il lettino avanza di piccoli intervalli attraverso lo scanner. La Tc a spirale prevede invece che durante le scansioni il lettino sia in movimento continuo. Questa moderna tecnica ha il grosso pregio di minimizzare i tempi dell’esame , ed è in grado di scansionare il corpo in pochi secondi. PERICOLI E SVANTAGGI I raggi X proiettati dall’apparecchiatura durante l’esame non sono dolorosi. Il disagio maggiore per il paziente deriva dalla necessità di rimanere immobile a lungo sul lettino. Se viene eseguita una Tc con mezzo di contrasto somministrato endovena subito dopo l’iniezione può comparire una leggera sensazione di bruciore locale , una vampata di calore e un sapore metallico in bocca. Si tratta di sensazioni comuni che normalmente durano soltanto pochi secondi. L’unico problema è rappresentato dalle radiazioni ionizzanti che, pur essendo somministrate a dosi molto basse, sono nocive per l’organismo. Durante una gravidanza certa o sospetta è molto importante comunicare la propria condizione al medico che potrà eventualmente decidere di posticipare l’esame o scegliere un’indagine diagnostica alternativa. Per lo stesso motivo, quando è possibile, si cerca di adottare altri strumenti diagnostici che non richiedono l’utilizzo di radiazioni ionizzanti come l’ecografia o la risonanza magnetica. E’ bene ricordare infine che, a differenza di quest’ultima la Tc può essere eseguita anche in presenza di pacemaker o defibrillatori interni. iPPOCraTE&DINTORNI 15 Approfondimento medico GRUPPO MEDICO D’ARCHIVIO Garanzia di professionalità, qualità e sicurezza da 30 anni al tuo servizio. Nei centri di Giulianova e Teramo equipe di medici specialisti in Radiodiagnostica garantiscono ogni giorno la possibilità di diagnosi accurate ed immediate. 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