salute e benessere www.salutare.info Posturologia a cura del dr. Antonio Pacilio Podologo, Posturologo, Chinesiologo, Erborista Le scoliosi Dalla clinica alla terapia. Con il termine scoliosi viene definita una deviazione permanente laterale e rotatoria del rachide, ad eziopatologia multipla, spesso ignota, alla quale conseguono gravi alterazioni estetiche e funzionali. Per classificare correttamente tale deformità è necessario porre l’attenzione su alcuni concetti fondamentali: a) la rotazione dei corpi vertebrali è un segnale di strutturazione della curva con deformità ossee vertebrali e costali, deformazione dei dischi intervertebrali e retrazioni muscolo-legamentose. La presenza di questi segni fa rientrare tale situazione nelle scoliosi strutturate o scoliosi vere. La manifestazione clinica subito riscontrabile è il gibbo, ovvero l’evidenziazione delle alterazioni a carico della gabbia toracica con paziente in piedi a tronco flesso in avanti. b) con il termine paramorfismo o atteggiamento scoliotico viene invece indicata una curvatura laterale della colonna che, al contrario della situazione precedente, non presenta una rotazione dei corpi vertebrali. Tale condizione tende alla risoluzione spontanea durante l’accrescimento e non necessita di trattamenti particolari eccetto terapie fisiche adeguate o sport. Un’esauriente classificazione delle scoliosi le suddivide: • in rapporto alla genesi della malattia: scoliosi idiopatiche, scoliosi congenite, scoliosi acquisite; • in rapporto all’età di prima osservazione della malattia: scoliosi neonatali, infantili, giovanili, dell’adolescenza; • in rapporto alla sede della curvatura primaria: scoliosi lombari, dorso-lombari, combinate dorsali e lombari, dorsali, cervico-dorsali; • in rapporto all’entità della deviazione angolare della curvatura: scoliosi inferiori ai 20°, tra i 20° e i 40°, oltre i 40°. L’ E.O. del rachide va condotto in ortostatismo valutando dapprima con un filo a piombo un eventuale squilibrio tra il tronco e la pelvi e successivamente un’eventuale asimmetria delle spalle e del bacino. Molto importante è la ricerca del gibbo, facendo flettere in avanti con il tronco il paziente (Forward bending test) e misurando la deformità con l’inclinometro. Con l’ausilio della radiologia è possibile stabilire l’eziologia ed il tipo di deformità a cui fare fronte. Le RX in AP e LL in ortostatismo del rachide sono la base di partenza per una valutazione. A volte una curva ad ampio raggio riscontrata in una radiografia in ortostatismo può essere imputabile a dismetria degli arti inferiori, con obliquità del bacino. La misurazione dell’angolo di una curva viene effettuata con il metodo di Cobb, che consiste nel tracciare delle linee tangenti alle limitanti somatiche nella proiezione A.N.F.I.A. l’inquadramento della curva va stabilita l’età ossea del soggetto per partire con il trattamento. È possibile ottenere l’età ossea con la radiografia del polso oppure valutare l’ossificazione della cresta iliaca come descritto da Risser. Sono disponibili diverse soluzioni terapeutiche: dalla chinesiterapia alle elettrostimolazioni selettive della muscolatura paravertebrale per aumentare il tono della muscolatura, i busti amovibili, i busti gessati e le trazioni. Per quanto riguarda i busti amovibili, vengono utilizzati per curve dai 10° ai 40° che mostrano una evolutività. I corsetti gessati vengono invece impiegati per scoliosi più gravi (>40°) e vengono confezionati direttamente sul paziente posto in trazione su di un apposito lettino (di Cotrel) e sottoposto a trazioni opportune in sede di deformità per ottenere la massima derotazione e correzione. Va aggiunto, inoltre, che un trattamento con corsetto gessato non deve essere prolungato oltre un determinato periodo a causa dell’ipotrofia muscolare indotta dall’immobilizzazione. A volte un corsetto gessato è solo una tappa antecedente l’intervento chirurgico, quando ci si trova di fronte a scoliosi ancora “mobili” e non al termine della crescita. Il trattamento chirurgico, viene invece riservato alle situazioni più gravi (> 40°) per ridurre la grave deformità ed evitare complicanze respiratorie o neurologiche. alutare 15