12 QUANDO E’ IL CASO DI INTERVENIRE COL BISTURI? ● Anche se le tecniche chirurgiche e rianimative hanno fatto grandi progressi, il trattamento chirurgico della scoliosi idiopatica va riservato alle forme di maggiore gravità ed evolutività, in cui il corsetto non è applicabile o risulta inefficace. L’indicazione principale al trattamento chirurgico riguarda i soggetti in età pubere, ma è comunque possibile eseguire interventi preparatori meno invasivi anche nei bambini, per prevenire la comparsa di gravi deformità secondarie del torace e del polmone che non sarebbero più recuperabili in una fase successiva. In genere il periodo post-operatorio comporta limitazioni modeste, e molti pazienti dopo una settimana di convalescenza possono riprendere le loro normali attività senza l’utilizzo di corsetti ortopedici. È POSSIBILE PREVENIRE LA SCOLIOSI IDIOPATICA? La scoliosi è una malattia subdola perché, non provocando alcun dolore, viene generalmente diagnosticata per caso, quando è ormai in fase avanzata. L’unico modo per scoprirla tempestivamente è quindi un controllo clinico sistematico dei ragazzi nell’età di maggiore accrescimento: 10-13 anni per S in alute Genitori, state attenti alle curve pericolose! I l termine “scoliosi”, derivante dalla parola greca “skoliosis” (incurvamento) definisce una deformazione strutturale della colonna vertebrale, che si torce nei tre piani dello spazio. Si definisce scoliosi idiopatica una forma che colpisce il 4-5% della popolazione: l’aggettivo idiopatica indica che non se ne conosce la causa, anche se si presume che non sia in gioco una causa unica ma che esistano diversi fattori causali. Attualmente si tende ad accreditare l’ipotesi genetica, in quanto esiste indubbiamente una familiarità per questo disturbo; sul terreno della predisposizione genetica agirebbero poi sollecitazioni meccaniche costanti e ripetute, come quelle che si verificano nella respirazione e nella deambulazione. La postura tenuta nei banchi di scuola e i chili di libri trasportati negli zaini non sembrano invece avere, contrariamente a quanto si crede, una significativa le femmine e 12-15 anni per i maschi. Il riscontro, in queste fasce di età, di piccole asimmetrie, deviazioni o atteggiamenti anomali della colonna, non è tuttavia indice sicuro di scoliosi: il controllo (semestrale in età prepubere e trimestrale in età puberale) e una pratica sportiva costante scongiurano infatti la comparsa della patologia nella maggior parte dei casi. Quando lo specialista diagnostica in un giovane paziente una scoliosi idiopatica, spesso l’interessato e i suoi genitori non hanno una precisa cognizione del problema. Alcuni sottovalutano l’importanza di questa patologia, altri la considerano molto grave e quindi entrano in ansia, altri ancora pensano che possa trattarsi soltanto di una questione estetica. Proviamo quindi a fare chiarezza sulla natura di questo disturbo, sul suo decorso e sulle possibili terapie. SCOLIOSI IDIOPATICA influenza nella comparsa della scoliosi. La patologia può colpire la zona dorsale o quella lombare del rachide, oppure entrambe: si distinguono quindi scoliosi toraciche, lombari e toracolombari. A seconda della gravità, si parla poi di scoliosi maggiore o minore. Non è raro riscontrare in un ragazzo o in una ragazza una postura asimmetrica che fa sospettare una scoliosi ma, in realtà, è solo il cosiddetto “atteggiamento scoliotico”: per distinguere queste due situazioni può essere sufficiente osservare la schiena quando il soggetto flette il busto in avanti tenendo le gambe dritte. Nel caso dell’atteggiamento scoliotico i due lati del dorso sono uguali, mentre se si tratta di vera scoliosi si evidenzia un gibbo da un lato. Poiché purtroppo si tratta di una patologia evolutiva, la deformità si aggrava progressivamente, in modo più rapido nel periodo della crescita puberale, molto più lentamente negli anni successivi. Il paziente scoliotico va spesso incontro, da adulto, a dolori alla schiena per l’insorgenza di un’artrosi precoce e ad una riduzione anche significativa della capacità di sforzo dovuta alla limitazione respiratoria derivante dalla patologia in questione; per non parlare del danno estetico: dorso curvo e/o rotazione in avanti del bacino, che dà un effetto di pancia sporgente. Il trattamento è soprattutto quello kinesiterapico, basato su esercizi di ginnastica specifica prescritti da uno Specialista. Gli esercizi devono essere praticati quotidianamente con assoluta costanza, fino al termine dello sviluppo osseo. Per i trattamenti alternativi quali agopuntura, omeopatia, integrazioni alimentari o somministrazione di farmaci, non è scientificamente dimostrata alcuna utilità; le manipolazioni della colonna sono addirittura da evitare in quanto rischiano di peggiorare la situazione, aumentando l’instabilità vertebrale. Anche il nuoto, che in passato era raccomandato da molti, pare che in realtà sia poco efficace e, secondo uno studio recente, sarebbe addirittura controindicato. Il corsetto, tanto temuto dagli adolescenti, viene prescritto per contrastare l’aggravamento della patologia. L’efficacia di questo strumento è dimostrata e la sua tollerabilità funzionale ed estetica è oggi decisamente maggiore, in quanto permette una vita relazionale ed attività fisiche sostanzialmente normali. Il corsetto va però indossato ininterrottamente sino alla fine del periodo di accrescimento, il che richiede una notevole forza di volontà sia da parte del paziente che dei familiari, i quali hanno il compito di sostenere il ragazzo comprendendo le sue difficoltà ed aiutandolo a superarle. Paolo Fraschini