Università Bocconi a.a. 2013-14
30264 Scienza delle Finanze – CLEAM
Classe 4
Le imposte
p
indirette
Alberto Zanardi
Italia: imposte indirette
Gettito delle imposte indirette erariali nel 2011
Imposte indirette erariali
Imposte
indirette erariali
Imposte sugli affari
di cui:
Iva
Iva
Registro, bollo e sostitutiva
Assicurazioni
p
p
Imposte sulla produzione
di cui:
Oli minerali
Gas metano
Energia elettrica
Monopoli e lotto
Tabacchi
Lotto e lotterie
Altre imposte indirette
Irap Imposta regionale sulle attività produttive *
gettito mln euro
188 2
188.2
137.0
%
100 0
100.0
72.8
115.6
10.1
3.0
26.1
13.9
20.3
4.6
1.2
23.2
10.4
12.8
1.9
33.0
12.3
1.0
* I di tt
* Indiretta secondo la classificazione di contabilità nazionale
d l l ifi i
di
t bilità
i
l
2
Imposte indirette
Imposte generali
Colpiscono tutti i beni e servizi
scambiati
Imposte speciali (accise)
Colpiscono specifici beni e servizi
(esempio: imposte di fabbricazione e
imposte di consumo)
Imposte sul valore pieno
Imposte sul valore aggiunto
Colpiscono l’intero valore del bene
scambiato
Colpiscono l’incremento di valore che
si genera in un particolare stadio della
produzione o della distribuzione
Imposte monofase sul valore
pieno
Imposte plurifase sul valore pieno
(cumulativa)
Colpiscono l’intero valore del bene in un
singolo stadio del processo produttivo
(esempio: retail tax negli Stati USA)
Colpiscono l’intero valore del bene in tutti
gli stadi del processo produttivo
(esempio: IGE)
Metodo imposta da imposta
Imposta da versare:
Ti=tiVi-tjAi
Imposte plurifase sul
valore aggiunto
(non cumulativa)
Colpiscono l’incremento di
valore in tutti gli stadi del
processo produttivo
Metodo base da base
Imposta da versare:
Ti=ti(Vi-Ai)
IVA a debito IVA a credito
3
Imposte generali sulle vendite
Imposte generali sulle vendite
Sottopongono a tassazione la totalità degli scambi di merci e
delle prestazioni di servizi → imposte ad valorem
Esempio: se distinguiamo 3 fasi nel ciclo economico di un
bene:
– produzione
 valore del bene=valore aggiunto = a
– vendita all
all’ingrosso
ingrosso  valore del bene
bene=a
a + b  valore aggiunto = b
– vendita al dettaglio  valore del bene=a + b + c  valore aggiunto = c
In assenza di imposte il prezzo finale del bene è:
p = a+b+c
4
Imposta sul valore pieno
Colpisce l’intero valore del bene (o servizio) scambiato
a
a.
Imposta monofase sul
s l valore
alo e pieno
• Si applica in una sola fase del processo di produzione e distribuzione
delle merci
•
In pratica il prelievo può realizzarsi:
•
•
•
•
al momento della produzione (minori costi amministrativi ma minore trasparenza nel
prelievo)
al momento della vendita all’ingrosso
all ingrosso
al momento della vendita al dettaglio
Esempio:
p Imposta
p
monofase al dettaglio
g di aliquota
q
td
• Imposta = gettito = (a+b+c) td
• prezzo finale è: p = (a+b+c)(1+td)
Nell caso di un’imposta
N
’i
t monofase:
f
– il gettito dipende dalla fase di applicazione (a parità di aliquota, il carico
fiscale si riduce se imposta applicata prima)
l aliquota è generalmente elevata
– per esigenze di gettito l’aliquota
– l’imposta è molto vulnerabile a fenomeni di evasione (aliquota elevata,
una sola fase tassata)
5
Imposta sul valore pieno
b.
Imposta plurifase (cumulativa o a cascata) sul valore pieno
• Colpisce il valore pieno del bene in tutte le fasi del suo processo di
produzione e distribuzione (in
p
( termini macroeconomici: fatturato))
 produzione
 ingrosso
 dettaglio
 t1 a
 t2 (a + b)
 t3 (a + b + c)
–
Imposta = t1 a +t2 (a + b)+t3 (a + b + c)
•
Con aliquota uniforme tc
• Imposta
Imposta= tc [a
[a+(a+b)+(a+b+c)]
(a b) (a b c)]
• p = (a+b+c)+tc [a+(a+b)+(a+b+c)]
Prima del 1973 in Italia: IGE ((imposta
p
generale
g
sull’entrata))
Con un’imposta plurifase sul valore pieno:
– un dato livello di gettito può essere ottenuto con aliquote più basse  si
riducono gli incentivi all
all’evasione
evasione
– il prezzo finale (e l’imposta complessiva) dipende dal numero di scambi che
caratterizzano il ciclo economico del bene
• il carico fiscale è minimizzato se l’impresa è integrata verticalmente 
distorsioni sulle scelte tecnologiche dell’impresa
dell impresa (non
(non-neutralità)
neutralità)
6
Imposta plurifase sul valore pieno e
integrazione
g
verticale
Immaginiamo che, per gli stessi valori aggiunti, le fasi di ingrosso e
dettaglio siano incorporati in un
un’unica
unica fase
 Produzione
 ingrosso
g
e dettaglio
g


tc a
tc ((a+b+c))
– Il carico fiscale complessivo e il prezzo sono rispettivamente:
T= tc a+ tc (a+b+c)=
T
( b ) tc [2a+b+c]
[2 b ]
P=(a+b+c)+ tc [2a+b+c]
inferiori ai precedenti per l’importo tc (a + b)
Ma il valore economico del bene non è cambiato  violazione del
principio di neutralità
7
Imposta plurifase sul valore aggiunto (Iva)
Colpisce tutte le fasi del processo di produzione e distribuzione ma in
ogni fase il solo incremento di valore realizzato (in termini macro:
valore dei beni prodotti)  neutralità rispetto alle scelte di integrazione
verticale
Due metodi di applicazione
1) Metodo base da base
I ognii fase
In
f
l’aliquota
l’ li
t sii applica
li alla
ll differenza
diff
ttra il valore
l
d
delle
ll
vendite e il valore degli acquisti
• L’i
L’imposta
t da
d versare dall’impresa
d ll’i
i è data
d t da:
d
Ti = ti (Vi-Ai)
Vi = valore delle vendite dell’impresa i
Ai = valore degli acquisti della medesima impresa i
ti = aliquota sulla fase i
8
Iva: metodo base da base
Valore del
bene
IVA da
versare
Prezzo (lordo)
del bene
Produzione
a
t1 [a
[a-0]=
0] t1 a
a+t1 a
a=a(1+t
a(1+t1)
Ingrosso
a+b
t2 [a+b-a]= t2 b
a+b+t1 a+t2 b
Dettaglio
g
a+b+c
t3 [[a+b+c-a-b]=
] t3 c
a+b+c+t1 a+ t2 b+ t3 c
T = t1 a + t2 b + t3 c
P = a+b+c+ t1 a + t2 b + t3 c
 Il p
prezzo finale del bene e il carico fiscale dipendono
p
dalle aliquote
q
applicate
pp
in tutte le fasi e da quanto valore aggiunto si è in queste generato
 Se t1=t2=t3=t (aliquote uniformi) il prezzo finale è p=(a+b+c)(1+t)
indipendentemente dal valore aggiunto generato in ciascuna fase
 Problema: non è possibile ricostruire T senza avere informazioni dettagliate
sull’articolazione del p
processo di p
produzione e distribuzione ((mancanza di
trasparenza)
9
Iva: metodo imposta da imposta
2) Metodo imposta da imposta
In ogni fase ll’imposta
imposta da versare è calcolata come differenza tra
l’imposta sull’intero valore delle vendite e l’imposta
sull’intero valore degli acquisti
tj = aliquota sugli acquisti
• L’imposta da versare dall’impresa i è data da:
Ti = tiVi – tjAi
imposta incassata sulle vendite
(Iva a debito)
imposta pagata sugli acquisti
((Iva a credito))
10
Iva: metodo imposta da imposta
Valore del
bene
IVA a
DEBITO
IVA a
CREDITO
IVA da
VERSARE
Prezzo (lordo)
del bene
Produzione
a
t1 a
0
t1 a-0
a+t1a=a ((1+t1)
Ingrosso
a+b
t2 (a+b)
t1 a
t2 (a+b)-t1 a
(a+b) (1+t2)
Dettaglio
a+b+c
t3 (a+b+c)
t2 (a+b)
t3 (a+b+c)-t2 (a+b)
(a+b+c) (1+t3)
T = t1a + t2(a+b) - t1a + t3(a+b+c) - t2(a+b) = t3(a+b+c)
P = (a+b+c)(1+t3)
Grazie al meccanismo del rimborso tra una fase e l’altra:
l altra:
 l’imposta totale versata è commisurata al valore complessivo del
bene (indipendentemente da come si è formato nelle varie fasi) ed è
parii all’imposta
ll’i
t pagata
t dall’acquirente
d ll’
i
t finale
fi l
 solo l’aliquota applicata nell’ultima fase è rilevante per la
determinazione del prezzo finale e del carico fiscale
11
Iva imposta da imposta: esempio
Prezzo netto Iva
Acquisti
Acciaio
Altre componenti
Lavoro
Vendite
Automobili
Iva da versare
Iva 10%
100
500
400
1300
(costi 1000 profitti 300)
Prezzo lordo Iva
- 10
- 50
110
550
+ 130
1430
70
In questo caso,
caso essendo ll’aliquota
aliquota unica  coincidenza con metodo base
da base:
70 = 10% * [1300 – (500 + 100)] = 10% * 700
Inoltre: valore aggiunto coincide con salari + profitti = 400 + 300
12
Iva: base da base vs. imposta da imposta
Il metodo imposta da imposta è preferibile per:
– semplicità di calcolo e trasparenza: l’imposta complessiva che grava
su un bene in una qualsiasi fase è esattamente pari all’imposta
pagata sugli acquisti in quella stessa fase
 proprietà desiderabile soprattutto in relazione alle esportazioni. Per
applicare
l
ill principio di
d destinazione
d
( b
(rimborsare
all’esportatore
ll’
l’IVA
l’
pagata sugli acquisti e applicare aliquota zero sulle vendite) non è
necessario conoscere le aliquote applicate e i valori aggiunti generati in
t tt lle ffasii precedenti
tutte
d ti
 possibilità di agevolare determinati beni e servizi (l’aliquota effettiva
coincide con l’aliquota applicata nell’ultimo stadio)
– ill meccanismo del
d l rimborso
b
tra una fase
f
e l’altra
l’ l
(“contrasto
(“
di
d interessi”)
”)
dovrebbe contrastare gli incentivi all’evasione
Ovviamente
O
i
se aliquote
li
uniformi:
if
i base
b
da
d base
b
e imposta
i
da
d imposta
i
coincidono
Il metodo
t d imposta
i
t da
d imposta
i
t è quello
ll adottato
d tt t iin Italia
It li (e
( in
i tutta
t tt la
l UE)
13
Base da base vs. imposta da imposta
Esempio: A produce un bene intermedio che viene utilizzato da B, che produce
a sua volta un bene intermedio che viene utilizzato da C per produrre un bene
finale
Impresa A
Beni intermedi
Salari e profitti
Fatturato
Valore aggiunto
Aliquota Iva
Iva imposta da imposta
Iva a debito
Iva a credito
Iva da versare
Iva base da base
Iva da versare
Impresa B
Impresa C
% su fatturato
bene finale
Totale
100
100
100
20%
100
200
300
200
20%
300
200
500
200
10%
20
0
20
60
20
40
50
60
-10
50
10%
20
40
20
80
16%
Con il metodo imposta
p
da imposta
p
(ma
(
non con il metodo base da base):
)
• è possibile ricostruire il debito d’imposta gravante sul bene in una
qualsiasi fase guardando all’imposta pagata sugli acquisti in quella fase
(in rosso)
• è possibile tassare il bene finale con l’aliquota desiderata (l’aliquota
effettiva coincide con l’aliquota applicata nell’ultimo stadio) (in blu)
14
Iva: evasione
Nonostante il “contrasto
contrasto di interessi
interessi” implicato dalla catena “imposta
imposta da imposta”
imposta ,
l’Iva è un’imposta fortemente evasa
Infatti all’ultimo stadio incentivo del consumatore finale ad evadere l’imposta in
quanto non può portare in detrazione gli acquisti
15
Iva: base imponibile
La base imponibile (valore aggiunto) può essere definita in tre modi
diversi in relazione al trattamento dell’imposta pagata sui beni di
investimento:
– reddito lordo: l'Iva pagata sui beni di investimento non è
ammessa in detrazione (VA = beni di consumo + beni di
investimento)
– reddito netto: l'Iva pagata sui beni di investimento è ammessa
in detrazione ma solo in proporzione alla quota di ammortamento
dei beni capitali utilizzati nel periodo d'imposta (VA = beni di
consumo + beni
b
di
d investimento non utilizzati
l
nell processo
produttivo durante il periodo di imposta)
– consumo: l'Iva pagata sui beni di investimento è ammessa in
detrazione in misura integrale (VA = beni di consumo →
allontanamento dalla nozione economica di VA))
16
Iva tipo reddito lordo, reddito netto, consumo:
esempio
p
17
Iva: riferimento dell’imposta
• Finanziario: colpisce solo le operazioni che danno luogo a
transazioni monetarie (vendite e acquisti)
– Compatibile con il metodo imposta da imposta (Iva)
• Reale: si tiene conto della formazione del VA nel corso del processo
produttivo e distributivo,, prescindendo
p
p
dagli
g effettivi movimenti
monetari
– Richiede l’adozione del metodo base da base (Irap)
• La differenza concerne il trattamento delle scorte e dei prodotti
in corso di lavorazione: la variazione p
positiva delle scorte entra
nella base imponibile di tipo reale, ma non nella base imponibile di
tipo finanziario
18
Iva: classificazione delle operazioni
Le operazioni di scambio di beni e servizi,
servizi rilevanti per ll'applicazione
applicazione
dell‘Iva, possono essere distinte in tre categorie:
– operazioni imponibili: le operazioni sono assoggettate a
i
imposta
t sull loro
l
intero
i t
valore
l
secondo
d l'aliquota
l' li
t prevista
i t dalla
d ll
legge
– operazioni
p
non imponibili
p
((ad aliquota
q
zero):
) l'aliquota
q
applicata nell'ultimo stadio produttivo è nulla ed è ammessa la
detrazione dell’imposta pagata sugli acquisti → è come se l’Iva
non esistesse (esportazioni)
– operazioni esenti: non è prevista l'applicazione dell'imposta
sul valore aggiunto creato nell'ultimo stadio produttivo ma non
è ammessa lla detrazione
d t i
dell’imposta
d ll’i
t pagata
t suglili acquisti
i ti →
la catena dell’Iva si interrompe all’ultimo stadio
19
Classificazione delle operazioni Iva: esempio
L'impresa A vende all'impresa B un bene intermedio, che ha prodotto
utilizzando il solo fattore lavoro, al prezzo di 1000
L'impresa
p
B, utilizzando il bene acquistato
q
da A e il fattore lavoro, produce
p
un
bene finale che vende a 2000
Con tA=10% e tB=20% calcolare l’Iva versata da A e B e l'aliquota effettiva
che grava sul bene prodotto da B quando la vendita del bene finale B sia:
1) operazione imponibile; 2) operazione non imponibile; 3) operazione esente
1) operazione imponibile
TA = 10% x 1000 = 100
TB = 20% x 2000 - 10% x 1000 = 300
t = 400/2000 = 0,20
2) operazione
i
non imponibile
i
ibil
TA = 10% x 1000 = 100
TB = 0 – 10% x 1000 = -100
t = 0/2000 = 0
3) operazione esente
TA = 10% x 1000 = 100
TB = 0 – 0 = 0
t = 100/2000 = 0,05
20
L’Iva in Italia
• L'IVA si applica (operazioni imponibili):
– alle cessioni di beni e alle prestazioni di servizi effettuate nel
territorio nazionale nell'esercizio di imprese o nell'esercizio di
arti e professioni
– alle importazioni da paesi extra-UE
extra UE da chiunque effettuate
(imprese e consumatori finali) (tassazione secondo il principio di
destinazione)
– agli acquisti intracomunitari effettuati nell'esercizio di imprese,
oltre che agli acquisti di mezzi di trasporto a titolo oneroso e agli
acquisti
acqu
st pe
per co
corrispondenza
spo de a e
effettuati
ettuat da co
consumatori
su ato finali
a
(tassazione secondo il principio di destinazione)
• Operazioni non imponibili: esportazioni extra-UE e cessioni
intracomunitarie
• Operazioni esenti: servizi creditizi, assicurativi e finanziari,
trasporti urbani, servizi sanitari e previdenziali, istruzione
21
L’Iva in Italia
• Soggetti Iva: imprenditori,
imprenditori esercenti arti e professioni
• Obbligo di rivalsa: i soggetti Iva hanno l’obbligo giuridico di rivalersi
sull’acquirente per l’imposta pagata in sua vece all’erario
– il consumatore finale è il soggetto formalmente colpito
– percussione dell’imposta ՞ incidenza dell’imposta
• Metodo: imposta da imposta
• Base imponibile: valore aggiunto tipo consumo
• Aliquote (vincoli comunitari):
– ordinaria: 22% (dal luglio 2013)
– ridotte: 4% (alimentari, libri, periodici), 10%
Obi i i redistributivi,
Obiettivi
di ib i i politiche
li i h protezionistiche,
i i i h sostegno settoriale
i l
• Riferimento di tipo finanziario
• Compartecipazione Iva a favore delle Regioni (rideterminata anno per
anno, attualmente = 44,7%)
• Destinazione di una quota dell’Iva nazionale al finanziamento del
bil
bilancio
i comunitario
it i (risorsa
(i
propria
i UE)
22
Bassa performance dell’Iva in Italia
Determinanti:
• Settori con operazioni esenti
• Aliquote ridotte
• Evasione
23
Le imposte sulle vendite in un contesto
internazionale
Quando applicate agli scambi internazionali si richiede che le
imposte generali sulle vendite soddisfino 3 criteri:
– Neutralità: non devono distorcere i flussi commerciali
internazionali e quindi l’allocazione efficiente dei beni
 la tassazione non deve alterare i prezzi relativi pre-imposta tra
beni importati e beni di produzione domestica
– Ripartizione del gettito tra paesi: data la loro natura di imposte
sui consumi, devono essere tali da attribuire il gettito ai paesi dove
sii realizza
li
il consumo
– Applicabilità: devono essere concretamente applicabili con costi
limitati in termini di informazioni richieste
24
Principio di origine e di destinazione
La neutralità dell’imposta richiede almeno di evitare la
doppia tassazione del bene oggetto di scambio
internazionale (cioè sia nel paese esportatore sia in quello
importatore)
Necessario scegliere tra:
– tassazione secondo il p
principio
p di destinazione: sui beni
oggetto di scambio internazionale si applica esclusivamente
il regime fiscale (aliquota) del paese di destinazione
(consumo) dello scambio
– tassazione secondo il principio di origine: sui beni
oggetto di scambio internazionale si applicano
esclusivamente il regime fiscale (aliquota) del paese di
origine (produzione) dello scambio
25
Principio di destinazione con dogana
Esempio:
tA=10%
tB=20%


Dogana
A
B
Valore del bene intermedio venduto dall’impresa alfa del paese esportatore A =
200; valore aggiunto dall’impresa beta del paese importatore B = 100; prezzo
bene finale = 300
• In assenza di imposte: pI = 200
pF = 300
• Con le imposte:
Paese A
• Impresa : Iva a credito = 0; IVA a debito = 0; Iva da versare = TA = 0; pI=200
Paese B
• Scambio del bene intermedio: l’impresa  versa 40 in dogana; pI=240.
p
 : Iva a credito = 40;; Iva a debito = 60
• Scambio del bene finale: Impresa
Iva da versare = 20; pF=360; TB = 40 (dogana) + 20 (bene finale) = 60
26
Principio di destinazione
Il principio di destinazione soddisfa i 3 criteri sopra richiamati?
Vantaggi:
• Non modifica i prezzi relativi (hp: siamo nel paese B)  neutralità
• Il gettito è attribuito al paese dove il bene è consumato,
indipendentemente dal luogo di produzione
Svantaggio: è di difficile applicazione perché richiede le dogane. In un
mercato unico incentivi per le imprese a dichiarare che il bene
prodotto
d tt è esportato
t t ((operazione
i
non iimponibile)
ibil ) anche
h se in
i realtà
ltà è
consumato internamente (operazione imponibile)
27
Principio di origine
Esempio:
tA=10%
tB=20%

A

B
Con le imposte:
Paese A:
• Impresa : Iva a credito = 0; Iva a debito = 20; Iva da versare = TA = 20;
pI=220
220
NB: se lo stesso bene intermedio fosse prodotto in B costerebbe 240
(distorsione)
P
Paese
B
B:
• Scambio del bene finale: Impresa  : Iva a credito = 20; IVA a debito = 60;
Iva da versare = 40; pF = 360; TB = 40 (bene finale)
28
Principio di origine
Il principio di origine soddisfa i 3 criteri?
Svantaggi:
• Distorce i prezzi relativi:
• Il gettito non è attribuito al paese dove il bene viene consumato ma
a quello dove è prodotto
Vantaggio: è di facile applicazione perché non richiede l’esistenza delle
dogane
29
Principio di destinazione e
principio di origine
Conclusione:
il principio di destinazione è preferibile al principio di
origine
g
sul p
piano
• dell’efficienza e
• della ripartizione
p
del g
gettito tra p
paesi
ma è di difficile applicazione in un mercato unico
30
Applicazione dell’Iva nell’Unione Europea
• Per le esportazioni (scambi extra-comunitari)
– Principio di destinazione (dogane)
• Per glili scambi
bi intra-comunitari
i
i i (1993:
( 993 mercato unico,
i
abolizione
b li i
delle dogane interne alla Comunità)
– Regime definitivo (proposto ma mai applicato)
• Principio
P i i i di origine
i i ma accompagnato da:
d
– armonizzazione delle aliquote tra paesi (per assicurare neutralità)
– stanza di compensazione (per correggere la ripartizione del gettito)
– Regime transitorio (ripetutamente prorogato fino ad oggi)
• Principio di destinazione per acquisti effettuati da soggetti Iva
(imprese) ma in assenza di dogane
– l’impresa
l impresa esportatrice non applica l’imposta;
l imposta; l’impresa
l impresa importatrice autoliquida l’IVA sugli acquisti (reverse charge : è l’acquirente che versa l’Iva
e non il venditore come solitamente accade)
– le dogane vengono sostituite dallo scambio di informazioni tra le
amministrazioni finanziarie dei due paesi sull’identità
sull identità di esportatore /
importatore
• Principio di origine per acquisti effettuati da consumatori
finali
– eccezione per automobili e vendita per corrispondenza (casi in cui si
applica il principio di destinazione)
31
Regime transitorio
Esempio:
tA=10%
tB=20%

A

B
Con le imposte:
Paese A:
• Impresa : IVA a credito = 0; IVA a debito = 0; IVA da versare = TA = 0;
pI=200
200
Paese B:
• Scambio del bene intermedio: l’impresa  non versa nulla in dogana
(
(perché
hé non esiste!)
i t !) ma auto-liquida
t li id l’IVA sull’acquisto
ll’
i t intracomunitario
i t
it i
(reverse charge) TB = 40
• Scambio del bene finale: Impresa  : IVA a credito (da auto-liquidazione) =
40 IVA a debito
40;
d bit = 60;
60 IVA da
d versare = 20;
20 pF=360
360 ; TB = 40 (bene
(b
intermedio) + 20 (bene finale)
32
Irap
• L'Imposta regionale sulle attività produttive (Irap) è
stata introdotta con la riforma fiscale del 1998
• Sostituisce i contributi sanitari, Ilor e altri tributi minori
• Tributo “originale”: pochi esempi di “regional business
tax” (Fr: tax professionnelle; Ger: Gewerbesteuer; Michigan
tax
(Usa): single business tax; Municipalità ungheresi)
• I conti nazionali la classificano impropriamente
p p
come
imposta indiretta. In realtà imposta diretta
• Tributo principale della fiscalità regionale (devoluto)
gettito
i 2011:
2011 33,0
33 0 mld
ld euro
ma distribuito in modo fortemente differenziato tra Regioni:
indice della base imponibile
p
per
p abitante
Italia:
100
Lombardia:
158
Calab ia
Calabria:
41
33
Irap: elementi costitutivi
• Presupposto:
pp
esercizio abituale di un'attività diretta alla produzione o allo
scambio di beni o servizi (presupposto diverso da imposte
sul reddito e da imposte sugli scambi)
• Soggetti passivi:
–
–
–
–
i soggetti passivi dell'Ires
l società
le
à di
d persone
gli esercenti arti e professioni (lavoratori autonomi)
gli organi
o gani e amminist
amministrazioni
a ioni dello Stato,
Stato regioni,
egioni province,
p o ince
comuni ed enti pubblici
34
Irap: elementi costitutivi
Base imponibile:
•
•
Valore aggiunto
gg
di tipo
p reddito netto con riferimento reale
BI= Ricavi (val produzione) + Scorte – acquisti intermedi – ammortamenti =
= Profitti + salari + interessi (netti)
•
Nella legge Irap: calcolo “per
per differenza”
differenza
BI aggregata = Prodotto interno netto
Esempio:
NB: BI Irap
pp
può essere p
positiva anche se i p
profitti sono negativi
g
35
Irap: elementi costitutivi
• Deduzioni base imponibile
Successivamente alla sua introduzione sono stati previste deduzioni
fi li t ad
finalizzate
d incentivare
i
ti
l’impiego
l’i i
di lavoratori
l
t i dipendenti
di
d ti a tempo
t
indeterminato
In particolare:
– esclusione dalla base imponibile dei contributi previdenziali e assistenziali a
carico del datore di lavoro relativi ai lavoratori dipendenti assunti a tempo
indeterminato
– abbattimento forfettario della base imponibile
p
per
p 4.600 euro per
p ciascun
lavoratore dipendente a tempo indeterminato (maggiorazioni per lavoratrici,
per lavoratori di età < 35 anni e per imprese localizzate nel Meridione)

queste
t deduzioni
d d i i stanno
t
cambiando
bi d la
l natura
t
dell’Irap,
d ll’I
originariamente prelievo sulla remunerazione di tutti i fattori
produttivi impiegati dall’impresa
• Metodo di calcolo
Base da base
36
Irap: elementi costitutivi
• Aliquota
Aliquota base: 3,9%.
3 9% Aliquote più elevate per banche e
assicurazioni (4,65%) e più basse per il settore agricolo (1,9%)
Le Regioni possono poi variare l'aliquota base in diminuzione fino a
zero o in aumento fino
f
ad
d un massimo d
di 0,92 punti percentualil e
differenziarla per settori e categorie (autonomia tributaria)
• Territorialità dell’imposta
L'imposta è dovuta alla Regione nel cui territorio è realizzata la
produzione del valore aggiunto
– Se il soggetto Irap opera in più regioni il valore aggiunto è ripartito tra
le diverse regioni in proporzione dell'ammontare delle retribuzioni del
personale operante nelle varie regioni ( eventuali distorsioni)
37
Differenze Irap rispetto a Iva
– Base imponibile:
Irap: reddito netto
Iva: consumo
– Riferimento:
Irap: reale
Iva: finanziario
– Metodo
M t d di applicazione:
li
i
Irap: base da base
Iva: imposta da imposta
– Aliquota:
Irap: uniforme per beni ma differenziata per regioni
Iva: differenziata per beni
– Settori :
Irap: tutti inclusa PA
Iva: esclusa PA
– Tassazione scambi internazionali:
p principio
p
p origine
g
Iva: principio
p
p destinazione
Irap:
38
Differenze Irap rispetto a Iva : esempio
Dati di bilancio
Ricavi
Materie prime
Retribuzioni
I t
Interessi
i passivi
i i
Variazione scorte
Ammortamenti
Investimenti
Profitti
Base imp Iva (consumo,
come se fosse base da
base )
Base imp Irap (reddito
netto)
R 200
R=200
M=80
L=40
F 30
F=30
S=-10
A=10
I=30
P=30
R-M-I = 200-80-30 = 90
R-M-A+S= 200-80-1010 100 P F L 100
10=100=P+F+L=100
39
Irap: osservazioni
Irap grava sui redditi
• non in capo all percettore (una
(
volta
l avvenuta la
l distribuzione
d
b
dei redditi)
• ma in capo a coloro che esercitano un
un’attività
attività di produzione e
scambio di beni e servizi (nella fase precedente, quella della
formazione dei redditi)
 imposta diretta (e non indiretta come la classifica la
contabilità nazionale) che tassa il valore aggiunto
Indeducibilità dalla base imponibile dell'Irap degli interessi
passivi e della remunerazione capitale di rischio (profitto)
 neutralità nei confronti delle scelte di finanziamento
(differenza rispetto a Ires)
40
Irap: osservazioni
Collegamento tra Irap e Ires/Irpef: deducibilità
I i i l
Inizialmente
t era prevista
i t l’indeducibilità
l’i d d ibilità dell’Irap
d ll’I
dalla
d ll base
b
imponibile Ires/Irpef per evitare interferenze tra imposte
assegnate a differenti livelli di governo
Successivamente è stata riconosciuta la deducibilità di
componenti Irap che rappresentano costi ai fini Ires/Irpef:
• deducibilità dell’Irap pagata sulle spese per personale
dipendente
p
• deducibilità del 10% dell’Irap residua (corrispondente
forfettariamente all’Irap pagata sugli interessi passivi)
41