Enzimi e probiotici, di K. De Felice

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Enzimi e probiotici, di K. De Felice
Enzimi e probiotici
Dal libro de Karen De Felice "Enzymes for autism and other neurological conditions"
Esaminiamo più da vicino il sistema immunitario. Le ricerche correnti stimano che circa il 70-80% del nostro sistema
immunitario si trova entro o in prossimità del sistema digestivo, questo perchè il nostro sistema immunitario deve guardare
molto da vicino il sistema digestivo dato che, assieme al cibo, una enorme quantità di sostanze nocive possono invadere il
nostro organismo. Il tratto intestinale è tappezzato da uno strato sottile, ma molto resistente, di mucosa.
Lo strato mucoso copre lo stomaco, i villi nell'intestino tenue e la superficie del colon; entro tale strato di mucosa si trova
il sistema immunitario. Questo è pieno di corpuscoli di varia natura: tutte queste unità formano i cosiddetti anticorpi ed
hanno diverse nomi a seconda del compito che svolgono (ad es. globuli bianchi, IgG, IgE, le cellule B ecc).
Viene detto antigene ogni particella che è identificata come un possibile nemico. Quando qualcosa tenta di passare il
rivestimento mucoso, viene esaminata e, se si rivela come un antigene, fa scattare l'allarme e si scatenano truppe di
anticorpi; l'antigene viene legato saldamente ad una particella che possiede l'anticorpo e questa combinazione di
antigene + anticorpo viene rapidamente eliminata.
In questa perenne lotta tra il corpo e i suoi nemici, gli enzimi giocano un ruolo importante: intanto mantengono le arterie
"pulite" funzionando come spazzini e eliminano i radicali liberi aiutando il sistema immunitario ad eliminare queste scorie
molto pericolose. Inoltre aumentano le dimensione dei globuli bianchi e migliorano la loro attività che consiste nell’attivare
le T-cellule (altre particelle del sistema immunitario): queste cellule sono giustamente chiamate gli agenti di custodia del
sistema immunitario e la loro importanza è fondamentale. Gli enzimi in persone non in buona salute (diabete, attacchi di
cuore, artrite, e molte altre condizioni degenerative) sono molto bassi e questo ha un effetto devastante sulla loro salute
generale. Somministrare enzimi digestivi a queste persone, provoca rapidamente miglioramenti della loro salute e sono
molti gli studi studi clinici che confermano questa rapida inversione di tendenza.
Dice il dr Vijendra K. Singh: "Basandoci sulle attuali ricerche sulla reciprocità tra sistema nervoso e sistema immunitario,
consideriamo l'autismo come una sindrome neuroimmunitaria in cui è fortemente coinvolta l'autoimmunità verso il cervello.
Abbiamo trovato che gli autoanticorpi alla MBR (proteina fondamentale della mielina) erano presenti nell'80% dei
bambini autistici, ma questo veniva solo raramente evidenziato nei controlli. Riguardo alla sierologia dei virus, i bambini
autistici avevano un livello significativamente alto del virus degli anticorpi del morbillo se paragonati con quelli dei gruppi
di controllo. Questo suggerisce un legame temporale nell' autismo del virus del morbillo con l'autoimmunità. Crediamo che
l'autismo sia una malattia autoimmune e questo è ulteriormente rafforzato dal fatto che molti soggetti con autismo
rispondono bene ai trattamenti immunomodulanti. Clinicamente pertanto vi è un potenziale enorme per ripristinare le
funzioni del cervello nelle persone autistiche tramite l' immunologia".
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E' sorprendente il numero di genitori di bambini autistici che abbiano (direttamente loro stessi o qualche loro parente
diretto) problematiche legate al sistema immunitario: allergie, asma, autismo, ADHD, morbo di Alzheimer, cancro,
malattia celiaca, fatica cronica, colite, malattia di Crohn, dermatite erpetiforme, fibromialgia, infiammazione dell'intestino,
lupus, sindrome di Sjogen, malattia di Grave, psoriasi, sclerosi multipla, artrite reumatoide, scleroderma, diabete.
Sebbene non esistano cure specifiche per le malattie autoimmuni, esistono buoni trattamenti che permettono di vivere
una vita buona e impediscono alla situazione di peggiorare.
Una chiave fondamentale è, per le malattie autoimmuni, la condizione di infiammazione: se l'infiammazione persiste i
tessuti rischiano di autodistruggersi. Come si è già osservato, il complesso di antigene + anticorpo (che chiameremo
"complesso immunitario" o IC), in condizioni normali viene eliminato immediatamente; tuttavia, in particolari condizioni, il
corpo non può liberarsi di questi IC e il complesso immunitario continua a viaggiare nel sangue. Questi complessi possono
arrestarsi od essere intrappolati in particolari organi (ad es. polmoni, reni, pelle, articolazioni e vari tessuti)
danneggiandoli. Quando questo accade, si provoca infiammazione e danno del tessuto ed è questa, in breve, la causa
delle malattie autoimmuni.
In che modo gli enzimi possono aiutare una malattia autoimmune? In vari modi.
Prima di tutto rompendo i complessi dannosi ed attivando i macrofagi che inghiottono e distruggono gli invasori. Certe
miscele di enzimi idrolitici, incluse le proteasi, le lipasi e le amilasi sono particolarmente adatte a questo compito. Un altro
modo in cui gli enzimi aiutano a vincere le malattie autoimmuni è quello di eliminare i radicali liberi e sono oltre 60 le
malattie, incluse quelle autoimmuni (ad esempio fatica cronica, fibromialgia e cancro), che vedono coinvolti i radicali liberi.
Prendiamo ora in esame il fenomeno della disbiosi, che consiste del prevalere dei microbi "cattivi" su quelli "buoni".
Quelli "buoni" sono chiamati anche probiotici (da una parola latina e greca: a favore (pro) della vita (bios)) perchè
favoriscono la vita e la salute. Quindi il termine disbiosi è un termine che si riferisce ad ogni squilibrio dei molti microbi
che abitano nel nostro intestino. Miliardi e miliardi di batteri abitano il colon e qui scompongono tutto ciò che è di scarto
che viene poi eliminato. Uno dei modi in cui questo batteri "buoni" possono venire ridotti ad un numero inferiore alla
norma è l' uso indiscriminato degli antibiotici che colpiscono i "buoni" e i "cattivi". Eì noto che l’enzima bromelina ha
proprio la capacità di fare aumentare la potenza degli antibiotici senza apparentemente distruggere i probiotici.
Per quando riguarda i microbi "cattivi" si devono segnalare i generi Clostridia e Klebsiella, il primo soprattutto perchè
produce varie neurotossine che colpiscono i centri nervosi (ad esempio la neurotossina del tetano). Un altro microbo che
può diventare "cattivo" èla Candida albicans. La peculiarità di questo lievito (come d'altra parte di molti altri lieviti) è quella
di possedere due forme: una a cellula singola e l'altra a forma di fungo. Quest'ultima forma è particolarmente dannosa
perchè le ife del fungo (i rami mediante i quali il fungo si propaga) possono penetrare tra le cellule della mucosa
intestinale causando quello che viene definito intestino permeabile. Altro problema con i lieviti che crescono fuori dal
controllo del sistema immunitario e quindi in disbiosi è che emettono una gran quantità di sottoprodotti del loro
metabolismo che sono tossiche per il corpo.
Tra esse ricordiamo il monossido di carbonio, l'alcool e la acetaldeide che hanno un impatto negativo soprattutto sul
cervello.Inoltre i lieviti convertono il mercurio inorganico nella forma metilmercurio che penetra nei tessuti molto
rapidamente; il metilmercurio passa facilmente nel cervello ove produce gravi danni.
Per questi motivi, è facile capire che molti bambini presentano dei sostanziali miglioramenti una volta che si effettua un
ridimensionameto della densità dei lieviti, riportandola al di sotto del livello di disbiosi: miglioramento del contatto oculare,
aumento del linguaggio, aumento del sonno, aumento della concentrazione, aumento dei giochi immaginativi e riduzione
dei comportamenti stereotipati.
Certi tipi di enzimi funzionano egregiamente come anti-lievito (ad esempio Enzymedica e No-phenol) e possono essere
usati con profitto nella disintossicazione dai lieviti (metodo di Dr. William Shaw del Great Plains Laboratory di Lenexa Kansas pag. 209).
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Recenti ricerche hanno trovato che l'enterocolite artistica, una enterocolite con compresenza dei sintomi autistici, è
accompagnata nell' 82% dei casi dal virus del morbillo, presente solo nell' 11% del gruppo di controllo. Questo virus può
trovarsi nell' intestino del bambino come conseguenza della vaccinazione trivalente MMR (morbillo, orecchioni e rosolia),
anche se ciò non e' stato definitivamente appurato. Il virus rimane immobilizzato in forma dormiente e innocua per il
corpo., ma se la mucosa intestinale è danneggiata, può riattivarsi, sfuggire al controllo e diventare attivo nell' intestino
stesso. Lo stesso meccanismo si ha con sistema immunitario indebolito e con i virus dell'herpes o dell'encefalite che
possono dare dei sintomi tipo autistico.
In questa situazione cosa possono fare gli enzimi? Molto. Diversi virus infatti sono circondati da una pellicola protettiva di
proteine e quindi gli enzimi protease possono rompere questa pellicola facendo in modo che il virus non sia più ptotetto e
si possa così usare degli antivirali e distruggerlo. Questa tecnica fu sperimentata con successo dal dr Billigmann sul vitus
dell’herpes zoster e abbiamo anche delle conferme che hanno dato buone prospettive nel campo dell'HIV.
Esaminiamo ora il rapporto tra enzimi e microbi probiotici. Il ruolo dei probiotici è, come abbiamo già visto, estremamente
importante. Tali organismi, secondo ricerche recenti, producono antibiotici naturali, anticarcinogeni e sostanze che
rompono e riciclano le tossine del loro ospite umano. Gli organismi più importanti sono il Lactobacillus acidophilus, che
vive nell' intestino tenue, ed il Bifodobacterium bifidum, che vive nel colon.
Gli enzimi inoltre spazzano via le tossine dannose nell'intestino e i probiotici lo ripopolano di "buoni" microbi.
Come consiglio generale à bene somministrare gli enzimi e i probiotici in tempi separati; ad esempio gli enzimi all'inizio del
pasto e i probiotici alla fine, facendo in modo ci sia circa un' ora di intervallo tra le due assunzioni.
Anche la modalità di somministrazione però deve essere ricercata in maniera che meglio si adatta al bambino: mentre
alcuni genitori infatti si trovavano meglio con l'intervallo di un'ora, altri trovavano l'optimum nel dare enzimi e probiotici
insieme.
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