Introduzione Il seguente studio è propedeutico alla progettazione esecutiva dell’insediamento ed in particolare degli edifici; tende a rappresentare uno piano con le possibili soluzioni energetiche rispetto ai potenziali consumi energetici, l’opportunità di utilizzo delle migliori tecnologie disponibili, nonchè l’analisi dei benefici ambientali ed energetici ottenibili conseguentemente all’installazione di energie rinnovabili ed assimilate nel comporto urbanistico a destinazione residenziale denominato “PIANO URBANISTICO ATTUATIVO PER LA VALORIZZAZIONE URBANISTICA E PAESAGGISTICA, DELLE AREE UBICATE A CERVIA LOCALITA’ TAGLIATA, RICOMPRESE FRA VIA DEI COSMONAUTI E PINARELLA”. Lo studio permette di analizzare e soddisfare l’applicazione dei contenuti normativi in conformità a quanto previsto dall'art. 5 c4 lett.A della L.R. 26/2004, e conseguentemente agli aggiornamenti della Direttiva 2010/31/UE con quella del 2012/27/UE, nonchè: - al Decreto del Ministero dello sviluppo economico 26 giugno 2015 Adeguamento del decreto del Ministro dello sviluppo economico, 26 giugno 2009 - Linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici. (15A05200) in S.O. n. 39 alla Gazzetta Ufficiale del 15 luglio 2015, n. 162; - alla deliberazione della Giunta regionale 20 luglio 2015, N. 967 - Approvazione dell'atto di coordinamento tecnico regionale per la definizione dei requisiti minimi di prestazione energetica degli edifici (artt. 25 e 25bis L.R. 26/2004 e s.m.). La Direttiva europea sulla prestazione energetica nell'edilizia A seguito della firma del protocollo di Kyoto allegato alla convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), è stata emanata la Direttiva europea 2010/31/UE, da cui sono derivate tutte le normative successive riguardanti l'efficienza energetica. In essa, all'art. 2, si definiscono gli Edifici a Energia Quasi Zero (Near Zero Energy Building) come “Edifici ad altissima prestazione energetica. Il fabbisogno energetico molto basso dovrà essere coperto in maniera significativa da energia da fonti rinnovabili compresa quella prodotta in loco o nelle vicinanze”. La normativa pone dei limiti temporali per l'adeguamento delle legislazioni nazionali, fissando al 31 dicembre 2020, il termine ultimo affinché tutti gli edifici di nuova costruzione siano ad energia quasi zero, anticipandolo al 2018 per gli enti pubblici. Il criterio di definizione di NZEB è poi specificato nell'allegato I. Esso richiama l'elaborazione di un Attestato di Prestazione Energetica (da qui il cambio della precedente denominazione di ACE in APE) in cui, attraverso la determinazione di un indice numerico, sia possibile identificare immediatamente il consumo di energia primaria, espressione delle necessità legate al riscaldamento, al raffrescamento e alla produzione di ACS. Nel calcolo si deve tener conto delle caratteristiche termiche dell'edificio e dei suoi impianti, nonché delle opportunità offerte da: - condizioni locali di esposizione al sole, sistemi solari attivi e altri impianti di generazione di calore ed elettricità a partire da fonti rinnovabili; - sistemi di cogenerazione dell’elettricità; - impianti di teleriscaldamento e telerinfrescamento urbano o collettivo; - illuminazione naturale. La Direttiva pone poi dei limiti di applicazione agli stabili vincolati, a quelli piccoli isolati e a quelli ad uso saltuario, ma lascia alle legislazioni nazionali la sua applicazione nel campo dei passaggi di 1 proprietà giudiziari, insistendo però sul ruolo essenziale e trainante dell'ente pubblico come proprietario immobiliare virtuoso che sia di esempio all'applicazione della buona tecnica. L'obiettivo finale e più volte riportato è quello di rendere edotto il proprietario immobiliare del consumo energetico della sua proprietà, del suo impatto sull'ambiente globale e sulle possibili migliorie applicabili. Un altro aspetto sottolineato è quello dell'indipendenza dei tecnici competenti certificatori che, nella normativa italiana, ed in particolare in quella lombarda, è particolarmente importante dal momento che il tecnico certificatore non può essere “proprietario, parente o dipendente del proprietario”. Fa eccezione la proprietà pubblica in quanto la normativa italiana dei tecnici dipendenti pubblici assicura l’indipendenza degli stessi proprio in quanto pubblici funzionari. La Direttiva è stata poi aggiornata dalla 2012/27/UE in cui si anticipano i risultati da conseguire specificamente per quanto riguarda gli edifici pubblici, che mantengono quindi il ruolo di guida e di esempio virtuoso, e che impone norme sull’economicità delle reti di trasporto dell’energia e di verifica e trasparenza dei costi a favore dell’utente finale. Metodologia di lavoro Lo studio, a partire dalla proposta progettuale evidenzia i fabbisogni energetici dei vari centri di consumo (mobilità, illuminazione pubblica e gestione edifici) evidenziandone da una parte le criticità ed analizzando non solo il fabbisogno di energia primaria ma anche gli impatti e le emissioni di gas effetto serra. Verranno simulati scenari di riduzione dell’impronta ecologica complessiva grazie all’utilizzo delle rinnovabili e fonti assimilate. A tale aspetto seguirà anche una analisi costi benefici dal punto di vista ambientale ed economico. Sintesi dell’intervento Il nuovo insediamento residenziale si articola partendo da uno studio attento alle vecchie e residue trame agricole che disegnano il paesaggio aldilà della ferrovia e che si possono ritrovare come tracce nell'attuale assetto dell'area e al contorno. L'accesso principale all'area avviene da via Dei Cosmonauti mediante la creazione di un asse viario interno al comparto a basso impatto (riferibile alla filosofia delle zone 30), che scandisce gli spazi e assume le caratteristiche di viale alberato con ampie aiuole verdi da un lato. Lungo il viale vengono inseriti il marciapiede pedonale da un lato e la pista ciclabile dall'altro, che metteranno in connessione l'area di progetto con la viabilità esterna verso via Pinarella. Relativamente al progetto degli spazi aperti pubblici, viene data priorità alla continuità degli spazi fruibili (verde e percorsi pedonali e ciclabili). Gli standard sono costituiti da un'ampia area verde attrezzabile per il gioco, nonchè da due parcheggi concentrati, a servizio dell'insediamento. Il progetto sottende all'idea di volere creare un insediamento sostenibile ed un ambiente curato per migliorare la qualità del contesto locale. La scelta dei materiali e delle essenze verdi da piantare vengono proposte in accordo ai contenuti del regolamento del verde comunale e con una certa attenzione alla permeabilità e al mantenimento nel tempo (bassa manutenzione). Gli spazi privati sono costituiti da 9 ampi lotti di forma indicativamente quadrata o rettangolare, dove all'interno trovano collocazione gli edifici a 2/3 piani, per complessivamente mq 3.715 di Sul che potranno ospitare circa 64 alloggi (tenuto conto di un taglio di poco più di 55 mq che possono modificarsi sulla base delle esigenze di mercato) 2 I lotti si caratterizzano per la presenza di cortili ampi e verdi i quali mediante le alberature formano un disegno percettivamente uniforme con gli spazi verdi pubblici. I lotti potranno accogliere giardini e/o orti privati. Attualmente il comparto è libero da edifici, pertanto si tratta di un insediamento composto da costruzioni ed infrastrutture pubbliche. All’interno del comparto si ricaverà anche una consistente area verde pubblica per il gioco e per realizzare la laminazione, di oltre mq 2.000. Il progetto dedica molta attenzione al sistema paesaggio e ambiente mediante piantumazione di verde sia negli spazi pubblici che privati, nonché all’utilizzo di energie rinnovabili per la riduzione complessiva degli impatti. Per quanto riguarda l’utilizzo di energie rinnovabili e la riduzione degli usi energetici finali, la presente relazione ha lo scopo di individuare le migliori tecnologie energetiche per il nuovo comparto analizzandole in termini di costi, benefici ambientali, energetici ed economici. Allo stato attuale di sviluppo del progetto urbanistico le tipologie edilizie non sono state identificate in maniera univoca. Si tratta tuttavia di tipologie edilizie a basso impatto, con un numero contenuto di alloggi. Nella simulazione dei fabbisogni generali, consumi e dotazione di rinnovabili, con modalità garantista, si è fatto riferimento all’area di massimo ingombro e alla superficie utile lorda realizzabile, individuando sostanzialmente tipologie plurifamiliari i cui parametri energetici rappresentino la “peggior” situazione energetica possibile. I parametri urbanistici ed edilizi, la consistenza e caratterizzazione dei lotti deòl comparto di Cervia località Tagliata, sono così riassumibili: 3 Localizzazione e scelta delle rinnovabili Per quanto riguarda l’installazione di energie rinnovabili è necessario far riferimento alle due delibere dell’assemblea legislativa sulla localizzazione degli impianti: - D.A.L. n°51 del 26/07/2011 recante “Individuazione delle aree e dei siti per l’installazione di impianti di produzione di energia elettrica mediante l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili come eolica da biogas, da biomassa e idroelettrica”. - D.A.L. n°28 del 06/12/2010 recante “ Prima individuazione delle aree e dei siti per l’istallazione di impianti di produzione di energia elettrica mediante l’utilizzo della fonte energetica rinnovabile solare fotovoltaica”. Sono seguite a ciò aggiornamenti mediante leggi regionali e atti di indirizzo e coordinamento. Per quanto riguarda la prima delibera, il Comune di Cervia è inserito tra i comuni “verdi” ossia all’interno dei quali non vi sono particolari condizioni di emergenza ambientale caratterizzati dal superamento dei limiti di PM10 e Nox. Pertanto è possibile “installare” sistemi a combustione di rinnovabili fatto salvo il rispetto delle emissioni normate da D.Lgs. 152/06 e s.m.i. Figura 1: Estratto della D.A.L. n° 51 sulle caratteristiche ambientali per l’installazione di impianti a combustione da rinnovabili Per gli impianti a olio vegetale i limiti sono invece contenuti all’interno di una DGR del 2011. Per quanto riguarda il fotovoltaico o solare termico, il progetto mira a installare gli stessi sulle coperture degli edifici o nelle aree pertinenziali, riducendo al minimo l’impatto su suolo e ambiente, come analizzato nei capitoli successivi. 4 Figura 2: Estratto della Carta regionale sulla localizzazione impianti fotovoltaici Direttive provinciali In sede di progettazione degli edifici andranno valutati e per quanto possibile perseguiti, gli indirizzi contenuti all’art. 12.7 delle NTA del PTCP, così come modificati per effetto del Piano di Azione per l’Energia e lo sviluppo sostenibile, e dal Piano energetico provinciale e che qui di seguito si riportano. Tali aspetti in parte sono ricompresi nella normativa cogente regionale ed in parte sono da demandare alla progettazione”esecutiva” dei singoli alloggi ed edifici. Ciò nonostante si forniscono le seguenti indicazioni, anche in virtù dei contenuti dell’analisi del sito di cui alla relazione ambientale-energetica: a) impianti di riscaldamento: privilegiare il ricorso ad impianti centralizzati, con contabilizzazione individuale del calore, a servizio di singoli edifici o di più edifici (piccole reti di teleriscaldamento). In particolare dove si sta progettando una rete di teleriscaldamento o un impianto di cogenerazione di quartiere, il ricorso alle caldaie singole per appartamento è del tutto controindicato; b) collegamenti al teleriscaldamento: nelle aree per le quali è previsto un piano di sviluppo di una rete di teleriscaldamento, prevedere tutti gli impianti necessari per il collegamento alla rete stessa (scambiatori di calore, distribuzione e contabilizzazione individuale del calore); c) controllo dell’apporto energetico da soleggiamento estivo (ombreggiamento): favorire la climatizzazione estiva in modo naturale, sfruttando il corretto orientamento dell’organismo edilizio, la posizione e le caratteristiche delle aperture e la progettazione di opportuni elementi ombreggianti architettonici, di finitura o naturali. d) uso dell’apporto energetico da soleggiamento invernale: valorizzare l’apporto solare sulle superfici finestrate, sfruttando l’orientamento dell’edificio e delle finestre, le caratteristiche delle finestre e la possibilità di modificare, in inverno, la posizione delle schermature ombreggianti. e) ventilazione naturale estiva: sfruttare la ventilazione naturale, il pre-raffrescamento dell’aria immessa negli spazi di vita dell’organismo edilizio, 5 Tutti questi obblighi sono così sintetizzabili: 1 Numero nuovi alloggi 64 2 Potenza minima linea elettrica 64 KWp1 (da DGR. 1366/11) 3 Linea termica Min 50% fabbisogni ACS In termini di prestazioni energetiche minime degli edifici, Cervia si trova in zona climatica E con 2312 GG (DPR 412/93). I minimi di legge sono così caratterizzati: S/V EP i (kWh/mqa) ≥ 0,2 ≤ 0,7 ≤50 EP acs 11,95 37,02 78.14 51 11,90 199 8,60 ≥ 200 8,65 (kWh/mqa) In funzione delle scelte legate al miglior grado di isolamento o alla maggiore presenza di sistemi ad energia rinnovabile, la prestazione energetica potrebbe migliorare significativamente fino a raggiungere il target imposto dalla nuova direttiva comunitaria EPBD II (2010/31/UE aggiornata dalla 2012/27/UE) di “edifici ad energia quasi zero” e quindi creare un esempio pilota di quartiere residenziale a “impatto zero”. Standard di qualità dell’edilizia: il protocollo Ecoabita Una ipotesi per aumentare la qualità delle costruzioni sia dal punto di vista energetico che ambientale (anche se non ricade in questa valutazione) gli immobili potranno essere certificati secondo lo standard Ecoabita®. In particolare lo standard Ecoabita per la nuove costruzioni prevede che, oltre a rispettare i parametri cogenti della Regione E-R, si attuino ulteriori azioni per ridurre il fabbisogno di energia primaria per la climatizzazione, invernale, estiva e acqua calda, ma anche si garantisca comfort indoor (di tipo termoigrometrico) e riduzione del consumo di acqua potabile. I quattro controlli minimi sul progetto, in corso d’opera e il collaudo energetico finale con strumentazione tecnica specifica (macchine termografiche, flussimetria) permettono di ottenerne un certificato energetico che con le medesime classi energetiche regionali tutela in maniera maggiore l’utente finale. Bilancio energetico dell’insediamento I consumi elettrici della nuova urbanizzazione residenziale sono da imputare principalmente a: - consumo energetico dell’edificio (climatizzazione invernale, estiva e acqua calda sanitaria); - consumi per illuminazione e forza motrice (privati); - consumi per illuminazione pubblica. - mobilità. 1 Si intende la dotazione minima di 1 KW ogni nuova unità abitativa 6 Consumi energetici degli edifici I consumi energetici degli edifici sono ipotizzabili attraverso le analisi prima riportate e recanti gli obblighi normativi imposti dalla legislazione nazionale e regionale. Tuttavia nelle ipotesi sviluppate dal momento che le singole istanze per la realizzazione degli immobili verranno richieste a scaglioni fino al 2020, anche in funzione delle implicazioni legate alla dotazione di rinnovabili a compensazione dei fabbisogni per la climatizzazione estiva ed invernale e produzione acqua calda sanitaria, si è realizzata una simulazione su varie classificazioni energetiche differenti. Immobili che rispettano le imposizioni normative Volendo generare un bilancio energetico dell’insediamento con metodologia di bottom up, si consideri il consumo dell’edificio (alloggio) che rispetti i limiti regionali. L’analisi svolta riguarda sia la dotazione di rinnovabili che la classificazione energetica finale 2 (stima di progetto in funzione degli estremi normativi). Allo stato attuale esiste la normativa nazionale di recepimento della direttiva UE, ma non sono definiti parametri prestazionali pertanto i calcoli vengono ancora sviluppate sulla normativa cogente di matrice regionale. Tali valori dovranno essere analizzati per l’intero periodo di riscaldamento (EP i ) e per l’intero anno (EP acs Consumi elettrici domestici I consumi di energia termica non sono gli unici fabbisogni di energia per gli immobili, ma si deve anche conteggiare il fabbisogno per gli usi elettrici di illuminazione e forza motrice che oggi non ricadono in alcuna normativa nazionale e regionale. Non essendovi neppure una norma tecnica atta a conteggiare i fabbisogni di alloggio, si ritiene che l’analisi possa essere compiuta da una media dei consumi locali. Statistiche disponibili per gli anni 2000 - 2010 permettono di analizzare i consumi elettrici medi per utenza e il loro trend. I dati di fabbisogno elettrico che più si adattano al piano in progetto riguardano i fabbisogni per utenza del comune di Ravenna che, per utenza nel 2010, sono stati rilevati essere pari a 2086 kwh, intendendo per utenza il contatore Enel di connessione alla rete nazionale. Analizzando i dati storici, questi sono abbastanza stazionari ma, al fine di poter compiere una proiezione alla luce anche dell’evoluzione tecnologica, si ritiene tollerabile un incremento dello 0,50% annuo. Illuminazione Pubblica I consumi elettrici dell’illuminazione pubblica non possono essere ricompresi in quelli elettrici degli edifici essendo il regime di proprietà e di utilizzo molto differenti. Il progetto dell’illuminazione vede la presenza di pali stradali (parcheggio, strada) a led da 80 W cadauno e di pali di illuminazione a servizio del verde pubblico a basso consumo a led. Considerando la potenza media di un palo di illuminazione è possibile stabilire il fabbisogno di energia dell’intero comparto, considerando il periodo di funzionamento notturno (21 – 6) per tutti i giorni dell’anno (4200 h equivalenti/anno). Tale valore non è oggetto di “modifiche” supponendo che la manutenzione delle armature sia tale da mantenere efficienti i sistemi illuminanti. 2 La classificazione energetica finale viene attribuita in modo univoco dal certificatore energetico incaricato prima dell’inizio dei lavori. Il progettista non può attribuire classi energetiche ma solamente una ipotesi di lavoro legata al rispetto di parametri energetici derivanti da normativa 7 Mobilità I consumi energetici e le emissioni di GHG (gas effetto serra) sono da imputare al comparto in termini di transito e di spostamento dei residenti. Considerando che la strada di comparto è di fatto a completo servizio dei residenti e non rappresenta un’arteria di traffico veicolare, si ritiene corretto imputare al comparto solo i consumi per gli spostamenti “casa – lavoro”. Considerando una distanza tra il comparto e il centro di Cervia di 3 km, e tra il comparto e il centro di Ravenna di 30 km e analizzato il parco veicolare da statistiche ACI per l’anno 2009 per il solo Comune di Cervia, così riassumibili, si può procedere alla stima del fabbisogno ed emissioni imputabili alla mobilità. Per l’analisi si ritiene di sovrastimare in via cautelativa i dati desunti dalle analisi del traffico e pertanto si valuta che siano presenti 2 autoveicoli per alloggio (n° 128) e un ulteriore extra di 10 autoveicoli di persone non residenti, al giorno (complessivo n°138). Ripartizione dei fabbisogni energetici di base Scenari potenziali di fabbisogno e di emissione di gas effetto serra Si analizzano le potenziali strategie per la realizzazione di interventi e l’utilizzo di tecnologie per rendere più efficiente e sostenibile (dal solo punto di vista energetico) l’intero sviluppo del comparto in fase attuativa. Gli scenari a seguito analizzati avranno come base di partenza la soluzione base, ossia il rispetto dei minimi requisiti energetici con tecnologie tradizionali. Gli scenari di sviluppo e miglioramento della prestazione energetica e delle emissioni dei gas effetto serra saranno sviluppati considerando il binomio involucro-impianto e pertanto le soluzioni saranno: Edifici in classe B Involucro Edifici in classe A Fotovoltaico e pompa calore Cogenerazione Impianti Geotermico Teleriscaldamento di quartiere 8 Soluzione base (classificazione energetica minima di legge) Tale simulazione riguarda l’utilizzo di caldaie a condensazione a gas a servizio dell’alloggio (ove inferiore a 4 u.i.) o degli edifici (ove superiore a 4 u.i.); pannelli fotovoltaici a servizio degli edifici in regime di scambio sul posto collocati sulle coperture e pannelli solari termici per la produzione di acqua calda sanitaria. Al fine di determinare la dotazione minima di rinnovabili si è ipotizzato che il singolo alloggio sia realizzato rispettando i minimi previsti di legge. Dotazioni per l’efficientamento energetico E’ auspicabile che la progettazione architettonica ed esecutiva degli edifici permetta di allocare tutte le dotazioni di risorse rinnovabili sulle coperture garantendo un corretto orientamento al fine di garantire la migliore efficienza della tecnologia. Costo dell’intervento Da una stima parametrica si evince che: Solare fotovoltaico Solare Termico Caldaie autonome (solo fornitura) 2.500 €/KWp 3.000 €/KW 204.000 € Costo complessivo soluzione base Costo della Ton di CO2 risparmiata 1.083.000 € 6.520 €/ton Soluzione immobili in classe B 9 Tale simulazione si differenzia dalla soluzione base in quanto si prevede di migliorare l’isolamento termico di chiusure opache e trasparenti in maniera che tutti gli alloggi risultino in classe B. Dal punto di vista impiantistico si mantiene sempre le “caldaiette autonome” per tutte le unità immobiliari La dotazione di rinnovabili non viene modificata, ossia si prevede sempre 1 KW p di fotovoltaico per ogni nuova unità abitativa e il solare termico per la produzione di ACS che, essendo a servizio di tutte le unità immobiliari, viene maggiormente efficientato. Soluzione immobili in classe A Tale simulazione si differenzia dalla soluzione base in quanto si prevede di migliorare l’isolamento termico di chiusure opache e trasparenti in maniera che tutti gli alloggi risultino in classe A. Dal punto di vista impiantistico viene mantenuta l’impostazione del sistema di climatizzazione tradizionale con caldaie a combustione a condensazione a gas. La dotazione di rinnovabili non viene modificata, ossia si prevede sempre 1 KW p di fotovoltaico per ogni nuova unità abitativa e il solare termico per la produzione di ACS che, essendo a servizio di tutte le unità immobiliari, viene maggiormente efficientato. Costo dell’intervento Fermo restando il costo di solare termico e fotovoltaico, vengono “aggiornati” ed indicati i costi per le centrali termiche. Da una stima parametrica si evince che: Solare fotovoltaico 3.000 €/KWp Solare Termico 4.000 €/KW Caldaie autonome (solo fornitura) 150.000 € Costo complessivo soluzione base Costo della Ton di CO2 risparmiata 610.800 € 5.820 €/ton Bilancio energetico ed ambientale Il bilancio energetico ed il quadro emissivo dell’intervento così simulato e riassunto nella tabella e grafico allegato 2016 - 2025 grafico 1: Diagramma dell’andamento dei consumi del comparto comprensivi degli interventi energetici 10 2016 - 2025 grafico 2: Andamento delle emissioni di gas effetto serra Soluzione Fotovoltaico e pompa di calore Tale soluzione si differenzia dalla soluzione base in quanto si modifica pesantemente il sistema di generazione del calore e dell’acqua calda sanitaria. Il tradizionale generatore a combustione a gas viene sostituito con pompe di calore aria-acqua elettriche alimentate da fotovoltaico posto in copertura. Visto la notevole quantità di energia elettrica necessaria al soddisfacimento dei fabbisogni è possibile prevedere pensiline sui parcheggi coperte da fotovoltaico E’ possibile prevedere 3 KWp per compensare i consumi della pubblica illuminazione Sulle coperture degli edifici restano allocati i pannelli solari termici per la produzione di ACS. Gli spazi dei parcheggi pubblici (o anche quelli pertinenziali) vengono coperti con pensiline sulle quali sono locati pannelli fotovoltaici. L’effetto indiretto che si ottiene, dal punto di vista ambientale, è quello di ridurre il fenomeno delle isole di calore derivanti dal surriscaldamento delle pavimentazioni delle infrastrutture. Non si ha ulteriore consumo di suolo a verde. Vista la conformazione delle aree pubbliche di parcheggio, delle costruzioni e ombreggiamenti causati dalle strutture residenziali stesse, non sarà possibile insediare tutto il fotovoltaico sulle pensiline (circa 50%) ma parte rimarrà sull’edificio. In tal caso sulla pensilina sarà utilizzato il monocristallino, mentre sulle coperture il policristallino. Costo dell’intervento In questo caso il costo del KW sulle pensiline, è maggiore a causa della struttura che si deve realizzare a supporto. Tale costo parametrico è stimabile in 4.000 €/KWp Pertanto il costo complessivo risulta essere 11 per il profilo “solar farm” con pensiline 1.350.600 € 2016 - 2025 grafico 3: Diagramma dell’andamento dei consumi del comparto comprensivi degli interventi energetici 2016 2016 - 2025- 2025 grafico 4: Andamento delle emissioni di gas effetto serra 12 Soluzione micro-cogenerazione a gas In tale scenario si ottempera agli obblighi di legge regionale modificando la tecnologia di fonte energetica assimilata. Al posto dei comuni generatori a gas naturale (caldaie a condensazione) si installano generatori a gas della potenza elettrica di targa pari a quella necessaria per il fotovoltaico. Con tale scelta, sia dal punto di vista normativo che tecnico, si ottengono notevoli benefici, resi maggiori se attraverso sistemi di assorbimento si riesce a far funzionare la macchina anche in estate. Grazie all’allocazione energetica del cogeneratore, sfruttando le norme tecniche di calcolo europee, oggi disponibili, la macchina è in grado di garantire anche il soddisfacimento dei parametri normativi sull’efficienza. Per sicurezza è necessario installare caldaie di supporto/sicurezza alla singola macchina. Costo dell’intervento La stima parametrica riguarda sia il costo supporto/integrazione. COGENERATORE 5 KWe COGENERATORE Pn >5 KWe Costo complessivo soluzione (solo fornitura) del cogeneratore 30.000 € 60.000€ 1.200.000 € 2016 - 2025 grafico 5: Diagramma dell’andamento dei consumi del comparto comprensivi degli interventi energetici 13 che della caldaia di 2016 - 2025 grafico 6: Andamento delle emissioni di gas effetto serra Soluzione geotermico Tale possibile scenario cambia completamente la tipologia tecnologica. Ogni edificio o gruppo non dovrà più essere dotato di un sistema termodinamico a combustione, ma di sistemi elettrici di trasformazione a bassa entalpia Le pompe di calore elettriche rappresentano i generatori di calore delle unità immobiliari e, se dotate di inverter, possono fungere anche da climatizzatori estivi. A tale tecnologia vengono aggiunti i pozzi geotermici che fungono da sorgente infinita di energia termica (calda o fredda a seconda delle stagioni) Il dimensionamento di tale tecnologia è fattibile se è nota la potenza termica necessaria, le caratteristiche “energetiche” del terreno, la presenza di falde, ecc.. 14 Tale tecnologia permette di ottenere energia che consente un miglioramento delle prestazione energetiche dell’edificio stesso. Sicuramente tale tecnologia permette di ottemperare agli obblighi sulla linea termica, ma sarà necessaria l’installazione di tecnologia fotovoltaica per ottemperare agli obblighi sulla linea elettrica. Costo dell’intervento La stima è fatta considerando una cifra comune per il pozzo geotermico di tipo bentonitico Solare fotovoltaico 4.000 €/abitazione Pompe di calore 5.000-10.000 €/pompa Pozzi geotermici 15.000€/pozzo Costo complessivo soluzione “geotermico” 857.000 € 2016 - 2025 grafico 7: Diagramma dell’andamento dei consumi del comparto comprensivi degli interventi energetici 2016 - 2025 grafico 8: Andamento delle emissioni di gas effetto serra 15 Soluzione teleriscaldamento di quartiere La soluzione prevede di realizzare una centrale energetica a servizio dell’intero quartiere, ed eventualmente di edifici contermini all’intervento stesso. La centrale, in assetto cogenerativo, a seconda del combustibile, si potrebbe installare un generatore a turbogas (se alimentata a metano) o un impianto ORC se alimentata a biomassa. Considerando che la qualità dell’aria del Comune di Cervia è compatibile con l’installazione di impianti a biomassa, potrebbe essere interessante, sia dal punto di vista energetico che ambientale e grazie agli incentivi economici (tariffa onnicomprensiva) anche economicamente vantaggiosa. Anche se la “richiesta” elettrica minima è di 152 KWe, la centrale dovrà essere in grado di fornire l’energia termica necessaria al fabbisogno degli edifici (dimensionamento della linea termica). Inoltre si devono prevedere o motori gemellari o caldaie a combustione semplice , per garantire la sicurezza in caso di blocco, rottura o manutenzione del generatore primario. In funzione delle macchine commerciali oggi presenti, il cogeneratore di quartiere avrebbe una potenza elettrica nominale di 140 KWe ed una potenza termica di 300 KWt in grado di soddisfare le esigenze degli edifici stessi. E’ inoltre, conveniente installare un gruppo ad assorbimento che permetta di generare freddo per gli edifici stessi nel periodo estivo; in questo modo il quartiere potrebbe “vantare” da un micro impianto di trigenerazione. Questo risultato sarebbe ottenibile sia con macchine alimentate a gas naturale, sia con sistemi a biomassa ad olio vegetale (anche se questa tecnologia presenta problemi di odori sgradevoli) a patto che per le tecnologia rinnovabili sia garantito l’approvvigionamento con il concetto della filiera corta (circa 70 Km) per non creare altre problematiche in campo ambientale. Costo dell’intervento Si tratta di costi ipotizzati in quanto è necessario un maggior grado di dettaglio per analizzare tale tecnologia Cogeneratore 850.000 € Caldaie di supporto 50.000 € Tubazioni 800.000 € Totale 1.9500.000 € 16 2016 - 2025 grafico 9: Diagramma dell’andamento dei consumi del comparto comprensivi degli interventi energetici 2016 - 2025 grafico 10: Andamento delle emissioni di gas effetto serra 17 Conclusioni Come descritto in premessa, si tratta di uno studio propedeutico alla realizzazione dell'intervento, che andrà approfondito in sede esecutiva, in relazione a quanto richiesto dalla leggi vigenti in materia. Ogni soluzione dipende dalle scelte progettuali architettoniche e tecniche, impiantistiche, definitive e dalle innovazioni e tecnologie disponibili rapportate anche ai costi e alle opportunità dell'intervento, nonchè dalle esigenze di mercato. Ciò detto la valutazione sulle possibili soluzioni, può essere cosi sintetizzata: 1) Soluzione base Seppur collaudata e con costi tecnicamente accessibili, presenta il limite dell'orientamento della tecnologia fotovoltaica, che obbliga la progettazione architettonica e paesaggistica. 2) Soluzione solar farm e pompa di calore Rrappresenta la migliore soluzione in materia di efficienza energetica attraverso l’utilizzo di una tecnologia attualizzata capace di reperire il fabbisogno energetico sul posto e ridurre le emissioni di gas climalteranti. 3) Soluzioni micro-cogenerazione con eolico e geotermico Rappresentano una evoluzione tecnologica e un sistema più innovativo rispetto a quello già attuato sul territorio, ma per motivi di possibile impatto richiede uno studio più dettagliato. 4) Soluzione teleriscaldamento di quartiere Rappresenterebbe l'allineamento alle esperienza europee più innovative dei quartieri ecosostenibili. Significherebbe una soluzione sperimentale per il territorio di Cervia. Infatti i quartieri più evoluti si stanno dotando in tutta Europa di centrali a cogenerazione per gli usi termici. Per contro esiste la problematica di gestione e gli elevati costi di fornitura e manutenzione che rendono la soluzione difficilmente applicabile al caso, tenuto conto anche delle dimensioni limitate dell'insediamento. 18