207 Case Records IFC/CNR Recenti Prog Med 2011; 102: 207-211 Reclutamento di cuore di donatori“anziani” con ecostress farmacologico. Descrizione di un caso Sabrina La Falce1, Giorgio Arpesella2, Sonia Gherardi3, Tonino Bombardini1, Eugenio Picano1 Riassunto. Introduzione. Il trapianto di cuore rappresenta un’opzione terapeutica per i casi di scompenso cardiaco che non rispondono alla terapia medica. Per far fronte al numero insufficiente di donatori di cuore, si dovrebbe cercare di studiare i cuori dei potenziali donatori“anziani”per valutare la presenza o meno di cardiomiopatia iniziale o coronaropatia funzionalmente significativa, in modo da escludere i donatori con storia di cardiopatia. Un modo semplice per far questo potrebbe essere l’ecocardiografia da stress. Caso clinico. Un donatore marginale (donna di 57 anni definita in morte cerebrale, in base ai criteri medico-legali) è stato sottoposto a ecostress transesofageo con dipiridamolo (protocollo accelerato di 6 minuti) per escludere la presenza di una cardiopatia o coronaropatia di grado moderato o severo. La cinetica regionale (wall motion) era normale, a riposo e al picco dello stress, senza segni di ischemia inducibile da stress, e non si evidenziava una disfunzione miocardica latente. Il cuore del donatore marginale è stato, così, trapiantato in un ricevente marginale per comorbidità (uomo di 63 anni con mieloma multiplo e amiloidosi cardiaca, insufficienza cardiaca cronica severa, classe NYHA IV). Il cuore trapiantato è stato valutato normale, per dimensioni e funzione ventricolare, all’eco transtoracico eseguito in settima giornata dal trapianto. La presenza di coronaropatia è stata, poi, esclusa alla coronarografia un mese dopo il trapianto. Conclusioni. Per la prima volta l’ecostress è stato usato con successo per la selezione di cuori ancora“troppo buoni per morire”, rappresentando, così, un modo critico per risolvere il problema del mismatch esistente tra bisogno di donatori e loro disponibilità. Summary. Heart recruiment of elderly donors by pharmacological echostress. Parole chiave. Donatore, ecostress dipiridamolo, trapianto di cuore. Key words. Dipyridamole stress echo, donor, heart transplant. Introduzione questo fattore non è così importante di per sé, ma lo diventa se si pensa al rischio associato all’età che esiste per la coronaropatia asintomatica o la cardiomiopatia latente1. Generalmente, la soglia di età è quella di 55 anni; donatori più anziani possono essere accettati in casi speciali, quando le condizioni cliniche del ricevente sono scadenti e rappresentano un’emergenza2. Il trapianto di cuore rappresenta un’opzione terapeutica per i casi di scompenso cardiaco che non rispondono alla terapia medica. La sua efficacia è già stata dimostrata: purtroppo, però, la donazione di organo è un fattore che limita questa procedura salva-vita. Infatti, la selezione degli organi che dovranno essere trapiantati si basa su due fattori: la presenza di un donatore idoneo, senza malattie sistemiche o neoplasie, infezioni batteriche o virali in atto. Per l’organo “cuore”, altro criterio da prendere in considerazione è rappresentato dall’età; Background. The heart transplant is a treatment of the heart failure, which is not responding to medications. To counteract heart donor shortage, we should screen aged potential donor hearts for initial cardiomyopathy and functionally significant coronary artery disease, in order to exclude donors with a history of cardiac disease. A simple way to evaluate this should be stress echocardiography. Case report. A marginal donor (a 57 year old woman meeting legal requirements for brain death) underwent a transesophageal (TE) dipyridamole stress echo (6 minutes accelerated protocol) to rule out moderate or severe heart and coronary artery disease. Wall motion was normal at baseline and at peak stress, without signs of stress inducible ischemia, and there was no latent myocardial dysfunction. The marginal donor heart was transplanted to a recipient marginal for co-morbidity (a 63 year old man with multiple myeloma and cardiac amyloidosis , chronic severe heart failure, NYHA class IV). The transplanted heart was assessed normal for dimensions and ventricular function at transthoracic (TT) echocardiography on post-transplant day 7. Coronary artery disease was ruled out at coronary angiography one month after transplant. Conclusion. For the first time stress echo was successfully used for the selection of hearts "too good to die", representing a critical way to solve the mismatch between donor need and supply. Il numero insufficiente di donatori di cuore rappresenta un problema sociale. I pazienti in lista d’attesa per trapianto cardiaco hanno un tasso di morte del 7,3% e il tempo di attesa medio va da due a tre anni. 1Istituto di Fisiologia Clinica, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Pisa; 2Dipartimento di Chirurgia e Trapianti, Università di Bologna; 3Unità Operativa di Cardiologia, Ospedale M. Bufalini, Cesena. Pervenuto il 14 marzo 2011. 208 Recenti Progressi in Medicina, 102 (5), maggio 2011 In Italia, circa 650 pazienti sono in lista per trapianto e solo circa 300 trapianti vengono eseguiti ogni anno, con un plateau negli ultimi 5 anni. C’è, inoltre, un grande numero di riceventi marginali, sia per età avanzata (>di 65 anni) o comorbidità nei riceventi più giovani3,4. Per far fronte al numero insufficiente di donatori di cuore, si dovrebbe cercare di studiare i cuori dei potenziali donatori “anziani” per valutare la presenza o meno di cardiomiopatia iniziale o coronaropatia funzionalmente significativa: un modo per selezionare cuori ancora “troppo buoni per morire” sulla base dell’ecocardiografia basale e da stress eseguite al letto del donatore, può rappresentare un modo per risolvere il problema del mismatch esistente tra bisogno di donatori e loro disponibilità. Il progetto Adonhers (Aged Donor Heart Rescue by Stress Echo) è stato approvato dal Comitato Etico dell’Ospedale Sant’Orsola di Bologna a gennaio 2005 (figura 1). Il progetto è ora attivo nella Regione Emilia Romagna e in Toscana come studio pilota. Descrizione del caso IL DONATORE MARGINALE Una donna di 57 anni, vittima di un incidente stradale con morte cerebrale post-traumatica, è stata selezionata per la donazione degli organi. La donna, però, superava il limite massimo di età consentito di 55 anni per la donazione di cuore. Successivamente, è stata ricostruita con attenzione la sua storia cardiologica, che non evidenziava dati clinici di sintomi cardiaci a riposo o sotto sforzo. C’era solo una storia di una lieve ipertensione arteriosa. All’ECG a 12 derivazioni erano presenti alterazioni aspecifiche dell’onda T, spesso osservate in morte cerebrale. Progetto Adonhers Assenza di ischemia inducibile: wmsi = 1 Donatore accettato Presenza di ischemia inducibile: wmsi >1 Donatore escluso Figura 1. Il destino eco-guidato del candidato donatore di cuore. Per studiare i cuori dei potenziali donatori “anziani”, per la valutazione della presenza o meno di cardiomiopatia iniziale o di coronaropatia funzionalmente significativa, i potenziali donatori > di 55 anni saranno sottoposti ad un ecostress farmacologico (con dipiridamolo o dobutamina). I cuori con una nomale funzione ventricolare sinistra, regionale e globale, saranno reclutati per esser trapiantati. I cuori, invece, con ecostress positivo saranno esclusi. I cuori esclusi, inoltre, andranno incontro ad esame autoptico per confrontare il risultato ottenuto con l’ecostress con il gold standard anatomo-patologico. I cuori ritenuti idonei verranno trapiantati e il risultato dell’ecostress potrà essere verificato sulla base dell’outcome clinico e del controllo angiografico a 1 mese dopo il trapianto. Un ecostress transesofageo farmacologico è stato eseguito usando il dipiridamolo (0,84 mg/kg in 6’), seguendo il protocollo della Associazione Europea di Ecocardiografia5. Lo studio ecocardiografico è diviso in 2 parti differenti: 1) Cinetica regionale – è lo step essenziale per la valutazione. Il donatore con anomalie della cinetica regionale a riposo o durante lo stress uscirà dal percorso di donatore. Il donatore deve presentare una cinetica regionale normale sia a riposo che durante stress (WMSI = 1 a riposo, nella fase intermedia e al picco dello stress). La cinetica regionale e globale viene valutata nelle proiezioni convenzionali di 2 e 4 camere a riposo e al picco dello stress. 2) La relazione forza/frequenza (FFR). Durante la procedura, si registrano pressione e ECG ad ogni minuto. La pressione arteriosa brachiale viene registrata con lo sfigmomanometro. In ogni fase dell’ecostress, vengono acquisite e registrate le proiezioni delle 4 camere e 2 camere apicali, per calcolare il volume telesistolico del ventricolo sinistro. Questo consente di calcolare il rapporto pressione sistolica/volume telesistolico del ventricolo sinistro in ogni momento, quando aumenta la frequenza cardiaca durante lo stress, e analizzare, off-line, la relazione forza-frequenza (FFR) del ventricolo sinistro. Il donatore con una normale risposta a riposo e una normale cinetica regionale durante l’ecostress farmacologico viene considerato idoneo alla donazione. Infatti, questo pattern di risposta riflette una buona riserva funzionale del cuore e uno stato altrettanto buono dell’albero coronarico. S. La Falce et al.: Reclutamento di cuore di donatori “anziani” con ecostress farmacologico ECOCARDIOGRAFIA STANDARD TRANSTORACICA Ecostress dipiridamolo nel donatore di cuore Al momento in cui le dosi degli agenti inotropi intravenosi vengono ridotte fino al livello più basso compatibile con un’adeguata pressione arteriosa e gittata cardiaca (noradrenalina 0,13 γ/kg/min + dobutamina 2,8 γ/kg/min) e dopo un’adeguata infusione di liquidi, è stato eseguito un ecocardiogramma transtoracico, che dimostrava una normale funzione ventricolare, globale e segmentale, in assenza di valvulopatie significative5. L’ECOSTRESS FARMACOLOGICO Per escludere la presenza di una cardiopatia o coronaropatia sottostante di grado moderato o severo, è stato eseguito un ecostress transesofageo con dipiridamolo (protocollo accelerato di 6 minuti)6. Le immagini eco sono state registrate e di volta in volta digitalizzate. Durante la procedura, pressione e ECG sono stati registrati ogni minuto7. Il risultato dell’ecostress con dipiridamolo è stato una normale risposta del ventricolo sinistro durante lo stress. La pressione arteriosa brachiale è stata misurata con uno sfigmomanometro. In ogni fase dell’ecostress, sono state acquisite e registrate le proiezioni delle 4 camere e delle 2 camere apicale per calcolare il volume telesistolico del ventricolo sinistro. Questo ha permesso di calcolare il rapporto pressione sistolica/volume telesistolico del ventricolo sinistro in ogni momento in base all’aumento della frequenza cardiaca durante lo stress e analizzare, offline, la relazione forza-frequenza (FFR) del ventricolo sinistro8. I RISULTATI DELLO STRESS La cinetica regionale era normale sia a riposo sia al picco dello stress (WMSI=1 a riposo e al picco dello stress), senza segni di ischemia inducibile da stress. Il rapporto pressione/volume era 9,6 mmHg/ml/m2, a riposo, e aumentava fino a 14 mmHg/ml/m2 al picco dello stress, FFR slope = 28 mmHg/ml/m2/bpm, dimostrando l’assenza di una disfunzione miocardica latente (figura 2). La pressione arteriosa sistemica si riduceva da 120/60, a riposo, fino a 100/45 mmHg al picco dello stress. La frazione di eiezione del ventricolo sinistro aumentava da 63% a riposo fino a 77% al picco dello stress. Basandosi sui risultati dello stress test con dipiridamolo, nonostante l’età superiore al limite di 55 anni, il cuore è stato scelto per il trapianto cardiaco ortotopico ed è stato espiantato secondo la tecnica standard. Figura 2. La curva forza-frequenza con l’ecostress dipiridamolo nel donatore di cuore. Figura superiore: all’aumento della frequenza cardiaca corrispondono volumi telesistolici più piccoli. Il rapporto pressione/volume era 9.6 mmHg/ml/m2,a riposo, e aumentava fino a 14 mmHg/ml/m2 al picco dello stress, FFR slope = 28 mmHg/ml/m2 /bpm, dimostrando l’assenza di una disfunzione miocardica latente. Figura centrale e inferiore: pressione arteriosa sistemica e % della frazione di eiezione a riposo e al picco dello stress. IL RICEVENTE MARGINALE Il ricevente era “marginale” per la presenza di comorbidità. Si trattava di un uomo di 63 anni, con mieloma multiplo e amiloidosi cardiaca, insufficienza cardiaca cronica severa, classe NYHA IV, LVEF = 13% (TT ecocardiografia, figura 3)9. IL TRAPIANTO DI CUORE L’intervento è stato eseguito facendo una sternotomia mediana, incannulando l’aorta ed entrambe le vene cave. La procedura di impianto ha richiesto un’ora. L’incisione è stata chiusa dopo posizionamento di un pacing temporaneo e di drenaggi per il torace10. Figura 3. Immagine ottenuta con l’ecocardiografia transtoracica bi-dimensionale, registrata in un ricevente marginale con amiloidosi cardiaca. Nell’ immagine in proiezione 4 camere apicale, si può notare un’ecogenicità omogenea del miocardio che è descritta come un’iperecogenicità a chiazze (bright "speckling" appearance). Entrambe le valvole, mitrale e aortica, risultano ispessite. Il paziente ha una disfunzione ventricolare severa e sintomi di uno scompenso cardiaco avanzato (classe NYHA IV). 209 210 Recenti Progressi in Medicina, 102 (5), maggio 2011 OUTCOME DEL TRAPIANTO Dopo il trapianto, il paziente si è sottoposto ad un trattamento di routine e ad un percorso di follow up. Il trattamento postoperatorio è stato avviato, iniziando una terapia fisica e di mobilizzazione in settima giornata dall’intervento. Un precoce regime immunosoppressivo è stato messo in atto, nel rispetto dei protocolli standard. IL CONTROLLO ECO Il cuore trapiantato è stato considerato normale per dimensioni e funzione ventricolare ad un eco transtoracico eseguito come controllo in settima giornata dal trapianto (figura 4). LA CORONAROGRAFIA DEL CUORE TRAPIANTATO La presenza di coronaropatia nel cuore trapiantato è stata esclusa alla coronarografia eseguita un mese dopo il trapianto; la ventricolografia sinistra ha dimostrato una normale funzione, globale e regionale, del ventricolo sinistro (figura 4). Figura 4. Immagini dell’albero coronarico del cuore trapiantato, ottenute con la coronarografia e con l’IVUS (intravascular ultrasound), come follow up a 1 mese dopo il trapianto. Risultato angiografico perfetto, in accordo con quello evidenziato in fase pre-trapianto dall’ecostress eseguito sul potenziale donatore (assenza di ischemia inducibile). La figura a sinistra mostra la coronarografia eseguita sul cuore trapiantato 1 mese dopo l’intervento di trapianto. Le immagini angiografiche del tratto medio della LAD mostrano solo lievi irregolarità del lume all’interno del vaso. La figura sulla destra mostra un’immagine ottenuta con l’IVUS nella stessa porzione della coronaria. Nella figura inferiore, invece, l’ecocardiogramma transtoracico bi-dimensionale del cuore del donatore trapiantato nel ricevente marginale. Sia nella proiezione parasternale asse lungo (destra) che nella 4 camere apicale (sinistra), si può osservare un’ ottima funzione ventricolare globale e regionale. Camere e strutture cardiache sono normali. Discussione La disponibilità di donatori di cuore è un punto critico che limita il numero dei trapianti cardiaci. Un modo efficace per risolvere l’attuale numero insufficiente di possibili donatori potrebbe essere quello di accettare come cut-off limite un’età maggiore (dal limite attuale di 45 fino a 70 anni). Tuttavia, l’elevata prevalenza età-correlata di coronaropatia asintomatica e di cardiomiopatia occulta limita in modo importante la fattibilità di questo approccio. L’ecostress farmacologico è una metodica poco costosa, non invasiva, che permette una valutazione simultanea dell’ischemia inducibile e della riserva contrattile del ventricolo sinistro: perciò è in grado di svelare la presenza di una cardiomiopatia o di una coronaropatia occulta prognosticamente significativa6,7. L’ottima prognosi associata ad un ecostress negativo è già stata ben documentata da banche dati di migliaia di pazienti con coronaropatia nota o sospetta11. La relazione forza-frequenza (FFR) è un metodo valido dal punto di vista teorico e pratico per la valutazione della contrattilità del ventricolo sinistro e può essere derminata in modo non invasivo durante l’eco con esercizio8. Studi precedenti hanno dimostrato che una maggiore pendenza della FFR identifica meglio i cuori senza una disfunzione ventricolare sinistra latente, rispetto al cut-off standard del 5% di aumento con lo stress della frazione di eiezione12. Questo primo caso descritto considera lo stress in condizioni particolari come quelle che si verificano in un candidato donatore. L’infusione dei farmaci può creare problemi di instabilità emodinamica (e, perciò, di intolleranza allo stress) e rendere meno fattibile e più difficile l’esecuzione dell’ecocardiogramma e l’interpretazione dei risultati. Per questo motivo, noi consideriamo eticamente valido usare l’organo ritenuto idoneo mediante questa metodica, per il trapianto in riceventi in condizioni di emergenza o subottimali. È già politica attuale trapiantare organi ritenuti idonei, prelevati da donatori di età superiore a 55 anni, in pazienti con controindicazioni relative al trapianto. S. La Falce et al.: Reclutamento di cuore di donatori “anziani” con ecostress farmacologico In questo contesto, un ecostress sarà un ulteriore motivo di garanzia per il ricevente, mentre un cambio nella politica basata sui risultati dell’ecostress potrebbe essere ingiustificato a questo stadio di evidenza. L’obbiettivo finale dovrebbe essere la rimozione del “fattore età” e la sua sostituzione con la selezione guidata dall’ecostress, ma questo cambiamento – lontano da raggiungere nella strategia di selezione – deve passare ancora attraverso numerosi check-point intermedi. Conclusione L’importanza di questo caso è scientifica, clinica e sociale. – Scientifica: per la prima volta, una metodica largamente convalidata come l’ecostress è usata nel critico scenario dello screening dei potenziali donatori di cuore. – Clinica: una strategia eco-guidata per la selezione del donatore di cuore è più fattibile, meno costosa e più sostenibile dal punto di vista logistico, rispetto ad altre possibili strategie alternative basate su immagini di perfusione ottenute con la scintigrafia da stress o sulla coronarografia, i cui costi sono rispettivamente 3 volte e 10 volte superiori rispetto all’ecostress, oltre a richiedere anche un’organizzazione logistica maggiore. – Sociale: il numero insufficiente di donatori di cuore rappresenta un problema sociale. I pazienti in lista d’attesa per trapianto cardiaco hanno un tasso di morte del 7,3% e il tempo di attesa medio va da due a tre anni. In Italia, circa 650 pazienti sono in lista per trapianto e solo circa 300 trapianti vengono eseguiti ogni anno, con un plateau negli ultimi 5 anni. Un modo migliore per selezionare cuori ancora “troppo buoni per morire” sulla base dell’ecocardiografia basale e da stress eseguite al letto del donatore può rappresentare la soluzione del problema del mismatch esistente tra donatori potenziali e disponibilità di cuori. Bibliografia 1. Brock MV, Salazar D, Cameron DE, Baumgartner WA, Conte J. The changing profile of the cardiac donor. J Heart Lung Transplant 2001; 20: 1005-9. Indirizzo per la corrispondenza: Dott. Sabrina La Falce Consiglio Nazionale delle Ricerche Istituto di Fisiologia Clinica Via Giuseppe Moruzzi 1 56124 Pisa E-mail: [email protected] 2. Zaroff JG, Rosengard BR, Armstrong WF, et al. Cosensus conference report: maximizing use of organs received from cadaver donor-cardiac recommendations. Circulation 2002; 106: 836-41. 3. Del Rizzo DF, Menkis AH, Pflugfelder PW, et al. 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