Schroders Economia e Mercati Outlook macroeconomico e scelte di asset allocation Primo trimestre 2013 Introduzione Il rally dei mercati azionari che è iniziato nel terzo trimestre ha proseguito la sua fase rialzista anche nell’ultimo trimestre del 2012, grazie al supporto delle principali Banche Centrali e ad alcuni segnali di stabilità dell’economia mondiale. Il mercato nipponico è stato il più performante in previsione delle future politiche di contrasto della deflazione sia da parte del governo, che della BoJ. In ottica futura riteniamo che le Banche Centrali continueranno a immettere ulteriore liquidità sul mercato attraverso programmi di Quantitative Easing in Usa, UK e Giappone. Ci aspettiamo che la Bce acquisti titoli governativi a breve termine dei paesi periferici europei: quest’azione comporterà un aumento della fiducia degli investitori verso le attività rischiose e allo stesso tempo ridurrà il rischio politico all’interno della zona Euro. Riteniamo che il principale rischio dei mercati possa provenire dagli Usa: nonostante l’economia americana abbia raggiunto l’accordo riguardante il “fiscal cliff”, restano ancora presenti i rischi relativi al tetto massimo del debito. Keith Wade, Capo economista, Schroders Indice Asset allocation ……………………………………………………………. 2 View Economica …………………………………………………………... 5 Mercati azionari – View regionali ………………………………………... 8 Mercati obbligazionari – View settoriali …………………………………. 9 1 Asset Allocation View Globale View economica: L’economia mondiale probabilmente farà registrare una crescita del 2,4% nel 2012, un risultato inferiore al 2,9% del 2011, a causa della crisi del debito dell’Eurozona che ha inciso negativamente sull’attività economica globale. Riteniamo che non sarà facile vedere un notevole incremento della crescita nel 2013, a causa delle politiche fiscali restrittive nelle economie avanzate; l’unica eccezione potrà essere il Giappone, poiché le autorità metteranno in atto misure di stimolo fiscale. In Usa il congresso ha evitato il “fiscal cliff” raggiungendo un temporaneo accordo e in Europa la Bce ha incrementato la fiducia degli investitori attraverso le misure straordinarie di politica monetaria. La maggior parte dei nostri scenari per i rischi macroeconomici sono negativi, come ad esempio la possibile rottura dell’Euro o il mancato accordo riguardante le misure di austerità fiscale Usa. Tuttavia i nostri due migliori scenari (ripresa dei consumi Usa e risoluzione crisi del debito europeo) sono caratterizzati da una forte crescita accompagnata da una più elevata inflazione. View tassi d’interesse: Le politiche monetarie globali resteranno probabilmente accomodanti, con le banche centrali delle principali economie sviluppate che manterranno il costo del denaro su livelli bassi per un periodo prolungato. La Fed si è impegnata a mantenere gli attuali tassi d’interesse fino a quando il tasso di disoccupazione non sia sceso sotto la soglia del 6,5%. Allo stesso tempo la BCE, al fine di preservare la moneta unica europea, ha pianificato di comprare titoli governativi periferici europei qualora la situazione per i paesi dell’area del Mediterraneo si dovesse complicare. Nei mercati emergenti la situazione è un po’ più complessa, poiché se da un lato abbiamo la Cina che continua a portare avanti una politica monetaria espansiva, dall’altro vi sono paesi che hanno iniziato ad alzare i tassi d’interesse, Brasile in primis. Implicazioni per i mercati: Crediamo che i risky asset dovrebbero essere ben supportati nel 2013 sia dalle continue misure straordinarie delle principali banche centrali, che dai bassi rendimenti obbligazionari. Per quanto riguarda il mercato azionario, le valutazioni restano ragionevoli e preferiamo i titoli Usa, grazie alle prospettive di crescita economica nonostante i timori relativi al “fiscal cliff”. Siamo positivi sull’azionario europeo, grazie sia alle valutazioni più interessanti, che alla riduzione dei rischi sull’intera regione derivanti dall’impegno della Bce a comprare obbligazioni dei paesi periferici europei. Abbiamo portato in sottopeso l’azionario UK, poiché 2 riteniamo che vi siano migliori opportunità in altre piazze finanziarie. La nostra view sui mercati emergenti e l’area del Pacifico (escluso Giappone) resta pressoché neutrale. Queste economie sono maggiormente esposte ai rischi di downside legati alla crescita globale. Allo stesso tempo però la maggior parte di questi paesi ha la possibilità di stimolare la crescita economica attraverso l’adozione di misure monetarie e fiscali espansive. In Giappone il lieve rallentamento ciclico dell’economia è stato più che compensato dalle recenti misure di stimolo che hanno innescato un indebolimento delle Yen e un rialzo dei titoli azionari. Per quanto riguarda il mercato dei titoli governativi dei paesi sviluppati continuiamo a restare in sottopeso, poiché i recenti interventi delle Banche Centrali hanno ridotto il rischio geopolitico, rendendo meno interessante il debito sovrano rispetto ad altre classi d’investimento. Il nostro principale sottopeso è in Germania, poiché riteniamo che i bassi rendimenti tedeschi saranno messi sotto pressione dopo le ultime misure straordinarie della BCE. Siamo negativi anche sui Treasury Usa. Rimaniamo neutrali sul Giappone e positivi sui Gilt inglesi. Per quanto concerne il debito emergente riteniamo che i recenti flussi d’investimento abbiano spinto al rialzo i prezzi e di conseguenza reso meno interessante questa classe d’investimento; tuttavia preferiamo detenere debito emergente denominato in Dollari Usa piuttosto che in valuta locale. Restiamo positivi sul credito, grazie all’elevata domanda d’income da parte degli investitori, preferendo i titoli High Yield e Investment Grade Usa rispetto agli analoghi europei. Per quanto riguarda le materie prime abbiamo mantenuto una view neutrale, poiché le recenti manovre messe in atto dalle principali banche centrali forniscono un supporto per l’attività economica globale. Allo stesso tempo restiamo prudenti sui metalli industriali, a causa di una riduzione della domanda dei paesi emergenti, Cina in particolare. Nonostante ciò, siamo più positivi sull’energia e sui metalli preziosi: i rendimenti reali negativi dovrebbero supportare il prezzo dell’oro e le dinamiche di offerta energetica controbilanciare una domanda globale anemica. 3 Asset Allocation Liquidità – negativo Titoli di stato – negativo Credito (High Yield) – positivo Credito (Investment Grade) – positivo Azioni (mercati sviluppati) – positivo Azioni (mercati emergenti) – neutrale Materie Prime – neutrale Asset Allocation Azionari Obbligazionari Alternativi Per area Per settore Per settore Immobiliari Materie prime US + Europe ex UK + UK 0 Pacifico escluso Giappone (Australia, Nuova Zelanda, Hong Kong e Singapore) Giappone Mercati Emergenti 0 Titoli di stato InflationLinked Corporate Investment grade Alto rischio: Debito Mercati Emergenti High Yield 0 Liquidità 0 - 0 + + + 0 0 Legenda: “+/-” indica che il mercato potrà sovraperformare o sottoperformare (valore massimo: +++, valore minimo: ---); 0 indica una posizione neutrale L’indicazione di asset allocation ha uno scopo puramente esplicativo. Il portafoglio degli attuali clienti subirà delle variazioni in base al mandato, al benchmark e al profilo di rischio piuttosto che alla disponibilità e al rischio connesso a ciascuna asset class nelle diverse regioni. 4 View economica Scenario base: Economia mondiale debole L’andamento dell’economia mondiale continuerà a restare debole nel 2013, a causa delle politiche fiscali che tenderanno a essere restrittive nelle economie avanzate. In Usa la Federal Reserve ha ribadito che proseguirà con le misure straordinarie (non convenzionali) per sostenere la ripresa. Ben Bernanke non si ritiene ancora soddisfatto dei passi avanti fatti dall'economia Usa. In Europa nonostante le misure di austerità continuino a essere presenti, abbiamo migliorato le stime di crescita dell’intera regione. Per quanto riguarda i mercati emergenti, nonostante il recente rimbalzo dell’attività economica in quest’area, restiamo prudenti, poiché riteniamo che parte di questa ripresa sia dovuta al ciclo delle scorte e non a una forte domanda finale. Infine crediamo che il 2013 farà registrare una crescita migliore del 2012 nei paesi in via di sviluppo ma inferiore al potenziale. Sul fronte macroeconomico ci aspettiamo che le principali Banche Centrali manterranno una politica monetaria accomodante con ulteriori programmi di Quantitative Easing da parte della Fed, BoE e BoJ. Riteniamo che la Bce inizierà ad acquistare titoli governativi spagnoli in seguito alla richiesta di aiuti da parte della Spagna. In aggiunta alla view di base, consideriamo diversi scenari alternativi finalizzati a catturare i possibili rischi dell’economia mondiale. Alternative: Scenario Descrizione L’uscita della Grecia scatena un elevato rischio di contagio dei paesi periferici europei. La Germania resta decisa sulla propria scelta di non immettere liquidità sul mercato Rottura dell’Euro (no Quantitative Easing). I leader europei non sono in grado di mantenere la stabilità (parziale) della moneta unica e di conseguenza si assiste a un deflusso di capitali. Gli stati periferici lasciano l’Euro nel secondo semestre del 2013, ma i paesi forti restano uniti per salvare la moneta unica europea. Impatto Macroeconomico L'insolvenza delle economie periferiche colpisce il sistema bancario e rende più grave la recessione dell'Eurozona. L'Euro dei paesi forti si apprezza e le nuove monete dei paesi periferici si deprezzano. I finanziamenti e gli scambi commerciali rallentano al punto di innescare effetti deflattivi. 5 L'uscita della Grecia scatena un elevato rischio di contagio dei paesi periferici con conseguente rottura dell'Euro nel secondo semestre del 2013. Si assiste a una sequenza di uscite, poiché i firewall sono insufficienti per salvare l'Italia e la Spagna. Rottura dell’Euro Il fallimento politico si conclude con un (completa) ripristino delle valute originarie anche per i paesi forti della zona Euro. Il caos finanziario e la nazionalizzazione del sistema bancario scatenano un crollo dell'attività economica dell'Europa. Si assiste a un forte apprezzamento del nuovo Marco Tedesco e conseguente forte perdita di potere delle nuove valute periferiche. L'effetto a catena attraverso i legami finanziari e commerciali spinge il resto del mondo in recessione. Si assiste a un crollo delle materie prime e dell'inflazione e allo stesso tempo le banche centrali mettono in atto politiche monetarie espansive. I governi dei paesi europei si accordano per risolvere la crisi, rafforzando il supporto per l'Euro; questo innesca un ritorno della fiducia dei consumatori, un calo dei Risoluzione della rendimenti dei titoli di stato periferici e una Crisi dell’Euro ripresa dell'economia globale. La crescita dell'Eurozona migliora, grazie a una ripresa dei consumi e della fiducia; di conseguenza anche l'attività economica globale si rafforza. Le principali banche centrali adottano una politica restrittiva per favorire il consolidamento fiscale. I politici americani non riescono a raggiungere un compromesso sui programmi di spesa e tasse; le misure fiscali restrittive peseranno circa il 4% del Pil nel 2013. L'economia Usa entra in recessione nel secondo semestre del 2013. L'economia mondiale s'indebolisce, in particolar modo quella dei paesi emergenti, la cui economia è direttamente dipendente al crollo della domanda americana. Si assiste a ulteriori misure di Quantitative Easing da parte della Fed e delle principali banche centrali. Il rallentamento del settore immobiliare, combinato con la debolezza della domanda estera, spinge la crescita del Pil sotto il 6,5%. La rapida caduta dei prezzi delle materie prime fa diminuire il tasso d'inflazione. In una prima fase si assiste a un rallentamento della crescita mondiale a causa di una debole domanda globale; in una seconda fase a una ripresa economica innescata dai benefici derivanti da un basso livello d'inflazione. In ottica macroeconomica le banche centrali mettono in atto politiche monetarie accomodanti. I consumatori americani tornano a consumare e a richiedere finanziamenti, supportati dal rialzo dei prezzi immobiliari e da una maggiore facilità di accesso al credito. La crescita in Usa supporta l'attività economica globale. Il dollaro americano si apprezza, e la Fed inizia a interrompere le misure straordinarie espansive e di conseguenza a normalizzare la politica monetaria. “Fiscal Cliff” in America “Hard Landing” cinese Il ritorno del settore privato Usa 6 Shock petrolifero L'aumentare delle tensioni tra Iran e Occidente culmina nel 2013 con un attacco USA-Israele agli impianti nucleari iraniani. I prezzi petroliferi aumentano fino a raggiungere i 200$ al barile nel secondo trimestre del 2013. Il tasso d'inflazione aumenta rapidamente, mettendo sotto pressioni i redditi e i consumi. Le tensioni internazionali causano un rinvio dei piani d'investimento da parte delle società, scatenando così una recessione globale. Si assiste a una fase di stagflazione ma allo stesso tempo i governatori delle banche centrali mettono in atto misure straordinarie di politica monetaria espansiva e di stimolo per la crescita. 7 Mercati azionari View regionali + 0 Stati Uniti Regno Unito + Europa escluso Regno Unito 0 Giappone 0 Pacifico escluso Giappone (Australia, Nuova Zelanda, Hong Kong e Singapore) 0 Mercati Emergenti - Ci aspettiamo che la crescita economica Usa rimanga positiva nel 2013 nonostante i timori fiscali. A nostro avviso il settore immobiliare americano anche quest’anno fornirà un contributo positivo alla crescita, grazie al recente incremento dell’attività di costruzione; in particolare un aumento dei prezzi degli immobili dovrebbe supportare i bilanci delle banche e di conseguenza il credito al settore privato. Allo stesso tempo le condizioni di politica monetaria restano accomodanti e di supporto al mercato azionario, grazie all’ultimo round di Quantitative Easing e all’impegno di mantenere i tassi su livelli bassi per un periodo prolungato. - Il settore corporate Usa, caratterizzato da solidi bilanci aziendali, è ben posizionato nell’attuale contesto economico per poter affrontare un’eventuale compressione dei margini. - Il Regno Unito viene impattato negativamente dalla debole crescita dell’Eurozona. Allo stesso tempo i titoli del FTSE 100 hanno una natura più difensiva, poiché meno esposti all’economia domestica. - Resta forte l’impegno da parte della BoE a mantenere i tassi d’interesse su livelli bassi, e in congiunzione con il governo ha recentemente annunciato misure straordinarie di finanziamento per supportare le piccole e medie imprese. - L’incertezza politica ed economica resta elevata e allo stesso tempo l’austerità fiscale inciderà negativamente sulla crescita della regione. Nonostante il recente rialzo delle piazze finanziarie europee, le valutazioni (escluso UK) restano ancora su livelli interessanti; inoltre, gli interventi da parte della BCE (programma OMT) così come il pacchetto di aiuti greco hanno ridotto i c.d. rischi di coda all’interno dell’area Euro. - Nonostante il recente rallentamento ciclico dell’economia domestica, le elezioni del nuovo primo ministro Abe hanno innescato ulteriori misure di stimolo monetario. La banca centrale nipponica ha esteso il programma di acquisto di asset portandolo a 101 trilioni di Yen. Questo, a sua volta, ha comportato un indebolimento dello Yen e un conseguente incremento delle esportazioni e del sentiment degli investitori. - Nonostante vi siano stati segnali di stabilità dell’economia cinese, l’area del Pacifico (escluso Giappone) continua a restare vulnerabile, a causa della debolezza dell’economia globale e del calo delle esportazioni. I fondamentali delle società appartenenti a questa regione sono abbastanza solidi e le banche centrali hanno ancora la possibilità di attuare politiche monetarie espansive. - Le valutazioni dei paesi emergenti sono meno interessanti rispetto a quelle dei mercati sviluppati. Stiamo diventando gradualmente più ottimisti in quest’area, grazie ai recenti benefici derivanti dalle misure di stimolo monetario e fiscale. I principali paesi in via di sviluppo, come Brasile e Cina, hanno iniziato a far registrare segnali di stabilità dell’attività economica. Legenda: ”+/-“ indica che il mercato potrebbe sovraperformare o sottoperformare (valore massimo: +++ valore minimo: - - -); 0 indica una posizione neutrale. 8 Mercati Obbligazionari View settoriali - Obbligazioni Governative + Obbligazioni societarie Investment Grade + Obbligazioni a rischio elevato (high yield) + Debito EM 0 Obbligazioni indicizzate - Continuiamo a mantenere un outlook negativo sul mercato dei titoli governativi dei paesi sviluppati. I recenti interventi delle Banche Centrali hanno ridotto il rischio geopolitico rendendo meno interessante il debito sovrano rispetto ad altre classi d’investimento. - Restiamo negativi sui Bund tedeschi, poiché gli effetti combinati di un miglioramento del sentiment nei confronti dell’Europa e del recente upgrade del debito greco rendono quest’asset class poco appetibile per gli investitori. Siamo anche leggermente negativi sui Treasury Usa, a causa della politica fiscale restrittiva. - Abbiamo una view positiva sui Gilt inglesi, poiché ci aspettiamo ulteriori programmi di Quantitative Easing in seguito a una crescita domestica debole. Per quanto concerne i governativi nipponici, restiamo neutrali. - Restiamo positivi sulle obbligazioni Investment Grade americane, ma allo stesso tempo rimaniamo prudenti sugli analoghi titoli europei. Nonostante si siano ridotti i rischi di coda dell’Eurozona e sia migliorato il sentiment degli operatori, i fondamentali delle società americane restano solidi con flussi di cassa elevati e basso indebitamento. Allo stesso tempo la ricerca di rendimento da parte degli investitori dovrebbe beneficiare quest’asset class. - Nonostante le valutazioni continuino ad aumentare, questa classe d’investimento resta ancora interessante per gli investitori, grazie ai rendimenti offerti e alla solidità delle aziende. All’interno del settore preferiamo i titoli Usa, poiché la maggior parte di queste società ha rifinanziato il proprio debito negli ultimi due anni e pertanto ha ridotto notevolmente il rischio d’insolvenza. Nonostante i recenti segnali di stabilità forniti dalla BCE, restiamo neutrali sugli analoghi europei, poiché le prospettive di crescita per la zona Euro sono inferiori a quelle Usa. - Molti emittenti emergenti sono caratterizzati da un’economia interna in uno stato di salute migliore rispetto ai paesi sviluppati. Inoltre, una politica monetaria più accomodante, supportata dal calo delle pressioni inflazionistiche in determinati paesi, dovrebbe fornire un contributo positivo ai rendimenti del debito locale emergente. Nonostante il recente restringimento, da un punto di vista valutativo i differenziali scambiano a fair value su base storica. - L’attuale contesto economico di modesta crescita e bassi rendimenti rende questo segmento interessante per gli investitori, tuttavia le valutazioni sono poco convincenti e il break-even inflation rate resta su livelli elevati dato il nostro outlook di crescita moderata. Legenda: ”+/-“ indica che il mercato potrebbe sovraperformare o sottoperformare (valore massimo: +++ valore minimo: ---); 0 indica una posizione neutrale Solo per investitori e consulenti qualificati. Il presente documento non è adatto all’utilizzo da parte di clienti privati. Il presente documento è stato redatto a fini informativi e non è da considerarsi in alcun caso materiale promozionale. Le informazioni fornite non costituiscono un’offerta, né un invito all’acquisto o alla vendita di qualsiasi strumento finanziario. 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