Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Agosto 2007 CANBERRA Una finestra sulla Commissione Europea A cura di Matteo Bonazzi Esplorando le tecnologie convergenti per ricostruire il nostro corpo Matteo Bonazzi, Renzo Tomellini La natura non effettua distinzioni fra fisica, chimica, biologia, ingegneria, divisioni create dall’uomo nel XIX e XX secolo. Oggi la ricerca va nella medesima direzione, giacché le più avanzate innovazioni nel campo della tecnologia, industria e società possono scaturire dalla convergenza fra diverse tecnologie, soprattutto a scala nanometrica, ovvero a livello di atomi e molecole, essendo un nanometro equivalente a un milionesimo di metro. L'ambito di convergenza fra discipline quali le nanotecnologie, biotecnologie, scienze cognitive, tecnologie dell'informazione e della comunicazione viene così identificata con il termine di "tecnologie convergenti", e offre grandi potenzialità soprattutto per ricostruire il nostro corpo a scopo terapeutico. Il VI Programma Quadro dell’UE sostiene vari progetti di ricerca in questo ambito, tanto promettenti quanto impegnativi. Ricostruire la mente Una sfida particolarmente affascinante per la ricerca medica è posta dall’analisi delle principali interazioni tra nanomateriali e neuroni, al fine di sviluppare nuove interfacce cerebrali per curare danni del sistema nervoso e stimolare l’apprendimento e la memoria. In quest'ottica, il progetto NEURONANO (www.neuronano.net, www.neuronano.net/Sectioni.aspx?section=1.102) è orientato a sviluppare diversi sistemi innovativi per la realizzazione di biochips neurali a scala nanometrica, al fine di curare o sostituire le funzioni danneggiate o alterate a livello del sistema nervoso centrale e periferico. Si aprono quindi grandi aspettative sull'impatto che questi sviluppi tecnologici potrebbero avere sulla salute. Infatti, la realizzazione grazie a questa tecnologia di un tipo innovativo di nanotubo al carbonio, insieme al suo utilizzo come substrato per la crescita e l'impiantazione di neuroni, potrebbe contribuire alla realizzazione di impianti cerebrali per la cura di patologie neurologiche e neurodegenerative, come quelle derivanti da lesioni alla spina dorsale, distonia, epilessia, morbo di Parkinson o disturbi dell’alimentazione. Inoltre, la corrispondente ingegneria dei nanotessuti potrebbe sostituire in futuro le attuali terapie, sebbene lo sviluppo di nanomateriali privi di sostanze cellulari sta sollevando profonde questioni di natura etica, attualmente al centro di un intenso dibattito. Nella stessa linea di ricerca è situato il progetto SINGLEMOTORFLIN (http://flin.ifnmagdeburg.de:8280/flin/index.php/Single_Motor-FLIN ), orientato a sviluppare varie linee complementari di ricerca per la realizzazione di macchine e motori biologici e artificiali. Queste attività dovrebbero contribuire sia allo sviluppo di interfacce artificiali fra le dinamiche biologiche e non delle reti neuronali, sia al trattamento più specifico delle sindromi degenerative associate. Una nuova mano Il progetto SMARTHAND (http://hem.passagen.se/tamla/smarthand/) risulta essere assai innovativo, in quanto promuove l'uso delle scienze convergenti nel campo della riabilitazione. Il suo principale obiettivo è quello di sviluppare una mano artificiale "intelligente” con lo stesso aspetto e sensibilità di un arto umano, in grado di alleviare i dolori fantasma da arto amputato e favorire la riabilitazione funzionale e fisiologica dei soggetti amputati. Verrà in questo modo sviluppata una mano robotica estremamente abile, comandata dai tendini, sostenuta da un'interfaccia neurale impiantabile ricoperta da una cute artificiale dotata di sensibilità, il tutto provvisto di un sistema cognitivo esterno al fine di attagliare l'intero dispositivo al paziente. La principale novità deriva dall’utilizzazione delle potenzialità offerte dalla nanotecnologia per interfacciare i meccanismi sensori e motori ancora esistenti. Questo permetterà di progettare un sistema di presa intelligente dotato di una risposta ottimale che imita esattamente quella dell'arto umano. Nuove dita Il progetto NANOBIOTACT (http://www.nanobiotact.org/) permetterà di sviluppare dita artificiali articolate e dotate di nanosensori per sentire e interpretare la sensazione del tatto imitando gli stessi processi neurali evolutisi negli esseri umani. Si tratta dunque di una tecnologia estremamente all'avanguardia, la cui vasta gamma di applicazioni può includere test tattili per nuovi prodotti, arti protesici con una vivida sensibilità al tatto, robot con presa controllata e teleattività applicabili alla chirurgia a distanza. Lo sviluppo di nuovi prodotti potrà essere rivoluzionato grazie all’utilizzazione di tecniche di screening ad alta efficacia applicabili ai campi più diversi, quali lo sport, la cosmetica o l'industria automobilistica. Chiaramente, si prevede che l'impatto più importante abbia luogo in termini di miglioramento della qualità della vita, grazie allo sviluppo di cure più efficaci per l'invecchiamento e di trattamenti per pazienti con limitate funzioni neurologiche. 74 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Agosto 2007 CANBERRA …e nuovi occhi! In termini generali, l'applicazione di stimoli elettronici ai neuroni è una tecnica già impiegata per la cura di certe malattie neurodegenerative; il suo uso potrebbe tuttavia avere un impatto ancora più importante per la cura della cecità. Per conseguire questo obiettivo è necessario sviluppare dispositivi completamente stabili e biocompatibili al fine di ottenere un'efficace stimolazione della retina. Una risposta a questa sfida viene proposta dal progetto DREAMS (www.neurons-on-diamond.org), che intende sviluppare dei nanotrasduttori al diamante altamente innovativi e capaci di migliorare proprio quell'interfaccia neuroelettronica che stimola la vista. Questo approccio dovrebbe aprire la strada allo sviluppo di architetture neuronanoelettroniche ibride sia per l’elaborazione biosensoriale sia per la computazione biologica, la cui gamma di applicazioni potrebbe spaziare in svariati ambiti, dal riconoscimento dei farmaci alla diagnosi tumorale. Evidentemente si prevede che i più grandi impatti di questa ricerca si realizzino nell'ambito delle protesi neurali. La tecnologia risultante da questo progetto potrebbe infatti offrire una cura davvero innovativa per curare le invalidità grazie all'impiantazione di dispositivi multifunzionali e intelligenti capaci di curare lesioni o malattie degenerative del sistema nervoso. Attenzione costante a brevetti, norme, principi etici ed insegnamento. Questo nuovo modo di vedere, toccare, sentire e muoversi sta chiaramente aprendo nuove prospettive: si tratta dunque di una nuova frontiera della ricerca aperta dalle tecnologie convergenti. I progetti del Programma Quadro dell’UE si assicurano che detta ricerca si realizzi in pieno rispetto dei confini etici, definiti sulla base delle relative Decisioni emanate e dei pareri presentati dal Gruppo Europeo per l'Etica. La regolamentazione è un'altra questione da affrontare prontamente, e anche questo aspetto è parte delle attività della Commissione Europea. Infine l'insegnamento rappresenta la sfida successiva per questo campo della ricerca, in cui si sono attivate le azioni Marie Curie ed i programmi specifici. Per ulteriori informazioni consultare: http://cordis.europa.eu/nanotechnology/ Disclaimer Questo articolo non rappresenta necessariamente la posizione della Commissione Europea e non la impegna in nessuna forma e circostanza. Matteo BONAZZI, Ph.D. Project officer in converging sciences and technologies Communication officer in nanotechnologies and nanosciences EUROPEAN COMMISSION Direction General Research (RTD)- Industrial Technolohies Unit G.4 - Nano S&T - Converging science and technology Contact: Office CDMA 6/127 1050 Brussels tel : 00 32 2 29 54703 fax : 00 32 2 29 67023 e-mail: [email protected] Renzo TOMELLINI, Ph.D. Head of Unit European Commission Direction General Research (RTD) INDUSTRIAL TECHNOLOGIES Unit G.4 - Nano - and converging sciences and technologies Office: CDMA 06/136 Tel.: (32-2) 296 01 36, fax (32-2) 298 61 50 E-mail: [email protected] Articolo originale in inglese 75