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OSTEOPOROSI: UNA NUOVA MALATTIA, UNA NUOVA OPPORTUNITÀ
DI MERCATO
Negli ultimi 3 decenni varie campagne di informazione dei media, o i bollettini informativi nelle sale d’attesa dei
medici o nelle farmacie, mettono insistentemente in guardia i pazienti/consumatori sui rischi conseguenti la
riduzione della massa ossea delle donne in menopausa...
Negli ultimi 3 decenni varie campagne di informazione dei media, o i bollettini informativi nelle sale
d’attesa dei medici o nelle farmacie, mettono insistentemente in guardia i pazienti/consumatori sui rischi
conseguenti la riduzione della massa ossea delle donne in menopausa.
Secondo tali campagne di informazione, la “guerra all’osteoporosi” andrebbe combattuta essenzialmente
con i seguenti presidi:
a) terapia ormonale sostitutiva (TOS);
b) altri farmaci quali, ad esempio, a base di alendronato o difosfonati (ad es. Vantavo oppure Difosfonal)
che andrebbero a ricostruire le ossa;
c) integratori di calcio;
d) aumento del consumo di latte e latticini.
In tal modo, una donna dovrebbe sentirsi al sicuro, anche perché – recitava l’ingannevole pubblicità – oltre
a non dover temere l’osteoporosi, non dovrà temere neanche per i rischi legati alle malattie
cardiovascolari, né un invecchiamento precoce.
Sfortunatamente le cose non stavano così, e negli ultimi anni alcuni “Bollettini di informazione sui farmaci”
da parte del Ministero della Salute ci hanno ripetutamente informato che la TOS (cito testualmente dal
Bollettino del mese di dicembre 2003) “ha un rapporto rischio/beneficio sfavorevole nella prevenzione e
cura dell’osteoporosi, e che inoltre aumenta sensibilmente il rischio di cancro al seno, all’endometrio e
alle ovaie. Inoltre, aumenta il rischio di malattie cardiovascolari, il rischio di infarto e di tromboembolie.
Inoltre, ancora, aumenta il rischio di demenza negli anziani. Infine, è stato dimostrato che la TOS non
influisce positivamente sulla qualità delle donne in menopausa”.
Purtroppo, però, questa “cura” è stata somministrata per 30 anni a centinaia di milioni di donne, di cui
moltissime si sono ammalate o sono decedute.
Qui in basso trovate una delle 3 pagine della comunicazione del Ministero della salute.
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Nonostante questo, però, la TOS continua ad essere prescritta come se nulla fosse…
Ma passiamo, ora, a commentare dell’altro farmaco, l’Alendronato, e leggiamo alcuni stralci del
“bugiardino” del farmaco “VANTAVO”, il più famoso tra i bifosfonati, facendone notare pericoli e
contraddizioni: Ecco i più raccapriccianti…
Dolore muscoloscheletrico
“Molto comune: nei pazienti trattati con bisfosfonati sono stati riportati dolori ossei, articolari e/o muscolari,
talvolta gravi”
Fratture atipiche del femore
"Sono state riportate fratture atipiche sottotrocanteriche e diafisarie del femore, principalmente in pazienti
in terapia da lungo tempo con bisfosfonati per l’osteoporosi. Queste fratture trasversali o oblique corte,
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possono verificarsi in qualsiasi parte del femore a partire da appena sotto il piccolo trocantere fino a sopra
la linea sovracondiloidea. Queste fratture si verificano spontaneamente o dopo un trauma minimo e alcuni
pazienti manifestano dolore alla coscia o all’inguine, spesso associato a evidenze di diagnostica per
immagini di fratture da stress, settimane o mesi prima del verificarsi di una frattura femorale completa. Le
fratture sono spesso bilaterali; pertanto nei pazienti trattati con bisfosfonati che hanno subito una frattura
della diafisi femorale deve essere esaminato il femore controlaterale. È stata riportata anche una limitata
guarigione di queste fratture."
Vitamina D
"Il contenuto di vitamina D in VANTAVO non è adatto a correggere la carenza di vitamina D."
Viene da chiedersi come sia possibile che il farmaco più prescritto nell’osteoporosi possa avere, oltre a
tanti altri effetti collaterali, persino “dolori ossei, articolari e muscolari, anche gravi”, e soprattutto “fratture
atipiche del femore”, per giunta bilaterali e che non guariscono nel tempo come di norma.
Viene anche da chiedersi perché il contenuto di vitamina D nel farmaco non sia adatto a correggere la
carenza di vitamina D… Un bel rebus, a pensarci bene!
Passiamo, infine, al calcio, sia come integratore che come alimento (latte e latticini in primis).
Ebbene, gli integratori di calcio, in quanto allo stato inorganico, non solo sono inefficaci nella ricostruzione
ossea, ma possono portare a deficienze di altri minerali, calcificazioni delle arterie e calcoli renali o biliari;
inoltre, è provato che i latticini costituiscono una causa determinante della perdita di massa ossea: infatti,
le nazioni con più elevato tasso di osteoporosi (Stati Uniti, Gran Bretagna, Olanda, Svezia, Danimarca,
ecc.) sono le stesse nazioni in cui il consumo di latte, latticini e integratori di calcio è più elevato: basti
pensare che solo negli Stati Uniti esistono oltre 20 milioni di persone affette da osteoporosi, nonostante
l’abuso di integratori di calcio e consumo di latte e derivati…
Se noi chiedessimo ad un gruppo di donne anziane affette da grave osteoporosi, finanche con fratture
spontanee, se nella loro vita non abbiano spesso utilizzato l’acqua del rubinetto (notoriamente ricca di
calcio) o non si siano costantemente nutrite con latte, stracchino, mozzarella, parmigiano e altri vari
latticini, tutte quante risponderebbero affermativamente, e cioè che hanno sempre fatto uso di latte e
latticini. È evidente, a questo punto, che il calcio non ha nulla a che fare con l’osteoporosi anzi, per
rafforzare ancora di più questa consapevolezza, basti pensare che il vecchio motto “forte come un toro”
riguarda un animale che si nutre esclusivamente di erba!
Come se non bastasse, esistono anche ulteriori motivi per giudicare dannosi latticini ed integratori di
calcio: innanzitutto, come già accennato, in entrambi i casi si tratta di calcio non bio-disponibile e che
dunque si deposita nei connettivi provocando, a lungo andare, calcificazioni alle articolazioni, alle arterie,
calcoli, cellulite e quant’altro. Inoltre, nell’ultimo decennio è stato dimostrato che l’eccesso di calcio
rallenta significativamente la produzione di un ormone tiroideo, la tiroxina; in altri termini, l’eccesso di
calcio, con il suo forte effetto anabolizzante, rallenta fortemente il metabolismo.
E a chi si cerca di propinarlo? Proprio a quelle donne che già sono in un periodo della loro vita in cui il
metabolismo diminuisce per conto suo e si tende più facilmente ad ingrassare! E oltre a latticini e
integratori, pure gli ormoni: una bella accoppiata, non c’è che dire!
ESTROGENI: LE RADICI DELL’INGANNO
Abbiamo, dunque, sconfessato le bugie delle case farmaceutiche, sia per quanto riguarda il discorso del
calcio e del latte, sia che l’osteoporosi dipenda dalla carenza di ormoni estrogeni.
Però, vale davvero la pena risalire alle radici di questo inganno, negli anni ’60-’70, quando le statistiche
iniziarono a dimostrare la pericolosità di questi ormoni: basti pensare alla pubblicazione nel 1975 di uno
studio apparso sul prestigioso New England Journal of Medicine che dimostrò come il rischio di cancro
dell’utero aumentava di 6-7 volte nelle donne che assumevano estrogeni e, anzi, le donne che li avevano
utilizzati per più di 7 anni erano 14 volte più a rischio di cancro rispetto a quelle che non li usavano. Nello
stesso mese le cifre del California Cancer Registry confermavano le scoperte: fra le donne bianche sopra i
50 anni si era registrato tra il 1969 e il 1974 un incremento dell’80% del cancro dell’utero.
A quel punto iniziò un calo drammatico nelle prescrizioni di ormoni in tutto il mondo e l’utilizzo degli
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estogeni diminuì in soli 2 anni del 30%.
LA MANIPOLAZIONE DEI DATI DA PARTE DELLE AZIENDE FARMACEUTICHE
Si doveva fare qualcosa per salvare un mercato così redditizio, così le aziende farmaceutiche,
riconoscendo il loro errore nel prescrivere i soli estrogeni a donne con l’utero sano, tentarono di rimediare
aggiungendo agli estrogeni un progesterone sintetico, sostenendo che in tal modo l’utero sarebbe stato
protetto dagli effetti cancerogeni degli estrogeni: nacque così l’attuale terapia sostitutiva, sebbene non
fossero stati condotti studi a lungo termine per provare la sicurezza dell’accoppiata estrogeniprogestinico.
Però le donne continuavano a dubitare seriamente dell’uso di ormoni sintetici e così le aziende
farmaceutiche furono costrette a trovare una strategia vincente per rendere allettanti gli ormoni e questa
strategia fu rappresentata dall’osteoporosi, malattia che, all’epoca, quasi l’80% delle donne non aveva
mai sentito nominare.
In tal modo si cercò di convincere le donne che l’osteoporosi rappresentava una grave minaccia per la
loro salute e se ne additò la menopausa quale causa principale; la pubblicità delle case farmaceutiche fu
così forte che le donne furono convinte che il rischio di cancro fosse insignificante se paragonato ai
benefici della terapia sostitutiva. Infine, per poter giustificare ancora di più l’osteoporosi quale malattia
delle donne dovuta a carenza di estrogeni, i maschi furono intenzionalmente trascurati, benché non
certamente immuni dall’osteoporosi stessa, ma semplicemente perché una loro implicazione nel problema
avrebbe sconfessato la definizione (o bugia) di base dell’osteoporosi stessa, secondo cui la malattia
sarebbe legata alla menopausa: se avessero considerato anche l’universo maschile, tutto il castello
economico creato ad arte dalle case farmaceutiche a danno dell’universo femminile sarebbe crollato.
Sfortunatamente per le donne, invece, la terapia sostitutiva ha preso piede, con tutti i rischi connessi
poiché i fatti hanno dimostrato che tutto il protocollo terapeutico previsto è non solo inutile ma anche
dannoso.
LA VERITÁ SULL’OSTEOPOROSI: L’ACIDOSI METABOLICA
A questo punto chi legge sarà curioso di sapere quali sono i motivi che provocano l’osteoporosi, visto che
è dimostrato che non ha nulla a che vedere né con la menopausa, né con il calcio.
L’origine dell’osteoporosi va fatta risalire all’adidosi metabolica: oggi va tanto di moda il concetto
dell’alcalinità e tutti sanno che dobbiamo eliminare l’acidità dei tessuti (peccato che non basti bere acqua
alcalina…).
Diamo, dunque, una spiegazione cercando di usare termini semplici e comprensibili per tutti: il sangue
degli esseri umani ha uno specifico pH (il pH è il parametro con cui si misura il grado di acidità o di basicità
di una soluzione); il pH va da 0 a 14: sotto 7 diremo che la soluzione è acida, sopra i 7 diremo che è
alcalina o basica. Il pH del sangue è circa 7.30-7.40, quindi leggermente alcalino e non può spostarsi da
questi valori nel modo più assoluto, pena la morte istantanea (in medicina moderna la capacità di
mantenere una condizione stabile si chiama omeostasi).
Ma mettiamo che un soggetto in un giorno ingerisca un bolo alimentare molto acido (ad es., pasta al
pomodoro + carne + insalata di pomodori + un dolce); questi alimenti verranno assimilati ed avendo
appunto una valenza molto acida potrebbero, almeno in teoria, abbassare il pH del sangue: abbiamo però
visto che ciò non è possibile perché il sangue deve avere sempre un pH di 7.30-7.40. Ci chiediamo allora
quali meccanismi di difesa intervengano nella salvaguardia dell’omeostasi sanguigna: ebbene,
l’organismo è dotato di riserve di sali minerali, specie di sodio, che costituiscono la naturale riserva per
tamponare l’eventuale eccesso di acidi, ed ecco spiegato il motivo per cui si crea l’osteoporosi!
Ma ammettiamo che quel soggetto fosse solito nutrirsi giornalmente con alimenti a forte valenza acida, in
particolare abuso proteico, zucchero, dolci industriali e farine bianche: in tal caso, le riserve di sali prima o
poi potrebbero rivelarsi insufficienti a tamponare l’acidità e allora cosa accade? Purtoppo accade che
l’organismo sia costretto a procacciarsi le riserve anti-acide nell’unico posto rimasto: i sali delle ossa, ed
ecco la comparsa dell’osteoporosi, la cui cura passa attraverso soluzioni più ecologiche e di stile di vita,
senza che le donne continuino ad essere “carle da macello” per le case farmaceutiche.
(Salvatore Simeone è medico, specializzato in medicina biologica e integrata, agopuntore, esperto di fama
mondiale in digiunoterapia. Fondatore del Centro medico e metodo Broussais che prevede cure biologiche
per il sistema immunitario, per supportare le terapie oncologiche e detossificare l’organismo. Ideatore e
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coordinatore di vari progetti e impegnato nella costante ricerca di una ‘Nuova Medicina’, più umanistica,
in grado di mettere al primo posto la salvaguardia della integrità della Persona. Il 20 marzo 2016 sarà fra i
relatori dell'evento "L'Informazione nella Salute e nel Sociale" all'Hotel Splendid presso RADISSON BLU
RESORT - Galzignano Terme (PD).
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