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CHIESA DI SAN NICOLA dei GRECI:
Parrocchia dal 1935, sita su Corso Federico II, a pochi metri dalla Cattedrale. è stata
costruita nello stesso periodo della chiesa maggiore di cui di cui ricalca, tra l'altro, forma
architettonica e decorazione scultorea del portale; fu edificata nella prima metà del XIII secolo,
all’epoca dell’espansione di Altamura, in stile romanico, e presenta uno schema decorativo
semplice ma efficace, secondo quanto lasciano intravedere il suo "restauro" ed il suo
rifacimento avvenuti invece nella seconda metà del XVI secolo e come attesta anche la data
incisa al culmine del portale maggiore "1576". Oltre a tale incisione, sono presenti quelle
raffiguranti lo stemma dell’Arc. Palagiano, che amministrò la chiesa dal 1557 al 1579, quello
dei Farnese e quello civico. Sul portale stesso vennero riprodotte scene dell'Antico e del
Nuovo Testamento, oggi in gran parte ritoccate o sostituite, come il rosone centrale.
Intorno al IX e X secolo nei pressi di Porta Bari, detta “Porta Graecorum”, si andava
estendendo un quartiere greco per l’arrivo di alcune comunità bizantine.
La chiesa venne edificata proprio per soddisfare le esigenze religiose dei Greci ortodossi, che
avevano un clero coniugato, riti, liturgie, costumi, lingue e devozioni diverse dai latini; inoltre la
chiesa di S. Nicola rappresenta il terzo esempio in Puglia di costruzione dedicata al Santo,
dopo quella di Bari e quella di Troia.
Dopo aspre lotte tra il clero greco e quello latino, in Altamura la colonia greca andò
diminuendo e si integrò con il gruppo latino.
Fu in quel periodo che per ordine del Papa Clemente VIII (1602), il rito greco fu del tutto
abolito e S. Nicola fu officiata al rito latino.
IGLESIA de SAN NICOLA dei GRECI
Iglesia desde el 1935, situada en Corso Federico II, ha sido contruida en el mismo periódo de
la Catedral por las necesidades del culto de los griegos-ortodoxos que tenían un clero
conjunto, rituales, liturgías, vestuarios, idiomas y devociones diferentes a esas latinas.
CHURCH of SAINT NICOLAS of the GREEKS
Parish since 1935 built in Corso Federico II.
Built in the same period of the Cathedral for the needs of the cult of the Greek-Ortodox, who
had married clergy and different costumes, language, devotion, rituals, liturgy from the latin
ones.
CHIESA di SAN DOMENICO
Chiesa del 1716, situata sulla Piazza Zanardelli, un tempo “planicio Sancti Marci” quando era
fuori le mura, si estende nella lunga costruzione del convento dei Domenicani, che costruirono
l’ intero complesso dal XVI al XVIII secolo.
Nobile esempio di Barocco Pugliese, vanta all'interno dipinti e altari tipici dello stile
settecentesco e il pregevole pavimento, in maiolica, del 1750, che si impone per le sue linee
sobrie, eleganti e possenti insieme.
Al culmine della ribellione del 1799 i repubblicani innalzarono dell'albero della libertà in Piazza
Duomo, che venne trasportato in processione dall'intero popolo, partendo proprio dalla chiesa
di San Domenico.
Il convento fu adibito a seminario nella prima metà dell'Ottocento e in seguito divenne sede
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delle scuole pareggiate classiche e tecniche del Convitto Cagnazzi. Oggi, il Palazzo degli
Studi è sede dell' Archivio - Biblioteca - Museo Civico.
IGLESIA DE SAN DOMENICO
Iglesia del 1716, situada en Plaza Zanardelli, antiguamente ““planicio Sancti Marci” cuando se
hallaba fuera de la muralla, se estiende en la larga costrucción del convento de los
Domenicanos que construyeron el intero edificio desde el siglo XVI hasta el siglo XVIII.
Ejemplo importante del Barroco de la Puglia se impone gracias a sus lineas sin excesos,
elegante y, al mismo tiempo, poderosa.
CHURCH of SAN DOMENICO
Built in 1716 in Piazza Zanardelli.
When it was outside the walls, it was called “planicio Sancti Marci”. It extends itself in the very
long building of the Convent of the Dominican, who built the whole complex from the XVI
century till the XVIII century.
Great example of the apulian baroque style, it imposes itself for its sober, elegant and together
powerful lines.
CHIESA DI SAN BIAGIO
Sita in via Luca de Samuele Cagnazzi, all’angolo con corso Federico II è una chiesa di antica
origine ipogea ricostruita nel 1628 quando ospitò anche la confraternita dei Calzolai di S.
Crispino. All’interno, infatti, sono presenti due altari, il maggiore dei quali dedicato a S. Biagio,
il minore, invece, a S. Crispino.
Divenne successivamente sede della Congrega di San Biagio ed era circoscritta a poche e
distinte famiglie locali di tradizione artigiana. Anticamente qui avvenivano celebrazioni con rito
greco, oggi, però, la struttura è chiusa al culto.
Sulla parete visibile da Corso Federico II, si può ammirare un affresco raffigurante S.
Cristoforo, protettore dei viandanti. La figura, forse di un certo Maremonti, risale al 1700.
L’immagine rappresenta in statura gigante Cristoforo, santo (III sec.), pagano, convertito e
martirizzato. Sulla spalla sinistra trasporta Cristo bambino da una sponda ad un’altra di un
fiume. Da tale leggenda il nome “Cristoforo, portatore di Cristo”.
CHIESA DI SAN FRANCESCO DA PAOLA
Si trova a Porta Matera In C.so Federico II, fu costruita nel 1582 e ristrutturata nel 700. In
passato la chiesa era dedicata a S. Maria del Soccorso. La struttura è annessa all'omonimo
monastero ampliato nel 1872 per ospitare l'Asilo Principessa Margherita di Savoia.
CHIESA DI SANT’ANGELO DELLA ZEZULA
È situata di fronte al campanile della Cattedrale ed è la più antica chiesa di Altamura, risalente
al XI secolo, sotterranea e abbandonata da due secoli.
CHIESA DI SANTA CROCE
E’ annessa al conservatorio costruito nel 1610 per ospitare fanciulle e zitelle povere adesso è
proprietà del comune, ma si pensa che la Chiesa fosse preesistente al 1466, anno a cui risale il
primo documento sulla confraternita forse più antica della città, proprio quella di Santa Croce.
Un'ipotesi circa le motivazioni della sua costruzione e una data più certa ci è fornita dal Prof.
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Vincenzo Vincenti. Egli ipotizza che il principe Orsini facesse costruire in Altamura tale chiesa ,
per devozione verso la madre da lui fatta seppellire nella chiesa di Santa Croce a Lecce. Nel
1609 viene decisa la chiusura dell'ospedale e la costituzione al suo posto del Conservatorio di
Santa Croce. La trasformazione comportò lavori di ristrutturazione con conseguenti modifiche
della struttura dell'edificio. Per tutto il '900 l'istituto continua la sua opera di sostegno alle
"monacelle" della città e diventa sede di una scuola di ricamo, taglio e cucito frequentata da
molte ragazze di Altamura. Negli anni '90 è stata sistemata provvisoriamente una scuola,
attualmente una parte è utilizzata per abitazioni private concesse in fitto dal comune; il piano
terra è interamente occupato dalla chiesa, dai locali ad essa connessa, dall'archivio di Santa
Croce e dalla cucina delle poche zitelle ancora ospitate. I locali al primo ed al secondo piano
sono concessi dal comune ad associazioni che ne fanno richiesta.
CHIESA DI SAN MICHELE ARCANGELO O DEL PURGATORIO
Di fronte alla Cattedrale è possibile ammirare questa Chiesa costruita tra il 1641 e il 1650,
come indicato sul muro esterno e su un’incisione presente sul pavimento, ed è dedicata al
Suffragio delle Anime del Purgatorio. La Chiesa era retta da dalla confraternita del Purgatorio,
formata da laici e da preti, che impiegavano le continue elemosine in messe e suffragi per le
anime dei defunti. Ancora oggi è legata al culto dei morti. Si celebrano messe nei giorni di
Quaresima e nel Settenario, che comincia nel giorno del due novembre di ogni anno per le
anime dei defunti. All’interno della Chiesa, lungo le due pareti laterali sono murati gli stemmi
delle più antiche famiglie altamurane.
A questa chiesetta è legata la leggenda di un contadino altamurano denominato “Minze
Mandidde” per aver assistito ad un avvenimento eccezionale: alla processione del 2 novembre
nella chiesa.
Si racconta che il contadino, terrorizzato dalla vista di ombre strane, di anime di parenti morti,
scappò via dalla Chiesa, lasciando incastrare metà del suo mantello tra i battenti del portone.
Preso dalla paura, tagliò il mantello e fuggì, conservando da allora il suo soprannome.
Oggi le funzioni celebrate sono diventate rare e la Chiesa resta quasi sempre chiusa.
CHIESA DI SANTA CHIARA
Sita in via Già Corte d’Appello, adiacente all’omonimo monastero . Fu costruita e consacrata
nel 1682, grazie anche ad un precedente lascito testamentario di Jacobutio de Cobutiis, il
quale auspicava che sul semplice oratorio cinquecentesco del suo tempo sorgesse una chiesa
ed un monastero di Clarisse di San Francesco; l’intero complesso venne realizzato dopo più di
un secolo.
La chiesa poggia sulle fondamenta di un’antica chiesa di rito greco di Santo Stefano e si
presenta con un edificio circondato da una cortina muraria. La facciata ha tre nicchie con le
statue di san Francesco, Immacolata e S. Chiara, mentre il campanile di stile barocco è situato
sul lato destro della struttura. Infine, all’interno sono presenti opere pittoriche e sculture risalenti
al XVII e al XVIII secolo. Restano ben mantenuti il refettorio, il chiostro, il cenacolo, il parlatorio
e i corridoi su cui si aprono le celle delle monache. Viuzze del vecchio impianto circondano
tutto il complesso, formando un’isola che non ha subito manomissioni di rilievo e perciò risulta
un raro esempio di architettura cinquecentesche.
CHIESA DI SANTA TERESA
È situata al di fuori della cinta muraria, in via Vittorio Veneto, sulla piazza omonima, 3/7
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precisamente lungo una via che, nel periodo Peuceta si collegava alla Tarantina. La Chiesa
venne costruita alla fine del XVII secolo dai Carmelitani Scalzi Riformati, o anche chiamati
Padri Teresiani, con l’eredità di quindicimila ducati ricevuta dal sacerdote altamurano don
Vitantonio Genco. La data, inserita sulla facciata, indica la fine dei lavori esterni, mentre
all’interno la chiesa continuò ad essere ornata di arredi.
La facciata è rimasta sostanzialmente intatta nella parte esterna, che si presenta a due ordini
con due finestre laterali al portale; una cupola in stile rinascimentale sovrasta l’intero edificio.
Nel 1810 subentrarono i Frati Minori Conventuali che la tennero fino al 1870, anno in cui
vennero soppressi tutti i monasteri. Infatti accanto alla chiesa sorge il convento che da allora è
divenuto ufficio pubblico, all’inizio utilizzato come carcere, poi come comando dei Carabinieri
ed attualmente ospita il Museo Etnografico della Murgia.
CHIESA DI SANT’AGOSTINO
Parrocchia dal 1941, sita in via Port’Alba, è stata costruita nel 1570 dai padri eremitani o
agostiniani, sull’antica chiesetta si S. Bartolomeo donata dalla città.
CHIESA DI SAN LORENZO
Sita in via S. Lorenzo è una costruzione già esistente nel 300, poi rifatta a metà del 400 ed
infine nel 700 con cappella e oratorio, dalla quale partiva la famosa processione del Venerdì
Santo, come prima stazione della Via Crucis di Monte Calvario.
CAPPELLE DELLA VIA CRUCIS
Inizialmente erano 13 cappellette, costruite nel 1615 da diversi gruppi sociali organizzati (quali
corrieri, pizzicagnoli, contadini, muratori, donne, fabbri, nobili…) e da singoli devoti (laici ed
ecclesiastici)fra cui il Vicario Monsignor Massio. Fu proprio quest’ultimo il promotore
dell’iniziativa che fece costruire la prima cappella di Monte Calvario in un percorso tortuoso.
Ogni cappella era dedicata a una stazione del Calvario.
Oggi ce ne sono solo 5, di cui quattro in cattive condizioni sull’estremo tratto di via Golgota. Tra
queste quella chiamata Porta di Gerusalemme è meglio conservata ed è ubicata in via della
Cappelle.
CHIESA MADONNA DEI MARTIRI
Fondata nella seconda metà del XIII secolo, per volontà di due Giudici locali, rappresentanti
importanti del gruppo greco che popolava il quartiere, è una della più antiche di Altamura.
Posta nei pressi di una delle porte minori della cinta muraria, la “Porticella”, era officiata, fino al
‘500, a rito greco e successivamente passò al rito latino; nello stesso secolo fu affiancata dalla
chiesa di San Liberatore.
Nel ‘700 la chiesa subì grandi trasformazioni, con l’ampliamento in lunghezza, il rifacimento in
stile rococò della facciata e il cambiamento nel nome in “Santa Maria dei Martiri”, come attesta
l’iscrizione in latino sul portale. Nel 1799 anche la chiesa subì i saccheggi delle truppe del
Cardinale Ruffo. Particolarmente devoti alla Madonna dei Martiri erano i fornai, i quali si
interessavano al suo culto ed erano al servizio della chiesa. Fino all’inizio del ‘900 nelle
vicinanze era attivo un forno, detto proprio “Di Santa Porta”. Per alcuni anni l’edificio divenne
la sede della Confraternita di San Francesco Saverio, detta “Confraternita della Madonna dei
Martiri”. Oggi la chiesa è sotto la giurisdizione del Parroco di San Nicola ed è divenuta oratorio
di un gruppo di pie donne che si raccolgono per la recita del Rosario.
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CHIESA DI S. MARIA LA MAGGIORE
È ubicata nei pressi di via G. Luciani ed ha origini molto antiche, infatti, viene già menzionata
in alcuni documenti del 1299, che ne precisano il titolo “S. Maria della Porta”, l’ubicazione,
presso “Fontana de Barda” e la committenza. La chiesetta ha subito rifacimenti nel ‘500, nel
‘700 e nel ‘900, che le hanno fatto perdere il suo aspetto originario, Anticamente era addossata
alle mura di cinta della città, ma all’inizio del XX sec., in seguito ai cambiamenti edilizi, il
monumento venne arretrato e l’antico claustro si trasformò nell’attuale via La Maggiore. All’
interno, in una lastra sotto l’altare sono conservati due frammenti di bassorilievi in pietra, che
testimoniano la presenza di un rito greco già all’epoca federiciana.
CHIESA DI SAN SALVATORE e SAN LIBERATORE
Situata nel quartiere greco- bizantino, inserita nel suggestivo angolo di piazza dei Martiri, tra la
chiesa omonima e la “Porticella”, è da secoli sconsacrata. Alle spalle è appoggiata al bastione
difensivo delle fortificazioni aragonesi del ‘400. La cappella conserva la struttura originaria: la
facciata ha un semplice portale; il tetto a cupola è tipico dell’architettura bizantina e l’iscrizione
latina incisa sull’architrave riporta l’antico nome di Altilia, mitica origine della città. L’iscrizione
ricorda che la malefica pestilenza imperversò per molti anni ad Altamura e la chiesa di S.
Salvatore, dopo essere stata deposito di vittime per la peste, fu restaurata per la quiete
raggiunta nell’anno 1527. Sugli stipiti a caratteri greci sono incise le parole “liberazione” e
“Salvatore”. Nei documenti l’edificio viene ricordato con il nome di S. Liberatore e di S.
Salvatore e risulta ancora officiata nel 1751. In seguito fu chiusa al culto e trasformata in civile
abitazione fino ad alcuni anni fa. Oggi, però, è in stato di abbandono.
CHIESA DI SANTA LUCIA
È ubicata poco lontano da claustro tradimento, proprio in via Santa Lucia. Nasce, senza
dubbio, nella parte più antica della città Peuceta, che nel IV secolo a. C. comprendeva
l’Acropoli, una roccaforte, un tempio pagano e una zona detta “Camasta”, proprio nei pressi di
Santa Lucia.
L’origine della Chiesa si può far risalire al periodo greco- bizantino, quando alcune comunità
sociali continuarono a vivere all’interno delle mura della città distrutta dai Saraceni e a costruire
chiese sulle rovine di altre ipogee. Infatti, nel XVII sec., durante un restauro, riaffiorarono da
alcuni metri di profondità un pavimento, un altare ed alcune sepolture risalenti ad epoche
precedenti.
Fino al ‘500 la Chiesa fu officiata a rito greco, ma in seguito passò al culto latino.
Nel ‘700 fu demolita e ricostruita dalla Confraternita dell’Annunziata dei Foresi e nel 1740
venne istituito anche un Orfanotrofio per la convivenza di alcune giovani zitelle, chiamate “le
Pentite”. Adiacente alla Chiesa nacque il Conservatorio, attivo fino ai primi anni del ‘900,
quando l’istituto fu chiuso e le orfanelle affidate a quello di S. Croce.
Dopo vari rimaneggiamenti, la chiesa, sia all’interno che all’esterno, ha perso il suo aspetto
originario e di preesistente conserva solo il portale in pietra e la quattrocentesca statua di S.
Lucia, posta sulla cuspide della facciata.
CHIESA DI S. AGUSTINIELLO INTRA MOENIA
Era situata in corso Federico II, a poca distanza dalla Cattedrale e da S. Nicola. Era
consacrata a S. Maria della Pietà e sorgeva su un’antica cripta. Per breve periodo i farti
agostiniani ne fecero il loro alloggio e da allora la cappella è ricordata come chiesa di S.
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Agustiniello delli Corculi dentro le mura. La cappella venne tramandata ereditariamente alla
famiglia Corcoli, che per circa due secoli la considerarono come la cappella di famiglia. Il
palazzo della famiglia conserva l’ingresso nel claustro Giannelli ed è retrostante all’edificio.
Dell’interno della chiesa non resta nulla, ma all’esterno si può notare l’antico architrave sul
portale con la data del 1540 e un’iscrizione in latino.
Nel 1919 la chiesa fu acquistata da una comunità protestante di rito evangelico- battista e
venne subito rinominata “Chiesa dei Protestanti”. Grazie a minuziosi lavori di restauro, oggi
l’edificio è perfettamente conservato ed ha cambiato destinazione d’uso, ospitando un elegante
“caffè”.
CHIESA DI S. ANTONIO ABATE O DEL CARMINE
La chiesa oggi è dedicata alla Madonna del Carmine, ma nei secoli precedenti era consacrata
al maggior esponente del monachesimo orientale, ritenuto dal popolo protettore dalle malattie
contagiose, dalla peste e dal “fuoco di S. Antonio”.
Il culto per il santo veniva celebrato nella cappella già prima dell’anno 1000 d.C. e la zona era
conosciuta dalla popolazione greca e latina con il nome di “Sant’ Antène”. Anche tale chiesa
era officiata a rito greco.
Nel 1612 fu istituita la Confraternita di Santa Maria del Carmelo e all’interno della chiesa si
dedicò una cappella al culto della Madonna del Carmine; in più, nel 1632 fu realizzato anche
un dipinto in suo onore. Fu proprio in quel secolo che la chiesa passò al rito latino e si
trasformò il nome di S. Antonio, in quello di S. Maria del Carmine. Nei primi anni del ‘700 si
costruì un Conservatorio, che accoglieva le fanciulle e le zitelle povere, che vivevano solo di
elemosina e dei proventi ricavati dai ricami in seta ed oro di parati da chiesa. Con le leggi
Murattiane l’ordine fu soppresso e nel 1858 chiuse anche il Conservatorio. La Chiesa, però,
continuò a svolgere la sua funzione e divenne parrocchia nel 1944. La struttura già pericolante
subì ulteriori danni durante la seconda guerra mondiale e nel 1962 venne definitivamente
demolita e ricostruita con una struttura moderna.
CHIESA DI SAN MARCO
Situata nei pressi di Porta Matera, in via San Marco, venne consacrata già nel 1292, quando
l’abate Giovanni, nipote del feudatario Sparano da Bari, la officiò a rito latino e istituì ad
Altamura la fiera di San Marco, che si teneva nelle vicinanze, il 25 aprile, giorno dedicato al
Santo. Via San Marco è stretta e conserva la forma di ponte per l’abitazione che nella parte
superiore collega i lati della strada.
CHIESA DI SAN LEONARDO
Si trova nella contrada omonima, ad angolo tra via Martucci e via San Michele. La chiesetta,
oggi sconsacrata, fu uno dei primi ospedali lebbrosi costruiti nel XIV secolo ad Altamura e più
tardi diventò cappella privata della famiglia Martucci, residente nel palazzo posto nelle
vicinanze. Oggi è chiusa e l’interno è stato privato dell’altare e di un crocifisso, ma l’esterno
conserva ancora la piccola torre campanaria posta in alto.
OSPEDALE DEI PELLEGRINI
Ubicato in via Ospedale Vecchio, è costituito da un edificio a due piani con la porta d’ingresso
su via Foggiali. Sulla facciata si legge l’iscrizione in latino , che attesta la funzione della
struttura. L’ospedale fu fondato nel 1515 dall’Arciprete F. Rossi per la cura dei poveri e dei
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pellegrini che si recavano in Terra Santa. A pochi anni da quella data, per la necessità di
personale nell’assistenza agli ammalati, si istituì una congrega, che prese il nome di
Confraternita della S.S. ma Trinità. I Confratelli dovevano raccogliere i pellegrini e i malati
poveri e portarli nell’ospedale, fornendo loro cibo materiale e spirituale, impegnandosi in opere
di carità. Per tutto il Seicento e Settecento, il patrimonio dell’ospedale crebbe grazie al buon
funzionamento e a donazioni di privati. Nel 1809, in seguito alle leggi Murattiane, venne
espropriato e divenne comunale. Nel 1868 la sede fu trasferita nel Convento dei Padri
Riformati, fuori dal centro storico, dove ancora oggi ha sede l’ospedale civile di Altamura.
CHIESA RUPESTRE DI S. MICHELE ARCANGELO O S. ANGELO DELLE GROTTE
Si trova in via Madonna della Croce, distante dal centro storico ed è di proprietà privata, ma
visitabile previa autorizzazione; risale alla fine del XII secolo e XIII-XIV. È un tipico esempio di
chiesa rupestre che nel corso del tempo ha subito cambiamenti sia nella pianta che negli
elementi architettonici: infatti, alle originarie due navate ne furono aggiunte altre due laterali. La
struttura è scavata in un banco tufaceo in modo molto simile a quella della sacra grotta
garganica, infatti presenta una volta molto bassa sostenuta da cinque pilastri quadrangolari,
due dei quali con raffigurazioni di santi (Santa Lucia, San Nicola). Sulle pareti si rintracciano
residui di affreschi risalenti al XIII- XIV secolo. Sulla parete di fondo della chiesa vi sono tre
altari, due dei quali dedicati uno a San Michele e l’altro al Salvatore, e una interessante nicchia
per la conservazione dell’acqua miracolosa che si raccoglieva durante i pellegrinaggi alla grotta
di S. Michele a Monte Sant’Angelo.
Nella zona adiacente alla chiesa, in stato di avanzato degrado, si trova un’ altra cavità che
secondo alcuni studi poteva essere la sacrestia o secondo altri doveva essere un’altra
chiesa, configurando così insieme alla prima, la tipologia di chiesa doppia.
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