RIII - RICCARDO TERZO - Fondazione Teatri di Piacenza

La Compagnia incontra il pubblico
mercoledì 19 febbraio 2014 - ore 18
TEATRO COMUNALE FILODRAMMATICI - DITELO ALL’ATTORE
incontro con la Compagnia
in scena con RIII-Riccardo Terzo, regia di Alessandro Gassmann
produzione Teatro Stabile del Veneto “Carlo Goldoni”,
Fondazione del Teatro Stabile di Torino, Società per Attori
a cura di Enrico Marcotti
Direzione Generale
per lo Spettacolo
dal vivo
COMUNE DI PIACENZA
I PROSSIMI APPUNTAMENTI A TEATRO
venerdì 21 febbraio 2014 - ore 21
TEATRO MUNICIPALE - ALTRI PERCORSI
Daniel Pennac
JOURNAL D’UN CORPS - storia di un corpo
2013/2014
Stagione di Prosa
del Teatro Municipale di Piacenza
Prosa - Altri Percorsi - Teatro Danza
di e con Daniel Pennac, regia Clara Bauer
al termine della rappresentazione incontro con Daniel Pennac
a cura di Gabriele Dadati
PROSA
mercoledì 26 febbraio 2014 - ore 17
TEATRO COMUNALE FILODRAMMATICI - LA SCRITTURA SCENICA
martedì 18 febbraio 2014 - ore 21
mercoledì 19 febbraio 2014 - ore 21
Teatro Municipale
LABORATORIO DI DRAMMATURGIA
a cura di Fabrizio Montecchi
venerdì 7 marzo 2014 - ore 21
TEATRO GIOIA - TEATRO DANZA
Balletto Civile/Fondazione Teatro Due
IL SACRO DELLA PRIMAVERA
da La Sagra della Primavera di Igor Stravinskij
ideazione e coreografia Michela Lucenti
al termine della rappresentazione incontro con
Anna Paratici - coordinatore tirocini e laboratori Facoltà di Scienze della
Formazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore / Sede di Piacenza
martedì 18 marzo 2014 - ore 21
TEATRO MUNICIPALE - ALTRI PERCORSI
Piccolo Teatro di Milano - Teatro d’Europa
NATALE IN CASA CUPIELLO
di Eduardo De Filippo
adattato, diretto e interpretato da Fausto Russo Alesi
Alessandro Gassmann
RIII - RICCARDO TERZO
di William Shakespeare
traduzione e adattamento di Vitaliano Trevisan
Alessandro Gassmann
RIII - RICCARDO TERZO
di William Shakespeare
emozionare e coinvolgere il pubblico di oggi (mi auguro in gran parte
formato da giovani), trasportandolo in un viaggio affascinante e tragico,
attraverso le pieghe oscure dell’inconscio e nelle “deformità” congenite
dell’animo umano.
Alessandro Gassmann
traduzione e adattamento di Vitaliano Trevisan
con (in ordine di apparizione)
Alessandro Gassmann (Riccardo), Manrico Gammarota (Tyrrel),
Mauro Marino (Edoardo, Stanley, Margherita), Marta Richeldi (Elisabetta),
Giacomo Rosselli (Rivers, Catesby), Marco Cavicchioli (Clarence, Hastings),
Sabrina Knaflitz (Anna), Sergio Meogrossi (Buckingham),
Emanuele Maria Basso (Richmond, Sindaco)
e con la partecipazione di Paila Pavese (Duchessa di York)
ideazione scenica e regia Alessandro Gassmann
scene Gianluca Amodio costumi Mariano Tufano
musiche originali Pivio&Aldo De Scalzi
light design Marco Palmieri
videografia Marco Schiavoni
(…) La statura scenica di Riccardo, a cui Shakespeare affida la parte più estesa che abbia mai scritto per un attore, superata solo da
quella di Amleto, è decisamente gigantesca, fuori scala. Egli è insieme eroe e anti-eroe, manipolatore del destino altrui e del proprio;
cattivo assoluto, senza attenuanti, ma dotato di fascino e humour
irresistibili; autore, regista e attore dell’evento teatrale, e insieme
sintesi ed emblema di tale evento cioè, in una parola, del Teatro.
E quelle gigantesche ombre familiari, evocate da Gassmann, sono
anche ombre teatrali assolute, per così dire, nel senso che riguardano una tradizione - non solo italiana - con cui chiunque, trattandosi
di Riccardo III, si trova a fare i conti. (…)
Vitaliano Trevisan
produzione Teatro Stabile del Veneto “Carlo Goldoni”,
Fondazione del Teatro Stabile di Torino, Società per Attori
con la partecipazione produttiva di LuganoInScena
La decisione di affrontare, per la prima volta anche da regista, un capolavoro di
William Shakespeare non è disgiunta dal felice incontro artistico con Vitaliano
Trevisan. Ho sempre avuto nei riguardi del Bardo, forse per l’incombenza di
gigantesche ombre familiari, un certo distacco, un approccio timoroso; le messe
in scena dei suoi capolavori, lo confesso, non sono mai riuscite a coinvolgermi
del tutto, forse per la difficile sintonia con un linguaggio così complesso
e articolato ma anche, in molte traduzioni, oscuro e arcaico. Un “ostacolo”
che mi ha sempre impedito di immaginare una messa in scena in grado di
restituire l’immensa componente poetica ed emozionale e allo stesso tempo di
innervare di asprezza contemporanea il cuore pulsante ed immortale dell’opera
shakespeariana attraverso il registro comunicativo a me più congeniale, ovvero
quello della modernità e dell’immediatezza.
La lettura di un adattamento di un testo “minore” di Goldoni curato da
Trevisan, sorprendentemente moderno e originale ma al tempo stesso accurato
e rispettoso dell’autore, ha fatto scattare in me l’idea che quel tipo di approccio
potesse essere non solo possibile ma altrettanto efficace nei riguardi dell’opera
di Shakespeare che da anni sognavo di rappresentare: Riccardo III. I primi
incontri con Trevisan e i successivi scambi di opinione non hanno fatto altro
che confermare questa prima impressione; ci siamo trovati concordi nell’idea
di trasmettere i molteplici significati di questo capolavoro attraverso una
struttura lessicale diretta e priva di filtri, che liberasse l’opera da ragnatele
linguistiche e ne restituisse tutta la complessità, la forza, la bellezza e la sua
straordinaria attualità. Il “nostro” Riccardo, col suo violento furore, la sua feroce
brama di potere, la sua follia omicida, la sua “diversità” dovrà colpire al cuore,
Riccardo, duca di Gloucester, fratello di re Edoardo IV, uomo feroce e
molto ambizioso, ambisce a salire al trono e per ottenere la corona
è disposto a tutto. Per arrivare al suo scopo, infatti, non esita a far
uccidere il fratello maggiore, duca di Clarence, e corteggia e sposa Anna, vedova del principe di Galles. Morto il re Edoardo IV assume
il ruolo di protettore del regno e reggente, in attesa che il figlio e
legittimo successore compia la maggiore età. Ma la sua crudeltà e la
sete di potere lo spinge a rinchiudere il ragazzo con il fratello, duca di
York, nella Torre di Londra. Per conquistare definitivamente il suo ruolo
di sovrano deve eliminare ogni ostacolo compresi i pari del regno che
si schierano contro di lui. Raggiunto il suo scopo, fa uccidere i figli di
Edoardo, ripudia Anna e progetta di sposare la nipote Elisabetta. Ma a
questo punto il duca di Buckingham si ribella e, schieratosi con il conte
di Richmond, attacca l’usurpatore. Il destino di Buckingham sarà la morte,
ma anche per Riccardo non ci sarà salvezza: nella battaglia di Bosworth il
conte di Richmond lo uccide.