Persinsala Teatro
Alessandro Alfieri
settembre 8, 2011
Marco Carniti porta in scena un Riccardo III dinamico e
potentemente espressivo, facendo del tiranno deforme e
sanguinario una metafora dell’uomo e della sua storia.
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La storia del regno inglese è un coacervo di violenti omicidi, tradimenti,
atroci massacri; le mura della Torre di Londra sono intrise di sangue, il
sangue delle vendette delle casate reali che si sono succedute secolo dopo
secolo. E tuttavia, Il Regno Unito è riconosciuto come una delle culle delle
moderne legislature fondate sullo stato sociale e il diritto; l’istituzione della
pace e della legittimità politica celano sempre l’orizzonte dal quale sono
emerse, una genesi agghiacciante che la buona coscienza tenta in tutti i
modi di rimuovere e occultare.
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Il genio di Shakespeare è riuscito a mostrarcelo in un’opera immortale
realizzata alla fine del XVI secolo, nella tragedia che racconta
l’instaurazione della casata dei Tudor al seguito della Guerra delle due
Rose tra gli York e i Lancaster, conclusasi nel 1485. Si tratta di Riccardo
III, uno dei classici del drammaturgo inglese, che in questi giorni è messo
in scena nello splendido spazio del Globe Theatre di Villa Borghese, diretto
da Gigi Proietti; la struttura in legno e l’architettura circolare ricalcano le
forme dello storico teatro elisabettiano, offrendo un’atmosfera unica, e
tutte le estati il cartellone propone alcuni dei grandi classici di
Shakespeare. Fino al 18 settembre sarà in scena il Riccardo III diretto da
Marco Carniti, uno spettacolo di grande impatto visivo, potente nelle
scenografie e nei costumi che fanno oscillare la nostra mente tra storia e
favola, tra passato e presente, facendo del dramma shakespeariano ciò
che pretende di essere, ovvero non solo l’affresco di un’epoca
determinata, ma la narrazione a-storica di ogni epoca e luogo, perché di
ogni uomo e perciò dell’umanità tutta.
Riccardo III è una mostruosità deforme, una follia irrazionale accecata
dalla brama di potere; è la cattiva coscienza inglese e non solo, che
incarna la dimensione più terribile, l’ancestrale natura umana che non si
mostra esplicitamente per risultare sopportabile. Maurizio Donadoni è uno
straordinario Riccardo III, ma tutto il cast è all’altezza del testo, prima fra
tutte Melania Giglio nella sua indimenticabile interpretazione di Margherita
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settembre 8, 2011
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d’Angiò, un concentrato d’ira e di maledizione adatto al peggior incubo. È
proprio il clima da incubo che alimenta tutto l’allestimento, che non
esclude mai una vena spesso sarcastica e ironica; d’altronde è il fascino di
Riccardo III, mostro di ignavia ma anche brillante oratore. È nuovamente
metafora della complessità umana, della sua frattura interna, fino al farla
coincidere con quella della storia stessa.
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Lo spettacolo continua:
Globe Theatre
Largo Aqua Felix (Piazza di Siena) – Villa Borghese, Roma
fino a domenica 18 settembre, ore 21.15
(durata 2 ore e 50)
Riccardo III
di William Shakespeare
regia Marco Carniti
con Federica Bern, Tommaso Cardarelli, Patrizio Cigliano. Maurizio Donadoni, Gianluigi Fogacci, Melania
Giglio, Gabriele Ganito, Paila Pavese
scene Marco Carniti
costumi Maria Filippi
musiche Davide Barittoni
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