D E L D V R A N TE. 2P5

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D E L
D V R A N
gf:Ha la. corteccia dell'vna>& l'altra le medefime A
virtù. U vino della deeottione delle frondi, del legno, della radice, & del fucco beuuto afibtiglia la
miiziA apre le opilationi fue,& del polmone,delJe reni,& della vellica, La decottion fatta in acqua
& beuuta cótinuamentegtoua a gli fputi del sàgue
àimorfi dei ragni>à i.meftruifuperfluijà i fluffi del
vétrejà quelli che patiftono di milza è vnico rimedio il vino in cui fianofpenti carbòni accefi di Ta*
mance. L'acqua,ehe fi tiene ne l canali fatti del tra
co di Tamarigio lafciandoui bere iporciiifana dal
male della mUza,che cótraggono al t?po della ficcita grande, per mangiar troppo ingordamente i
frutti de gli arbori, che tiretti dal feccg caftano in
terra in gran quantitade. Sono itati curati alcuni le
profi perii longo vfo dei bere la decottione di que B
ila radice con l'vua palla. Onde fi può credere,che
nel mal fracefe ageuolmé te potrebbe quefto legno
fuccedere ini uogo del legno fanto, I rami del Tamarigio fattone decottionefminuiftono la milza
Daffi la corteccia de i rami a bere per i flufll vecchi
del corpo.il frutto beuuto giouaài morfi delievi»
pere. Beuendofi nelle tazze fatte da tornari del le*
gno di Tamarigio, gioua a coloro che patiftono i .
difetti della milza. Alche gioua parimente il vino,
fatto ài tempo delle vendemie,con foglie e rami teneri di Tamarigio. Le donne per l'v\o del tamarigio diuentano Iterili,
VIRTV Di fuori, Sedendoli nella fua decottione,
riftagnai flufli delle donne, & lauandofenela tefta
ammazza i lendini,& fimilmétc i pidocchi.Le feor
ze del tamarigio, & le cime tenere cotte in aceto
giouano alla milza applicate, & tenendo in bocca
detta decottione ò quella fatta in vi no,mitiga il do
lordedéti. La cenere del legno riftagna applicata
aiflum* delle donne. P o u e n o n fi ritrouino galle
iì può vfare in fuo luogo la corteccia del tamarigio
La cenere del tamarigio è yalorofamente difeccatiua>& aflerfiua;onde fattane liifia,am3zza i lendini,
& i pedocchi.La medefima cenere difecca tuttel'vl
cere,& fana le cotture del fuocorpijche fi mette vtij
méte ne gli vnguenti che fi fanno per il malfràcefe.
M I R I O P H 1 L L O ,
TE.
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l$cn infiammavi perfnittit) MVRIOPHIIZVM .
Vulnera, qua netta funt : bibitur fufpiria contro.,
difficilelotium^vcffica;
& tormina ab alto
1>eittlis frode51,facit ad dentumq; dolor es
£ximuqueyfu$ ad vulnera: vomere faffos.
fnde tum Jolidat neruos,rurfusque
reimgit.
NOMI Gre. Mvpta<pt\kov.
Lat.
hAyriopbìllunt.
Jtal. Miriefillo.
y
FORMA, E vn gambo tenero, & folo, procedente da vna fola radice.Ha copiofe frondi, liftie fimi
li à quelle del finocchìo,onde fi ha prefo il nome. 11
fufto roneggia^ è vario, & quafi artificiofamente
polito,
L o c o . Nafte nelle paludi.
Q j A t j r A , £ tanto diffeccatiuo, che falda le
ferite,
V I R T V . 'Didentro,
Dafil con acqua & faleàbe»
re à coloro,che fono cafcati da alto,
VIRTV DÌ fuori. Prohibifte l'infìa^nmaggioni,
che vengono nelle ferite frefche, quando vi fi i m jjjaftra con aceto,tanto verde,quanto fecco.
;
M I R R H J D E.
MYRRHIS babet menfrisvirespartufque trabendi.
Subuenit & Ththifu deleSiamenta cibique
tsfjfert; reftringitquofcunque phalangiamerfus
Jntulerint ifaciem fi Uiant rlcera fanat:
EftquefalHtarispefli;& rirtute refiftit
quando ipfa adftnt contagfaUdere poffmt.
N O M I Gre. Mu'fa'm Lat. Myrrbis. Ital. Miniadc.Ted. VuìlderKcrfel,&M£b*nonren.
Fnn.Terfil
d'^ifne. Cicutaria,
FORMA. E molto Amile nelle frondi, & parimc
te nel fufto alla cicutaria cui radice è lunghetta, tenera, & tonda,foaue ne* cibi.
Loco. Nafte ne gli horti,& in terreni coltiuati,
Q v AL ITA. Scalda nel fecondo grado, & ha qualche poco del fottile, la radice è dottaia di giocondo odore,dolce,& aperitiua.
V i RTV.7)Ì dentro.La radice è foaue ne i cibi beuu
ta nel vino : gioua a i morfi di quei ragni, che chiamano
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