JUGLANDACEAE Divisione: Spermatophyta Sottodivisione:Angiospermae Classe: Dicotyledones Famiglia: Juglandaceae Generi: Juglans regia (noce comune) Le Juglandaceae sono distribuite nelle zone temperate dell'Emisfero boreale principalmente in Asia e in America, sia Settentrionale che Meridionale; sono anche presenti in alcuni porzioni orientali dell'Europa, continente in cui erano assai più diffuse prima delle glaciazioni. Alcune specie vengono coltivate in quasi tutto il mondo. Quasi tutte le Juglandaceae producono frutti con semi commestibili. In Italia sono conosciuti e commercializzati quasi esclusivamente i semi del frutto del noce bianco (Juglans regia L.), le comuni noci. In altri paesi, però, sono apprezzati anche i frutti di altre specie come ad esempio il pecan frutto di Carya. (Foto da www. bellquel.bo.cnr.it/scuole/serpieri/erbario) Polline: Il polline del NOCE è polipantoporato (10-15 pori), apolare, oblato-sferoidale, 30-40 µ di diametro. Esina sottile, leggermente granulare, ispessita attorno ai pori a formare aspides; intina sottile e ispessita sotto i pori, dove forma onci convessi. Polline di Juglans regia Allergie da polline: polline scarsamente allergenico, difficilmente aerodiffuso, provoca solo raramente pollinosi. ARPAC – Laboratorio Biomonitoraggio Aria – Dipartimento Provinciale di Napoli JUGLANS REGIA (noce comune) Il nome juglans deriva dal latino Jovi glans, ghianda di Giove. Non si conosce con sicurezza il luogo di origine del noce; probabilmente proviene dalle regioni dell’Asia Minore. Sicuramente coltivato già nell’età della pietra, fu importato a Roma dai Greci verso il 100 a.C. e di lì si diffuse nel resto d’Europa. I Greci lo chiamavano "Noce reale" o "Noce persico" a significare le sue origini o la sua importanza. Negli scavi di Pompei sono state trovate noci carbonizzate con le caratteristiche di quelle oggi coltivate a Sorrento. Predilige terreni freschi e asciutti, teme sia il ristagno idrico sia l’eccessiva aridità. Non sopporta molto il gelo e neanche il caldo eccessivi. Vive da solo, o in piccoli gruppi, nelle radure, nei boschi in posizioni ben esposte, nei piani collinari e montani, (Foto da www. fino a 1000 metri di bellquel.bo.cnr.it/scuole/serpieri/erbario) altitudine. Foglie: decidue, composte, alterne, senza stipole, imparipennate, da 5-9 foglioline (solitamente 7) ovoidali-ellittiche lunghe 20-25 cm, a margine liscio e (Foto da www. bellquel.bo.cnr.it/scuole/serpieri/erbario) fogliolina apicale più grande. Le foglie sono vellutate da giovani, di un bel colore verde sulla pagina superiore, più chiaro su quella inferiore. Vi sono dei ciuffetti di peli all’attaccatura delle nervature secondarie sulla nervatura principale. Hanno un profumo debolmente aromatico. Fiori: specie monoiche: fiori unisessuali riuniti in infiorescenze, anch'esse unisessuali, portate dal medesimo individuo. I fiori maschili portano numerosi stami, resti di un ovario non funzionale, e un perigonio poco visibile. I fiori femminili hanno ovario infero formato da due carpelli, un perigonio di 4 tepali circondato da diverse brattee che possono andare a costituire parte del mallo. Le infiorescenze maschili sono amenti penduli di 5-10 centimetri di colore bruno-verdastro portati in posizione ascellare sui rametti dell’anno precedente, quelle femminili sono costituiti da pochi fiori verdi (2-4) di 1 cm portati alle estremità dei rametti nuovi, si trovano. Frutti: drupa verde a forma ovoidale-globosa di 4-5 cm di diametro con una parte carnosa, detta mallo, e una interna o legnosa che contiene il seme, gheriglio, diviso in quattro spicchi irregolari e rugosi. Il frutto è edule e di ottimo sapore. Portamento: albero maestoso, alto dai 10 ai 25 metri; la chioma è a forma di cupola globosa; il tronco è (Foto da http://it.wikipedia.org) eretto, ramoso, con rami giovani verdi e glabri, cioè ) senza peli. La corteccia è di colore grigio-biancastro, liscia negli alberi giovani, diventa con l’età rugosa. E’ un albero longevo che può raggiungere i 200 anni di età. Usi: Il legno color bruno scuro, pesante, durevole, con belle venature, è ampiamente utilizzato per mobili e altri prodotti di falegnameria. Alcune specie sono considerate di pregio ornamentale, particolarmente il noce nero (Juglans nigra L.), non raro nei nostri ARPAC – Laboratorio Biomonitoraggio Aria – Dipartimento Provinciale di Napoli parchi e giardini. I frutti sono drupe verdi, la cui parte esterna (mallo), carnosa, molto ricca di tannino, viene impiegata per conciare. La parte interna, detta comunemente noce, legnosa, contiene il seme (gheriglio) edule, aromatico e gustoso. Le foglie hanno impieghi officinali nelle malattie della pelle; dal mallo infine si estrae un principio tintorio ed in infusione nell' alcool per produrre il nocino. Infine, alcune specie hanno applicazioni secondarie per la produzione di liquori e in erboristeria Dalla corteccia si estraggono tannini per la concia delle pelli. Le foglie del noce contengono un olio (lo yugolone) particolarmente efficace nella cura della malattia della pelle. Anche il gheriglio possiede olio in abbondanza che talvolta è preferito a quello d’oliva, anche se perde in poco tempo le sue virtù alimentari; si consiglia contro i vermi intestinali e per curare le bruciature da sole. E’ impiegato anche per la produzione di colori a olio e di cosmetici. Calendario pollinico delle Juglandaceae: medie mensili biennio 2007-2008 STAZ. PORTICI 0,80 0,60 0,40 0,20 ott nov dic ott dic set nov ago set lug ago giu mag 1,20 1,00 0,80 0,60 0,40 ARPAC – Laboratorio Biomonitoraggio Aria – Dipartimento Provinciale di Napoli lug giu mag apr feb mar 0,20 0,00 gen n° pollini/mc aria dic nov ott set lug ago giu apr mag feb mar apr gen STAZ. POLICASTRO 1,20 1,00 0,80 0,60 0,40 0,20 0,00 gen n° pollini/mc aria STAZ. CASTELVOLTURNO mar 0,00 dic nov ott set ago lug giu apr mag feb mar 0,60 0,40 0,20 0,00 1,20 1,00 feb n° pollini/mc aria 1,20 1,00 0,80 gen n° pollini/mc aria STAZ. NAPOLI