Dalla gemma al gheriglio, passando per foglie e mallo

Noce
Dalla gemma al gheriglio,
passando per foglie e mallo
L’utilità del Noce
in ogni sua forma
La Juglans regia, comunemente conosciuto come Noce, è un
albero fruttifero maestoso (può
raggiungere anche i 25 metri di
altezza e i 6 metri di circonferenza), con corteccia grigia e
liscia e un tronco che si divide
in grossi rami tortuosi. È originario dell’Oriente – venne importato, secondo Plinio il Vecchio,
in Europa dai coloni greci tra il
VII e il V secolo a. C. – ed è oggigiorno coltivato nelle regioni
temperate di tutto il mondo.
Il nome deriva dal latino Jovis
(Giove) e glans (ghianda), non
casualmente i suoi frutti (le
noci) erano legati, secondo gli
antichi, al matrimonio e alla
riproduzione e considerati simboli di abbondanza e fertilità.
Secondo la mitologia greca,
fu la principessa di Laconia,
Caria, a essere trasformata in
Noce dopo la morte, per opera dell’innamorato Dioniso.
Per lei, il suo popolo innalzò
un tempio il cui frontone era
sorretto da statue scolpite nel
legno di Noce; secondo alcune
fonti, è questo il contesto in cui
sarebbero nate le cariatidi.
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