LE PRINCIPALI FITOPATIE NEI VIGNETI E NEGLI ULIVETI IN AGRO DI BARLETTA Barletta, 16 Marzo 2011 Dr.ssa Antonia Carlucci PERONOSPORA della vite Agente eziologico: Plasmopara viticola Questo patogeno ha cominciato ad aver la sua importanza in viticoltura dal punto di vista micologico e fitoiatrico in seguito alla sua introduzione in Europa dal Nord America al fine di produzione di portinnesti resistenti alla fillossera. La conseguenza di una mancata attenzione a tale materiale si concretizzò in violente epidemie che si verificarono in Italia e Francia a cavallo tra 1800 e il 1900. Pertanto risulta essere un patogeno presente in tutte le aree di coltivazione. PERONOSPORA Sintomatologia P. viticola infetta tutti gli organi erbacei della vite, pertanto i sintomi si manifestano su tutte le parti della pianta. I sintomi specifici sono strettamente connessi con le fasi di sviluppo del ciclo infettivo della Peronospora, nonché della pianta. Fasi del ciclo di Palsmopara viticola 3 2 1 INFEZIONE PRIMARIA (primavera, stadio di foglia giovane con lamina di diametro di 2,5-3 cm) Germinazione delle forme di svernamento (oospore), ciascuna delle quali forma uno zoosporangio che trasportato dal vento o dalla pioggia raggiunge le foglie ove libera numerose zoospore flagellate, le quali, raggiunti gli stomi della pagina inferiore, germinano colonizzando tutto il mesofillo fogliare. PRIMAVERA ZOOSPORANGI OOSPORE Fasi del ciclo di Palsmopara viticola INFEZIONE PRIMARIA (primavera, stadio di foglia giovane con lamina di diametro di 2,5-3 cm) SINTOMI Macchie d’olio Macchie d’olio Rametti conidiofori O 0 O OO OO OO O 0 O OO OO OO O 0 O OO OO OO O 0 O OO OO OO ZOOSPORANGI Liberazione di zoospore flagellate infettanti altre foglie INFEZIONI SECONDARIE Fasi del ciclo di Palsmopara viticola INFEZIONI SECONDARIE possono essere determinate da diverse generazioni della Peronospora. Feltri miceliari biancastri (fruttificazioni conidiche) sulla pagina inferiore in corrispondenza delle macchie d’olio sulla pagina superiore Fasi del ciclo di Palsmopara viticola INFEZIONI SECONDARIE possono avere un grado di pericolosità variabile in funzione di diversi fattori (fase fenologica della pianta e condizioni termo-igrometriche). Si ritiene che dopo l’INFEZIONE PRIMARIA ogni evento piovoso (o semplice rugiada o nebbia persistente) possa rappresentare un nuovo ciclo infettivo ossia una INFEZIONE SECONDARIA. Inoltre, tra una infezione secondaria e l’altra i tempi di incubazione possono risultare sempre più di breve durata (anche solo un’ora) in funzione dell’innalzarsi delle temperature estive. Il numero dei cicli delle infezioni secondarie può anche essere di 1516. La determinazione dell’inizio e della durata della FASE DI INCUBAZIONE del ciclo biologico del fungo rappresenta un utile aiuto, in quanto consente di programmare interventi a fine incubazione evitando la formazione di nuovi rami sporangiofori. Altri sintomi folgiari di Palsmopara viticola Altri sintomi folgiari di Palsmopara viticola Infine, le macchie necrotizzano a partire dal centro, producendo disseccamenti localizzati fino a lacerarsi. Tale evoluzione sintomatologia può indurre a massicce filloptosi anticipate. Altri sintomi folgiari di Palsmopara viticola Sintomi A MOSAICO: sono tipici delle foglie più vecchie e specialmente in attacchi tardivi in piena o fine estate, nei quali l’attacco peronosporico si evidenzia anche sulle femminelle. La sintomatologia a mosaico si manifesta con piccole macchie clorotiche (poi necrotiche) localizzate vicino alle nervature e sparse, in modo più numeroso su tutto il lembo; anche in questo caso, nella pagina inferiore della foglia si notano piccoli ciuffi di micelio in corrispondenza della mosaicatura (micelio più rado). Sintomi A MOSAICO Sintomi sui germogli e sui tralci di Palsmopara viticola L’attacco peronosporico precoce, che può avvenire dalla prefioritura e protrarsi a fine fioritura, si evidenzia con un’improvvisa deformazione della parte terminale del grappolo che si incurva ad uncino ed assume una colorazione brunastra, come se fosse stato scottato (allessatura). Sintomi sul grappolo di Palsmopara viticola Generalmente l’infezione del giovane grappolo si manifesta con gli stessi sintomi evidenziati nell’infiorescenza: i piccoli acini si ricoprono di una muffetta biancastra ed il rachide diviene allessato e spesso contorto (curvato a “S”). Sintomi sul grappolo di Palsmopara viticola Sintomi sul grappolo di Palsmopara viticola Successivamente, soprattutto in condizioni di elevata umidità, tutto il grappolo si ricopre della caratteristica muffetta biancastra. In post-allegagione il grappolo può essere colpito dalla peronospora la quale entra attraverso gli stomi dei piccoli acini fino a che questi (gli stomi) non vengono atrofizzati (acini di circa 2 mm di diametro); dopo questo momento la peronospora può “entrare” nel grappolo solo attraverso il peduncolo. Sintomi sul grappolo di Palsmopara viticola Nei casi in cui l’infezione si manifesta tardivamente, sui grappoli i cui acini sono già ingrossati oppure già “invaiati”, non compare nessuna muffa sugli acini; subiscono una forte disidratazione, imbruniscono (con sfumature più o meno violacee a seconda dello stadio di invaiatura) e disseccano. Questo sintomo, che può interessare tutto o parte del grappolo, è conosciuto anche come PERONOSPORA LARVATA. Sintomi sul grappolo di Palsmopara viticola Sintomi sui germogli e sui tralci di Palsmopara viticola L’attacco peronosporico si evidenzia, nei germogli erbacei, con allessature ed imbrunimenti; nel giovane tralcio si evidenziano portamenti contorti specialmente nella parte terminale. In entrambi i casi, alla fine del ciclo compare la muffetta biancastra. Nei tralci in fase di lignificazione l’infezione è meno evidente e si manifesta con lesioni dei tessuti corticali e piccoli cancri; in ogni caso i tralci sono meno recettivi degli altri organi e la recettività diminuisce con l’avanzare del processo di lignificazione. Nel complesso i danni di un attacco di Peronospora dipendono dalla fase fenologica in cui si verificano le infezioni. Le fasi fenologiche più delicate e che, se attaccate, provocano il maggior danno alla produzione sono quelle che vanno dall’inizio fioritura all’allegagione. Fine del ciclo biologico di Plasmopara viticola EPOCA VEGETATIVA (ESTATE) PRIMAVERA AUTUNNO PERONOSPORA Agente eziologico: Plasmopara viticola Lotta A scopo preventivo si può intervenire: -equilibrando le concimazioni azotate e le irrigazioni; -evitando un eccessivo vigore vegetativo e di carico di produzione; -effettuando la potatura verde e la sistemazione dei tralci ed una idonea preparazione dei grappoli. OIDIO o MAL BIANCO Agente eziologico: Erysiphe necator / Oidium tuckeri Il mal bianco, o oidio, o nebbia della vite è stata la prima tra le malattie ad essere importata dall’America dapprima in Francia, in Belgio e poi in Italia a partire dal Trentino fino a diffondersi in tutto l’areale di coltivazione della vite. Questo patogeno attacca tutte le parti verdi della vite e anche gli acini dopo l’invaiatura. CICLO BIOLOGICO Biologia ed epidemiologia Questo microrganismo può conservarsi, da un anno all’altro, allo stato di micelio nelle gemme svernanti, ma anche di organi sessuati (cleistoteci) nelle foglie morte e su tralci affetti dell’anno precedente. Le gemme possono essere colonizzate dal micelio svernante Nella primavera seguente la malattia può presentarsi molto presto in quanto il micelio svernante ha la capacità di iniziare il processo parassitario anche con temperature molto basse. OIDIO o MAL BIANCO Agente eziologico: Uncinula necator / Oidium tuckeri Biologia La prima comparsa avviene in primavera sugli organi in crescita attiva sottoforma di efflorescenza biancastra particolarmente abbondante sui giovani germogli sviluppati da gemme che abbiano ospitato il micelio del parassita durante l’inverno. - Sulle giovani foglie compaiono plagule a contorno indefinito, determinando una clorosi della lamina e vistose malformazioni; - I grappolini infetti, su cui si sviluppa una muffetta prima e dopo l’allegagione, subiscono imbrunimenti e cascola; - I giovani tralci subiscono accorciamento degli internodi. - Sulle foglie più mature in condizioni ambientali meno favorevoli al patogeno le infezioni producono una sintomatologia complessa e variabile con i fattori ambientali, colturali e con il vitigno, consistente in arrossamenti e necrosi e in aree decolorate (che facilmente si confondono con le macchie d’olio di peronospora) con al loro interno imbrunimenti dendriformi e di minute picchiettature necrotiche. Gli attacchi oidici e la loro intensità non sono facilmente prevedibili in quanto questo fungo è poco influenzato dalle condizioni ambientali: pioggia, temperatura, rugiada, nebbia, vento; infatti esso è in grado di svilupparsi a temperature comprese fra 5-6 e 30-35°C con valori di umidità superiori al 25-30 %. La pioggia svolge un’azione frenante sullo sviluppo di questa malattia. Anche la recettività dei diversi vitigni al mal bianco è molto variabile. La maggiore suscettibilità a questa malattia si verifica sulle piante lussureggianti, fortemente concimate con fertilizzanti azotati; particolarmente sensibili sono i tessuti vegetali giovani in attivo accrescimento. Sintomatologia I sintomi si possono rilevare su tutti gli organi aerei della pianta (foglie, fiori, acini, tralci), ma risultano solitamente più marcati sui grappoli i cui acini rimangono più piccoli e meno zuccherini del normale. Sulle foglie si possono ritrovare varie manifestazioni dell'attacco oidico, quali bollosità ed increspature del lembo, punteggiature necrotiche, aree decolorate, spesso traslucide, e, infine, sintomo inconfondibile, la presenza della muffa polverulenta bianco-grigiastra, distribuita solitamente a chiazze sulla pagina superiore. In alcuni casi la muffa bianca è però così lieve da non essere rilevata ad occhio nudo. Sui tralci gli attacchi di mal bianco producono delle lesioni reticolate, simili a quelle già descritte sugli altri organi. Nei casi di infezioni precoci primaverili, i giovani tralci crescono irregolarmente e rimangono più corti e deboli. Anche dopo la lignificazione i tralci malati mostrano i segni dell'infezione sotto forma di una fitta reticolatura superficiale di colore bruno-rossastro, ben evidente anche nell’anno successivo. Il rachide ed i peduncoli possono andare anch’essi soggetti a questa malattia quando sono allo stato erbaceo; su di essi si costituiscono sia delle allessature superficiali sia le tipiche necrosi reticolari. Sintomatologia I SINTOMI SUGLI ACINI Gli acini rimangono più piccoli e meno zuccherini del normale. Sulla superficie degli acini infetti si può inoltre facilmente evidenziare la caratteristica efflorescenza biancastra, rappresentata dagli organi di diffusione e moltiplicazione del micete, al di sotto della quale si trovano spesso chiazze necrotiche reticolari, di colore bruno-nerastro. In corrispondenza dell’epidermide alterata, non più elastica per la formazione di necrosi cellulari, con l’ingrossarsi della parte sana si creano anche profonde fenditure, che portano a volte a mostrare gli stessi vinaccioli. Queste profonde lesioni permettono l'ingresso nell'acino e lo sviluppo di Botrytis cinerea e di altri miceti o batteri saprofiti. I SINTOMI SUGLI ACINI Necrosi su acini colpiti dall’oidio Spaccature sugli acini causate dall’oidio Perdita di produzione dovuta a gravi attacchi al grappolo OIDIO o MAL BIANCO Agente eziologico: Uncinula necator / Oidium tuckeri “Problematiche fitopatologiche dell’olivicoltura in agro di Barletta” Malattie dell’apparato radicale dell’olivo - MARCIUMI RADICALI causati da: Armillaria mellea Rosellinia necatrix Phytophthora spp. Malattie del sistema vascolare e del legno dell’olivo -VERTICILLIOSI causata da Verticillium dahliae Malattie del sistema vascolare e del legno dell’olivo - CARIE causata da Fomitiporia spp., Fomes spp., Trametes spp., Polyporus spp. Malattie del sistema vascolare e del legno dell’olivo - CARIE causata da Fomitiporia spp., Fomes spp. Trametes spp. Polyporus spp. Malattie dell’apparato fogliare dell’olivo - OCCHIO DI PAVONE causato da Spilocea oleaginea Malattie dell’apparato fogliare dell’olivo - OCCHIO DI PAVONE causato da Spilocea oleaginea Malattie dell’apparato fogliare dell’olivo - OCCHIO DI PAVONE causato da Spilocea oleaginea Malattie dell’apparato fogliare dell’olivo - CERCOSPORIOSI causata da Mycocentrospora cladosporioides Malattie dell’apparato fogliare dell’olivo -FUMAGGINE causata dai generi Capnodium, Cladosporium, Alternaria, Limacinula Malattie fungine delle drupe - MARCIUMI DELLE DRUPE causate dal genere Botryosphaeria (=Camarosporium dalmaticum= Sphaeropsis dalmatica) LOTTA I fattori climatici e la struttura degli oliveti determinano condizioni favorevoli allo sviluppo del patogeno, che nel contempo rendono più difficile il realizzarsi di interventi di lotta preventivi e curativi. La scelta delle varietà riveste un carattere di estrema importanza nei confronti di malattie come “Occhio di pavone”, carie, fumaggine, ecc., che si avvantaggiano notevolmente di queste condizioni climatiche. Alcuni interventi agronomici, come la potatura delle piante, sono molto importanti e da raccomandarsi al fine di consentire la riduzione della massa di inoculo presente nei rami e l’arieggiamento della chioma. Grazie per l’Attenzione!!!