La peronospora della vite

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Istituto di istruzione superiore “V.
Dandalo” sede
coordinata di
Lonato del Garda -Brescia
La
peronospora
della vite
Candidato:Antonio Valente
Classe: 5M
A.S.:2014-2015
Introduzione
La peronospora della vite
rappresenta una delle più
gravi malattie della vite
d'origine americana presente
in Europa da più di un secolo.
Essa è provocata dalla
plasmopara viticola un
parassitoide della classe degli
Oomiceti.
Informazioni
storiche
La peronospora fu ritrovata
in Europa per la prima volta nel 1878 nei vigneti
francesi e, nel 1879, fu segnalata anche in Italia.
Negli anni successivi il patogeno si diffuse in tutta
Europa fino a raggiungere le zone viticole della
Turchia, della Russia ed inseguito dell'Africa e dell'Asia
Minore.
Nel 1880 Edmund Mach, direttore della
Scuola Agricola di S. Michele all'Adige,
segnalò la prima comparsa della
peronospora nel Tirolo del Sud. Mach
aveva individuato che ad essere colpiti
con maggior virulenza, soprattutto
nelle estati calde ed umide, erano i
vigneti situati nelle posizioni di
fondovalle.
Egli vide che le foglie delle viti si seccavano e
cadevano prima ancora che l'uva avesse raggiunto la
maturazione.
Allora decise di mettere in
atto delle sperimentazioni per
combattere
la
malattia
utilizzando più volte sulle viti
infette dello zolfo e della calce
viva
spargendole
con
il
“soffietto da solforazioni”, ma
essi si rivelarono vantaggiosi
ma non sconfiggevano la
peronospora.
Successivamente Mach ottenne eccellenti risultati
contro la malattia grazie alla cosiddetta “miscela o
poltiglia bordolese” composta da solfato di rame e
latte di calce.
La diffusione di questo prodotto nelle aree viticole del
Trentino e del Tirolo del Sud non fu immediata, in
quanto i contadini ritenevano che il rame irrorato,
potesse essere causa di inquinamento dei foraggi
destinati al bestiame, del vino e delle grappe.
Il rame rimase il dominatore incontrastato dei mezzi di
lotta contro la peronospora della vite fine a dopo la 2 °
Guerra Mondiale.
A partire dal 1950 cominciarono a
comparire
i
primi
fungicidi
organici che vennero presentati
come “acuprici” perché non
evidenziavano
gli
effetti
di
fitotossicità e di contenimento
della vigoria che i rameici spesso
procuravano; primo tra tutti il
famoso Aspor, prodotto a base di
Zineb
che
fa
parte
dei
Ditiocarbammati.
Dal 1998 sono state introdotte le
Strobiruline poco tossiche poiché
derivano dal prodotto naturale
Strobilurina (fungo).
Sistematica
La plasmopara viticola appartiene alla classe dei
Dicomiceti, ordine degli Oomicetales, famiglia delle
Peronosporaceae, sottofamiglia delle Peronosporee.
La plasmopara viticola è un parassita obbligato, cioè
per poter svolgere il suo ciclo biologico necessità di
un ospite vivo.
E'
specifico,
in
quanto
colpisce
solo
ed
esclusivamente la vite. Questo patogeno è causa di
una malattia trofica perché si nutre dei succhi
cellulari mediante l'austorio.
Immagine al
microscopio della
plasmopara
viticola.
Sintomi
peronospora
della
La peronospora attacca tutte le parti verdi delle viti
che sono venute a contatto con la malattia; colpisce
solo gli organi verdi in quando entra nei tessuti
attraverso le aperture stomatiche dei tessuti
recettivi della vite.
Sintomi su foglia
Le foglie sono i primi organi
della pianta ad essere colpiti. Il
primo
sintomo visibile è la
tipica macchia d'olio dovuta a
umidità elevata e temperatura
media non
troppo
alta.
Questa
sintomatologia si evidenzia, nella pagina superiore
della foglia con chiazze tondeggianti, inizialmente
verde più chiaro, poi giallastre. In corrispondenza
delle macchie, sulla foglia inferiore compare un
feltro miceliare biancastro. Alla fine la macchia
necrotizza e lascia sulla foglia dei disseccamenti. Se
l'infezione avviene in tarda estate, quindi sulla foglia
vecchia, l'infezione si propaga tra le nervature della
foglia, manifestandosi con delle piccole macchie più
chiare clorotiche di colore giallo-rosso e con la
comparsa di muffa bianca sulla pagina inferiore in
corrispondenza della mosaicatura.
In questo caso si parla di peronospora a mosaico.
Sintomi su grappolo
Gli attacchi al grappolo sono i più dannosi per la
produzione finale
e possono verificarsi prima,
durante e dopo la fioritura.
L'attacco precoce si evidenzia con un
'improvvisa deformazione della parte
terminale del grappolo
che si incurva
ad uncino ed assume una colorazione
brunastra e successivamente tutto il
grappolo si ricopre della
caratteristica muffa bianca.
Se l'infezione si manifesta
tardivamente sui grappoli già ingrossati
il
patogeno
entra
nella
bacca
attraverso il pedicello causando una
forte disidratazione, in seguito gli acidi
imbruniscono
assumendo
una
colorazione violacee e poi disseccano
in questo caso si parla di “peronospora larvata”.
Sintomi su germogli e tralci
I tralci sono gli organi della vite meno
coinvolti dalla peronospora e vengono
interessati dall'infezione solo in fase
giovanile. L'attacco peronosporico su
germogli erbacei si manifesta con
allessature
e
imbrunimenti.
Nel
giovane tralcio l'infezione causa dei
portamenti
contorti, specialmente
nelle parti terminali. In entrambi i casi
compare la muffa bianca. I danni
causati da un attacco peronosporico sono: perdita
quantitativa di produzione, qualità scadente dei vini
prodotti e deperimento della pianta.
Ciclo
biologico
patogeno
del
La peronospora è un fungo supera l'inverno come
spora, detta oospora, nella vegetazione dell'anno
precedente (foglie) che rimane sul terreno sotto le
viti.
L'oospora in primavera germina dando inizio alle
infezioni.
Queste infezioni hanno inizio quando si raggiungono
determinate condizioni micro-climatiche, conosciute
come la regola dei “tre-dieci”:1) la temperatura
media deve essere superiore ai 10°C;
2) i nuovi germogli devono essere di almeno 10 mm;
3) le precipitazioni degli ultimi due-tre giorni devono
raggiungere almeno 10 mm di acqua.
Le zoospore, dopo aver raggiunto la maturazione e
superato l'inverno, emettono all'esterno un tubetto
di germinazione. Velocemente la parte superiore di
quest'ifa
s'ingrossa
fino
a
formare
il
macrozoosporagio, al cui interno si differenziano 3264 zoospore.
Il macrozoosporangio libera le zoospore per mezzo
degli schizzi d'acqua, raggiungono le foglie e
mediante i flagelli si muovono nell'acqua e
penetrano nello stoma della foglia.
Durante questo periodo detto incubazione, la foglia
diventa a macchie giallo-verde “la macchia d'olio”.
Alle macchie d'olio, sulla pagina inferiore, segue la
formazione di una muffetta bianca che permetterà al
fungo di diffondersi. Questo processo è definito
sporulazione ed avviene solo in determinate
condizioni:
1) presenza di macchie d'olio;
2) bagnatura fogliame continua per almeno 4 ore;
3) buio e la temperatura media di almeno 11°C.
Strategie
difesa
di
I prodotti ad azione antiperonosporica presenti sul
mercato possono essere suddivise in 3 gruppi:
prodotti
di copertura;
prodotti endoterapici
citotropici; prodotti endoterapici sistemici.
I prodotti di copertura agiscono solo all'esterno dei
tessuti ed hanno funzione preventiva essi
costituiscono
uno
sbarramento
chimico
che
impedisce al fungo di penetrare all'interno della
pianta ( ditiocarbammati, folpet ). Questi prodotti
vengono utilizzati in prefioritura e garantiscono una
copertura pari a 6-7 giorni.
I prodotti endoterapici citotropici vengono assorbiti
ma non traslocati in altre parti della pianta. Questi
fitofarmaci vengono utilizzati durante il periodo tra
l'allegagione e l'invaiatura.
I prodotti endoterapici sistemici vengono assorbiti
rapidamente entrano nel sistema linfatico giungono
a tutte le parti della pianta. Essi vengono utilizzati
durante il periodo della fioritura e garantiscono un
periodo di copertura di 10 giorni.
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